per favore non toccate le vecchiette regia di Mel Brooks USA 1967
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per favore non toccate le vecchiette (1967)

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locandina del film PER FAVORE NON TOCCATE LE VECCHIETTE

Titolo Originale: THE PRODUCERS

RegiaMel Brooks

InterpretiChristopher Hewett, Estelle Winwood, Zero Mostel, Gene Wilder

Durata: h 1.32
NazionalitàUSA 1967
Generecommedia
Al cinema nel Luglio 1967

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Trama del film Per favore non toccate le vecchiette

L'ultimo spettacolo messo in piedi da Max è stato un fiasco totale. Per colmo di sfortuna è venuto a rovistare nei suoi conti Léon, un impiegato delle imposte timido e impacciato quanto si vuole ma pur sempre deciso a portare a termine il proprio dovere. Léon scopre che c'è un modo semplice per frodare il fisco ed è quello di mettere in scena un lavoro teatrale destinato a sicuro insuccesso. Cogliendo al volo l'idea dell'impiegato Max non ci pensa su due volte e, dopo aver cercato allestisce uno spettacolo. Dopo lunghe ricerche la scelta cade su ""La primavera di Hitler"", uno dei più orrendi copioni della storia dello spettacolo.

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Voto Visitatori:   7,76 / 10 (31 voti)7,76Grafico
Migliore sceneggiatura originale
VINCITORE DI 1 PREMIO OSCAR:
Migliore sceneggiatura originale
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Voti e commenti su Per favore non toccate le vecchiette, 31 opinioni inserite

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Gruppo COLLABORATORI Invia una mail all'autore del commento ilSimo81  @  21/01/2015 17:52:39
   6½ / 10
Raccogli finanziamenti consistenti, investine una minima parte per mettere in scena una commedia inguardabile e mettiti in tasca il resto: questo è il piano, ideato da un ex produttore teatrale e un contabile, per risollevare le proprie sorti in declino. Un piano goffo, che ovviamente non riuscirà ad andare in porto.

Il battesimo cinematografico di Mel Brooks non passa inosservato: il genio dissacrante del regista, già pienamente maturo, gli vale l'Oscar per la migliore sceneggiatura originale. Merito perlopiù delle due trovate che strutturano il film: la prima è il fundraising effettuato dai protagonisti mediante seduzione carnale di anziane facoltose, per ottenerne importanti finanziamenti; la seconda è il prendersi gioco di un pezzo di storia drammatico come il nazismo, facendone parodia in una commedia omosessuale (ci ha provato recentemente anche l'orrendo "Il colore del silenzio", sottoprodotto del cinema omosessuale italiano, seppur con intenti differenti e con esito assolutamente infausto).
Chiaramente non c'è solo questo. In sottofondo, ma non troppo velata, si scorge una pungente satira rivolta al "grande pubblico", incapace di distinguere tra il talento autentico (il grande Max Bialystock è dimenticato e caduto in disgrazia) e le opere scadenti (l'orribile "Springtime for Hitler" ottiene un clamoroso successo).

Figura dominante sul set è Zero Mostel, mattatore assoluto al quale Gene Wilder fa semplicemente (e discretamente) da spalla. E' con lui che Brooks deve dividere il successo di "The producers", che in patria ottiene un risultato clamoroso al punto da ispirare Broadway (il musical ha ottenuto un numero infinito di repliche) e di nuovo Hollywood (con un cast importante, ma con esito meno fortunato della pellicola originale).

Ad oggi, dopo quasi 50 anni, "The producers" appare in effetti come una commedia scritta per il teatro, che sembra l'ambiente ideale per ospitarne le principali location (l'ufficio, il teatro, il carcere), le recitazioni e gli ampi tratti musicali della storia. Come pellicola, invece, porta il peso degli anni: complice un umorismo (anch'esso teatrale) che oggi sugli schermi non riceve altrettanto apprezzamento.

Storicamente valido, ma purtroppo superato.

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