miracolo a sant’anna regia di Spike Lee USA, Italia 2008
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miracolo a sant’anna (2008)

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locandina del film MIRACOLO A SANT’ANNA

Titolo Originale: MIRACLE AT ST.ANNA

RegiaSpike Lee

InterpretiJohn Turturro, James Gandolfini, D.B. Sweeney, Laz Alonso, Walton Goggins, Malcolm Goodwin, Omari Hardwick, Valentina Cervi, Pierfrancesco Favino, Lidia Biondi, Omero Antonutti, Chiara Francini, Sergio Albelli, Joseph Gordon-Levitt

Durata: h 2.40
NazionalitàUSA, Italia 2008
Generedrammatico
Tratto dal libro "Miracolo a Sant’Anna" di James Mc Bride
Al cinema nell'Ottobre 2008

•  Altri film di Spike Lee

Trama del film Miracolo a sant’anna

Il film racconta la dolorosa vicenda della strage di Sant'Anna di Stazzema, paesello della Toscana dove i soldati americani combatterono contro i nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale.

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Voto Visitatori:   6,07 / 10 (87 voti)6,07Grafico
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Voti e commenti su Miracolo a sant’anna, 87 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

inferiore  @  08/02/2010 18:47:37
   7 / 10
Un film sulla seconda guerra mondiale che esce dalla solite linee molto rigide del genere.
Praticamente tutto curato nei dettagli, però siccome necessito di fare il pignolo dico che i dialoghi sono leggermente lasciati al caso, ma per una volta cercherò di soprassedere. Un film con tante emozioni da trasmettere, girato bene da Lee e con un cast ottimo (adoro Favino). Sicuramente da vedere, cercando di non soffermarsi troppo sull'ultima scena ai limiti del trash.

P.S Una domanda leggendo i nomi del cast nella scheda-film del sito: James Gandolfini me lo son perso solo io?

3 risposte al commento
Ultima risposta 08/02/2010 19.27.13
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outsider  @  22/09/2009 18:39:55
   9 / 10
La scena della bambina alla fine mi fa sentire davvero un dispiacere sol se ricordo la scena. Popolo barbaro quello tedesco, capace in rari casi di capire l'errore prima di commetterlo. Ottusi e cattivi questi crucchi. Le cose orripilanti furono commesse anche dagli italiani, è vero, così come dalle frecce ungheresi ( ricordo il povero grande eroe Perlasca) e da altri. Però la malvagità in grandi numeri dimostrata dai crucchi è stata superata nella storia solo da alcune genti dell'est e dagli slavi. Lasciate perdere il Vietnam. Quella è un'altra storia. Non confondiamo le marionette della guerra con la natura malvagia che estrinsecava un'ideologia sbagliata. Scrivo ueste cose poichè in molti hanno criticato con varie argomentazioni il genio di Spike Lee che ha voluto racchiudere in una visione di mista fantasia la realtà della connivenza e del tradimento mercenario di alcuni italiani. Questo accadde realmente, magari non a Sant'Anna, ma altrove.
Grande Spike!

19 risposte al commento
Ultima risposta 29/06/2011 11.47.42
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LoSpaccone  @  08/08/2009 19:18:56
   5 / 10
Lasciando da parte le critiche, che quando fatte in modo strumentale (cioè quasi sempre) sminuiscono il valore e il ruolo del cinema, giustificabili e comprensibili solo se mosse da chi ha vissuto da vicino tragedie come quelle di Sant’Anna di Stazzema, il film di Lee non mi convince affatto. La sceneggiatura è pessima e probabilmente lo è anche il romanzo da cui è tratta: troppo dispersiva, con personaggi tratteggiati male e soprattutto con quegli odiosi spunti romanzeschi (con i quali si apre e si chiude il flashback), troppo accentuati per essere credibili e che rendono la storia ancora più pretestuosa. Inoltre la tematica razziale sulla quale il film dovrebbe essere costruito è affrontata con una retorica banale e sciatta. Paradossalmente il film è apprezzabile (almeno nelle intenzioni) proprio nella parte che qualcuno ha tacciato come “revisionista”, e cioè in quel capovolgimento dei ruoli tra partigiano e nazista che poteva rivelarsi come una soluzione narrativa azzeccata ma che in realtà è sembrata troppo artificiosa e approssimativa. Si salvano solo la fotografia e qualche bella sequenza di guerra.

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Ultima risposta 18/08/2009 07.14.20
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floyd80  @  16/04/2009 21:28:56
   5 / 10
Che spreco!
Prodotto dalla Rai, con un grande regista americano, con attori (sembrava) bravissimi.
Invece è un film noioso, con poco spessore dei personaggi e sinceramente la questione razziale è troppo tirata per i capelli.
Si salvano solo i primi due minuti, che peccato.

3 risposte al commento
Ultima risposta 29/04/2009 09.12.47
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benzo24  @  03/03/2009 12:34:31
   4 / 10
spike lee ha sicuramente del talento ed anche alcune sequenze di questo film pasticciato e confuso lo dimostrano...ma il film è veramente insostenibile...forse se lo intitolava 4 neri all'inferno era meglio.....la teoria di lee è questa: nella seconda guerra mondiale i cattivi erano i tedeschi, gli americani bianchi, i partigiani italiani e pure i fascisti...non salva nessuno...certo salva i neri! come al solito e salva pure valentina cervi, lei i neri se li sarebbe fatti tuttii!!

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Ultima risposta 26/06/2011 16.41.57
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JOKER1926  @  12/02/2009 12:19:21
   7 / 10
"Miracolo a Sant'Anna" di Spike Lee è una pellicola recente (Genere guerra/drammatico/storico) che tratta tematiche di guerra, siamo negli anni quaranta, l'Italia è "ubriacata", violentata dalla presenza di americani, tedeschi e partigiani…

Gli americani (o meglio, gli afroamericani) sono stati scelti per la spedizione in Italia, i soldati neri nel loro paese sono stati sempre umiliati, mortificati, essi costretti a marciare nella penisola Italiana cercano paradossalmente di "auto crearsi" un alone di gloria, esuberanza…
In questo periodo in Italia nasce il movimento di rivolta, uomini senza logica cercano di portare ordine e disciplina, ma la loro azione di violenza danneggerà tutta una popolazione… Signori ecco a voi i partigiani…
A completare il grottesco quadro ci sono i tedeschi che cercano di schiantare il movimento partigiano…

Grosso modo la trama è questa, il regista usa, o meglio "manipola" la storia di Sant'Anna e narra episodi nuovi, il regista introduce degli episodi, delle vicende un po' "fantastiche" e addirittura false.
Ma il regista purtroppo qualche "passo" del genere doveva pur farlo, infatti per rendere la sua pellicola "dinamica", scorrevole è costretto a introdurre degli elementi particolari; la storia del bambino è importante nell'economia concettuale cinematografica di Lee, infatti il bambino è il "gancio", Angelo infatti è indispensabile nell'"operazione revisiona mento", grazie al ragazzo il regista ritorna indietro nel tempo e delinea la sua storia…

Quando si trattano tematiche belliche, storiche a volte le incongruenze (vuoi per necessità, vuoi per incapacità) ci sono, inoltre ci sono da segnalare tantissime forzature che nel complesso tolgono qualcosa al film.
La storia vede come protagonisti la combriccola di neri che "girovaga" goffamente per la Toscana, essi quasi sono figure "evangeliche", i neri potevano essere un po' più "grezzi", la loro figura doveva essere più "ruvida", in parte il tutto doveva essere costruito meglio…
I tedeschi invece sono stati almanaccati in buon modo, altri film descrivono l'esercito tedesco come un esercito di ferro, cinico, crudo…
Ma si può notare tutta la "noia", la rassegnazione, l'umanità dei tedeschi che cercano un' "oasi" di pace, questo concetto è sviluppato all'inizio del film. (è grande gesto di filantropia verso il finale!)
La figura dei partigiani trasmette angoscia, si viene a formare un' area di preoccupazione, la comitiva come accennato in precedenza porterà morte e distruzione, il (pseudo) movimento partigiano è una sorta (in chiave metaforica) di carro armato che marcia ad occhi chiusi sul terreno del nostro popolo e schiaccia tutti bambini, tedeschi, vecchi, donne…
Questo "movimento" è la vera carneficina!

Il regista per "armonizzare" la pellicola usa il bambino, (tale ragazzino mi ricorda passivamente quello della "Vita è bella") non mancheranno scene ampollose, e non è tutto…
Infatti con l'introduzione di questo soggetto entra in scena l'elemento "fantastico", alcuni episodi risultano essere troppo grotteschi, "barocchi" e dunque non veri…
Inoltre il film ricorda "Full Metal Jacket", e questo è un pregio!
E' importante notare la vita nella "trincea", i soldati si incazzano e cercano di salvare la proprio pellaccia, essi sono stremati, vogliono scopare e sono lontanissimi dalla loro terra…

La parte più importante è quella centrale, in questo "troncone" di film si sente,si tocca praticamente in modo concreto la sofferenza della guerra, in questa fase sono "scandite" le personalità di vari personaggi, le povere donne vecchie straziate ma quasi "abituate" a soffrire, le ragazze senza marito (soldati morti in battaglia)…
Ma la vera figura, l'icona interessante è più profonda è quella del vecchio Fascista…
Il signore porta avanti la sua mentalità Fascista, in quel periodo non era facile, molti detestavano il Fascismo (uomini di poca fede), ma il "nostro" vecchio rimane sulle sue e non si fa fottere dalla confusione, dalla rozzezza generata dai partigiani e in parte dai tedeschi…
Il titolo del film ("Miracolo a Sant'Anna") è in pratica il miracolo che si verifica verso la fine del film ove il bambino (importante è il concetto di "invisibilità" trattato con "vivacità" dal soldato nero in precedenza con Angelo) riesce a sopravvivere al disastro…
Il pezzo finale del film è molto violento (la violenza nel film infatti non mancherà!), morti, sangue e drammaticità…
Il vecchio dinanzi ai tedeschi mostra con orgoglio la sua Mentalità Italiana… Noi Siamo Fascisti!
Ecco la frase importante che dona al povero uomo un po' di gloria persa purtroppo in questo mondo di accattoni…
Dopo questa convulsa, barocca storia si ritorna al presente, episodi sbrigativi e quasi forzati ci guidano verso un finale magniloquente (fotografato in modo superbo) e poco reale… Ma in effetti un finale fastoso può starci…

Dopo aver elencato la parte concettuale del film è importante lodare la parte tecnica…
Fotografia ineccepibile, ambientazioni, costumi curati in modo superbo; le uniche pecche sono la colonna sonora (leggera, irritante, inopportuna) e forse alcune recitazioni… (ma anche il cast in linea di massima soddisfa)

"Miracolo a Sant'Anna" è dunque un film particolare, il regista cura anche la tematica razzismo e confeziona un omaggio (anche se il film come detto è fastoso e a tratti falso), una sorta di ricordo alle povere persone innocenti (ovvero i civili) decadute vergognosamente sul proprio suolo di appartenenza per via di concezioni "trasportate" in luride pratiche partigiane...

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Ultima risposta 14/02/2010 16.59.54
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Parsifal  @  08/02/2009 00:51:40
   4 / 10
Questo film mi ha fatto nascere alcuni quesiti.
?Scusate ma qual'e' il Miracolo?
?Una donna Italiana con un Nero nel '44 in Italia durante la guerra?
?Italiani e Americani si capiscono perfettamente?
?La strage e' colpa di un Partigiano?
?2 milioni di cauzione per primo omicidio ma puo' espatriare?
?Perche' tirare in ballo la guerra se non si voleva approfondire l'argomento?
Pero' ha anche alcuni pregi:
la denuncia del razzismo dei bianchi-americani nella seconda guerra
una bella fotografia ed e' scorrevole anche se piuttosto lungo.
Controverso avrei potuto dare di piu' ma......mi aspettavo di piu molto di piu'

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Ultima risposta 27/04/2009 16.23.40
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thegame90  @  28/10/2008 19:11:01
   10 / 10
com'è possibile che un film del genere non abbia NEANCHE la sufficienza!?!?!?
questo è un capolavoro, appassionante, di lunga durata ma che non annoia mai. per quelli che dicono che miracolo a sant'anna è un'offesa alla memoria: ma pensate veramente che ci saremmo liberati solo grazie ai nostri partigiani?? ignoranti

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Ultima risposta 29/04/2009 23.04.18
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PaulTemplar  @  23/10/2008 17:02:36
   1 / 10
Un film che è un insulto alla storia, all'intelligenza e che è solo un pout pourri di altri film, come Il miglio verede.
Molto meglio Vanzina

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Ultima risposta 05/11/2008 16.02.38
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Piergirgio  @  15/10/2008 14:40:04
   3½ / 10
Un film bruttissimo...D'altronde il voto dice tutto!Ennesima schifezza del "maestro" (ma de che?) Spike Lee:la storia è iperscontata,i personaggi sono stereotipati,i dialoghi pessimi!Per non parlare della scena finale,che rasenta la demenza...A salvare il film dal disastro totale è solo una fotografia discreta...Sconsigliatissimo

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Ultima risposta 25/10/2008 14.42.36
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castelvetro  @  12/10/2008 20:13:27
   8 / 10
Oggi al cinema astra a modena ci sono stati i Botti
e metà film è saltato il dialogo di Favino e tutti si sono
inca.z.zati a nastro...

Questo è un film che regala scene davvero toccanti
da una parte, dall'altra delude con scelte a tratti bizzarre
a tratti discutibili.

Imbarazzanti per esempio i discorsi dei soldati americani,
ok, forse veritieri, ma Spike... Se devi farci sopra un film caz.zo...
Come anche la storia di inchi@ppettarsi la tipa... Ma per favore!
Siete in guerra caz.zo!

La scena del massacro e quella della preghiera, i costumi,
la fotografia comunque sono davvero spettacolari.
Come anche la scelta degli attori, tutti azzeccati
nelle loro parti. Il vecchio prima di tutti... E' il migliore...

Un film che dura un sacco di tempo comunque, ma non sembra
affatto perchè intrattiene parecchio e provoca anche un sacco
di emozioni.

La colonna sonora a volte fa sbuffare perchè è una continua tiritera
che perdura decine e decine di minuti e sembra non finire mai...

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Ultima risposta 08/02/2009 15.35.23
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Supergiaf  @  11/10/2008 22:27:46
   7 / 10
Un film certamente da vedere non fosse altro per la polemica dell'ex fascista ed ex razzista (firmo' le Leggi razziali di Mussolini) Giorgio Bocca.Spike Lee ci fa vedere come tra i cosidetti partigiani c'erano degli squallidi personaggi, come anche fra i tedeschi albergasse l'animo umano, come i soldati di colore rappresentassero la migliore democrazia americana.Un bel rimescolamento delle carte.Per il resto ci sono tanti spunti davvero originali:la religiosità del film e della gente, un certo dialoghismo quasi parodistico viste le situazioni drammatiche.Ovviamente il 99% degli italiani non conosceva la Strage di Santa Anna di Stazzema innescata dalla sconsideratezza dei cosidetti resistenti come per le fosse ardetaine.Ci voleva un regista di colore e americano per aprirci gli occhi dopo i capolavori di Gian Paolo Pansa.

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Ultima risposta 12/10/2008 19.57.50
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Gruppo REDAZIONE amterme63  @  11/10/2008 00:08:18
   7 / 10
E’ un film in cui si cerca soprattutto di affermare certe idee e principi, principalmente quelli del diritto/dovere da parte dell’etnia di colore degli Stati Uniti di far parte integrante della vita sociale e morale di quella nazione; il grande valore che ha la spiritualità nella vita di ogni singolo uomo; la constatazione che il bene e il male sono diffusi in egual misura in ogni gruppo di persone. Quello che preme a Spike Lee è dimostrare queste tesi e per questo nel film passano in secondo piano veridicità e esattezza storica, come pure la plausibilità delle sceneggiatura. La storia soffre perciò di tanti difetti, ingenuità e incongruenze che tanti prima di me hanno fatto notare. I personaggi sembrano fatti apposta per rappresentare qualcosa, più che essere persone in sé.
Quello che riscatta il film è il fatto che dietro tutte queste forzature ci sono emozioni, sentimenti, situazioni molto intense, molto vere. A ciò si aggiunge un’ottima recitazione da parte di tutti gli attori, una buona fotografia e alcune scene chiave che lasciano il segno e che non si scordano, anche se ogni tanto (soprattutto nell’artificioso finale) si ricorre alla lacrima facile. Comunque, il modo “vero” con cui vivono i personaggi e l’ottima resa visiva e emotiva della guerra bastano per uscire soddisfatti dal cinema e portare con sé qualcosa in più che prima non avevamo.
Il perno intorno a cui gira il film è l’insensatezza del pregiudizio razziale in USA. Nel film le persone di etnia nera dimostrano di essere più attaccate ai valori fondanti americani dei bianchi stessi. Combattono e muoiono da eroi, nonostante la propaganda disfattista dei tedeschi e il disprezzo dei commilitoni bianchi. I neri poi sono più attaccati a Dio degli altri (grande onore per un americano). Addirittura c’è il capo della pattuglia dei neri (il protagonista) che riprende un soldato perché non ha un comportamento “retto”, crede solo in valori materialistici e ha un atteggiamento sfiduciato e fatalista nei confronti della società del suo paese. Il protagonista fa da portavoce delle idee di Spike Lee che vorrebbe spronare i neri a credere nella nazione in cui vivono e addirittura a portarne avanti i valori che i bianchi stanno lasciando andare in decadenza.
Gli screzi e le divisioni interne a ogni gruppo fanno capire che non è facile e semplice far affermare idee come quella della tolleranza o della libertà. A tale scopo sono stati introdotti personaggi cattivi nella parte buona e personaggi buoni nella parte cattiva. Fra gli americani c’è il capo-plotone bianco che manda allo sbaraglio i suoi soldati neri e li tratta con disprezzo. Fra i partigiani italiani introduce la figura del traditore che non fa certo onore alla categoria e quindi capisco benissimo le rimostranze di molti commentatori. Inventare qualcosa del genere non fa certo pubblicità a una categoria fin troppo messa a processo negli ultimi tempi in maniera pretestuosa.
Qualcosa che accomuna tutti i personaggi è però la stanchezza e il ripudio della guerra. Certo, si sente il dovere di prendere le armi e difendere quello in cui uno crede, ma che strazio, che distruzioni, che carneficine. No, la guerra è un’esperienza da non ripetere, da non augurare, da non vivere mai più. Su questo non ci piove.
Devo dire, da Toscano, che la parte dedicata ai civili è fatta molto bene. La Lucchesia è sempre stata una zona molto religiosa; le superstizioni, le credenze fantastiche e le leggende erano molto diffuse e la gente ci credeva. Anche il modo di fare della gente, un misto fra il gioviale, il solidale, l’ironico e lo strafottente, è quello normale di tutti i giorni. Devo ammettere che qui Spike Lee è stato molto bravo.

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Ultima risposta 16/10/2008 12.47.30
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  06/10/2008 18:02:39
   7½ / 10
Ok, il cinema bellico sta cercando disperatamente di uscire dagli schemi o di affiliarsi dal "sensazionalismo": dopo l'insuperabile "Letters from Iwo Jima" di Eastwood (ma in questo caso farà fede il pur incoerente "Flags of our feathers") a dirci tutto questo diventa il respiro, insolitamente universale, di Spike Lee, colto a tramandare i furori razziali nel terreno bellico, fuori (apparentemente) dal monolitismo urbano del passato.
E' una "fuga" che cerca di riabilitare e colmare l'assenza dagli schermi della figura afroamericana nella seconda guerra mondiale (e lo stesso bestiario caratteriale dei soldati bianchi divisi in tipologie umane) ma trova il suo percorso in un film dilatato, romanzato, smaccatamente fiabesco, con qualche frammento che cita il Mattatoio 5 di Vonnegut: quel che preoccupa però è l'approccio stilistico del regista, che sembra rileggere Spielberg con lo stesso spirito del nostro Benigni ("La vita è bella").
Un disincanto ora grandissimo, ora furbo, certo del tutto arbitrario davanti all'impegno che reclama allo spettatore per vederlo: contrariamente alla parabola di Angelo e dei tanti "children in war" che affastellano il cinema da decenni a questa parte.

Il risultato è a dir poco spiazzante, ma con diversi momenti sublimi: la sequenza iniziale, con la voce della "nemica" tedesca che si diffonde per tutto il campo (a sfidare i clichè correnti sulla virilità dell'uomo nero tanto per intenderci) e soprattutto l'eccidio di massa davanti alla chiesa: basterebbero queste due sequenze per consegnare il film alla storia. Però...

Però pur con la consapevolezza di un Lee finalmente libero (almeno geograficamente) dai suoi schemi consueti, è pur sempre un regista americano colto a raccontare la Resistenza italiana (enfatizzo il suo significato non le doverose luci e ombre...) con una spudoratezza stilistica piuttosto sconcertante.
Si avverte del manierismo, anche se il realismo finale quasi annienta la novella spirituale della vicenda, e la favola morale finisce per persuadere lo spettatore che si debba a tutti i costi raccontare il dramma della guerra facendo della poesia anche gratuita (v . l'ossessione quasi coercitiva di volerci commuovere nell'epilogo finale).
Forse di questi tempi adattare la realtà ai tempi alle cadenze e al linguaggio di un romanzo è un atto di coraggio: ma tra 5 e 10 è doveroso tagliare a metà, con tanti saluti all'"uomo che dorme"

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Ultima risposta 11/10/2008 00.19.43
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cemsal  @  06/10/2008 15:15:16
   7 / 10
Il film non è affatto male (per lo meno la parte principale ambientata in Toscana). Concordo con chi giudica "imbarazzanti" alcune cose (il finale - processo e bahamas..., la femmina vogliosa che tenta in tutti i modi di farsi il nero - irrealistico se si pensa che siamo nel '44) ma nel complesso il film emoziona e, soprattutto, ha il pregio di parlare di un massacro troppo spesso dimenticato, quello di sant'anna di stazzema.
Inoltre tocca tantissimi temi, e in primo luogo le differenze: di colore, di lingua, di pensiero; credo sia un film per gli americani, come la maggior parte dei film di Lee, più che per il pensiero europeo, ma alla fine risulta godibile e lascia belle immagini.

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Ultima risposta 06/10/2008 15.31.17
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ilMoralizzatore  @  06/10/2008 14:32:35
   7½ / 10
Albert Kesserling, comandante supremo delle forze tedesche del fronte italiano dal 1943 al 1945, è citato nel film come colui che emanò il seguente ordine: "per ogni soldato tedesco ucciso da un partigiano verranno uccisi 10 civili italiani a discrezione del comandante presente". Occorre fare un po di chiarezza su questo punto. Kesserling, come scrive nel suo libro "soldato fino all'ultimo giorno", dice di aver fatto il possibile per contrastare il pericolo partigiano senza che la popolazione ci rimettesse, ma che le responsabilità per i massacri andrebbero attribuite perlopiù ai partigiani e non all'esuberanza delle truppe germaniche. La verità sta nel mezzo...Le azioni partigiane erano molto odiate dai tedeschi tantochè si creo un corpo di SS specifico a contrastare questo fenomeno. Il comandante di questo corpo era sotto il comando di Kesserling ma aveva una responsabilità propria (cioè Kesserling non aveva potere su di loro). Praticamente avevano carta bianca, e come si vede nel film durante il massacro aspettano l'ordine dal comando per accollarsi la responsabilità delle loro azioni. Le SS "erano uno stato nello stato" e dipendevano direttamente da Hitler passando per Himmler. In parole povere la Germania si prodogò molto per estirpare i partigiani dall 'Italia e questo lasciò senza ombra di dubbio spazio ad azioni (non giustificabili) esasperate contro la popolazione figlie della rabbia provata per questi "terroristi". Dalla parte loro i partigiani con la loro sola presenza in un paese o città mettevano a repentaglio la vita della popolazione senza contare che molte testimonianze desrivono gruppi di essi come "peggio dei crucchi". In guerra non ci son santi....
Chiarito ciò resta il film. Colonna sonora fuori luogo ed errori "grossolani" (es. una raffica di MG42 a distanza di pochi metri avrebbe letteralmente dovuto tagliare a metà le persone) non compromettono il film eccessivamente. La storia tra il bambino e il soldato la trovo piacevole come la vicenda dell'omicidio secondo me è ben pensata. Costumi, sceneggiatura e ambientazioni molto buone. Buoni anche i dialoghi ma resta l'interrogativi di come facessero a capirsi tra di loro. Fuori luogo trovo "soltanto" la polemica razziale tipica dei film di Lee. In guerra non ci son santi...neppure santi neri.

17 risposte al commento
Ultima risposta 11/12/2009 10.33.50
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Gruppo STAFF, Moderatore Invia una mail all'autore del commento stefano76  @  05/10/2008 00:35:27
   3 / 10
Spike Lee dev'essere impazzito. Un giorno dovrà spiegare al mondo perchè ha realizzato questa boiata, venedola a girare proprio qui in Italia.

Uno dei film più brutti che abbia visto negli ultimi anni, una favoletta improponibile e imbarazzante, ambientata in un contesto storico che ha causato critiche (tutto sommato ingiustificate) perchè modifica inserendo elementi di fantasia un fatto storico realmente accaduto, la strage di Sant'Anna.

Spike Lee dirige (ma è davvero lui?) una sceneggiatura intricata, contorta e ridicola, dove soldati americani e civili e partigiani toscani comprendono perfettamente e allegramente le rispettive lingue (ma nessuno, misteriosamente, è poi in grado di tradurre cosa dice un soldato tedesco...) e dove antiche leggende locali, siparietti dialettali tipicamente italiani, una vicenda corale e temporalmente dilatata stile "Le ali della libertà", scene di guerra assolutamente americane e una spruzzatina di paranormale mistico-religioso si fondono tra loro in un pasticcio di due ore e mezza che termina con la telefonatissima scena conclusiva, girata di fronte al mare delle Bahamas (ma che c'azzecca??).

Musiche da torcibudella e recitazione fuori dalle righe di tutti gli attori italiani, di cui Lee è incapace di contenerne la strabordante italianità, completano il quadretto.

Inguardabile.

2 risposte al commento
Ultima risposta 06/10/2008 18.10.59
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