per qualche dollaro in piu' regia di Sergio Leone Italia, Spagna, Germania 1965
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per qualche dollaro in piu' (1965)

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locandina del film PER QUALCHE DOLLARO IN PIU'

Titolo Originale: PER QUALCHE DOLLARO IN PIU'

RegiaSergio Leone

InterpretiClint Eastwood, Lee Van Cleef, Gian Maria Volontè, Mara Krup

Durata: h 2.11
NazionalitàItalia, Spagna, Germania 1965
Generewestern
Al cinema nel Giugno 1965

•  Altri film di Sergio Leone

Trama del film Per qualche dollaro in piu'

Due pistoleri sono alla ricerca di un pericoloso bandito e della sua banda, uno perché vuole la sua taglia, l'altro perché ha dei conti in sospeso con lui.

Film collegati a PER QUALCHE DOLLARO IN PIU'

 •  PER UN PUGNO DI DOLLARI, 1964
 •  IL BUONO, IL BRUTTO, IL CATTIVO, 1966

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Voto Visitatori:   8,88 / 10 (228 voti)8,88Grafico
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Voti e commenti su Per qualche dollaro in piu', 228 opinioni inserite

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Invia una mail all'autore del commento bart1982  @  09/03/2024 01:02:46
   8½ / 10
Forse il più bello della trilogia dal mio punto di vista.
Più avvincente e interazioni tra i personaggi più elaborate.
Ruolo del cattivo magistralmente interpretato da Volontè.

stratoZ  @  05/10/2023 12:27:35
   9 / 10
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Se col primo capitolo della trilogia Leone aveva aperto la strada ad una restaurazione in toto del western, con questo secondo ne realizza uno dei film definitivi - la quintessenza già sapete che arriverà l'anno dopo - affinando il suo stile, allungando la durata, ingarbugliando quanto basta la sceneggiatura e portando alle estreme conseguenze la sua passione per il west.

Ancor più di "Per un pugno di dollari", il film in questione ha uno stile tra l'omaggio e la caricatura, più che innovare - e di conseguenza lanciare una tendenza dove si butteranno a capofitto in tantissimi - sembra anche gettare le basi per il cinema postmoderno, non è un caso che Tarantino sia un fan di queste opere, l'enorme influenza esercitata da questa pellicola si continuerà a sentire anche trent'anni dopo e continua a riverberare ancora oggi.

Già dai titoli di testa che sono un ****ta si allude allo stile, tendente al fumettistico, accompagnati dalla colonna sonora ormai diventata cult di Morricone, ancora una volta fedele compagno di viaggio all'interno di tutta l'opera, il motivetto del maestro continuerà a comparire come un leitmotiv per sottolineare le scene fondamentali e aggiungere quel tocco di epicità e perché no anche autoironia.

La sceneggiatura si basa su tre personaggi, due cacciatori di taglie, interpretati da Eastwood e Van Cleef i cui destini si incroceranno per la conquista della taglia del pericolosissimo "El Indio" interpretato da un Gian Maria Volonté come al suo solito straordinario, ma sicuramente non alla sua migliore interpretazione - quisquilie comunque, semplicemente le sue migliori interpretazioni sono un livello troppo alto -
Il film parte già a mille con la discesa dal treno di Van Cleef e la sua successiva cattura di uno dei criminali considerati più pericolosi del west, poi si passa subito ad Eastwood - già con poncho, cappello e sigaro acceso - e la cattura del suo criminale ancor più epica, con la partita a poker che tiene fin da subito col fiato sospeso.

Se i due protagonisti "buoni" non hanno poi una caratterizzazione così profonda, probabilmente per scelta di Leone stesso, il cattivo in questione invece riesce ad essere il personaggio più interessante del film, Volonté anima un capobanda di criminali senza mezzo scrupolo, con un cinismo e una cattiveria disarmante, tuttavia anch'esso nasconde un segreto e un lato debole, lancinato dal rimorso e dal senso di colpa per quello che è successo alla donna che amava, e Volonté rende meravigliosamente questo conflitto interiore, senza mai esagerare, senza mai gigioneggiare.

Il successivo sviluppo riguarda principalmente l'arrivo a El Paso delle tre parti e l'organizzazione da parte della parte cattiva della rapina alla banca più sicura del paese, e da parte della parte buona dell'infiltrazione e successiva uccisione dei criminali per riscuotere la taglia, ma continuare a parlare della trama mi sembra quasi superfluo, vorrei invece sottolineare gli aspetti registici che Leone qui cura ancor di più raggiungendo risultati semplicemente strepitosi. La regia di Leone non regala tregua, tutto il film è un fiume in piena che alterna momenti di forte epicità a momenti di suspense che tengono lo spettatore col cuore in mano. La trovata dei duelli di El Indio di sparare quando finisce la musica del carillon è semplicemente geniale, la dilatazione dei tempi che attua Leone altrettanto, l'uso continuo di primi piani, un montaggio che si fa sempre più serrato col passare dei secondi, fino al finire della melodia, straordinario, sia il primo duello che quello finale, in cui si aggiunge anche l'epicità di Clint a fare da arbitro senza mai scomporsi e continuando a fumare il suo amato sigaro.

Leone continua a regalarci inquadrature sempre più particolari, nel film precedente si era spinto con i primi piani ma è qui che arriva al piano italiano definitivamente, con l'inquadratura stretta degli occhi sofferenti di sforzo dei personaggi, così come si scatena con le inquadrature dal basso regalandoci quinte sia splendide da un punto di vista visivo che efficaci nella contestualizzazione del duello, un punto di vista unico dove lo spettatore viene trasportato proprio in mezzo alla scena come non era mai successo prima.

La caricaturalità dei personaggi si fa sempre più forte, la splendida scena dell'incontro tra Clint e Van Cleef - la scena dei cappelli per intenderci -, tra le più memorabili del film, ne è una splendida dimostrazione, una gara di spacconeria a chi fa di più il virtuoso con la pistola, praticamente la gara a chi ce l'ha più grosso che era sempre stata mostrata nel genere portata alle estreme conseguenze ma questa volta non per uccidere quanto per dimostrare la propria pericolosità. E ancora un bel po' di altre scene fantastiche, quella dell'albero di mele, oppure il confronto animato e ripreso a distanza di tempo tra Van Cleef e Kinski, versione gobbo, altra piccola perla, i particolari sempre più curati per trasmettere l'epicità del western, dalla porta del saloon che continua a sbattere al sonoro utilizzato in maniera fumettistica con suoni francamente esagerati.

Il finale, col dialogo tra i due cacciatori di taglie e la rinuncia di Van Cleef, potrebbe sembrare immotivato considerate le peripezie di certo non facili affrontate dai personaggi, tuttavia anche questo aspetto l'ho visto come l'ennesimo omaggio di Leone al western, mostrando quell'amicizia mascolina fatta di poche parole e di qualche gesto di cuore in mezzo ad una freddezza glaciale tipica dei cowboy in questione, in pratica l'unico momento di tenerezza dopo oltre due ore di sparatorie, botte e marciume.

Per qualche dollaro in più è tra i migliori western di sempre, un film che omaggia il genere e lo innova profondamente, un film che prende consapevolezza della bizzarria e la porta alla massima esaltazione, un film che contempla la bellezza della finzione cinematografica, un film semplicemente straordinario, e Sergio non si fermerà di certo qua.

Noodles71  @  03/10/2023 17:12:49
   10 / 10
Dopo l'enorme successo di "Per Un Pugno Di Dollari" Sergio Leone l'anno seguente dirige sempre con Clint Eastwood il secondo capitolo della "Trilogia Del Dollaro" nota anche come "Trilogia Dell'Uomo Senza Nome". I mezzi a disposizione sono superiori ma i grandi nomi che il regista avrebbe voluto per affiancare "Il Monco" non accettano la parte, il sogno di avere Charles Bronson ed Henry Fonda svanisce e si vira su Lee Van Cleef che era in una situazione morta della propria carriera con problemi di dipendenza dall'alcool e grazie a "Per Qualche Dollaro In Più" ebbe una svolta decisiva e risulterà perfetto nell'impersonare il bounty killer più "vecchio" il "Colonnello Douglas Mortimer". Si inizia a delineare il grande cinema di Leone con dialoghi brillanti, fotografia eccellente, intensi primi piani sui volti dei protagonisti, i lunghi silenzi e la musica sempre del maestro Morricone che ha creato per il cineasta romano sinfonie indimenticabili e perfette nel contesto. Il ruolo del villain è affidato di nuovo a Gian Maria Volontè che caratterizza splendidamente uno dei "cattivi" più iconici del genere western, "El Indio" il bandito messicano drogato e senza anima con la sua risata agghiacciante. Ritornano quasi tutti gli attori secondari presenti nel primo film a partire da Mario Brega con l'aggiunta di Klaus Kinski ed il suo "Wild Il Gobbo". Scene epiche quali il tiro ai cappelli e lo scontro finale tra il colonnello e l'Indio che svela anche una sottostoria di vendetta dalle venature thriller. La musica del carillon dell'orologio mitica e il duello finale con quella sinfonia capolavoro come tutto il film.

Godbluff2  @  07/11/2022 19:30:02
   9 / 10
"Quando la musica finisce, spara..." e risuonano le note dolci scaturite dall'orologio-carillon, una vera e propria colonna sonora diegetica, composta per essere ascoltata tanto dai personaggi quanto dagli spettatori; ma cominciano a risuonare anche le note drammatiche di una fuga d'organo con vista Bach oppure lo squillo imperioso, epico dei fiati tipicamente morriconiani, nel duello finale tra il colonnello Mortimer e Indio. In questi momenti le parole di Volonté/Indio "Quando la musica finisce, spara", che diegeticamente si riferiscono solo al suono dell'orologio, finiscono con l'essere la miccia che coinvolge narrativamente anche il resto della musica-quella teoricamente esterna al film-di Morricone nella dinamica delle sequenze; le partiture musicali si fondono con la narrativa del film, diventano un tutt'uno con la diegesi, sono inseparabili l'una dall'altra, in un meccanismo che scatta nella mente dello spettatore con la sovrapposizione di musiche diegetiche e non diegetiche che nell'evolvere della scena hanno eguale importanza. Leone qui trova, con l'apporto fondamentale dell'amico compositore, quella magia cinematografica fatta di emozione e spettacolo che tanto ricercava, portando su un piano espressivo ulteriormente evoluto le innovazioni di "Per un pugno di dollari".
"Quando la musica finisce, spara" ma vorresti non finisse mai, in un climax ipnotico che potrebbe continuare all'infinito.
Tutto questo dona a quelle due sequenze una forza lirica e drammatica meravigliosa, assente su simili livelli nel film precedente, potenziata anche dal maggior lavoro di caratterizzazione sui personaggi principali, soprattutto il Mortimer di Van Cleef e l'Indio di Volonté, ma nemmeno il Senza Nome (stavolta è "Il Monco") di Clint è escluso da questo processo.
L'inserimento di un passato drammatico (fumoso ma esplicitato in modo sufficientemente chiaro dai flashback allucinati della mente distorta di Indio) tra i due duellanti, della vendetta personale come obiettivo ultimo e dunque di un meccanismo più intimo e personale nelle loro figure ovviamente aumenta tanto l'epicità quanto la sensibilità di quel duello, che diventa più umano, più profondo del tipico "duello tra pistoleri" e che sulle note di quel maledetto carillon diventa persino commovente, perché tutti gli elementi in gioco sono espressi con perfetta e assoluta chiarezza allo spettatore. Tutti, compreso l'elemento nuovo del duello, l'elemento esterno, che dona ulteriore novità a questo meccanismo tipico del cinema western: il Monco è spettatore e arbitro del duello, e agisce in nome di una lealtà verso il Colonnello che forse nemmeno quest'ultimo si aspettava davvero, frutto di un personaggio, come dicevo prima, più sviluppato e maturo rispetto a quello del "Joe" dell'anno prima. Il Monco interviene per riportare il duello in una situazione di equità, concedendo all'amico colonnello la possibilità di guadagnarsi la sua vendetta da solo, come da suo desiderio, ma non interferisce, segna solo il tempo scandito dalle note dell'orologio, un protagonista che si mette da parte lasciando ad altri il momento più epico, mostrando una struttura in realtà più corale, un triangolo- Monco-Colonnello-Indio-centrale nel film.
Naturalmente nel duello finale Mortimer dovrà per forza di cose affrontare l'avversario con modalità d'azione opposte alle sue abituali mostrateci per l'intero film. Traspaiono le emozioni dove abbiamo visto fino a quel momento solo fredda lucidità, ed è un momento meraviglioso. Una sequenza conclusiva che è fatta di tanti piccoli tocchi, di scrittura, di musica, di regia e montaggio (con l'intensità dei primissimi piani e dei particolari sugli sguardi, sulle mani che flettono le dita pronte al movimento finale, ormai già marchi di fabbrica di Leone, inquadrature rapide, sempre più rapide-montaggio fulmineo, come quando il Colonnello vede per la prima volta il manifesto di Indio), anche di interpretazioni efficacissime e che rendono il tutto un vero capolavoro nel capolavoro, il punto di arrivo di un grandissimo film, semplice da fruire ma creato con più complessità e attenzione di quanto non possa sembrare ad una prima occhiata. Insomma, il cinema di genere che non poteva, all'epoca, essere considerato d'autore quando d'autore lo era in tutto e per tutto, se non per la cecità che da sempre accompagna ciclicamente la critica per un motivo o per l'altro.
Per il resto "Per qualche dollaro in più" è già un capolavoro e un buon passo per Leone verso la maturità artistica finale ed è, di fatto, tutto un'aggiunta rispetto al fratello povero dell'anno precedente. La co-produzione è principalmente Europea, ma la forza dello "Spaghetti-Western" sta cominciando ad espandersi anche oltre oceano e l'intervento della United Artists (che si occuperà della distribuzione internazionale) permette a Leone di usufruire di un budget tre volte superiore a quello avuto per girare "Per un pugno di dollari" (si, insomma, i titoli cadono a fagiolo, pare che Leone lo abbia scelto apposta, durante le beghe con la precedente casa di produzione) e si vede. Leone ha sempre più confidenza con quella che è la sua idea di (nuovo) cinema western e i mezzi maggiori gli permettono una cura e una ricostruzione scenografica ben maggiore e un'altrettanto maggior libertà nella costruzione della messa in scena e di sequenze più complesse e davvero fantastiche con invenzioni di regia sempre più memorabili.
La scarna scheletricità del film precedente mi piace moltissimo ma non c'è dubbio che qui si facciano solo passi avanti, in ogni senso.
Qualche momento indimenticabile: i titoli di testa; la sequenza del "duello dei cappelli", per la sua ironica epicità; gli scontri del colonnello Mortimer con Wild; Indio che sale sul pulpito per raccontare la sua "parabola" e naturalmente il "no, niente, vecchio... Non mi tornavano i conti" finale.
Poi un gruppo di attori protagonisti e caratteristi meraviglioso: Clint Eastwood, che si conferma l'uomo con-senza sigaro per eccellenza, torna nel ruolo del cinico di ghiaccio con in realtà un forte senso di lealtà e umanità al suo interno, con un personaggio che gli permette di liberare maggiormente quella beffarda ironia nera ancor più presente e ancor più divertente che nel film precedente. In più, Eastwood ci guadagna con il doppiaggio di quel grande attore che era Enrico Maria Salerno.
Lee Van Cleef Leone lo aveva ripescato in extremis negli Stati Uniti, al cinema non aveva mai sfondato e faceva il pittore, questo ruolo fu la sua tardiva ma meritata consacrazione; è bravissimo, una faccia bronzea dagli occhi a mandorla e un ghigno dall'incredibile espressività e non solo, l'inaspettata commozione accennata dagli occhi durante il duello finale, nel momento dell'intervento del Monco a suo favore, in un attimo da tanta forza in più al personaggio.
Gian Maria Volonté... Vabbè. Ma c'è da dire che qui il suo personaggio è decisamente più interessante rispetto al Ramòn del "Pugno". Indio è uno psicopatico, non un semplice bandito, con interessanti aspetti comportamentali ai quali Volonté da superbamente corpo: dagli scoppi di risa grondanti malignità, alla lucida crudeltà, fino a quei suoi momenti di "stasi", di straniamento dal resto del mondo, legati agli eventi che vediamo nel flashback. Indio è un bel personaggio, un cattivo molto più interessante della media dei cattivi western.
Poi tutta quella galleria di brutte facce che costellano il film, sapientemente inquadrate con cura da Leone, le solite facce, che avevamo già visto e ancora rivedremo (questa volta Mario Brega ha un ruolo interessante, per il suo rapporto particolare con Indio) più qualche faccia nuova... La faccia più brutta di tutte: Klaus Kinski, che fa il caratterista come faceva spesso negli anni '50 e '60, prima che in patria arrivassero Herzog e Aguirre a consacrarlo. Kinski frequenterà spesso e bene il genere western negli anni '60, successivamente a questo film anche in ruoli più corposi, a volte anche da protagonista, ma qui con Leone fa il caratterista e caspita, se rimane impresso (e come poter pensare il contrario...).
Alla sceneggiatura c'è Luciano Vincenzoni (ma altri hanno messo mano ad alcuni dei più memorabili dialoghi, come Sergio Donati) e, per la serie "film che sono palestre del mestiere" nei titoli di testa sono accreditati come assistente alla regia Fernando Di Leo e come aiuto regista Tonino Valerii, quest'ultimo destinato a seguire la strada del western moderno nella seconda metà degli anni '60 e la prima dei '70.
"Per qualche dollaro in più" è un film meraviglioso che inaugura quella splendida serie di cinque capolavori consecutivi (più "Per un pugno di dollari" che non è che ci vada tanto lontano, eh, siam lì) che Sergio Leone ha saputo lasciare alla storia del cinema. Pochi (anche perché per l'ultimo ce ne è voluto di Tempo) ma grossi.

Signor Wolf  @  10/07/2022 13:30:34
   9 / 10
nel secondo film della trilogia Leone finalmente raggiunge i suoi standard, un film dalla durata e dalla complessita di trama maggiore, che finalmetne sfrutta appieno i grandi attori che ha a disposizione: fra tutti Gian Maria Volontè

AgentSmith  @  08/06/2021 23:33:30
   9½ / 10
Perfetto! Bello almeno quanto il primo capitolo.

Alpagueur  @  02/10/2020 11:51:53
   9 / 10
A mio parere non solo il film più bello della trilogia del dollaro, ma anche il più bello della intera filmografia di Leone nonchè il miglior western della storia del cinema. Merito sicuramente di uno dei cattivi cinematografici più realistici e credibili, l'Indio (interpretato da un grandissimo Gian Maria Volontè).
E' diventato famoso soprattutto per le stupende note del carillon dell'orologio.
"Quando la musica finisce, raccogli la pistola e cerca di sparare....cerca"
Così diceva l'Indio al Colonnello Mortimer prima del duello finale. Questo spezzone di film, con la frase ripetuta esattamente identica da Vittorio Mezzogiorno, è stato citato 4 anni dopo nel film di Montaldo "Il giocattolo". Non è un caso. I dialoghi sono un altro punto forte del film (a volte ironici, me ne viene in mente qualcuno "E dimmi Colonnello, come mi consigli di presentarmi all'Indio...non so magari con un mazzo di rose?", "vede la verità vera signor Mortimer è che solo a un pazzo potrebbe venire in mente l'idea di assaltare la banca di El Paso", "si, solo a un pazzo drogato" solo per citarne alcune).
I personaggi sono uno più convincente e carismatico dell'altro, ma la vera figura chiave della pellicola è L'Indio, uno spietato bandito messicano furbo, scaltro, estremamente intelligente, abilissimo con la pistola, Ci vorranno i due migliori pistoleri in circolazione (uno della Carolina ex soldato, l'altro un cacciatore di taglie del New Mexico/Texas) per ucciderlo. A modo suo è leale, i lavori più "sporchi" li fa fare ai compari, e sfrutta l'ingresso nella banda del Monco per fargli sterminare tutti gli altri, far incolpare uno di loro e poter così scappare da solo con l'intero bottino (500.000 dollari, rubati dalla banca-fortezza di El Paso, una città all'incrocio tra ben 3 stati, Messico, Texas e Nuovo Messico). Anche alla fine riesce a capovolgere la situazione a suo favore, da assediato a assediante nel giro di pochi secondi (freddo e intelligente). Avrebbe potuto uccidere il Colonnello, ma lo ferisce solo alla mano, per dargli comunque una chance (anche se scarna). A modo suo è stato "leale". Anche alla pari, ha perso proprio per un centesimo di secondo (probabilmente a causa alla droga che assumeva, che giocoforza prima o poi gli avrebbe dovuto combinare qualche scherzo). Grandissimo.
Una nota di merito anche alle sublimi recitazioni Luigi Pistilli (Grogghy) e Klaus Kinski (Wild il gobbo), dopo L'indio quelli con la taglia più alta, i più pericolosi.
In realtà Grogghy aveva capito subito che l'Indio voleva fregarli tutti e che l'omicidio di Slim fosse solo uno stratagemma, lo si capisce da come lo guarda subito dopo che obbliga tutti i compari a inseguire i due bounty killer, molto intelligente questo personaggio.
Insomma Per qualche dollaro in più è al 90% El Indio... un carisma unico tra i 'villains' cinematografici (non solo del genere western). Sentenza non era veloce, furbo e intelligente come lui (altrimenti avrebbe costretto il biondo a parlare, con le buone o con le cattive), Ramòn Rojo era vincolato al fucile e troppo stupido (mirava sempre e solo al cuore) e Frank avrebbe potuto lucidargli gli stivali, non valeva l'unghia del dito mignolo del piede sinistro delll'Indio (uno che spara a sangue freddo a un bambino disarmato che gli piange in faccia come si può definire?). Chapeau!

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Ultima risposta 10/07/2022 13.34.56
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CyberDave  @  26/07/2020 10:06:18
   7½ / 10
Secondo capitolo della famosa trilogia di Leone, trama meno interessante ma maggior caratterizzazione dei due protagonisti, riusciti davvero bene e con un ottima interpretazione di entrambi, il personaggio di Mortimer in particolare è fantastico.
Per il resto chiaramente avvincente fino alla fine e con diversi dialoghi che restano impressi.
Musiche e regia come sempre di livello altissimo, per un film che non stanca mai.

Hagen di Tronje  @  13/07/2018 12:01:30
   9 / 10
Secondo capitolo della "Trilogia del dollaro" di Sergio Leone e, personalmente, il mio preferito. La trama è meno innovativa rispetto al successivo "Il buono, il brutto, il cattivo" ma è comunque interessante, come interessante è il confronto fra I due protagonisti, magistralmente interpretati da Lee Van Cleef e Clint Eastwood. Monumentale l'interpretazione di Gian Maria Volontè (alle prese con un presonaggio complesso e ricco di sfaccettature) e ottimo il cast di contorno (Klaus Kinski su tutti). Dal punto di vista tecnico il film è ineccepibile, ritroviamo I primi piani tanto cari al regista e, soprattutto, la supenda colonna sonora di Ennio Morricone.
Assolutamente da non perdere.

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Ultima risposta 02/10/2020 11.56.26
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Romi  @  06/07/2018 10:31:47
   9½ / 10
Secondo step della trilogia del dollaro. E' piu' articolato e piu' complesso del primo (Per un pugno di dollari), basato su: "La sfida dei samurai" di Kurosawa. Leone riconferma la sua grande bravura di regista, un orgoglio per noi italiani.
Fil consigliatissimo agli amanti del grande cinema. Ma è consigliatissimo anche agli amanti dei sigari, agli amanti del poncho ed alle amanti dei baffi.

C_0_  @  23/08/2017 23:48:32
   9½ / 10
Per me è un (quasi) capolavoro. Il mio preferito della trilogia.

mrmassori  @  06/05/2017 13:26:38
   10 / 10
come tutti e tre film della trilogia del dollaro, è un vero capolavoro!

Filman  @  15/10/2016 23:47:43
   9½ / 10
Quello di Sergio Leone è uno stile che è stato in grado di ribaltare gli stereotipi del Western, ma soprattutto ha avuto la capacità di foderare il genere in un post-modernismo visivo e narrativo, assoluta avanguardia per il cinema di genere e per quello generale di cui PER QUALCHE DOLLARO IN PIU' è protagonista assoluto, costruito per intero sulla dilatazione dei tempi e in modo sedimentario, con un lessico ermetico fatto di silenzi, sguardi, soggettive e movimenti di camera che si alternano a campi lunghi e lunghissimi, con soluzioni sonore e atmosferiche risonanti. A completare uno dei più belli e anticonvenzionali film di genere della storia cinematografica, fra tutti i personaggi di moderna epicità, ormai delineati e inscritti nello stile del regista italiano, spicca un antagonista precursore, munito di follia, privo di omologazione, scaltro, determinato e anche tormentato, volto di questo capolavoro esteticamente e narrativamente maledetto.

Dom Cobb  @  29/05/2016 18:27:51
   9 / 10
Il temibile e psicopatico bandito El Indio evade di prigione e, con la sua banda, ha in mente di rapinare la più sicura banca di tutto il paese: quella di El Paso. A dargli la caccia e a farsi concorrenza nel mentre, il vecchio, calcolatore colonnello Mortimer e il pistolero noto come il Monco...
Di tutta la stimata trilogia del dollaro firmata dal maestro Sergio Leone, questo secondo episodio uscito all'indomani del successo inaspettato e ruggente del celeberrimo Per un pugno di dollari sembra essere il meno ricordato e, in un certo senso, anche il meno considerato del trio; da parte mia, sebbene in modo del tutto involontario, mi sono ritrovato a condividere questa sensazione generale, ma soltanto a livello di gusto personale: forse perché il film non possedeva la semplicità del precedente o l'aura di leggenda del ben più memorabile successivo, ho sempre considerato Per qualche dollaro in più una divertente commedia western ottimamente girata... ma niente di più.
In effetti, da un punto di vista meramente di entertainment, questa seconda escursione di Leone nella mitologia del vecchio West, pur mantenendosi sugli stessi, alti standard dei rimanenti membri della sua prima trilogia, manca di un'autentica scena madre, un momento che risulti iconico e assolutamente riconoscibile oltre ogni dubbio o incertezza.


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Detto questo, ripeto che la mia opinione segue quella della massa a livello di gusto personale, ma non a livello di analisi oggettiva: infatti, come film a sé, preso senza tirare in ballo momenti iconici o divertimento soggettivo, questo Per qualche dollaro in più rappresenta un deciso passo avanti rispetto al primo capitolo. Si nota una maggiore sicurezza nella regia (riflessa anche in una maggiore durata), una certa originalità nel portare avanti una storia che, in ogni caso, si basa sempre sui soliti stilemi del genere (bounty killers sulle tracce di un bandito), una maggiore cura nella messinscena, dove spicca una splendida fotografia, e una fresca fluidità nella sceneggiatura, così come nel modo in cui vengono sfruttate tutte le occasioni possibili per far commedia.


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Ma i progressi includono anche lo sviluppo dei personaggi: se il Monco del solito, volutamente monoespressivo Clint Eastwood rimane un tipo la cui espressione vacua e perennemente furba basta e avanza, lo squilibrato Indio (un Gian Maria Volonté istrione come non mai) e il colonnello Mortimer danno segno di una profondità che va oltre lo stereotipo o la macchietta; è l'inizio di un percorso che giungerà a ulteriore maturazione nei successivi film di Leone, trovando il suo ideale completamento proprio nella sua magnum opus, C'era una volta in America.


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A completare il quadro, una colonna sonora decisamente più incisiva e matura del mai abbastanza lodato Ennio Morricone, le cui parti più riuscite sono senza dubbio la title track e la melodia che fa da sfondo al duello finale.
Un altro classico western da un maestro del Cinema italiano: come ho già detto, forse privo di una sua scena madre o di momenti particolarmente iconici, ma comunque un grandioso esempio di settima arte al suo massimo.

peppe87  @  20/09/2015 01:23:35
   9 / 10
onore a te Sergio

pernice89  @  12/08/2015 22:55:21
   7½ / 10
Come storia questa mi è piaciuta leggermente di meno rispetto a "Per un pugno di dollari", ma tutto il resto (colonna sonora dello strabiliante Morricone, il grandissimo cast composto dai superbi Clinti, Volonté e Lee Van Cliff) è ottimo come sempre. Da sottolineare anche il finale, GENIALE!!

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ulysses1  @  07/04/2015 13:58:54
   10 / 10
Basterebbero gli sguardi di Eastwood, Van Cleef e Volontè per rendere indimenticabile questo pezzo di storia cinematografica, senza parlare delle musiche di Morricone, delle sequenze di Leone, delle ambientazioni... Chi ama i film di Leone e il grande cinema in generale non può non guardare questo film, dopo averlo visto sarà più chiaro il concetto aristotelico di catarsi.

daniele64  @  11/12/2014 11:14:09
   9½ / 10
Lo dichiaro apertamente : sono di parte !! Sarà che sono cresciuto con gli spaghetti western , sarà che adoro Sergio Leone , sarà che questa pellicola ha un cast straordinario dove anche le comparse hanno le facce giuste , sarà che la colonna sonora di Morricone è semplicemente eccezionale ( persino un carillon o uno stridio possono creare una grande atmosfera...) , sarà che la sceneggiatura è semplice , lineare e senza inutili lungaggini o divagazioni , sarà che i dialoghi sono scarni ma brillanti , infarciti di battute fulminanti .........
ma io reputo questo film , insieme a " Il buono , il brutto e il cattivo ", il miglior esempio di western italiano di tutti i tempi dopo il sommo " C'era una volta il West " ( che però è una produzione più americana ) . Al servizio dell'inconfodibile stile registico del grande Sergio , oltre ad un buon budget economico che gli permette otttime location spagnole , c'è un grande trio di protagonisti , dove Eastwood è quasi messo in ombra dall'imperturbabile Van Cleef e dal sontuoso Volontè . Ottima pure la fotografia di Dallamano . Una piccola notazione tecnica : in questa pellicola si vedono i primi flash back , che diventeranno un'importante costante della successiva filmografia leoniana .
In poche parole : cinico , ironico ed epico al tempo stesso !!
Duello finale indimenticabile e poi....


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markos  @  12/11/2014 11:56:06
   9½ / 10
IL film dura 30 minuti in più del primo, si vede che il grande Sergio Leone ha preso la mano, bellissimo in tutto, regia, attori e musiche del grando Morricone.
Da cineteca.

CitizenKane  @  31/10/2014 23:11:52
   10 / 10
Generalmente si cita Il buono, il brutto ed il cattivo, quando si vuole cercare di comprendere la forza di Leone nel genere western.
A mio avviso, invece, questa è incarnata in quel grande gioiello che è Per qualche dollaro in più. Qui c'è tutto ciò che manca a tanti film western. Il tradimento, la frustrazione, il pragmatismo, e soprattutto il dramma di una

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Paolo70  @  26/10/2014 19:19:03
   9 / 10
Film che scorre bene, eccellente la regia, buone le prove di recitazione dei protagonisti, eccezionale Clint Eastwood. Ottima scenografia-

_Hollow_  @  21/10/2014 19:13:29
   9½ / 10
Quasi (quasi) il più bello della trilogia, sicuramente il più sperimentale con l'introduzione di quei flashback che tanto caratterizzeranno la regia di Leone (mi vengono in mente Giù la Testa e C'era una volta in America su tutti).

Ottimo sotto tutti i punti di vista; solo tanta ammirazione per lo spaghetti western di Sergione.

Guglielmo90  @  12/07/2014 17:02:36
   9½ / 10
Secondo capitolo della trilogia del dollaro che per me supera il suo predecessore. Infatti qui, oltre a Clint Eastwood, vediamo anche l'aggiunta di un grandissimo Lee Van Cleef, affiancato al primo. Le musiche di Morricone sono sempre magnifiche e, insieme alla grandissima regia di Leone, rendono questo film bellissimo, in particolare la scena del duello finale.

Film assolutamente da vedere.

alex94  @  11/06/2014 10:01:23
   8½ / 10
Bellissimo western di Sergio Leone,la regia come al solito è perfetta,così come le interpretazioni di Clint Eastwood e di Lee Van Cleef, ottima è anche la trama che si sviluppa molto bene fino ad un finale ricco di tensione. Stupenda le musiche di Morricone.Film da vedere assolutamente.

Arkantos  @  03/12/2013 17:15:35
   8½ / 10
Passiamo al secondo capitolo, con l'aggiunta di Lee van Cleef.

Questo secondo capitolo è superiore in tutto rispetto al primo: musiche, storia, interpretazioni.

Inoltre questo è anche il film dove compare il famigeratissimo Mortimer.

Ad Atlantide c'è stato un enorme dibattito da dove è uscito fuori questo nome:

"Arkantos, lo sai che sei inquietante come Mortimer?"
"E chi è Mortimer?"
"Boh."

Molti non hanno avuto neanche un ipotesi, mentre le poche persone che ne hanno formulata una hanno detto che deriva da "Morte" col suffisso "-er":
Colui che porta la morte, quindi hanno subito pensato a un entità satanica.

Vi siete sbagliati, è semplicemente un pistolero, uno dei personaggi presenti in questo film.

Ritornando alla recensione, devo far notare le interpretazioni dei personaggi migliorate, più credibili.


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Le musiche sono bellissime.

"Ma Arkantos, c'è una scena dove la musica sembra il suono di un UFO."

è bella lo stesso perchè riesce a dare suspense.

"Ma Arkantos, c'è una scena dove c'è quel suono strano, presente anche in 4 Carogne a Malopasso"

Non mi importa, è fi.ghissima quella musica. Stop.


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Molto bello anche il duello finale.


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Anche se migliore in tutto rispetto a "Per un pugno di dollari", non può competere con il magistrale "Il buono, il brutto, il cattivo".

marcogiannelli  @  19/11/2013 11:16:25
   10 / 10
dare di meno a questo capolavoro mi risulta difficile...se pensiamo che Clint Eastwood risulta un'immagine "terziaria" rispetto a Van Cleef e a Volontè....oltre alla contrapposizione giovane incosciente vs. vecchio pensante abbiamo una personalità meglio delineata rispetto alle altre..è quella dell'Indio, personaggio crudele e dlle mille sfaccettature...Volontè da Oscar per l'interpretazione del miglior cattivo della trilogia...sonoro da far venire i brividi (e anche il carillon dice la sua)

DogDayAfternoon  @  14/11/2013 21:10:40
   7 / 10
Un passo indietro rispetto al capitolo precedente, ma Leone di riscatterà alla grande con il successivo. Poche le battute storiche e le scene memorabili, una trama abbastanza convincente ma infarcita di alcune scene che ho trovato alquanto banali o improbabili


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scene delle quali non se ne sentiva il bisogno visto che la storia e i personaggi funzionavano già da sé e vista la durata finale eccessiva a mio avviso. Gian Maria Volontè spicca tra tutti, mentre Clint Eastwood fornisce la sua prova meno convincente nei film di Leone (tra l'altro curioso come nei suoi film non abbia mai un nome, dall'Americano al Monco al Biondo). Poco incisive anche le musiche di Morricone, pure lui sottotono.

Diciamo che per Leone è un film carino ma nulla di che, nella filmografia della maggior parte degli altri registi sarebbe stato il loro cavallo di battaglia.

1 risposta al commento
Ultima risposta 17/08/2014 22.06.05
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Domius  @  01/11/2013 14:50:49
   9 / 10
E' davvero un peccato che io non abbia potuto vedere questo film nella mia prima giovinezza, un peccato.
La scena finale è qualcosa di indimenticabile e indescrivibile.

hghgg  @  14/08/2013 12:41:12
   9 / 10
Il primo capolavoro di Sergio Leone ed il momento in cui la "trilogia del dollaro" comincia ad ingranare veramente, raggiungendo gli altissimi livelli di cinema che tutti conosciamo e portando un genere verso il suo apice. Si perché se "Per un pugno di dollari" altro non era che un remake (pur ottimo, forse il miglior remake di sempre) non autorizzato e non ufficiale de "La sfida del Samurai" di Kurosawa semplicemente riadattato in forma western, a partire da questo film Leone definisce definitivamente il suo stile in un film originale (per quanto potessero essere originali già nel 1965 le tematiche e le caratteristiche di un western) o che comunque non sia una rimasticazione di classe di un altro prodotto. Per l'appunto "Per qualche dollaro in più" è un grandissimo film, sorretto dalla regia impeccabile del Sergione con tutte le sue caratteristiche migliori, dai campi larghissimi ad inquadrare piccole figure in lontananza e vastissimi terreni incontaminati fino ai celeberrimi primi piani più stretti che mai, a racchiudere le due espressioni di Eastwood (col sigaro e senza) l'impagabile faccia da western di Lee Van Cleef e la sovrumana espressività del più grande attore italiano di tutti i tempi (ad onor del vero, con Marcello Mastroianni e la Magnani a pari merito); e poi tutte le varie finezze alla regia che raggiungeranno l'assoluta perfezione stilistica quasi vent'anni dopo non c'è bisogno che dica con quale film. E le musiche, carismatiche, coinvolgenti e onnipresenti di Ennio Morricone un vero e proprio tutt'uno con le immagini stesse, che non fanno altro che aggiungere epicità e qualità ad un film già di per se ottimo. Ovviamente è la sceneggiatura a non essere eccelsa, come in moltissimi film western (tranne forse quelli moderni, esempio è un capolavoro come "Dead Man" di Jarmusch, probabilmente l'ultimo respiro del West, in chiave metafisica e surreale, e scusate la divagazione) che difficilmente hanno bisogno di una sceneggiatura forte, basta avere qualche scambio di battuta memorabile (e qui ce ne sono eccome) e il gioco è fatto e riuscito. Soggetto semplicissimo ma centrato, con il tema della vendetta al centro di tutto e con buoni spunti "sentimentali" e psicologici; da questo punto di vista la caratterizzazione soprattutto dell'Indio è piuttosto buona, un essere perfido, capace di azioni terrificanti, uno scarafaggio che merita di essere schiacciato eppure anche un uomo tormentato, dal ricordo e dal rimorso, passa dall'apatia alla furia spietata e alla mentalità diabolica in un attimo. Ed è ovviamente lui, Gian Maria Volontè a donargli il volto con una grandissima interpretazione, forse la prima interpretazione straordinaria della sua carriera, prima di Petri, Rosi e Melville. Chiariamo era già stato ottimo sempre con Leone in "Per un pugno di dollari" ottima controparte italica di Tatsuya Nakadai, ma è con questa interpretazione che assistiamo alle doti sconfinate di Volontè, sempre maniacale e perfetto nell'immedesimarsi nel personaggio (qualunque esso sia, fossero anche personaggi agli antipodi) nel renderlo suo, grazie ad un'espressività pazzesca, e doti da trasformista (sia dal punto di vista fisico che mentale) fuori dal comune, senza contare la presenza scenica e il carisma pazzesco. Ribadisco, uno dei 10 attori più grandi di tutti i tempi per il sottoscritto e il più grande in Italia.
Riuscitissima anche la coppia Clint Eastwood e Lee Van Cleef, grandissimi volti del cinema ambientato ad Ovest, espressioni impagabili seppure certo non molto variabili. Ma il broncio di Eastwood e il ghigno di Van Cleef (quest'ultimo per me qui è alla sua migliore interpretazione, bravissimo davvero), le loro scaramucce (la scena dei cappelli è impagabile) e i loro favolosi scambi di battute rimangono impressi nella storia del cinema come nel granito. Ed è meravigliosa la sequenza finale, con il duello tra l'Indio e il colonnello Van Cleef, spalleggiato da un arbitro d'eccezione (che poi se ne sta li a guardare con il suo sigaro :D) e accompagnato dalle inquadrature di Leone e il tema di Morricone per farci assaggiare uno dei momenti per me più alti del genere, fino all'ultimo divertentissimo scambio di battute tra la coppia. C'è ironia quindi, di ottimo livello, come d'altronde ce n'è anche nell'altrettanto bello "Il buono, il brutto e il cattivo" dell'anno seguente, e c'è epicità in egual misura. Una nota ancora per le apparizioni di un attore all'epoca ancora non esploso ma che è decisamente impossibile non notare, quel Klaus Kinski che una volta incontrato, qualche anno dopo, il compagno di merende (e risse) Werner si affermerà, anche lui si, come uno dei più grandi attori (e psicopatici) di tutti i tempi.
In definitiva si, uno splendido film, come tutti i 4 di Leone che lo hanno succeduto e almeno due sono, senza dubbio alcuno, anche ben superiori. Una delle tante perle di uno dei migliori artisti italici che abbiano mai diretto qualcuno in un film (modo contorto per dire "registi").

giovielory  @  04/02/2013 19:15:08
   10 / 10
CAPOLAVORO ASSOLUTO DELLA STORIA DEL CINEMA!

non ci sono parole per descrivere questo film....ah si mi e venuta in mente ora:

PERFEZIONE!

secondo me sergio leone era la reincarnazione del cinema, allo stato dell'arte!

io mi chiedo come possa una persona ideare un film cosi.... non ho parole!

sergio leone: un mito!

TonyStark  @  09/01/2013 20:15:11
   9 / 10
credevo che sarebbe stato impossibile migliorare il precedente. Invece Leone è riuscito a stupirmi. Clint e il colonnello due "maschere" perfette per il loro ruolo, i duelli sono sempre spettacolari. Molti attori provengono dal precedente film ma nonostante ciò niente sa di ripetitivo.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR pier91  @  28/11/2012 19:26:02
   10 / 10
Un cinema in cui i conti tornano sempre, nulla sfugge al macchinatore che gira. I personaggi seguono i passi che sono stati decisi per loro, poco è lo spazio lasciato ai virtuosismi degli attori. Il meno imbrigliato è Volontè, ma appunto così doveva essere. Arrogante, affabulatore, plateale, l'Indio non è tipo da indossare una sola maschera.
Lo spettacolo impuro, le immagini che non temono l' invadenza della musica, la calma inquieta dei volti pesti, la morte. Amo tutta la trilogia del dollaro pressoché piattamente. Non l'avrei mai amata se qualcuno non mi avesse dato una spinta, ma infine voglio bene sul serio a Sergio Leone. Uno di quei geni affabili che si sono guadagnati dello spettatore anche l' affetto. Uno che ha citato alla lettera Wilde (o Proust) ottenendo qualcosa di magnificamente nuovo. Forse non ce lo siamo mai davvero meritato.

prof.donhoffman  @  28/11/2012 13:16:41
   7 / 10
Forse il peggior film di Leone (che è sempre meglio che il miglio film di Bay).

Oskarsson88  @  26/10/2012 14:37:30
   9 / 10
Molto bello, per me decisamente più elaborato e superiore al precedente della trilogia, mentre è ancora una tacca sotto ad Il buono il brutto il cattivo. Ottimo, con colpi di scena che si susseguono ed un Lee Van Cleef in versione personaggio buono. Volontè sempre più cattivo. Eastwood...come sempre...un vero classico!

jack98  @  27/09/2012 19:53:19
   9½ / 10
Bellissimo film, il migliore della trilogia (Per un pugno di dollari, Per qualche dollaro in più, Il buono,il brutto,il cattivo) e di Sergio Leone.

alepr0  @  27/09/2012 13:57:26
   9 / 10
Il mio western preferito insieme a Il buono, il brutto e il cattivo. Interpretazione magnifica di Clint Eastwood. Bellissime colonne sonore e ambientazioni. Inutile dire che è un film da avere obbligatoriamente nella propria collezione. La storia!

Atlantic  @  22/09/2012 13:35:00
   9 / 10
Secondo capitolo della trilogia del dollaro di Sergio Leone , ancor più completo del precedente Un Pugno di Dollari (1964).
Scene epiche , colonna sonora indimenticabile del maestro Ennio Morricone (fischio di Alessandro Alessandroni) e soprattutto un ottima interpretazione da parte di Gian Maria Volontè e ancor più da Clint Eastwood e Lee Van Cleef.
Finale strepitoso.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR rain  @  16/05/2012 11:30:37
   7 / 10
Tra i film della "Trilogia del Dollaro" questo è sicuramente quello che mi ha convinto di meno. Solite note positive che vanno dalla regia di Sergio Leone alla musica di Ennio Morricone passando per i grandi attori (non solo Clint Eastwood ma anche un grande Lee Van Cleef). Faccio fatica a spiegare cosa non mi sia piaciuto certo è che questo film mi ha entusiasmato notevolmente meno rispetto a "Per un Pugno di Dollari" e a "Il Buono, il Brutto e il Cattivo", forse la storia meno originale e più scontata. Molto bello il finale comunque.

Goldust  @  15/05/2012 10:53:27
   8 / 10
Seconda e probabilmente più riuscita puntata della trilogia del dollaro. La storia è meglio delineata rispetto al suo predecessore e si aggiunge un personaggio capace di lasciare il segno come il Colonnello Mortimer. Prima parte stra-avvincente, la seconda sembra un pò annacquata, salvo poi riprendersi nella resa dei conti finale. Quello che fa la differenza, comunque, oltre alla colonna sonora di Morricone è lo stile personalissimo di Leone.

gianni1969  @  28/04/2012 02:42:43
   10 / 10
dopo aver cominciato la serata con nanni moretti(gentile omaggio della fidanzata)avevo bisogno di svoltare la serata e cosi' mi sono rivisto il mio western preferito,l'unico film di cui conosco tutte le battute(non c'e ne sono poi tante). situazioni da urlo,cosi' come i personaggi,a cominciare da volonte,sempre strafatto,kinsky ai massimi livelli di pazzia,e la coppia eastwood-van cleef al suo meglio,per non parlare poi delle musiche. dalla scena del duello col carrillon,sino alla fine i 7 minuti che sconvolsero il western. INDIO IL GIOCO LO CONOSCI!! il prossimo anno me lo riguardo,maya permettendo

JOKER1926  @  06/04/2012 17:25:11
   7½ / 10
Chi ha dato la linfa vitale al genere Western è Sergio Leone, regista di film che hanno segnato la storia, grandi gli attori in scena, memorabili le colonne sonore che vedono, come sempre, lo zampino di un maestro, Ennio Morricone.

Fra i titoli che hanno scalfito a meglio il mondo del determinato filone troviamo "Per qualche dollaro in più", pellicola del 1965 sorretta ,dopotutto , da un cast di grande prominenza, infatti qui in scena abbiamo l'inconfondibile Clint Eastwood nella parte del cowboy ma non solo, Volonté e Lee Van Cleef nei panni dei rispettivi brigante e pistolero danno quella indispensabile propulsione al film. Ad esempio, a conti fatti , Lee Van Cleef è superiore ad Eastwood, la sua prova infatti sembra essere più elegante e di classe, direi penetrante, ovviamente in questo frangente è anche la sceneggiatura a dettare , irrevocabilmente, specifici parametri comportamentali.
"Per qualche dollaro in più" è un film costruito su una storia semplice che è la perfetta sintesi, fotografia di quel che fu il Western, fra faide e uccisioni selvagge; Sergio Leone senza problemi riesce a portare in scena la sua visione e lo fa con un bagaglio culturale/cinematografico eccelso.
La regia è sempre in cerca di inquadrature assolute ove emerge il protagonista dominatore del contesto scenico, le praterie sterminate sono, in un certo senso, controllate dalla mano e dal carisma di un singolo uomo a cavallo. I primi e i primissimi piani (vedere il finale) sono un must in contesti del genere.
Leone si avvale poi di un lavoro musicale che verte verso i sensi immani dell'epica; musiche imperdibili e indimenticabili, quella dell'orologio riecheggia ancora nella mente, anche dopo la visione…

"Per qualche dollaro in più" deve esser visto con gli occhi di chi vuol vedere un'opera d'arte e non un film con una elaborata storia, nei Western, vien fuori quell'apparato visivo (e sonoro) che scandisce gli animi dei pistoleri fra scenari tipici e sequenze colme di arroganza attorniate, ovviamente, da una carica non comune di dialoghi coloriti ma assai efficaci e taglienti. L'epilogo macchinato dalla regia italiana è una bolgia, inquadrature e musica al culmine.
Leone detta le regole, Morricone scolpisce la cornice di un disegno regnante.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Angel Heart  @  06/04/2012 00:40:26
   7 / 10
Secondo capitolo della trilogia del dollaro leoniana. In quanto ad importanza storica, vale lo stesso discorso di "Per un Pugno di Dollari"; una dozzina di sequenze leggendarie, una musica indimenticabile, e un "pugno" di interpreti che più azzeccato di così non si può. Come valore aggiunto, "Per Qualche Dollaro in Più" risulta leggermente più godibile del predecessore in quanto c'è più storia, più azione, e più cura dei personaggi.
Tuttavia la pesantezza che si riscontrava nel primo purtroppo la si ritrova anche qui: infatti ad una prima parte coinvolgentissima e piena di atmosfera ne segue una seconda piuttosto fiacca e tirata troppo per le lunghe; vale comunque la pena aspettare, in quanto la terza e ultima parte, con la resa dei conti finale tra i tre protagnisti (volti duri e sporchi che non si dimenticano facilmente) vale decisamente il prezzo del biglietto.

In definitiva un bel western, su questo non si discute... ma a mio parere, siamo ancora molto lontani dal capolavoro; le vette epiche (se la memoria non mi inganna) verranno raggiunte solo dal successivo "Il Buono, Il Brutto e Il Cattivo".

Ribadisco, il secondo capitolo è decisamente migliore del precedente, ma il mio livello di gradimento tra i due è rimasto praticamente sullo stesso livello. Ecco perchè neanche qui mi sento di andare oltre un buon 7.

gemellino86  @  04/04/2012 09:37:24
   10 / 10
Un capolavoro western degno del miglior Leone. Forse anche migliore del precedente. Quando Eastwood faceva ancora il genere a lui più adatto. Peccato che non vedo nessun oscar.

franky83  @  26/01/2012 16:59:24
   9½ / 10
Il voto si commenta da solo

2 risposte al commento
Ultima risposta 15/02/2012 11.06.02
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Ni-Co1989  @  11/01/2012 01:14:18
   9 / 10
Leone è riuscito a migliorare il primo capitolo e già solo per questo merita il 9! Eastwood e Van Cleef davvero superbi, passando da scene di tensione a scene diciamo più leggere con una facilità di recitazione disarmante. Bravissimo anche El Indio che rappresenta un "signor" cattivo!!

cort  @  20/11/2011 18:45:04
   9½ / 10
il migliore, per me, della trilogia. attori ai massimi livelli e in ruolo. duello finale indimenticabile e una colonna sonora da brividi.

76eric  @  30/10/2011 13:10:20
   10 / 10
Secondo capitolo della "Trilogia del dollaro", che, a differenza del primo film e del terzo, tocca tematiche un tantino più profonde che verranno maggiormente analizzate nella successiva ed altrettanto celeberrima "Trilogia del tempo".

Un'orologio da taschino, che una volta aperto ci fa ascoltare una musica triste, malinconica; una musica che testimonia un terribile avvenimento accaduto diverso tempo prima, che parla di un amore che non avrebbe potuto mai essere corrisposto e che racconta il dolore dato dalla gravosa perdita dell' affetto di una sorella. La perdita di una vita che doveva sbocciare e che per questo brama vendetta in colui che l' ascolta nei silenziosi momenti di solitudine.

Ma, oltre a questo, Leone aggiunge quel suo animo scanzonato, e meno impegnato che da sempre lo ha contraddistinto, per raccontarci la determinazione di un pistolero solitario, un bounty-killer cinico e materialista, il cui credo è tutto relegato nella canna della sua colt, strumento necessario per racimolare l' essenziale grana. Fino all' ultimo centesimo, perchè alla fine i conti devono pur sempre tornare.

A differenza di "Per un pugno di dollari", il regista romano da i già collaudati e fantastici 2 protagonisti, ne intrufola un terzo, che per ammissione di Verdone ( che deve molto, anzi tutto a Leone) riesce persino, a ragione secondo me, a battere Clint il monco e le sue taglienti battute. Tutto merito del "Vecchio" Lee Van Cleef espressivo come non mai, nella sua maggiormente indelebile performance.
Per Ramon che in questo film diviene l' Indio è inutile sprecare parole.

La collaborazione con Morricone è un altro tassello che ne arricchisce lo spessore, ed anche in questo caso il compositore romano firma uno dei suoi tanti capolavori utilizzando temi musicali appropriati in ogni situazione della pellicola.

Girato in Italia ed in Spagna, in un ipotetico New Mexico credibilissimo, come sempre Leone ha tutto sotto controllo, e non mi spiego il motivo per il quale la critica penalizza maggiormente questa pellicola per virtù registiche rispetto alle sue altre.Si pensi ad esempio alla sequenza del conto alla rovescia, quando stà per portarsi a compimento la rapina.
Fatto stà che anche con questo Capolavoro viene data una dimostrazione di creatività ai registi americani del tempo, raccontando uno "spaccato" del lontano West diverso, del quale la bollatura dei suddetti in "spaghetti-western" mi ha sempre dato un certo fastidio, trovandolo come un qualcosa di sminuente, di poco simpatico.

"Quei due piuttosto che averli alle spalle è meglio averli di fronte, in posizione orizzontale....., possibilmente freddi", se non è una battuta da 10 questa.....

Null' altro. Capolavoro.

9 risposte al commento
Ultima risposta 06/01/2012 21.04.40
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Invia una mail all'autore del commento camifilm  @  18/08/2011 02:08:17
   8 / 10
Inutile commentare, dopo tanti commenti.
Credo basti il voto stesso.
Certo, vi sarà chi non lo ha ancora visto e questa è una grave mancanza.

Ironkarlo  @  08/08/2011 09:42:44
   9½ / 10
Capolavoro! storia avvincente, fotografia, regia e sceneggiatura mitica!
Finale da brividi. che dire un'opera immortale!

Crazymo  @  30/07/2011 18:13:25
   8½ / 10
Andrò un pò contro corrente ma a me è piaciuto leggermente meno del primo...
Memorabile la scena dei cappelli :-P

sergiolandia  @  08/07/2011 14:04:36
   9 / 10
La seconda parte della "trilogia del dollaro" è senza dubbio migliore del primo (ossia "Per un pugno di dollari") perchè fornisce una trama leggermente più avvincente condita da un sempre eccezionale casting, che poi è quello affezionato di Sergio Leone (parlo di C.Eastowood e G.M.Volontè...ma ottimo Mario Brega che noi tutti conosciamo soprattutto in età avanzata con le commedie di Verdone. Grandi attori tutti.).
Il mio consiglio è quello di vedere la trilogia del dollaro in 3 giorni per poter poi farsi un'idea più imponente dei capolavori sfornati dal maestro Leone.
Personalmente, manca di vedere solo l'ultimo (che commenterò appena visionato).

Inutili gli elogi alle musiche: quando Morricone realizzerà un qualcosa di brutto, vorrà dire che sta per giungere la fine del mondo :)

Black Eight  @  09/06/2011 20:43:01
   8 / 10
Vado contro il sentire comune e dico che il secondo capitolo della trilogia è leggermente inferiore al primo, anche se naturalmente parliamo sempre di livelli altissimi. Regia e fotografia come sempre immense, scenografie e costumi eccellenti, prova del cast, che qui vede oltre Clint e Gian Maria Volonté anche la straordinaria presenza di Lee Van Cleef, ovviamente ottima e convincente. C'è da dire che Per Qualche Dollaro in Più sente diverse volte un'inflessione nella tensione e negli intrecci narrativi spesso scontati. Fortunatamente il finale cancella anche in questo caso questi piccoli difetti di sceneggiatura concentrando nello scontro risolutivo tutta la tensione accumulata. Anche in questo caso menzione d'onore per le splendide musiche del maestro Morricone

dagon  @  04/06/2011 16:14:11
   10 / 10
Appena un soffio al di sotto de "il buono , il brutto e il cattivo" (che per me rappresenta la perfezione Leoniana). Ancora una volta rifulge la grandezza del regista che, a meta degli anni '60 (!), scardinava i dettami del cinema di (in) genere con sorprendenti soluzioni visive e sonore. Dialoghi grandiosi che si imprimono nella memoria ("il mondo è piccolo" "sì...e anche molto cattivo"; "...meglio averli di fronte orizzontali, possibilmente freddi"), ritmi dilatati, venature di commedia (i cappelli "volanti")... il tema del carillon è meraviglioso ed il duello finale da applausi

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P.S.:Sulla rai passa sempre in formato scorretto, come tutti i film di Leone (1:1,85 invece di 1:2,35/40), cosa che finisce sempre con il troncare criminalmente parte laterale dell'immagine, lasciando fuori qualcosa (i duelli spesso sono "singoli") visto che Leone riempiva il quadro fino agli estremi. Se li aveste visti solo così rimediate subito, almeno con i dvd.

pipizanzibar  @  13/05/2011 10:51:59
   10 / 10
come fai a non mettere il massimo??

Eratostene  @  08/05/2011 14:15:14
   9 / 10
Inferiore solo a Il buono, il brutto e il cattivo. Sempre epico, tecnicamente eccelso ed estasiante Sergio Leone.

albio1985  @  01/05/2011 18:31:34
   9½ / 10
Così come le altre 2 della triologia del dollaro,una pellicola da consegnare alla storia. Il duello finale è ancora più bello rispetto al capitolo precedente

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Edgar Allan Poe  @  23/04/2011 17:17:52
   8½ / 10
Il primo western che abbia mai visto, e non credo proprio sarà uno degli ultimi. Ottima l'idea dell'orologio, con cui i duelli sono ancora più mitici... Ottime le musiche di Morricone, ottime regia, sceneggiatura, recitazione. Davvero un bel film. Non ho molto capito il flashback sull'Indio, ma fa niente...

guidox  @  19/01/2011 20:07:37
   9 / 10
deciso passo in avanti in questo secondo capitolo della trilogia, dove tutto ciò che di buono c'era nel primo film, viene amplificato in ogni suo aspetto.
l'introduzione di Lee Van Cleef e Gian Maria Volontè sono il salto di qualità, anche perchè oltre che rendere la trama più interessante e più avvincente con le loro interpretazioni, si affiancano in primo piano al grande Clint, anche stavolta impeccabile.
scenari incredibili, musiche meravigliose e regia ancora una volta superba.

Invia una mail all'autore del commento anthonyf  @  19/01/2011 19:22:58
   10 / 10
Un capolavoro del cinema western diretto dal grande Sergio Leone, con delle ambientazioni stupende e suggestive e delle musiche meravigliose, composte da Ennio Morricone, che per sempre rimarranno nella storia. I tre personaggi principali, interpretati rispettivamente da Clint Eastwood, Lee Van Cleef e Gian Maria Volontè sono veramente caratterizzati in modo perfetto e magnificamente interpretati. I costumi sono ben curati, le inquadrature stupende, la sceneggiatura ben scritta e la scenografia ottima come sempre... che dire... un 10 è il minimo!

MARMELlata  @  16/01/2011 20:09:33
   8 / 10
lo metto allo stesso livello con "per un pugno di dollari " due ottimi film della trilogia anche se entrambi sono un gradino sotto "il buono il brutto il cattivo" ... comunque in sostanza un ottimo spaghetti western!!

clint 85  @  10/01/2011 03:58:20
   9½ / 10
La faccio breve, gli apprezzamenti sarebbero troppi:
Considero la trilogia del dollaro di Sergio Leone, un'opera d'arte dal valore inestimabile!
9,5 solo perchè Il buono,il brutto e il cattivo lo considero leggermente superiore!(stamo là comunque....!)

Niko.g  @  29/12/2010 18:18:04
   7 / 10
A mio parere deludente rispetto al primo. Qui Sergio Leone mi sembra abbia voluto strafare nella ricerca di un diversivo, temendo forse inconsciamente di non reggere il confronto con la pellicola precedente. Ritmo troppo lento e smielato a tratti, con flashback fuori luogo e che ritengo comunque inappropriati in un western di questo tipo. Anche Clint Eastwood e Gian Maria Volontè sembrano più appannati rispetto al primo episodio. In confronto al primo film, tosto come un pugno allo stomaco, questo pare più un leggero schiaffetto...

MidnightMikko  @  24/12/2010 15:15:36
   9 / 10
Leone sempre eccelso. Tecnica sopraffina (con le sue inquadrature entrate nella storia del Cinema), attori diretti superlativamente, ottimamente caratterizzati, soggetto e sceneggiatura superlativi, fotografia meravigliosa.
Le parole sono solo sprecate per un film del genere.
Guardare per credere...

7219415  @  14/11/2010 15:52:00
   9 / 10
Me lo confondo sempre con "per un pugno di dollari"...entrambi molto belli

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  14/09/2010 00:16:21
   9 / 10
Ritornano i personaggi egoisti e sporchi di Per un pugno di dollari in questo ideale seguito e secondo capitolo della Trilogia del dollaro.
Come dire,Leone migliora sotto tutti gli aspetti proponendo una storia diversa pur con lo stesso personaggio principale (Eastwood sempre perfetto) affiancandogli stavolta un partner/rivale che entra nella storia del western,un Lee Van Cleef dalla fisionomia indimenticabile. E ancora,Volontè nella parte del cattivo (mostruosamente brutale,magnifico anche lui) come nel lavoro precedente,ancora Morricone che qui da sfoggio per l'ennesima volta delle sue capacità con motivetti fischiati e musiche che non ti usciranno più dalla testa. Quindi è tutto come Per un pugno di dollari ma Leone perfeziona un pò tutto,aggiunge carne al fuoco e getta i germi dei successivi (capo)lavori come il tema dell'amicizia o della vendetta.
Ogni inquadratura è ricercata ma funzionale a ciò che vuole dire la trama,alcune sequenze sono monumentali come il famosissimo duello finale sulle dolci note di vendetta del carillon.

La vendetta,si diceva. Per l'ennesima volta Eastwood (o il Monco) agisce per denaro,si rivela egoista per poi cambiare aspetto alla fine. Il rapporto che si instaura col Colonnello è ottimamente rappresentato come un amicizia tra due uomini d'onore pronti a diffidare dell'uno e dell'altro e anche ad aiutarsi nel bisogno. E come a dire che il denaro non conta tutto,il finale sarà rivelatore. Quel carillon che ossessiona i sogni o gli incubi dell'Indio si rivelerà essere anche il vero motivo della ricerca del Colonnello,quasi certamente tormentato anche lui dal motivetto ossessivo.
Non c'è quindi solo egoismo,né soltanto violenza e spettacolo: ciò che rende i western di Leone tanto importanti e una spanna sopra gli altri lavori del genere è proprio la profondità di una trama che all'inizio non potrebbe sembrare più banale e che si rivela essere qualcosa di più malinconico e triste.
Quasi non c'erano aspettative di bissare il successo del film precedente,ma la maturazione stilistica di Leone invece continua e investe ogni aspetto della sua opera,imprimendosi nella mente dello spettatore che riuscirà a non ricordarsi solo le sparatorie (tante) e la violenza ma anche lo sguardo del Colonnello mentre guarda la foto nell'orologio.

Invia una mail all'autore del commento Suskis  @  07/09/2010 17:21:56
   8½ / 10
Film più maturo di "Per un pugno di dollari", dove la trama si complica e i colpi di scena non deludono. Ottimi i due protagonisti. La musica è tra le migliori di Morricone. Un capolavoro del genere Spaghetti Western!

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR 1819  @  25/08/2010 22:02:56
   8½ / 10
Premettendo che della trilogia è quello che mi ha colpito di meno, si rimane ad altissimi livelli, grazie soprattutto allo straordinario apporto di Lee Van Cleef, grandissimo attore. Sempre di qualità le musiche di Morricone, così come l'interpretazione degli altri due protagonisti, Clint Eastwood e Gian Maria Volontè.
Una rivisitazione di "Un pugno di dollari" se vogliamo, oppure una sua elaborazione. Compito riuscito perfettamente.

2 risposte al commento
Ultima risposta 25/08/2010 23.40.58
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Redlife88  @  27/07/2010 14:58:15
   8 / 10
Bellissimo il finale e la trama..sempre fantastica la colonna sonora

Cianopanza  @  20/05/2010 18:24:39
   10 / 10
Il mio preferito della trilogia del $$$.

1 risposta al commento
Ultima risposta 30/09/2020 17.25.33
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ROBZOMBIE81  @  20/03/2010 10:35:38
   8 / 10
Sempre su alti livelli..

chry2403  @  16/02/2010 11:32:34
   9½ / 10
Splendida eccezione alla regola che vuole il seguito nettamente inferiore al primo film. A dire il vero però questa pellicola è effettivamente meno pregiata, ma si tratta di piccolezze di poco conto, quello che è importante è che rappresenta il secondo capitolo della trilogia del dollaro, il film che ha confermato al mondo quale ottimo regista sia Leone permettendogli di girare il terzo mitico capitolo.

La storia, le scenografie, la regia sono state innovative per quei tempi, emblematico il primo vero duello della storia del cinema posto nel finale del film, con le splendide inquadrature degli sguardi in primo piano. Bellissimo l’ironico finale quando il protagonista fa la conta.

Se nella prima pellicola era presente solo Eastwood, in questo secondo capitolo ci sono sia Eastwood che Van Cleef, per poi concludere con l’aggiunta di Wallace un trio perfetto nel terzo capitolo della trilogia. Da segnalare che tornano molti degli attori del primo film con personaggi più o meno diversi.

Anche in quest’occasione le donne hanno poca influenza, ancora meno rispetto al primo, d’altronde è difficile immaginare che delle donne possano essere protagoniste in quell’ambiente così pericoloso.

Sempre ottime le musiche di Morricone, i suoi suoni accompagnano divinamente le immagini con musiche impossibili da non amare.

Non si può non lodare anche in questo film la maestosa interpretazione di Eastwood, l’icona del pistolero del west per eccellenza. Anche Van Cleef è stato perfetto, diventando pure lui un’icona western nell’immaginario collettivo.

Contrariamente alla sua performance del primo capitolo, Volontè in quest’occasione non mi è parso particolarmente brillante. Da segnalare la seconda morte di Brega, fine che fa in tutti i film della trilogia.

Pellicola che ha tutto il diritto di stare in ogni videoteca tra il primo ed il terzo capitolo della trilogia del dollaro.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  07/02/2010 13:21:49
   9 / 10
Western di più ampio respiro rispetto a Per un pugno di dollari. Nuovi elementi si aggiungono, trama più ricca e articolata con personaggi e situazioni che richiamano le opere successive come l'ultimo capitolo della trilogia e soprattutto C'era una volta il West. Ottima la colonna sonora, una delle migliori di Morricone.

floyd80  @  03/02/2010 17:41:07
   8 / 10
Secondo della trilogia del dollaro non è inferiore agli altri due. I personaggi sono memorabili e la scena finale è d'antologia. Leone come Tarantino è un mago delle scene madri e in questo film le azzecca tutte.
"che succede?"
"Niente...non mi tornavano i conti...me ne mancava uno"

fiesta  @  26/01/2010 01:39:42
   9 / 10
esempio di come descrivere la psicologia dei protagonisti utilizzando flash back. forse è questo il punto fondamentale di un capolavoro capace di affrontare qualsiasi genere cinematografico.

Invia una mail all'autore del commento s0usuke  @  24/01/2010 16:36:19
   7½ / 10
Un passo avanti dopo Per un pugno di dollari. L'opportunismo e l'avidità di denaro, qui lasciano il posto o quanto meno vanno in secondo piano rispetto all'onore, alla vendetta e all'amicizia virile... tutti temi che ritorneranno puntuali chi più chi meno nella grande filmografia di Leone. Duetto raffinato di Eastwood e Van Cleef. Volontè antagonista malinconico e nostalgico.

LionelCosgrove  @  07/01/2010 18:30:05
   7 / 10
Non mi sento di dare un voto più alto, anche perchè ho apprezzato di più per un pugno di dollari.
Cmq un ottimo film che ha dato carattere e spessore ad un genere, secondo me un pò troppo discrimininato (almeno dalle nuove generazioni).
Una regia sublime che raggiunge l'apice nel duello finale... davvero davvero azzeccatissimo clint che riesce a battere un tris di k con un tris di assi!!!

Sentenza  @  05/01/2010 11:15:38
   10 / 10
Amo particolarmente questo secondo capitolo de 'la trilogia del dollaro'...MAGISTRALE.

Biolko  @  03/01/2010 04:01:38
   9½ / 10
Clint Eastwood, Lee Van Cleef, Gian Maria Volontè, solo le loro interpretazioni da sole valgono il voto... le ambientazioni le musiche, i duelli con la pistola e perchè no... anche i mitici sguardi, completano un film capolavoro da vedere assolutamente.

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER

ronaldinho80  @  02/01/2010 18:25:13
   10 / 10
heartbreaker  @  03/11/2009 15:07:49
   9 / 10
Nel 1965 Sergio Leone prosegue la sua rivoluzione nei confronti del genere western. Dopo il grande successo del precedente film Leone sceglie di mischiare le carte: il cast del precedente film viene arricchito dalla presenza di Lee Van Cleef, che interpreta il ruolo del Colonnello in cerca di vendetta, ruolo che rilancerà clamorosamente la sua carriera.

Confermati naturalmente sia Clint Eastwood che Gian Maria Volontè, il film getta del basi del "triello", basi che verranno approfondite ne Il Buono, Il Brutto, Il Cattivo. Ma torniamo a questo film: Leone gira un film con pochi, pochissimi dialoghi e tanta mimica: favolose in questo senso le interpretazioni di Van Cleef (superbo) ma anche di Klaus Kinski: vedere la scena dell'accensione della pipa per credere.

La colonna sonora è paurosa: Morricone supera sé stesso e ci regala delle vere e proprie gemme, i titoli di testa con il famoso "fischio" sono ormai da antologia. Leone scrive battute fantastiche e ci regala una sceneggiatura superba anche se con qualche leggerissima falla qua e là.

Impossibile non innamorarsi di questo classico dello spaghetti western: è un film maniacale, minuzioso, da rivedere ogni volta per scoprire battute e dettagli che riempiono il film. Ogni personaggio si muove, fuma, cammina e spara con un modo personale.

Da amare.

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