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FINALMENTE! Finalmente si vede qualcuno che osa, qualcuno che esce dagli schemi prefissati. Qualcuno che esagera, che intrattenga, che spiazza; e sempre con una eleganza inaspettata.
Questo qualcuno è proprio Goddard, che debutta in regia con un film che è una vera e propria perla. Sfrutta tutti i clichè del genere per creare un prodotto fresco, divertente e autoironico. Ma non intendo quell'autoironia da quattro soldi; quella che siamo soliti vedere nei film horror di serie b. Quella atta a mascherare la povertà di idee e di mezzi, e che dopo due minuti stufa. Niente affatto, qua siamo di fronte ad una ironia più robusta, capace di fondersi e armonizzarsi con l'intera sceneggiatura, senza stonare, e soprattutto, senza avere quel ruolo di tappabuchi che ormai risulta insopportabile.
Un esempio lampante l'abbiamo con la figura del "predicatore" (si chiamava così?). Il classico benzinaio con il negozio ai pressi di qualche strana località, che ha il solo compito di mettere in guardia i malcapitati dell'imminente morte. Ovviamente anche qua viene piazzato, e preciso come un orologio svizzero fa la sua parte. Qualche novità ? No. Se non che nella scena successiva si scopre che è un invasato religioso che telefona sempre "ai piani alti" per sentirsi partecipe, e che da quest'ultimi viene preso per il cul0 apertamente. "La discorda regnerà finche le anime... per caso sono in vivavoce?".
Questo esempio è uno dei tanti passaggi dove si vede che il film vuole sollevarsi dal triste pantano in cui sguazzano da anni queste produzioni. E visto che la vittoria è più eroica se ottenuta affrontando il nemico sul suo stesso campo, direi che questo film è eroismo su cellulosa.