Sei un blogger e vuoi inserire un riferimento a questo film nel tuo blog? Ti basta fare un copia/incolla del codice che trovi nel campo Codice per inserire il box che vedi qui sotto ;-)
Okay. Nutrivo enormi speranze per questo "horror" di uno dei massimi registi contemporanei, e non solo orientali o hongkongesi, in circolazione, ma era davvero lecito aspettarsi un horror o thriller che sia da un autore capace di mischiare più generi disparati nello stesso film? Ovvio che no. Ma Tsui Hark ammalia, come sempre. E di horror mantiene solo la linea psicologica, con qualche apparizione fantasmatica che riesce, di tanto in tanto, a fare il balzo sulla sedia, ma ciò che importa a Tsui hark è l'intreccio melò alla base di una trama che poteva essere straordinaria, avendo come centro del mistero, una città orientale sommersa, da dove vengono i fantasmi dell'anima e della mente. Ciò che ne esce è estremamente affascinante, con bellissime inquadrature, fotografia superba dai toni azzurri, ma è poco chiaro nella narrazione. Tsui Hark cerca di parlare di troppe cose, rischiando di confondere e di essere insicuro su dove andare a parare. Il film, nonostante la bellezza superba della visionarietà, scorre lentissimo, quasi letargico, e nonostante la bellissima, ipnotica, Angelica Lee, non riesce a coinvolgere più di tanto, anche per l'incertezza della trama. Un film di transizione, sicuramente ricco di genialate (bella la scelta dei bicchieri numerati, scelta di una sottile inquietudine), ma abbastanza deludente. Tsui Hark, grazie al suo talento, nonostante l'irrisolutezza di quello che sarebbe potuto essere un capolavoro, riesce a mantenere il suo "Missing" a livelli dignitosissimi. Peccato però.