manderlay regia di Lars Von Trier Danimarca, Svezia 2005
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manderlay (2005)

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locandina del film MANDERLAY

Titolo Originale: MANDERLAY

RegiaLars Von Trier

InterpretiBryce Dallas Howard, Isaach De Bankolé, Willem Dafoe, Chloë Sevigny, Danny Glover

Durata: h 2.19
NazionalitàDanimarca, Svezia 2005
Generedrammatico
Al cinema nell'Ottobre 2005

•  Altri film di Lars Von Trier

•  Link al sito di MANDERLAY

Trama del film Manderlay

Una triste storia di schiavitù, repressione e ingiustizia nell'America degli anni trenta.

Film collegati a MANDERLAY

 •  DOGVILLE, 2003

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Voto Visitatori:   7,35 / 10 (71 voti)7,35Grafico
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Voti e commenti su Manderlay, 71 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

outsider  @  27/09/2009 15:17:28
   1 / 10
Vergognoso polpettone che vidi solo per approfondire il tema in questione.
La solita pesantezza e, perché no, alcune imperdonabili cadute di stile.

10 risposte al commento
Ultima risposta 01/10/2009 12.06.32
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benzo24  @  22/05/2007 18:47:38
   10 / 10
è vero che non c'è più l'effetto sorpresa, ma ho trovato questo manderley superiore a dogville, secondo me infatti il racconto è più diretto questa volta, e la critica di von trier all'umanità, alla stupidità dell'umanita è più feroce che mai, inoltre la nuova grace la trovo molto meglio della sopravalutata kidman.

1 risposta al commento
Ultima risposta 22/05/2007 19.29.25
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Gruppo COLLABORATORI martina74  @  19/01/2006 12:17:20
   7 / 10
Dopo lo sconvolgente Dogville, ritroviamo una Grace in cerca di redenzione alle prese con l'educazione alla libertà in un villaggio in cui la schiavitù è ancora legge, a settant'anni dalla sua abolizione.
Grace (gli USA) cerca di redimersi dai guai combinati a Dogville e lo fa con uno zelo invidiabile, sorretta da grande forza di volontà e idealismo... e supportata da un bel manipolo di uomini armati, che fanno diventare il piccolo paesello una sorta di protettorato.
E, nonostante trovi abominevole la legge scritta dall'anziana "padrona" del villaggio, ne viene influenzata e la sua opinione sulle persone non è scerva dai pregiudizi provocati dai suoi predecessori.
Manderlay è un film più politico di Dogville; i temi trattati sono molti, ma il fondamentale si risolve in un quesito molto attuale: è giusto "esportare" la libertà e la democrazia, in nome di un millantato senso di responsabilità?
E' giusto imporre il proprio modello di comportamento come se fosse il migliore?
A che risultati porta tutto ciò? La risposta che ci dà Von Trier è quanto di più pessimista si possa immaginare... e di sicuro il film fa riflettere.

Tuttavia, manca il carisma di Nicole Kidman, manca l'effetto sorpresa che colpì nel primo film della trilogia, il modello narrativo è assolutamente identico. Aspetto il terzo capitolo.

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Ultima risposta 23/01/2006 10.25.49
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NanD  @  26/12/2005 15:13:40
   5 / 10
Il film mi è piaciuto molto fino al finale, quando sento una scioccante frase:

«l'America era un luogo dai molteplici volti, senza ombra di dubbio, ma... veramente non era pronta ad accettare i neri? Sinceramente non si poteva dire: l'America la mano l'aveva tesa, forse timidamente... ma se uno non vuole vedere chi gli tende la mano, deve prendersela solo con se stesso!»

Facile dare la colpa ai neri, in fin dei conti... ma che razza di film è?!

Voto 9 per il film senza la frase, 1 per la frase, media 5

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Ultima risposta 05/04/2006 10.51.20
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Invia una mail all'autore del commento catenanm  @  13/12/2005 21:04:02
   5 / 10
Ho scritto un commento riguardo a Dogville e mi sono beccato un sacco di idioti che mi hanno aggredito. Allora mi son detto: guardiamoci anche questo visto che tutti ne parlano estasiati... Sinceramente non mi è assolutamente piaciuto, il 5 è solo perchè non è un film come tutti gli altri, ma questo non lo solleva da una insufficienza che sarebbe molto più pesante

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Ultima risposta 20/12/2005 12.28.44
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Quezar  @  12/12/2005 13:38:23
   5 / 10
Non mi è piaciuto, l'ho trovato molto lento in certe parti e un po ripetitivo, il voto sarebbe stato 4 ma poi ci ho ripensato meglio e ho deciso per il 5, non è poi un cosi brutto film, ma non è il mio genere.
Classica serata con gli amici e scelta di film a caso :)

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Ultima risposta 18/05/2008 23.21.52
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bea80  @  22/11/2005 23:09:08
   10 / 10
Capolavoro, incisivo come Dogville. Imperdibile.

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Ultima risposta 10/01/2006 03.38.38
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lettere  @  22/11/2005 16:22:37
   10 / 10
io ho visto questo film è come dire stupendo fa capire con precisione come va l''adolescenza
io mi sono emozzionato tantissimo alla fine è stata grandiosa!

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Ultima risposta 09/12/2005 15.33.51
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andreapau  @  15/11/2005 14:40:13
   8 / 10
smarrito l'effetto sorpresa della scenografia,che tanto ci colpì in dogville,ci si concentra immediatamente sulla trama e sullo svolgimento,in attesa degli eventi.manderlay,comincia dove dogville finisce e il cambio di sembianze dei protagonisti non è esattamente un aspetto positivo.grande era stato il cameo di james caan e stupefacente la prova della sottomessa e umiliata kidman,in un gioco al massacro della bella che ci ha visti partecipare con grande trasporto.in un percorso inverso a dogville,grace inizia da dominatrice illuminata agnelloforme,spiegando e imponendo le regole della democrazia,senza se e senza ma,con pugno di ferro e ansia manipolatrice,con fervore giustizialista e totale mancanza di collegialità,nonostante l'iinvenzione di una specie di parlamento.l'ipocrisia insita nella democrazia,e la speranza di creare un mondo migliore a qualunque costo,nella ottusa sicurezza di essere benedetti nel giusto,è un fortissimo parallelo con l'america di oggi.manderlay,è in effetti,un film molto piu' politicamente attuale del suo predecessore,con una sorta di scadimento finale nell'esplicitazione del nocciolo del film.in un percorso ad ostacoli verso una società piu' giusta,le constatazioni della miserrima natura degli umani sono molteplici,siano essi buoni o cattivi...è una questione di "materiale",cioè di cio' che ci compone..e non è un materiale nobile,anzi!si cerca di incanalarlo dolcemente in direzione produttiva,con sacrificio e magari anche in presunta buona fede,ma niente fà girare bene il mondo quanto il pugno di ferro!al quale grace deve ricorrere suo malgrado per continuare il cammino verso la verità.nella sua invasata ricerca del giusto,dimentica le istanze degli inferiori che instrada,ne mortifica le aspettative servendogliene una dotazione precotta,e talvolta ne esalta(fraintendendo enormemente)gli aspetti positivi.che delusione per la povera grace,incarnare la legge e vendicare la comunità dalle malefatte della terribile vecchietta.che tristezza,accorgersi della brutalità della comunità,e doverla assecondare per ragione di stato nel perseguire l'obiettivo ultimo.e quanto è triste il ritratto della donna,quella che da molti è intesa come la speranza per l'umanita,che sfoga in un crescendo sadico fisico e mentale,tutta la sua rabbia per la delusione d'amore(nonostante l'appagamento del prurito),causatale dall'inferiore al quale si era concessa..dal tradimento personale,nasce la sete di vendetta e la presa di coscienza dell'ineluttabile natura dell'umanità..dove non arrivo'il cervello,potè il cuore.il finale,sconvolgente,pone l'interrogativo:siamo o diventiamo?

3 risposte al commento
Ultima risposta 19/01/2006 14.21.20
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Gruppo COLLABORATORI gerardo  @  09/11/2005 18:58:46
   8 / 10
Manderlay è meno incisivo e forte di Dogville, ma sa descrivere bene (con la consueta crudeltà di LVT) la storia fondante della nazione americana, nata - nella sua grandezza e come potenza economica mondiale - dallo sfruttamento della schiavitù e con la protervia bianca, protestante, capitalistica. Manderlay è uno spaccato di America piena di contraddizioni, un microcosmo "campione" nel quale la schizofrenia della sopraffazione ha già contagiato le classi più povere e oppresse (qui, i neri). Schizofrenia e contraddizione che raggiungono l'apice nel finale crudo, idealmente rimandante a quello di Dogville.

1 risposta al commento
Ultima risposta 10/11/2005 12.21.56
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alesfaer  @  03/11/2005 17:12:02
   2 / 10
film la cui visione è impossibile. x vari motivi. è troppo lungo, è 1 mattone clamoroso, è scontato, il colore è spento, la regia troppo statica....1 vera pizza. ditela come volete, osannate qnt volete qst scarso regista, x me è 1 fallito. 1 dei piu pesanti film mai visti

28 risposte al commento
Ultima risposta 18/05/2008 23.31.51
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Gruppo COLLABORATORI paul  @  01/11/2005 01:36:27
   9 / 10
They pulled in just behind the bridge
He lays her down, he frowns
"Gee my life's a funny thing, am I still too young?"
He kissed her then and there
She took his ring, took his babies
It took him minutes, took her nowhere
Heaven knows, she'd have taken anything, but

All night
She wants the young American
Young American, young American, she wants the young American
All right
She wants the young American

Scanning life through the picture windows
She finds the slinky vagabond
He coughs as he passes her Ford Mustang, but
Heaven forbid, she'll take anything
But the freak, and his type, all for nothing
He misses a step and cuts his hand, but
Showing nothing, he swoops like a song
She cries "Where have all Papa's heroes gone?"

All night
She wants the young American
Young American, young American, she wants the young American
All right
She wants the young American

All the way from Washington
Her bread-winner begs off the bathroom floor
"We live for just these twenty years
Do we have to die for the fifty more?"

All night
He wants the young American
Young American, young American, he wants the young American
All right
He wants the young American

Do you remember, your President Nixon?
Do you remember, the bills you have to pay
Or even yesterday?

Have you been an un-American?
Just you and your idol singing falsetto 'bout
Leather, leather everywhere, and
Not a myth left from the ghetto
Well, well, well, would you carry a razor
In case, just in case of depression
Sit on your hands on a bus of survivors
Blushing at all the Afro-Sheeners
Ain't that close to love?
Well, ain't that poster love?
Well, it ain't that Barbie doll
Her heart's been broken just like you have

All night
You want the young American
Young American, young American, you want the young American
All right
You want the young American

You ain't a pimp and you ain't a hustler
A pimp's got a Cadi and a lady’s got a Chrysler
Black's got respect, and white's got his soul train
Mama's got cramps, and look at your hands shake
I heard the news today, oh boy
I got a suite and you got defeat
Ain't there a man you can say no more?
And, ain't there a woman I can sock on the jaw?
And, ain't there a child I can hold without judging?
Ain't there a pen that will write before they die?
Ain't you proud that you've still got faces?
Ain't there one damn song that can make me
break down and cry?

All night
I want the young American
Young American, young American, I want the young American
All right
I want the young American
Young American
Young American, young American, I want the young American
(I want with you, I want with you want)
All right
(You want it, I want you you, you want I, I want you want)
Young American, young American, I want the young American
(I want to want, to want, to want , to want I, I want you)
All right
(Lord I wanted the young American)
(young American)
Young American, Young American
I want the young American

La canzone emblematica di David Bowie è, insieme alla scenografia e naturalmente agli Stati Uniti, il filo conduttore dell'annunciata trilogia americana di Lars Von Trier. Era presente nei titoli di coda di Dogville ed è presente anche ora (con qualche fotogrammaa fare da sottosfondo cambiato).

Abbandonato il "dogma 95" (in questo caso si hanno dei, seppur invisibili, movimenti di macchina; la mdp a volte è fissa, forse perchè il mitico Dod Mantle oltre a direttore della fotografia è in questo secondo capitolo anche operatore, naturalmente insieme a Von Trier; si hanno finalmente dei controcampi; gli attori sono leggermente truccati; il digitale è usato anche per creare qualche effetto....) il regista danese firma un'opera che, seppur meno ad impatto, ha un ritmo più sostenuto ed un finale più scioccante e ancora più sorprendente del precedente "Dogville": la figura del giocatore d'azzardo è più indovinata che mai, e il rifiuto del libero arbitrio o della capacità di auto-organizzarsi sono cose che fanno riflettere.

In attesa del terzo conclusivo capitolo (che completerà così l'esalogia dell'Occidente, dopo che gli iniziali "Europa", "Epidemic" e "L'elemento del crimine" erano una sorta di trilogia dedicata al Vecchio Continente) , Lars Von Trier si conferma uno dei registi più cinici ma allo stesso tempo coerenti dell'ultimo ventennio.

23 risposte al commento
Ultima risposta 04/11/2005 14.10.23
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polbot  @  29/10/2005 15:08:55
   7 / 10
condivido quanto detto da viagem... neanche l'avessimo visto insieme! non fondamentale, i capolavori del folle Lars son altri...un'ultima cosa...VOTATE MISSION !!!!!!!!!!!!!!!!!

1 risposta al commento
Ultima risposta 29/10/2005 19.00.07
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viagem  @  29/10/2005 14:52:50
   7 / 10
Da un genio come Von Trier non mi aspettavo che questo secondo episodio della trilogia sull'America fosse così simile al primo. Stessa suddivisione in capitoli, stessa voce fuoricampo, stessa ambientazione "teatrale", sostituendo alla lavagna e il gesso una cartina disegnata.
Anche la figura di Grace è tratteggiata allo stesso modo: agisce sempre all'interno di una piccola comunità, nel tentativo di migliorarla, di fare del bene, fondamentalmente non riuscendovi.Forse è proprio l'ambientazione in uno spazio così ristretto e con poche persone, che permette al regista di sviluppare facilmente dinamiche relazionali perverse, contrappassi, quasi tipici di un universo dantesco.
Di diverso vi è l'aspetto trattato, i neri e la loro presenza nella società americana: un tema che lega il film ad una realtà storica e nota, molto più che in Dogville. La vicenda sembra quanto meno plausibile in questo caso. E il finale, con Grace diretta, lungo la mappa, verso la costa est, la canzone di Bowie in sottofondo e le immagini "storiche" dei neri in America sembrano quasi preludere ad un terzo film molto più reale e inserito nel contesto americano.
Per concludere un film discreto, che non aggiunge nulla di più a quanto di bello (c'è sempre da sottolinearlo) si è visto nei precedenti lavori di Lars.

1 risposta al commento
Ultima risposta 18/05/2008 23.24.00
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