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Commedy horror demenziale che ironizza sull'autoreferenziale mondo dell'arte dell'arte contemporanea. Film strampalato, quasi amatoriale nel suo essere realizzato con un budget minimo, eppure nel suo genere risulta un prodotto riuscito.
Prima di "Blue Ruin" e "Green Room", Jeremy Saulnier ha realizzato questo piccolo gioiello, in cui si scaglia contro i finti intelletualoidi e falsi artisti da strapazzo. "Murder Party" è una di quelle pellicole misconosciute e da riscoprire, indipendente, quasi amatoriale e non per tutti, uno di quei film che potrebbe far impazzire il cinefilo più spinto, perchè pieno di dialoghi e situazioni assurde, quest'ultime sempre più frequenti con il passare del tempo, perchè nella parte finale si arriva a discrete dosi di splatter ed a folli uccisioni. Peccato che nel finale si veda un po' la mancanza di un budget che dire misero è poco. "Murder Party" dura solo 74 minuti e alla fine ne vale la pena, però come detto, non è per tutti.
Murder party ha le premesse per un film splatter vecchia maniera alla Peter Jackson, ed in parte lo è nella mattanza finale, ma soprattutto è una commedia grottesca al vetriolo sulle velleità di un gruppo di presunti artisti strambi newyorchesi che cercano di fare arte unendo il tornaconto economico. La vittima designata, il protagonista Christpher, assiste legato ed impotente ad uno stillicidio di dialoghi taglienti e fuori di testa, ovviamente alterati ulteriormente dall'abbondante uso di sostanze stupefacenti. Un Saulnier al suo esordio diverso dalle sue successive pellicole, che mette in evidenza maggiore la sua vena ironica e sarcastica.