paisa' regia di Roberto Rossellini Italia 1946
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paisa' (1946)

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locandina del film PAISA'

Titolo Originale: PAISA'

RegiaRoberto Rossellini

InterpretiGiulietta Masina, Carmela Sazio, Gar Moore, Maria Michi

Durata: h 2.06
NazionalitàItalia 1946
Genereguerra
Al cinema nel Settembre 1946

•  Altri film di Roberto Rossellini

Trama del film Paisa'

6 episodi della seconda guerra mondiale in Italia, seguendo l'avanzata degli Alleati anglo-americani dallo sbarco in Sicilia sino alla lotta partigiana sul delta del Po, passando per Napoli, Roma, Firenze e un convento dell'Emilia.

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Voto Visitatori:   8,24 / 10 (25 voti)8,24Grafico
Voto Recensore:   7,00 / 10  7,00
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Voti e commenti su Paisa', 25 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Wilding  @  18/09/2023 18:41:07
   7 / 10
Altro film documento di Rossellini attraverso un Paese devastato dalla Seconda Guerra Mondiale. Perde un pò nei due capitoli finali del "viaggio" ma resta un documento prezioso e interessantissimo.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Gabe 182  @  10/01/2022 00:18:48
   7½ / 10
Dopo aver visto Roma città aperta e Germania Anno Zero, non potevo lasciarmi scappare Paisà.
Dopo il capolavoro di Roma città aperta, Roberto Rossellini dirige un ottimo film incentrato sul tema della guerra partendo dal sud Italia per arrivare al nord.
Il film è diviso in sei episodi che ripercorrono i momenti della liberazione, individuati simbolicamente in altrettante regioni Italiane.
A partire dallo sbarco degli americani in Sicilia, passando per Napoli, Roma, Firenze, l'appenino emiliano fino ad arrivare al Po, Rossellini ci porta nel cuore del territorio e della difficile situazione dell'epoca, in un Italia divisa tra conflitti interni diffidenza, fame e speranza. Attori non professionisti interpretano i popolani che dialogano con i soldati Americani, questi si interpretati da attori, portatori di libertà e civiltà. Ogni episodio racchiude in sé una propria bellezza inconfondibile, ma i vertici di autenticità tragica toccano l'incandescenza espressiva nel frammento fiorentino e specialmente in quello finale. Il regista sacrifica la rappresentazione individuale al quadro d'insieme: la somma delle esperienze, i contatti intrattenuti per caso fra uomini e donne di diversa nazionalità e la disposizione di tutto ciò diventa con impegno il riscatto di una collettività. Il filo comune che lega tra loro le vicende belliche e i sei frammenti l'uno all'altro testimonia il lavoro di un occhio fermo, pietoso e asciutto che coglie con un'unicità spiazzante la visione della vita di allora. Lo testimoniano per di più la spoglia commozione, i rari momenti di sorriso e la durezza non conciliatoria che si respira anche nel finale, e tutto questo contribuisce a rendere Paisà un'opera fondamentale e imprescindibile della nostra storia culturale.
Minore rispetto a Germania Anno Zero e Roma citta aperta, è un film comunque molto importante per il suo aspetto quasi documentaristico, testimonianza di momenti di vita reale del momento storico.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Edgar Allan Poe  @  27/03/2021 02:52:32
   8½ / 10
Il film di Rossellini è senza dubbio un pezzo di storia del neorealismo italiano e del cinema italiano in generale. "Paisà" ci porta direttamente nella seconda guerra mondiale, in location che sono state esse stesse teatro del conflitto appena terminato e che ne mostrano ancora le macerie. Il film si svolge attraverso episodi che ci mostrano il nostro Paese da Sud a Nord, con personaggi realistici (anzi, verrebbe da dire "neorealisti"). Sicuramente una pietra miliare (assieme a "Roma città aperta") per chiunque voglia approfondire la filmografia di Rossellini e in generale il neorealismo.

Spotify  @  26/07/2018 02:18:12
   8 / 10
Roberto Rossellini ci offre un ritratto dell'Italia durante la seconda guerra mondiale, più precisamente, di quando gli alleati sono sbarcati sulla nostra penisola.
Il regista, attraverso sei episodi diretti e concisi, tutti della durata di circa 20 minuti, ambientati ognuno in regioni diverse, ci racconta cosa ha vissuto il popolo italiano in quel periodo, cosa la gente ha dovuto sopportare.
Il regista prende le immagini e te le sbatte in faccia, senza pensarci su, mostra la guerra in tutta la sua crudeltà, anche se, in certi episodi, si concentra anche su tematiche di contorno, ma che comunque, in un certo senso, contano, quali l'amore e la religione.
Quello di Rossellini è un manifesto, un manifesto neorealista, che ha il compito di far capire a tutti cosa sia significhi aver vissuto la guerra.
Il primo episodio è ambientato in Sicilia e funge un po' da apripista. Qui si cerca di mettere in evidenza una possibile comunicazione tra Italia, mostrataci come povera e ignorante, e Stati Uniti, i quali invece sono l'esatto opposto. Il finale di questo episodio è volutamente convulso, con americani e tedeschi all'azione.
Il secondo episodio è uno dei più drammatici. Stavolta la location è Napoli. E' l'epilogo che colpisce lo spettatore. Difatti, Rossellini, senza mezzi termini, ci mostra in quali condizioni squallide è costretta a vivere la gente del posto. L'episodio tratta anche il tema dell'interazione razziale.
Il terzo episodio è più pacato. Qui il director, mette per un attimo da parte la durezza, la quale aveva caratterizzato i primi 40 minuti, per concentrarsi su temi più delicati. Qui infatti vengono trattate tematiche come amore e nostalgia. La vicenda, ambientata a Roma, è quella di una prostituta che adesca Fred, un soldato americano. La ragazza porta Fred nella sua stanza e qui comincia a sentire la storia di questi, il quale le spiega come sia rimasto colpito da un incontro con una certa Francesca, il giorno che lui e gli altri soldati alleati sono sbarcati in Italia. In realtà, quella Francesca è proprio la prostituta. Ma anche in questo caso, il finale sarà tutt'altro che allegro.
Dunque, in tale episodio, Rossellini ci mostra il sentimento tenero che nasce tra Fred e Francesca. Simbolicamente, Francesca potrebbe anche rappresentare la fragile Italia che si rifugia tra le braccia della invincibile America. E' un tipo di visione che si potrebbe associare a questo terzo episodio. D'altronde Rossellini, non aveva continuo bisogno di mostrare scene di sola guerra o di sola povertà. Da notare come, si sia utilizzata una fotografia dal tocco più "vellutato", più "morbido", rispetto a quella dura e scarna dei primi due episodi.
Il quarto episodio è senza dubbio il più bello. Qui, sale in cattedra anche l'ottima tecnica del regista, il quale si muove fra carrellate, primi piani e scene di pura suspense. Le vicende ora, si svolgono a Firenze, dove è in pieno lo scontro tra partigiani e tedeschi. L'epilogo è tragico pure qui, quasi pessimista. Notiamo come in questo episodio, Rossellini si curi più dei dettagli: ad esempio, il regista tende ad inquadrare spesso le macerie di Firenze, macerie attraverso le quali si muovono i personaggi, oppure, i simboli stessi del capoluogo toscano.
Il quinto episodio è quello, se vogliamo, più umoristico e più discostante dal tema centrale della pellicola. La vicenda si svolge in un convento di monaci cattolici. Nel convento, un giorno, arrivano tre cappellani militari americani. Due dei tre frati, sono di religione differente da quella dei monaci. Ciò porterà scompiglio nel convento.
Questo quinto episodio, ha quasi i toni della commedia. Qui Rossellini, fa una cosa simile a quanto fatto col terzo episodio. Infatti, una visione che si può dare al quinto episodio di Paisà, è un America aperta e disposta all'integrazione, mentre l'Italia è raffigurata come una nazione ottusa e bigotta. In tutto ciò, il director immette anche una pesante critica ai frati francescani.
L'ultimo episodio è probabilmente il più drammatico di tutti. Si svolge sulle rive del po e vede più partigiani all'azione. Qui, il regista professa tutta la sua sfiducia nel genere umano, disegnando l'uomo come un essere malvagio e crudele. Diciamo che se tutta la pellicola è velata di un certo pessimismo, nell'ultimo episodio, questo esplode definitivamente.
Alla fine, con sei episodi, diversi ma allo stesso tempo complementari, Rossellini realizza il ritratto dell'Italia del tempo. Un Italia stremata, a pezzi, piena di miseria e povertà. Rossellini vuole mostrare al pubblico dell'epoca, com'era la reale situazione del paese. E ci riesce benissimo.
La caratterizzazione dei personaggi è onesta. Nessuno dei soggetti è particolarmente intrigante o quant'altro, però, visto il tipo di pellicola, non era necessario che lo fossero. Un film del genere, colpisce grazie alla sua immediatezza, senza aver bisogno di protagonisti sviluppati.
Il ritmo scorre bene. Non è certo una pellicola leggera, però i sei episodi sono piacevoli e ben girati. Non ci si annoia.
Ottima la colonna sonora. Un tema drammatico, il quale è costantemente presente per tutte e due le ore del film.
Gli attori, la maggior parte non professionisti (come vuole la tradizione neorealista), recitano piuttosto bene, riuscendo ad essere quasi tutti credibili. Poi si, c'è anche chi risulta un po' goffo, ma nulla di irreparabile.
La sceneggiatura è ottima. Si tratta di uno screenplay abbastanza essenziale, senza troppi fronzoli ma che va dritto al punto. I dialoghi sono interessanti e c'è qualche trovata, come quella del quinto episodio, che è assolutamente geniale.

Conclusione: un film manifesto del neorealismo italiano. Un film che ti spara le immagini in faccia. Rossellini firma un'opera molto pessimista. Poi è veramente azzeccata la scelta di fare una pellicola a episodi per trattare un tema come quello di Paisà. Molto bello, almeno una volta va visto.

pak7  @  20/01/2018 11:23:02
   7 / 10
Film importante, diviso in 6 episodi, alcuni molto suggestivi, altri meno. Un importante ritratto da Sud a Nord di un'Italia devastata dalla Guerra, ma che viene lentamente attraversata dagli Alleati.
Memorabili gli episodi centrali (il secondo ambientato a Napoli, il terzo a Roma e il quarto a Firenze), gli altri un pò meno.
Un film mai pesante e molto fruibile, anche se riuscito a metà.

Oskarsson88  @  25/02/2017 13:33:19
   7½ / 10
Film a episodi narrante la seconda guerra mondiale in Italia dallo sbarco degli alleati. Personalmente Napoli e Firenze gli episodi migliori, mentre l'ultimo sul Po non mi ha regalato molte gioie.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  30/04/2015 13:29:50
   7½ / 10
Uno dei film manifesto della seconda guerra Italiana vista con gli occhi di Noi Italiani...sconfitti e abitanti di una terra devastata.
Rossellini ci presenta un quasi-documentario che viaggia da Sud a Nord e che mostra cosa sta lasciando dietro di se la guerra. Si perche è ovvio che la Germania verra' sconfitta, che gli Americani hanno preso "possesso" del nostro territorio e che la vita, in qualche modo, deve andare avanti.
Molto presente l'aspetto sentimentale in almeno tre segmenti.
Il primo tragico episodio e quello (uno dei migliori) dove Francesca incontra il suo spasimante dopo mesi.
Piu' debole l'episodio girato in convento.
Non mancano alcuni difetti legati soprattutto alla recitazione, tutti attori non professionisti, e il film mostra tutta la sua eta'.
Un film importante ma non perfetto.

Goldust  @  19/03/2014 11:16:43
   7 / 10
Dopo il racconto corale di Roma città aperta per il suo secondo atto della trilogia della guerra Rossellini sceglie una costruzione ad episodi, legati da una voce fuori campo, e ripercorre lo sbarco alleato in Sicilia ed il loro conseguente cammino di liberazione verso Nord. Lo sguardo sui problemi di un'Italia in ginocchio è ancora una volta severo e rigoroso, eppure il risultato d'insieme non riesce ad eguagliare le vette di epicità e trasporto raggiunte dal suo predecessore. Colpa probabilmente dei tanti attori non professionisti impiegati, della difficoltà d'interazione linguistica tra i personaggi e della già citata struttura ad episodi che non permette allo spettatore un coinvolgimento totale; quello che è certo è che resta comunque un documento di indubbia forza realistica che viene a ragione considerato una delle vette del nostro cinema.
Tutti gli episodi hanno una loro precisa valenza ( l'incomunicabilità, l'arte di arrangiarsi, la preghiera come strumento di speranza, la lotta fratricida della resitenza ) ma quello siciliano e specialmente quello di Firenze mi sono sembrati i meglio riusciti; di quello ambientato a Napoli, tra l'americano del soldato ed il napoletano stretto del piccolo scugnizzo non ho capito una parola!

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  12/03/2014 10:16:44
   7 / 10
Il neorealismo ha dei meriti importanti, anzi fondamentali nella storia del cinema mondiale, cosi come Rossellini. Mentirei dicendo che Paisà l'ho apprezzato ed amato come ho amato il precedente "Roma città aperta" o il successivo "Germania anno zero". Non so se la struttura a episodi ha provocato in me una sorta di disaffezione nei confronti dei personaggi, cosi vivi e affascinanti nella loro quotidianità tutte le altre volte, né se abbia contribuito al senso di spaesamento l'uso di tanti non-attori (ma a questo sono abituato).
Spaesamento, direi però che la definizione ci sta bene, e particolarmente. Questo è un viaggio nella devastazione italiana della seconda guerra mondiale, e se non vale come film di emozioni (poiché queste non le puoi estirpare come con un bisturi) allora funziona come sguardo sul periodo, sguardo (neo)realista dal valore documentaristico.
Ha un altro merito enorme: Fellini insieme a Rossellini si stava facendo le ossa e come sceneggiatore e come aiuto regista, avrebbe contribuito a scavalcare di forza il neorealismo e sarebbe diventato il più grande regista italiano (e non) che la storia del cinema ci abbia mai regalato. Nel frattempo, il suo maestro Rossellini insegnava a lui e al resto del mondo un nuovo linguaggio cinematografico in continua evoluzione a dispetto di chi pensa che il neorealismo avesse schemi rigidi o dogmi inattaccabili.
Già la struttura ad episodi in giro per l'italia e di per sé affascinante e rompe con l'unitarietà riscontrabile nel capolavoro precedente e in Germania anno zero.
Ho apprezzato moltissimo l'episodio del soldato afroamericano con gli scugnizzi napoletani: c'è tutto il film, semplicissimo, privo di momento tronfi e pesanti, spolpato all'osso come l'Italia del periodo.

Invia una mail all'autore del commento Suskis  @  10/11/2013 20:33:22
   8 / 10
Per quanto non possa dirmi convinto della recitazione da parte degli attori (non professionisti) questo film resta davvero una pietra miliare. Uscito praticamente a un anno dalla fine della guerra, mostra il nostro paese, distrutto e sofferente, in una delle sue ore più buie. Alcune immagini sono indimenticabili. Discontinuo ma globalmente notevole.

Invia una mail all'autore del commento marco986  @  04/11/2011 14:59:05
   10 / 10
IL SECONDO GRANDE CAPOLAVORO DI ROSSELLINI.6 EPISODI AMBIENTATI IN 6 ZONE DIVERSE DELL'ITALIA.I MIGLIORI PER ME RESTANO I PRIMI 4(DALLA SICILIA A FIRENZE) SUFFICIENTI GLI ULTIMI 2.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  02/09/2011 10:41:55
   8½ / 10
La guerra di liberazione in Italia raccontata in sei episodi, dal Sud dello sbarco in sicilia fino al delta del Po. Racconti secchi e senza fronzoli, fedele all'essenzialità dell'immagine, Rossellini descrive un paese di macerie e povertà, dolore e sacrificio. La qualità diseguale degli episodi, la non eccelsa recitazione in alcuni tratti, non va a scapito della potenza di un affresco così realistico e doloroso.

topsecret  @  21/06/2010 17:30:45
   7 / 10
Purtroppo (per me) la versione che ho visto era priva dei sottotitoli e per questo non sempre sono riuscito a comprendere i dialoghi che si presentavano, essendo questo un film bilingue, se non teniamo conto dei dialetti dei primi episodi.
A parte questo, comunque molto importante, mi è sembrato un film stilisticamente ineccepibile, innovativo per l'epoca in cui è stato girato. Rossellini ci presenta un viaggio attraverso l'Italia durante il secondo conflitto mondiale dal punto di vista degli alleati, con la difficoltà iniziale nel cercare un dialogo con la popolazione degli occupati, che poi si trasforma in complicità ed unione.
Come al solito il cast è composto in massima parte da attori non professionisti, ma che comunque dimostrano discrete capacità espressive e convincenti nel trasmettere emozioni al pubblico.
Alcuni episodi sono in possesso di una storia più coinvolgente rispetto ad altri, ma tutti comunque si incastrano perfettamente in quest'opera di notevole valore storico culturale che però, personalmente entusiasma meno di altri lavori del regista romano.
Da segnalare inoltre l'apporto di Federico Fellini come co-autore ed aiuto regista.

curtoni  @  13/11/2009 23:44:03
   7½ / 10
Volevo scrivere un altro commento sul film perche' mi e' sembrato che le recensioni precedenti abbiano tralasciato un fattore importante: il filo conduttore dell'opera. Rosselini ci racconta l'avanzata americana lungo la penisola italiana, ma la domanda che ci deve scuotere riguarda il motivo della sua scelta (con gli sceneggiatori) di selezionare proprio questi 6 episodi. Dal mio punto di vista il fil rouge del film potrebbe essere la rappresentazione della sconfitta dei protagonisti contro la guerra. In un modo o in un altro tutti i personaggi sono dei perdenti, che nonostante la loro passione e la loro buona volonta' escono dal "grande Illusione" a testa bassa mentre saranno altri a giovare della vittoria. Un esempio chiaro si trova nel II episodio: un soldato di colore rischia la sua vita per una patria che non lo ama e si imbatte in un ragazzino che la guerra ha trasformato in orfano e ladro. Sono piu' volte sconfitti dalla guerra i soldati americani, accolti con diffidenza da una Sicilia fascista o visti come possibili "acquirenti-di-merce-proibita"da una Roma in decadenza morale. Personalmente riesco a trovare esempi di personaggi "sconfitti dalla guerra" (tra virgolette perche' il riferimento e' esteso anche al campo spirituale per il V episodio) e mi sembra un'appropriata chiave di lettura. Il film e' molto godibile se si e' facilmente sensibili ai drammi della seconda guerra mondiale, anche perche' le esperienze dei miei nonni si sarebbero ben intrecciate in questa sceneggiatura e cio' rende il film a me piu' caro. Il rovescio della medaglia e' rappresentato dagli attori che a volte sembrano proprio dei dilettanti in difficolta'. Spero di non aver annoiato nessuno con queste chiacchere e spero qualcuno voglia darmi dei consigli o delle critiche sulla mio modo di vedere questo film, insomma un sano dibattito artistico. Vorrei concludere sottolineando la necessita' di mostrare questo film come documentario nelle scuole, sia per la fedelta' delle ricostruzioni (o distruzioni) storiche, e sia per avvicinare gli studenti ad un metodo di scoprire la storia attraverso l'arte che, a differenza di altri supporti, permette di capire molto bene anche il contesto sociale.

Gruppo COLLABORATORI ULTRAVIOLENCE78  @  08/09/2009 07:57:19
   7 / 10
Rivedendolo oggi a distanza di anni, mi è sembrato la cronaca romanzata degli “ultimi fuochi” della secondo conflitto mondiale. Attraverso una messinscena d’impronta documentaristica, Roberto Rossellini imbastisce una narrazione che dal generale, la guerra, si riflette sul particolare con uno sguardo che si sofferma soprattutto sui drammi individuali di amori spezzati dalla violenza della belligeranza. Ma, dei sei, l’episodio più bello non riguarda il dolore di amanti che non riescono più a ritrovarsi, bensì l’innocenza negata di un bambino tragicamente immerso nel degrado e nella povertà. I suoi occhi rivolti verso il soldato americano fanno ancora male e valgono molto più del languore di una donna innamorata: “cosa vuoi che sia un paio di scarpe in confronto alla miseria in cui sono costretto a vivere ogni giorno” sembrano comunicare. E poi l’incredulità del militare che, impietosito, pare prendere coscienza soltanto allora della meschinità di tutto quel “fragore”. Probabilmente una delle scene più potenti di tutto il neorealismo.
Per il resto, alla stregua di “Achtung banditi” di Lizzani, si tratta di un importante documento che testimonia le atrocità e le sofferenze patite in Italia durante la resistenza, anche se, a mio avviso, poco vigoroso per come queste sono raccontate.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR faith81  @  12/09/2008 10:52:45
   9 / 10
Un film per ricordare un passato che non può essere dimenticato. Perla del cinema Neorealista

Invia una mail all'autore del commento wega  @  17/07/2008 14:04:33
   10 / 10
Uno dei vertici neorealisti per importanza storico-documentaristica, rendendo quest'opera oggettivamente incommensurabile. Un'ondata tragica sull'Italia in sei episodi con importantissimi tocchi umanitari, come De Sica; francamente preferisco alla lunga la poetica di Vittorio.
Per me, avendo la versione spagnola, e non amando seguire i sottotitoli, è stato come vedere, ed apprezzare, un capolavoro muto, tanto è forte l'espressività delle immagini e grande la produttività formale di questo film.

mrwoolf  @  26/06/2008 22:25:19
   10 / 10
la spagna ha appena inflitto il 2-0 nella semifinale degli europei (addio sogni sovietici sul tetto d''europa) e decido di tornare alla mia attività di pseudo-mal riuscito critico cinematografico partendo da questo capolavoro del neorealismo italiano. tecnicamente ineccepibile, rossellini ci regala 6 fotografie memorabili della fine del secondo conflitto mondiale; 6 episodi in 6 ambiti diversi, ma profondamente uniti nel contesto sociale di fermento socio-politico-economico-culturale di quel periodo fondamentale.
il film è davvero attualissimo; italiani, ricordate la vostra semenza! fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza!

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Ultima risposta 26/06/2008 22.27.31
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Gruppo REDAZIONE amterme63  @  08/12/2007 21:50:11
   8 / 10
Un inquietante documento delle difficili condizioni in cui si trovava l’Italia durante e dopo la Seconda Guerra Mondiale. Il bello di questo film a episodi è che non c’è quasi punta retorica o celebrazione di eroismi e grandi imprese, nessun facile trionfalismo o ottimismo. Il punto di vista è quello di gente comune: soldati, bambini, ragazze, giovani partigiani; tutti quanti sconvolti e trasformati in peggio dalle tremende esperienze vissute e dal difficilissimo e duro ambiente in cui vivono.
Dal punto di vista formale non è uno dei migliori film di Rossellini. Qui la caratteristica di prendere attori dalla strada produce spesso recitazione poco convinta o superficiale. Le storie sono spesso tirate via o a volte prolisse.
La caratteristica dei film di questi anni è lo sguardo pessimista sul mondo venuto fuori dalle macerie della guerra. Il veleno versato negli anni precedenti ha causato così tanti danni per potersi riprendere subito e in parte continua ancora ad essere presente dove uno meno se lo aspetta.
I primi episodi del film descrivono la delusione e le enormi difficoltà seguite agli iniziali entusiasmi dopo la liberazione: a Napoli un soldato si ritrova ubriaco e derubato da un ragazzino, il quale gli mostrerà tutto il degrado e l’estrema povertà in cui vivono degli esseri umani. A Roma s’infrangono illusioni e idealismo nel triste riprendere della vita quotidiana con tutti i suoi compromessi per poter sopravvivere.
Nell’episodio fiorentino si mostra l’altro lato dell’eroismo, fatto di sentimenti e legami spezzati per sempre. La parte che mi ha più inquietato è quella del convento in Montefeltro. Pure in un ambiente così pacifico, tranquillo e isolato si sono diffusi e proliferano i semi dell’intolleranza e dell’integralismo: qualcosa di inquietante per il proseguo della vita nazionale.
L’ultimo episodio è la summa del film: attenzione che ancora non è tutto finito, ci possono essere benissimo ancora colpi di coda della “pazzia” sconfitta; non adagiarsi sugli allori ma continuare a combattere per estirpare definitivamente la brutalità umana.

AKIRA KUROSAWA  @  06/09/2007 12:49:28
   8 / 10
bel film di rossellini anche se nn il mio preferito di questo regiata..
6 episodi tt riguardanti la seconda guerra mondiale vista da diversi parti dell italia..
il primo episodio è molto bello ma il tempo l ha sicuramente invecchiato ..la scena dentro il castello è cosi buia che nn si capisce quasi nulla di cio che succede..8 cmq..
anche il secondo ha qualche pecca ce l ha..cmq bello..8..
il terzo è qll che mi è piaciuto di piu, cm il quarto (9) gl ialtri due sono piu o meno come i primi due(8)
un bel film rosselliniano che pero per me nn raggiunge il livello di germania anno zero e ovviamente stromboli

Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  07/07/2007 10:32:12
   8½ / 10
bellissimo. ottima la soluzione narrativa degli episodi, il film così scorre senza troppa lentezza, anzi con un'essenzialità spiazzante, priva della drammaticità che caratterizzava il De Sica neorealista, tutto in Rossellini è lasciato alla potenza delle immagini e dei personaggi che non sono attori professionisti, ma gente comune (a parte la Masina che non ho visto...Ma dov'è??????).
Primo Episodio: minore, in Sicilia il dramma di una ragazza e di un soldato americano sorpresi dai tedeschi in un fortino...arrivati i rinforzi incolperanno la defunta giovane. voto: 6 1/2
Secondo Episodio: meraviglioso, come in Sciuscià si ritrova il problema degli scugnizzi orfani a Napoli e un ottimo interprete di nove anni conduce un americano ubiaco per la città fino a rubargli le scarpe...quello ritroverà il bambino, si farà portare al luogo dove dimora e scoprirà una realtà orrenda. voto: 10
Terzo Episodio: bello, a Roma entrano gli americani festosamente, ma sei mesi dopo tutta la città è diventata un bordello di prostitute che tirano a campare. un ragazzo americano in compagnia di una ******* parlerà di una ragazza che aveva incontrato il primo giorno (che è lei) e di cui si era innamorato...la ragazza fli dà l'indirizzo, ma lui non si presenterà il giorno dopo. voto: 7 1/2
Quarto Episodio: meraviglioso, a Firenze un'infermiera sente dire che il suo innamorato, capo-partigiano, è stato ferito. insieme a un amico attraverserà la città minata di cecchini per poi scoprire che il suo Lupo è morto. geniale la frase "crede che i tedeschi faranno saltare i ponti?" "hanno già distrutto mezza Europa". voto: 9
Quinto Episodio: patetico e di scarso interesse, nel Tosco-Emiliano in un convento di frati francescani arrivano tre cappellani di guerra, uno cattolico, uno ebreo, uno protestante. con scandalo i frati digiuneranno per riportare sulla retta via gli eretici. Rossellini analizza l'incontro fra il cattolico moderno e quello antiquato, ma con poco interesse ed evidente impaccio. voto: 5
Sesto Episodio: minore, ma struggente. il sacrificio di un gruppo di partigiani che moriranno poco prima di essere liberati. voto: 6

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Ultima risposta 13/02/2008 20.27.23
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Ch.Chaplin  @  15/02/2007 18:37:51
   10 / 10
capolavoro..non ho parole. ovviamente il giudizio è leggermente differente da espisodio a episodio..i miei preferiti sono primi 2, ma anke quelli ambientati a roma e firenze son interessanti, gli ultimi due avrebbero potuto esser resi in modo migliore, ma non si discute l'entità e l'integrità dell'opera. splendida è la commistione inglese-tedesco-italiano-dialetti..interessantissimo sotto il punto di vista formale sociolinguistico, meno sotto quello contenutistico, visto ke dei primi due episodi capivo meglio l'inglese del dialetto! da vedere assolutamente, e anzi mi meraviglio ke siano così pochi i voti ricevuti fino ad ora da questo film così famoso in italia.lo considero quasi alla pari con roma città aperta

ilaria!  @  01/06/2006 16:42:44
   8½ / 10
Un film meraviglioso, che si inserisce perfettamente nel filone neorealista. I campi lunghi del registra contribuiscono alla focalizzazione esterna che rende più tragico e commovente ognuno dei 6 episodi presenti. Il secondo della trilogia riuscitissima di rossellini, dopo il capolavoro di Roma Città Aperta e prima di Germania Anno Zero.

quaker  @  19/04/2006 23:47:09
   9 / 10
Rivisto oggi, dopo tantissimi anni, a casa. Filma da vedere, e da riguardare ogni tanto, VHS o DVD (se si trova) da avere in cineteca. Tra l'altro al soggetto ed alla sceneggiatura ha collaborato anche Fellini. Se penso che è uscito nel settembre 1946, quando le derite della guerra erano ancora freschissime, riconsoco a Rossellini un coraggio che talvolta, dopo, gli è mancato.
Colpisce chePaisà abbia avuto finora un solo voto, prima del mio. Se si ama il cinema non contano SOLO i blockbuster o le ultime uscite, ma bisogna andare a cercare queste perle, anche se si deve scavare un po' per trovarle.

dragonfly  @  24/09/2004 15:47:47
   10 / 10
Autentica opera d'arte che fa vedere le diverse storie della liberazione in Italia. Affascinante la storia nell'emilia romagna. Classica quella in Toscana. Ma la parte più bella è forse l'ultima, con la scena del partigiano. Film pieno di dettagli, simbolismi, che descrive un'epoca a caldo. Rossellini è il solito regista che non nasconde nulla, e il film diventa piano piano un documentario sui fatti... Un'altro classico del neorealismo: da top ten. Imperdibile.

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