mudhoney (1965)

MUDHONEY è caratterizzato da una modellazione dei personaggi, sempre più controversi, strambi e malati. Russ Meyer impara a nuotare nello squallido cinema di serie B, senza ancora dominarlo ma facendosi dominare, perlopiù, e ciò che manca è il senso del divertimento.

Film di Russ Meyer, regista che caratterizzava i propri film con un'ampia dose di erotismo, sesso e anche violenza – ma perlopiù in chiave ironica. MudHoney non è un horror, ma fu considerato tale soprattutto per una scena, quella del linciaggio finale e l'impiccagione in piazza, nella quale si sfoga la violenta vendetta del popolo contro il mostro del villaggio.
Il protagonista buono, Calif, è un ex galeotto, ma anche una persona onesta che vuole ricostruirsi una vita. Grande lavoratore, viene assunte nella fattoria del vecchio Lute e si invaghisce di Hanna, la nipote di costui. Il problema è che Hanna è sposata con Sidney, un redneck perverso, alcolizzato, put.taniere ed anche assassino, che la picchia in continuazione. Hanna e Calif si innamorano, ma Sidney, che attende la morte del vecchio Lute per ereditare la fattoria e i soldi, ne farà di tutti i colori per rovinare la passione tra i due amanti.
Il film è l'esaltazione dell'atmosfera Rednecks. Un paesino della campagna del sud USA, una piccola cittadella popolata da ubriaconi, zozzoni e lavoratori debosciati, che spendono tutti i pochi risparmi al bar o nei bordelli (popolati da biondone bellissime e molto provocanti :-)
Gran quantità di Rednecks ovunque, in questo film i personaggi strani non mancano, predicatori fanatici che scatenano le folle contro il diavolo, sceriffi obesi e pasticcioni, contadini sporchi che non sanno parlare, prostitute prosperose ed oche, con sfruttatrici abiette e senza morale. Personaggi strani ed inquietanti, la cui caratterizzazione fu sfruttata in modo molto efficace nel cinema successivo (Non Aprite Quella Porta ed altri...).

Mudhoney riprende i temi di Lorna estremizzando in maniera ulteriore l'analisi spietata di quell'America rurale gretta e bestiale, dominata da uomini frustrati in preda a pulsioni animalesche verso donne ridotte a puro oggetto sessuale e completamente sottomesse ad un status quo di bassissimo livello sociale, ancora lontano dalla svolta di Faster Pussycat, Kill! Kill!.
Efficace la caratterizzazione dei personaggi a cominciare dagli stessi volti, a volte così grotteschi e caricaturali che certo cinema horror del decennio successivo sfrutterà a dovere (basti pensare al Non aprite quella porta di Hooper). Uno dei migliori film di Meyer con gli ultimi dieci minuti da incorniciare.