qualunquemente regia di Giulio Manfredonia Italia 2011
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qualunquemente (2011)

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locandina del film QUALUNQUEMENTE

Titolo Originale: QUALUNQUEMENTE

RegiaGiulio Manfredonia

InterpretiAntonio Albanese

Durata: -
NazionalitàItalia 2011
Generecommedia
Al cinema nel Gennaio 2011

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Trama del film Qualunquemente

Perché Cetto La Qualunque torna in Italia dopo una lunga latitanza all'estero? E’ stata una sua scelta? O qualcuno trama nell’ombra? Con lui rientrano anche una bella ragazza di colore ed un bambina di cui non riesce a ricordare il nome: la sua nuova famiglia. Al ritorno in patria Cetto ritrova il fidato braccio destro Pino e la famiglia di origine: la moglie Carmen e il figlio Melo. Ovviamente far convivere il tutto non sarà facile. I suoi vecchi amici lo informano che le sue proprietà sono minacciate da una inarrestabile ondata di legalità che sta invadendo la loro cittadina. Le imminenti elezioni potrebbero avere come esito la nomina a sindaco di Giovanni De Santis, un “pericoloso” paladino dei diritti. Così, Cetto, dopo una lunga e tormentata riflessione in compagnia di simpatiche ragazze non ha dubbi e decide di “salire in politica” per difendere la sua città. La campagna elettorale può cominciare…

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Voto Visitatori:   6,40 / 10 (184 voti)6,40Grafico
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Voti e commenti su Qualunquemente, 184 opinioni inserite

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Invia una mail all'autore del commento Elly=)  @  09/10/2011 21:54:44
   1 / 10
scusate ragazzi, di solito anche se un film é brutto cerco di argomentare il perché del mio giudizio, ma perdonatemi perché dopo la visone aimeh conscia di sto film ho fin paura di esporre quello che penso..

6 risposte al commento
Ultima risposta 28/12/2011 16.44.55
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charles  @  08/10/2011 17:55:06
   5 / 10
Commedia divertente, ma non troppo, di satira, ma troppo superficiale per graffiare, e soprattutto piena di cliché.
Giusta la denuncia di alcune pratiche purtroppo molto diffuse nel meridione, tra cui tristemente il voto di scambio e le infiltrazione mafiose nella politica.
Non è chiaro però, perché altri usi e malcostumi molto diffusi al nord, e specialmente in certi ambienti "padani" e milanesi (come anche dimostrato da importanti ricerche sulla corruzione, per non parlare del noto ed affermato concetto della "f.iga e danè"), debbano essere forzatamente attribuiti a personaggi meridionali (da notare anche la meticolosità con la quale gli sceneggiatori hanno voluto sottolineare l'origine barese del personaggio interpretato da Rubini).
Buona la recitazione di Albanese, bravo artista dal quale potremmo aspettarci un maggior contributo nella scelta e/o definizione delle trame.

1 risposta al commento
Ultima risposta 07/11/2011 20.05.49
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Robbie  @  07/03/2011 12:29:10
   1 / 10
Satira pungente? E' fin troppo facile e commerciale nel periodo storico sociale in cui viviamo fare una satira su argomenti del genere. L'idea è una sola, sicuramente non innovativa, semmai fin troppo banale.
E poi satira di che che gli eventi della realtà sono ben noti a tutti e pure più pesanti di quelli esposti nel film?
Film divertente? Beh, ridere sulle proprie disgrazie ce ne vuole. A me ha messo una tristezza infinita, e altrettanta tristezza a leggere che la gente ride di un film che tratta del proprio Paese al tracollo.
Infine il film è piatto, a parte le battute, la trama è inesistente.
Film inutile e ridere delle proprie gravi disgrazie per me è la cosa peggiore che ci sia.
Auto che saltano in aria, voti comprati, va avanti chi ha conoscenze, malavita...la prossima volta se esce un film su Falcone e Borsellino tutto da ridere ci ridiamo tutti su?

3 risposte al commento
Ultima risposta 08/03/2011 14.57.52
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rob.k  @  15/02/2011 17:27:17
   3 / 10
Dai Albanese, quanti anni sono che ce la meni con sta storia di qualunqumente, u pilu, infattamente e via dicendo? All'inizio faceva ridere, ma ora il personaggio è vecchio e annoia, non fai parte della cerchia dei comici italiani intramontabili. Riesumare il personaggio solo perchè in questo momento la politica italiana ben si presta a una parodia di questo tipo, è veramente fastidioso e opportunista, tanto più che lo fai anche male, infilando a forza qualche scenetta che ricordi il nostro amato premier, per catturare qualche risata in più.
Passi la comparsata di 10 minuti a Zelig o in altri show comici, ma prendere un personaggio comico e farne un film non è un'impresa facile. Altri comici l'hanno fatto, pochi ci sono riusciti, molti altri no, e tu sei nel secondo gruppo. Non basta stirare una gag da zelig per un'ora e mezza e dire di aver fatto cinema.

Antò, qualunquemente, torna al tuo ruolo di comico, che mi piacevi anche.

4 risposte al commento
Ultima risposta 24/02/2011 00.00.04
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dominus ngl360  @  01/02/2011 08:13:18
   6 / 10
nn va sotto la sufficienza xke nn e un film banale tratta i temi ke nel sud vanno di moda.grande albanese solo ke da fan le battute erano troppo gia viste nelle sue apparizioni in tv

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Ultima risposta 04/02/2011 14.15.31
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  28/01/2011 20:16:57
   7½ / 10
Stimo Albanese e adoro il suo Cetto la Qualunque,personaggio che negli sketch si è sempre mostrato tendente al macchiettistico ma per cui è stato possibile provare una sorta di simpatia,forse anche per le brevità delle gag. Ma un film su questo personaggio doveva essere impostato bene e presupponeva un approfondimento e difatti ne viene fuori una commedia comica,che fa ridere ma al contempo riesce a dipingere un Italia tanto simile all'iperobilica esagerazione dei personaggi del film che è impossibile non riflettere e provare disgusto. Anche perché uno va a pensare che il problema posto da Albanese sia esclusivo appannaggio del sud quando abbiamo un premier che in pratica mette in atto la stessa politica di la Qualunque o perlomeno ne riprende i tratti in maniera leggermente meno iperbolica: sessista,retorico,bugiardo,potente capitalista (aggiungerei corrotto),altresì dotato di un carisma che fa ridere la gente allontanandole dalle disgrazie e dalla violenza che questi uomini,si chiamino essi Berlusconi o come volete,impongono come stile di vita e sociale.

Non è un film contro il solo Berlusconi,però, bensì contro un modo di fare politica da anni insediatosi nei nostri paesi e nel nostro Paese ma è innegabile che i fattacci che circondano la vita del Berlusca negli ultimi tempi di certo fanno notare come il film non vada lontano dalla realtà.
Impossibile provare un minimo di simpatia o di immedesimazione per Cetto,uomo senza alcun principio che corrompe come una mela marcia anche il buono e l'onestà intorno a lui,capace di essere disgustoso,maschilista,reazionario e violento senza alcuno srupolo di coscienza. Il rapporto col figlio Melo è la cosa migliore dell'intero film a livello di significato e di satira; noiosa invece la metà della pellicola,ovvero quella dell'arrivo di Rubini ma poi si risolleva ancora una volta.
Tutto gira intorno ad Albanese che quasi esclusivamente da solo (si farebbe torto però a buoni attori di supporto) riesce a catalizzare e a tenere per tutta la durata l'attenzione intorno alla proprie gestualità e parlata. Bravissimo davvero.

Si spera che dopo il finale la gente un pò provi vergogna delle risate che ha fatto,sono quelle che ogni giorno non facciamo perché umiliati da persone come Cetto che purtroppo esistono veramente.

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Ultima risposta 07/03/2011 15.37.00
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teten  @  26/01/2011 10:17:08
   8 / 10
veramente difficile dare un voto a questo film.
Albanese è un genio , Cetto è senza dubbio il suo personaggio più riuscito ma il problema è un altro....questo film dovrebbe essere di pura satira e "fantasia", invece risulta essere tremendamente REALE!!
Credo sia questo il motivo che porta a ridere a crepapelle nelle battute iniziali e quasi a crogiolarsi nella tristezza nel finale, facendo apparire il film troppo lungo e ripetitivo. Propio come nella realtà, dove si assiste ad una tale serie di "porcate" che alla fine, quasi rassegnati e sconsolati, risultano normali e le si subisce con indifferenza! Albanese lo nega ma ogni riferimento è evidente e pure ben riuscito!!!

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Ultima risposta 28/01/2011 09.15.24
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Gruppo REDAZIONE Pasionaria  @  25/01/2011 23:12:26
   7½ / 10
Solo l'indubbia bravura di Albanese addolcisce il boccone amaro di una satira troppo vicina alla nosttra attualità, neanche le sequenze più volutamente grottesche del film riescono a superare ciò che di più surreale ci sta capitando.
Albanese con la mimica eccezionale che gli è propria regge con un'intelligente satira lì'intero film, con i siparietti del bravo Rubini e del figlio Melo (Trota?) e noi?
Ridiamo paradossalmente di noi stessi senza rendercene veramente conto . C'è forse qualcosa di più drammatico?

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Ultima risposta 04/02/2011 00.47.50
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topsecret  @  25/01/2011 11:44:23
   7 / 10
Dopo la visione del film viene quasi naturale fare dei confronti con la pellicola di Zalone. Non soltanto per il tipo di comicità che accomuna Albanese e Checco, cinica e sgrammaticata, ma anche e soprattutto per la ricerca di luoghi comuni che a volte nascondono una farsesca quanto inquietante verità.
La caricatura di certi politici fatta da Albanese è discretamente divertente, merito del carisma e delle esagerazioni del suo personaggio Cetto La Qualunque, riuscendo a scatenare l'ilarità degli spettatori in maniera semplice, spontanea ed efficace.

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Ultima risposta 27/01/2011 10.27.56
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Project Mayhem  @  24/01/2011 10:05:49
   3 / 10
Ho trovato un'ottima concrezione del mio sentire circa questo film (che abbiamo visto sabato sera), nel conciso ma decisamente corretto commento di marcodinamo: "una vera oscenità, film inutile, peraltro abbondantemente superato dalla realtà".
Commento esatto in ogni sua parte, a mio parere, ancorché duro.
Albanese lo avevamo visto l'anno scorso a teatro: la delusione per la performance dal sapore stantio era stata lievemente addolcita da alcune uscite 'fuori copione' dell'Albanese autore e non personaggio che raccontava - in fieri dello spettacolo - la genesi di alcuni personaggi, Cetto in primo luogo. Episodi ed aneddoti della fase creativa che avevano un po' smorzato la fastidiosa sensezione di dejà vu, perdurante per tutto lo spettacolo.
Il film, ora, ha confermato tutte le mie ansie del pre-sala: tra me e me, andavo ripetendomi che sarebbe stato probabilmente solo un cut&paste di tutti gli sketch già visti, rivisti e stracitati, impastati e tenuti insieme da una qualche pseudo trama quanto mai deboluccia, giusto per tirare fuori un'ora e qualcosa di film (e otto euro di tasca allo spettatore). E non mi sono purtroppo sbagliato. Opinione peraltro piuttosto diffusa anche tra gli altri spettatori della sala, che, all'uscita, mi sono sembrati mediamente delusi.
Passi per quanto sopra, ma ci sono alcuni aspetti del film che, a mio parere, sfuggono alla categoria del grottesco, superandola e scadendo nel volgare: non trovo divertente ironizzare sulle autobomba, sull'insulto e lo svilimento costante alla donna, sulla sopraffazione del debole (ancorché 'il giusto' della situazione), anche se capisco che tutto ciò era nelle promesse del personaggio e del film stesso. Ma credo che ci debba essere una misura a tutto. La sineddoche del pilu, può far ridere la prima volta, anche se te la aspetti ed in fondo sei lì per sentire quella stupida battutaccia, ma poi... Se non nella realtà, almeno al cinema, forse possiamo (dovremmo?) ancora immaginarci un mondo nel quale si possa ridere senza scadere nel volgare e nell'assurdo ed inverosimile; e da un artista come Albanese, mi sarei aspettato la garanzia di una comicità sì demenziale, ma non stupida.
Peccato, quindi, per Albanese attore, che in altri film ('Questione di cuore', che davvero ci é piaciuto tanto) aveva dato prova convincente delle sue capacità. A mio parere, non era davvero il caso di produrre questo film (ed anche la Fandango, in questo senso, mi ha stupito). Men che meno in un periodo nel quale, in risposta ai tagli indiscriminati alla cultura nel nostro Paese, si cerca di accreditare il cinema nostrano dell'importanza che in effetti ha (...o dovrebbe avere!) nel veicolare messaggi, valori, emozioni. Bastano i cinepanettone per svilire il nostro cinema a sufficienza, non trovate?

14 risposte al commento
Ultima risposta 07/03/2011 13.28.37
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marcodinamo  @  23/01/2011 18:32:03
   3 / 10
una vera oscenità, film inutile, peraltro abbondantemente superato dalla realtà.

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Ultima risposta 23/01/2011 20.24.00
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento LukeMC67  @  23/01/2011 02:31:27
   6½ / 10
Si ride molto poco e sempre amarissimamente in questo ultimo film di e con Antonio Albanese. Non certo per demeriti artistici del noto comico nazionale e del cast di questa pellicola (che si attestano nella media alta che da due stagioni in qua caratterizza le nuove commedie all'italiana al di fuori degli indigesti cinepanettoni), bensì per una ragione che è "esterna" al film stesso: come si fa a fare satira su dei fatti che nella realtà la scavalcano? "Qualunquemente" è, senza volerlo, un film tragico dove, in poco più di un'ora e mezza, ci viene snocciolata la storia di almeno un trentennio (ma forse le radici del male sono più lontane o addirittura originarie alla nostra Nazione) di degenerazione politica, comunicativa e morale nei costumi sia pubblici che privati.
Cosa sono le "riflessioni" di Cetto Qualunque rispetto a Mignottopoli? Cosa sono le dichiarazioni para-economiche del candidato sindaco rispetto a quel che ci viene raccontato senza contraddittorio alcuno in Economia dai tempi di Reagan-Thatcher ad oggi (nonostante i recenti collassi finanziari)? Quanto irriverente può essere la sequenza della Messa rispetto alla grande riverenza che la Chiesa Cattolica reale mostra nei confronti dei poteri e dei soldi di cui si può servire nonché di fronte all'uso politico dei pulpiti in occasione di elezioni e referendum? Quanto può far ridere la battuta sulla causa dell'ingorgo iniziale quando ormai consideriamo tutto questo come "normale" o fatalisticamente "inevitabile"? E il paese trasformato in Far West? Può far ridere mentre tutti i giorni ci scontriamo col pesce grosso di turno che ci distrugge la vita senza che giustizia possa essere fatta, dato che ormai la legge vale solo per i poveracci mentre i cavilli scagionano puntualmente "chi può"? Si può ridere sull'incongruenza tra valori ostentati e quelli vissuti quando abbiamo visto dal vero chi erano i paladini e capofila del cosiddetto "Family Day"? E si può ridere sul potere "d'u pilu" quando le Reti del Padrone inondano del suddetto "pilu" tutte le trasmissioni prodotte ed emesse nella cosiddetta "fascia protetta"? Ma forse il colpo di grazia Antonio Albanese ce lo offre nella sequenza del dibattito elettorale televisivo e, soprattutto, quando ordina a uno dei cugini la "colorazione delle schede bianche": la definitiva resa all'impotenza di un potere da clan familistico che ormai schiaccia tutto e tutti è irreversibile. E magra è la consolazione di sapere che sotto lo Stretto il candidato Qualunque costruirebbe pure una galleria (oltre a un Ponte di pilu) perché "ogni buco rende tutti più contenti"...
Il 6 1/2 è al merito artistico e all'inca**atura di chi ha scritto la sceneggiatura.

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Ultima risposta 01/02/2011 16.52.33
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Irimi  @  22/01/2011 14:36:00
   4½ / 10
Delusione totale. Albanese non raggiunge minimamente le aspettative. In tutto il film solo 3 battute originali e carine, forse 4, di cui 2 viste nei trailer.
Il film non decolla mai, a tratti rasenta la noia e la lentezza è costante. Ciò che tiene in piedi la trama è il solo cinismo, che troppo spesso rimane fine a se stesso. Non basta!
Peccato!!
Ps. Onestamente non comprendo i tanti voti positivi.

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Ultima risposta 23/01/2011 20.08.03
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annibalo  @  05/01/2011 14:25:30
   8 / 10
prima voti e poi...premi Antonio Albanese e Manfredonia,Il nostro bel paese è peggiorato dai tempi di Pericoli & Pirella, Cuore,Galantara e Scalarini,la satira è superata dalla cronaca!il qualunquismo è un vecchio spettro e purtroppo qui fa ridere

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Ultima risposta 29/01/2011 17.27.02
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