l'uomo nell'ombra regia di Roman Polanski Germania, USA 2010
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l'uomo nell'ombra (2010)

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locandina del film L'UOMO NELL'OMBRA

Titolo Originale: THE GHOST WRITER

RegiaRoman Polanski

InterpretiEwan McGregor, Pierce Brosnan, Eli Wallach, Kim Cattrall, Olivia Williams, Tom Wilkinson, James Belushi, Timothy Hutton, Jon Bernthal, Robert Pugh, Daphne Alexander, Jaymes Butler, Marianne Graffam, Angelique Fernandez

Durata: h 2.11
NazionalitàGermania, USA 2010
Generethriller
Tratto dal libro "Il ghost writer" di Robert Harris
Al cinema nell'Aprile 2010

•  Altri film di Roman Polanski

Trama del film L'uomo nell'ombra

L'ex Primo Ministro britannico Adam Lang è alle prese con la stesura della sua autobiografia. Dopo la tragica morte di un suo collaboratore che lo aiutava, decide di assoldare un ghostwriter che possa scrivere il libro per lui. Il ghostwriter incaricato parte quindi alla volta di Martha's Vineyard, dove Lang si è stabilito con la moglie ed il suo staff. Arrivato sull'isola, lo scrittore verrà coinvolto in un complesso gioco di potere, che metterà a rischio la sua stessa vita.

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Voto Visitatori:   6,84 / 10 (140 voti)6,84Grafico
Migliore regiaMigliore sceneggiatura non originaleMiglior montaggioMiglior colonna sonora
VINCITORE DI 4 PREMI CÉSAR:
Migliore regia, Migliore sceneggiatura non originale, Miglior montaggio, Miglior colonna sonora
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Voti e commenti su L'uomo nell'ombra, 140 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

marcogiannelli  @  18/11/2013 23:15:45
   5 / 10
Oscar o non Oscar, a me ha annoiato parecchio..la cosa più interessante è il finale

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Ultima risposta 19/11/2013 15.26.12
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BrundleFly  @  12/07/2012 10:49:03
   6½ / 10
Film commerciale e piuttosto anonimo per Polanski. La storia, procede lenatmente e coinvolge solo in alcuni punti. Brosnan come attore non mi ha mai convinto e qui ne ho la definitiva conferma, McGregor ci abituati a performance migliori.
Visto e già dimenticato.

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Ultima risposta 12/07/2012 11.52.58
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albyhfintegrale  @  10/10/2010 18:48:53
   3 / 10
dico solo che mi sono addormentato dopo....boh...sarabbo satati forse 40 minuti di film

davvero noioso, lento e poco interessante, per quel che mi riguarda: per nulla coinvolgente, anche perchè di vedere come prosegue e come va a finire proprio non mi interessa: credo che questo dica tutto

un film inutile

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Ultima risposta 19/10/2010 23.17.00
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Mino e Mina  @  19/07/2010 14:54:42
   5½ / 10
Onestamente ho trovato il film abbastanza lento e piatto, nessun gran colpo di scena e ambientazioni nella norma.
Consigliato ad amanti del genere.

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Ultima risposta 12/10/2010 18.53.57
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Cianopanza  @  27/05/2010 10:42:26
   7 / 10
Thriller con ambientazioni grigie e tempestose, su un'isola al limite del claustrofobico. Piacevole. Certo da Polanski ci si aspetta la zampata del maestro.

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Ultima risposta 02/02/2012 00.31.06
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Noodles_  @  17/05/2010 12:09:08
   7 / 10
Strana sensazione alla fine di questo film, mi sono dovuto prendere qualche giorno prima di commentarlo per schiarirmi le idee...
Sicuramente l'impressione è quella di aver assistito ad un bel film, ma non posso negare che per qualche motivo non mi ha soddisfatto del tutto.
Tra gli aspetti positivi metterei sicuramente la regia (a mio parere perfetta), le ambientazioni (il "bunker" sull'isola, e l'isola stessa, sono davvero accattivanti), le recitazioni e le caratterizzazioni dei personaggi, e il senso di mistero, di tensione e di ambiguità che accompagna lo spettatore per tutta la visione. Alcune sequenze sono davvero notevoli, tra tutte quella al porto / sul traghetto, e quella conclusiva, davvero originale per come è stata pensata.
Ciò che invece mi è piaciuto di meno è sostanzialmente l'essenza dell'intreccio: quando alla fine viene svelato l'inghippo il primissimo pensiero che mi ha attraversato la mente è stato: "Tutto qui?"
Tutto questo impianto così magistralmente realizzato, tutta questa curiosità, tutta questa attesa, per arrivare ad una spiegazione così, permettetemi il termine, banale?
Ecco, questo secondo me è l'unico limite del film, anche se ciò non basta comunque ad abbassare il livello dell'opera, che rimane a mio parere più che dignitoso.
Non avevo riconosciuto Belushi così ingrassato e calvo, mentre mi fatto una notevole impressione il cameo di Eli Wallach, che non vedevo sullo schermo da parecchio tempo…

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Ultima risposta 17/05/2010 13.32.53
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Rand  @  12/05/2010 15:15:21
   7½ / 10
Questo nouvo film di Polanski sinceramente non mi tirava molto, poi lunedi, ho deciso di cimentarmi nella pellicola, più che altro per curiosità, e devo dire che sono rimasto abbastanza soddisfatto.
Certo, l'orso d'oro alla regia a Berlino mi sa tanto di premio sopravvalutato, perchè Polanski e agli arresti domicilliari, per la nota vicenda di sesso con una minorenne, il passato che ritorna. Comunque per non divagare mi ha dato l'impressione che ci sia stata troppa accondiscentenza nei confronti del regista, trattato in maniera troppo bonaria. Comunque parliamo del film, un buon trhiller, che certamente lascia il segno, senza essere memorabile, ma comunque godibile. Evan Mc Gregor si conferma ottimo interprete di qualsiasi storia, così come Brosnan nei panni di Adam Lang/Tony Blair. Anche il resto del cast è ottimo

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Un James Belushi irriconoscibile, calvo e ingrassato, nella parte dell'avido editore. Location suggestive, l'isola, il paesino, ma anche Londra. Ottima colonna sonora, a tratti vivace, a tratti macabra del grande Alexander Desplat, sentito anche nella Bussola d'oro. L'ambiguità dei personaggi si avverte per tutto il film, non ci abbandona mai, il ghost writer si trova in un mondo che non conosce, ma che non perdona. Indubbiamente Polanski dimostra di poter padroneggiare quasi tutti i generi, e non è poco.
Finale eccelente, perchè è tutto nella prima parte del libro...


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Da rivedere....

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Ultima risposta 12/05/2010 15.24.14
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Gruppo REDAZIONE Pasionaria  @  28/04/2010 09:13:41
   8 / 10
Ottimo thriller politico appoggiato ad un solido impianto narrativo, magistralmente diretto da Polanski, che torna al suo stile asciutto e preciso, senza alcuna sbavatura. L'intreccio scorre con un buon ritmo che mai rallenta, nemmeno impenna, scorre fluido verso un finale coerente eppure sorprendente nei tempi in cui tutto avviene. Non si può non pensare al migliore Hitchcock nelle atmosfere ricreate e nel raffinato tocco narrativo con cui il regista dirige The ghost writer, film da gustarsi con sottile piacere cinefilo.

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Ultima risposta 28/04/2010 09.49.07
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Gruppo COLLABORATORI fidelio.78  @  17/04/2010 19:09:57
   5½ / 10
Pur mantenendo uno stile invidiabile, ed un buon cast, il film è povero in originalità. L'inizio e i richiami autoreferenziali a "L'inquilino del terzo piano" non sono sufficienti per dar mordente ad un thriller tutto sommato scontato.
Il ritmo è discreto, ma i buoni spunti muoiono lentamente per lasciar posto solo all'intreccio "politico" che non si differenzia dai mille film già fatti sull'argomento. Timidi accenni di insight su chi passa la vita a scrivere nell'ombra sembrano il germe da cui possa nascere qualcosa di buono, così come gli interessanti accenni a chi vive all' "ombra" di qualcun altro; ma entrambi si spengono dopo un paio di battute in cenere da cui non nasce però alcuna fenice.
E' in definitiva un thriller come tanti, visivamente accattivante e con una trama che intrattiene senza però mai colpire.
L'autore (ossia Polanski) è l'unica vera "ombra" di tutto il film, dato che la sua mano (non solo registica, ma in senso più alto di autore) è praticamente invisibile. Per non parlare del finale che, senza tanti giri di parole, definire pessimo è addirittura generoso.

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Ultima risposta 25/04/2010 18.35.42
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Gruppo COLLABORATORI matteoscarface  @  17/04/2010 00:47:30
   8 / 10
Piacevole ritorno di un maestro alle atmosfere che lo hanno caratterizzato, ovvero quelle del thriller paranoico. Polanski non fa una grinza quando dirige. Storia che si snoda fino a un memorabile finale senza far ricorso a nessuna scena d'azione.
Eli Wallach si concede una comparsata.

Chi non ha visto il film non legga lo spoiler.

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Ultima risposta 10/09/2010 18.46.46
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento LukeMC67  @  14/04/2010 03:29:57
   9 / 10
Diciamocelo chiaramente: mai come in questo soggetto c'erano tutti i presupposti per farne una classica "americanata"! Invece... nelle mani di Polanski tutto si trasforma in un "europeissimo" noir che travalica il genere grazie alle ossessioni tipiche del regista franco-polacco, qui portate a un crescendo parossistico che esplode in un finale hitchcockiano che spiazza per la sua "semplice" cattiveria.
Capisco chi ne è rimasto deluso: chi si aspettava il solito thriller "made in USA" non troverà praticamente nulla di quell'abusatissimo genere cinematografico. Al contrario, Polanski gioca tutto sul classico riversando però sui personaggi e sulle sinistre atmosfere create da ambientazioni e fotografia (un plauso a Pawel Edelman, già direttore della fotografia per Polanski ne "Il Pianista") tutte le sue paranoie. Non ci sono buoni o cattivi, esistono solo personaggi ambigui o semplicemente amorfi capaci solo di generare sospetto e angoscia. Un omaggio al noir classico (qualcuno ricorda Louis Malle in "Ascensore per il patibolo", per esempio?), un omaggio a Hitchcock (come non ripensare a "Intrigo Internazionale" o a "Frenzy", per esempio?), un omaggio... a se stesso ("Frantic")? Forse c'è tutto questo nella ferma regia insignita di un meritatissimo Orso d'Argento alla recente, 60ma Berlinale...
Gli attori restituiscono in pieno l'ineluttabile ambiguità dei rispettivi personaggi mentre le vicende che si dipanano davanti ai nostri occhi di spettatori sempre più spaesati (quando non apertamente disturbati e ripugnati) sono accompagnate o contrappuntate in maniera efficacissima dalle stupende e poderose musiche decisamente "hermanniane" di Alexandre Desplat.
E che dire del finale, dove Polanski contrappone magistralmente il lampo di genio del protagonista alla sua più clamorosa ingenuità e debolezza facendo parlare le immagini in un fuori campo che mescola prevedibilità ed eccentricità risultando così più efficace di mille acrobazie e particolari sanguinolenti? L'ultima, estrema ambiguità che solo un Maestro poteva regalarci con tanta (apparente) semplicità.
Un plauso anche a Robert Harris che ha accettato di co-scrivere la sceneggiatura tratta dal suo romanzo insieme a Polanski: era obiettivamente difficile per un autore accettare di lasciarsi permeare e contaminare dall'universo stilistico di un Artista così talentuoso e dalla forte personalità.
Correte a godervi questo film d'altri tempi.

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Ultima risposta 17/04/2010 12.56.17
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dagon  @  13/04/2010 10:49:12
   6 / 10
Non capisco come chi (giustamente) reputa "Rosemary's baby" un capolavoro e "L'inquilino del 3° piano" un grande film, possa usare gli stessi aggettivi per questo film, solo perchè è di Polanski.
Thriller piuttosto piatto, penalizzato da una sceneggiatura che non sviluppa quasi per nulla i personaggi e che tira via molti passaggi oltre a lasciare vari dubbi su coerenza e plausibilità. Il film si mantiene su livelli di medio interesse, si lascia guardare, ma nei punti nodali sceglie delle strade molto frettolose. Polanski qua e là tira fuori delle sequenze in cui si ricorda di quello che è capace di fare, efficaci ma un po' a sé stanti.

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Orso d'oro a Berlino alla regia, giusto per le note vicende, su....

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Ultima risposta 15/04/2010 13.59.52
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR jack_torrence  @  12/04/2010 17:06:17
   7 / 10
La prima metà del film, riuscitissima, ha il valore aggiunto nelle atmosfere che si condensano mentre la trama man mano si infittisce. Atmosfere polanskiane al 100%.
Ma cosa si intende con "polanskiani"?
Anzitutto la paranoia serpeggiante (mirabile quella frase "sì, è arrivato proprio adesso..." detto al telefono quando il protagonista, a un certo punto del film, è appena entrato in una casa dove non era atteso...), sempre più fitta.
Personaggi di contorno che sembrano sempre di più i protagonisti di una cospirazione ai danni del protagonista.
(C'è una fortissima ascendenza kafkiana in Polanski).
E in secondo luogo una location isolata in cui si svolge gran parte dell'azione. Per esempio, come in questo caso, proprio un'isola. In essa si concentrano più facilmente le azioni di pochi personaggi, e si fa sentire sempre più in "trappola" il protagonista. Può essere anche un'imbarcazione, come ne "Il coltello nell'acqua", "Luna di fiele"; un appartamento come in "Repulsion", "Rosemary's baby" e "L'inquilino del terzo piano"; o proprio un'isola, come già in "Cul de sac".
Il portagonista de "L'uomo nell'ombra" sembra quasi un clone di quello - da Polanski stesso interpretato - di "L'inquilino del terzo piano": entrambi hanno in comune l'essere subentrati a un morto.

La "maniera" esiste da decenni, nel cinema di Polanski. Non per questo essa fa di "L'uomo nell'ombra" un prodotto minore. Forse è così rispetto ai film degli anni '60 (quelli europei, e più "autoriali": Il coltello nell'acqua, Repulsion, Cul de sac). Ma visto che Polanski ha preso un'altra strada da oltre 40 anni, si deve ammettere che questa "maniera" è e resta efficace tanto quanto quella dei "capolavori" successivi al 1968, di un autore divenuto apolide anche e soprattutto stilisticamente, per quanto gravitante intorno all'estetica hollywoodiana (Rosemary's baby, Chinatown, Frantic; o il più particolare e personale L'inquilino del terzo piano).
E della miglior Hollywood classica d'altri tempi appartiene Hitchcock, a cui il film di Polanski tende sempre più a somigliare man mano che l'intreccio giallo si dipana - quindi soprattutto nella seconda parte del film. Da quando il protagonista esce dall'isola, le atmosfere "kafkiane" o "polanskiane" si annacquano molto, e il film si sviluppa sempre più come un classico di Hitchcock.
A Hitchcock comunque fa rimando già la tipizzazione del personaggio (vedi L'uomo che sapeva troppo, Intrigo internazionale, La finestra sul cortile: "uomini comuni in contesti non comuni"), sia nel dispiegarsi dell'intreccio del giallo.
Rispetto a Hitchcock c'è molta meno ironia. Anche rispetto a un "L'inquilino del terzo piano" non c'è ironia.
Quel poco di ironia che Polanski mantiene la conserva per l'epilogo: un fuori campo i cui eventi in esso contenuti, Hitchcock avrebbe conservato.
A me è venuto in mente il finale di "Vertigo" (La donna che visse due volte): però lo shock è molto minore. Anche perché ciò che succede nell'ultima scena lo si intuisce 30 secondi prima che accada.

Una significativa differenza con Hitchcock sta nel fatto che Polanski non permette mai allo spettatore una totale identificazione con il personaggio qui interpretato da Ewan McGregor: il ghost writer di Polanski è sin dall'inizio opportunista quanto basta, e fatica moltissimo a prendere una posizione "politica" (e quando lo fa, si ha l'impressione che lo faccia solo per salvarsi, e non per motivi ideali).
Del resto la politica non è mai stata al centro degli intrighi di Hitchcock: per sua esplicita ammissione avrebbe disturbato parte del pubblico mentre lui voleva che il pubblico si identificasse senza riserve con il suo personaggio.
Hitchcock (con eccessiva severità verso se stesso) considerava lo spionistico "Il sipario strappato" un suo film tra i meno riusciti.

Quella di cui stiamo parlando è ad ogni modo una differenza minima: un "segno dei tempi" (relativamente, poi: il cinema ha iniziato a trattare di retroscena politici, e di complotti ad opera dei servizi segreti, almeno a partire da "I tre giorni del Condor" di Pollack, nei primi anni '70).

L'uomo nell'ombra insomma è in tutto e per tutto assolutamente classico, e si apprezza proprio nella sua classicità.
I gialli in cui tutto diventa progressivamente chiaro - e che soddisfano pienamente, grazie a una consumata maestria nell'uso della suspence, pur nella semplicità dell'intreccio - sono diventati rarissimi in un'epoca in cui tutti gli autori e gli sceneggiatori fano a gara per indiividuare nuove trovate, cose (apparentemente) mai viste, contaminando i generi e complicando fino allo spasimo gli intrecci.

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Ultima risposta 14/03/2011 18.05.08
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Satyr  @  12/04/2010 11:39:25
   5 / 10
No, a me francamente mi ha ucciso, già dopo i primi trenta minuti ero praticamente finito.
Di solito i thriller giocati sull'attesa sono quelli che prediligo: violenza fuori campo, zero forzature, zero colpi a effetto, ma qui Polanski per quanto mi riguarda toppa di brutto, il film è una mattonata allucinante e l'ambientazione isolana ormai comincia a stufarmi.
La lentezza è una consuetudine del cinema polanskiano, ma purtroppo questa volta la storia non cattura e non coinvolge, è tutto poco originale e didascalico - l'uomo qualunque catapultato per caso in una situazione più grande di lui - e l'unico personaggio davvero riuscito è quello di Pierce Brosnan: quando non è in prima linea la tensione crolla sotto le scarpe.
E'propio il tipo di approccio troppo classico secondo me a non funzionare, due ore di noia mortale salvate in parte da massiccie dosi di humor nero. Chiaro, non mi aspettavo un Frantic vent'anni dopo, ma così non ci siamo propio: l'unica - e dico unica - sequenza davvero degna di nota arriva dopo più di ore - vedi il meraviglioso finale - Il resto è atroce. Non voglio dire che il regista ha perso la mano di un tempo, ma poco ci manca.

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Ultima risposta 12/04/2010 20.16.23
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Gruppo REDAZIONE VincentVega1  @  12/04/2010 11:04:28
   8 / 10
Le ossessioni del personaggio tipicamente polanskiano analizzate in un thriller politico solido e casto. Non ci sono infatti grandi colpi di scena, ma lo stile del regista è inconfondibile e permette di mantenere alta l'attenzione.

Il personaggio di Pierce Brosnan in contrapposizione a McGregor è magnifico: se da una parte infatti assistiamo ai crucci di un uomo in continuo dubbio sul da farsi, dall'altra l'ex Primo Ministro Lang è una marionetta al servizio della sua demenza. Chissà se Polanski non abbia usato un po' di malizia nel descriverlo.

Colonna sonora alla Hitchcock, di un uomo che sapeva troppo ma non ci aveva capito nulla.

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Ultima risposta 12/04/2010 17.50.08
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Danielsky  @  10/04/2010 10:19:36
   4 / 10
Un film brutto!!! Niente riesce a definire meglio questo film in poche parole! La sceneggiatura è sbagliata dall'inizio alla fine. Ci si aspetta un rapporto diretto tra Adam Lang e il suo Ghost Writer ma questo non ci sarà mai. I segreti di questo controverso primo ministro non vengono mai realmente affrontati. Manca una vera dialettica tra i personaggi, dei dialoghi avvincenti e serrati, isomma manca il film!

I personaggi sono appena abbozzati, sbattuti sulla scena senza senso, compiono errori madornali, molte volte di una stupidità disarmante. Peccato visto che si intravede in questo mare magnum di assoluta mediocrità una regia attenta e capace che si perde però nei meandri di una soria inutile, che manca di tensione e di mistero, con situazioni buttate lì e mai sviluppate a dovere, in una melassa di assoluta isulsaggine, di una lentezza e di una noia mortali.

Davvero un peccato! Film altamente sconsigliato!!!

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Ultima risposta 06/08/2010 14.38.10
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