moebius (2013) regia di Kim Ki-duk Corea del Sud 2013
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moebius (2013)

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locandina del film MOEBIUS (2013)

Titolo Originale: MOEBIUS

RegiaKim Ki-duk

InterpretiCho Jae-hyun, Seo Youngju, Lee Eunwoo

Durata: h 1.30
NazionalitàCorea del Sud 2013
Generedrammatico
Al cinema nel Settembre 2013

•  Altri film di Kim Ki-duk

Trama del film Moebius (2013)

Divorata dall'odio per il marito a lungo infedele, una donna cerca di vendicarsi ma finisce con l'infliggere una grave ferita al figlio, prima di scomparire per il senso di colpa che ne consegue. Ritenendosi responsabile dell'infermità causata al ragazzo, il padre decide di evirarsi e di dedicarsi esclusivamente al figlio. Con il passare del tempo la situazione sembra ritornare lentamente alla normalità quando, in seguito all'improvviso rientro della moglie a casa, l'intera famiglia è condotta sull'orlo della più terribile delle distruzioni.

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Voti e commenti su Moebius (2013), 22 opinioni inserite

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Javier81  @  03/05/2020 22:15:55
   6½ / 10
Film controverso di Kim, diretto e malato se vogliamo. Nonostante non sia uno dei migliori riesce a colpire per l'argomento trattato, l'originalità e la messa in scena "muta" della storia (dopo "l'arco" kim può fare quello che vuole per me) che prosegue tra dramma, erotismo e se vogliamo un pizzico di grottesca comicità. Ciò che non va è forse una superficialità nella sceneggiatura (e non solo) che non ho mai visto nelle sue opere. Ha fatto il compitino dove anni prima invece avrebbe forse fatto un film epico, o perlomeno di gran lunga migliore. Peccato.

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  03/05/2019 18:15:24
   7½ / 10
Il cinema del silenzio di Kim Ki-duk accosta il registro farsesco e mette in scena un dramma surreale che è una sorta di parodia della tragedia edipica. Scarno nella messa in scena e nella fotografia, ma potentemente disturbante; Kim Ki-duk si conferma un grande autore.

Spera  @  22/03/2018 15:00:24
   8½ / 10
Basta leggere la trama qui sopra per capire che questo film muto regalerà sorprese a non finire.

Dramma famigliare senza eguali?
Sessualità nelle sue forme più perverse?

Purtroppo c'è chi ha parecchi problemi a vivere la propria sessualità per diversi motivi, qui estremizzati dalla perdita del proprio membro...ma mettetevi nei panni di chi ha davvero dei problemi seri e non riesce a viversi la propria sessualità?
O che magari deve fare cose strane per potersi eccitare?
Mi ha ricordato per molti aspetti il "Visitor Q" di Miike anche se i due prodotti sono molto diversi.

Dopo l'incidente sul set di "Dream" probabilmente qualcosa è cambiato.
Kim resta comunque un gran regista e questo film l'ho apprezzato tantissimo.

Starne alla larga chi non ama film senza dialoghi e con trame strane: questo film è un dramma weird sulla sessualità che vi darà molto fastidio e vi causerà disagio.

DarkRareMirko  @  20/11/2017 23:49:01
   6½ / 10
Film quantomeno spiazzante, weird, anomalo, muto, realizzato da un Ki-duk non troppo ispirato.

Tematiche ed argomenti cercano lo scandalo facile, la vicenda è poca cosa, ma comunque non ho provato noia ed una certa inquietudine, o perlomeno un pò di disagio, si prova.

A quanto pare però i tempi di Ferro 3 paiono terminati...

Neurotico  @  02/06/2017 10:24:01
   7½ / 10
A questa gemma di malsano e nero fallocentrismo manca forse un pò di coesione e serietà, ma il suo fascino sta anche qui, cioè nel suo essere sensazionale e disturbante anche in modo grottesco e delirante.
Kim Ki-Duk mi sorprende, credevo fosse capace solo di film patetici (ma ne ho visti solo una manciata), ma qui diventa un cantore della sofferenza dei corpi umiliati e offesi, resi incapaci di amare, se non attraverso un catartico autolesionismo che porta all'orgasmo.

GianniArshavin  @  27/05/2017 12:30:19
   6 / 10
Moebius è un film scritto e diretto da Kim Ki Duk nel 2013, sicuramente uno dei più discussi del regista, visti i temi e la messa in scena fuori controllo adoperata.
Sono tanti quelli che dal post Ferro 3 (2004) parlano di un calo creativo dell'autore asiatico, malgrado la vittoria del Leone D'oro con Pietà (2012). Proprio in Moebius parecchi vedono il punto più basso della carriera del regista, a causa di una storia che presta il fianco alla ripetitività, al nosense e a tratti al trash.
Per inciso, non appartengo al club di quelli che parlano di un Kim finito e ormai privo di idee, e nel complesso Moebius mi è anche piaciuto; tuttavia è innegabile che il cineasta ha osato tanto con questo lavoro non riuscendo ad evitare del tutto le trappole di questa scelta.
La trama è molto particolare, non ci sono dialoghi e come spesso accade con Kim tutto ruota attorno ad una famiglia disfunzionale, che ha problemi di comunicazione dovuti, alla base, ad un rapporto contrastante con la sessualità, vero Leitmotiv della vicenda.
I quattro protagonisti (padre, madre, figlio e amante del padre) sono individui fortemente infelici, che hanno difficoltà a relazionarsi fra loro e che sembrano avere una relazione distorta col sesso; il regista tratta, o almeno cosi sembra, il freudiano Complesso di Edipo, ovviamente utilizzando un linguaggio estremo ed eccessivo. Indubbiamente Moebius è un film complicato, e forse la mia chiave di lettura è errata, tuttavia a visione ultimata i significati che ho estrapolato hanno molto delle teorie freudiane, appunto.
Come detto Kim da pieno sfogo ai lati oscuri della sua poetica, dirigendo un'opera psicologicamente molto forte ed estrema pur mostrando poco delle varie follie commesse dai protagonisti: purtroppo questa scelta non ripaga al 100%, e se in alcuni momenti il disagio e lo shock ottengono l'effetto sperato, in altri frangenti il risultato non è dei migliori, sfiorando appunto il trash involontario.
Kim Ki Duk con Moebius ha certamente puntato in alto, ha provato a realizzare un film eccessivo e rischioso azzardando non poco, scelta che merita lodi almeno per il coraggio. Che dire allora di quest'opera? Ci troviamo di fronte un titolo che mescola estremo e cinema d'autore, un film malato che oscilla fra disagio, turbamento e ridondanza. Dare un giudizio obiettivo è assai arduo.

sottopressione  @  30/05/2015 11:21:32
   6½ / 10
Mi ha un pò deluso questo film, perchè essendo del maestro kim ki duk mi aspettavo molto di piu. Non so ho l'impressione che dopo pietà sia un po in calando. Zero dialoghi e per la tematica - sessualità e tutto ciò che e' collegato al pene - ci può stare, però non ho colto quell'urgenza del cuore sua solita, mi è sembrato un guazzabuglio di idee riversate su pellicola ma senza che venissero fuori dei sentimenti ben precisi come in suoi altri film che ho amato come Ferro3, Primavera, l'arco o Big Bang juvenile A. Una chiave di lettura ben definita la dà, ma ripeto abituato a capolavori suoi questo perde molto. Fosse stato di un altro regista lo avrei apprezzato di piu. Nota di merito per l'attirce donna che fa sia la moglie che l'amante. Notevole e irriconoscibile.

alex94  @  03/06/2014 20:10:40
   8 / 10
Primo film che vedo di Kim Ki Duk e devo ammettere che mi è piaciuto molto.
E un film molto particolare in quanto totalmente privo di dialoghi e abbastanza violento per essere un drammatico è un film molto angosciante e in alcuni momenti disturbante ma anche molto poetico e ben recitato.L'unica critica che gli muovo riguarda alcune forzature nella trama che comunque non compromettono la qualità del film.

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Doctor Feelings  @  21/03/2014 20:36:11
   8 / 10
Film altamente selettivo e non per tutti, in particolare non per quelli che non conoscono il regista coreano o che sono estranei alla sua poetica. Moebius è un film coraggioso, difficile da digerire, ma al contempo poetico, sublimato in un dialogo privo di parole, dove contano più gli sguardi e i sospiri. Moebius è la ricerca di un equilibrio spezzato, rapito e restituito. Interpretazione magistrale, fotografia pulita e filone narrativo spiazzante: Mebius non vuole compromessi consolatori, e neppure scioccare così come i critici hanno più volte sostenuto. Moebius è una disposizione di spirito, un inno alla vita e al ricongiungimento.

Alex22g  @  12/03/2014 10:42:20
   8½ / 10
Un film assurdo, che spiazza e sciocca ma che mantiene vivo l'interesse fino alla fine . Certo non è un film per tutti e molti rinunceranno a completarlo appena dopo i prima dieci minuti;
ma per me è un film originale e coraggioso, una produzione indie che difficilmente lascerà indifferenti chi è propenso a questo tipo di cinema.
Alcune idee sono completamente assurde ma in linea con le logiche che controllano il film.
Una commedia nera,gore e folle .

CinemaD'Arte  @  24/01/2014 00:05:21
   7½ / 10
"Che cos'è la famiglia? Che cosa sono i desideri? Che cosa sono gli organi genitali? La famiglia, i desideri e gli organi genitali sono un tutt'uno, fin dall'inizio. Io sono il padre, la madre è me e la madre è il padre. In origine nasciamo nel desiderio e ci riproduciamo nel desiderio. Quindi siamo collegati in un tutt'uno come il nastro di Moebius e io finisco per invidiare, odiare e amare me stesso."

Grottesco, malato, puro, disgustoso, vitale; un film sul dolore e sull'ineluttabile e crudele dicotomia insita nell'essere umano: piacere e sofferenza non sono altro che facce della medesima medaglia.

Invia una mail all'autore del commento RubensB  @  17/01/2014 12:16:37
   7 / 10
Spiazzante e coraggioso. Un tipo di film al quale non si è preparati, ne abituati. Essere coreani forse aiuterebbe a capire meglio alcune fasi del film. A mio modesto parere esplora e cerca di dare un contributo all'analisi del complesso di Edipo e naviga senza timone nel tema della realizzazione del piacere fisico, l'orgasmo, come fase essenziale e primordiale dell'essere umano.

_Hollow_  @  11/01/2014 02:43:55
   10 / 10
Mah.
Io m'ero preparato a vedere una ****** assoluta, "una *******ta pazzesca", vista l'aria che tirava. Mi son dovuto ricredere in toto.

Innanzitutto, se si facesse vedere il film ad una persona ignara, questa comunque saprebbe subito dire una cosa: "è di Kim Ki-duk". lo stile del maestro è inconfondibile.

Poi spezziamo un'altra lancia a favore: nonostante il tema, c'è meno nudo di un qualsiasi film di Vanzina. C'è uno strano pudore, impensabile visto l'assurdo tema.
Ci voleva un sacco di classe per fare qualcosa di così "soft" raccontando questa storia. Diciamocela tutta: gli aspetti "scabrosi" non tolgono nulla alla drammaticità.

Oserei dire che sia poetico. E, da un certo punto di vista innegabile, una summa dei capolavori che hanno reso celebre Kim Ki-duk. Sembra un 8 e 1/2 Kimkidukkiano, un Takeshis.
La scena della "masturbazione dello stupratore" è un vistoso richiamo al finale del bacio di Ferro3. E riesce incredibilmente a stupire come quello, nonostante sia il suo estremo opposto, nonostante il loro rapporto sia come quello tra il bianco e il nero, lo Yin e lo Yang. Di Ferro3 penso ci sia pure la stessa prigione, e sul finire spunta una mazza da golf.
C'è pure diversa roba da "Primavera, estate ecc.". Il misterioso buddista della vetrina mi azzardo a dire che sia lo stesso Kim Ki-duk inizialmente. Poi avviene il passaggio di consegne, come nel precedente film. E, come in quello, il sesso porta solo guai, la pace sopraggiunge solo attraverso il Buddha.

In pratica, il maestro è arrivato all'estremo possibile e immaginabile riuscendo a superarsi (nel senso di trascendere i suoi lavori precedenti) e arrivando nonostante tutto alle stesse conclusioni.

Cinema. Forse dell'assurdo, postmoderno e tutto quello che volete ... ma puro cinema.

6 risposte al commento
Ultima risposta 01/02/2014 03.48.44
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Invia una mail all'autore del commento nocturnokarma  @  25/10/2013 12:57:04
   9 / 10
Sorprendente e uno shock per gli occhi e la testa. Kim Ki Duk ripudia il suo stile fatto di pause e sospiri, e un'eccessiva ricerca formale, annullando la parola in un dramma famigliare a tinte gore. Provocatorio, non nuovo negli interrogativi, ma di certo famelico e "assassino" nelle conclusioni.

Un film che dopo quindici minuti o si rifiuta in toto, o se ne resta stregati, come nella miglior tradizione di un regista diseguale, ma sempre sincero, qui probabilmente al punto di non ritorno del suo cinema.
Moebius è un film irripetibile, serio e claustrofobico, senza scivolare nella parodia e rischiando più volte la ridondanza, ti sbatte al muro per l'incomunicabilità di cui si fa portavoce. Un cinema assolutamente non leccato o "solamente" provocatorio, ma di stomaco e sostanza, di cervello e di cuore.

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