Marco Vinicio ritorna a Roma dalla Gallia, con le legioni che ha condotto alla vittoria. In casa di un console romano, conosce Licia, fanciulla straniera, tenuta lì in ostaggio, e se ne innamora. Egli ottiene dall'imperatore Nerone che la fanciulla venga affidata a lui; ma mentre viene condotta alla sua casa, Licia, che è cristiana, viene rapita dai cristiani, capitanati da Ursus.
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Tra i principali esponenti del filone peplum, è decisamente un'opera mastodontica. Gli attori sono un po' tutti di altissimo livello, in particolare Peter Ustinov nei panni di Nerone è veramente eccezionale, quella che mi ha convinto meno invece è l'interprete di Licia. Dal punto di vista tecnico alcune scenografie e alcuni "effetti speciali" risentono parecchio dell'età, ma stiamo pur sempre parlando di un film del 1951.
Soffre un po' lo stesso difetto del romanzo da cui è tratto, quello cioè di dilungarsi troppo in alcune parti che potevano benissimo essere sintetizzate o addirittura tralasciate. Per quanto riguarda la storicità degli eventi l'impostazione, sia del libro ma soprattutto del film, è quella classica della storiografia cristiana che ha dipinto per secoli Nerone come l'Anticristo, personaggio che invece negli ultimi decenni è stato parzialmente riabilitato dagli storici (pare che non sia lui il colpevole del famoso incendio). Direi che comunque essendo il cinema finzione, a maggior ragione se traspone un romanzo, i discorsi sulla veridicità storica lasciano il tempo che trovano.
In alcuni punti la visione potrebbe essere un po' pesantina, ma in ogni caso è un film che mantiene ancora oggi un certo fascino.