quasi amici regia di Olivier Nakache, Eric Toledano Francia 2011
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quasi amici (2011)

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locandina del film QUASI AMICI

Titolo Originale: INTOUCHABLES

RegiaOlivier Nakache, Eric Toledano

InterpretiFrançois Cluzet, Omar Sy, Anne Le Ny, Audrey Fleurot, Clotilde Mollet, Alba Gaïa Kraghede Bellugi, Cyril Mendy, Christian Ameri, Grégoire Oestermann, Joséphine de Meaux

Durata: h 1.52
NazionalitàFrancia 2011
Generecommedia
Al cinema nel Febbraio 2012

•  Altri film di Olivier Nakache
•  Altri film di Eric Toledano

Trama del film Quasi amici

A seguito di un gravissimo incidente di parapendio, Philippe, ricco aristocratico, assume come aiuto domestico Driss, un giovane di periferia appena uscito dal carcere. In breve, la persona meno adatta per il lavoro. I due vanno a vivere insieme, così come potrebbero fare Vivaldi e il gruppo Earth, Wind & Fire. Due mondi si scontreranno, per dare poi vita, però, ad un'amicizia pazzesca, divertente e forte: inaspettatamente si creerà un rapporto unico e intoccabile.

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Voto Visitatori:   8,18 / 10 (369 voti)8,18Grafico
Miglior film dell'unione europea
VINCITORE DI 1 PREMIO DAVID DI DONATELLO:
Miglior film dell'unione europea
Miglior attore protagonista (Omar Sy)
VINCITORE DI 1 PREMIO CÉSAR:
Miglior attore protagonista (Omar Sy)
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Voti e commenti su Quasi amici, 369 opinioni inserite

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Niko.g  @  20/08/2015 18:50:11
   6 / 10
Lo si fa passare per una favoletta moderna, ma il plot non è quello di una commedia con Pozzetto e Greggio (Infelici e contenti) dove la sospensione dell'incredulità permette una facile accettazione dello sviluppo. Innanzitutto, in questo caso uno dei protagonisti proviene da una realistica e degradata banlieue parigina. E' un senegalese disoccupato con un dramma familiare sulle spalle e una rapina nel curriculum. Viene scelto come badante da un facoltoso portatore di handicap, che motiva la sua decisione con un'osservazione inattaccabile: "è alto, robusto, ha due braccia, due gambe" e da qui in poi è tutto un calo di credibilità.
Il libro che narra la vera storia dalla quale è tratta la commedia, si concentra più sugli aspetti della dolorosa esistenza del protagonista che sul rapporto con il badante. Ecco perché, se è vero che nel film si ridacchia grazie a un efficace scontro degli opposti, il risultato finale appare un finto concentrato di anticonvenzionalità atto a rispolverare cavalli di battaglia che neanche Marco Pannella: dalla celebrazione dello spinello (un vero toccasana per un tetraplegico) al libertinaggio sessuale e via di questo passo. Fosse terminato con una bella eutanasia, lo avrebbero candidato per la Palma d'oro.

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Ultima risposta 20/08/2015 18.52.47
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camifilm  @  30/12/2013 17:48:02
   5½ / 10
Una relazione che sarebbe impossibile nella vita reale e che solo nei film "latte e miele" può accadere.

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Ultima risposta 09/01/2017 02.21.09
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Chemako  @  09/09/2013 23:18:27
   9 / 10
Non sembra nemmeno un film francese......
B
E
L
L
O!!!!!!!!

2 risposte al commento
Ultima risposta 28/02/2014 20.48.47
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MonkeyIsland  @  14/07/2013 16:12:51
   8 / 10
Un film molto studiato a tavolino per commuovere lo spettatore tratto da una storia vera.
Devo dire che ci riesce appieno in un bel mix di commedia, dramma e puro umanismo riuscitissimo.
Omar Sy veramente convincete e film che alla fine rimane impresso.
Notevole.

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Ultima risposta 14/07/2013 16.54.33
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Jolly Roger  @  25/05/2013 20:58:06
   9 / 10
Quasi amici è un film praticamente perfetto. Ottimi i due attori principali, i comprimari, il regista, le ambientazioni, la storia. Ammettiamolo però, il film è un po' furbetto a giocare così esageratamente sui contrasti, è ruffiano e buonista...e questo non mi piace molto, ma sull'altro piatto della bilancia c'è il fatto che, dato che pratico il parapendio, questo film è stato particolarmente emozionante per me. Intendo soprattutto la scena del volo, che mi ha commosso: quella voglia di essere lassù in cielo, lontano e libero.
Anche se per il protagonista quello non era un semplice volo della domenica, ma qualcosa di molto di più: una sorta di riappacificazione con sè stesso, di elaborazione del dolore e del proprio passato.

D'altronde la vera ricchezza di questo film è lo scambio che si crea tra i due protagonisti. Un dono che, pur essendo così diversi tra loro, riescono a dare l'un l'altro, rendendosi più maturi a vicenda.

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Ultima risposta 26/05/2013 13.36.20
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the saint  @  14/09/2012 23:43:44
   8 / 10
Gran Film!

Omar Sy (ma chi è !?), superlativo!

Colonna sonora azzeccatissima!

non era facile fare un film del genere, soprattutto non mi aspettavo molto essendo il regista francese..

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Ultima risposta 18/01/2013 22.24.38
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Fifì  @  11/05/2012 13:40:00
   9 / 10
Piacevole, delicato e commovente. Mantiene lo stesso tono dall'inizio alla fine, rimane divertente e allo stesso tempo ti addolcisce. C'è poco da dire è veramente un film stupendo.

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Ultima risposta 12/05/2012 10.00.57
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elecharlot  @  25/04/2012 02:39:38
   5½ / 10
film godibile e a tratti divertente....peccato che, (fateci caso) discriminante per chi è in sovrappeso e per chi, come me, adora gli uomini con la barba....frasi del tipo "barba è trasandato" non si reggono piu....per questo elargisco voto insufficiente ...

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Ultima risposta 14/01/2013 23.30.34
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento thohà  @  13/04/2012 02:22:54
   8½ / 10
Sì, è veramente bello.

Questi due non la raccontano giusta. Secondo me gli interpreti si sono divertiti come matti sul serio.
L'inizio è super: "200 dollari sulla scorta" - "Andata...".
Pare una coalizione di malandrini. L'allegria e la voglia di vivere di Driss, pur pieno di probemi, conquistano il paraplegico Philippe, ricco, aristocratico e di gusti raffinati.
Credo che, all'inizio, sia stata la stanza da bagno a conquistare il giovane di colore, abituato a ben altro.
Dissacrante.
Bellissimo, ottimamente interpreato, talvolta sconveniente e maleducato, toccante e sensa pietismi e false retoriche. Battute memorabili.
Pare strano, ma entrambi si regalano emozioni. Uno in modo eclatante, l'altro in modo più terra terra, ma ugualmente coinvolgente.

Oh, avete notato una rassomiglianza tra François Cluzet e Dustin Hoffman?

Vale la pena, Guardatelo. senza leggere troppo i giudizi degli altri e crearvi false aspettative.

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Ultima risposta 15/04/2012 00.34.33
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7edo7  @  01/04/2012 15:14:58
   9 / 10
Uno spasso. E anche la critica sull'eccessiva caratterizzazione angelica del nero del ghetto la trovo fuori luogo. In fondo è una storia vera.

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Ultima risposta 01/04/2012 18.40.21
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--Pio--  @  30/03/2012 15:38:17
   4 / 10
A mio avviso al limite del plagio
L'idea è molto bella, la tematica interessante, i dialoghi pungenti...ma mi spiace, come dinamica lo vedo troppo simile a "The List"
Strano che nessuno se ne sia accorto...come al solito tutti a vedere la media e a votare di conseguenza...

Se non fosse una scopiazzata, sarebbe da 8, ma visto che putroppo pecca di originalità...un bel 4

Da evitare come la peste

68 risposte al commento
Ultima risposta 14/01/2013 23.39.28
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Izivs  @  25/03/2012 22:09:28
   8 / 10
Era da tempo che non davo un 8....ed in questo caso è strameritato. Film intenso che fa riflettere...se a questo si aggiunge che è una storia vera e che il finale è semplicemente meraviglioso....c'è poco da aggiungere.....

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Ultima risposta 25/03/2012 22.39.02
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bio84  @  24/03/2012 19:19:45
   10 / 10
istant classic

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Ultima risposta 23/05/2012 23.53.59
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Macs  @  21/03/2012 22:15:10
   6½ / 10
Attirato dalla media stratosferica mi sono obbligato a guardare questo film che non rientra certo nel mio genere, si può guardare e trasmette qualche buon sentimento e qualche sorriso. Però non mi pare un capolavoro e sinceramente rimango sempre abbastanza irritato (cinematograficamente) quando per raggiungere certi obiettivi emotivi si sacrifica quasi totalmente la verosimiglianza.

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Ultima risposta 23/03/2012 09.08.36
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Scuderia2  @  21/03/2012 19:41:26
   7½ / 10
E' bene chiarire che non ci si piega in due dal ridere.
L'argomento è delicato e sarebbe delicatissimo se il disabile non fosse multimilionario.
Il merito del film è di riuscire a sdramatizzare il dramma.
Perchè il Nero è un trascinatore (sic) e il Bianco-che ricorda Dustin Hoffman- si lascia travolgere volentieri.
E ognuno avrà qualcosa da imparare dall'altro.
Quindi,per me,più commovente che divertente.

Quasi Amici
Sì,certo...complimenti ai distributori italiani.
Se non è un'Amicizia questa...

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Ultima risposta 23/03/2012 01.01.10
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR kubrickforever  @  18/03/2012 13:04:10
   8 / 10
Solo io ho trovato l'orecchino del negrone orribile?

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Ultima risposta 12/04/2012 19.35.59
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marcoman  @  16/03/2012 16:12:21
   7½ / 10
PRIMO COMMENTO SU FILMSCOOP, CHE EMOZIONE! XD
su questo film ho poco da dire.
un ottimo esempio di come, rare volte, la sceneggiatura e la bravura degli attori (anche se questa volta il doppiaggio l'ho veramente odiato..) supera DI GRAN LUNGA la regia che invece ho trovato veramente scarsina e basilare.. sembrava proprio dire "ok, ho qui sotto un soggetto ****ta.. limitati a piazzare bene qualche inquadratura.. dai risalto agli attori, fai qualche bel closeup con camera a spalla.. qualche panorama onesto e porta a casa il film!"
si poteva fare decisamente di più, ma le sanissime risate non sono di certo mancate! in generale un film molto carino e con ottimi spunti di riflessione, anche se sull'argomento ce ne sono di migliori!
tutto questo rigorosamente "secondo me"! ^^

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Ultima risposta 20/03/2012 16.59.46
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googar  @  14/03/2012 18:53:19
   9 / 10
Una perla della commedia mondiale in un'epoca in cui il cinema francese non ha niente da invidiare ai vari "Millennium" o "the Artist" che siano.
"Les Intouchables" è una commedia delicata e raffinata come poche se ne vedeno ma che allo stesso tempo racchiude in sè significati che spaziano dai rapporti d'amicizia alla condizione degli invalidi e come vengono compresi ai gioni d'oggi.
Dal punto di vista tecnico a mio avviso è girato benissimo ( alcune scene sono da manuale) con una fotografia ottima che ci accompagna per tutta la pellicola.

Eccelse poi le intrepretazioni dei due protagonisti sopratutto quella del giovane Omar Sy.

Film originalissimo ed elegante in anni di omologazione e commercializzazione massificata, e per questo da me apprezzatissimo!

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Ultima risposta 14/03/2012 18.54.39
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Gruppo REDAZIONE Pasionaria  @  13/03/2012 15:07:04
   6½ / 10
Molto grazioso, film lieve e fresco, che ti accompagna fuori dalla sala con un piacevole senso di leggerezza, ma pure con una strana sensazione d'incompiutezza nel cuore. Non so, ma certi particolari sfuggenti, per non dire superficiali, non mi hanno del tutto convinta, tra dialoghi che cadono nel banale e gag tipiche. La storia è bella perchè ispirata ad un fatto reale, narrata però con l'occhio fisso sull'incasso, perciò cedevole.
Detto ciò il film è carino, ben congeniato tra lacrima e sorriso.
Buon prodotto francese, niente di più.

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Ultima risposta 02/04/2012 13.27.05
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Buba Smith  @  10/03/2012 01:09:50
   6 / 10
Non mi ha appassionato veramente. Sicuramente è da vedere, ma personalmente non l'ho trovato nulla di chè.

Mi sembra un tantino sopravvalutato.

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Ultima risposta 21/03/2012 16.01.20
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aladar  @  10/03/2012 00:40:38
   9 / 10
davvero un bel film, da vedere

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Ultima risposta 11/03/2012 00.51.03
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Satyr  @  08/03/2012 21:17:48
   7 / 10
Ottima pellicola recitata splendidamente da una delle coppie più atipiche ma riuscite del cinema degli ultimi anni. Un duo comico, affiatato e solidale, che non ti stancheresti mai di guardare.
Si ride parecchio, risate genuine intervallate da momenti amari sempre privi di retorica spicciola. Un vero e proprio inno alla vita che ha il merito fondamentale di riuscire a toccare le corde giuste con una semplicità ammirevole.

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Ultima risposta 09/03/2012 20.07.07
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drobny85  @  08/03/2012 20:40:00
   9 / 10
Straordinario, una pellicola tratta da una storia vera, dove traspare umanità e che riesce a emozionare, divertire e riflettere allo stesso tempo.
Ottima la regia, supportata da fotografia, montaggio e colonna sonora eccellenti.
Non si possono non menzionare i protagonisti, bravo François Cluzet, da applausi Omar Sy, i due in questa commedia si combinano alla perfezione nonostante le differenze fisiche e motorie; tutto quello visto ci dimostra che il feeling tra due persone, anche dello stesso sesso, può far rinsavire l'anima, questo è il potere dell'Amicizia.

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Ultima risposta 11/03/2012 12.15.04
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Gruppo REDAZIONE VincentVega1  @  03/03/2012 15:16:50
   7½ / 10
Se il Bardem di "Mare Dentro" avesse avuto un amico negro non avrebbe deciso di farla finita.

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Ultima risposta 20/03/2012 17.02.47
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  03/03/2012 10:43:50
   7½ / 10
"Quasi amici" è una commedia che avvicina e assimila la tragedia di un ricco con la vita di un povero. E' l'intersezione di due realtà e di due mondi apparentemente inconciliabili ed intoccabili.
Una storia raccontata senza pietismi e senza ricerca della lacrima facile.
Un film dal tocco lieve che riesce ad imporre il proprio ottimismo allo spettatore.
Ottima prova dei due protagonisti, bellissima colonna sonora.

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Ultima risposta 03/03/2012 10.48.55
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  02/03/2012 19:14:57
   8 / 10
Sì il film è quello che realmente appare... meraviglioso, un vero inno alla vita. Philippe ha una dignità incomparabile, ma potete immaginare qualcosa di peggio di vivere nel lusso immobilizzati su una sedia a rotelle? Cosa te ne fai di tutto questo se dipendi sempre dagli altri? Ecco se dovessi affibbiare un oscar al film sceglierei gli oggetti, oscar alla ... dimora. Un palazzone dove potersi perdere aspettando gli amici che vengono a trovarti per dirti (che ipocrisia) che "ti vedono benissimo". Come commedia, è la più bella degli ultimi anni, e questo giustifica il mio 8. Avevo bisogno di un film che risollevasse il mio morale e tutto sommato l'ho trovato alla grande. Però due barriere opposte, handicap o no, sono difficili da infrangere. Davvero nella realtà può accadere tutto questo? Se il massimo della vita è la musica classica o l'arte contemporanea anzichè i ritmi di Philip Bailey e Maurice White, non è forse più rassicurante propendere per la seconda scelta? Insomma, ho l'impressione che la conoscenza "diretta" di Priss non sia dovuta soltanto alla "mancanza di pietà" con cui l'inesperto ricopre di vitalità il malcapitato e affascinante Philippe. C'è dell'altro... magari (suggerisco) il bisogno neanche tanto celato di educare e civilizzare il nero scaprestato e privo di cultura??? Proprio quelli che non possono permettersi i salotti per bene, ma potranno sempre ripassare il clichè del latin lover megadotato come Mama Africa concepì? Questi clichè irrompono in un meccanismo frugale dove la tensione sociale svanisce del tutto, le Banleiu sono un'invenzione giornalista, e W la vita e il volo in deltaplano sulle note magiche di una canzone di Nina Simone...
Gli interpreti sono fantastici e surclassano ogni dubbio, il film commuove senza spingersi al buonismo d'accatto, insomma il film è davvero magnifico su molti fronti e merita tutto il suo successo, ma siamo così sicuri che il vero disabile, per i registi e produttori, non sia questo bell'africano tutto fumo (d'erba) e molto arrosto?

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Ultima risposta 24/04/2012 19.11.33
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andreapau  @  02/03/2012 11:44:48
   6½ / 10
Commedia ultraleggera ed edulcorata sul tema della disabilità, che sceglie di parlarne riducendo al minimo gli aspetti drammatici del problema.
E' certamente vero che sul piano divulgativo ha maggiore efficacia uno spot patinato rispetto ad un documentario, ma in questo film la presunta lievità evolve in superficialità.
Tutto è molto accattivante, levigato, innocuo ed innocente oltre i limiti della caricatura, che ammanta la malattia, il dolore, la povertà, la ricchezza, il bianco e il nero.
Ma anche rimanendo nell' ambito della commedia leggera, credo che si potesse fare di meglio e che la ossessiva ricerca di scorciatoie abbia portato infine a percorrere semplicemente una strada breve

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Ultima risposta 08/11/2012 20.48.56
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR oh dae-soo  @  29/02/2012 10:43:27
   9 / 10
"Io il cùlo non glielo svuoto" tuona Driss, un omone nero di 1,90, disoccupato delinquentello trovatosi catapultato d'amblè dalle strettezze e sporcizia della banlieu alllo sfarzo e alla pulizia di un villone aristocratico. Quel cùlo, tanto per essere chiari, è di Philippe, il padrone di quel villone, un uomo che ha tutto ma non ha niente, che preferirebbe perdere tutte le ricchezze che possiede in cambio di un corpo sano. Già, perchè Philippe è tetraplegico e non sente nulla dal collo in giù. Driss e Philippe sono tutto l'opposto, bianco e nero, sano e malato, alto e basso, sboccato e raffinato, povero e ricco, delinquente e persona tutta d'un pezzo, ma queste differenze non contano nulla quando si crea quella particolare chimica. Driss è un puro, uno che non ha sovrastrutture, uno che non ragiona, uno che agisce d'istinto (andatelo a chiedere al vicino di casa), uno che dice quello che pensa e non pensa quello che dice. Per questo l'ha scelto Philippe, perchè non ha bisogno di compassione e di qualcuno che lo comprenda ma di qualcuno che lo faccia vivere, che lo pigli per il sedere anche senza svuotarglielo, che lo faccia ridere ed uscire da quella prigione che non è soltanto il suo corpo ma anche tutto quello che gli sta intorno, di qualcuno che lo faccia andare più veloce, a costo di modificare il motore della carrozzina. Perchè l'umorismo è il sale della vita ed anche se quello di Driss è di grana grossa poco male. E di umorismo ce n'è tanto in questo capolavoro, qualsiasi lato tragico è schermato dalla leggerezza, dalla semplicità, dall'ironia. E il cùlo svuotato, tanto per tornare sempre sullo stesso punto, è protagonista di una gag di straordinaria vis comica, così potente da far dimenticare completamente la tragedia che tale espressione nasconde. C'è una grazia inusuale che aleggia nella pellicola, sarà l'immensa colonna sonora (curata da Ludovico Einaudi), saranno le straordinarie interpretazioni dei due protagonisti (con un Cluzet- appena visto dal sottoscritto nel bellissimo Non dirlo a nessuno- impressionante), sarà la capacità di creare situazioni comiche come dio comanda tipo il ragazzino che torna a portare le brioches col la molletta nei capelli o il thè bollente versato nelle gambe, sarà la capacità dissacrante che investe tutto, dall'Arte (con il quadro di Driss venduto a 11.000 euro) all' Opera ( spettacolare Driss "ma è un albero che canta! voi siete tutti impazziti..."), dall' Handicap (praticamente tutto il film) alla Musica Classica, sarà quello che volete ma è raro provare una piacevolezza così nel seguire un film.
Quando poi nelle scene precedenti il meraviglioso finale- che sarà pure telefonato ma non ce ne frega niente- (come quando da giovani innamorati squillava finalmente quel telefono, e per quanto potevamo aspettarcelo l'emozione era intatta), dicevo nelle scene precedenti ho avuto una visione. In Philippe rimasto con quei baffetti non ho visto il Fuhrer, ma chi il Fuhrer l'ha sbeffeggiato. Sono convinto che a lui sto film sarebbe piaciuto, che l'avrebbe voluto interpretare, perchè nessuno più di lui ci ha raccontato la tragedia e la gioia con la stessa grazia. Avrebbe posato bastone e bombetta in terra e si sarebbe messo su quella carrozzina, vecchio Verdoux riuscito finalmente a fregare la vedova giusta ma ad un prezzo troppo alto. E magari a spingere quella carrozzina poteva esserci Buster, pronto lì a prenderlo in giro e trattarlo male ma incapace questa volta, l'unica nella sua vita, di trattenere quel sorriso che mai ci ha mostrato quando finalmente avrebbe visto Charles incontrare la donna che amava.
Ma non è comunque qua l'anima di Quasi Amici.
E' in quel volo in parapendio.
E non solo perchè Philippe torna nel luogo del delitto, non solo perchè cerca di trarre linfa vitale in una cosa che la vita gliel'ha distrutta, non solo perchè è una liberatoria elaborazione di un lutto che, ahimè, non sarà mai del tutto elaborato ma lo accompagnerà fino alla fine.
No, perchè è la reificazione massima del volere è potere.
Perchè quel volo, magari sulle note indimenticabili di un Nessun Dorma, qualcuno l'aveva già fatto prima, ma un conto è sognarlo, un altro farlo davvero. Perchè se le sensazioni possono essere le stesse, anzi, forse addirittura amplificate dal sogno, poi però quando ti svegli è tutto diverso. Hai visto le stesse cose, hai sentito l'aria sbatterti sulla faccia allo stesso modo, ma non hai gli occhi diversi da prima, non hai la pelle arrossata da piccole punture di felicità.
E Philippe ha dimostrato che quel mare dentro può esserlo anche fuori.
E che non sempre devono essere distinti lo scafandro e la farfalla.
Che lo scafandro può essere una farfalla.

13 risposte al commento
Ultima risposta 05/03/2012 21.23.12
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Gruppo COLLABORATORI julian  @  28/02/2012 13:22:07
   7 / 10
E' giunto il momento di commentarlo, solo perchè Atticus prima di me ha già espresso tutto ciò che penso e posso comodamente rimandare al suo commento.
Il film, per l'appunto, ha una solida base, tratta da una storia vera, di molto facile presa; ma è vero che se ne poteva fare anche scempio, con la solita retorica e gli schematismi da cinema commerciale, e il fatto che non sia avvenuto è un merito che gli va riconosciuto.
Complici del successo, come hanno detto in molti, sono le straordinarie prove attoriali di Sy e Cluzet (uno strano incrocio tra Paolo Rossi e Dustin Hoffman), nonchè l'approccio cinico e sincero al tema della disabilità ("Se succedesse a me, mi sparerei").
Insomma si lascia guardare con grande piacere, lo consiglierei praticamente a tutti.

Ah, approposito. Il titolo italiano fa veramente cag.are.

11 risposte al commento
Ultima risposta 02/03/2012 13.11.09
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Gruppo COLLABORATORI atticus  @  28/02/2012 12:38:59
   7½ / 10
Decisamente facile l'estremizzazione tra i due protagonisti: bianco e nero, ricco e povero, depresso e vitale, classica e disco music ecc. Vero è che al cinema gli opposti si attraggono da sempre. Però è troppo facile far funzionare un film con una base simile, se fossero appartenuti entrambi alla stessa classe sociale (cosa molto più veritiera) ci sarebbero stati ben altri sviluppi, ben più tristi.
Va dato atto ai registi di aver messo a punto una cosa rara di questi tempi: l'aver (mal)trattato l'handicap senza la tipica moraletta buonista del dolore in carrozzella, anzi le sferzate di cinica ironia sono il vero valore aggiunto di un film che, per il resto, non propone grosse novità.
Scritto benissimo e interpretato meglio, un film squisito e socialmente utile.
Tristezza cosmica nel costatare la scomparsa della commedia amara nel nostro cinema, ormai dedito da anni all'accoppiata tette-****, come dimostrano Brizzi e soci: questi film, un tempo, li facevamo noi e il mondo era ai nostri piedi... Quanto dolore!

11 risposte al commento
Ultima risposta 11/03/2012 23.13.26
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento LukeMC67  @  27/02/2012 09:19:10
   9½ / 10
Uno dei film più veri e autentici prodotti da molto tempo a questa parte. Ho avuto il privilegio di vederlo con gli occhi di chi, non più tardi di 3 anni fa, è stato su una sedia a rotelle. Certo, nel mio caso tutto si è risolto, tuttavia ho provato sulla mia pelle cosa significa dipendere da chiunque per qualunque cosa, ma soprattutto ho provato cosa significa sentirsi la pietà altrui addosso: inutile, fastidiosa ma soprattutto tremendamente umiliante. Nell'istituto in cui sono stato ricoverato ho avuto la fortuna di avere un team qualificatissimo di fisioterapisti senza alcun pelo sullo stomaco, determinati, a volte brutali, spietati: in neanche 3 mesi m'hanno fatto buttar via la sedia a rotelle. Ricordo la sferzante ironia con cui trattavo tutte le sofferenze mie e altrui, unico sistema per poter sopravvivere perché unico modo per prendere un minimo di distanza da esse; ricordo la gioia irrefrenabile quando ho potuto girare liberamente con la sedia a rotelle dopo un mese di perfetto immobilismo su un letto d'ospedale; ricordo con quale determinazione avrei voluto morire se fossi stato condannato a rimanerci, su quella sedia; da quando sono tornato a camminare ho una fame di vivere che non riesco mai a saziare, ho una voglia di godere di tutto ciò che mi offre la vita senza moderazione o ritegno alcuno.

E' con questo stato d'animo che ho assistito a questa pellicola semplicemente straordinaria, giusta, senza concessione alcuna. Temo che solo i francesi potevano trattare con tanta laica asciuttezza un soggetto altrimenti facile preda di pietismo e miracolismi vari (ho apprezzato moltissimo che non ci sia l'ombra di un religioso in questa storia: ho imparato a rispettare chi bestemmia, odia e disprezza seriamente Dio perché non ha avuto un solo minuto di vita normale, altro che bellezza del Creato; così come sono trasalito di fronte all'approccio superstizioso e utilitarista di chi si affidava ad immagini sacre con lo stesso animo con cui avrebbe raccomandato se stesso o un parente stretto per un favore qualsiasi anelando a impossibili miracoli), e solo loro potevano affrontare temi sociali scottanti con una leggerezza narrativa e semantica che non inficia in alcun modo una profondità d'analisi senza concessioni. Ho quindi un atavico terrore del paventato remake italiano (per non parlare di quello americano)...

Venendo più strutturalmente al film, va detto che esso parte da una storia vera narrata da una delle più sensibili giornaliste della televisione francese, Mireille Dumas, che tempo addietro realizzò un toccante documentario sulla vicenda di un imprenditore francese tetraplegico trasferitosi in Marocco e del suo badante maghrebino. Da questa vicenda, e con l'intenzione precisa di gettare uno sguardo diverso sulla menomazione, i registi Nakache e Toledano (che ne hanno curato la splendida sceneggiatura di cui ho apprezzato la straordinaria struttura circolare) trasferiscono la storia a Parigi mettendo in efficace contrapposizione due mondi distantissimi: l'alta aristocrazia parigina e il mondo delle banlieu, bianchi e neri, laici di cultura cristiana e musulmani importati, letterari acculturati autoreferenziali e ignoranti lobotomizzati dai mass-media, ipocriti benestanti con schietti disperati, "alti" moralisti con "bassi" dignitosi. François Cluzet e Omar Sy (quest'ultimo compensato con un César che forse sarebbe stato meglio dare a entrambi ex-aequo) si gettano anima e corpo in una prova attoriale che non si limita a un perfetto esercizio di stile ma che sa trasmettere emozioni ed empatia a qualunque tipo di pubblico. Non da meno i personaggi di contorno, importantissimi in una commedia.

Tutto funziona meravigliosamente in questo film: ritmi serrati, colonna sonora da urlo (sia la parte originale, scritta ed eseguita dal nostro Ludovico Einaudi, che gli inserti esterni che coniugano con geniale divertimento gli Earth Wind and Fire con Vivaldi, Bach, Haendel e Wagner!), montaggio semplicemente perfetto, una fotografia da documentario che non rinuncia però a una pulizia e a una brillantezza davvero spettacolari. E su tutto, una raffica di dialoghi pungenti, ficcanti, divertenti e divertìti, colti e accessibili allo stesso tempo: un vero piacere per l'intelligenza e per l'anima, da tempo non assistevo a una così brillante sintesi tra livelli semantici tanto diversi tra loro. Nakache e Toledano riescono dunque nella "mission impossible" di rendere straordinario e non banale un soggetto già ampiamente esplorato nella storia del cinema come quello dell'amicizia virile, sia pure con una particolarità così caratterizzante.

Nessuna pecca per questa pellicola, allora? Purtroppo qualche riflessione critica la devo sollevare: fatto salvo lo sforzo encomiabile (e riuscitissimo) degli autori di lanciare un messaggio assolutamente positivo rispetto a problematiche tanto dure, non ho fatto a meno di chiedermi se questo soggetto avrebbe potuto funzionare se il tetraplegico non fosse stato ricchissimo e aristocratico ma un semplice impiegato da 1000/1500 Euro al mese. E se il travolgente personaggio interpretato da Omar Sy fosse stato un banale approfittatore come tanti. Nonostante ci sia dietro una storia vera, non ho potuto fare a meno di considerare con amarezza che "gli happy end esistono solo nei film": io stavo in sala con i miei amici sani spostandomi liberamente, la maggior parte dei miei compagni di sventura quando ero ricoverato non si alzerà mai più dalla sedia a rotelle e non avrà a disposizione una servitù a riverirli, né il problema di adattare una Maserati biturbo per spostarsi, bensì il senso di colpa di condizionare irrimediabilmente la vita di chi sta loro vicino magari arrabattandosi per arrivare a fine mese.
Purtroppo nella realtà non basta metter su una canzone travolgente per riprendersi il gusto di vivere. Purtroppo.

9 risposte al commento
Ultima risposta 29/02/2012 12.49.33
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franzcesco  @  26/02/2012 02:23:22
   7½ / 10
Ennesima dimostrazione della superiorità dei francesi nel fare le commedie nei nostri confronti...
Fa molto pensare il fatto che in Francia questo film ha fatto incassi strepitosi da record, come da noi Checco Zalone....
Film delicato, intenso e divertente.
Consigliatissimo.

1 risposta al commento
Ultima risposta 06/04/2012 16.52.22
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rospo10  @  25/02/2012 01:09:41
   9 / 10
bello , divertente , toccante , quando vedremo un film italiano cosi'?

2 risposte al commento
Ultima risposta 25/02/2012 11.42.01
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