neruda regia di Pablo Larraín Argentina, Cile, Spagna, Francia 2016
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neruda (2016)

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locandina del film NERUDA

Titolo Originale: NERUDA

RegiaPablo Larraín

InterpretiGael Garcia Bernal, Alfredo Castro, Pablo Derqui

Durata: h 1.47
NazionalitàArgentina, Cile, Spagna, Francia 2016
Generebiografico
Al cinema nell'Ottobre 2016

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Trama del film Neruda

1948: guerra fredda in Cile. Il senatore Pablo Neruda accusa il governo di tradire il partito comunista e viene accusato dal Presidente Gonzalez Videla. Il prefetto Oscar Peluchonneau deve arrestare il poeta che cerca di fuggire dal paese con la moglie. Ispirato dai drammatici eventi della sua nuova vita da fuggitivo, Neruda scrive "Canto General". Neruda vede nella sua storia di poeta perseguitato dal suo implacabile avversario, la possibilità di diventare sia un simbolo di libertà che una leggenda letteraria.

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Voto Visitatori:   7,13 / 10 (15 voti)7,13Grafico
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Voti e commenti su Neruda, 15 opinioni inserite

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Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  21/08/2020 16:57:29
   6 / 10
Opera prosaica e onirica che vorrebbe ritrarre un momento storico del popolo cileno attraverso la vita e l'opera del poeta comunista Pablo Neruda. Una sorta di biopic dai tratti onirico-polizieschi.

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benzo24  @  06/06/2020 18:51:48
   10 / 10
Ho seguito l'aquila, ma non so volare.
E sono lontano.
Ora posso solo tornare nella profondità della terra.
Ho vissuto credendo di essere un Peluchonneau, il figlio dell 'uniforme della polizia.
Tuttavia a volte penso che forse sono stato un Neruda, un figlio del popolo.
Forse mio padre visse in ginocchio, con la faccia sporca.
Forse raccattò quattro monete e pagò per sudare sopra la schiena di mia madre.
Forse sono figlio del grano.
Un'altra testa nera nella storia di milioni di teste nere.
Però muoio bianco, perché nessun altro ha dato la caccia al poeta.
Nessun altro l'ha terrorizzato nella neve.
Nessun altro l'ha fatto ansimare, pentito.
Nessun altro l'ha accompagnato nel suo viaggio.
Non mi importa che mi abbia creato lui, che mi abbia reso un personaggio secondario.
Anche io ho creato me stesso.
E l'ho fatto malissimo.
Mi sono inventato senza vita, solo, senza amore.
Mentre il poeta mi ha inventato furioso, pieno di vento.
E ha anche scritto una morte favolosa per me.
Una morte da poliziotto.
Lenta
Fredda
Con dettagli rossi
Con musica,
Con animali
Con alberi
Con poesia.

Pablo Larrain regista cileno di fronte all'altro Pablo, Pablo Neruda il mito cileno per eccellenza.
Larrain fin da subito rende questo film spiazzante ed inaspettato.
Geniale l'apertura con la seduta parlamentare al gabinetto, dove i discorsi formali che si terranno alla Camera vengono destrutturati dalle necessità fisiologiche dei senatori.
Nessun linguaggio forbito, anzi piuttosto schietto e diretto, in primis da Neruda stesso.
Con lo stesso criterio Larrain destruttura completamente questo biopic, utilizzando la voce narrante del suo antagonista, il poliziotto Oscar Peluchonneau. Questo espediente permette di osservare Neruda nei suoi aspetti piu contraddittori: grandissimo poeta e voce del popolo cileno, comunista convinto, ma anche amante del lusso come il più normale dei borghesi e grandissimo amante di donne, puttaniere e frequentatore di bordelli.

Il film di Larrain ha l'indubbia dote di cambiare la forma in maniera così fluida che quasi non te ne accorgi.
Partendo da un contesto reale, di fatti reali lo rende cinematografico come un noir d'annata, a cominciare dal personaggio di Peluchonneau che sembra uscire da un noir anni quaranta, fino a da donargli un toni che sconfina nell'onirico e nel metafisico come nel finale, dove l'ossessione del personaggio "secondario", il poliziotto, lo svuota al punto da diventare simile ad un personaggio letterario, che nella sua missione di catturare il poeta trova il senso della sua esistenza, diventando un parto letterario forse di Neruda stesso. Il personaggio secondario che vuole trovare legittimazione di fronte al proprio creatore.

aldopalmisano  @  05/11/2017 17:24:49
   8 / 10
La vita di ciascuno di noi è una storia che potrebbe non essere mai esistita. Questo film riscrive una volta in più un frammento della vita di Neruda, ed è bellissimo giocare con i sogni e la realtà proprio come Borges giocava con le sue storie rubate

EddieVedder70  @  29/10/2017 17:31:24
   8 / 10
Tanta "roba" (di qualità) in un solo film. Partenza classica da biopic su sfondo politico, corpo centrale da noir onirico, finale da western crepuscolare con inseguimento (ma senza duello). Larraìn si conferma regista di talento e confeziona un inaspettato ed originale racconto dove (attraverso uno scambio di ruoli) al centro dell'azione c'è il famoso scrittore (Neruda) ma a narrare c'è un (suo) personaggio letterario. Pellicola intelligente, curata nel dettaglio, ottimamente fotografata e ben interpretata dalla solita coppia (Gnecco - Garcia Bernal). Di Larrain ho preferito "il Club" (per il tema trattato), ma la messa in scena qui è superiore. Film meritevole di più attenzione, ma forse non apprezzabile da tutti.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  30/09/2017 14:04:20
   7½ / 10
Trattandosi di Pablo Larraín ero sicuro che sarebbe stato un "normale" film biografico sul personaggio di Neruda, oltretutto primo film in assoluto dedicato al grande personaggio Cileno.
Una storia raccontata da un poliziotto alla caccia dello stesso Neruda, un uomo di legge che forse non esiste veramente come si evince dalle battute finali.
Tanti colpi di genio a livello registico che spiazza dall'onirico al thriller, dalla commedia al grottesco, sempre sorretto da una sceneggiatura acuta e graffiante.
Un film non per tutti forse ma assolutamente di grande valore artistico.

antoeboli  @  10/04/2017 23:57:54
   8 / 10
Larrail ,regista che prima non conoscevo , confeziona quello che si intende un film d'autore di alta scuola.
Un'opera d'arte sulla vita del più famoso artista Cileno del 900' , vissuti attraverso la sua fuga da un poliziotto dall aspetto feroce , ma che lo stesso fa capire di ripudiare gli idealismi della dittatura dell allora presidente Videla.
Quello che stupisce è la sua non noia , nonostante sia un film biografico e mi sono capitate sotto gli occhi mattoni di ore e ore pesanti . Questo invece complice una regia straordinaria e soprattutto dei dialoghi e una dialettica dei personaggi , che da tempo non vedevo , ti fa stare incollato allo schermo .
Finale davvero della ******* come ciliegina sulla torta !

xymox  @  10/03/2017 09:08:35
   9 / 10
Uno dei più bei film che ho visto nel 2016.

Invia una mail all'autore del commento NotoriousNiki  @  24/02/2017 21:49:07
   8½ / 10
Autenticamente fuori dagli standard, i biopic di Larrain inquadrano i propri modelli all'interno dei periodi più bui della loro vita privata e politica, 2 miti amati patriotticamente dai rispettivi Paesi, criticamente esaminati e cinicamente spogliati.

Una Jackie messa alla berlina lungo un Secretum petrarchiano, sul ruolo di madre e moglie, umanizzando la figura della first lady per eccellenza, scevro di intervistatore (che fa da filtro tra lo spettatore e il poeta) in Neruda assurge la figura di Peluchonneau prefetto della polizia incaricato della sua cattura, voce narrante, metacinematograficamente liquidato dall'ex moglie come un 'personaggio secondario' alla mercé del poeta, amato ed odiato da lui stesso, narrato nelle capatine nei bordelli, adulteri meschinamente utilizzati per infangarlo, i quali Larrain non si sottrae dal darne un ampio sfoggio, criticato anche all'interno del partito comunista per i suoi canti utopistici e il suo comunismo borghese (attraverso la figura dell'ubriacona).

Ciò su cui si annida il colpo di genio di Larrain è il soppalcato di generi, permea un realismo magico dettata anche dalla poetica dell'autore trasposta in immagini, all'interno di un biopic che presta il fianco ai mutamenti dei generi cinematografici di quell'epoca, il noir americano nella sua lunga fuga, persino attingendo dagli sfondi artefatti di quel tempo, concludendo con il duello di matrice western nelle Ande imbiancate dalla impervia neve tanto che sarà egli stessa a decretare vinti e vincitori.

marcogiannelli  @  20/02/2017 16:53:38
   7½ / 10
Neruda è un biopic particolare, che ben racconta parte della storia del Cile come solo Larrain sa fare, ovvero improntando il tutto su una sfida, che è innanzitutto politica, ma che ha tanti risvolti. Non per tutti forse.

marimito  @  04/11/2016 20:53:04
   6 / 10
In realtà il film non è stato malvagio, anche se non mi ha molto preso. Ci si perde un po' in un mondo a metà tra quello del vate e quello del comunista fuggitivo, ed in questo perdersi la figura dell'inseguitore apparentemente subordinata a quella di Neruda sovrappone un ennesimo piano ed un ennesimo mondo, il suo, che nn si capisce quanto sia reale e quanto inventato. Insomma una sceneggiatura non troppo semplice da intendere con interpreti che però non si sono risparmiati. Per me Larrain raggiunge la sufficienza, ma non oltre.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  17/10/2016 02:10:14
   9 / 10
Beh c'e' questo Film meraviglioso che non andra' a vedere nessuno malgrado la sua bellezza sia forse irripetibile rispetto al novantanove per cento della produzione cinematografica di quest'anno ("Jackie" dello stesso Larrain ci va vicino ma non lo eguaglia), magari qualche bimbominkia capitato per caso in Sala a vedere Larrain (dovrebbero impedire i Cinema a certa gente) lo stronchera' addirittura, pensando che la sua ignoranza sia frutto di un convincimento personale e autorevole. Lasciamo perdere. Intanto abbiamo un cineasta che e' di gran lunga il piu' attraente e acuto regista del mondo, capace di raccontare una fuga mettendoci dentro un duello western, un feuilleton, e soprattutto un Noir quasi onirico, un psicodramma su due uomini - il Poeta e il suo persecutore (immaginario!?) - alla ricerca della propria identita'. Per intenderci Borges non avrebbe potuto fare di meglio, e non si tratta di esagerazioni a riguardo. Un film che implica un grande impegno morale, prima di tutto (si sa anzi si percepisce che il comunismo di Neruda e' di stampo Stalinista), e ideologico, puo' scatenare dibattiti e manca certamente di un futuro prossimo venturo che vorremmo vedere riletto proprio da Larrain in persona (sul colpo di stato degli Usa contro le elezioni democratiche e l'insediamento di Pinochet, sui rapporti ambigui di quest'ultimo con lo Stato Vaticano). Ma e' anche un film emotivamente coinvolgente per quanto ironico (e vagamente Iconico) raccontato da un grandioso Garcia Bernal che da comprimario diventa Elemento tragico e beffardo della vicenda. Il Neruda di Larrain diventa in due scene memorabili (l'incontro con una ragazzina povera, o una "compagna" ubriaca e disillusa) un'uomo che vive sulla propria pelle la propria Utopia, al punto di credere unicamente al Popolo che, in molti casi, ha perso la liberta' per causa sua. Rischia tantissimo, Larrain, anche la retorica nel l'epilogo post-finale, e invece libera un contraddittorio che e' l'apice del romanzo di una Vita. Pagine di poesie disseminate ovunque, a decantare realta' ("dillo da poeta") o la favola metaforica dove ogni Prigione e' armonioso bisogno di Liberta'. Film spaventosamente bello

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  16/10/2016 23:41:41
   9 / 10
Pablo Larrain regista cileno di fronte all'altro Pablo, Pablo Neruda il mito cileno per eccellenza. Mi aspettavo un normale biopic ed in fondo l'inizio, con la messa al bando del partito comunista da parte del governo filoamericano di Videla, eletto fra l'altro con i voti della sinistra, lasciava suppore un certo andamento, ma Larrain fin da subito rende questo film spiazzante ed inaspettato. Geniale l'apertura con la seduta parlamentare al gabinetto, dove i discorsi formali che si terranno alla Camera vengono destrutturati dalle necessità fisiologiche dei senatori. Nessun linguaggio forbito, anzi piuttosto schietto e diretto, in primis da Neruda stesso. Con lo stesso criterio Larrain destruttura completamente questo biopic, utilizzando la voce narrante del suo antagonista, il poliziotto Oscar Peluchonneau. Questo espediente permette di osservare Neruda nei suoi aspetti piu contraddittori: grandissimo poeta e voce del popolo cileno, comunista convinto, ma anche amante del lusso come il più normale dei borghesi e grandissimo amante di donne, puttaniere e frequentatore di bordelli. Il film di Larrain ha l'indubbia dote di cambiare la forma in maniera così fluida che quasi non te ne accorgi. Partendo da un contesto reale, di fatti reali lo rende cinematografico come un noir d'annata, a cominciare dal personaggio di Peluchonneau che sembra uscire da un noir anni quaranta, fino a da donargli un toni che sconfina nell'onirico e nel metafisico come nel finale, dove l'ossessione del personaggio "secondario", il poliziotto, lo svuota al punto da diventare simile ad un personaggio letterario, che nella sua missione di catturare il poeta trova il senso della sua esistenza, diventando un parto letterario forse di Neruda stesso. Il personaggio secondario che vuole trovare legittimazione di fronte al proprio creatore. Con Neruda Larrain si conferma come uno dei talenti più cristallini al mondo, grazie ad un approccio piuttosto trasversale delle sue opere che ha la qualità di spiazzare e sorprendere. E non mi sorprenderebbe se, insieme a Jackie, si trovasse a competere su due fronti alla prossima notte delgli oscar.

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