l'uomo nell'ombra regia di Roman Polanski Germania, USA 2010
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l'uomo nell'ombra (2010)

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locandina del film L'UOMO NELL'OMBRA

Titolo Originale: THE GHOST WRITER

RegiaRoman Polanski

InterpretiEwan McGregor, Pierce Brosnan, Eli Wallach, Kim Cattrall, Olivia Williams, Tom Wilkinson, James Belushi, Timothy Hutton, Jon Bernthal, Robert Pugh, Daphne Alexander, Jaymes Butler, Marianne Graffam, Angelique Fernandez

Durata: h 2.11
NazionalitàGermania, USA 2010
Generethriller
Tratto dal libro "Il ghost writer" di Robert Harris
Al cinema nell'Aprile 2010

•  Altri film di Roman Polanski

Trama del film L'uomo nell'ombra

L'ex Primo Ministro britannico Adam Lang è alle prese con la stesura della sua autobiografia. Dopo la tragica morte di un suo collaboratore che lo aiutava, decide di assoldare un ghostwriter che possa scrivere il libro per lui. Il ghostwriter incaricato parte quindi alla volta di Martha's Vineyard, dove Lang si è stabilito con la moglie ed il suo staff. Arrivato sull'isola, lo scrittore verrà coinvolto in un complesso gioco di potere, che metterà a rischio la sua stessa vita.

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Voto Visitatori:   6,84 / 10 (140 voti)6,84Grafico
Migliore regiaMigliore sceneggiatura non originaleMiglior montaggioMiglior colonna sonora
VINCITORE DI 4 PREMI CÉSAR:
Migliore regia, Migliore sceneggiatura non originale, Miglior montaggio, Miglior colonna sonora
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Voti e commenti su L'uomo nell'ombra, 140 opinioni inserite

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Gruppo REDAZIONE amterme63  @  18/08/2010 23:34:24
   7½ / 10
Si tratta di un buon thriller/noir d'impianto classico. Non annoia e pone delle questioni su cui riflettere. Il suo punto forte è la struttura formale, molto curata ed efficace.
E' ottimo soprattutto dal punto di vista del ritmo e dell'esposizione della storia. Non ha un momento di pausa e a ogni avvenimento ne segue a ruota subito un altro, senza concedere pause o tregue. Allo stesso tempo però non è un film frenetico, a ogni azione è concesso il suo tempo. L'intreccio è complesso ma non intricato. La progressione di tensione e sorpresa è costante. Il modo di porre le immagini è di puro stampo classico, senza virtuosismi di sorta.
Ho notato una certa similitudine con i film noir. In quel genere di film c'era sempre un'atmosfera tesa e un po' cupa, tempi piovosi, quasi mai la luce del sole. Anche in questo film piove in continuazione, non c'è mai un raggio di sole, c'è sempre un ché costante di tensione e di avvenimento in agguato. Le parti femminili sono poi anche qui foriere di inganno, manipolazione e disastro. Il protagonista poi è una specie di investigatore indipendente che sta per conto proprio, né con una parte, né con l'altra. Non ha un passato chiaro né un rapporto amoroso stabile o fisso. Insomma le rassomiglianze con il noir classico sono diverse.
Lascia solo un po' interdetti il finale, ma lo si può giustificare intuendo che lo scopo del regista è stato quello di stimolare nello spettatore la riflessione generale sull'argomento trattato piuttosto che sulle vicende singole del protagonista.
Se lo si prende infatti dal punto di vista di chi vede il film come una metafora di un certo modo di fare politica, allora non ci sono problemi, tutto è azzeccato. Se invece lo si analizza come storia in sé, allora si notano diverse incongruenze, contraddizioni, scelte o risvolti incomprensibili, che in effetti lasciano lo spettatore un po' interdetto.
La figura del protagonista rappresenta bene l'uomo medio, lo spettatore distaccato ma assetato di "verità", diventa quasi il simbolo di un'opinione pubblica che cerca di capire cosa c'è dentro e dietro le persone e le istituzioni che determinano il nostro destino pubblico.
Cosa c'è esattamente dietro, il film ce lo fa un po' intuire. Certamente c'è tanto di misteriorioso e non chiaro. Gli intrighi e le manovre la fanno da padrone e ciò che salta all'occhio è il fatto che noi viviamo in una parvenza di stato di diritto a controllo democratico. Il finale stesso dall'effetto un po' "deludente", ci fa invece capire benissimo che quel poco di sporco e torbido che riesce a venire fuori (le torture ai "terroristi") è solo la punta dell'iceberg. Le procedure extralegali, extradiritto sono una prassi molto praticata e quasi immediata ogni qual volta si ritiene necessario. E' una tesi che viene posta alla nostra riflessione e giudizio e che possiamo liberamente accettare o rifiutare.
Su quello che c'è dentro le persone invece il film non soddisfa pienamente, secondo me. I caratteri, le ragioni, i perché profondi dell'animo e del carattere degli uomini politici più importanti (come pure delle loro "ombre"), non sono adeguatamente approfonditi ed esposti. Sfuggono, rimangono sullo sfondo.
Insomma un bel film non c'è che dire, ma non so, c'è qualcosa che ti lascia insoddisfatto quando ti alzi dalla poltrona del cinema. A me ha fatto un po' questo effetto.

TheLegend  @  11/08/2010 23:42:42
   6½ / 10
Interessante e ben sviluppato.
Peccato per il finale che rovina tutto.

Gruppo REDAZIONE Cagliostro  @  10/08/2010 13:42:31
   9 / 10
Intenso, avvincente, asciutto. The Ghost Writer è un film che fa onore alla Settima Arte.
Tratto da un romanzo del giornalista Robert Harris, che ha curato insieme a Polanski l'adattamento cinematografico e la sceneggiatura, The Ghost Writer ha un impianto narrativo compatto ed originale, che affronta senza compromessi temi attuali di politica internazionale e di manipolazione della verità senza mai scivolare nella facile retorica (si pensi come la tortura del waterboarding sia solamente accennata attraverso i telegiornali).
La sceneggiatura è assolutamente favolosa sia per quanto riguarda l'armonia della ripartizione scenica e i mutamenti di valenza, sia per i dialoghi. Essa si dimostra impeccabile ed efficace, senza mai essere ridondante né didascalica.
La regia di Polanski, come sempre personalissima e curatissima, è eccellente e, unitamente ad una buona fotografia, crea atmosfere cupe e claustrofobiche che non lasciano presagire nessuna via di uscita né per i personaggi, né per l'umanità.
È perfetta la costruzione dei personaggi, sempre merito dell'ottima sceneggiatura. In particolare Adam Lang, che è palesemente costruito sulla figura di Tony Blair, è un collage di molti personaggi del parnaso politico mondiale.
Gli interpreti sono meravigliosi. Ewan McGragor si conferma uno dei migliori attori della sua generazione, mentre Pierce Brosnan migliora di film in film. favolosi i cameo di James Belushi, di Timothy Hutton, di Tom Wilkinson e del magnifico Eli Wallach.
The Ghost Writer può piacere o meno, ma è un film imperativo per chiunque ami il cinema come arte. Infatti, la grammatica cinematografica di quest'ultima opera di Polanski rispetta perfettamente tutte le sottigliezze artistiche e narrative trasformando quello che già di base è un buon prodotto, in un'opera d'arte.
Chiunque desideri lavorare nel cinema dovrebbe prendere questa pellicola (fra le pellicole di recente produzione, s'intende) come modello di riferimento e termine fisso di paragone.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Freddy Krueger  @  08/08/2010 18:41:25
   7½ / 10
Ottimo ritorno di Polanski! Un ritorno inaspettato, almeno per me… non ero a conoscenza di questo “Ghost Writer” prima della sua uscita al cinema (strano). Devo dire che è un bel thriller, a me non ha stancato un secondo; grazie alla sceneggiatura ben scritta e alle ottime caratterizzazioni psicologiche ti prende dall’inizio alla fine. Magari non c’è niente di originale, comunque trovo che la critica alla politica e ai politici sia ottimamente riuscita, una politica piena di corruzione e crimini; sembra che Polanski ne abbia fatto parte a questi malfatti, e il grande regista ha avuto le palle di mostrarle al pubblico (come pure ha fatto lo scrittore). Il finale è da applausi!
Insomma, Polanski è invecchiato benissimo, e mi dispiace per tutto il casino che ha adesso con la legge.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  06/08/2010 16:29:45
   8 / 10
Un elegante thriller politico ricco di tensione, pieno di colpi di scena. Una sceneggiatura solida, attori decisamente in parte; da citare alcuni notevoli caratteristi che finalmente hanno espresso qualcosa di diverso dal loro solito come Belushi; una regia molto stilosa e in perfetta sintonia con le atmosfere cupe e solitarie.
I richiami ad Hitchcock sono parecchi come i rimandi a film precedenti di Polanski stesso.
Un finale fortemente carico di suspense con una sequenza magistrale.

Invia una mail all'autore del commento R. Deodato Jr.  @  06/08/2010 14:34:17
   10 / 10
Avrei dato un voto in meno, giusto perchè il film ha un intreccio poco complicato (ma non è che una pellicola debba sempre spaccare l'encefalo), tuttavia, dopo il voto di certi esibizionisti che hanno dato un'insufficienza tanto per sentirsi fighi, ho optato per il 10.

Mino e Mina  @  19/07/2010 14:54:42
   5½ / 10
Onestamente ho trovato il film abbastanza lento e piatto, nessun gran colpo di scena e ambientazioni nella norma.
Consigliato ad amanti del genere.

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Ultima risposta 12/10/2010 18.53.57
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john_doe  @  19/06/2010 12:32:14
   8 / 10
Le recitazioni, l'ambientazione, l'atmosfera, la tensione che cresce lentamente: tutto di altissimo livello. Ottima regia, epilogo spiazzante.

Cianopanza  @  27/05/2010 10:42:26
   7 / 10
Thriller con ambientazioni grigie e tempestose, su un'isola al limite del claustrofobico. Piacevole. Certo da Polanski ci si aspetta la zampata del maestro.

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Ultima risposta 02/02/2012 00.31.06
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Noodles_  @  17/05/2010 12:09:08
   7 / 10
Strana sensazione alla fine di questo film, mi sono dovuto prendere qualche giorno prima di commentarlo per schiarirmi le idee...
Sicuramente l'impressione è quella di aver assistito ad un bel film, ma non posso negare che per qualche motivo non mi ha soddisfatto del tutto.
Tra gli aspetti positivi metterei sicuramente la regia (a mio parere perfetta), le ambientazioni (il "bunker" sull'isola, e l'isola stessa, sono davvero accattivanti), le recitazioni e le caratterizzazioni dei personaggi, e il senso di mistero, di tensione e di ambiguità che accompagna lo spettatore per tutta la visione. Alcune sequenze sono davvero notevoli, tra tutte quella al porto / sul traghetto, e quella conclusiva, davvero originale per come è stata pensata.
Ciò che invece mi è piaciuto di meno è sostanzialmente l'essenza dell'intreccio: quando alla fine viene svelato l'inghippo il primissimo pensiero che mi ha attraversato la mente è stato: "Tutto qui?"
Tutto questo impianto così magistralmente realizzato, tutta questa curiosità, tutta questa attesa, per arrivare ad una spiegazione così, permettetemi il termine, banale?
Ecco, questo secondo me è l'unico limite del film, anche se ciò non basta comunque ad abbassare il livello dell'opera, che rimane a mio parere più che dignitoso.
Non avevo riconosciuto Belushi così ingrassato e calvo, mentre mi fatto una notevole impressione il cameo di Eli Wallach, che non vedevo sullo schermo da parecchio tempo…

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Ultima risposta 17/05/2010 13.32.53
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Rand  @  12/05/2010 15:15:21
   7½ / 10
Questo nouvo film di Polanski sinceramente non mi tirava molto, poi lunedi, ho deciso di cimentarmi nella pellicola, più che altro per curiosità, e devo dire che sono rimasto abbastanza soddisfatto.
Certo, l'orso d'oro alla regia a Berlino mi sa tanto di premio sopravvalutato, perchè Polanski e agli arresti domicilliari, per la nota vicenda di sesso con una minorenne, il passato che ritorna. Comunque per non divagare mi ha dato l'impressione che ci sia stata troppa accondiscentenza nei confronti del regista, trattato in maniera troppo bonaria. Comunque parliamo del film, un buon trhiller, che certamente lascia il segno, senza essere memorabile, ma comunque godibile. Evan Mc Gregor si conferma ottimo interprete di qualsiasi storia, così come Brosnan nei panni di Adam Lang/Tony Blair. Anche il resto del cast è ottimo

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Un James Belushi irriconoscibile, calvo e ingrassato, nella parte dell'avido editore. Location suggestive, l'isola, il paesino, ma anche Londra. Ottima colonna sonora, a tratti vivace, a tratti macabra del grande Alexander Desplat, sentito anche nella Bussola d'oro. L'ambiguità dei personaggi si avverte per tutto il film, non ci abbandona mai, il ghost writer si trova in un mondo che non conosce, ma che non perdona. Indubbiamente Polanski dimostra di poter padroneggiare quasi tutti i generi, e non è poco.
Finale eccelente, perchè è tutto nella prima parte del libro...


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Da rivedere....

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Ultima risposta 12/05/2010 15.24.14
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FABRIT  @  12/05/2010 12:30:02
   7 / 10
Prima parte che stenta a partire,ma secondo tempo avvincente e ricco di colpi di scena!Polanski non dirige il suo film migliore,ma senza dubbio è un film sopra la media.Da vedere.

Crimson  @  10/05/2010 23:20:45
   7 / 10
Dopo le tanto discusse vicende personali Polanski torna a far parlar di sè finalmente con un film. Il thriller in questione è sorprendentemente accattivante e scorrevole, ricco di suspance. I pregi sono molti: una storia solida di spionaggio alla base, in cui c'è una certa logica che è possibile cogliere a posteriori dopo i diversi colpi di scena; una tensione a tratti palpabile; un cast non notevole ma degno di nota, in cui spiccano i due caratteristi Ewan McGregor e Pierce Brosnan. Il primo finalmente si sta ritagliando diversi ruoli da protagonista ed è un attore attualmente molto in voga. Il secondo ha dichiarato di essere contento di aver svestito i panni di un ruolo che si sentiva addosso da due decenni: la sua interpretazione è sopra le righe, e rimarca il valore dell'attore irlandese.
Il difetto maggiore è la mancanza di originalità. Il riferimento principale resta sempre Hitchcock, ed è possibile effettuare diversi raffronti con film ormai lontani nella filmografia del regista ('L'inquilino del terzo piano', 'Frantic'). Brilla tuttavia per una certa introspezione e una parte finale ricca di tensione ben congegnata, in cui per il protagonista diviene arduo capire di chi fidarsi, e a noi con lui.
Due sequenze che lasciano il segno: il passamano finale del bigliettino e l'epilogo.

ianez  @  06/05/2010 12:46:39
   6 / 10
Sarà che quando ho visto questo film ero molto stanco... ma mi sono quasi addormentato...
E' uh thriller psicologico.. forse 'troppo' psicologico... nobilitato da una regia sapiente e da un'ambientazione affascinante che sollevano una sceneggiatura per me poco convincente... credo che nessuno abbia mai avuto dubbi su come poteva andare a finire.
Sei politico.

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fluke  @  04/05/2010 12:53:31
   7 / 10
Seduti al cinema sembra di sentire il vento di quell'isola desolata: che atmosfera!
Un thriller enigmatico, avvincente ed elegante.

Tom24  @  01/05/2010 14:03:00
   6½ / 10
Che delusione! Il film si salva ma da Polanski si è solito aspettarsi qualcosa di più. Thrillerino.

Guy Picciotto  @  30/04/2010 11:51:38
   8 / 10
film fosco, tetro, plumbeo come il cielo ostaggio delle cheamtrails di questo inizio millennio, Polansky centra in pieno il clima paranoico di questo periodo storico dove niente è come sembra, calibrando bene le ombrosità dei personaggi-doppelganger-doppiogiochisti enigmatici. Ci sono anche precisi riferimenti alla figura di Tony Blair nel personaggio di Brosnan, un leader burattino, manipolatore e manipolato allo stesso tempo, ostaggio di qualcosa di più grande di lui, ma non lasciamoci suggestionare sino a tal punto, perchè se dalla figura di Blair questo personaggio è stato ritagliato, l'amico Tony, criminale di guerra, è stato praticamente allevato sin dalla tenerà età in seno alla loggia massonica di Studholme di Londra (nonchè membro abituale del Bohemian Club) per diventare il leader farlocco che è stato. Grande Polansky cmq, ne suo terreno ancora non si vedono gli eredi, che campi fino ai 100 anni allora.

Gruppo COLLABORATORI atticus  @  29/04/2010 01:35:22
   7 / 10
Forse sarò io l'incontentabile, ma quest'ultimo Polanski non mi ha convinto del tutto. Continua la mia personalissima ondata di delusione verso i grandi autori (Burton, Eastwood, Scorsese...) che si limitano a rimanere nei canoni del compito corretto e nulla più. Anche questo "Ghost Writer", non morde mai nel giallo e ha sempre il timore di uscire fuori dalla sfera dell'alta autorialità. Il risultato è quello di rendere verbosissimo un intreccio di per se interessante che non poggia su di una sceneggiatura adeguata, più volte i personaggi si comportano in modo assurdo e il finale lascia francamente pietrificati.
Tuttavia il tocco del maestro è più volte evidente e la confezione è molto curata, dalla bella colonna sonora alla gelida fotografia che rende ancor più odiosa la subdola oasi politica, fino ai minimali ma eleganti titoli di coda . E con un attore fantastico come McGregor in scena mi andrebbe bene tutto.
Ribadisco il mio senso di delusione vista la firma, comunque ammetto che il film è un più che discreto prodotto di genere come oggi giorno è raro trovare.

dils  @  28/04/2010 11:35:17
   6½ / 10
Sicuramente ben fatto, la regia è asciutta veloce. Polansky come al solito da quel punto di vista non delude.Ottimi attori, ambientazione quasi spettrale e capace di trasmettere quell'aria di profondo mistero e ricerca della verità. L'unica cosa che mi ha lasciato un pò di amaro in bocca è la trama, non l'ho trovata a mio modesto parere originalissima...mi ha dato la classica impressione tutto fumo e poco arrosto. Dall'impostazione della regia l'ambientazioni, l inquietudine che i personaggi mi hanno trasmesso mi aspettavo leggeremete di piu. Comunque assolutamente non male

Gruppo REDAZIONE Pasionaria  @  28/04/2010 09:13:41
   8 / 10
Ottimo thriller politico appoggiato ad un solido impianto narrativo, magistralmente diretto da Polanski, che torna al suo stile asciutto e preciso, senza alcuna sbavatura. L'intreccio scorre con un buon ritmo che mai rallenta, nemmeno impenna, scorre fluido verso un finale coerente eppure sorprendente nei tempi in cui tutto avviene. Non si può non pensare al migliore Hitchcock nelle atmosfere ricreate e nel raffinato tocco narrativo con cui il regista dirige The ghost writer, film da gustarsi con sottile piacere cinefilo.

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Ultima risposta 28/04/2010 09.49.07
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toniobr  @  26/04/2010 22:09:46
   6½ / 10
pensavo meglio ...

SirLuis  @  26/04/2010 14:23:11
   7 / 10
Film gradevole, scivola veloce.Stile alfred hitchcock .

squoqui  @  23/04/2010 15:06:53
   6½ / 10
Ottime ambientazioni e caratterizzazione dei personaggi in una storia invece purtroppo campata per aria. Moventi traballanti, intrecci forzati e ricerca del solito colpo di scena finale sono alcuni aspetti che non mi hanno convinto in questa pellicola. Mi è piaciuto invece il clima sempre cupo e piovoso che fa da sfondo all'intera torbida vicenda.

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goodwolf  @  23/04/2010 10:23:47
   6½ / 10
La mano di Polanski si vede eccome: le atmosfere sono quelle tanto care a lui, con personaggi tutti diversamente inquietanti e sempre tanti appartamenti e alloggi nuovi ( la vera fissazione del regista)
E' il tema del film che non mi ha convinto molto: la storia, pur avendo un ritmo discreto, manca di quell'elemento che la faccia salire di livello.
Un po' immotivata anche l'ostinazione del ghostwriter.

rapture  @  23/04/2010 09:37:17
   6 / 10
Buona regia, fotografia e tensione, ma la soluzione dell'intreccio è qualcosa che di più banale e stupido non si può, bel tema ma si poteva fare decisamente meglio.

gaffe  @  22/04/2010 19:01:36
   7½ / 10
Molto meglio del gemellino isolano "Shutter Island",nel film ironia della sorte il fortino isolato del politico assomiglia molto a quello reale del regista, scelto da P. per saldare i suoi guai con la legge.
Polanski si conferma maestro del thriller,di eredi manco l'ombra.

Invia una mail all'autore del commento BRISEIDE  @  19/04/2010 17:38:44
   7½ / 10
Lo stile di Polanski mi ammalia ad ogni sua creazione, riesce a trasmettere le varie sfaccettature e perversioni dell' animo umano magistralmente senza mai cadere nel ridicolo dei luoghi comuni, ed il risultato e' una trasposizione dai contorni eleganti e umanamente realistici.
Con personaggi dai risvolti torbidi quanto basta per far sembrare la storia quasi un racconto vero e non inventato e romanzato.
Da vedere ottimo Film!!!!

simonssj  @  18/04/2010 10:37:44
   7 / 10
Stilisticamente è veramente impeccabile, così come mantiene un buon ritmo di fondo. Buone le recitazioni, manca tutto il resto...la trama è vista e rivista, e il colpo di genio è del tutto assente....un bel pacchettino con un contenuto un pò scialbo e che poteva sicuramente osare di più!

Gruppo COLLABORATORI fidelio.78  @  17/04/2010 19:09:57
   5½ / 10
Pur mantenendo uno stile invidiabile, ed un buon cast, il film è povero in originalità. L'inizio e i richiami autoreferenziali a "L'inquilino del terzo piano" non sono sufficienti per dar mordente ad un thriller tutto sommato scontato.
Il ritmo è discreto, ma i buoni spunti muoiono lentamente per lasciar posto solo all'intreccio "politico" che non si differenzia dai mille film già fatti sull'argomento. Timidi accenni di insight su chi passa la vita a scrivere nell'ombra sembrano il germe da cui possa nascere qualcosa di buono, così come gli interessanti accenni a chi vive all' "ombra" di qualcun altro; ma entrambi si spengono dopo un paio di battute in cenere da cui non nasce però alcuna fenice.
E' in definitiva un thriller come tanti, visivamente accattivante e con una trama che intrattiene senza però mai colpire.
L'autore (ossia Polanski) è l'unica vera "ombra" di tutto il film, dato che la sua mano (non solo registica, ma in senso più alto di autore) è praticamente invisibile. Per non parlare del finale che, senza tanti giri di parole, definire pessimo è addirittura generoso.

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Ultima risposta 25/04/2010 18.35.42
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Jumpy  @  17/04/2010 02:11:02
   7 / 10
Un solido ed onesto thriller-politico, ben studiato, fotografia ed atmosfere eccezionali, attori perfettamente calibrati e calati nei ruoli.
Si perde un po' nella seconda parte, tra momenti decisamente soporiferi ed un finale che tra colpo e contro-colpo di scena, è eccessivamente ed inutilmente didascalico.

Gruppo COLLABORATORI matteoscarface  @  17/04/2010 00:47:30
   8 / 10
Piacevole ritorno di un maestro alle atmosfere che lo hanno caratterizzato, ovvero quelle del thriller paranoico. Polanski non fa una grinza quando dirige. Storia che si snoda fino a un memorabile finale senza far ricorso a nessuna scena d'azione.
Eli Wallach si concede una comparsata.

Chi non ha visto il film non legga lo spoiler.

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3 risposte al commento
Ultima risposta 10/09/2010 18.46.46
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edmond90  @  16/04/2010 08:53:41
   8 / 10
Solito thriller alla Polanski,permeato dalle caratteristiche atmosfere cariche di paranoia e claustrofobia,merito anche delle azzeccatissime locations.Certo chi si aspetta un ritmo frenetico e azione a go-go rimarrà deluso,ma per gli amanti del cinema classico e del cinema Polanskiano,questa perla non può che far piacere,per la regia impeccabile e per il clima di profondo coinvolgimento che l'autore riesce a creare nonostante la mancanza di grandi colpi di scena.Mi sto molto ricredendo su McGregor,che ritenevo un attore mediocre,e che invece offre un ottima prestazione nei panni del Ghostwriter.

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Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  15/04/2010 23:50:39
   8½ / 10
Thriller atipico e particolare di Polanski,che ritengo il suo film più riuscito dai tempi di Luna di fiele (Il pianista non è in gara).
Se dal trailer si può pensare al solito thriller politico all'americana,dai ritmi veloci e con sparatorie continue,ebbene avete sbagliato film. In primis perché l'autore è europeo e ha uno stile unico che mai si è arreso alle regole del marketing (forse un tantino in Oliver Twist).
Perché The Ghostwriter ha ritmi che in confronto alla maggioranza dei thriller odierni sono lentissimi e ai limiti dell'insostenibile,offre un approfondimento psicologico dei personaggi (nella prima parte) del tutto soddisfacente e una serie di colpi di scena ben dosati nella seconda parte.
Polanski dirige impeccabilmente,il film è suo e si vede: inquadrature e pianisequenza (specie nel finale) meravigliosi,scene di un virtuosismo tecnico ineccepibile. Scena finale da antologia.
La storia è ben strutturata e attuale,oltre che veritiera. Adam Lang,interpretato da un bravo Brosnan,si rifà alla figura di Tony Blair (neanche troppo velatamente,pure il nome ha la stessa musicalità). Il suo ghostwriter e protagonista è il sempre ottimo McGregor che la parte dell'ingenuo (e approfittatore) la sa fare molto bene.
Gli intrecci sono dipanati pian piano con maestria e semplicità,ma non sono mai esagerati.
Chiaramente si può rimanere delusi,specie se si pensa di andare a vedere un film avvincente e straordinario come un buon thriller che si rispetti. Non è cosi. Se si pensa a Frantic,allora anche in quel caso l'esempio è sbagliato. Frantic era un lavoro che non disdegnava un certo ritmo,ne L'uomo nell'ombra si assiste ad un lavoro in crescendo,lentissimo ma se preso in una certa ottica e,soprattutto se si è abituati allo stile registico,avvincente.
Avvincente perché Polanski si rifà, come un pò tutti del resto, all'impianto Hitchcockiano. Perché i giochi politici e il pessimismo del regista sono un unione perfetta per dipingere la situazione non solo odierna ma di sempre nei palazzi del potere.
E,per favore,teniamo fuori le vicende giudiziarie dal Cinema,qualunque cosa ne pensiate. Polanski si è preso un meritatissimo premio della regia a Berlino (giuria capitanata da Herzog a quel che so). Non è assolutamente un risarcimento nè un atto di solidarietà. Il riconoscimento è meritatissimo,se dal punto di vista della trama qualche difettuccio c'è da quello registico io sono rimasto estasiato come sempre.

Consideriamo L'uomo nell'ombra come un enorme puzzle:mettere insieme i pezzi sarà pure snervante,lento,difficile ma se c'è la passione allora si rimane incredibilmente soddisfatti,specie a lavoro finito.



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gringo80pt  @  15/04/2010 21:53:05
   6 / 10
Dopo una settimana di riflessione questo è il voto che si merita questo film.
La trama offre spunti interessanti, capovolgimenti di fronte, intrighi, ma ha picchi esaltanti (a parte la fine). Dalla metà fino ai 4/5 subentra un pò di sonnolenza ed inizia a calare l'attenzione.

PECCATO, POTEVA ASSURGERE A PIU' ALTE METE!

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  15/04/2010 21:21:44
   6½ / 10
Thriller politico di stampo classico firmato dal "recluso" Polansky...questo portera',forse,a parlare di questo film come l'ultimo del regista in questione!
La trama poco contorta rispetto ai film di genere permette allo spettatore di arrivare ben presto a trarre le conclusioni...questo porta ad appesantire la visione delle oltre due ore di durata...
A me ha convinto di piu' la prima parte...Una vera e proprio indagine psicologica sui due protagonisti di cui non conosciamo nulla!A poco a poco viene fuori il marcio che sta dietro la politica,ma non tutto cio che si vede è realta'!
Tutta la seconda parte relativa all'indagine vive di alcuni rari momenti d'azione per lasciare in realta' molto spazio al "gia' visto"!
Il tutto per arrivare ai due bellissimi piano-sequenza finali...Polasky ci ha lasciato con delle immagini di grande cinema!

Violabianca  @  15/04/2010 16:51:53
   7½ / 10
Lontano da riflettori e dallo stile holliwoodiano, un ottimo thriller classico che con ambientazione claustrofobica, atmosfere cupe, musica che acuisce il senso di angoscia e paura crescenti, un cast eccellente fin nei camei minori ma sopra tutto un ottima e salda regia porta con il fiato sopeso alla risoluzione finale del caso e riesce ad essere spiazzante nella scena conclusiva -

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER che non t'aspetti. E' vero che forse il Ghost writer-Ewan McGregor e' un po' poco accorto ma restituisce meglio con questa sua goffagine lo sconcerto dell'uomo della strada che si trova coinvolto in qualcosa piu' grande di lui.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR kubrickforever  @  15/04/2010 16:15:06
   6 / 10
Sono rimasto abbastanza deluso dall'ultimo film di Polanski. Intendiamoci, è diretto discretamente e gli attori sono abbastanza bravi però mi è sembrato troppo anonimo, senza alcun mordente e privo di originalità. Il finale poi sembra scritto da Dan Brown. Da Polanski mi aspettavo altro.

ilgiusto  @  15/04/2010 11:35:13
   7 / 10
Un finale non del tutto azzeccato limita una pellicola, comunque valida, che descrive molto bene la complessità dei giochi di potere e regala allo spettatore momenti di 'buona' ansia e tanta, altrettanto 'buona', confusione.
"Alfred" Polanski dirige ancora come si faceva una volta (e per fortuna nostra che c'è ancora qualcuno come lui che lo fa!) e McGregor si cala bene nel ruolo.

Pollice su ma con quel pizzico di "Peccato che...".

farfy  @  14/04/2010 20:00:23
   9 / 10
bellissimo, senza altre parole.
Attori, atmosfera, trama.
Si vede che è un film girato da un regista non hollywoodiano.
Le battute non sono mai prevedibili.
assolutamente da VEDERE

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Delfina  @  14/04/2010 19:07:33
   7½ / 10
Molto piacevole questo ultimo lavoro di Polanski, finalmente capace di imprimere la propria mano d'autore dopo alcuni film anonimi e privi di stile (come "Oliver Twist"). Una storia noir raffinata, ben costruita, con una fotografia efficace e una sottile suspense che accompagna quasi tutto il film.
Nulla di esagerato, niente effettoni speciali alla "Shutter Island", ma una costruzione interessante e intelligente, piena di riferimenti politici alla situazione di dominio anglosassone (e non solo) in Medioriente.
La guerra sporca americana, i servizi segreti, i partiti politici occidentali (trasparente la trasposizione di Blair nella parte di Pierce Brosnan) sempre più succubi della politica estera americana... e un'improbabile resistenza interna inglese. In questo senso, si può parlare qui di "fantapolitica".

Il film ha il merito di citare, di sbieco ma non tanto, l'informazione indipendente e le ipotesi non ufficiali, ma reali, sugli intrecci e i complotti internazionali che rendono gli uomini politici solo marionette al servizio di interessi più grandi.
Quali sono gli Stati che non riconoscono il Tribunale penale internazionale? Sono alcuni, ma non quelli che vi aspettereste di sentire... tutt'altro.
Un film che, stranamente, più che il del noir o il giallo, ricorda prepotentemente la penna di John Le Carré.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento LukeMC67  @  14/04/2010 03:29:57
   9 / 10
Diciamocelo chiaramente: mai come in questo soggetto c'erano tutti i presupposti per farne una classica "americanata"! Invece... nelle mani di Polanski tutto si trasforma in un "europeissimo" noir che travalica il genere grazie alle ossessioni tipiche del regista franco-polacco, qui portate a un crescendo parossistico che esplode in un finale hitchcockiano che spiazza per la sua "semplice" cattiveria.
Capisco chi ne è rimasto deluso: chi si aspettava il solito thriller "made in USA" non troverà praticamente nulla di quell'abusatissimo genere cinematografico. Al contrario, Polanski gioca tutto sul classico riversando però sui personaggi e sulle sinistre atmosfere create da ambientazioni e fotografia (un plauso a Pawel Edelman, già direttore della fotografia per Polanski ne "Il Pianista") tutte le sue paranoie. Non ci sono buoni o cattivi, esistono solo personaggi ambigui o semplicemente amorfi capaci solo di generare sospetto e angoscia. Un omaggio al noir classico (qualcuno ricorda Louis Malle in "Ascensore per il patibolo", per esempio?), un omaggio a Hitchcock (come non ripensare a "Intrigo Internazionale" o a "Frenzy", per esempio?), un omaggio... a se stesso ("Frantic")? Forse c'è tutto questo nella ferma regia insignita di un meritatissimo Orso d'Argento alla recente, 60ma Berlinale...
Gli attori restituiscono in pieno l'ineluttabile ambiguità dei rispettivi personaggi mentre le vicende che si dipanano davanti ai nostri occhi di spettatori sempre più spaesati (quando non apertamente disturbati e ripugnati) sono accompagnate o contrappuntate in maniera efficacissima dalle stupende e poderose musiche decisamente "hermanniane" di Alexandre Desplat.
E che dire del finale, dove Polanski contrappone magistralmente il lampo di genio del protagonista alla sua più clamorosa ingenuità e debolezza facendo parlare le immagini in un fuori campo che mescola prevedibilità ed eccentricità risultando così più efficace di mille acrobazie e particolari sanguinolenti? L'ultima, estrema ambiguità che solo un Maestro poteva regalarci con tanta (apparente) semplicità.
Un plauso anche a Robert Harris che ha accettato di co-scrivere la sceneggiatura tratta dal suo romanzo insieme a Polanski: era obiettivamente difficile per un autore accettare di lasciarsi permeare e contaminare dall'universo stilistico di un Artista così talentuoso e dalla forte personalità.
Correte a godervi questo film d'altri tempi.

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Ultima risposta 17/04/2010 12.56.17
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  13/04/2010 23:14:38
   7½ / 10
Un bel thriller dotato di quel fascino ambiguo tipicamente polanskiano, in un contesto, quello della politica, dove l'ambiguità e il doppiogiochismo dei personaggi coinvolti sono all'ordine del giorno. Polanski è tra i pochi che con i suoi film riesce veramente ad intrigarti con le sue storie, orchestra molto bene l'attualità costruendo una trama fantapolitica (che di "fanta" ha veramente poco ed i riferimenti sono chiarissimi) che si insinua lentamente per non lasciarti più.

dagon  @  13/04/2010 10:49:12
   6 / 10
Non capisco come chi (giustamente) reputa "Rosemary's baby" un capolavoro e "L'inquilino del 3° piano" un grande film, possa usare gli stessi aggettivi per questo film, solo perchè è di Polanski.
Thriller piuttosto piatto, penalizzato da una sceneggiatura che non sviluppa quasi per nulla i personaggi e che tira via molti passaggi oltre a lasciare vari dubbi su coerenza e plausibilità. Il film si mantiene su livelli di medio interesse, si lascia guardare, ma nei punti nodali sceglie delle strade molto frettolose. Polanski qua e là tira fuori delle sequenze in cui si ricorda di quello che è capace di fare, efficaci ma un po' a sé stanti.

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Orso d'oro a Berlino alla regia, giusto per le note vicende, su....

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annab  @  13/04/2010 08:31:09
   4 / 10
No no no. Per me è un film senza senso, con un finale buttato lì che rende vani tutti gli attimi di "ansia" che mi erano stati regalati prima. Perchè laddove mi ero detta "ma... chissà... forse... l'assassino è il maggiordomo?" mi stavo semplicemente auto-convincendo che il film fosse più complicato di quel che poi si è rivelato essere.

scarface=2pac  @  13/04/2010 00:51:47
   6 / 10
ottimo il mc gregor..... il film e' fatto bene solo che la trama poteva essere piu incentrata sul complotto e sulle sue ragioni invece poche allusioni e poche motivazioni.....quasi generali......e io sono uno a cui e piaciuto tantissimo la nona porta....peccato roman

benny257  @  12/04/2010 22:47:42
   7½ / 10
Belle atmosfere, grande mcgregor, superbe la regia e la fotografia.

cepere  @  12/04/2010 19:47:11
   6½ / 10
Tanto tanto Hitchcock,anche Polanski come l ultimo Scorsese si rifa' al grande maestro e sforna un film che sebbene tratti argomenti gia' visti in centinaia di altri tiller ,riesce a catturare lo spettatore.

Per me ci son solo due pecche: il finale un po' frettoloso e il monocorde Pierce Brosnan,

Gruppo COLLABORATORI SENIOR jack_torrence  @  12/04/2010 17:06:17
   7 / 10
La prima metà del film, riuscitissima, ha il valore aggiunto nelle atmosfere che si condensano mentre la trama man mano si infittisce. Atmosfere polanskiane al 100%.
Ma cosa si intende con "polanskiani"?
Anzitutto la paranoia serpeggiante (mirabile quella frase "sì, è arrivato proprio adesso..." detto al telefono quando il protagonista, a un certo punto del film, è appena entrato in una casa dove non era atteso...), sempre più fitta.
Personaggi di contorno che sembrano sempre di più i protagonisti di una cospirazione ai danni del protagonista.
(C'è una fortissima ascendenza kafkiana in Polanski).
E in secondo luogo una location isolata in cui si svolge gran parte dell'azione. Per esempio, come in questo caso, proprio un'isola. In essa si concentrano più facilmente le azioni di pochi personaggi, e si fa sentire sempre più in "trappola" il protagonista. Può essere anche un'imbarcazione, come ne "Il coltello nell'acqua", "Luna di fiele"; un appartamento come in "Repulsion", "Rosemary's baby" e "L'inquilino del terzo piano"; o proprio un'isola, come già in "Cul de sac".
Il portagonista de "L'uomo nell'ombra" sembra quasi un clone di quello - da Polanski stesso interpretato - di "L'inquilino del terzo piano": entrambi hanno in comune l'essere subentrati a un morto.

La "maniera" esiste da decenni, nel cinema di Polanski. Non per questo essa fa di "L'uomo nell'ombra" un prodotto minore. Forse è così rispetto ai film degli anni '60 (quelli europei, e più "autoriali": Il coltello nell'acqua, Repulsion, Cul de sac). Ma visto che Polanski ha preso un'altra strada da oltre 40 anni, si deve ammettere che questa "maniera" è e resta efficace tanto quanto quella dei "capolavori" successivi al 1968, di un autore divenuto apolide anche e soprattutto stilisticamente, per quanto gravitante intorno all'estetica hollywoodiana (Rosemary's baby, Chinatown, Frantic; o il più particolare e personale L'inquilino del terzo piano).
E della miglior Hollywood classica d'altri tempi appartiene Hitchcock, a cui il film di Polanski tende sempre più a somigliare man mano che l'intreccio giallo si dipana - quindi soprattutto nella seconda parte del film. Da quando il protagonista esce dall'isola, le atmosfere "kafkiane" o "polanskiane" si annacquano molto, e il film si sviluppa sempre più come un classico di Hitchcock.
A Hitchcock comunque fa rimando già la tipizzazione del personaggio (vedi L'uomo che sapeva troppo, Intrigo internazionale, La finestra sul cortile: "uomini comuni in contesti non comuni"), sia nel dispiegarsi dell'intreccio del giallo.
Rispetto a Hitchcock c'è molta meno ironia. Anche rispetto a un "L'inquilino del terzo piano" non c'è ironia.
Quel poco di ironia che Polanski mantiene la conserva per l'epilogo: un fuori campo i cui eventi in esso contenuti, Hitchcock avrebbe conservato.
A me è venuto in mente il finale di "Vertigo" (La donna che visse due volte): però lo shock è molto minore. Anche perché ciò che succede nell'ultima scena lo si intuisce 30 secondi prima che accada.

Una significativa differenza con Hitchcock sta nel fatto che Polanski non permette mai allo spettatore una totale identificazione con il personaggio qui interpretato da Ewan McGregor: il ghost writer di Polanski è sin dall'inizio opportunista quanto basta, e fatica moltissimo a prendere una posizione "politica" (e quando lo fa, si ha l'impressione che lo faccia solo per salvarsi, e non per motivi ideali).
Del resto la politica non è mai stata al centro degli intrighi di Hitchcock: per sua esplicita ammissione avrebbe disturbato parte del pubblico mentre lui voleva che il pubblico si identificasse senza riserve con il suo personaggio.
Hitchcock (con eccessiva severità verso se stesso) considerava lo spionistico "Il sipario strappato" un suo film tra i meno riusciti.

Quella di cui stiamo parlando è ad ogni modo una differenza minima: un "segno dei tempi" (relativamente, poi: il cinema ha iniziato a trattare di retroscena politici, e di complotti ad opera dei servizi segreti, almeno a partire da "I tre giorni del Condor" di Pollack, nei primi anni '70).

L'uomo nell'ombra insomma è in tutto e per tutto assolutamente classico, e si apprezza proprio nella sua classicità.
I gialli in cui tutto diventa progressivamente chiaro - e che soddisfano pienamente, grazie a una consumata maestria nell'uso della suspence, pur nella semplicità dell'intreccio - sono diventati rarissimi in un'epoca in cui tutti gli autori e gli sceneggiatori fano a gara per indiividuare nuove trovate, cose (apparentemente) mai viste, contaminando i generi e complicando fino allo spasimo gli intrecci.

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Ultima risposta 14/03/2011 18.05.08
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR ferro84  @  12/04/2010 12:15:51
   8 / 10
Folgorante, pulito, classico e rigoroso, un Polanski ancora in grandissima forma, autore capace di cimentarsi in tanti generi differenti con grande professionalità e senza snobbismi.
The Gosthwriter è un thriller classicissimo che strizza l'occhio al bellissimo Frantic ma che nello stesso tempo non disdegna rimandi alla tradizione del defunto genere "giallo".

E' un film molto più polanskiano di quanto non sembri e sopratutto molto colto e raffinato e gli unici difetti rinvenibili sono dati, forse, dal romanzo di Harris (da cui in partenza lo stesso Polanski avrebbe dovuto girare Pompei ma non se ne è saputo più nulla).
La storia si svela lentamente e nella struttura ricorda "Il rapporto Pellican" nello stesso tempo emergono risvolti politici attuali ma il film non cade mai nella banale denuncia, anzi si mantiene equidistante evitando digressioni che fanno tanto autore impegnato ma che nello stesso tempo avrebbero appesantito il film e nulla avrebbero aggiunto a ciò che già si sa.

L'unica pecca il finale che avrebbe richiesto alcuni cambiamenti per non sembrare

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Satyr  @  12/04/2010 11:39:25
   5 / 10
No, a me francamente mi ha ucciso, già dopo i primi trenta minuti ero praticamente finito.
Di solito i thriller giocati sull'attesa sono quelli che prediligo: violenza fuori campo, zero forzature, zero colpi a effetto, ma qui Polanski per quanto mi riguarda toppa di brutto, il film è una mattonata allucinante e l'ambientazione isolana ormai comincia a stufarmi.
La lentezza è una consuetudine del cinema polanskiano, ma purtroppo questa volta la storia non cattura e non coinvolge, è tutto poco originale e didascalico - l'uomo qualunque catapultato per caso in una situazione più grande di lui - e l'unico personaggio davvero riuscito è quello di Pierce Brosnan: quando non è in prima linea la tensione crolla sotto le scarpe.
E'propio il tipo di approccio troppo classico secondo me a non funzionare, due ore di noia mortale salvate in parte da massiccie dosi di humor nero. Chiaro, non mi aspettavo un Frantic vent'anni dopo, ma così non ci siamo propio: l'unica - e dico unica - sequenza davvero degna di nota arriva dopo più di ore - vedi il meraviglioso finale - Il resto è atroce. Non voglio dire che il regista ha perso la mano di un tempo, ma poco ci manca.

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Ultima risposta 12/04/2010 20.16.23
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Gruppo REDAZIONE VincentVega1  @  12/04/2010 11:04:28
   8 / 10
Le ossessioni del personaggio tipicamente polanskiano analizzate in un thriller politico solido e casto. Non ci sono infatti grandi colpi di scena, ma lo stile del regista è inconfondibile e permette di mantenere alta l'attenzione.

Il personaggio di Pierce Brosnan in contrapposizione a McGregor è magnifico: se da una parte infatti assistiamo ai crucci di un uomo in continuo dubbio sul da farsi, dall'altra l'ex Primo Ministro Lang è una marionetta al servizio della sua demenza. Chissà se Polanski non abbia usato un po' di malizia nel descriverlo.

Colonna sonora alla Hitchcock, di un uomo che sapeva troppo ma non ci aveva capito nulla.

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Ultima risposta 12/04/2010 17.50.08
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willard  @  12/04/2010 09:16:45
   8 / 10
Film fantapolitico da vedere assolutamente. Polanski non delude le aspettative e tenta anche di prendersi qualche rivincita sugli USA che lo costringono in esilio da tempo immemorabile.
Il giudizio sull'uomo lo lasciamo a chi di competenza, ma registicamente il nostro Roman rimane impeccabile, costruendo un intreccio magistrale.
Chi vuole ci veda pure riferimenti alla realtà del recente passato (si è parlato di Blair e della sua politica guerrafondaia, etc, etc...): a me il film è piaciuto in quanto tale. Punto.

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Tautotes  @  12/04/2010 01:46:51
   5½ / 10
Film a mio avviso non riuscito. Abbastanza piatta la prima parte, quasi scolastica. La seconda tenta di rinvigorire la questione, ma il tutto si risolve in una soluzione abbastanza banale e nemmeno ben sviluppata.

andreacrash  @  11/04/2010 11:53:31
   10 / 10
Sinceramente credo che le atmosfere polanskyniane siano semplicemente uniche e insuperabili...sembra poco, ma già questa qualità basterebbe per vedere il film. La poesia dello sguardo di polansky e i suoi tempi dilatati lo rendono in questo film un narratore capace di distaccarsi da linguaggi ormai triti e ritriti...un film che solo hitchcock, roba da vero fuoriclasse. Semplicemente il più grande dopo kubrick. Da vedere e rivedere...fortuna che esistono autori di questo genere inviolabili nel loro fare il cinema.

axel90  @  11/04/2010 11:45:55
   7 / 10
Instillare suspense e tensione nello spettatore al giorno d'oggi diventa sempre un compito arduo e chi se non meglio di grandi artisti possono proporre pellicole interessanti e girate in maniera elegante? Polanski ci riprova (e forse per l'ultima volta) girando un thriller opprimente e claustrofobico, portato quasi completamente sulle spalle di un bravo Ewan McGregor che impersona il solito uomo comune (talmente comune da non pronunciare mai il suo nome) che deve affrontare continuamente tradimenti e giochi di potere ben orchestrati, dovendo decidere fino alla fine quale sia la sua parte in questo complesso gioco. Se il tema c'è, la regia pure e il cast sembra rispondere bene, devo ammettere che questo "L'uomo nell'ombra" mi ha lasciato un pò deluso. Lo script è buono ed è condito da quel humour inglese tagliante, ma il ritmo lascia un pò a desiderare: mai realmente penetrante, un'atmosfera mai totalmente tesa e una sorta di "sonnolenza" o per meglio dire una mancanza di verve, di eccitamento, ma soltanto il fatto che piace continuare la visione per capire dove il film vuole andare a parare. Se le premesse erano buone e Polanski alla fin fine ci prova, secondo me questa volta gli riesce un pò sotto le sue reali intenzioni, non riuscendo a costruire il thriller che le mie aspettative desideravano. Comunque è sicuramente uno thriller di buona fattura che, pure nella sua sufficienza, riesce a garantire una buona visione. Menzione va alla parte finale, quella che sicuramente riesce a ridestare da quel torpore che si porta avanti la pellicola, con un crescendo di colpi di scena diretti in modo che sia lo spettatore a dover ricostruire il puzzle che Polanski ci presenta e quindi senza spiegazioni lungimiranti o dilungamenti fastidiosi. L'ultimo fotogramma lascia attoniti.

sestogrado  @  11/04/2010 11:26:24
   7½ / 10
bellissimo thriller politico immerso in un'atmosfera che ricorda molto le pellicole di alfred hitchcock. è quasi impossibile non vedere nel politico adam lang, rifugiatosi in un'isola della costa orientale degli stati uniti, la condizione attuale del regista. ottima prova di tutti gli attori (kim cattrall compresa) e finale a "sorpresa". assolutamente da non perdere

tupolevv  @  11/04/2010 02:02:33
   7½ / 10
un ottimo giallo davvero ben fatto. non annoia mai, attori azzeccati e anche una colonna sonora accattivante. consigliato assolutamente

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  10/04/2010 23:36:35
   8 / 10
"E' questo che fa vendere una biografia, il cuore" dicono all'inizio del film. E proprio di "cuore" il cinema di Polansky aveva un dannato bisogno, dopo alcune prove francamente più corrette che funzionali (anche il taglio spielberghiano dell'osannato Il pianista non mi aveva convinto del tutto).
Detto questo, sono profondamente convinto che "L'uomo nell'ombra" sia un ottimo thriller politico, con uno script robusto che magari in mano di altri avrebbe potuto cadere nella banalità. La prima parte, quasi kafkiana, è assolutamente perfetta. Sembra di calarsi nell'ingombrante monolitismo di un certo Stanley Kubrick (a me è venuta in mente un'allucinata deviazione tra Il dottor stranamore e Eyes wide shut), almeno quanto il ghost writer McGregor sembra reprimere il suo dilemma tra l'esperienza della verità e supportare una tediosa, falsa e edulcorata biografia da best-sellers.
E' anche vero che i confini tra bene e male, tra la via del tradimento e l'omertà, insomma i sacrosanti tormenti del protagonista non sono abbastanza forti, e per questa ragione lo spettatore rincorre continuamente un personaggio (il ghost writer) la cui ambiguità morale e caratteriale provoca qualche segno di irritazione.
Mi sono a lungo chiesto come possa passare costui da un'ingenuità tipica dello sprovveduto a una dilagante scaltrezza, e credo sia utile seguirlo anche nelle sue (eloquenti) debolezze.
Tuttavia, ciò che sorprende è la capacità di Polansky di attivare un efficace microcosmo di genere (citando tra gli altri Hitchcock) sfruttando abilmente un tema ampiamente sfruttato, capace di arricchirlo con una serie memorabili di ambientazioni inedite (la stessa America piovosa e solitaria dei grandi misteri celati).
Sorprendente, nella sua proverbiale odiosità, è proprio il personaggio di Brosnan (non so quanto rilevato dalle scelte politiche e arriviste di un Tony Blair), inerme miraggio (presenza) della sua ambizione sfrenata.
Un film tutto sommato coerente con le ossessioni di Polansky (da antologia la sequenza sul ferry-boat) e splendidamente girato. Forse non risolve completamente le sue (volontarie?) dissonanze (spoiler) ma resta una grande prova di regia di un'autore che continua, nonostante le sue vicissitudini private, a realizzare la sua personalissima visione di cinema classico.

Ah dimenticavo: l'isola del Massachussets dove si esilia il politico è in realtà una zona imprecisata della Germania

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nEuRoTiK  @  10/04/2010 15:37:15
   7 / 10
Forse non rimarrà nella storia ma a me il film è piaciuto, la regia è perfetta e le ambientazioni coinvolgono molto, la storia sembra più di un classico giallo anzi che di un thriller, con intrighi politici e verità apparenti, tutto confezionato ad arte.
Ennesima buona prova di McGregor, ma non è più una novità.

Danielsky  @  10/04/2010 10:19:36
   4 / 10
Un film brutto!!! Niente riesce a definire meglio questo film in poche parole! La sceneggiatura è sbagliata dall'inizio alla fine. Ci si aspetta un rapporto diretto tra Adam Lang e il suo Ghost Writer ma questo non ci sarà mai. I segreti di questo controverso primo ministro non vengono mai realmente affrontati. Manca una vera dialettica tra i personaggi, dei dialoghi avvincenti e serrati, isomma manca il film!

I personaggi sono appena abbozzati, sbattuti sulla scena senza senso, compiono errori madornali, molte volte di una stupidità disarmante. Peccato visto che si intravede in questo mare magnum di assoluta mediocrità una regia attenta e capace che si perde però nei meandri di una soria inutile, che manca di tensione e di mistero, con situazioni buttate lì e mai sviluppate a dovere, in una melassa di assoluta isulsaggine, di una lentezza e di una noia mortali.

Davvero un peccato! Film altamente sconsigliato!!!

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Ultima risposta 06/08/2010 14.38.10
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