maschere e pugnali regia di Fritz Lang USA 1946
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maschere e pugnali (1946)

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locandina del film MASCHERE E PUGNALI

Titolo Originale: CLOAK AND DAGGER

RegiaFritz Lang

InterpretiGary Cooper, Lili Palmer, Robert Alda

Durata: h 1.46
NazionalitàUSA 1946
Generespionaggio
Al cinema nell'Aprile 1946

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Trama del film Maschere e pugnali

Un professore di fisica viene paracadutato in Germania dai servizi segreti perché scopra a che punto sono i tedeschi nella preparazione della bomba atomica.

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Voto Visitatori:   6,42 / 10 (6 voti)6,42Grafico
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Voti e commenti su Maschere e pugnali, 6 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

topsecret  @  08/12/2021 14:09:43
   6½ / 10
Nonostante i tagli a cui Lang dovette sottostare, il suo film rimane un prodotto discreto, tratteggiato abbastanza bene e interpretato al meglio, anche se non tutte le dinamiche convincono pienamente.
L'inizio intriga abbastanza, presentandosi sotto le spoglie di un film spionistico, e si prosegue in maniera piuttosto spedita aggiungendo elementi nuovi che animano sempre più la storia raccontata. Forse, però, l'impianto sentimentale che imbriglia i due protagonisti principali tende a smorzare un po' il ritmo e il coinvolgimento dello spettatore che comunque riesce ad apprezzare questo MASCHERE E PUGNALI fino al suo malinconico epilogo, offrendogli diversi spunti di riflessione e di interesse.
Vale una visione.

Goldust  @  10/12/2014 12:21:36
   6 / 10
La pellicola risente molto del taglio predisposto dalla Warner sul finale originale girato da Lang, taglio che ne modifica sensibilmente il senso e che avrebbe incanalato la pellicola sui binari di un giustificato pessimismo per l'incombente minaccia nucleare. Per questo e per altri motivi "Maschere e pugnali" risulta essere il più debole tra i film antinazisti di Lang, dove un Gary Cooper più spaesato che mai è un professore di fisica americano che si dibatte tra Italia e Svizzera alla disperata ricerca di esimi colleghi collaborazionisti e che trova a sorpresa l'amore di una bella partigiana. Qua e là il genio del regista esce fuori prorompente, tra giochi di luce di taglio espressionista ed un'eccellente scena di lotta ambientata nell'androne d'ingresso di uno stabile di Perugia, ma è un pò poco per mantenere alta l'attenzione per tutto il film, che comunque è girato con grande cura.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  14/01/2013 18:54:40
   5½ / 10
Maschere e pugnali è uno dei film che ho meno amato di Lang. La storia di spionaggio, al contempo anche un monito verso l'uso dell'energia nucleare, è subito coinvolgente ma perde gradualmente smalto nella parte centrale dove la storia d'amore fra lo scienziato e la partigiana diventa una litania noiosa che stronca il ritmo ad un film fino a quel momento su buoni livelli, per riprendersi nel finale. Nemmeno Gary Cooper offre una delle sue migliori intepretazioni, anche se il ruolo di scienziato che veste i panni della spia può spiegare in parte il leggero impaccio.

Gruppo REDAZIONE amterme63  @  10/07/2011 12:04:45
   6½ / 10
Film minore di Lang. E' un tipico film hollywoodiano che parla di spionaggio antinazista, di impegno e di sacrificio di una singola persona per il bene collettivo americano. Come nel contemporaneo "Notorius" si tratta di carpire segreti nucleari. Rispetto al film di Hitchcock qui è tutto più ordinario e superficiale. In comune i due film hanno il fatto che non vogliono assolutamente analizzare situazioni di guerra, ma fornire un ritratto esistenziale di individui alla prese con doveri vincolanti, in un sottofondo sentimentale melodrammatico.
La scena più bella di "Maschere e pugnali" è quella dell'entrata in scena del protagonista, in un dialogo dove si mette chiaramente in evidenza la contraddizione stridente fra lavoro scientifico e etica, fra fini pacifici e universali (da parte degli scienziati) e usi bellici e nazionalisti (da parte dei politici). Tra l'altro è stato tagliato il vero finale in cui più chiara e più diretta era la condanna della guerra come elemento distruttore più che riparatore.
Queste scene fanno capire come mai ad un certo punto Hollywood sia stata perseguitata dai maccartisti. Negli ingrannaggi celebrativi e "politically correct" delle varie storie, ogni tanto ci si infilava qualche (timida) considerazione pacifista e universalista. Troppo per dei fanatici paranoici.
A parte questa scena, il resto del film si dipana su canoni prevedibili e poco realistici. C'è da dire che è ben riprodotta l'atmosfera di tensione continua, di lotta spasmodica e all'ultimo sangue, dove anche il più piccolo particolare trascurato può pregiudicare un'impresa o la vita delle persone.
Il film crolla nella seconda parte, quella dell'idillio con la pseudo-partigiana italiana Gina.
Si salva solo per la splendida arte di direzione di Lang, con un uso molto efficace di specchi, ombre-luci, lati eccentrici di ripresa, grande cura scenografica. Gli attori invece non forniscono una grande prestazione. Deludente Gary Cooper.
Come detto, film minore.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  07/04/2007 23:08:01
   7 / 10
Nei vaghissimi ricordi di questo abile film di spionaggio (un'ambientazione sinistra e lugubre che per certi versi tenta di recuperare - a quanto ne so - "le vite degli altri", almeno come recupero di un certo genere di film) quello che mi è rimasto impresso è proprio la fotografia vagamente post-espressionista e certi parametri che ammiccano all'horror. Puo' darsi che la memoria mi inganni, ma di "Maschere e pugnali" conservo una certa... inquietudine visiva.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Requiem  @  07/04/2007 08:25:49
   7 / 10
Non è certo uno dei migliori di Lang, e a dirla tutta è uno dei meno riusciti.

In un periodo particolarmente importante per il regista tedesco, che negli anni '40 e '50 continuava a sfornare capolavori (la donna del ritratto, la strada scarlatta, dietro la porta chiusa, quando la città dorme, Rancho notorius, Il grande caldo e alcuni altri), qui dirige questa storia antinazista, divertente ma un po' noiosetta.
Manca la suspance di "Duello mortale", e l'essenzialità e la solidità di un altro dei + sconosciuti (e + belli) del Lang americano, "Il prigioniero del terrore".

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