ocean waves (1993)

Lo Studio Ghibli non è solo favole, magia e natura. Una delle sue fonti economiche sono progetti commerciali, destinati a vendere facilmente con il minimo sforzo, come delle storie d'amore tra giovani. In questi casi si affida il lavoro a terzi registi, diversi dai fondatori e punte di diamante della casa di produzioni animate giapponese. Questo spiega perché un film tonto come UMI GA KIKOERU (Ocean Waves) e la sua frivola storia di cotte appartengano al catalogo dello Studio Ghibli.
Tomomi Mochizuki mette in scena una storia priva di palpitazione e priva di intensità su dei giovani privi di carattere che amano ma forse non lo sanno o forse non amano ma vorrebbero. Impossibile provare empatia per questi giovani borghesi che a mala pena riescono a emozionarsi loro e se lo fanno è senza raziocinio. Il film vorrebbe essere nostalgico ma non si capisce su cosa. Incredibile come non funzioni neanche la retorica del destino che fa incontrare le persone. Più che innocuo, patetico.

Non è certo uno dei lavori più memorabili dello Studio Ghibli, ma si rivela un breve racconto delicato di amori e amicizie tra adolescenti. Bello.

Opera minore dello Studio Ghibli che nonostante non spicchi di originalità, si fa seguire tranquillamente per tutta la brevissima durata (poco più di un'ora).

dello studio Ghibli è uno dei più dimenticabili...oddio sempre meglio di tanti prodotti occidentali sopravvalutati eh

A malincuore, la mia prima insufficienza per lo studio Ghibli. Non me l'aspettavo, ma è stata una delusione terribile. Anche tenendo conto del basso budget, del regista minore, della destinazione televisiva, il film non sta in piedi, e se non tracolla del tutto è solo grazie a una comunque buona professionalità del suo lato tecnico, dove non si eccelle di certo, ma si mantiene una generale gradevolezza, soprattutto nei disegni degli sfondi.

Credo inoltre sia una pessima idea vederlo in italiano, son convinta abbia peggiorato di molto la mia percezione del film, già non brillante. Cannarsi e i suoi adattamenti strampalati di solito non mi disturbano, o comunque non troppo, ma in questo contesto li ho trovati talmente stonati e fuori luogo da essere veramente insostenibili, un linguaggio inadeguato e dialoghi spesso oltre il ridicolo.

La vera grossa pecca rimane comunque la sceneggiatura. La banalità del tema - il triangolo amoroso adolescenziale - non sarebbe un problema, se solo fosse sviluppato degnamente. O almeno decentemente.
Purtroppo questo sviluppo non esiste proprio, la storia non decolla mai, i personaggi non evolvono e agiscono in maniera forzata e non supportata da alcuna motivazione. Anche a livello temporale è mal costruita, con dei flashback che non aiutano affatto la narrazione, già superficiale e sconclusionata.
Si arriva spossati ad un finale talmente irrisolto e carico di potenzialità inespresse, scontri cruciali rimandati per sempre e snodi narrativi abortiti sul nascere, che non si capisce davvero il senso di tutto ciò.
Il film si interrompe quando, forse, si poteva iniziare a raccontare qualcosa di interessante.

Una bolla di sapone davvero troppo evanescente.

Una storia d'amore vissuta in maniera discreta ai tempi del liceo che si ritrova a nascere e crescere qualche anno dopo.
Come sempre quando si ha a che fare con prodotti dello studio Ghibli, l'animazione è perfetta, i colori, il ritmo e il garbo con cui si raccontano le storie sono prerogative imprescindibili che ne fanno esperienze ludiche divertenti, a volte nostalgiche, briose e dense di fascino.
OCEAN WAVES (o SI SENTE IL MARE) è uno di quei lavori che fanno capire perchè lo studio Ghibli è una vera e propria istituzione per chi ama il cinema animato.
Semplice ma bello.

Poca roba. In poche parole si tratta di una semplice storiellina tra liceali, e del rapporto di amicizia tra due ragazzi che provano qualcosa per la stessa ragazza. Buoni i disegni e i colori, ma la storia è poca cosa. Sufficiente!