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Se la resa visiva è più ricercata rispetto a quello in bianco e nero del 1956, la potenza comica è minore nel personaggio di Luigi Poveretti impersonato da Luca De Filippo, meno efficace rispetto alla performance del padre. Eduardo lascia il segno, regalando sorrisi e ironia misurata in questi due atti unici dotati di spirito e capacità interpretative sempre degne di nota.
LUIGINO - Io sono il palo. BARONE - Paolo… Quello il giovanotto è un poco cacaglio, invece di dire Paolo dice Paaalo. Ma si chiama Paolo: Paolo Luigino Poveretti. PEPPINO - Io ho sentito Palo. LUIGINO - Eh! Io sono il palo. BARONE - Lo vedete? E' cacaglio. Dice Paaalo, ma si chiama Paolo. PEPPINO - Ho capito: è cacaglio. LUIGINO - Ma che cacaglio… Io mi chiamo Luigino Poveretti e sono il palo. BARONE - Paolo… PEPPINO - (a Luigino) Paolo. Dite appresso a me: Pa-o-lo. LUIGINO - Pa-lo. PEPPINO - No, no: dovete dire Pa-o-lo LUIGINO - Ma niente affatto. Io mi chiamo Luigi e non sono Paolo. Però sono il palo. BARONE - Qualche volta l'imbrocca e qualche volta la sbaglia… LUIGINO - Ma che sbaglia… io sono il palo! PEPPINO - E' cacaglio, è cacaglio!