La battaglia navale delle Midway, combattuta fra il 4 e il 6 giugno del 1942 vide la marina militare americana respingere la Marina imperiale giapponese.
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Mi ha sorpreso, vedendolo da poco su Netflix, per la bassissima qualità degli effetti speciali. Sembrava di assistere ad un gigantesco videogioco. I caratteri dei personaggi sono al solito tagliati con l'accetta in questa americanata firmata da Roland Emmerich, una cosa vomitevole soprattutto per i giorni nostri. Perfino Perl Harbour, film di parecchi anni più vecchio, sembra fatto molto meglio. Il ritratto delle donne di allora, dolci donnine del focolare, posto con il solito velo "eroico", è addirittura imbarazzante. L'unico a salvarsi è il personaggio dell'ammiraglio Nimitz, interpretato con grande equilibrio da Woody Harrelson.
Perfetto seguito, non solo temporale, del Pearl Harbor di Michael Bay. In termini di bruttezza infatti i due film si somigliano. Personaggi vuoti che fanno la guerra al centro di continui effetti speciali, non cosi eccezionali oltretutto. Il film si segue perche dal punto di vista storico ti regala alcune informazioni su persone coraggiose veramente esistite. Ma per tutto il resto è un "buco nell'acqua". La solita Americanata stile Bay...ops Emmerich...
Emmerich cerca di fare un film aderente alla storia, pur con tutte le implicazioni narrative che si impongono nel fare film di questo genere. Il regista rimane imprigionato in questo meccanismo fatto di vertigini visivo/sonore. Inizia in maniera lineare, dando risalto a quello che è stata la chiave per la vittoria delle Midway, cioè il lavoro dell'intelligence, ma il suseguirsi degli avvenimenti si fa gradualmente più confuso e si perde facilmente la bussola. Si sacrifica molto sull'altare della spettacolarità, perdendo quell'aderenza che era e rimane più nelle intenzioni. Rimane il classico blockbuster acchiappasoldi, senza avere le possibilità molto più sperimentali di un Dunkirk, per esempio.
La battaglia di Midway presentata in stile videogame, con una computer grafica spesso inferiore a quella di Pearl Harbor di 20 anni fa, con cieli sbavati, ambienti e paesaggi ultra fake, navi che non danno mai la sensazione di "pesare" e così via. Se piace il genere e non si va troppo per il sottile, si può anche guardare.
Dopo la prima metà mi son'accorto di non aver capito il piano della controffensiva statunitense, dopo la seconda metà che non avevo capito le vicissitudini di troppi personaggi. Un esperto di blockbuster come Emmerich non ha saputo fornirmi una sceneggiatura che non fosse caotica o che mi tenesse abbastanza concentrato per seguirla.