qualcosa di travolgente regia di Jonathan Demme USA 1987
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qualcosa di travolgente (1987)

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locandina del film QUALCOSA DI TRAVOLGENTE

Titolo Originale: SOMETHING WILD

RegiaJonathan Demme

InterpretiTracey Walter, Margaret Colin, Ray Liotta, Jeff Daniels, Melanie Griffith

Durata: h 1.55
NazionalitàUSA 1987
Generecommedia
Al cinema nel Gennaio 1987

•  Altri film di Jonathan Demme

Trama del film Qualcosa di travolgente

Charles è un agente di cambio. Divorziato e (apparentemente) ben integrato, si concede piccole trasgressioni, come quella di filarsela senza pagare il conto. Ma un bel giorno incappa in Lulù, una mina sexy vagante per la metropoli. Sembra una semplice avventura, ma ben presto tutto prende una direzione imprevedibile: la passione incrocia la violenza e l'amore allora sarà come una dura conquista.

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Voto Visitatori:   7,08 / 10 (26 voti)7,08Grafico
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Voti e commenti su Qualcosa di travolgente, 26 opinioni inserite

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Goldust  @  24/10/2023 10:16:53
   6 / 10
Rampantismo americano ed arte di arrangiarsi si mescolano in una commedia dark on the road che quasi gode nel non concedere allo spettatore coordinate precise su come decodificare i personaggi protagonisti. Tutto interessante sulla carta ma alla lunga il giochino stanca, nonostante a metà film Ray Liotta riesca a dare una bella scossa alla situazione. Deliziosa la Griffith mora e sempre bravo Daniels.

VincVega  @  11/01/2019 18:56:01
   7½ / 10
Commedia avventurosa e cult anni '80, frizzante e vagamente alla "Fuori Orario" di Scorsese. Col passare del tempo cambiano i toni, inizialmente leggeri in più drammatici, come le caratteristiche dei due protagonisti hanno una virata decisa, in particolare dopo l'arrivo del grande Ray Liotta. Molto bravi Melanie Griffith e Jeff Daniels.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR wicker  @  30/09/2018 14:59:07
   7 / 10
Puro spaccato del cinema di genere degli anni '8. Colorato,Pop,ritmo frenetico , poca voglia di prendersi sul serio e di vivere una vita sempre al di sopra delle righe .
Daniels,Griffith e Liotta al di sopra delle righe perfettamente calati nei ruoli , regia e calibrata di Demme

kafka62  @  27/04/2018 10:31:27
   8½ / 10
Negli anni '20 Louise Brooks era divenuta, grazie a un celebre film di Pabst, "Lulu", il simbolo stesso della trasgressione sessuale e dell'erotismo femminile. Più di mezzo secolo dopo, Melanie Griffith (capelli corvini dal taglio geometrico, abito anch'esso nero e, guarda caso, lo stesso nome dell'eroina pabstiana) irrompe nell'ordinata esistenza di Jeff Daniels come una travolgente reincarnazione del mito di Cherryvale, debitamente aggiornato ai nostri giorni (occhialini scuri, braccialetti esotici da rito voodoo e bottiglia di whisky a portata di mano). C'è senza dubbio di che far perdere la testa a gente di gran lunga più smaliziata di quello yuppie simpatico ma un po' tontolone che è Charles Dricks. E difatti, in quelli che possono essere annoverati tra i venti minuti iniziali più irresistibili della recente storia del cinema, succede letteralmente di tutto: scorribande on the road, notti infuocate nei motel, rapine a negozi di liquori, fughe da ristoranti per non pagare il conto. Siamo – lo si è capito – dalle parti di "Fuori orario", sia per l'illogicità delle situazioni che per il naturale spaesamento del protagonista.
Quando però Lulu, senza preavviso alcuno, cambia vestito e capelli (bianco e verginale il primo, biondissimi i secondi) e diventa Audrey, il film si capovolge completamente. Dalle atmosfere ambiguamente dark si passa alle feste nostalgiche tra ex compagni di liceo. Charles viene metaforicamente liberato delle manette che si è finora portate appresso e conclude (apparentemente) il suo processo di iniziazione scambiando la sua impeccabile tenuta da dirigente d'azienda con uno sgargiante completo sportivo. Jonathan Demme vuole chiaramente disorientare lo spettatore, indurlo a credere di trovarsi di fronte a un film per poi mettergliene davanti agli occhi un altro. E quando quest'ultimo, faticosamente, è riuscito a digerire la metamorfosi di Melanie Griffith in una ragazzetta alla "American graffiti", ecco un ulteriore, netto cambiamento di rotta. L'entrata in scena di Ray Liotta fa infatti imboccare alla pellicola una strada inaspettatamente paranoica e violenta. E' il momento in cui il regista, consapevolmente, rischia di più, in quanto, compromettendo pesantemente il film con il quotidiano ed il prosaico, rinuncia alle indubbie potenzialità mitopoietiche della storia per adottare invece le coordinate, più sicure ma anche più ovvie, del genere (il thriller e il film sentimentale).
La conclusione non è in fondo molto diversa da quella di un qualsiasi prodotto hollywoodiano medio (alla "Pretty woman", tanto per intenderci), eppure è innegabile che in essa c'è molto di più. C'è anzitutto, oltre al coraggio – già evidenziato – di non voler raccontare una storia convenzionale e scontata, un risvolto che potremmo definire metanarrativo. L'alternanza tra fantasia e realtà all'interno della vicenda equivale, su un piano psicanalitico, al conflitto tra gli impulsi proibiti della libido (la trasgressione, l'eros) e l'aspirazione alla normalità (la drop-out che diventa una ragazza acqua e sapone). Ciò genera un forte complesso di colpa, che si materializza nel demoniaco personaggio di Ray, il quale deve essere drasticamente eliminato affinché le pulsioni dell'inconscio – ancorché debitamente normalizzate- possano venire accettate e vissute senza conflitti. Ad un livello meno astratto, il processo di liberazione del protagonista ricalca quello (caro a tanto cinema americano, da "Duel" a "Un tranquillo week-end di paura" e a "Cane di paglia") dell'uomo comune (meglio se un borghese o, come nel caso di "Qualcosa di travolgente", uno yuppie) che, posto di fronte a una situazione che mette a repentaglio la sua sopravvivenza, è costretto a disseppellire la propria natura ferina e selvaggia per poter risultare vittorioso.
Le ragioni di interesse del film sono anche di natura più propriamente stilistica. Perfino nei momenti meno ispirati della sceneggiatura Demme si rivela infatti un regista molto sensibile e personale. La sua collaudata esperienza di documentarista fa sì che gli ambienti metropolitani non cadano mai nel deja vu, ma presentino sempre nuovi motivi di vivacità e di colore (c'è ad esempio una scena in cui Daniels esce in strada e la macchina da presa, dimenticandosi quasi delle esigenze della storia, si sofferma a riprendere un gruppo di ragazzi negri che ballano). Questo fa il paio con l'altra predilezione di Demme, la musica. La colonna sonora, dalla canzone che dà il titolo al film al motivo latineggiante di Byrne sui titoli di testa, è una presenza quintessenziale all'interno dell'opera, conferendo ad essa la spigliatezza ed il ritmo di un videoclip. Grazie a questi e ad altri elementi (non bisogna dimenticare i tre ottimi e versatili interpreti), "Qualcosa di travolgente" riesce ad essere un film veloce, disinvolto, fresco e originale, per nulla inferiore al suo capolavoro di cinque anni dopo, "Il silenzio degli innocenti".

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  26/03/2018 23:42:30
   7½ / 10
Sia pure con toni più leggeri da quelli molto più estremi e grotteschi di un American Psycho, Qualcosa di travolgente mette al centro del mirino lo yuppismo e di conseguenza la sua crisi. Charlie, malgrado la faccia da bravo ragazzo di Daniels, è uno yuppie tipico di quegli anni, in cui inconsciamente comincia a detestare quel tipo di vita. La figura di Lulu sembra quasi una proiezione del prorpio inconscio che lo porta a trassgredire ma al tempo stesso la figura di Ray è il limite da non oltrepassare. Un conto è la trasgressione, ben altro è l'illegalità. Su questi tre personaggi ben caratterizzati da un trio d'attori in stato di grazia, si sviluppa uno strano triangolo che sulle note di Wild Thing si sposta dalla metropoli verso un'America più rurale e meno artefatta. Un film che mantiene le buone aspettative e che riesce a sfruttare appieno i suoi bravi attori.

3 risposte al commento
Ultima risposta 28/03/2018 14.51.12
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TheSorrow  @  03/07/2015 15:26:10
   6 / 10
nulla di travolgente invece. ricalca molti stilemi del genere on the road, ma senza intraprendere la strada della commedia o del dramma, piuttosto provando a percorrerle entrambe in maniera talvolta incerta, specialmente nella sua ultima parte. una regia poco incisiva e una mia personale perplessità sul presunto sex appeal della griffith fanno il resto. buona invece la colonna sonora, mitico ray liotta..
sufficiente!

kingofdarkness  @  09/02/2015 10:10:53
   7½ / 10
Commediola in tipico stile "stelle e strisce", senza pretese, spensierata e divertente, ottima da guardare a mente spenta per ammazzare il tempo.
Anche se diverse situazioni sono forzate ed estremizzate (si tratta pur sempre di una commedia, d'altronde), il film ha sicuramente almeno due grossi pregi:
1) scorre via velocissimo e 2) ha la capacità di tirarti su di morale in quelle "giornate no".
In conclusione, più che buono.

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Dick  @  29/01/2015 14:48:01
   7½ / 10
Un po incerto tra commedia e road-movie serio con una prima parte un po così mentre la seconda è più intrigante e coinvolgente.

MonkeyIsland  @  09/09/2014 14:46:34
   7½ / 10
Con buona pace del silenzio degli innocenti reputo quest'opera di Demme la sua migliore e la più interessante.
Un'ottima colonna sonora e un cast in formissima sono le cose migliori di quest'ottimo road movie che sa appassionare come pochi altri film dello stesso genere.

3 risposte al commento
Ultima risposta 10/09/2014 11.59.19
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DogDayAfternoon  @  05/04/2014 18:15:42
   8 / 10
Qualcosa di veramente travolgente quello che capita al protagonista di questo ottimo film, che soprattutto nella prima parte è una vera e propria bomba: divertente, appassionante, con una Melanie Griffith all'apice della forma. Con l'evolversi della trama forse perde un po' dell'attrattiva iniziale, ma con l'entrata in scena di un grandissimo Ray Liotta il livello si mantiene comunque alto. On the road riuscitissimo che avrebbe meritato una maggiore visibilità.

Molto probabilmente per la sua Alabama di "Una vita al massimo" Tarantino deve aver preso spunto dalla Lulu di Demme, o quantomeno le somiglianze tra le due protagoniste (e anche tra le attrici) sono molto marcate.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Angel Heart  @  17/02/2014 21:40:15
   8 / 10
Commedia on the road divertente e scatenata, tra le più sottovalutate degli anni 80. Situazioni esilaranti, regia frizzante e grandi dialoghi; la parte finale forse è un pò troppo violenta, il che potrebbe spiazzare un attimino, ma va bene così.
Interpreti ispirati ed in ottima forma (la Griffith mio Dìo quant'è bona!) ma la parte del leone la fa l'esordiente Ray Liotta che, con le sue movenze, la sua parlantina e soprattutto i suoi occhi, si dimostra già attore supremo (è tra i miei preferiti da sempre).
La colonna sonora infine, eccentrica e dannatamente affascinante, fa da cornice perfetta per tutto l'insieme (tra gli artisti troviamo UB40, Fine Young Cannibals, New Order ed Oingo Boingo).

Un lavoro di classe da annoverare senza dubbio tra i migliori del regista; peccato che non abbia mai ricevuto i consensi che meriterebbe.

Da recuperare e tenere nella propria cineteca.

Woodman  @  14/08/2013 18:29:46
   8½ / 10
Spettacolare commedia grottesca carica di sensualità e momenti forti.
Melanie Griffith è probabilmente una delle attrici più sottovalutate (e sfortunate) dell'industria Hollywoodiana. Mi viene in mente cosa scrisse un utente di youtube durante la cerimonia degli Oscar in cui lei era candidata per "Una donna in carriera": "Oh mio dio, perfino alla Griffith quell'anno fu data una chance. Da non credere."

Il filmone di Demme, comunque, è un dipinto caldissimo e fiammeggiante, un'opera che si snoda per le vie dell'on the road più classico, con tante perle fra i dialoghi, canzoni e musiche (collabora anche Laurie Anderson, e ho detto tutto) splendide e cammei di classe (non avevo riconosciuto il massiccio Sayles subire l'ironia della bella Lulu, ma assolutamente una sorpresa ritrovare il grandissimo John Waters mentre sfoglia le banconote seduto nell'ufficio di un concessionario).
Al solito partecipa Napier. Jeff Daniels e Liotta ottimi leading actors.

Sceneggiatura pressoché perfetta, finale ottimo, titoli di coda ancora di più.
Da non perdere.
E' un'ottima occasione per rivalutare la Melanie (purtroppo penalizzata da un doppiaggio degno di un filmetto hard) e per approfondire i territori più leggeri del potente Demme.

BlueBlaster  @  12/06/2013 01:12:19
   7 / 10
QUALCOSA DI TRAVOLGENTE è Melanie Griffith!
L'attrice iniziava a farsi strada ad Hollywood e lo fa con caparbietà e grandi capacità ma anche con una sensualità fantastica (e ci mostra persino le zizze) che farà la felicità di parecchi uomini...Anche il resto del cast fa la sua porca figura con Jeff Daniels molto in parte e simpatico e sopratutto un giovane Ray Liotta che pare proprio un avanzo da galera (ha degli sguardi fulminanti).
Jonathan Demme era ancora dedito alle commedie prima di approdare negli anni 90 al Cinema impegnato che gli regalò l' Oscar con il grandissimo "Il silenzio degli innocenti"...però è un tipo di commedia strana che finisce per diventare quasi un thriller oltre che essere romantica-drammatica!
Sembra un pò "Bonnie e Clyde" all'inverso, c'è molto on the road e si ride quanto basta...poi ovviamente la sceneggiatura punta anche su temi più importanti ossia la fuga dal passato e dalla vita preconfezionata per raggiungere il proprio vero essere...Lulù è la guida di Charles verso la libertà ed è emblematica la scena in cui lo libera dalle manette!
Bellissima la colonna sonora con davvero tanti pezzi storici a far da sottofondo.
Un buon film insomma, abbastanza diverso e non più di tanto scontato...può piacere come no ma a me è piaciuto abbastanza.

topsecret  @  16/11/2012 10:39:40
   7 / 10
Pellicola in bilico tra thrilling e commedia sentimentale, diretta da Demme in maniera calibrata, interpretata abbastanza bene dal trio di protagonisti che uniscono fascino e capacità artistiche ben evidenti.
Film dotato di un ritmo decisamente brioso che non permette distrazioni di sorta allo spettatore, accompagnandolo degnamente fino al tragico epilogo.
Discretamente valido, merita la visione.

Gruppo REDAZIONE amterme63  @  27/06/2011 18:27:42
   6 / 10
Tutto sommato un film leggero, una buona commedia divertente e ben recitata con cui passare senza annoiarsi quasi due ore.
Comunque al di là del semplice divertimento, è utile anche per capire i gusti e i modi di vedere dell'America anni '80. Era l'epoca in cui furoreggiavano gli yuppies, i cinici e materialisti scalatori sociali, ammirati ed odiati allo stesso tempo. Il film in qualche maniera ci fornisce una leggera e amabile satira di questa categoria sociale (Charlie è uno di questi), senza però inveire, anzi mostrandoci che tutto sommato dietro le apparenze ci sono delle persone anche simpatiche e aperte al cambiamento.
Gli anni '80 erano anche il periodo dei post-punk e dei primi rappers. Questa categoria è rappresentata da Lulù, una ragazza disinibita, anticonvenzionale, che vive di espedienti (piccoli furti). Anche qui però ci si mantiene su di un piano di blandizia e leggerezza. Insomma il film cerca di essere il più inoffensivo ed edulcorante possibile.
La prima parte mette in scena quell'esigenza di fuga e e il sogno di vivere senza fatiche, senza pensieri, tipici dell'americano medio dagli anni '60 in poi (il secondo sogno americano). Infatti la prima parte ha quasi la struttura di un vero e proprio road movie. E' l'occasione per vedere un po' di mondo campagnolo conservatore americano (con la musica nostalgica degli anni 60) e qua e là pezzettini di cultura hip-hop (vedi anche fotogramma iniziale). Non c'è però la polemica sociale di "Easy Rider" e "Gangster Story". E' visto tutto come un'eccitante avventura o come un piacevole affresco sociale
La seconda parte è invece più drammatica e mostra lo scontro fra sogno e realtà. Entra in gioco il personaggio di Ray, il tipico delinquente fascinoso e imperante, bello e dannato. Entra in gioco l'etica del gangsta, degli strati più bassi americani, dove conta non essere fregato, imporsi con la violenza, non farsi portare via la donna di proprietà e dove la vendetta è il vero imperativo categorico.
Il personaggio di Ray soffre anche lui di semplificazioni e tipizzazioni. Il suo destino è in qualche maniera segnato e infatti fa la fine che tutti aspetteremmo che faccia.
Il finale è infatti fin troppo scontato e addirittura i caratteri dei protagonisti come appaiono nel finale, non assomigliano per nulla a come erano all'inizio. Insomma il film è fin troppo "ruffiano" e poco verosimile con la realtà sociale e individuale quotidiana ed ha certamente un atteggiamento molto conciliante e consolatorio.
Comunque è un prodotto senza grandi pretese, per questo alla sufficienza ci arriva tranquillamente.

Invia una mail all'autore del commento s0usuke  @  05/12/2010 20:19:39
   7 / 10
Con grande padronanza registica, Demme oscilla senza tanti problemi e brillantemente tra alta tensione e pacatezza. Il trio Daniels-Griffith-Liotta interpreta poliedricamente le sue direttive. All'ironia si alterna la violenza con la stessa sorpresa di un fulmine a ciel sereno.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  13/01/2010 17:31:06
   7 / 10
Bizzarra ed originale commedia di Demme. Un road movie a tratti divertente a tratti inquietante, un film visionario interamente basato sulla caraterizzazione dei tre personaggi principali una Griffith strepitosa (in un ruolo quasi doppio), un Jeff Daniels molto adatto nel ruolo del bravo ragazzo dai connotati comuni e un Ray Liotta strepitoso ed arragonate.

Gruppo COLLABORATORI atticus  @  30/11/2009 20:16:11
   7½ / 10
Una commedia scatenata che diventa un dramma violento e a tinte forti diretto con magico equilibrio e vitalità dal grande Demme. Coinvolgente e spudorato ma anche molto intenso, con una Melanie Griffith di straordinario spessore. Un cult movie che andrebbe rivisto.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Ciumi  @  21/09/2009 18:56:16
   6½ / 10
Nulla di travolgente.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento goat  @  16/01/2008 09:01:53
   8 / 10
commedia on the road pirotecnica e senza freni, una 3 giorni di viaggio che spezza il quotidiano dei protagonisti e incastra storie di vita che, non fosse stato per quel conto non pagato, probabilmente non avrebbero mai avuto modo di intrecciarsi.
bellissima e ironica la griffith, in parte daniels, ma da quando sulla scena compare un giovanissimo ray liotta non ce n'è più per nessuno.

The Monia 84  @  10/01/2008 19:19:07
   8 / 10
Incalzante commedia dai risvolti noir che sembra ma non è un'imitazione di After Hours di Martin Scorsese.
In alcuni punti sembra letteralmente senza filo logico (come l'amore del resto) ed è per questo che è incredibilmente irresistibile e perfetta per una serata tra amici. Superba Melanie Griffith, lui bravo, (anche se Ray Liotta gli ruba la scena).
Da vedere e rivedere.

davil  @  23/02/2007 11:34:54
   7 / 10
un buon film divertente e pieno di colpi di scena con una scatenata melanie griffith.
come ben sappiamo il regista ci regalerà in seguito altri film di livello...

Gruppo REDAZIONE maremare  @  08/02/2007 00:30:48
   8 / 10
Mitico film di Demme sulle peripezie di uno s****tello irretito e portato sulla strada della perdizione da una Griffith in forma smagliante.
Il film ricorda vagamente le atmosfere surreali dello scorsesiano 'Fuori Orario', nonostante ciò ha una sua propria originalità e una irrefrenabile e contagiosa vitalità.
Da vedere.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  08/02/2007 00:26:17
   8 / 10
Lulù è classica femme fatale che attirerà orde di maschietti atti a contemplare le sue velleità amatoriale ma completamente sottomessi al suo servizio... detta così potrebbe essere la trama di un film hard, ed è invece una delle piu' incotenibili commedie degli anni ottanta, con una virata a 80 gradi verso un'estrema violenza che è lecito prevedere, o tutt'al piu' sorprendere...
Il film di Demme è capace come pochi altri di sfumare abilmente la personalità dei protagonisti: il bolso Daniels - vero prototipo di quiet american - diventa così disposto a tutto pur di "possedere" la sua preda, pur di difendere l'oggetto di seduzione (che sia "oggetto" poi c'è poco da crederci).
Per anni credo che un po' tutti si siano innamorati della Griffith e del suo personaggio sul tema del "doppio" edonista, ed è eccellente e inquietante l'esordio di Ray Liotta come amante negato e violento.
Memorabile il brano ononimo, vecchio cavallo di battaglia dei Troggs e (se non erro) di Jimi Hendrix

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