niente da nascondere regia di Michael Haneke Francia, Austria, Germania, Italia 2005
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niente da nascondere (2005)

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locandina del film NIENTE DA NASCONDERE

Titolo Originale: CACHE'

RegiaMichael Haneke

InterpretiDaniel Auteuil, Juliette Binoche, Annie Girardot, Bernard Le Coq, Daniel Duval, Maurice Bénichou, Walid Afkir, Lester Makedonsky, Nathalie Richard, Denis Podalydès, Caroline Baehr, Christian Benedetti, Loïc Brabant, Aïssa Maïga, Jean-Jacques Brochier, Paule Daré, Louis-Do de Lencquesaing, Annette Faure, Hugo Flamigni, Peter Stephan Jungk, Diouc Koma, Marie Kremer, Nicky Marbot, Malik Nait Djoudi, Marie-Christine Orry, Mazarine Pingeot, Julie Recoing, Karla Suarez, Jean Teulé, Philippe Besson

Durata: h 1.57
NazionalitàFrancia, Austria, Germania, Italia 2005
Generedrammatico
Al cinema nell'Ottobre 2005

•  Altri film di Michael Haneke

Trama del film Niente da nascondere

Georges, intellettuale borghese che conduce un programma televisivo di letteratura, è un felice padre di famiglia. Le sicurezze della sua esistenza protetta si incrinano quando comincia a ricevere strani messaggi, impossibili da codificare: videocassette con immagini sue e dei suoi familiari ripresi di nascosto dalla strada, inquietanti disegni infantili e violenti. Georges non ha idea di chi possa mandarglieli, ma quando il contenuto delle cassette diventa più personale, appare evidente che il mittente è qualcuno che lo conosce molto bene. Georges è sempre più preoccupato per sé e la sua famiglia, e anche il rapporto con la moglie comincia a compromettersi...

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Voto Visitatori:   6,61 / 10 (80 voti)6,61Grafico
Miglior regia (Michael Haneke)
VINCITORE DI 1 PREMIO AL FESTIVAL DI CANNES:
Miglior regia (Michael Haneke)
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Voti e commenti su Niente da nascondere, 80 opinioni inserite

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BlackNight90  @  05/03/2010 20:41:49
   8½ / 10
Caché. Mai visto un film dove a dominare così tanto è il segreto, il non detto, la reticenza, l'inganno e la bugia; elementi tipici di un thriller, peccato che con Haneke la convenzionalità va a farsi friggere. Il finale, immagino abbia fatto inca.zzare parecchi (non sarà l'ultima volta visti gli altri suoi film), prova ulteriore che l'austriaco se ne frega altamente del pubblico e delle sue aspettative.
Mentono le immagini (già dalla prima inquadratura!), mente in modo vergognoso Georges, il protagonista, in teoria la vittima, quello per cui lo spettatore dovrebbe tenere: ma non ci sono né eroi né innocenti nella visione di Haneke, men che meno i bambini.
Caché, il segreto che svela la fragilità e l'ipocrisia della famiglia borghese, e quindi della società francese (in generale quella europea), che ha dimenticato per convenienza le vere vittime del suo passato da dominatrice: c'è sempre un occhio di riguardo di Haneke nei confronti della Storia (soprattutto quella vista attraverso la tv, come nei suoi precedenti '71 frammenti').
E' un cinema, quello dell'austriaco, che desta sentimenti fortissimi e contastanti, e costringe a ragionarci su per diverso tempo, anche se la sua lentezza esasperante può scoraggiare pure i più valorosi.

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Ultima risposta 05/03/2010 22.07.23
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Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly  @  15/06/2009 14:38:10
   9 / 10
Capolavoro di Haneke, che coinvolge lo spettatore in un processo metafilmico di matrioske, colpendolo allo stomaco con un senso di oppressione quasi insostenibile.
Georges è il senso di colpa per il tradimento di un debole, è la Francia opprimente contro l'Algeria oppressa, è il tiranno menzognero ed opulento contro il suddito ciecamente ubbidiente, è lo scheletro tirato fuori dall'armadio, che si ritrova di colpo nudo come nella

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Georges è l'emblema di ogni oppressione, come rappresentato dalla magnifica scena della telefonata di Juliette Binoche all'amico del proprio figlio, mentre il televisore in sottofondo trasmette una serie di immagini senza soluzione di continuità di deboli vessati (Iraq) o al potere (i Sikh in India), in un quadro di rimandi sottotraccia dal profondo significato simbolico.
Strepitosi gli attori, come sempre con Haneke, che si conferma il miglior regista sulla piazza.

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Ultima risposta 16/06/2009 20.35.05
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR quadruplo  @  25/07/2008 14:10:21
   8 / 10
Geniale e coraggioso.
Dopo i due Funny Games, questo è il film che mi ha convinto a vedere tutta la filmografia di Haneke.
Un dramma mascherato da thriller dove tutto ruota a delle misteriose videocassette di cui non si conosce il mittente. Ma è davvero importante sapere chi le ha inviate?

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Ultima risposta 03/08/2008 12.41.24
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Gruppo COLLABORATORI Gabriela  @  21/07/2008 12:16:02
   8½ / 10
Haneke con questo film scatena un "gioco" e obbliga lo spettatore a partecipare, a tirare le proprie conclusioni. Mostra un terrore invisibile, mai scontato, un continuo stato d’ansia; con un finale che da luogo a mille interpretazioni, perchè il regista gioca costantemente con la realtà e con la finzione.
Le cassette sono forse la metafora dei rimorsi dei protagonisti e della coscienza, quella cattiva; o forse è lo stesso Haneke che invia le cassette nell’affanno di giocare ad essere Di.0 con i suoi personaggi e cercando sempre le reazioni della borghesia.

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Ultima risposta 19/10/2009 13.03.29
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Satyr  @  20/07/2008 20:26:10
   9 / 10
Altro sottovalutatissimo capolavoro di Henake, forse il regista più cinico e psicologicamente spietato che mi sia mai capitato di vedere all'opera. Cachè è un gran film fin dalla prima inquadratura, è l'ennesima incuriosne del regista stesso nell'apparentemente tranquilla famiglia borghese con "niente da nascondere", è un potentissimo atto d'accusa contro un mondo popolato da una violenza spesso inconsapevolmente generata, è un film sulle responsabilità con un parallelismo in cui l'austriaco ci obbliga a riflettere (ma questo, aimè, è un compito assai difficile, specie per un pubblico sempre a caccia di facile intrattenimento) ed è molto molto altro ancora...guardare il film concependo solo la natura thriller dell'opera (con conseguente finale aperto per il quale i più hanno superficialmente gridato allo scandalo) è un errore non da poco. Devastante, autocompiaciuto (questo forse si), inquetante come non mai con una scena madre capace di sconvolgere anche un sanpietrino.

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Ultima risposta 20/07/2008 20.27.05
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Gruppo REDAZIONE VincentVega1  @  09/07/2007 11:38:31
   6 / 10
questo film è un gran bel film, fino al finale, che lascia praticamente tutto in sospeso!! ora la mia domanda è: perchè non spiegare il finale di un thriller?? a cosa serve?? perchè haneke forse vuole che lo spettatore interpreti a proprio modo il film?? è un cavolo di thriller, non mi interessa di farmi delle idee proprie, io voglio sapere come va a finire e voglio che tutti i nodi vengano al pettine!
ci sono rimasto veramente male, peccato, perchè poteva essere un gran film...
lascio i punti che sono rimasti in sospeso nello spoiler, magari qualcuno ne vuole discutere!!

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Ultima risposta 01/04/2010 18.06.11
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  07/11/2006 11:32:36
   7 / 10
Film molto affascinante che tratta vari temi convergenti in quello base che è la rimozione volontaria di un qualcosa di oscuro commesso in passato. Trovo geniale l'inquadratura iniziale, così come trovo spietato il ritratto della media borghesia che esce da questo film. Straordinaria l'interpretazione di Auteuil ed anche quella di J. Binoche. Un film apparentemente freddo, ma in realtà molto intimo e personale, soprattutto perchè lo spettatore è nella posizione di colui che spia la vita di una famiglia in ogni suo aspetto. Unica pecca è la lentezza di alcune scene.

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Ultima risposta 23/06/2008 10.45.40
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bonny0clide  @  02/09/2006 23:50:05
   4 / 10
Premetto ke il film nn mi è piaciuto, forse xkè nn l'ho ben capito, dico la verità! Le recensioni parlano di "...1 film al limite dell'incomprensibilità", credo ke sia vero! Proprio xkè nn ho capito molto di qst film...

MI SAPRESTE DIRE KI HA INVIATO ALLA FINE QUESTE CASSETTE???????????!!!!!!!!!!

X favore rispondetemi!! Vi ringrazio!

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Ultima risposta 08/11/2006 01.32.14
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Gruppo COLLABORATORI martina74  @  27/04/2006 13:15:18
   8 / 10
Difficile commentare questo film, sia perchè già è stato scritto molto, sia perchè lascia effettivamente senza parole, a partire dalla prima inquadratura fintamente rassicurante seppur estenuante nella sua durata, che ci dà immediatamente il metro della cifra narrativa del regista.
"Niente da nascondere" (a partire dal titolo italiano che per una volta rende giustizia a un film) è un lavoro bellissimo e spiazzante, sulla rimozione della colpa, sulla disgregazione della famiglia, sul conflitto tra culture diverse che tuttavia rimane sullo sfondo del dramma personale di due uomini: vittima e carnefice, legati da un avvenimento lontanissimo e doloroso.

E Haneke racconta in modo raffinatissimo la vicenda, spiazzandoci continuamente con depistaggi e scene incidentali che ci portano verso una soluzione che sembra a portata di mano ma non viene mai raggiunta.
Il finale aperto, pur lasciando qualche dubbio, ci presenta una realtà ancora peggiore di quella che avremmo potuto immaginare, lasciandoci senza speranza a contemplare l'abbrutimento della società contemporanea.

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Ultima risposta 27/04/2006 15.33.04
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piernelweb  @  04/04/2006 00:32:49
   4 / 10
Il fatto che un film come "Niente da Nascondere" vinca riconoscimenti a Cannes e trionfi all'European Film Awards è una palese evidenza di come il cinema Europeo sia malconcio e ridotto ai minimi termini. Haneke, alla ricerca dell'opera consacrante, gira un film di una noia mortale che non trova soluzioni convincenti nè nella sceneggiatura nè nell'interpretazione. Poco importa se il finale chiarificatore (mi è stato suggerito che nella scena conclusiva davanti alla scuola si vedono Pierre ed il figlio di Majd dialogare; completamente anestetizzato non me ne ero neppure accorto)sublima "alti" messaggi antirazziali di incerto spessore; un film non può ridursi soltanto a questo: ci vuole una capacità narrativa, uno script, un montaggio, una fotografia, un'interpretazione adeguati ad intrattenere il pur bendisposto e preparato pubblico. Nelle lunghe sequenze fisse non si intravede nessuna grandezza artistica del regista; nè tantomeno negli abulici duetti tra i protagonisti. Evidentemente c'è chi ha aprezzato, ma l'impressione è che in mancanza di arrosto si celibrino patate e cipolle. Caldamente sconsigliato. Voto: 4-

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Ultima risposta 23/04/2006 01.37.09
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR tylerdurden73  @  06/02/2006 10:21:49
   6 / 10
Premetto che mi piace molto Michael Haneke,purtroppo pero' questa volta il regista austriaco mi ha deluso seppur parzialmente...
Ho trovato questo film troppo freddo,non è riuscito a trasmettermi emozioni di alcun genere,a parte un paio di scene in cui si nota tutta la classe del regista...
Non è tanto per lo svolgimento della trama ,che la pellicola non mi ha convinto,credo infatti che le ambizioni di Haneke fossero ben altre rispetto a quelle di girare un noir con soluzione finale dell'enigma,bensi' quelle di mettere in luce il malessere della famiglia contemporanea,acuita dalla presenza di un inquietante avvenimento esterno.
Il risultato ,a mio parere è eccessivamente narcisista,Haneke è bravo,ma qui esagera tentando di strutturare il film in maniera oltremodo criptica quasi ad ostentare le proprie capacita' di filmaker...ritengo inoltre discutibili alcuni spunti della sceneggiatura.
A mio modesto parere un film sopravvalutato,tant'è che anche due attori di gran spessore come Auteuil e Binoche non riescono ad esprimere minimamenta le loro capacita',producendo una recitazione piuttosto monocorde e stralunata.

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Ultima risposta 02/10/2006 13.51.09
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kurtznow  @  06/01/2006 22:59:44
   3½ / 10
ok film veramente bello; per quanto rigruarda coloro che pensano che non ci fosse niente di "giallo" nella trama, mondiale la trovata per farci capire che il responsabile dell''invio delle cassette è IL FIGLIO: ricordatevi quando Auteuil trova la cassetta sulla soglia di casa: lui esce in strada, poi rientra e la cassetta ostruisce la porta - E'' STATA MESSA DA QUALCUNO che si trova DENTRO casa... veramente da brivido hichtcockiano.
Buona visione a tutti
kurtz

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Ultima risposta 06/02/2006 10.31.52
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YaKu  @  02/01/2006 18:54:03
   3 / 10
premetto che:
mi stanno sui ma.roni a prescindere i film francesi e i finali così

alcune domande:


non leggete da qui SPOLIER (come cazz.arola si mette poi)

1 come si fa a vedere un film per due ore e pretendere che lo spettatore stia attento e riconosca due pi.rla in alto a destra

2 il padre immagino si sia suicidato per l'ulteriore umiliazione, oltre che al ritorno dei suoi ricordi di gioventù, se è così per quale motivo il figlio algerino in combutta con l'altro pi.rla avrebbe spedito le lettere? per far poi venire i 5 minuti e far suicidare il padre???

3 l'altro figlio a parte le se.ghe mentali sulle attività sessuali della mamma per quale motivo si sarebbe messo in combutta, solo perchè è un pistola? o c'è di più e io non l'ho capito, perchè se basta il sospetto di adulterio per piantare sto casino, se li beccava che ciul.avano sul divano cosa avrebbe fatto?

tutto questo per dire tre cose:

a) se si velocizzano le inquadrature e i film non durano per forza due ore a volte lo spettacolo ci guadagna

b) se si da 10 a un film così poi non lamentatevi se danno 8 a troppo belli

c) se si decide di fare un film di tale fattura che ci siano sotto almeno motivazioni sociali valide

d) mai a sei anni dire ai genitori che l'amico ha ammazzato un gallo, che poi non ci pensano ne uno ne due e te lo mandano all'orfanotrofio, poi tuoi figlio in combutta col suo te lo fanno suicidare davanti a te da grande

sgrunt

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Ultima risposta 27/03/2006 13.25.20
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JoJo  @  15/11/2005 01:13:25
   8 / 10
Film ben congegnato, ben architettato, con un finale assolutamente inaspettato e sconvolgente che sprigiona una cattiveria inaudita. Haneke è spaventosamente abile nel giostrare tra il sogno, la realtà, e la sua rappresentazione. Sin dalla prima inquadratura (termine che mai fu più appropriato come in questo caso) Niente da Nascondere si presenta allo spettatore impreparato con un colpo di stile che lascia letteralmente di stucco. La trama riesce poi a integrare bene cupezza, tensione ed inquietudine, perché la capacità di raccontare e far capire senza mai veramente spiegare che dimostra il regista è qualcosa d'assolutamente notevolissimo. Il dubbio continua a strisciare, nonostante apparentemente la spiegazione degli eventi sia lì, palese ed evidente, ma Haneke riesce ad instillare in continuazione la sensazione che manchi qualcosa per ricomporre i tasselli che costituiscono la trama, che la soluzione dell'enigma sia dannatamente vicina ma pur sempre irraggiungibile. Solo la fine, con un colpo di scena che non viene nemmeno presentato come tale (un'anonimissimo piano sequenza sopra cui scorrono i titoli di coda), permette veramente di chiudere il cerchio, un cerchio in cui regnano onnipresenti amarezza e cinismo, in cui la solitudine, l'atomismo del singolo individuo nella società moderna viene messo in luce in tutta la sua crudezza. Ed il bello è che questa sorta di fuga in avanti dalle risposte che pare essere uno degli obiettivi ultimi del lavoro di Haneke non permette nemmeno di dire con certezza che la supposizione forse più ovvia di tutte sia effettivamente quella corretta, mentre magari la risposta proprio non c'è ed il regista ha voluto lasciare la trama sospesa, senza chiuderla veramente.
La cosa forse più sconcertante di tutte è che pur essendo un film che s'impronta su relazioni familiari più o meno strette, in questo film l'amore, di qualunque tipo si possa volerlo vedere (filiale, coniugale, fraterno, materno, paterno, e chi più ne ha più ne metta), non esiste. L'unico elemento che almeno in parte sembra avere un po' più di sensibilità rispetto agli altri è forse Juliette Binoche, che però risulta essere quasi di maniera, affettata, insincera: stride al fianco di una serie di personaggi tremendamente insensibili e tragicamente realistici. Un film cinico, malvagio, che descrive in maniera molto originale la devastazione della famiglia moderna, che tinteggia efficacemente il peso insostenibile degli scheletri negli armadi di ciascuno di noi: la verità vien messa al bando, meglio preferirle una bugia, perché l'egoismo di ciascuno impone la sfiducia, e si fa ottimo interprete di questo ragionamento il protagonista, che preferisce agire tra falsità e mezze verità perché non ha il coraggio d'affrontare le carognate del passato. Dopo averle rimosse ed essere riuscito ad autogiustificarsi, a rendersi innocente ai propri occhi, egli chiude gli occhi dinnanzi a tutto, per paura di doversi rimettere in discussione, di dover rimettere la propria vita in ballo ed affrontare la parte di sé di cui va eufemisticamente poco orgoglioso.
Cinico e crudele, Haneke, mentre riesce benissimo nel ruolo del creatore d'inquietudine e tensione (sebbene, bisogna tenerlo a mente, con metodi tutt'altro che ortodossi), fallisce forse nel voler trasmettere la cappa di rimorso latente che opprime il protagonista (che ovviamente nega mentendo, assai poco efficacemente, innanzitutto a sé stesso) allo spettatore, ma, ci fosse riuscito, avrebbe dato luogo ad un capolavoro devastante nella sua maestosità, imponenza e violenza emotiva.
Niente da Nascondere rimane, nonostante questo, un'opera assolutamente sopra le righe.

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Ultima risposta 21/11/2005 00.01.50
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marie  @  14/11/2005 21:18:45
   2 / 10
Brutto e inconsistente, con una storia di una stupidità imbarazzante.
Fa acqua proprio da tutte le parti e il finale poi... senza commento.

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Ultima risposta 19/11/2005 22.15.52
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scottlumber  @  10/11/2005 00:47:52
   10 / 10
A quanto pare chiunque abbia scritto di questo film è rimasto in qualche modo (e comprensibilmente) deluso per il finale aperto. In realtà anch’io l’avevo vissuta così. Ma fortunatamente con me c’era Giulia, la mia ragazza, e lei è una che ha l’occhio aguzzo. Sulle prime, leggendo i commenti di voi tutti, pensavo che Giulia avesse avuto le traveggole, ma poi mi sono incaponito, ho fatto una ricerca su Google e ho trovato la conferma. Nell’ultima inquadratura – attenzione, chi deve ancora vedere il film si fermi qui, faccia solo attenzione all’ultima inquadratura se e quando andrà a vedere il film (andateci!) –, sulla sinistra, il figlio di Majid e Pierrot si incontrano e parlano per un po’ prima di separarsi. Sono loro gli artefici dell’assedio ad Auteil. Entrambi, in modo diverso, vittime dell’uomo del nostro tempo, cinico, mentitore di professione, individualista.

Il film è, a mio modo di vedere, ECCEZIONALE. Non ho condiviso le posizioni di chi l’ha stroncato irrimediabilmente. Anche sforzandomi, non riesco a comprenderle. Non ho trovato il film lento, ma sono rimasto incollato allo schermo per tutte e due le ore, con quella leggera ansia che non ne voleva sapere di abbandonarmi e che, a conti fatti, è la prova più efficace della riuscita del film. “Niente da nascondere” va via che è un piacere. I diversi piani di realtà – i fatti, le videocassette, i sogni – sono accostati da Haneke con lucidità e distacco. Come in Funny Games, il rapporto tra regista e spettatore è un tema fondante del film. Haneke si fa beffe di chi lo guarda e si diverte, è un sadico. Il finale tra le righe fa parte di questa sua concezione del cinema, visto come una vera e propria battaglia tra chi produce e chi consuma.

Non date retta a chi l’ha stroncato, andate a vedere il miglior film di quest’anno!!! (non che li abbia visti tutti…)


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Ultima risposta 23/11/2005 15.47.28
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Gruppo REDAZIONE maremare  @  06/11/2005 00:36:24
   9 / 10
Un film, più che sulla rimozione, sulla negazione.
Auteuil nega a se stesso e alla moglie il 'crimine' commesso in tenera età per sete di potere. 'Cosa si farebbe per non perdere niente', sentenzia il fratello negato e fino all'ultimo A. nega le proprie responsabilità, disconoscendo la vittima sacrificale della propria ingordigia. Un film bellissimo con più chiavi di lettura (sociali, individuali, morali, psicologiche) sulla mancanza di solidarietà e assenza di valori della nostra società capitalista. Non tragga in inganno la 'concretizzazione' del ritorno del rimosso, rappresentata dalle videocassette. Rappresentano la realtà così com'è, nuda e cruda. La realtà che si chiude sulla scuola del figlio della coppia borghese, apparentemente felice, realizzata, con buoni e premurosi amici. Un figlio che è l'incarnazione di tutti i figli cresciuti in assenza di codici etici e valori affettivi. Quel figlio che rappresenta la 'colpa' di A. e la rappresenta col suo disprezzo, col suo egoismo. Quel figlio che condanna la madre, che ha gia fatto fuori il padre e che incarna il cinismo di tanti figli che uccidono realmente madri e padri.
Egli incarna il negato della coppia genitoriale, lo rappresenta, se ne ciba.
Facciamoci un esame di coscienza: siamo tutti figli di questa società malata, una società che dai capi di stato agli ultimi balordi della terra, farebbe di tutto, per non perdere niente.


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Ultima risposta 22/06/2008 14.09.22
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Andy's  @  06/11/2005 00:06:00
   3 / 10
sarà un ritratto di una società allo sbando, sarà anche elegante e raffinato, ma non è un film. Prima di tutto secondo me gli attori sono quasi tutti mediocri, l'idea di base è buona ma è sviluppata in modo pessimo, le scene sono LENTE e ripetitive_ poi non c'è musica_, nemmeno un motivetto di sottofondo, mai.
Molte parti del film sono noise e poco originali (mi riferisco alla scena della cena quando esce fuori dal cancello e dice quell "'epico " dove sei, cosa vuoi, fatti vedere), la trama poi è spesso confusa e incoerente.
Mal sviluppata poi la parte del figlio, e in certe parti sembra un documentario o un film da tv più che un film da cinema.
Questa è la mia opinione e non penso di essere l'unico a pensarla così visto che all'intervallo quando si sono accese in sala le luci la metà delle persone stava dormendo. (in effetti in questo film il finale non c'è perchè forse il regista aveva previsto che ben pochi dopo due ore sarebbero stati svegli o in condizione di poterlo vedere)

SOPORIFERO e lo dice uno che aveva tutt'altra opinione prima di vedere il film


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Ultima risposta 11/11/2005 15.18.22
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Invia una mail all'autore del commento balzac20  @  01/11/2005 16:29:10
   4 / 10
Si può fare lo sforzo interpretativo i primi cinque minuti di sequenza.
Comprendere che l'occhio del uomo che guarda è la telecamera.
Cercare di immedesimarsi nella famiglia perseguitata.
Gettarsi in profonde riflessioni logiche sulla coerenza degli avvenimenti.

Ma questo film lo vedo negativamente come giallo e negativamente come film "sociale".
L'empatia viene bellamente (e volontariamente) buttata nel ce**o dalla fredezza delle riprese.
E Haneke in questo ci sguazza.
Non gli interessa rendere il film allettante (non dico piacevole o spiacevole) e alcune volte ci mette molto del suo per renderlo ancora più inidigeribile.

Oltre ai vuoti logici (come molti hanno già detto la telecamera in casa del povero anziano lascia aperti molti dubbi che sono troppo comodi per il regista)
si concede un finale aperto sul quale costruisce l'intero film:
non sappiamo chi fosse, potrebbe essere il ragazzo potrebbe non esserlo.

Le cicatrici mai sparite nei contrasti franco-algerini possono certamente essere una chiave di interpretazione di parte del film (non mi spingerei a definirlo un film incentrato su questo)

Ma anche questo non riesce a prendere fino in fondo.


Arriviamo ai lati positivi:

la moneta che cade quando si trova al distributore automatico.
Marito e moglie che entrano al commissariato ma a causa di un fraintendimento non sanno chi debba entrare per primo.
Il rumore del cellulare (inteso come camioncino) quando porta tutti alla stazione.
Il vino che cade nei bicchieri.
Il quasi incidente in bici.
I particolari della camera del figlio (un autentico film nel film).

Particolari da grande cinema.
Persi in un cinema non così grande.

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Ultima risposta 06/11/2005 20.43.54
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Gruppo STAFF, Moderatore Kater  @  30/10/2005 19:56:32
   7 / 10
Definito come una metafora del rapporto tra la Francia e l'Algeria niente da nascondere non è comunque solo questo.
E' un film che mostra l'atteggiamento umano della rimozione di fronte a fatti che ci hanno visti crudeli, anche se non del tutto consci, e l'incapacità di ammettere le nostre "colpe" anche con chi ci è più caro perchè guidati dall'egoismo e dalla difficoltà di rinunciare alla benchè minima cosa.
Allora si preferisce chiudere gli occhi anche di fronte all'evidenza dei fatti, perchè è più comodo, perchè è più facile.
Sicuramente non è un film per tutti, soprattutto per chi aspetta di vedere un thriller rimarra deluso da un film che non da soluzioni ma pone interrogativi. Forse non finisce perchè certe cose non finiscono mai o forse perchè tutti hanno uno scheletro nell'armadio...

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Ultima risposta 05/11/2005 09.30.48
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cooltweety3  @  28/10/2005 11:47:08
   7 / 10
qualcuno puo' spiegarmi il significato del film???
Scusate la mia ignoranza...

3 risposte al commento
Ultima risposta 08/11/2005 00.34.24
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  25/10/2005 20:48:00
   9 / 10
"Cosa non si farebbe per non perdere niente"

Gli spettatori non sono solo pigri, vivono per rimozioni, esattamente come il Georges del film. Ma davanti a un film di Haneke cedo volentieri il passo e finisco per trovare il "crudele" Von Trier un mestierante artificioso. Penso che alla fine non sia indispensabile esibire la supremazia del cinismo attraverso una serie di conseguenze dichiarate, e per questo Haneke è indubbiamente piu' sincero.E' lui l'uomo più crudele del cinema europeo. Tanto per cambiare, esco da un suo film con un senso profondo di angoscia, di rimorso (nessuno di noi puo' dichiararsi innocente), potrei prendere un'aspirina o un sonnifero, chiudere gli occhi e vivere da occidentale la rimozione di tutto ma non mi riesce. La quotidianità di Georges è messa in crisi, o forse alla berlina, davanti al peso insostenibile dell'"imprevisto", del passato che torna, delle immagini che evocano la brutalità della coscienza: un bambino recide il capo di un gallo, qualcun'altro recide se stesso, il sangue è sempre attuale, come nei macabri disegni recapitati a casa di Georges, come nella rimozione dolorosa dei francesi e dei corpi degli algerini buttati a mare, con l'ausilio di De Gaulle.
All'inizio le parole invadono lo schermo, alla fine tutto è lasciato al modo di Haneke di prendersi gioco degli spettatori, usando sequenze a camera fissa estenuanti e solo apparentemente rassicuranti. No, non rassicura affatto il suo cinema: la madre di Georges (un'intenso cameo della Girardot) rimpiange di "non ascoltare piu' il suono del piano" e RIMUOVE proprio il dolore della sua solitudine (il SUONO del piano, la sua carenza, non è forse una confessione di dolore, un'appello disperato che ella stessa vuole ostinatamente negare?). Il "Corvo" nella dimora di Georges diventa un dramma privato, in una strada oscurata dal silenzio, una casa dove il dialogo non ha attenuanti, e conduce alla disperazione di vedere quanto la disperazione possa esprimersi nonostante la rimozione del vuoto senso quotidiano di "non voler perdere niente", una moglie per cui Georges prova scarsa fiducia, un figlio che non ascolta. Il disegno efferato di Haneke usa l'arma del depistaggio anche attraverso diverse sequenze memorabili e nondimeno insostenibili: il gioco di sguardi tra "vittima" e rei presunti nel camioncino della polizia, l'inesorabile sconfessione occulta(ta) in ascensore, il telegiornale infinitamente sempre aperto sull'attualità, ieri come oggi, come l'Algeria di ieri e l'Iraq di oggi, per certi versi. E' un riflesso infinito, come inesorabile è il cinema di Haneke, capace come pochissimi altri (qualche volta Techinè) di realizzare compiutamente la luce sinistra della dimensione umana. Non è pero' un pessimismo tout-court, il suo, è una semplice metafora del nostro disperato tentativo di voler oscurare la memoria, e quindi ogni tipo di emozione. Ma basta un rewind per sortire l'effetto contrario. Poi qualcuno mi darà del buffone e passi pure, ma io credo (peccato solo per la Binoche doppiata maluccio) di non aver assistito quest'anno a un'opera piu' radicale e coraggiosa: perchè il cinema di Haneke non è mai degno di rimozione (un bel 0 in condotta a quanti non lo apprezzano) ma magnificamente "odioso" e spietato. Dovremmo ringraziarlo di questo, ma non ce lo meritiamo affatto

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Ultima risposta 08/11/2008 00.32.07
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yupiter  @  25/10/2005 14:21:02
   2 / 10
Film veramente mediocre, adatto a quei pseudo professori (che magari manco hanno una laurea) che non hanno mai visto un film di Kubrick, Tarkovskij o Bunuel. Perchè oggi tutti hanno la presunzione di parlare e di scrivere di cinema, senza aver visto un film, senza aver letto un libro.

Niente da nascondere ha una buona, questo sì, pretesa di scavare nell'anima di una famiglia borghese, ma in quanto al ritmo, alla storia e all'orrendo finale, beh.............lasciamo perdere. Se amate veramente il cinema, e di film lenti ma con un senso ce ne sono a centinaia (vedi gli stupendi lungometraggi di NB Ceylan) lasciate perdere.

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Ultima risposta 15/11/2005 12.42.05
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nabucco  @  24/10/2005 17:05:51
   7 / 10
Elegante e raffinato film che rappresenta il cinismo infantile cinismo di un mediocre borghese isterico che ha conservato i capricci della propria infanzia.

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Ultima risposta 05/11/2005 01.14.23
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truro  @  24/10/2005 14:02:03
   10 / 10
Non mi soffermerò a lungo sul film, ma, brevemente, sull'idiozia di chi scrive su questo forum. Ho letto ******* su ******* sui film dei più grandi autori contemporanei. Oggi non ho resistito a rispondere. Perchè oggi tutti hanno la presunzione di parlare e di scrivere di cinema, senza aver visto un film, senza aver letto un libro. Scrivete sui film con un'arroganza tale... Se non vi piace il cinema statevene a casa a vedere la de filippi o una bella fiction sui carabinieri.
Il film di Haneke non è solo notevole, ma è soprattutto un film semplice, dal messaggio chiarissimo.
L'istruzione è un bene necessario per tutti. La lunga inquadratura su una scuola piena di ragazzi bianchi cosa vorrà dire? Non è che ci vuole la scienza per capirlo. Ci sono persone al mondo a cui l'istruzione manca, perchè non hanno famiglie alle spalle che se la possono permettere ( i negri francesi, come ha precedentemente detto un'idiota, spesso non hanno le stesse opportunità di un bianco). Ci sono persone, come certi pischelli odiosi che scrivono sul forum, che l'istruzione l'hanno avuta... Non sempre basta...l'istruzione....


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Ultima risposta 30/10/2005 02.58.25
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andreapau  @  24/10/2005 09:44:14
   7 / 10
film profetico e strettamente al passo coi tempi.la nostra prosperità,(intendendo con "nostra",una specie di identità occidentale)faticosamente raggiunta al prezzo di qualunque sacrificio(anche altrui),tremendamente esclusiva,puo' continuare ad esistere soltanto se rimessa totalmente in discussione e condivisa.l'indifferenza crea dei mostri che assumono diverse forme,alcune delle quali si possono inserire nel nostro"perfetto"tessuto sociale,sfilacciandolo e minandone le fondamenta.cio' che un bambino vive come normale puo' rivelarsi un gioco fatale per qualcun altro...perchè i bambini non sono tutti uguali.

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Ultima risposta 15/11/2005 12.38.00
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Invia una mail all'autore del commento actorar  @  20/10/2005 11:03:34
   1 / 10
va beh che è un film francese va beh che di attore c'è uno del calibro di depardieu ma più di questo non si può dare...film lentissimo noiosissimo e poi il finale...una cosa pazzesca....serata da dimenticare per la bruttezza assoluta del film e poi che palle questi negri immigrati.......NON ANDATE A VEDERLO ASSOLUTAMETNE

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Ultima risposta 06/11/2005 00.14.21
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Invia una mail all'autore del commento stefano  @  20/10/2005 09:35:56
   1 / 10
Lo ammetto, caro filmscoop, ti prendo un po' come sfogatoio. Ma mi chiedo: com'è possibile che si facciano film così?? La soppresione dei manicomi evidentemente fa danni anche al cinema. Non è solo per i 5 euro spesi (fortunatamente l'ho visto di pomeriggio) e per le 2 ore della mia vita buttate, ma film così allontanano il pubblico dalle sale.
Niente da nascondere, ma tutto da buttare nel cassonetto dell'immondizia

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Ultima risposta 30/10/2005 02.56.19
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento Giordano Biagio  @  19/10/2005 10:13:27
   9 / 10
Film sullo svolgersi del senso di colpa di un francese che ha vissuto direttamente nella sua infanzia la questione algerina: il disagio verso gli immigrati coloniali.
Il fantasma ossessivo del ricordo si presenta attraverso la metafora di un video e un disegno drammatico che arrivano a destinazione nella sua abitazione e sul lavoro. Il video è qualcosa che riguarda il suo inconscio?
Grande film sul problema della diversità etnica nel mondo occidentale. Affronta i problemi senza falsi moralismi e tecniche letterarie. Nudo e crudo ma con un finale di stupenda raffinatezza. Film per chi ama capire i problemi alla loro radice sociale e poitica. Nel suo genere eccezionale.

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Ultima risposta 24/10/2005 14.12.51
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Gruppo COLLABORATORI paul  @  18/10/2005 01:03:08
   1 / 10
Ahahaha, che finale! Mi ha fatto rimpiangere i vari "Blow out" e "Professione Reporter" di Antonioni. E dire che fino agli ultimi 5 minuti il film viaggiava sulla media dell'8, soprattutto grazie ad una grandissima fotografia e a degli attori convincenti.
Ma poi....classico film che farà felici gli pseudointelletuali alla D'Agostino...

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Ultima risposta 24/11/2005 10.20.57
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