paradiso: fede regia di Ulrich Seidl Austria, Francia, Germania 2012
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paradiso: fede (2012Film Novità

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locandina del film PARADISO: FEDE

Titolo Originale: PARADIES: GLAUBE

RegiaUlrich Seidl

InterpretiMaria Hofstätter, Nabil Saleh, Natalija Baranova, René Rupnik, Dieter Masur, Trude Masur

Durata: h 1.53
NazionalitàAustria, Francia, Germania 2012
Generedrammatico
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Trama del film Paradiso: fede

Anna Maria è una cattolica convinta. Devota di Gesù Cristo e del suo esempio, mentre la sorella Teresa è partita per il Kenya, dedica le sue vacanze a un singolare pellegrinaggio. Nella speranza che tutta l'Austria possa essere ricondotta verso sentieri più virtuosi, Anna Maria tutti i giorni va di casa in casa con una delle sue statuette da 40 centimetri raffiguranti la Vergine Maria in modo che tutti possano adorarla. Dopo anni di assenza, però, fa ritorno a casa suo marito, un egiziano musulmano, costretto su una sedia a rotelle. Da quel momento, i canti e le preghiere si alternano a una dura lotta quotidiana. 

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Voto Visitatori:   6,60 / 10 (5 voti)6,60Grafico
Voto Recensore:   8,00 / 10  8,00
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Voti e commenti su Paradiso: fede, 5 opinioni inserite

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Oskarsson88  @  12/06/2020 11:04:19
   5½ / 10
Abbastanza statico e lento in pieno stile Seidl, al cui suddetto stile si aggiunge il solito elemento scioccante, classico del regista austriaco.
L'esplorazione del fanatismo religioso (in questo caso cattolico) è anche interessante e mostra come il fanatismo non sia mai una buona cosa e quanto anche questi sia facile. Si deduce che Anna Maria sia diventata ultra-religiosa a seguito dell'incidente del marito, per dare probabilmente un senso alla vita, mentre il marito stesso, seppur non privo di difetti, vive la sua condizione in maniera più semplice e pragmatica senza fuggire in dimensioni o credenze per trovare sollievo. Emblematico il finale che fa crollare il mondo costruito della donna.
Detto questo, visivamente è un po' troppo pesante, e anche in parte prevedibile.
Riconosco al solito la non banalità delle opere di Seidl e allo stesso tempo però anche la difficoltà nel dare un ritmo e trasportare lo spettatore in maniera più fluida.
Divertente che ci sia l'apparizione di Rupnik, protagonista di "Der Busenfreund"...

1 risposta al commento
Ultima risposta 12/06/2020 11.05.48
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  16/01/2014 22:05:11
   7 / 10
La protagonista di questo secondo capitolo della trilogia di Seidl presenta tratti comuni con la Teresa di Paradise: Love. Sono due persone sole e sprofondate nella propria solitudine. Chi cerca amore e trova solo sesso a pagamento, squallore contrastante nella sua lussureggiante natura e chi professa una fede ma trasmette solo un fanatismo ottuso e autolesionista. Un vivere la propria religiosità in maniera aberrante e distorta, derivata sicuramente dal complicato rapporto con il marito, il quale dopo il suo ritorno viene messa in atto una dinamica interessante: la protagonista si trova vittima dell'invadenza nella propria sfera privata di quest'ultimo come in una sorta di contrappasso per la sua invadenza nella sfera privata altrui durante la sua attività di proselitismo porta a porta.
Si respira un'enorme senso di decadenza nel film di Seidl: nei rapporti sociali, nella decadenza stessa dei corpi sottoposti a flagellazioni, nei sabba orgiastici all'aperto, nella sfera sessuale. Lo stile asettico di Seidl è efficace, ma non manca un certo compiacimento in qualche sequenza (la battaglia estenuante con l'alcolista russa) ed anche involontariamente comica (la benedizione con acqua santa spray sul marito).

Ciaby  @  26/06/2013 19:07:23
   8 / 10
Inquietante e agghiacciante sì, ma mai gratuito come si dice: il film non è altro che una storia d'amore (inusuale, ovvio) che finisce in odio. Protagonista femminile eccellente. Sicuramente più coinvolgente di "Paradise: Love", ma forse lascia un po' di meno a visione ultimata. Comunque da vedere.

Gruppo COLLABORATORI atticus  @  21/09/2012 00:27:07
   5 / 10
Inquietante ma anche programmatico e monolitico nel suo ritratto di invasata cattolica fondamentalista, il film di Seidl sembra voler far riflettere sullo scarto tra religiosità e indifferenza ma in realtà azzera ogni ragionamento, portando alle estreme conseguenze un caso borderline che mai può essere preso come modello di una data ideologia, comunità o credo.
Sarebbe stato molto più interessante far scaturire un ragionamento complesso a partire da un personaggio più mediato, mediante il quale potevano emergere conflitti e contraddizioni di ogni tipo, così è solo uno squallido doppio gioco.
Solo ed esclusivamente fumo ed effetto, anche se ben fotografato, con qualche ottimo duello dialogico e con una protagonista davvero impressionante per dedizione alla causa.

2 risposte al commento
Ultima risposta 22/09/2012 10.33.27
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Invia una mail all'autore del commento Andrea Lade  @  16/09/2012 22:15:40
   7½ / 10
Una donna caratterizzata da un profondo misticismo cattolico , approfitta delle sue ferie per convertire quante più persone possibile , attraverso un' intensa testimonianza porta a porta. Nel suo (tentato) indottrinamento della società austriaca incontra famiglie resistenti e individui corrotti dalla droga . Ma Anna Maria, quale nome più adatto, non si dà per vinta e anche dopo la comparsa nella scena del suo ex marito musulmano che rivendica attenzioni e sesso, fa di tutto per resistere alle tentazioni, apparentemente impassibile.
Il senso religioso di Anna Maria è incentrato soprattutto sulla febbrile ossessione del peccato e il suo personaggio ci porta a valutare il senso e le ragioni di un laicismo contrapposto. Il secolarismo della società, contrapposto alla religiosità, e l'islamismo contrapposto al cattolicesimo non ci fanno perdere di vista il dramma di Anna Maria che fino alla fine ci sorprenderà con il suo atteggiamento estremo.
Film molto interessante, volutamente provocatorio e a tratti anche blasfemo ha vinto il Premio Speciale della Giuria al Festiva di Venezia 2012.

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