michael clayton regia di Tony Gilroy USA 2006
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michael clayton (2006)

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locandina del film MICHAEL CLAYTON

Titolo Originale: MICHAEL CLAYTON

RegiaTony Gilroy

InterpretiGeorge Clooney, Sydney Pollack, Tilda Swinton, Tom Wilkinson

Durata: h 1.59
NazionalitàUSA 2006
Generethriller
Al cinema nell'Ottobre 2007

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Trama del film Michael clayton

Dopo aver passato 15 anni a lavare i panni sporchi dei suoi clienti più facoltosi, un avvocato di New York, Michael Clayton, affronterà i suoi ultimi quattro giorni di carriera che si riveleranno anche i peggiori…

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Voto Visitatori:   6,25 / 10 (117 voti)6,25Grafico
Voto Recensore:   7,50 / 10  7,50
Miglior Attrice non protagonista (Tilda Swinton)
VINCITORE DI 1 PREMIO OSCAR:
Miglior Attrice non protagonista (Tilda Swinton)
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Voti e commenti su Michael clayton, 117 opinioni inserite

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Invia una mail all'autore del commento Clint Eastwood  @  01/06/2008 22:45:12
   9½ / 10
un film molto serio, non mi è sembrato noioso, attori da alto livello (wilkinson, swinton e niente male clooney) una regia raffinata e direi originale nel suo contesto, sono d'accordo un pò complicato però vale per un legal thriller

1 risposta al commento
Ultima risposta 19/09/2010 12.38.41
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superfoggiano  @  13/04/2008 23:04:13
   4½ / 10
Ricetta:
un po di sonno
una poltrona comoda
un cinema buio, silenzioso e non affollato
MICHAEL CLAYTON =
Ronf... ronf.... ronf... zzz...... zzzz..... zzzz...zzz....

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Ultima risposta 26/05/2008 19.46.49
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steda  @  02/02/2008 14:37:40
   1 / 10
ho visto cose che voi umani non potete neanche immaginare...

1 risposta al commento
Ultima risposta 20/02/2008 18.34.49
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Gruppo COLLABORATORI gerardo  @  25/10/2007 15:41:40
   6 / 10
Film non particolarmente trascendentale. La struttura narrativa con flashback e ritorno al punto d'inizio, e relativo finale/scioglimento, è quanto di meno originale ci possa essere. Gilroy, che è un bravo e raffinato sceneggiatore, eccede nel rivestire di mistero i suoi personaggi, mistero fine a stesso, a mio avviso. Anche perché poi, nella seconda parte del film, è costretto a spiegare fin troppo didascalicamente quello che ha omesso nella prima.
Davvero poco convincente.

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Ultima risposta 25/10/2007 16.44.43
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Gruppo REDAZIONE maremare  @  18/10/2007 12:58:17
   7½ / 10
Altro Film della Mostra veneziana, conferma la qualità eccelsa del Festival di quest'anno. Michael Clayton è un film solido, ben scritto e ben girato. Gioca per sottrazione e senza enfasi e retorica hollywoodiana racconta i crimini compiti da una multinazionale e le vittime, fisiche e morali, di tali crimini.
Il protagonista non è un eroe, ma un uomo con le sue debolezze e capacità. La caratterizzazione psicologica dei personaggi appare molto accurata, così come le loro interpretazioni. Composta da una parte iniziale e finale da portare come strumento nelle scuole di sceneggiatura, Michael Clayton è un film assolutamente da vedere.

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Ultima risposta 25/10/2007 11.11.12
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Gruppo COLLABORATORI matteoscarface  @  16/10/2007 00:24:50
   7½ / 10
film realizzato con cura e molta precisione, è scritto molto bene anche se certi passaggi un pò difficili da comprendere sono troppo veloci e non si ha il tempo per assimilare tutto. Oltre questo merita di sicuro almeno una visione, anche per l'ottimo clooney, per pollack e la swinton. Molto bello il finale e, fortunatamente, curatissimo il doppiaggio italiano. Forse Pollack sarebbe stato perfetto per dirigerlo

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Ultima risposta 17/10/2007 22.54.51
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Gruppo REDAZIONE Cagliostro  @  14/10/2007 22:55:36
   5 / 10
Mi dispiace essere una voce un po' fuori dal coro, tuttavia questo film non l'ho apprezzato molto.
Riconosco le sue buone intenzioni, ma promette molto e mentiene poco.
Il cast artistico è assolutamente di alto livello, bravo Clooney, bravissima la Swilton, sempre piacevole Pollack nelle sue (ormai frequenti) incursioni recitative, bravo Wilkinson.
L'incipit di questo film è notevole e ricco di promesse, che saranno disattese. Anche il finale è piuttosto buono. Quello che manca è il percorso di congiunzione fra questi due punti (che poi è un ritorno a se stesso, dato che il film comincia dalla sua fine).
Purtroppo la sceneggiatura si perde in una blanda e poco convincente ricerca di approfondimento psicologico dei personaggi, che in realtà rimane un'analisi superficialissima e poco appassionante, che distoglie dal tema principale e che rende la visione del film noiosa, senza che ve ne sia un'effetiva ragione.
Da tempo, ormai, le multinazionali sono (giustamente) nel mirino di Hollywood che le trasforma in vere e proprie personificazioni del male. un cancro difficilissimo da estirpare. tuttavia, sulle medesime tematiche sono stati prodotti film di ottimo livelli e, peraltro, ispirati a fatti veramente accaduti, quali A Civil Action e Erin Brockovich. restando invece sul piano della fantasia, come non ricordare un film del livello di The Rain Maker.
Clooney si dimostra sempre più bravo ed accorto nella scelta delle pellicole e dei ruoli. Per questo ha tutta la mia stima e simpatia.
Ottima la sequenza della Swilton di fronte allo specchio.
Lo sceneggiatore Tony Gilroy, qui al suo esordio alla regia, costruisce, o meglio, non riesce a costruire una storia che sappia avere dei profondi risvolti psicologici ed umani. Il ritmo narrativo è lentissimo e molte sequenze risultano fini a loro stesse, quasi come per voler allungare un brodo che altrimenti sarebbe stato una minestrina ristretta.
Credo che se in questo film si falciasse via tutto il superfluo, resterebbero sì e no venti minuti di spettacolo. Certamente venti ottimi minuti, ma questi non sono sufficienti a salvare la pellicola.
Così come non sono sufficienti le buone intenzioni di denuncia sociale e di sensibilizzazione che la pellicola si prefigge (e si vede che in mezzo c’è anche Steven Sodelberg).
Come ha scritto Proust:
Delle nostre buone intenzioni sono lastricate le strade degll’Inferno.

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Ultima risposta 30/04/2008 00.33.54
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Gruppo REDAZIONE K.S.T.D.E.D.  @  11/10/2007 14:03:33
   7½ / 10
Atmosfere e interpretazioni sono senza ombra di dubbio le colonne portanti di questo che è il film d'esordio di Tony Gilroy. C'è così tanta disillusione che l'intera pellicola si colora di quel grigio tipicamente malinconico, in grado di inondare e spegnere anche le infinite ed eterogenee luci della metropoli, scenario in cui i protagonisti si muovono e affrontano se stessi; già, perchè anche quando parlano fra loro sembrano essere soli, sembrano annaspare a volte nella paura, altre volte nel loro cinismo e molto spesso nella loro, come già detto, disillusione. Uniche eccezioni sono i momenti che fotografano il nucleo familiare, in cui si intravedono barlumi di umana spontaneità, e la sequenza conclusiva.
Una storia ben costruita, sobria e asciutta, quindi. Non ci ho visto alcuna forzatura e nessuna ricerca della spettacolarità, nè tanto meno del colpo di scena (aspetti quest'ultimi, spesso deleteri per pellicole del genere) tranne nel finale. Non perchè sia un lieto fine o per come viene presentato (anzi), è solo che ormai questo tipo di film finisce(forse deve finire) quasi sempre allo stesso modo e quindi si avverte un po' quella sensazione di già visto, ma, ripeto, forse è giusto che sia così.
Le interpretazioni sono perfette. George Clooney per la seconda volta, dopo Syriana, indossa senza incertezze la maschera che raffigura quel disincanto tipico di coloro che il mondo lo conoscono abbastanza per sapere che può non essere un granchè; Tilda Swinton ottima nel far barcollare il suo personaggio sul confine che separa cinismo e paura; chiudono il cerchio Pollack e Wilkinson, assolutamente a loro agio, convincenti e capaci di dare spessore al proprio personaggio.

Buon esordio alla regia e alla scenaggiatura, quindi, attraverso il quale G. riesce a raccontare il respiro più affannoso e della città e di coloro che ci vivono; non è facile riuscirci. Si buon ben sperare, pertanto, nelle prossime pellicole.

9 risposte al commento
Ultima risposta 18/10/2007 16.58.26
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  09/10/2007 18:43:12
   7 / 10
Sicuramente un (ottimo) prodotto, realizzato con professionalità e meno convenzionale di quanto sembri, un'onestissimo esempio di cinema di denuncia al quale difetta però un sensazionalismo enfatico che incute rabbia e indignazione nello spettatore anche quando non è proprio il caso.
L'errore del film è di prendersi troppo sul serio, e la colpa va attribuita al regista, troppo preoccupato di dirigere gli attori e francamente arrancante con una trama che omette, tradisce e svela solo parzialmente al servizio delle forzature (queste sì) psicologiche dei personaggi.
Peccato, perchè le prime inquadrature, con la città trasversalmente proiettata nel suo habitat, sono quasi degne di un Kubrick o (appunto) di un Pollack d'annata.
Enfatizzato pure il personaggio di Wilkinson, cmq straordinario, una via di mezzo tra Danny Aiello e il Peter Finch di Quinto Potere, la cui sorte allude proprio alla giostra di rivendicazione mediologica del celebre personaggio (nel film di Lumet).
Ovviamente il film si regge tutto nelle interpretazioni, un Clooney misurato e amaro, un Pollack abile e cinico caratterista, una Swinton davvero carogna che non dimenticheremo facilmente (mentre recita allo specchio il "discorso di rito" è eccezionale, sembra il protagonista della 25esima ora col suo memorabile monologo sociale).
Micheal Clayton è un onestissimo film di genere, ma si perde in un'artificiosità che fatica a trovare una sua coerenza: troppe cose da dire, e alcune patologiche attenzioni che avrebbero potuto essere sorprendenti (insolitamente azzeccata la morale new age del figlio di Micheal).

Nulla di straordinario ma neanche di particolarmente tragico, anzi: un decoroso prodotto che mantiene alla lunga quel che promette, e dimostra che si possono fare ottime cose senza mirare a pretese troppo alte.

Nel senso dei suoi limiti, e senza troppe pretese di sorta, è un buon film

("Io non faccio miracoli, faccio le pulizie", cfr)

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Ultima risposta 13/10/2007 20.23.30
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Gruppo REDAZIONE Pasionaria  @  09/10/2007 09:56:29
   7½ / 10
Che George Clooney si sia dato all'impegno sociale è cosa risaputa. Con M. Clayton ci offre un film meno complesso di Syriana e meno cerebrale di Good night and good luck, ma ugualmente ben realizzato, con un'interpretazione che mi ha riportato immediatamente alla memoria il disorientato Robert Redford de "I tre giorni del condor" (non per niente c'è Pollak).
Anche se il tema dello strapotere delle multinazionali americane, corrotte e criminali, è già stato affrontato decine di volte,qui assume una freschezza inusitata, filtrato com'è dal personaggio dell'avvocato ambiguo, vizioso, dalla vita privata incasinata, ma intelligente e sufficientemente coscienzioso da porsi le domande giuste, quando colpito duramente negli affetti. Non è un film politico, certo le dinamiche marce all'interno delle grosse società risaltano eccome, eppure del film colpisce maggiormente l'attenzione del regista per i personaggi.
Tutto ruota intorno al protagonista, ovviamente, e centrale appare la domanda del fratello all'avvocato Clayton "Tu sai chi sei?" L'intenso e lungo primo piano sul viso del protagonista nell'epilogo, ne sintetizza la risposta.
Bravo l'esordiente regista, che ha saputo costruire un film su un intreccio solido e bravo Clooney,attore sempre più convincente.
Il finale consolatorio non stona, questa volta.

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2 risposte al commento
Ultima risposta 10/10/2007 17.59.57
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eletar  @  08/10/2007 18:09:28
   1 / 10
no comment... noia pura

3 risposte al commento
Ultima risposta 20/12/2007 17.36.30
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wuwazz  @  07/10/2007 23:26:57
   4 / 10
Pretenzioso, palloso. Una storia interessante per carità, ma gestita male: tempi gestiti male, caratterizzazioni dei personaggi assolutamente insufficienti. Non mi ha preso non mi ha stupito

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER
Un legal thriller uscito male, con una regia sufficiente per carità, e anche delle buone interpretazioni, ma sapete il caffè allungato con l'acqua? ecco, ha lo stesso sapore e lo stesso fine. Alcune parti non sono superflue, di più. Sembra si voglia arrivare alle 2 ore spaccate, perchè ormai un film (e poi soprattutto un film che vuole essere serio) non può che durare un certo lasso di tempo. Ma è proprio questo eccessivo inserimento di tempi morti, particolari insignificanti e dialoghi sconclusionati che danneggia il film. Sembra sempre che stia per arrivare ad una svolta, gira continuamente attorno al punto (a volte sfiorandolo anche) senza mai però arrivarci pienamente. E' un argomento serio e siamo d'accordo, ma questo film che dovrebbe essere di "denuncia" si sbilancia pochissimo. Fateci caso: 2 ore......... e cosa sapreste dirmi di Michael Clayton? che "lava i panni sporchi" dei clientì di una società? ...... Grazie, lo sapevo anche dalla trama letta qui su filmscoop. E poi cos'altro fa (a parte prendere pesci in faccia da tutti e andare con la macchina da un posto all'altro?) Cosa pensa di tutto quello che fa? Quali sono i suoi "miracoli"?? Molte cose sono buttate lì, molte non sono neanche spiegate bene. Non per nulla il film parte ponendo quanti più misteri possibili

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER
cercando di interessare lo spettatore e far nascere la curiosità: "com'è stato possibile arrivare a ciò? Cosa sta succedendo?". Ma questo escamotage riesce solo in parte, perchè piano piano che il film va avanti ci si rende conto che molti, troppi particolari, discorsi che potrebbero avere risvolti interessanti, sono lasciati per strada e mai più ripresi. Alla fine, oltre ad una tenue idea di come certi affari sono svolti dalle grandi società, quello che ti rimane è la spiegazione della situazione iniziale.

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Ultima risposta 07/10/2007 23.36.18
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