Un ragazzo di 16 anni si insinua nella casa di un suo compagno di studi e ne scrive un saggio per il corso di Francese, provocando una serie di incontrollabili eventi.
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Una storia che profuma fin da subito di voyeurismo e di proibito, una costruzione eccezionale che non svela mai più di una carta alla volta, rapendo lo spettatore nel vortice degli eventi senza quasi che quest'ultimo se ne renda conto. Se ci si pensa è la stessa cosa che succede al professore protagonista, a conferma della straordinaria capacità di racconto del regista. In alcuni passaggi sembra di essere di fronte ad un film di Woody Allen ( i battibecchi della coppia borghese, intellettuale ed un pò distratta; il look del professore fatto di occhialoni neri e maglioni sformati che ricorda quello di Woody; i coniugi che si recano al cinema a vedere Match Point ), in altri ad uno di Chabrol, per come la borghesia francese ne esce a pezzi. Sono però influenze e suggestioni abbastanza superficiali, il lavoro di Ozon è maturo in quasi tutti gli aspetti, dalla scrittura alla regia alla direzione degli attori, e fortunatamente è privo di quegli inutili orpelli - solitamente a sfondo sessuale - a cui l'autore ha fatto spesso ricorso in passato. Luchini e Scott Thomas in grande forma ma la vera sorpresa è Ernst Umhauer, che ha proprio la faccia dell'inquietante furbetto.