manderlay regia di Lars Von Trier Danimarca, Svezia 2005
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manderlay (2005)

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locandina del film MANDERLAY

Titolo Originale: MANDERLAY

RegiaLars Von Trier

InterpretiBryce Dallas Howard, Isaach De Bankolé, Willem Dafoe, Chloë Sevigny, Danny Glover

Durata: h 2.19
NazionalitàDanimarca, Svezia 2005
Generedrammatico
Al cinema nell'Ottobre 2005

•  Altri film di Lars Von Trier

•  Link al sito di MANDERLAY

Trama del film Manderlay

Una triste storia di schiavitù, repressione e ingiustizia nell'America degli anni trenta.

Film collegati a MANDERLAY

 •  DOGVILLE, 2003

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Voto Visitatori:   7,35 / 10 (71 voti)7,35Grafico
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Voti e commenti su Manderlay, 71 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR rain  @  09/01/2024 19:03:56
   7½ / 10
Seguito di "Dogville" orfano della musa Kidman sostituita da una comunque brava Bryce Dallas Howard. Certo "Dogville" è insuperabile ma Lars von Trier riesce, utilizzando il medesimo stile scenografico, a raccontarci una nuova storia dell'America del passato (non così lontano) ma facilmente collegabile al presente. Una riflessione non tanto sulla schiavitù, come potrebbe sembrare in un primo momento, ma sulla difficoltà di vivere una vita di libertà, dopo aver passato tanti anni in catene (che non sono necessariamente materiali, ma possono essere anche mentali). Un aspetto della psicologia umana facilmente riscontrabile nelle civiltà di tutto il mondo: la scelta voluta di un leader forte ed onnipotente a discapito di una parte di diritti (come è accaduto in passato anche in Italia) sembrerebbe essere un sintomo dell'incapacità della gente a vivere completamente libera e del suo bisogno di una "guida" che indichi cosa si deve o non deve fare. O almeno queste sono state le riflessioni che "Manderlay" ha risvegliato in me; molti altri ci hanno visto, probabilmente a ragione, una critica alla "libertà imposta" tipica della politica estera a stelle e strisce.

7219415  @  13/02/2017 22:00:11
   7 / 10
Ottimo, anche se opinabile il messaggio che manda nel finale

Oskarsson88  @  12/02/2017 17:32:32
   8 / 10
Tanta roba, sulla stessa linea di Dogville, cattivo, irriverente, riflessivo, un po' razzi-nazzi in stile Von Trier (che non approvo) ma che non si capisce mai quanto lo pensi davvero. In ogni caso, ottima opera del regista danese con finale ambiguo, tanto di cappello.

Filman  @  29/01/2015 20:05:30
   7 / 10
Aperte le porte ad un sequel di Dogville, Lars Von Trier affronta con una forte sensazione di "già visto" stilistico e tematico MANDERLAY, pellicola, a conti fatti, presente e vogliosa di raccontare con l'occhio e la mente del regista la visione nichilista di quest'ultimo, riproponendo la stessa narrazione antisensoriale in una versione più sterile, tecnicamente meno valida nella regia e nella fotografia e che asseconda quel tocco post-moderno il quale ha caratterizzato l'opera massima dell'autore danese.
Spostando in modo impercettibile il soggetto su un profilo formalmente americano, il tema portante non si smuove dalla stessa esclusiva espressione filosofica di Von Trier, pronto a condannare il mondo e a scartare qualunque visione utopica di esso, apportata ad altri lungometraggi con lo stesso esagerato ed intelligente tratto umanistico, fuoco di un pensiero radicale ma estremamente personale, firma di un modo di fare cinema brillantemente avanguardista.

Invia una mail all'autore del commento NotoriousNiki  @  16/06/2014 20:50:13
   6 / 10
Tanta la carne aggiunta al primo capitolo di una trilogia in nuce, che già al 2° arriva povera di idee, con un cast di surrogati, ricalcando cliché che non hanno più l'effetto di sbalordire del precedente. Didascalico pur pregevole nelle intenzioni, la sua sembra un'arringa, in 'Nymphomaniac' la premura di far arrivare il messaggio lo porterà a sottolineare anche le metafore.
L'esemplificazione di come l'imposizione di un sistema democratico non funzioni se non accettato, stempera anche il modello schiavista trattato sempre con riguardo e affannosi cliché, fondamentalmente voluti ed accettati, salvano ma non nobilitano un film il cui effetto novità è già scaduto col precedente.

Lory_noir  @  01/12/2013 16:20:58
   6½ / 10
Sicuramente l'ho apprezzato meno di Dogville. Mi è sembrato un seguito forzato, anche se la scelta di mantenere i personaggi e cambiare gli attori non era di per sé sbagliata, anche se la protagonista non mi ha impressionato come la Kidman. Alcuni spunti interessanti ma troppo inferiore al primo, sicuramente meno ispirato. Penso sia meglio che il terzo non sia stato ancora realizzato.

TheLegend  @  10/05/2013 04:55:05
   4 / 10
Davvero noioso e poco ispirato,tra i peggiori di questo regista che comunque apprezzo e continuerò ad apprezzare nonostante mi sia sorbito questa mattonata sulle palle.

Gruppo COLLABORATORI julian  @  05/04/2013 21:33:36
   7 / 10
Rispetto a Dogville ha l'aggravante di restare troppo concentrato sull'America e su determinati temi che riguardano la sua storia, piuttosto che assurgere a un grande discorso universale sull'uomo, comunque applicabile.
In effetti, questa storia della trilogia USA terra delle opportunità sembra troppo forzata: tarpa le ali a quel capolavoro che è Dogville e obbliga a un seguito (dovrebbe uscirne anche un altro) che adotta soluzioni fotocopia non più stupefacenti - l'assenza di scenografie - e che, per forza di cose, sente il peso spropositato del suo predecessore.
Comunque, buon film sulla democrazia e l'impossibilità di esportarla verso popoli che non sono culturalmente pronti ad accettarla.
Manderlay: 7; Dogville: 9.

C.Spaulding  @  26/07/2012 16:03:45
   6 / 10
Molto meglio il primo anche se questo è sicuramente un film ben fatto e ben recitato ma per me è del tutto inutile guardarlo perchè ripropone situazioni e ambienti già visti che nella versione originale hanno il loro fascino ma che in questo film risultano solo inutili ripetizioni. In conclusione un film sufficiente ma niente di che.

Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  23/12/2011 01:39:29
   8 / 10
Molti anni fa vidi Dogville e rimasi impressionato da questo superbo mix cinematografico di ideologia e arte, di forma e contenuto così stranamente rappresentate. In "Manderlay" si ha tutto ciò senza l'effetto-sorpresa. Sappiamo già tutto e la scenografia non ci stupisce. Allora ci soffermiamo di più sulla storia che questa volta ha deciso di raccontarci LVT, e la troviamo assolutamente concorrente a quella di "Dogville". O perlomeno io l'ho trovata tale. Sarà per i ricordi ormai sbiaditi, ma non ho trovato in questo secondo episodio la stanchezza di cui ho letto in molti commenti. La Howard oltre a essere di una bellezza sconcertante offre una prova indimenticabile (non ricordo Nicole davvero, e forse mi son goduto Manderlay anche per questo), e i suoi comprimari non son da meno (Glover, Kier, Defoe, Barr etc etc). Von Trier ha realizzato un'altra trilogia nella sua carriera, quella europea, tranquillamente da sbattere nel cesso. La trilogia americana (che ancora non è completa) è invece una rara perla cinematografica, anche se di Von Trier ho preferito altro. Difficilissimo trovare in giro un regista con una filmografia così coerente, così strutturata. Un regista in grado di trasferirsi simbolicamente in America (e come l'ha fatto!!!!) e svelarne, con uno svolgimento narrativo tipicamente proto-americano (più che in Alabama, sembra di essere nel New England di Hawthorne, nella rigida America dei Padri Pellegrini), gli aspetti più scabrosi e contradditori. Lars si è discostato dal suo Dogma, ma Manderlay, come Dogville è sicuramente un film-donna (come da Manifesto), e il personaggio di Timothy è sicuramente lo stesso regista che stupra il suo film sottomettendolo. Ho già detto che ho preferito altro di questo immenso regista, tuttavia questo film è sicuramente una gioia per gli occhi, nonostante la durezza e la cattiveria della storia. Come al solito impeccabile il doppiaggio.

Invia una mail all'autore del commento Elly=)  @  17/11/2011 22:02:16
   9 / 10
Dogville sembrava solo un brutto ricordo ma ecco che l'incubo ricompare!

La povera Grace (interpretata questa volta dalla Howard, molto più convicente della Kidman)si ritrova in una seconda Dogville pronta ad affrontare per la seconda volta una scioccante avventura.
In Manderlay vengono ripresi tutti gli elementi migliori di Dogville che vengono proiettati in una realtà che porta lo spettatore a soffrire di nuovo insieme al dolore di Grace.
Si riprendono pure gli stessi generis de DANCE IN THE DARK e Grace dimostra si lo stesso carattere del primo capitolo, ma qui si accentua il suo idealismo e la sua stupidità a cadere di nuovo nella trappola. Un idealismo che va a pari passo con la visione globale indetta da LVT sul razzismo negli USA.

Una cosa che mi ha fatto sorridere é stato il fatto che qui alla fine il razzismo Trier lo denuncia e tutti lo acclamano, poi, 6 anni dopo, con una ormai fatidica frase tutti gli puntano il dito definendolo un filorazzista..poverino aveva ragione Oscar Wild e come lui tanti altri geni incompresi.

Invia una mail all'autore del commento Totius  @  12/11/2011 18:31:32
   6½ / 10
Svanito l'effetto sorpresa di Dogville, rimane sicuramente un buon film. Sicuramente inferiore al primo, affronta un tema leggermente differente ma allo stesso identico modo e con uguale stile tecnico. Il cast precedente mi pareva più all'altezza della situazione. Diciamo che la bellezza e la bravura della Kidman in Dogville faceva moltissimo. Rigurdo al tema del film, mi trovo invece un pò in difficoltà, ma questo, senza polemica, dopo le accuse di antisemitismo che hanno visto Von Trier protagonista di recente...

Beefheart  @  27/10/2011 16:30:19
   6½ / 10
Film tecnicamente molto simile al suo predecessore "Dogville" che però, forse per l'effetto novità, mi era piaciuto di più. Anche questo è interamente girato in studio con scenografie quasi inesistenti, atmosfere sempre molto buie ed effetto decisamente teatrale. La storia, prosecuzione ideale del primo capitolo con alcuni stessi personaggi interpretati però da attori diversi, ruota attorno alla protagonista Grace che stavolta si imbatte nella più bieca inettitudine umana perdendo, forse (vedremo, se ci sarà, cosa accadrà nel terzo e conclusivo capitolo), definitavemente le sue speranze malriposte e rassegnandosi a cercare riparo ancora una volta nei famigerati metodi paterni. Una commedia noir sull'amaro andante che probabilmente non incontra i gusti dei più, ma che agli appassionati del regista dovrebbe non dispiacere.

kako  @  29/08/2011 21:37:37
   9 / 10
probabilmente sono uno dei pochi ma l'ho trovato superiore a Dogville. Un film che funge da critica all'"esportazione della democrazia", usanza tipicamente Usa, e lo fa in maniera ineccepibile.

Signor Wolf  @  14/12/2010 02:17:58
   7½ / 10
L'ho detto dopo 15 minuti di film... sembra una missione di peacekeeping in afghanistan..
un film furbo ma gradevole peccato non si avvicini al precedente sotto nessun aspetto. Interpretazione, trama ed entità delle emozioni suscitate non all'altezza di dogville

Finale a sorpresa... ma questo si era capito

guidox  @  22/11/2010 19:15:52
   7 / 10
innanzitutto doveroso un confronto con Dogville: questo film gli è inferiore.
vuoi l'effetto gioco da tavola-rappresentazione teatrale che non è più innovativo, vuoi che il canovaccio è un po' troppo simile nello svolgimento, vuoi perchè c'è una lentezza eccessiva nella prima ora di visione, vuoi perchè la Kidman mi era sembrata più convincente...Manderlay tutto sommato resta nell'ombra del pregiato lavoro precedente.
sdoganato da questo parallelo però, questo film è comunque valido, perchè la sua tematica di fondo, in un contesto sociale come quello che ci viene presentato, sviluppa un punto di vista originale e spiega a mio avviso, come la libertà, da sola, estrapolata dalle circostanze, è soltanto una parola che non ha sempre il significato supremo che gli si attribuisce.
mi è venuto in mente un parallelo: la caduta del muro di Berlino, la fine della guerra fredda.
dal punto di vista morale e di umanità, non ci vuole un genio per capire il passo avanti che è stato compiuto e che portata abbia su un discorso più ampio di civilizzazione.
resta il fatto che le conseguenze sul futuro, rischiano di essere tralasciate con incredibile superficialità e il vero obiettivo non viene raggiunto, se non quel tanto che basta a dargli un'apparenza che nasconda i buchi nella sostanza.

Dosto  @  18/08/2010 01:18:10
   8 / 10
Meno riuscito di Dogville(anche a causa dell'attrice principale non brava come la Kidman) ma per idea di fondo e messaggio portante accattivante quanto il predecessore.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  20/06/2010 15:10:19
   7½ / 10
Non ha la forza dirompente di Dogville, però Manderlay è un film che fa riflettere, ponendo interessanti quesiti senza tuttavia dare dalle risposte. Von Trier richiama il concetto di libertà, ma alla fine è vera libertà se questa viene imposta? O è magari una forma più sofisticata e ipocrita di una nuova forma di schiavitù?
E' evidente il parallelismo con politica americana attuale, "esportatori" di democrazia in tutto il mondo. Anche l'idealismo sincero e in buona fede cade in questo paradosso, perchè restringe la prospettiva dell'insieme e giudica da un punto di vista univoco. La libertà è iun valore troppo importante per essere imposto a chi non è consapevole.
Proprio per la evidente presenza del paradosso che Manderlay ha questa sottile ironia (nerissima) che lo distacca da Dogville. Il film si apre e si chiude con la stessa scena, ma con protagonisti diversi.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  12/02/2010 19:05:17
   7½ / 10
Non ai livelli di Dogville ma un bel seguito nonostante storia e struttura siano quasi le stesse del precedente.

Von Trier ci fà ritrovare Grace da dove l'avevamo lasciata,in viaggio con il padre e i suoi gangster.
Per l'occasione gli attori cambiano,non c'è più la Kidman che ha preferito fare evidentemente altro ma il buon Lars non si scoraggia e in un certo senso motiva la scelta cambiando anche Caan con Dafoe. Sembra quasi volerci suggerire che in questo seguito i personaggi sono gli stessi ma sono anche cambiati e andando avanti nella visione non possiamo non accorgerci di questa evidenza.
Bryce Dallas Howard non sarà Nicole Kidman,si sente,ma la sua prova attoriale è buonissima. Difficile riconoscere Grace in Manderlay,vediamo la sua tempra e la sua voglia di aiutare e di "tendere la mano" e per l'occasione,a differenza di Dogville,sarà lei ad avere il controllo senza essere sfruttata dagli abitanti.
Attraverso la rappresentazione di questa nuova cittadina formata principalmente da ex schiavi,Von Trier ci sbatte in faccia razzismo,ipocrisia e anche una critica alla passata amministrazione Bush e alla guerra in Iraq neanche troppo velata e anzi dichiarata dallo stesso regista in alcune interviste.
Stesso approccio minimalista con scenografia ridotta all'osso ma non c'è più la sorpresa che si aveva nel film precedente.
Il finale,con quelle parole ciniche, è riuscito anche se non ai livelli di sorpresa di Dogville. Ancora una volta Young Americans di Bowie e foto per i titoli di coda,ma le foto fanno male,come alcune sequenze di questo seguito che perde molto nei confronti del precedente Dogville anche a causa di una storia a tratti troppo scontata e tirata per le lunghe.
Spero che Von Trier ci regali presto il capitolo finale della trilogia,sorprendendoci però perché rischia di ripetersi troppo.

Ruolo minore per Udo Kier,solito grande attore.

paride_86  @  15/01/2010 21:46:22
   7 / 10
Dopo aver lasciato Dogville, Grace e suo padre approdano a Manderlay, dove, nonostante la schiavitù sia stata abolita da un pezzo, i neri continuano a lavorare per i padroni bianchi.
Lars Von Trier cerca di indagare e spiegare a modo suo le ragioni psicologiche del fenomeno della schiavitù, insistendo parecchio sulla parte debole, ovvero il servo nero. e mostra la compiacenza e la "vigliaccheria" contrapponendola alle buone intenzioni (e alle successive reazioni) di Grace, che puntualmente dovrà fare i conti con se stessa e con le sue convinzioni.
Questa volta Von Truer non raggiunge i fasti di "Dogville", forse per la storia in sé o magari perché ha alzato troppo il tiro.
L'impianto scenografico è lo stesso del capitolo precedente, ma cambiano gli attori.

kierkegaard1000  @  10/12/2009 23:59:49
   7 / 10
Un film di grande qualità, ma ben inferiore al predecessore dogville...

outsider  @  27/09/2009 15:17:28
   1 / 10
Vergognoso polpettone che vidi solo per approfondire il tema in questione.
La solita pesantezza e, perché no, alcune imperdonabili cadute di stile.

10 risposte al commento
Ultima risposta 01/10/2009 12.06.32
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carriebess  @  18/07/2009 19:47:19
   9½ / 10
incredibile la capacità di von trier di riportare nel piccolo tutti i meccanismi e gli schemi della scala gerarchica che regolano la società e l'umanità.

jensen  @  14/07/2009 10:26:26
   7 / 10
Poco convicente la coppia esatta di DOGVILLE.In MANDERLAY GRACE vuole salvare gli schiavi che non voglione essere salvati

Ciaby  @  01/03/2009 19:02:52
   6 / 10
Molto inferiore rispetto al capolavoro DOGVILLE, Manderlay ha comunque qualche spunto interessante. Lars, questa volta, convince in parte.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Freddy Krueger  @  15/01/2008 16:26:52
   8 / 10
La stessa cosa di Dogville, cambia solo leggermente la storia ma alla fine la morale umanistica e pessimista è sempre quella. Il voto è ancora 8, forse con meno entusiasmo stavolta, ma più questi due film si riguardano meglio è. Ora Lars Von Trier è uno fra i registi che ammiro.

giumig  @  03/01/2008 00:16:26
   7½ / 10
Altro grandissimo film di Lars Von Trier, certo manca l'impatto del primo Dogville, ma qui si mantengono le aspettative, il tema americano e forse si pensa un po di piu alla storia e alla denuncia rispetto a dogville. Grandissima la Howard, su cui regge praticamente tutto il film. In peno stile Lars i titoli di coda...anche li è impossibile alzarsi!

Invia una mail all'autore del commento Rusty il Selvag  @  18/10/2007 17:37:39
   8½ / 10
Secondo me inferiore a Dogville ma è sempre, amaro, cinico, spietato,

da vero maestro del sospetto...REALE???

Gruppo REDAZIONE VincentVega1  @  13/10/2007 12:51:29
   7½ / 10
purtroppo come spesso accade, il secondo capitolo della trilogia non è a livello del primo (logicamente secondo il mio modestissimo parere) anche se rimane un bellissimo film! l'argomento trattato ora è decisamente diverso ma non per questo meno interessante! ciò che mi ha colpito di meno è stata la storia in sè, molto meno affascinante, e una protagonista che non sono riuscito a farmi piacere come la kidman di dogville!! pure il finale l'ho reputato un gradino sotto quello di dogville, anche se qua le emozioni non mancano!
ora aspettiamo il terzo, chissà quando uscirà?!

benzo24  @  22/05/2007 18:47:38
   10 / 10
è vero che non c'è più l'effetto sorpresa, ma ho trovato questo manderley superiore a dogville, secondo me infatti il racconto è più diretto questa volta, e la critica di von trier all'umanità, alla stupidità dell'umanita è più feroce che mai, inoltre la nuova grace la trovo molto meglio della sopravalutata kidman.

1 risposta al commento
Ultima risposta 22/05/2007 19.29.25
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Lagavulin70  @  15/04/2007 23:19:42
   7 / 10
Un gradino (anzi 2) sotto a Dogville

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Andre85  @  04/04/2007 19:32:36
   7½ / 10
sicuramente per per alcuni aspetti manderlay è inferiore a dogville, in altri von trier non ha cambiato di una virgola ciò che ci si poteva aspettare dal secondo capitolo di questa trilogia, i temi sono gli stessi e il pugno nello stomaco che arriva fa male allo stesso modo

Zoso87  @  17/01/2007 22:11:57
   7½ / 10
Assolutamente inferiore a Dogville (che considero un capolavoro). Anche questo film sa colpire nei punti giusti ma l'ho trovato più affrettato rispetto al suo predecessore ed inoltre la trama era quasi scontata..

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Sampey  @  11/01/2007 13:13:57
   8 / 10
Inferiore a Dogville anche sotto alcuni aspetti registici (non me lo so spiegare il motivo).
Pero' non c'e da dimenticare che non si puo' dare della minestra riscaldata al secondo capitolo di una serie che presenta uno stile registico scenografico e fotografico unico nel suo genere.
Anche questo film e' buono, e con ottimi spunti.

Aspettiamo Wasington per vedere come termina la serie.

style  @  21/08/2006 19:11:19
   7½ / 10
Non al livello di Dogville, forse anche perchè si perde un po' l'effetto "sorpresa", il film infatti è impostato in modo molto simile a quello di Dogville.

Von trier è davvero tagliente in questo film, quanto Dogville, ma in modo più "esplicito"

Brava la protagonista che regge il confronto con nicole.
Non metto un voto più alto perchè in fondo mi aspettavo di più dalla storia, comunque buon film.

margò  @  02/08/2006 12:23:41
   6½ / 10
Interessante, ma meno coinvolgente di Dogville. Si vede che Bryce non è Nicole e ha meno esperienza, ma teniamola d'occhio. Aspetto comunque il terzo capitolo. Margò

Invia una mail all'autore del commento albatros70  @  31/07/2006 13:28:34
   5 / 10
Continuo a ritenere migliore dogville! Questo a mio giudizio è troppo lungo e noioso per poi riscattarsi parazialmente nel finale....

Anders Friden  @  18/04/2006 21:17:53
   7 / 10
Secondo me invece il confronto con Dogville lo perde. Questo è pure bello ma a me piaciuto meno.

cavrino86  @  07/04/2006 10:15:00
   7½ / 10
in certi momenti anche più forte di Dogville

compeed  @  24/02/2006 11:03:43
   9 / 10
Il film mi e' piaciuto molto belle le luci la recitazione e naturalmente la regia..un punto in meno per il finale forse troppo simile a dogville nella sua essenza e nella sensazione che ti lascia...cmq nn vedo l'ora che esca l'ultimo capitolo!

Giulio R C  @  14/02/2006 14:41:25
   8 / 10
Forse non bello quanto Dogville, ma comunque bellissimo. Bravi gli attori e i giochi di luce

Aragorn  @  07/02/2006 09:08:03
   3 / 10
Tutto il contrario di Dogville!
Ovvero... la copia malriuscita di Dogville!
Quanto Dogville era bello tanto questo è noioso, inutile, irritante!

Feedback  @  30/01/2006 14:56:25
   7 / 10
Inferiore a mio avviso a Dogville (avevo dato 9 a Dogville, mi pare di ricordare).
In questo film l'argomento è più politico e meno universale, meno facilmente condivisibile il messaggio, e mancano alcune perle (oltre alla Kidman) che rendevano Dogville un film eccellente: basti pensare alla scena in cui (parlo di Dogville) vengono rotte alla Kidman le bamboline così faticosamente raccolte, o la doppia violenza subita dalla Kidman e la sua vendetta finale...

Gruppo COLLABORATORI martina74  @  19/01/2006 12:17:20
   7 / 10
Dopo lo sconvolgente Dogville, ritroviamo una Grace in cerca di redenzione alle prese con l'educazione alla libertà in un villaggio in cui la schiavitù è ancora legge, a settant'anni dalla sua abolizione.
Grace (gli USA) cerca di redimersi dai guai combinati a Dogville e lo fa con uno zelo invidiabile, sorretta da grande forza di volontà e idealismo... e supportata da un bel manipolo di uomini armati, che fanno diventare il piccolo paesello una sorta di protettorato.
E, nonostante trovi abominevole la legge scritta dall'anziana "padrona" del villaggio, ne viene influenzata e la sua opinione sulle persone non è scerva dai pregiudizi provocati dai suoi predecessori.
Manderlay è un film più politico di Dogville; i temi trattati sono molti, ma il fondamentale si risolve in un quesito molto attuale: è giusto "esportare" la libertà e la democrazia, in nome di un millantato senso di responsabilità?
E' giusto imporre il proprio modello di comportamento come se fosse il migliore?
A che risultati porta tutto ciò? La risposta che ci dà Von Trier è quanto di più pessimista si possa immaginare... e di sicuro il film fa riflettere.

Tuttavia, manca il carisma di Nicole Kidman, manca l'effetto sorpresa che colpì nel primo film della trilogia, il modello narrativo è assolutamente identico. Aspetto il terzo capitolo.

5 risposte al commento
Ultima risposta 23/01/2006 10.25.49
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR tylerdurden73  @  17/01/2006 11:31:03
   5 / 10
Che Von Trier sia un regista arrogante e difficile è cosa nota ,ve lo dice uno che ha apprezzato tutti i suoi film,stavolta pero' a mio avviso ha esagerato...Manderlay è praticamente uguale a Dogville!
D'accordo le tematiche trattate saranno pure diverse,ma il succo del film è lo stesso...con Grace che giunge in una localita' dimenticata da Dio e decide di unirsi alla popolazione locale per aiutarla,tra alti e bassi si raggiunge il finale ovviamente drammatico anche se meno cruento rispetto a Dogville.
Probabilmente l'intenzione del regista danese era di realizzare un film di denuncia parlando della schiavitu' negli Usa.
Ne escono diverse possibili interpretazioni,anche piuttosto delicate,ad esempio l'intervento di Grace è fuori luogo visto che va ad incrinare i delicati equilibri di una sociteta' chiusa e con delle regole precise...qualcuno vi legge una frecciata alla politica di Bush?credo proprio di si,anche se va valutato attentamente il fatto che Grace faccia il tutto in buona fede o no?....inoltre gli schiavi vengono accusati,anche direttamente nel finale del film,di non aver voluto affrancarsi dalla loro condizione e anziche' combattere per i propri diritti hanno preferito piangersi addosso e accontentarsi del poco che avevano...che il riferimento sia fatto anche alla societa' attuale?Una domanda inutile visto che il regista,a mio avviso, aspira ad avviare un inutile polemica.
La verita' è che Von Trier tenta di colpire lo spettatore in maniera gratuita cercando un facile scontro su un argomento delicato come il razzismo,probabilmente neppure lui ha una chiara visione di cio' che voleva comunicare allo spettatore,il suo intento era piu' ragionevolmente un altro: che se ne parli male o bene,l'importante è che se ne parli...
Von Trier come al solito dona allo spettatore diverse chiavi interpretative ma cio' che fallisce è il lavoro finale realizzando un clone bello e buono di Dogville e se precedentemente era riuscito a sorprenderci stavolta a sorprenderci è solo la noia che giunge ben presto ad attanagliare lo spettatore!
Anche le scenografie,uno dei punti di forza di Dogville,in Manderlay sono insulse,veramente brutte e poco funzionali.
L'assenza di Nicole Kidman pesa poi come un macigno,Bryce Dallas Howard è brava e carina,ma è priva del carisma e della presenza scenica di Nicole.
Un film inutilmente polemico,deludente,palloso,arrogante che mi ha lasciato l'amaro in bocca...inizio a pensare anch'io,come tanti, cha Lars Von Trier sia un gran parac.ulo!

aiemmdv  @  28/12/2005 13:14:33
   10 / 10
Clamorosamente bello e scioccante come sono SOLO i film di Lars Von Trier.Dopo dogville un altro capolavoro ke lascia senza parole.Mai banale e mai prevedibile è senza dubbio il miglior film dell'anno

NanD  @  26/12/2005 15:13:40
   5 / 10
Il film mi è piaciuto molto fino al finale, quando sento una scioccante frase:

«l'America era un luogo dai molteplici volti, senza ombra di dubbio, ma... veramente non era pronta ad accettare i neri? Sinceramente non si poteva dire: l'America la mano l'aveva tesa, forse timidamente... ma se uno non vuole vedere chi gli tende la mano, deve prendersela solo con se stesso!»

Facile dare la colpa ai neri, in fin dei conti... ma che razza di film è?!

Voto 9 per il film senza la frase, 1 per la frase, media 5

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Ultima risposta 05/04/2006 10.51.20
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Invia una mail all'autore del commento catenanm  @  13/12/2005 21:04:02
   5 / 10
Ho scritto un commento riguardo a Dogville e mi sono beccato un sacco di idioti che mi hanno aggredito. Allora mi son detto: guardiamoci anche questo visto che tutti ne parlano estasiati... Sinceramente non mi è assolutamente piaciuto, il 5 è solo perchè non è un film come tutti gli altri, ma questo non lo solleva da una insufficienza che sarebbe molto più pesante

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Ultima risposta 20/12/2005 12.28.44
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Quezar  @  12/12/2005 13:38:23
   5 / 10
Non mi è piaciuto, l'ho trovato molto lento in certe parti e un po ripetitivo, il voto sarebbe stato 4 ma poi ci ho ripensato meglio e ho deciso per il 5, non è poi un cosi brutto film, ma non è il mio genere.
Classica serata con gli amici e scelta di film a caso :)

4 risposte al commento
Ultima risposta 18/05/2008 23.21.52
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Chow  @  08/12/2005 19:50:09
   10 / 10
Al livello di Dogville... manca l'effetto sorpresa... oramai... ma così ci si può concentrare solo su i contenuti... riferimenti espliciti all'america attuale che vuole portare la democrazia con l'uso delle armi... ma anche dure critiche alle donne... all'immobilità del genere umano...e al suo innato rifiuto di diventare responabile del proprio destino...
la howard non fa rimpiangere la kidman

nikoletta  @  05/12/2005 00:16:33
   10 / 10
secondo me il più bel film dell'anno

Sbanallaus  @  25/11/2005 23:00:23
   8 / 10
Somiglia a Dogvill, naturalmente. La protagonista non ha fatto sentire la mancanza di Kidman. è un film particolare per come è fatto.. è cosi coinvolgente che ti fa dimenticare la rappresentazione di tipo teatrale e ti fa immaginare la scenografia che non c'è. un film che parla di passato ma soprattutto di oggi.

Gruppo COLLABORATORI Invia una mail all'autore del commento mirko nottoli  @  23/11/2005 09:15:09
   10 / 10
il voto dice tutto!

bea80  @  22/11/2005 23:09:08
   10 / 10
Capolavoro, incisivo come Dogville. Imperdibile.

5 risposte al commento
Ultima risposta 10/01/2006 03.38.38
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lettere  @  22/11/2005 16:22:37
   10 / 10
io ho visto questo film è come dire stupendo fa capire con precisione come va l''adolescenza
io mi sono emozzionato tantissimo alla fine è stata grandiosa!

5 risposte al commento
Ultima risposta 09/12/2005 15.33.51
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Diana blu  @  21/11/2005 21:32:05
   9 / 10
Questi film fanno sempre male, il tema dell'ingiustizia è trattato in modo spaventoso, la schiavitu' forse è stato l'epilogo del definitivo declino dell'umanita. Regia perfetta, l'attrice protagonista (quella di The village) è molto brava.

la mia opinione  @  21/11/2005 21:22:11
   10 / 10
Geniale, come sempre. Lars Von Trier è sempre unico nel descrivere la cruda e amara verità. Questo film è un altro pugno in faccia che lascia impotenti e amareggiati, ottimi i soggetti e il cast.

Gruppo COLLABORATORI bungle77  @  18/11/2005 10:15:11
   9 / 10
Lars Von Trier sarà pure un furbacchione, però è indiscutibilmente un genio... Non accetto le critiche fatte perchè riprende la stessa struttura narrativa di dogville, è il suo seguito, mi sembra normale che riprenda il filo conduttore di Dogville. Sicuramente, manca l'effetto sorpresa che ci fu per Dogville, ma resta cmq la sostanza, un film che anche se ambientato nell'america degli anni 30 è una perfida trasposizione dell'america attuale.

andreapau  @  15/11/2005 14:40:13
   8 / 10
smarrito l'effetto sorpresa della scenografia,che tanto ci colpì in dogville,ci si concentra immediatamente sulla trama e sullo svolgimento,in attesa degli eventi.manderlay,comincia dove dogville finisce e il cambio di sembianze dei protagonisti non è esattamente un aspetto positivo.grande era stato il cameo di james caan e stupefacente la prova della sottomessa e umiliata kidman,in un gioco al massacro della bella che ci ha visti partecipare con grande trasporto.in un percorso inverso a dogville,grace inizia da dominatrice illuminata agnelloforme,spiegando e imponendo le regole della democrazia,senza se e senza ma,con pugno di ferro e ansia manipolatrice,con fervore giustizialista e totale mancanza di collegialità,nonostante l'iinvenzione di una specie di parlamento.l'ipocrisia insita nella democrazia,e la speranza di creare un mondo migliore a qualunque costo,nella ottusa sicurezza di essere benedetti nel giusto,è un fortissimo parallelo con l'america di oggi.manderlay,è in effetti,un film molto piu' politicamente attuale del suo predecessore,con una sorta di scadimento finale nell'esplicitazione del nocciolo del film.in un percorso ad ostacoli verso una società piu' giusta,le constatazioni della miserrima natura degli umani sono molteplici,siano essi buoni o cattivi...è una questione di "materiale",cioè di cio' che ci compone..e non è un materiale nobile,anzi!si cerca di incanalarlo dolcemente in direzione produttiva,con sacrificio e magari anche in presunta buona fede,ma niente fà girare bene il mondo quanto il pugno di ferro!al quale grace deve ricorrere suo malgrado per continuare il cammino verso la verità.nella sua invasata ricerca del giusto,dimentica le istanze degli inferiori che instrada,ne mortifica le aspettative servendogliene una dotazione precotta,e talvolta ne esalta(fraintendendo enormemente)gli aspetti positivi.che delusione per la povera grace,incarnare la legge e vendicare la comunità dalle malefatte della terribile vecchietta.che tristezza,accorgersi della brutalità della comunità,e doverla assecondare per ragione di stato nel perseguire l'obiettivo ultimo.e quanto è triste il ritratto della donna,quella che da molti è intesa come la speranza per l'umanita,che sfoga in un crescendo sadico fisico e mentale,tutta la sua rabbia per la delusione d'amore(nonostante l'appagamento del prurito),causatale dall'inferiore al quale si era concessa..dal tradimento personale,nasce la sete di vendetta e la presa di coscienza dell'ineluttabile natura dell'umanità..dove non arrivo'il cervello,potè il cuore.il finale,sconvolgente,pone l'interrogativo:siamo o diventiamo?

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Ultima risposta 19/01/2006 14.21.20
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zeta  @  12/11/2005 16:28:28
   7 / 10
Lontano dall'inquietudine e dal feroce cinismo di Dogville, questo secondo capitolo della trilogia di Von Trier e molto più politico. Il primo tempo è molto lento e prolisso, non l'ho apprezzato molto. Ma il secondo tempo è davvero bello e incalzante. Apprezabile la riflessione sulle storture dell'imposizione della democrazia, chiaro riferimento all'america di Bush. Se Dogville mi ha fatto alzare dalla poltrona con un forte disguso per l'umanità, Manderlay mi ha regalato preziosi spunti di analisi e di pensiero. Peccato per l'assenza di Nicole Kidman che sarebbe stata la ciliegina di un cast molto buono

Mpo1  @  11/11/2005 23:28:46
   8 / 10
Secondo film, dopo 'Dogville', della trilogia di Von Trier sull' America. Dal punto di vista stilistico, nessuna novità rispetto a 'Dogville'. Manca l'effetto novità, ma ancora una volta l'aspetto formale è il punto di forza del film. Se fosse stato realizzato con scenografie "realistiche", il film sarebbe stato sicuramente meno efficace. Lo stile 'brechtiano' e anti-naturalistico risulta ancora azzeccato.
La protagonista è cambiata: nel ruolo di Grace non c'è più Nicole Kidman, ma la figlia di Ron Howard, e questo può in gran parte spiegare l'esito inferiore al botteghino. Inoltre nel ruolo del padre Willem Defoe subentra a James Caan. Se i personaggi principali, come in una soap-opera, cambiano interprete rispetto al primo capitolo, d'altra parte ci sono alcuni attori di Dogville (Lauren Bacall, Jeremy Davies, Chloë Sevigny e Jean-Marc Barr) che ritornano interpretando personaggi differenti.
In questo film, in cui Von Trier ribalta i luoghi comuni su schiavitù e intolleranza, c'è una critica moto chiara alla politica degli Stati Uniti. Grace tenta di imporre la democrazia e "insegnare" la libertà agli ex-schiavi, così come gli americani hanno fatto in Iraq. Ma gli esiti ovviamente saranno disastrosi.
C'è un problema nel considerare Grace come l' "eroina" della storia, tanto più se consideriamo che lei rappresenta per l'appunto l'America, che Von Trier odia. In effetti il comportamento di Grace è piuttosto ambiguo: vuole liberare i neri dalla schiavitù, ma poi tratta i dipendenti del padre come fossero oggetti (vedi la scena in cui lei e il padre si spartiscono gli uomini). Vuole portare l'uguaglianza, ma in pratica riduce in schiavitù la famiglia degli ex-padroni. Vuole portare la democrazia, ma lo fa con le armi dei gangster. Vuole portare la giustizia, ma si ritrova ad uccidere una povera vecchia, "legalizzando" in modo atroce la vendetta. Insomma, Grace predica bene ma razzola male: e se in 'Dogville' passava da vittima a carnefice, qui comincia da benefattrice ma finisce ancora per diventare carnefice...
Non solo una critica agli USA, ma in generale una visione totalmente negativa e pessimistica di tutto il genere umano. Ovviamente, sono molte ancora le cose che si potrebbero dire. Per lo meno, Von Trier riesce sempre a far discutere. Aspettiamo di vedere il capitolo conclusivo della trilogia.

ziotom77  @  10/11/2005 13:21:22
   9 / 10
gran bel film, fotografia stupenda e scenografia resa all'essenziale... e non è una novità... a lars von trier proprio non piacciono gli stati uniti (e non è l'unico) e non ci è mai stato, ma ciò non gli impedisce di disegnare i temi della vita e di potere... su un palcoscenico dove in puro stile brecht i luoghi sono tratteggiati col gesso, i finti alberi si stagliano in uno splendido controluce, un cancello rinchiude il serraglio umano che preferisce essere tale piuttosto che giungla.
il nuovo tentativo di definire le losche geometrie dell'america che è in tutti noi e che approdano a maledette regole...
Grace continua la sua marcia fra peccatori innocenti e schiavitù, idealismo destinato solo a fare danni... la fanciulla ke dapprima in dogville fu idolatrata e poi ridotta come una cagna e in manderley prende le redini di una piantagione di cotone, sperimenta l'indole e i corpi dei neri, lotta contro la sabbia e contro i suoi sensi di colpa e alla fine soccombe a se stessa.
ed era inevitabile prima o poi, perchè imporre la democrazia in un posto dove non sanno cosa significa è pesante e come dice il vecchio saggio nel film... siamo veramente pronti al cambiamento? e quindi si preferisce andare indietro anzichè fare un passo avanti... è da vigliacchi forse, ma credo che in certe circostanze non c'è altro modo da fare!!!
questo è il vero controsenso della vita... volere a tutti costi cambiare le cose in meglio ma che poi alla fine questo meglio porta nuove brutte esperienze, d'altronde si dice ancora... si stava meglio quando si stava peggio!!!!



Gruppo COLLABORATORI gerardo  @  09/11/2005 18:58:46
   8 / 10
Manderlay è meno incisivo e forte di Dogville, ma sa descrivere bene (con la consueta crudeltà di LVT) la storia fondante della nazione americana, nata - nella sua grandezza e come potenza economica mondiale - dallo sfruttamento della schiavitù e con la protervia bianca, protestante, capitalistica. Manderlay è uno spaccato di America piena di contraddizioni, un microcosmo "campione" nel quale la schizofrenia della sopraffazione ha già contagiato le classi più povere e oppresse (qui, i neri). Schizofrenia e contraddizione che raggiungono l'apice nel finale crudo, idealmente rimandante a quello di Dogville.

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Ultima risposta 10/11/2005 12.21.56
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bucci  @  09/11/2005 02:54:15
   9 / 10
sequel più che degno anche se non riesce a convincermi come il primo...voce narrante troppo presente ( per di più di eric forrester...) e un primo tempo un pò fiacco...
forte e coraggiosa critica alla società e cultura americana a mio parere più tagliente di quella di moore...grazie anche alla sua solita ed elegante ironia
manca sicuramente la kidman


alesfaer  @  03/11/2005 17:12:02
   2 / 10
film la cui visione è impossibile. x vari motivi. è troppo lungo, è 1 mattone clamoroso, è scontato, il colore è spento, la regia troppo statica....1 vera pizza. ditela come volete, osannate qnt volete qst scarso regista, x me è 1 fallito. 1 dei piu pesanti film mai visti

28 risposte al commento
Ultima risposta 18/05/2008 23.31.51
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farfy  @  03/11/2005 16:26:22
   6 / 10
Non mi uccidete per la votazione. Ho visto Dogville, ed è un capolavoro, quindi difficile da uguagliare. L'attrice è brava e carina, ma non ha certo il magnetismo e la profondità di sguardo della Kidman. Questa volta Grace passa da schiava a capo, ma non cambia molto, visto che i suoi valori e la sua fragilità rimangono ancora. Insomma...se il primo mi ha emozionato, conturbato...questo mi ha lasciato così e così.

Invia una mail all'autore del commento balzac20  @  01/11/2005 15:57:30
   7 / 10
Il secondo film della trilogia aumenta di molto il carico di messaggi diretti allo spettatore.
Rispetto al primo in cui forse l'ipocrisia e la falsità (in versione semplicistica) divenivano l'oggetto del film stesso (unite a tutta una serie di altre argomentazioni) adesso vengono presi di mira tutta una miriade di aspetti.
E oltre all'apparente primo punto di discussione riguardante il razzismo, se ne innestano altri che in alcuni casi arrivano ad assumere un valore anche maggiore del primo:
libero aribitrio che deve coesistere con la necessità di istituire e rispettare delle regole per la convivenza sociale(questione già presente in dogville), condizione femminile (la figura di Grace che tenta fin dalle scene di apertura del film di "affrancarsi" dal padre, rifiutando con forza e determinazione di seguirne le orme o i consigli per inseguire un ideale tutto suo, ma che finisce inevitabilmente- con sua grande delusione- per tornare alla ricerca dell'ala protettrice paterna, sentendosi tradita proprio da quell'ideale tanto strenuamente inseguito e miseramente fallito), desiderio di interpretare ciò che si vede secondo i propri gusti, politicamente parlando è possibile percepire la volontà di Grace di istituire (con la forza!!!) un sistema democratico in un luogo dove la democrazia non è presente come un parallelo della politica americana attuale, e proprio come con la politica americana attuale non è detto che la democrazia possa essere trovata "gradevole" da chi si trova a "giovarne" e fatica ad abituarsi alla nuova condizione.
L'applicazione della democrazia che una volta messa in atto porta alle estreme conseguenze e costringe chi l'ha promossa a compiere atti che non condivide in nome del rispetto di una norma sociale "superiore" (che si scontra dunque inevitabilmente con il concetto di libero arbitrio), la pena di morte che viene messa in atto per volontà popolare proprio "grazie" alla democrazia.
Il senso di colpa dell'occidente che perseguita Grace quando decide di non considerare gli abitanti di Manderlay come singoli individui ma come vittime della schiavitù, privandole del concetto di libero arbitrio e rendedole sempre oggetti che subiscono senza una capacità propria di discernere e interagire.
Così facendo, in una sorta di paradosso, Grace cade nell'errore che fin dall'inizio cerca in tutti i modi di evitare e di combattere (considerare gli individui nient'altro che inanimati elementi appartenenti a categorie specifiche, nient'altro che numeri)

La struttura del film è in realtà abbastanza diversa dal primo, dove a fronte di un crescendo di situazioni fortemente coinvolgenti si arrivava al confronto finale col padre che conduceva direttamente alla morte del villaggio.
In questo caso invece viene seguito il percorso contrario: una discussione filosofica con il padre fa da apertura per tutto ciò che si svolgerà in seguito.
La scelta, forse inevitabile, paga però un prezzo sostanziale: si perde molto del coinvolgimento emotivo che era presente nel primo capitolo e che si conquistava scena dopo scena.
Infatti in questo caso viene subito offerto un messaggio freddo e asettico che ci comunica fin dall'inizio quello ci dobbiamo attendere e quali sono le intenzioni di Grace.
La filosofia, la didattica e le metafore a questo punto vengono utilizzate in abbondanza per comunicarci quante più cose possibili.
Alla fine capita di avere la sensazione che il film diventi anche didascalico.
Per quanto riguarda la protagonista: la seppur brava Bryce Dallas Howard perde un po' di quella carica di intensità che aveva contraddistinto la Grace interpretata nel primo capitolo dalla Kidman; ma forse anche questo rispecchia un'evoluzione del personaggio rispetto al primo film.
La Grace che ritroviamo in Manderlay appare infatti molto più determinata e meno fragile emotivamente di quella vista in Dogville, probabilmente anche come conseguenza di tutto ciò che il personaggio ha dovuto passare nel primo capitolo.
Gli altri attori riescono a mantenersi a livelli molto alti (anche se ho sentito la nostalgia di James Caan come padre di Grace).



Appunto finale: Von Trier ha girato una scena nella quale l'asino viene ucciso per dare da mangiare alla bambina morente. L'asino è stato effettivamente ucciso (con grande disappunto della Protezione Animali e mio).
Ma per aggiungere perplessità a contrarietà, il regista ha deciso in seguito di tagliare la scena a causa delle proteste degli animalisti.
A quel punto tanto valeva...

Gruppo COLLABORATORI paul  @  01/11/2005 01:36:27
   9 / 10
They pulled in just behind the bridge
He lays her down, he frowns
"Gee my life's a funny thing, am I still too young?"
He kissed her then and there
She took his ring, took his babies
It took him minutes, took her nowhere
Heaven knows, she'd have taken anything, but

All night
She wants the young American
Young American, young American, she wants the young American
All right
She wants the young American

Scanning life through the picture windows
She finds the slinky vagabond
He coughs as he passes her Ford Mustang, but
Heaven forbid, she'll take anything
But the freak, and his type, all for nothing
He misses a step and cuts his hand, but
Showing nothing, he swoops like a song
She cries "Where have all Papa's heroes gone?"

All night
She wants the young American
Young American, young American, she wants the young American
All right
She wants the young American

All the way from Washington
Her bread-winner begs off the bathroom floor
"We live for just these twenty years
Do we have to die for the fifty more?"

All night
He wants the young American
Young American, young American, he wants the young American
All right
He wants the young American

Do you remember, your President Nixon?
Do you remember, the bills you have to pay
Or even yesterday?

Have you been an un-American?
Just you and your idol singing falsetto 'bout
Leather, leather everywhere, and
Not a myth left from the ghetto
Well, well, well, would you carry a razor
In case, just in case of depression
Sit on your hands on a bus of survivors
Blushing at all the Afro-Sheeners
Ain't that close to love?
Well, ain't that poster love?
Well, it ain't that Barbie doll
Her heart's been broken just like you have

All night
You want the young American
Young American, young American, you want the young American
All right
You want the young American

You ain't a pimp and you ain't a hustler
A pimp's got a Cadi and a lady’s got a Chrysler
Black's got respect, and white's got his soul train
Mama's got cramps, and look at your hands shake
I heard the news today, oh boy
I got a suite and you got defeat
Ain't there a man you can say no more?
And, ain't there a woman I can sock on the jaw?
And, ain't there a child I can hold without judging?
Ain't there a pen that will write before they die?
Ain't you proud that you've still got faces?
Ain't there one damn song that can make me
break down and cry?

All night
I want the young American
Young American, young American, I want the young American
All right
I want the young American
Young American
Young American, young American, I want the young American
(I want with you, I want with you want)
All right
(You want it, I want you you, you want I, I want you want)
Young American, young American, I want the young American
(I want to want, to want, to want , to want I, I want you)
All right
(Lord I wanted the young American)
(young American)
Young American, Young American
I want the young American

La canzone emblematica di David Bowie è, insieme alla scenografia e naturalmente agli Stati Uniti, il filo conduttore dell'annunciata trilogia americana di Lars Von Trier. Era presente nei titoli di coda di Dogville ed è presente anche ora (con qualche fotogrammaa fare da sottosfondo cambiato).

Abbandonato il "dogma 95" (in questo caso si hanno dei, seppur invisibili, movimenti di macchina; la mdp a volte è fissa, forse perchè il mitico Dod Mantle oltre a direttore della fotografia è in questo secondo capitolo anche operatore, naturalmente insieme a Von Trier; si hanno finalmente dei controcampi; gli attori sono leggermente truccati; il digitale è usato anche per creare qualche effetto....) il regista danese firma un'opera che, seppur meno ad impatto, ha un ritmo più sostenuto ed un finale più scioccante e ancora più sorprendente del precedente "Dogville": la figura del giocatore d'azzardo è più indovinata che mai, e il rifiuto del libero arbitrio o della capacità di auto-organizzarsi sono cose che fanno riflettere.

In attesa del terzo conclusivo capitolo (che completerà così l'esalogia dell'Occidente, dopo che gli iniziali "Europa", "Epidemic" e "L'elemento del crimine" erano una sorta di trilogia dedicata al Vecchio Continente) , Lars Von Trier si conferma uno dei registi più cinici ma allo stesso tempo coerenti dell'ultimo ventennio.

23 risposte al commento
Ultima risposta 04/11/2005 14.10.23
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Invia una mail all'autore del commento logical  @  01/11/2005 00:19:18
   7 / 10
Lars von Trier è un uomo del Nord, programmatico, calcolatore, cinico, violento. Dogville è, al momento, il suo capolavoro. La violenza dell'ipocrisia della democrazia insieme alla mielosa incapacità di farne a meno è bella tanto quanto la scena di Nicole Kidman che rotola tra le mele. In Manderlay lo schema è volutamente lo stesso: astrarre il dramma per evidenziare le componenti patetiche, in senso etimologico, lasciare chi soffre alla sua nuova storia. Questa volta è il povero nero alle prese con le difficoltà della riavuta libertà. Dopo la schiavitù non è facile sentirsi liberi, si rischia di "congelare sotto la finestra" dice Willem Dafoe padre e veggente. La nuova Grace, Bryce Dallas Howard, vuole andare a fondo alla faccenda e tocca a lei sviluppare gli otto capitoli del film.
Stessa meccanica, stesse dinamiche, stesse riunioni; per democratiche alzate di braccio si decide anche l'ora solare e si aggiusta l"orologio. Le lezioni di Grace su come si fonda un paese equo e solidale non vanno oltre la quarta riunione e il senso di distacco e di muta lontananza passano dal suo viso al suo corpo per esplodere nella ripetura catarsi con allontanamento. Senza il profilo perbene e l'occhio sprezzante di Nicole Kidman, Grace perde qualcosa della furia da menade che probabilmente Lars von Trier vorrebbe. Non c'è quell'ansia umida del voler vedere, dello starle vicino, addosso, del farla legare, scuotere, sbalzare come un sacco. Solo un fazzoletto sul viso e la discrezione di un parente mentre racconta un pettegolezzo. Ma il film continua, programmaticamente, a smontare le basi della convivenza civile della cultura occidentale: prima la democrazia, ora l'intolleranza e l'integrazione con lo stesso nichilismo anarchico e liberatorio che fa preferire il disprezzo alla commiserazione o lo stato di natura allo stato legale. Libera ma non trasporta; sono sicuro che la terza tappa contro la civiltà sarà più incendiaria. Lunga vita a chi "non si volta perché a stella è fisso".

polbot  @  29/10/2005 15:08:55
   7 / 10
condivido quanto detto da viagem... neanche l'avessimo visto insieme! non fondamentale, i capolavori del folle Lars son altri...un'ultima cosa...VOTATE MISSION !!!!!!!!!!!!!!!!!

1 risposta al commento
Ultima risposta 29/10/2005 19.00.07
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viagem  @  29/10/2005 14:52:50
   7 / 10
Da un genio come Von Trier non mi aspettavo che questo secondo episodio della trilogia sull'America fosse così simile al primo. Stessa suddivisione in capitoli, stessa voce fuoricampo, stessa ambientazione "teatrale", sostituendo alla lavagna e il gesso una cartina disegnata.
Anche la figura di Grace è tratteggiata allo stesso modo: agisce sempre all'interno di una piccola comunità, nel tentativo di migliorarla, di fare del bene, fondamentalmente non riuscendovi.Forse è proprio l'ambientazione in uno spazio così ristretto e con poche persone, che permette al regista di sviluppare facilmente dinamiche relazionali perverse, contrappassi, quasi tipici di un universo dantesco.
Di diverso vi è l'aspetto trattato, i neri e la loro presenza nella società americana: un tema che lega il film ad una realtà storica e nota, molto più che in Dogville. La vicenda sembra quanto meno plausibile in questo caso. E il finale, con Grace diretta, lungo la mappa, verso la costa est, la canzone di Bowie in sottofondo e le immagini "storiche" dei neri in America sembrano quasi preludere ad un terzo film molto più reale e inserito nel contesto americano.
Per concludere un film discreto, che non aggiunge nulla di più a quanto di bello (c'è sempre da sottolinearlo) si è visto nei precedenti lavori di Lars.

1 risposta al commento
Ultima risposta 18/05/2008 23.24.00
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