per un pugno di dollari regia di Sergio Leone Italia, Spagna, Germania 1964
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per un pugno di dollari (1964)

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locandina del film PER UN PUGNO DI DOLLARI

Titolo Originale: PER UN PUGNO DI DOLLARI

RegiaSergio Leone

InterpretiClint Eastwood, Gian Maria Volontè, Marianne Koch, Bruno Carotenuto

Durata: h 1,35
NazionalitàItalia, Spagna, Germania 1964
Generewestern
Al cinema nell'Ottobre 1964

•  Altri film di Sergio Leone

Trama del film Per un pugno di dollari

Un pistolero solitario giunge in un paesino di frontiera tra il Messico e gli Stati Uniti e per profitto cerca di mettere contro le due potenti famiglie del posto. I Rojo però lo catturano e lo torturano, ma lui riesce a fuggire. Convinti che sia stato salvato dalla famiglia rivale, i Rojo compiono un massacro, al quale il pistolero assiste impotente. Rimessosi in sesto, tornerà per vendicarsi.

Film collegati a PER UN PUGNO DI DOLLARI

 •  PER QUALCHE DOLLARO IN PIU', 1965
 •  IL BUONO, IL BRUTTO, IL CATTIVO, 1966

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Voto Visitatori:   8,63 / 10 (244 voti)8,63Grafico
Voto Recensore:   9,50 / 10  9,50
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Voti e commenti su Per un pugno di dollari, 244 opinioni inserite

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Beefheart  @  30/04/2019 13:18:42
   5½ / 10
Unico vero pregio: la presenza di Gian Maria Volontè. Per il resto lo ritengo un film enormemente sopravvalutato in quanto ripetitivo e con poca sostanza.
Banalotto ed insipido. Potrebbe quasi essere un western hollywoodiano.
Senza ombra di dubbio il peggiore della famosa "trilogia del dollaro"

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Ultima risposta 30/04/2019 18.56.41
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gantz88  @  21/12/2011 22:34:37
   5½ / 10
se non fosse stato per la musica e clint eastwood questo film non avrebbe mai fatto successo x fortuna c'è riuscito e grazie a questo sergio leone a potuto continuare a fare film ke entreranno di diritto nella storia del cinema

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Ultima risposta 21/12/2011 23.29.25
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david briar  @  19/12/2010 14:39:53
   7 / 10
Avendo già visto "Il buono , il brutto , il cattivo" mi aspettavo decisamente di più dal primo western di Leone .
L'incipit fa presagire bene : molto belli i desolati paesaggi e le prime scene , tuttavia dopo il ritmo si fa più lento , più macchinoso e la storia diventa meno interessante , meno coinvolgente , più "arida" .
La pellicola , nonostante duri solo 90 minuti , appare stranamente lunga e pesante , caratteristica che non aveva il film da me sopracitato , anche se durava il doppio , era più fruibile , più scorrevole e più appassionante .
Poi la regia , le scenografie , la colonna sonora(grande Morricone) e la fotografia hanno fatto storia , sono grandiose , ma non bastano per rendere la storia godibile come mi aspettavo .
Ogni attore è perfetto per la parte , in particolare Eastwood , il suo personaggio è indubbiamente un'icona del cinema , fra 100 anni verrà ricordato , così come la "Trilogia del dollaro" del regista , ma non mi trovo d'accordo con tutti questi 9 e 10 fra i commenti , non mi pare qualcosa di così memorabile .
"Per un pugno di dollari" rimarrà per sempre nella storia cinematografica , principalmente per aver reinventato un genere , ma nella mia memoria non sarà indelebile , lo ricorderò come un qualcosa di generalmente sopravvalutato .
Su questo sito la media è poi troppo alta , probabilmente per l'effetto nostalgia , personalmente la media voto di IMDb(8.0) mi sembra molto più giusta e adeguata .
Tuttavia almeno un 7 lo vale , solo pensando all'influenza che ha avuto su autori successivi .

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Ultima risposta 20/12/2010 20.08.26
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  22/08/2010 16:54:27
   9 / 10
Dei western diretti da Leone è forse il più "acerbo" (il che significa che è splendido lo stesso) ma parliamoci chiaro,l'innovazione portata in un genere che stava per morire è stata una delle più importanti nella storia del cinema. Per un pugno di dollari non inizia solo la saga di Leone ma lancia definitivamente un genere come gli spaghetti western che non poteva decollare senza questo esperimento più che riuscito dato lo stagnamento del genere stesso.
Inventivo e pieno di idee ma soprattutto diverso da tutto ciò che prima si vedeva sugli schermi, il successo che questa pellicola ottenne fu epocale. Certamente inconsapevole di ciò che stava girando,la troupe andò avanti tra problemi di costumi,budget e legali (palgio di Yojimbo ma solo per quanto riguarda la trama).
Probabilmente alla capacità registica immensa di Leone si andò ad aggiungere l'innovazione anche per lui inconsapevole di molte situazioni e tecniche cinematografiche: se dobbiamo dare retta ad Eastwood,Leone sapeva poco o niente del selvaggio west ma questo non è importante per ciò che il film suscita nello spettatore (ed è realistico comunque) e per le scene di violenza efferate e brutali per l'epoca se ne infischiò del codice Hays riguardanti le sequenze di sparatorie,forse per ignoranza.
L'ottimo cast segna l'inizio della collaborazione del regista con Eastwood e Volonté,facendo assurgere il primo a vera e propria icona del cinema western.Il suo personaggio taciturno,chiuso,cinico ma ironico e con una moralità egoista e rivolta al denaro (per quanto attenuata dal senso di amicizia che prova o quando salva i due coniugi) danno vita ad un eroe o anti-eroe disincantato e che non combatte per una causa giusta,bensì per sé stesso.
Inizia il sodalizio artistico immortale con Morricone che scrive una colonna sonora epica e ironica rifacendosi sui caratteri del personaggio principale.
La curiosità più strana riguarda il fatto che proprio il maestro Ennio consideri Per un pugno di dollari il peggior film di Leone e la sua peggior colonna sonora.
Se questo è il peggio che hanno fatto questi due...

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Ultima risposta 04/09/2010 13.47.38
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Gruppo REDAZIONE amterme63  @  09/05/2010 16:59:14
   8½ / 10
Sgombriamo subito il campo dagli equivoci. “Per un pugno di dollari” è secondo me il remake di “Yojimbo”, su questo non ci piove. Le similitudini sono tantissime. La successione delle scene è in pratica la stessa e anche il modo con cui sono congegnate spesso riproduce il modello di Kurosawa.
Dato ad Akira quel che è di Akira, PUPDD rimane lo stesso un grandissimo film che riesce a rivelare una sapienza artistica di prim’ordine. Leone ha usato del materiale altrui ma ci ha impresso un’impronta personalissima, cambiando in pratica lo spirito del fim, creando un’unità artistica molto diversa dall’originale.
La prima cosa che salta all’occhio è l’opposto metodo artistico usato per rappresentare le immagini e la storia. Leone usa un metodo estetico, Kurosawa un metodo anti-estetico.
Ce ne accorgiamo fin dai primi fotogrammi di PUPDD, dai titoli di testa, che sono tra l’altro un piccolo gioiello cinematografico. Quella serie di figure stilizzate rosse su fondo nero mentre suona una musica semplice, orecchiabile ma allo stesso tempo epica-eroica, danno un senso di bellezza visivo-musicale che non si dimentica facilmente.
Anche le prime immagini ci dicono che ci troviamo su di un pianeta diverso da quello di Kurosawa. Quelle meravigliose immagini panoramiche della Meseta spagnola, accompagnate dall’onnipresente musica di Ennio Morricone ci indicano subito il registro con cui è concepito il film, cioè quello epico, la contemplazione e l’esaltazione delle azioni e delle immagini riprodotte. Non è solo il paesaggio che Leone usa per dare sensazioni di bello e grandioso, ma anche l’architettura fa la sua parte. Il paese ha degli edifici caratteristici, molto belli. Ci sono dei cortili con archi romanici, anche gli interni degli edifici sono curatissimi, con ricche stanze sfarzose, cucine con grandi focolari, la taverna piena di oggetti. Certo, molti ambienti sono degradati (muri scrostati, sporco dappertutto) ma è un degrado pittorico, quasi caratteristico. Ogni inquadratura lancia un messaggio visivo che colpisce e ammalia il senso estetico dello spettatore.
Kurosawa invece usa un approccio opposto. In Yojimbo non c’è un‘immagine una di un paesaggio bello e piacevole (eppure in altri film ci sono delle bellissime immagini ad esempio del Fuji), il villaggio è anonimo e ordinario, tutto è reso brutto e meschino. Questo per rafforzare la sensazione di degrado completo di una comunità. Lo scopo di Kurosawa è quello di descrivere approfonditamente una decadenza sociale mentre Leone vuole semplicemente esaltare un eroe (e di conseguenza lo spettatore). Kurosawa cerca di far riflettere oggettivamente, Leone di far vivere in prima persona.
Anche nella figura del protagonista ci sono molte differenze. Sanjuro non lo dice ma lo fa capire benissimo che il suo scopo è “liberare” il villaggio da chi lo opprime (l’oste gli ripete in continuazione “non ci riuscirai”) e quindi il suo gioco al rialzo per la paga è puramente strategico. Joe (Clint Eastwood) non rivela minimamente un qualche scopo, anzi implicitamente sembra che gli interessino i soldi o comunque “primeggiare”, che è forse la cosa che conta di più per lui. Ogni interesse etico collettivo è bandito dal film di Leone.
Certo Joe non è “cattivo” e la singola azione buona di liberare Maria Sol e la sua famiglia ha lo scopo proprio di dargli una parvenza di “buon cuore”. Kurosawa utilizza invece uno schema molto più raffinato. Intanto l’unica volta che Sanjuro cede ad un atto isolato di bontà incappa in un disastro che rischia di far saltare in aria tutto il suo piano (un po’ come nei film di Tarantino). Implicitamente Kurosawa ci vuol dire che non è con singoli e isolati atti di benevolenza che si risolvono le situazioni (anzi forse si peggiorano) ma è solo con un disegno complessivo, un’intera vita dedicata a cambiare la struttura sociale che si riesce a risolvere il problema alla radice.
Altra profonda differenza sta nella concezione del “male”. Kurosawa ce lo fa vedere in maniera distaccata nelle sue nefaste conseguenze. Ce lo rappresenta in maniera ridicola, grottesca, degradata fisicamente e mentalmente. Usa il macabro per “disgustare” lo spettatore; infatti una delle scene iniziali è quella di un cane che porta in bocca una mano mozzata, mentre al primo scontro Sanjuro stacca il braccio ad un “bravo”. Per Kurosawa è più che sufficiente e nessun’altra immagine indulgerà più sul violento. Leone invece dà la stessa dignità estetica sia all’eroe che ai suoi nemici. Anche questi hanno l’onore di splendide inquadrature in primo piano e anzi si crea una specie di ideale estetico virile trascurato (barba lunga, sudore, capelli grassi) che avrà un grande futuro nel cinema.
Leone inoltre indulge molto sulla componente sadica di questi “cattivi”, (sigarette spente sulla pelle, tacchi che schiacciano le mani, spari ai piedi) dando loro implicitamente un’impronta nobile (il registro sadico rende più “grande” un personaggio a differenza del ridicolo e del grottesco che lo rende più “piccolo”). Questo aspetto è totalmente assente in Kurosawa.
Leone in pratica “nobilita” il male che nel film di Kurosawa era nettamente condannato. Lo si vede dal personaggio di Ramòn (interpretato in maniera sublime da Volonté, la migliore interpretazione del film) che nel film di Leone ha una grande importanza e un grande rilievo, soprattutto per la sua protervia, furbizia e cattiveria anche qui usate in funzione nobilitante. Il corrispondente in Yojimbo è il personaggio di Uchitora, anche lui scaltro e senza scrupoli, ma che non ha niente di grandiosamente cattivo, semplicemente è innamorato folle della sua pistola (vuole morire con questa in mano) e si diverte semplicemente ad usarla (in maniera poco intelligente). La cattiveria in Leone ha quindi più un aspetto cinematografico-estetico e fa appello al represso dello spettatore. Kurosawa invece approfondisce molto di più e dà un significato realistico ed etico alla cattiveria. Uchitora infatti non viene fatto morire subito ma con una lunga e suggestiva agonia in cui ha agio di tirare fuori il suo animo ed è anche l’occasione per Sanjuro per deplorare chi “spreca” la propria vita, persino all’ultimo istante.
Leone poi utilizza un sistema estetico di ripresa (tempi dilatatissimi, successione di primissimi piani e campi lunghi, commento musicale) che in Kurosawa era appena accennato. Lo si vede nella scena finale. Kurosawa dilata i tempi in maniera misurata, dai campi lunghi passa al campo-controcampo, il suono è quello sgradevole del vento, mentre i nugoli di polvere che avvolgono i contendenti danno l’idea di aridità e morte (gli scontri finali in Kurosawa sono sempre accompagnati da aspetti “negativi”: le imbrattature di vernice nell’Angelo Ubriaco, il fango nei Sette Samurai, gli stagni maleodoranti, il caldo asfissiante, ecc…). Leone riprende Kurosawa ma lo estremizza e soprattutto usa l’enfasi estetica per nobilitare e rendere epici questi “duelli” finali, facendoli divenire il cuore del film, lo scioglimento finale emotivo che “soddisfa” lo spettatore e lo fa uscire contento dal cinema (Kurosawa raramente fa uscire “contenti” dai suoi film).
Il mio parere personale. il film di Leone è visivamente magnifico, bellissimo; la musica di Morricone poi aggiunge una sensibilità particolarissima, grandiosa, epica. E’ un film stupendo che rimane immediatamente nel cuore, non si dimentica, piacerà anche fra 100 anni.
Il film di Kurosawa si intrufola con il tempo nella testa, nella coscienza e lì si pianta e non se ne vuole andare. Le sue riflessioni, i suoi richiami ci mettono con le spalle al muro. Se si accetta il suo gioco, la vita e il mondo diventano qualcosa di cui noi singoli esseri umani diveniamo direttamente responsabili. Anche lui rimarrà sempre attuale nelle epoche future, forse più di Leone (ripeto, mio parere personale).

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Ultima risposta 09/05/2010 19.17.57
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Manu90  @  14/10/2009 13:23:50
   7½ / 10
Dei film western di Leone è quello che mi è piaciuto di meno. Non so, non mi ha emozionato o colpito particolarmente come i successivi "Per un Pugno di Dollari" o "Giù la Testa". Tuttavia la mano del maestro si nota eccome; i personaggi e le varie situazioni che si creano temono pochi rivali.

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Ultima risposta 16/10/2009 16.57.11
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Pierre Bezuchov  @  01/05/2009 12:03:33
   10 / 10
Non ci sarebbe neanche bisogno di commentare. "L'elogio della violenza" di Sergio Leone rimarrà per sempre nella storia, esempio e ispirazione per generazioni. Un monito per noi tutti contro la follia del genere umano, che sempre e comunque arriva a dividere le masse in cacciatore e preda: l'unico modo ci cavarsela è diventare preda o almeno fingersi tale, aiutandosi con un tocco di amara ironia (il vecchio fabbricante di bare, fonte continua di ilarità, ci insegna). Non a caso l'unica volta che il protagonista prova a compiere la classica 'buona azione' ci rimedia solo botte e dolore, e quasi ci rimette la vita.
Il 10, però, glielo fanno guadagnare le musiche 'epocali' di Ennio Morricone.

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Ultima risposta 01/05/2009 21.30.40
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Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  07/04/2009 10:58:22
   8 / 10
Spaghetti Western !!!
Pellicola che inventa un genere.
Bravo Sergio Leone e bene tutto il cast dove ovviamente spicca Clint Eastwood.
Un altro applauso a Sergio Leone per il coraggio che ha avuto nel realizzare un western italiano nella totale diffidenza.
Da vedere assolutamente, questa pellicola quarantacinquenne è storia.

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Ultima risposta 07/04/2009 10.59.52
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popoviasproni  @  21/03/2009 09:39:14
   9½ / 10
Un grande soggetto, un grande anti-eroe, una fotografia mozzafiato (primi piani e piani sequenza da brividi), musiche bellissime (il tema pricipale è disarmante), dialoghi impareggiabili, una rivoluzionaria caratterizzazione dei personaggi (eppure sappiamo poco di loro) ... un fumetto scolpito nel tempo di rara bellezza ... nei successivi lavori Leone si supererà in termini di tecnica ma questo primo capitolo è forse il più riuscito, il più asciutto.
Epico, struggente, immortale.

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topsecret  @  06/03/2009 19:06:31
   8 / 10
Leone inventa un sottogenere, lo spaghetti-western che tanto ha influenzato nel tempo registi di tutto il mondo. E lo fa prendendo in prestito il soggetto di un film di Kurosawa, che procurerà non pochi grattacapi al regista italiano.
Questo film è estremamente godibile ed accattivante e la scelta di utilizzare un attore poco noto come Clint Eastwood si rivelò azzeccatissima. Il volto granitico dell'attore è perfetto per quel ruolo e lo stesso dicasi per l'interpretazione. Chi ama il western non può fare a meno di ammirare i lavori di Sergio Leone, cominciando l'avventura con questo PER QUALCHE DOLLARO IN PIU'.
Assolutamente imprescindibile.

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Ultima risposta 01/05/2009 17.00.34
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Gatsu  @  25/02/2009 14:23:33
   8 / 10
Vale il discorso che ho fatto per gli altri del dollaro...bellissimo come sempre.

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Ultima risposta 26/02/2009 15.41.34
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Invia una mail all'autore del commento ufubiu89  @  22/12/2008 14:35:41
   9 / 10
mamma mia che inquadrature mozzafiato che fa sergio leone: è un maestro. questo film è bellissimo

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Ultima risposta 04/04/2009 12.11.51
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anthony  @  03/12/2008 20:27:55
   9½ / 10
"Yoijimbo", ovvero "La sfida dei Samurai" è la fonte nella quale Leone è andato a immergere la rete per ricavare quella che è la sceneggiatura del primo Spaghetti Western......ha trasposto il plot in uno (suo) scenario western...ed ecco che la storia del Mito ha inizio.
"Per un pugno di dollari" è un film colto che, al suo interno, presenta molti richiami: il primo che viene in mente è quello alla commedia dell'arte; il protagonista (Eastwood) non agisce mai per compiere atti eroici o gesta valorose (costante dei classici western americani), bensì per proprio e unico tornaconto personale: il personaggio che si vende vicendevolmente all'una e all'altra famiglia di potenti può ricondurre a fresca memoria la commedia di Goldoni, specificatamente "Arlecchino servitore di due padroni". Nel film si può anche trovare qualche cenno alla tragedia greca: il coro impassibile e impossibilatato a intervenire (Filipero, Silvanito, le vedove del paese...), i due eroi, che però in questo caso vengono storpiati e incattiviti (i Buxter e i Rojo)....e infine l'inaspettato intervento divino, il "deus ex machina" (Joe, il pistolero solitario) che riesce a mettere le cose a posto...
Il west di Leone perde ogni elemento di romanticismo e ottimismo....e acquisisce, invece, una natura violenta e sporca...una veste impolverata e poco incline agli atti eroici e amorosi...un mondo anarchico e selvaggio dove ogni fatto e cosa vengono mossi dal Destino o dall'Uomo; DI0 sparisce...e la frontiera leoniana diviene una terra atea, arida...senza fede, senza ideali e senza amore: le donne (e gli uomini) non rappresenteranno più nulla per i personaggi di questo luogo di morte, polvere e inciviltà....
I confini tra Bene e Male sfioriscono inesorabilmente, Joe (come poi il Monco e il Biondo) resta un'emblema, un personaggio non schierato...un essere umano senza un'origine, senza una meta e un futuro...il simbolo di un'epoca e di una storia che stanno per finire, la fine del West (e che cos'è il cinema di Leone se non la chiusura, la morte del west e del Mito?...)

Per un pugno di dollari è il primo capolavoro dell'epopea firmata Sergio Leone. E' un'opera eccezionale e superbamente realizzata; impeccabili i movimenti di macchina (vedesi i dolly perfetti), la fotografia, le inquadrature; straordinarie le ambientazioni ricostruite nella desertica Spagna.
Un applauso al Maestro Morricone che ha realizzato la sua prima, meravigliosa colonna sonora per la pellicola del suo compagno di avventure;
...la genialità di Leone sarà proprio quella, infatti, di creare una sintesi perfetta e sublime tra l'immagine in movimento e le melodie composte dall'altro genio musicista....

...ed ecco che nel 1964 ha inizio la Storia, la mitica storia di un grande maestro che onorerà e amerà follemente il Cinema, quello Vero e Autentico...
...che il Sogno abbia inizio!.....

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Ultima risposta 04/12/2008 14.26.49
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Alex Delarge  @  01/12/2008 16:00:34
   10 / 10
Non è il capolavoro assoluto del Genio...ma dare un voto a questo film senza tener conto di quello che rappresenta nella storia del western e del cinema sarebbe, per qualsiasi amante del vecchio west, tremendamente sbagliato...
Per un pugno di dollari rappresenta LA SVOLTA...da questo film in avanti cambierà l'approccio al genere, cambieranno i miti e gli eroi...da questo momento in poi sarà un italiano a dettare legge nel western....lo farà con attori americani...in seguito lo farà anche cn soldi americani...ma da Per un pugno di dollari in poi personaggi stereotipati saranno sostituiti da Uo
mini...le colonne sonore saranno sostituite da melodie senza tempo e senza la possibilità di critica...valori divini saranno sostituiti dal valore della sopravvivenza e da quello dei soldi...valori, forse, bassi ma propri degli ESSERI UMANI......
Volontè è come smpre magnifico...
La regia è innovativa e strepitosa....
Della colonna sonora non parlo...
Clint, da attore di telefilm. diventa un Mito...
L'eroe del west cambia...
Il western cambia...

voto 10

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Ultima risposta 12/01/2009 06.16.15
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PulpGuy88  @  11/05/2008 16:00:45
   9 / 10
Per un pugno di dollari è un capolavoro, c'è poco da fare. Sergio Leone è stato l'UNICO VERO regista italiano, non esistono Fellini o Zeffirelli che tengano. Sergio Leone inventa qui un genere, quello spaghetti western che rivoluzionerà per sempre il cinema mondiale.

Ogni inquadratura rasenta lo stato dell'arte, ogni fotogramma è storia.

Un cult senza tempo che ancora oggi ti fa rimanere incollato alla poltrona.

Clint Eastwood comincia qui la sua straordinaria carriera regalandoci uno dei personaggi più belli che il cinema ricordi.

Un discorso a parte va fatto poi per le musiche di Ennio Morricone, autentiche opere d'arte che mettono i brividi ad ogni nota e che ovviamente aggiungono al film un valore considerevole. Curioso se si pensa che le musiche erano state realizzate e poi scartate per "Le pistole non mentono", Leone "rovistando tra gli scarti" ha tirato fuori una colonna sonora leggendaria.

Grazie Maestro.

7 risposte al commento
Ultima risposta 04/12/2008 08.52.24
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento Enzo001  @  02/03/2008 11:38:16
   9½ / 10
"Quando un uomo con la pistola incontra un uomo con il fucile, quello con la pistola è un uomo morto".

Grandissime interpretazione di Clint Eastwood e Gian Maria Volontè, eccellenti le musiche di Morricone (come al solito), sceneggiatura ottima, regia impeccabile, uno dei migliori nel suo genere.

"La trilogia del dollaro" è, secondo il mio modesto parere, una delle più belle mai realizzate. Io adoro il cinema di Leone, adoro il suo stile, adoro tutti i suoi western, adoro "C'era una volta in America" e mi sento profondamente orgoglioso di essere italiano.

3 risposte al commento
Ultima risposta 02/07/2008 18.17.46
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Gruppo COLLABORATORI ULTRAVIOLENCE78  @  20/01/2008 03:27:45
   8 / 10
Vedi commento a "per qualche dollaro in più".

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Ultima risposta 08/02/2010 10.42.25
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Invia una mail all'autore del commento wega  @  07/11/2007 22:39:49
   7½ / 10
Piaciuto meno del secondo,forse ho fatto l'errore di guardare la trilogia in senso cronologicamente invertito.Anche le musiche di Morricone sempre belle ma meno travolgenti del solito.Un'ottima scenggiatura ironica più che negli altri due capitoli,per quanto riguarda Clint Eastwood.A conti fatti la trilogia del dollaro è più che buona e la consiglio anche a chi crede gli western non possano piacere.

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Ultima risposta 17/01/2013 20.17.51
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Gario  @  10/09/2007 01:16:52
   8 / 10
questo è uno il secondo western che vedo, il primo l'ho visto un mesetto fa ed era con Milian(divertente)... Non me li sono mai filati perchè pensavo fossere film da vecchi, ma devo dire che mi sbagliavo di grosso! Una pellicola che non si apprezza per la profondità della storia, ma per l'eroismo e l'impatto visivo delle scene! il termine più adatto per descriverlo è FICO! non mi dilungo molto perchè come si intuirà anche dagli altri commenti sono abbastanza pigro... L'unica cosa che non ho apprezzato molto, ma che non ha influito minimamente nella votazione è stata la colonna sonora... Uè, calma tutti, ahah, le musiche sono azzeccatissime e accompagnano il film in maniera magistrale, ma quello che mi ha disturbato è che sono troppo alte rispetto ai dialoghi, nei momenti di massima suspance raggiungeva livelli assordanti... Cmq apparte questa piccola pecca mi è piaciuto veramente molto.

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Ultima risposta 10/09/2007 01.22.31
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Cleric Preston  @  26/07/2006 13:55:24
   8½ / 10
"Fate male a ridere. Al mio asino non piace quando la gente ride. Pensa subito che si rida di lui."

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Ultima risposta 27/01/2007 16.15.50
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Dick  @  23/07/2006 15:59:07
   8½ / 10
Film che apre il filone degli spaghetti western dimostrandosi conivolgente e senza moralismi di fondo o quasi. Rivelò Eastwood che all' epoca negli States faceva al massimo telefilm e per il fatto di lavorare in Europa venne pure per un periodo un pò ostracizzato.
Certo a provare a fregare Kurosawa si poteva evitare visto che poi è andata pure male in questo senso alla fine.

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Ultima risposta 21/07/2007 01.45.08
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento thohà  @  22/06/2006 18:03:54
   6 / 10
Un bel po' sotto "Giù la testa".
Immagino che gli estimatori si arrabbieranno mica poco, ma non è stato esaltante. Anche se è il primo della serie degli "spaghetti western", non lo trovo il migliore. A me i film di Leone piacciono quasi tutti (e uno dei miei registi preferiti) ma questo, che ha avuto anche una causa per plagio da "La sfida del samurai", di Akira Kurosawa (e non so chi abbia vinto), mi ha lasiata perplessa.
Leone era un grande, con idee sue, non capisco perché si sia lasciato attirare.

Clint mi piace più come regista che come attore. Volontè veramente bravo nella parte del cattivo senz'anima. Marisol abbastanza brava, ma non ne ho colto il fascino.
Mai viste tante tonnellate di piombo in tutta la mia vita, troppo.
Non uccidetemi, so che è un cult che ha cambiato il genere, ma non mi ha appassionata come "Giù la testa" o "Il buono, il brutto, il cattivo".

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Ultima risposta 15/12/2012 16.02.25
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quaker  @  18/06/2006 23:22:01
   10 / 10
Primo western italiano; primo vero film di Sergio Leone (aveva girato solo qualcosa di mitologico in precedenza). Inaugura un genere, lancia Ennio Morricone, e Clint Easwood. Verrà visto e citato da innumerveoli autori, fra cui Tarantino, oltre quaranata anni dopo. E' dunque giusto definirlo una pietra miliare nella storia del cinema: merita la topo 25, in pieno.
Detto questo, personalmente l'ho appena finito di rivedere, a casa, da solo, e ho pasato due belle ore. Non ricordavo granchè della trama, se non la scena finale ... e così mi ha appassionato come e forse di più di una prima visione al cinema. Non risente della sua veneranda età, ed anzi le scene di violenza riviste oggi sono molto meno trucide; insomma se potete ripescatelo e se passa in TV (ma ormai lo daranno alle 3 di notte) non perdetelo.

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BobRobertson  @  17/06/2006 16:42:39
   10 / 10
non c sono parole x descrivere il primo western del grande Leone... unico.

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Invia una mail all'autore del commento Andre82  @  10/05/2006 18:28:11
   6½ / 10
Non sono amante dei film western ma l’opinione comune vuole Sergio Leone come il miglior regista per questo genere di film. Ho così deciso di vedere uno dei suoi film, questo “Per un pugno di dollari”. Mah, che dire? Pur non andando pazzo per il genere, mi aspettavo molto ma molto di più. Non che sia brutto, però non noto grandi differenze con altri film western. Gli appassionati non saranno d’accordo con me, ma mi sembra del livello ad esempio di “Pronti a morire”. Da non appassionato del genere, decisamente meglio i film western con Bud Spencer e Terence Hill (Trinità e via dicendo).

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Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly  @  10/04/2006 20:28:15
   8½ / 10
Ottimo film, in grado di reinventare il western cambiandone i presupposti: niente più indiani cattivi, niente più americani buoni e spavaldi, tutti sono brutti, sporchi e cattivi. Dialoghi all'osso ma di un'incisività unica; a parlare ci pensano le musiche dell'ottimo Morricone, che si serve anche di strumenti caratteristici della tradizione meridionale italiana per sottolineare la drammaticità delle scene. Grande Volontè.

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Ultima risposta 14/04/2006 15.36.20
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Piergio  @  29/11/2005 22:43:15
   10 / 10
secondo me il miglior western di sempre grandi musiche ma soprattutto cè lui clint l'onnipotente,apparte gli attori e i volti che sono uno piu azzeccato dell'altro, questo film merita d piu del buono brutto e cattivo

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Ultima risposta 05/02/2006 12.29.50
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Brohymn  @  23/11/2005 12:37:36
   7 / 10

Buon western e bella colonna sonora (Morricone non è ai livelli dei film successivi...).
Tuttavia, dal punto di vista della regia e della sceneggiatura, è lontano anni luce da "il buono, il brutto e il cattivo"e da "c'era una volta il west".

A mio avviso la media attuale di 8,9 è esagerata.
Bisognerebbe giudicare i film per quelli che sono e non dal curriculum del regista (chiaramente le opinioni sono opinioni...).

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Ultima risposta 24/11/2005 11.19.05
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Ang3lz  @  02/11/2005 16:11:40
   10 / 10
Prepara tre casse.

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Ultima risposta 01/09/2007 16.05.14
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Gruppo COLLABORATORI Invia una mail all'autore del commento paul  @  28/10/2004 19:35:47
   9 / 10
Il primo western di Sergio Leone, regista che se non per tutti ha rivoluzionato il western, ha sicuramente rivoluzionato il cinema. Dopo questo film il modo di girare e di concepire la violenza sul grande schermo cambierà completamente. Già dalla sigla (che verrà poi ampliamente "completata" nel buono-brutto-cattivo) si capisce che ci troviamo di fronte a qualcosa di nuovo e mai visto prima e le inquadrature iniziali lo dimostrano. La fotografia originalissima è di Tonino Delli Colli, ma Leone ci mette del suo.
Gira in Andalusia, con due lire e incassa uno sproposito in tutto il mondo. Tra l'altro a tutt'oggi Leone è l'unico regista non anglofono ad essere penetrato sul mercato americano direttamente dalla porta principale. Mi spiego meglio: quando esce o usciva un film europeo, questo veniva sempre distribuito su una sorta di mercato parallelo. Vale a dire che, per fare un esempio, se un abitante di New York avesse voluto vedersi un film di Bunuel o Kurosawa allora, come un film di Roberto Benigni o Kusturica oggi, questi film venivano proiettati in cinema diversi da quelli dove venivano proiettati i film statunitensi o britannici. Da qui il perchè film di grande successo come "La dolce vita" ad esempio, hanno in realtà incassato in America più sulla carta che nel vero dato di fatto. "L'ultimo imperatore" di Bertolucci, il più grande successo europeo negli States prima del "la vita è bella", non arrivò ai 20milioni di dollari di incasso. La vita è bella ne ha incassati 70, ma fa eccezione. Leone invece è sempre riuscito a farsi distribuire sul normale circuito, in pratica i suoi film erano normali film americani che uscivano nelle sale dove poteva a fianco venire proiettato un blockbuster del momento.
Incredibile e indovinatissima la scelta di Clint Eastwood come protagonista, il quale tutt'oggi deve tutto al regista italiano. Eastwood rappresenta l'eroe con macchia e paura, che bada più al proprio tornaconto che al bene dell'umanità. L'attore, monoespressivo, ha trovato in ogni caso in quella sua imperturbabilità del viso,una sorta di nuova concezione dell'eroe. Scorsese disse di essersi ispirato ad Eastwood per disegnare il suo taxista del celeberrimo film interpretato da De Niro. Con questo film Leone entra nel mito e disegna il mito (sono certi i riferimenti a Shakespeare, ed oltre al già citato film di Kurosawa, il film prende spunto sicuramente dall' "arlecchino servo di due padroni" di Goldoni).
Un successo inaspettato, ma meritato: non nesagero a dire che vedendo i film di Leone mi sento veramente orgoglioso di essere italiano. Anche un rilancio definitivo del cosiddetto "manierismo", cosa di cui siamo completamente incapaci nei film italiani di oggi. "Solo" 9 di voto perchè i successivi film di SL (dimenticate però "Il colosso di Rodi", girato comunque prima) soino gli autentici capolavori.
Un discorso a parte merita la musica leggendaria di Ennio Morricone: i motivetti della trilogia del dollaro e dei successivi diventeranno famosi in ogni angolo di pianeta. Leone ha rappresentato un modello per molti registi esordienti e di vecchio stampo: Kubrick rimase molto impressionato dall'uso della musica e della violenza del film e se ne servirà nell' "arancia meccanica".
Quentin Tarantino ha detto che se si è appassionato di cinema, questo è grazie al cinema di Sergio Leone. Ed infatti le sue pellicole sono infarcite di riferimenti al grande regista.
In utlimo torno a ribadire ciò che ho scritto all'inizio: so che molti non condividono questa idea, ma secondo il mio parere il vero western lo ha inventato proprio SL: il pistolero senza macchia e senza paura non era John Wayne o Gary Cooper (grandissimi attori per carità) ma il cinico Eastwood, col sigaro in bocca, e l'azione motivata solo dalla ricerca del soldo. Non era Wayne, sempre pulito e senza sbavature, ma lo sporco pistolero dalla barba incolta.
Dopo questo straordinario successo Leone proseguirà il suo personale cammino imboccando una strada cinica, ma grottesca e comica allo stesso tempo.


spoiler (per chi ancora non lo sa)

celeberrima è rimasta la scena in cui Antonio Rojo, interpretato dal bravissimo Gian Maria Volonté spara ad Eastwood e questi continua a rialzarsi dopo essere stato colpito: il perchè viene poi rivelato: si era nascosto sotto il mantello una sorta di giubbotto antiproiettili di piombo. Una scena rimasta scolpita nella memoria di ogni cinefilo...

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Ultima risposta 09/11/2004 11.09.26
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Requiem  @  05/04/2004 13:12:05
   8 / 10
Era il '63 quando un tale, che si faceva chiamare Bob Robertson decise di fare il remake di un famoso film di Samurai, "la sfida del samurai", ma trasformandolo in Western e affidando la parte di Toshiro Mifune, ad un perfetto sconosciuto, Clint Eastwood, che veniva dagli Stati Uniti, e che prima di allora faceva la comparsa in svariati film.

Fatto con 2 lire, il film fu notato in tutto il mondo e fece notare, il suo regista, Bob Roberston, ovvero, Sergio Leone, che diede il via ad un vero e prorio genere, il western all'italiana.
Indimenticabile Clint eastwood e le sue battute, che da qui per diversi anni riprese un sacco di volte il personaggio dello straniero senza un nome e senza passato. Indimenticabile anche il cattivo, il superbo Gian Maria Volontè.

E' ancora oggi il primo e uno dei migliori spaghetti western in assoluto. Escludendo gli altri film di Leone, l'unico che può considerarsi quasi alla pari è "il grande silenzio" , originalissimo western di Sergio Corbucci.

Mitico!

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Ultima risposta 30/04/2004 09.56.03
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Gruppo REDAZIONE maremare  @  31/03/2004 00:57:10
   8 / 10
Con una sceneggiatura che risulta un plagio del 'Rashomon' di Kurosawa, Leone parte in sordina e sotto pseudonimo, come uno dei tanti registucoli che bazzicano la Cinecittà di Fellini.
Invece il film rivelerà il talento di un grande regista.
Il protagonista sarà un attore sconosciuto, con alle spalle solo un serial americano non molto fortunato, costretto a strabuzzare gli occhi a causa di una certa intolleranza al fumo del sigaro.

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Ultima risposta 04/04/2004 00.23.14
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