requiem for a dream regia di Darren Aronofsky USA 2000
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requiem for a dream (2000)

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locandina del film REQUIEM FOR A DREAM

Titolo Originale: REQUIEM FOR A DREAM

RegiaDarren Aronofsky

InterpretiEllen Burstyn, Jared Leto, Jennifer Connelly, Marlon Wayans, Christopher McDonald

Durata: h 1.40
NazionalitàUSA 2000
Generedrammatico
Al cinema nel Novembre 2000

•  Altri film di Darren Aronofsky

Trama del film Requiem for a dream

Una moderna favola ambientata in una decadente via di Brooklin. Quattro persone Sara (Ellen Burstyn), suo figlio Harry (Jared Leto), la sua bellissima ragazza Marion (Jennifer Connelly) e il suo migliore amico Tyrone (Marlon Wayans) decidono di mettersi in affari nella speranza di migliorare le loro vite, ma ben presto si scontreranno con la realtà del fallimento...

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Voto Visitatori:   7,94 / 10 (289 voti)7,94Grafico
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Voti e commenti su Requiem for a dream, 289 opinioni inserite

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SaimonGira  @  16/11/2015 14:28:01
   7½ / 10
Decisamente migliore di quanto mi aspettassi. Film malato e perverso alle volte, ma crudo e reale in altre. Si sviluppa attorno alla storia parallela di un figlio, non proprio modello, e di una madre (non proprio un'esempio di integrità psicologica) i quali rincorrono degli obbiettivi, ma nel modo più squinternato e sregolato possibile. Il figlio (Jared Leto) si incarterà in una spirale tossicomane andando pian piano a distruggere la propria vita, mentre la madre perderà completamente il nume della ragione alla rincorsa di una dieta miracolosa volta ad una presenza in TV nel proprio show preferito. La regia mi ha proprio entusiasmato, queste piccole sequenze di immagini velocizzate ad evidenziare alcune azioni dei protagonisti hanno una carica comunicativa molto maggiore di quello che sembra. Lo metterei davanti a Trainspotting e Noi i ragazzi dello zoo di Berlino nella piccola sottoclassifica di Film drogati, seppur dietro all'incredibile "Enter the void" del grandissimo Gaspar Noè.

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Ultima risposta 16/11/2015 14.58.20
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eruyomè  @  07/05/2015 17:28:22
   5 / 10
Mi aspettavo molto di meglio, data l'aura di capolavoro che lo circonda.

Sinceramente l'ho trovato banale ed esasperato, squallido ma non in un modo riuscito, né sincero. Troppi arzigogoli estetizzanti, alla lunga - e a sproposito - stufano pure, e parecchio.

Ci sono scene riuscite, certo, ma sono talmente caricate che bisognerebbe essere una pietra per non provare qualcosa.
Ecco, per me è troppo "facilone" in questo senso, riuscire ad essere d'impatto in modo più sobrio, quello sì che sarebbe stato difficile.

I personaggi comunque sono pochissimo approfonditi, l'unico abbastanza riuscito è la madre, ma il merito forse va per la maggior parte all'attrice, davvero brava, che alla scrittura in sè, che è dappertutto piuttosto sciatta e superficiale.

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Ultima risposta 30/05/2015 15.47.39
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MonkeyIsland  @  17/06/2013 16:41:51
   8 / 10
Bellissimo il miglior film sul tema della droga che mai visto l'ho trovato superiore pure ai vari Trainspotting e Noi ragazzi dello zoo di Berlino.
Un film potente non lascia spazio alla speranza, Connelly troppo brava.
Anche Leto dimostra che anche se è un cantante è egregio anche come attore.
Impossibile non affezionarsi alla vecchina.
Il finale è tristissimo ma non è affatto forzato.

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Ultima risposta 17/06/2013 16.57.27
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Gruppo COLLABORATORI julian  @  13/11/2012 22:23:27
   8 / 10
Curioso che alcuni vati del web si scaglino contro Requiem for a dream tacciandolo di banalità, presunzione e moralismo, ritenendo la regia "clippettara" la solita furba esca adescatrice e Aronofsky "uno che si crede David Lynch".
Curioso perché poi David Lynch non esiste in questo film, utilizzato oramai - ahimè per lui, che pure se l'è cercata - come macchietta da associare ad ogni pellicola che presenti una regia, se non autoriale, quantomeno diversa.
Curioso perché nel vedere altri lavori di questo regista - The fountain o il più simile π - si percepisce una linearità di intenti e di stile che dovrebbero riconoscergli una dimensione autonoma nel panorama cinematografico. E invece no: se dividi lo schermo in quattro "ti credi David Lynch".
Il fatto diventa meno curioso quando si costata che Requiem for a dream ha avuto un certo successo tra i giovani, raggiungendo la definizione ambigua di cult e perciò attestandosi in quella massa informe che è il mainstream - e l'essere un film occidentale lo condanna - che risulta scomoda, anzi fastidiosa, ai vati di sopra citati. Concludiamo perciò che la disequazione 'film di cui parlano le ragazzine' < 'film d'autore' è corretta.

Non ci stiamo strappando le vesti per questo film, cercavo solo di fare un pò di pulizia intellettuale. In realtà non mi capitava da un pezzo di trovare una forma veicolo di sostanza, una forma che finalmente si giustifica in relazione al contenuto e non si prostituisce.
Il messaggio arriva chiaro, forte e in maniera lineare - e questa è cosa grave - , la suddivisione in stagioni, tre invece che quattro, lo conferma. Questo ha permesso a Requiem di essere un film di facile fruibilità e facile apprezzamento, il che non esclude che ci sia un livello di attenzione più profondo nei temi trattati.
La droga è l'argomento centrale, nelle sue varie vesti; il time-lapse ne ritrae gli effetti devastanti con maggiore violenza e con ritmo accelerato, mostrando i frame chiave che rievocano anche l'effetto di una droga sugli organi sensoriali.
Ricorda un pò, per esiti, lo stop motion di Svankmajer.
I rapporti umani si sfilacciano quando il collante che li tiene uniti è una cosa sporca come l'eroina, che, dal canto suo, dimostra come essi non si autogiustifichino e hanno sempre bisogno di qualcosa che li tenga insieme e soddisfi la convenienza di ciascuno. Sistemi che collassano al solo venir meno di un vincolo.
Assistiamo ad un'autentica metamorfosi infernale dell'angelica Jennifer Connelly, mai così bella, e di una mostruosa, MOSTRUOSA, Ellen Burstyn, che con un monologo disarmante fa venire le lacrime e costituisce, da sola, una ragione valida per la visione.
Un peccato invece aver sentito la bellissima lux aeterna di Mansell in almeno altri 2000 video fasulli di youtube.
Cmq no, sul serio, 'sto film scopiazza Herzog, e Aronofsky vada a dirigere i videoclip dei 30 second to Mars.

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Ultima risposta 15/11/2012 13.23.48
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TheShadow91  @  28/09/2012 02:21:05
   5½ / 10
Questo film non mi è piaciuto per nulla...ma per alcuni motivi non l'ho voluto allontanare dalla sufficienza.Certo,non stiamo ai livelli dello schifo scaturito fuori da Albakiara,ma credo che con questo genere di film non riesco ad andarci d'accordo.Il montaggio sbarazzino e contorto però è stato un bene ,riuscendo nell'intento di dare al film il senso "malato e contorto",come il mondo intorno a chi è drogato..anche se ciò a volte si è rivelato un'arma a doppio taglio,con scene troppo fini a sè stesse....all'ennesima scena dove si mostrano vari frame dell'atto della droga mi è addirittura venuto il nervoso.Tra l'altro questo film come contenuti veri e proprio non ha..nulla!!La sceneggiatura in questo film quasi non esiste...1 ora e mezza a vedere i drogati,che si drogano,cercano di procurarsi al droga,fanno discorsi senza senso e si perdono nei loro pensieri..basta..pochissime le scene che hanno dato un pò di impatto e l'unica veramente bella è stata il finale dove si è saputo dare la giusta enfasi alla squallida fine che avevano fatto i 4 protagonisti.Nonostante ciò, comunque ritengo che il tema della droga è stato trattato nel film in maniera decisamente banale e scontata...non basta un montaggio riuscito per fare un film...mi aspettavo ben più da Aronofsky che,con the wrestler,è stato maestro nel farmi emozionare.

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Ultima risposta 16/09/2014 03.02.57
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deadkennedys  @  18/05/2012 10:39:14
   5 / 10
Un film inutile e ultra pompato di una tragicità così disturbante da poter essere solo fine a sè stessa.
Grazie Aronofsky di dirci che la droga è una brutta cosa, se non c'eri tu...
Molto bravi gli attori ma il problema è proprio la trama di un moralismo nauseante in cui il confine tra bene e male diviene un crepaccio invalicabile.
Superata la metà del film il main theme (il tema musicale portante per intenderci) rompe definitivamente i ******** nell'estremo tentativo di coinvolgere emotivamente lo spettatore e strappargli lacrime.

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Ultima risposta 18/05/2012 10.40.04
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Gabo Viola  @  30/10/2011 17:00:13
   1 / 10
Nolan e Aronofsky, una bella coppia di idioti. Davvero non ho più parole per questo cinema d' intrattenimento spacciato per opera autorale, pregno di marketing e sentimenti da centro commerciale. Il film è orrido da qualsiasi punto di vista, dal bello e dannato grunger a quel reiterato inserto clippettaro che infesta tutta la "pellicola". Superficialità ridondante e moraleggiante che fa sembrare trainspotting la divina commedia dantesca. Ripigliati arofnosky e smetti di controllare il tuo conto in banca dopo l'ultimo ciak. PS: Belli però i 30 second to mars, guidati da Jared Leto, carismatico interprete di questo capolavoro della settima arte. Nella walk of fame americana proporrei, al posto delle canoniche impronte delle mani, di imprimere la faccia da culò di questo perfetto interprete del niente. Da bruciare.

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Ultima risposta 31/10/2011 15.48.00
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Ale-V-  @  10/06/2011 22:22:59
   7½ / 10
Eccomi davanti al terzo film di Aronofsky. Dopo aver visto il bellissimo "The wrestler" e il deludentissimo "il cigno nero" devo dire che questo "A requiem for a dream" mi è davvero piaciuto. Sicuramente inferiore alla storia del lottatore Randy "the ram" ma decisamente bello, mai noioso e ricco di spunti di riflessione.

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Ultima risposta 10/06/2011 22.24.06
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zac.poz  @  21/04/2011 21:47:10
   8 / 10
film che sul finale è stato davvero coinvolgente....dovevo vederlo da circa un paio d anni, ma per vari motivi ho sempre trascurato....*****o ho fatto bene a vederlo.

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Ultima risposta 21/04/2011 21.48.13
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Invia una mail all'autore del commento kossarr  @  04/04/2011 23:41:18
   9½ / 10
Una fantastica opera d'arte.
Triste, disumano, angosciante, reale.
Il miglior regista in circolazione e sicuramente uno dei migliori mai esistiti.
Ogni pellicola diretta da lui ha un'anima, non sono solo immagini.
Eccezionale.
Consigliato comunque solo a chi ha le palle per affrontarlo.

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Ultima risposta 13/04/2011 19.08.11
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tnx_hitman  @  22/01/2011 09:29:27
   9 / 10
Sono arrivato in ritardo ragazzi.L'ho visto dopo un bel po' di tempo perche' mi faceva paura il tema che trattava.Io che non riesco a sopportare la paura di cadere nel fallimento in ogni cosa che faccio.Io che rifiuto di venir colpito dalla negativita' nella mia vita e affronto le giornate a testa alta.

In fondo Aronofsky sappiamo tutti che quando si impunta su un tema preciso,riesce ad entrare nel contesto perfettamente e la sua messa in scena risulta piu' che esaustiva.Coinvolge,il suo stile e' inconfondibile.Rappresenta pezzi di vita realistici con la macchina da presa sulle spalle.E in questo caso,vi sono protagonisti che hanno passato il peggio durante la loro esistenza..personaggi complicati da analizzare,da etichettare,alla faccia dei film con le macchiette stereotipate!E alla fine cercano di allontanarsi una volta e per tutte dalla loro routine distruttiva,per inseguire un sogno.Ma una serie di colpi di scena fanno di tutto per peggiorare le loro situazioni.

Il tutto viene condito con una carrellata di immagini in punti studiati alla perfezione che descrivono al meglio lo stato interiore dei protagonisti,che si ritrovano immersi in un buco nero senza speranza e non possono far altro che vivere un'altra dimensione con l'assunzione di droghe.

Clint Mansell lo notiamo in questo film piu' in forma che mai,la sua composizione musicale risulta veramente in tono con l'andamento ansioso e disturbante della pellicola.

Non parliamo dei 4 attori protagonisti,che impressionano in ogni fotogramma...la parte che dovevano interpretare si era impossessata dei loro corpi.(qui troviamo Jennifer Connelly e la sua migliore interpretazione).

Un film eccellente.Non per anime sensibili.Uno dei pochi film che ti danno un pugno allo stomaco talmente forte che ti rimane il livido per giorni e giorni.

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Ultima risposta 25/03/2011 14.06.22
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Freddy Krueger  @  19/10/2010 21:21:53
   7½ / 10
Stranissima opera ma estremamente affascinante. Una condanna alla droga, alle anfetamine e a tutte le sostanze che provocano assuefazione. Ma la condanna più estrema è quella scagliata ai protagonisti di questa pellicola, i quali cadranno nel buio più assoluto e nella rovina più micidiale causata dalla dipendenza, non avranno più speranza neanche alla fine, e per loro non ci sarà mai la primavera. Un duro colpo, questa visione.
Grande la regia di Aronofsky e un montaggio serrato e spettacolare, quello che lui chiama “montaggio hip-hop” con un sonoro eccezionale.
Gli attori sono strepitosi: la Connelly alla sua migliore interpretazione senza dubbio, la Burstyn talmente brava che fa paura, Leto formidabile.
La storia che vede come protagonista Sara (Burstyn) è la più entusiasmante, mentre la parte assegnata a Leto e Connelly è meno attraente ma sempre dignitosa.

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Ultima risposta 20/10/2010 11.45.10
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Ricky91  @  20/09/2010 14:21:06
   8½ / 10
Dov'è la primavera?
Aronofsky conosce solo tre stagioni che vengono rappresentate impeccabilmente in questo film dall'ossimorico titolo: Requiem for a Dream.
Un lungo requiem è l'avventura dei protagonisti che cercano i propri sogni come ogni uomo ha il diritto di fare ma prendono la strada sbagliata,una strada che non ha ritorno,una strada che li cambierà per sempre.
Il vortice che li porterà dai successi dell'estate,alla caduta dell'autunno(chiamato appunto Fall) e alla distruzione dell'inverno è inarrestabile e distruggerà tutto, compreso l'amore(ed è questo il fondo del vortice) tra Harry e Marion.
La critica del regista è alla società,ai media che operano un crollo dei valori diventando "armi di distrazione di massa" provocando effetti devastanti alle persone socialmente più deboli come è il caso di Sara,la madre di Harry.
Una società che dando pochi punti di riferimento porta giovani fragili in realtà diaboliche come quella della droga.
Tecnicamente il film è realizzato benissimo con uno stile veloce,moderno ma anche con parti lente molto belle a riconferma del fatto che Aronofsky è uno dei registi più interessanti di adesso.
Buonissima prova del cast con una superba Ellen Burstyn.
Ma è a Jennifer Connelly che va tutta la mia ammirazione per le sue numerose doti:)
Avevo iniziato il commento con una domanda: mi ero chiesto dov'era la primavera,la rinascita ma l'epilogo(terribile) del film non lascia spazio a positività se non a un gesto ripetuto da parte dei protagonisti che nella loro solitudine,distesi,assumono la stessa posizione(

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER) simbolo di desiderio di protezione dal vortice che li ha risucchiati.

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Ultima risposta 28/01/2011 20.48.10
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Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  19/07/2010 19:46:57
   7½ / 10
La dipendenza. Allucinato come solo quella sa essere.

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Ultima risposta 31/07/2010 11.18.59
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KOMMANDOARDITI  @  23/06/2010 12:54:47
   6½ / 10
La morte dei sogni e la sua celebrazione, ecco l'essenza di un'opera come REQUIEM FOR A DREAM.
A questo tragico capolinea Aronofsky ci arriva raccontandoci un breve scorcio di esistenza (meno di un anno, tre stagioni) di quattro personaggi che vivono, tra splendori (fittizi) e miserie (tangibili), a Coney Island, quartiere meridionale di Brooklyn.
Sara Goldfarb (Ellen Burstyn) è un'anziana vedova che vive in solitudine nel suo piccolo appartamentino di città, trascorrendo tutto il suo tempo seduta dinanzi alla tv, unica sua possibilità di evasione dalla monotonia quotidiana. Suo figlio Harry (Jared Leto) invece è un disadattato tossicodipendente che se la fa con altri sbandatelli suoi pari : la ragazza (Jennifer Connelly) ed il suo miglior amico (Marlon Wayans). La loro vita, fatta di utopici propositi e desideri irrealizzabili, scorre ad alterne velocità, scandita dai ritmi soggioganti delle proprie ossessioni : telecomando e siringa ! Due strumenti, sempre a portata di mano, che aprono i nostri protagonisti ad un mondo artificiale (gli show televisivi e la esperienze "stupefacenti") che serve unicamente ad estraniarli da una realtà di disagi e vicoli ciechi. Soprattutto Sara dimostra di aver instaurato un folle rapporto con gli elettrodomestici che ha in casa, divenuti oramai per lei veri e propri surrogati di una famiglia che non ha più. Amante e succube della tv (scrigno di cose false, irreali, persino inutili alla sopravvivenza) ma angosciata e finanche terrorizzata dalla presenza "mostruosa" del frigo (contenitore invece di cibo ed alimenti : cose reali necessarie al sostentamento). Il sogno e l'irrealtà del mezzo televisivo giungono lentamente a farle odiare tutto ciò che di vero le sta attorno, spingendola in modo inesorabile sulla strada della dieta, all'uso di farmaci anoressizzanti, in una dimensione accelerata/rallentata identica a quella cui approda malamente anche il figlio Harry. Tutto quello che si sperava potesse essere una immaginaria ancora di salvezza (la partecipazione ad uno show in tv come anche il mettersi in proprio nello spaccio di eroina) si tramuterà al contrario in un incubo peggiore dello stesso male originario.
Significativa resta la sequenza in cui i personaggi catodici passano lo schermo per invadere il salotto dell'anziana donna e condurla definitivamente alla totale pazzia.
Dopo aver esordito nel 1997 con un'opera sgranata e di nicchia come PI GRECO-IL TEOREMA DEL DELIRIO, Aronofsky si ripresenta tre anni dopo con un film, se possbile, ancora più duro ed esplicito ma forse, proprio per questo, molto meno penetrante e personale del precedente.
Se da un lato il regista abbandona quel bianco-nero rancido e spettrale dell'esordio, dall'altro non sfugge alla tentazione di riutilizzarne in parte gli stilemi : montaggio in alcuni punti sincopato, accompagnamento musicale techno, loop ossessivi.
Il frequente ricorso allo split-screen depalmiano (o warholiano che dir si voglia) rappresenta molto bene la dicotomia di una pellicola come questa, composta da elementi convincenti ed altri molto meno.
Aronofsky, man mano che la storia procede, riesce a definire molto bene un quadro nichilista di ineluttabile auto-distruzione, senza però ricorrere al linguaggio sporco ed anti-cinematografico tipico di opere del genere (vedi AMORE TOSSICO, CHRISTIANE F. , IL CATTIVO TENENTE e metaforicamente anche THE ADDICTION), bensì vestendo questa disumana discesa agli inferi di un abito cool ed esteticamente accattivante. Merito questo anche della magistrale partitura di archi, ad opera del Kronos Quartet, che fa da tappeto sinfonico ai passaggi più neri e disperati del film.
Tra gli interpreti, la parte del leone, anzi delle leonesse la fanno indiscutibilmente le due attrici principali : Ellen Burstyn, impressionante nella sua appassionata intensità e la sempreverde Jennifer Connelly, immutata a dispetto del passare degli anni, che qui riserverà un vero pugno nello stomaco a tutti quelli che la ricordano con piacere come angelica presenza nei vari C'ERA UNA VOLTA IN AMERICA, PHENOMENA, LABYRINTH ( SPOILER).
Nonostante la sua gradita scorrevolezza però, in REQUIEM FOR A DREAM la sensazione di deja-vù è troppa per poterla relegare in secondo piano. In più l'eccessiva artificiosità ed i reiterati esercizi formalistici alla lunga stancano ed infastidiscono, rendendo a tratti il film fasullo e poco efficace (ed i volti imberbi e pulitini dei tre giovani attori non aiutano di certo a conferire credibiltà alla loro condizione).
Ciò che veramente rimane impresso di REQUIEM FOR A DREAM sono i durissimi messaggi di fondo che l'autore ci scaglia contro brutalmente. Il primo : un pesante atto d'accusa contro tutte le illusioni e le false soluzioni prospettate dalle moderne forme di dipendenza (le piaghe della tv e della droga). Il secondo, atroce : la totale mancanza di fiducia nei riguardi del genere umano, destinato a soccombere sempre alle sue pulsioni più deleterie (forze dell'ordine e medici compresi, incapaci essi stessi , nella loro "sordità", di fornire aiuti ed appigli).
Dignità, ragione, autosufficenza, libertà.....Ognuno dei quattro protagonisti alla fine perderà irrimediabilmente una di queste parti fondamentali di se stesso.
Madre e figlio si riabbracceranno non nella realtà, non nella finzione.....ma solo nell'illusione di quella finzione.
Una chiusa così disperata non si vedeva dai tempi di JACOB'S LADDER....

P.S. : La fuga di Marlon con steadycam fissata al corpo riprende esplicitamente la bellissima sequenza presente in ANGST, girata nel bosco (scena che a sua volta doveva molto alla sequenza del night in MEAN STREEETS)

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER

8 risposte al commento
Ultima risposta 22/01/2012 00.22.47
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR 1819  @  22/05/2010 15:44:53
   4 / 10
NO.
Mi rifiuto di concepire un film simile. Proprio non mi è piaciuto, lo trovo veramente inutile.
L'aspetto tecnico è ineccepibile considerata appunto la storia e le intenzioni del regista, quel tocco di psichedelico che aggiunge tono alla vicenda, il montaggio serrato e la fotografia cupa. Le musiche poi? Fantastiche e veramente di livello.
Non ho sopportato invece il messaggio che si vuole lasciare. Rifletteteci, se uno guarda "Requiem for a dream" non è certo per vedere azione, scene spettacolari, e neanche per rilassarsi, dato che abbonda la tensione. Al massimo si potrebbe godere della stupenda presenza scenica di Jennifer Connelly, ma non basta certo questo a tenere in piedi tutto.
Cosa rimane dunque? Una corsa verso l'autodistruzione, la perdita di controllo, sogni svaniti, anime stracciate...è questo caro signor Aronofsky che ci vuoi comunicare? Mi dispiace ma non ci trovo nulla di utile, di riflessivo. Mi bastava andare a vedere i ritrovi dei malati di cancro, come fa il protagonista di "Fight club".
Preferisco decisamente "Trainspotting", che pure non considero un capolavoro. Se non altro si poteva godere di qualche scena divertente e di una vera trama ad accompagnare i protagonisti.
Forse avrei gradito di più un'ora e mezza a guardare lo schermo nero, come emozioni pressapoco siamo sullo stesso livello.

2 risposte al commento
Ultima risposta 23/05/2010 20.03.41
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  21/05/2010 16:54:50
   9 / 10
Dipendenza e relativa perdita di controllo sul reale.Televisione e droghe,voglia di esserci e di apparire,di contare di nuovo qualcosa.Desiderio di grana,tanta,da guadagnare senza spezzarsi la schiena,fottere il mondo e vivere come nababbi felici e ricchi,perché il denaro è l’unico modo per sorridere.Il sogno americano di Darren Aronosfsky è smontato con sadico acume,arriva diretto come un pugno nello stomaco,sconfortante trattato di solitudine e alienazione.
Montaggio alternato da urlo per intrecciati incubi metropolitani,quello di una donna la cui apatia viene spezzata da un invito ad uno show televisivo.Intossicata dal tubo catodico avrà effimera occasione di colorare di nuovo la sua grigia vita,esibendo folle pervicacia nel ritrovare un’ autostima perduta.
Ellen Burstyn è fenomenale e commovente nel tratteggiare la solitudine di una vedova che ambirebbe ad avere ancora un posticino al di fuori delle opprimenti mura del suo squallido appartamento.
Poi aspirazioni tossiche,quelle del figlio dell’attempata signora,della sua fidanzata e del loro amico,desiderosi di svoltare magari aprendo un negozio.Solita storia, la scimmia non ti molla,anche quando tutto pare girare per il verso giusto il perdente è tale perché difficilmente può risalire dalla melma in cui sguazza,la droga vince su tutto,sull’amore e sull’amicizia e addirittura sulla carne,resa marcia ,corrotta dall’autovilipendio del proprio organismo.
Eccessivo,barocco,dotato di una colonna sonora fantastica, “Requiem for a dream” è un sunto di disperazione che sconvolge,montato in maniera divina,girato con intelligenza e originalità,ripetitivo in immagini e suoni da incubo ,concentrato di soluzioni derivative che diabolicamente omaggiano autori del calibro di Lynch,Cronenberg e addirittura Svankmajer(in una piccola sequenza).
Aronofsky frulla tutto nel suo laboratorio intellettivo estraendo da esso un film angosciante,provvisto di un finale di vertiginoso pessimismo che non lascia tregua.
La disintegrazione di ogni speranza, nata nell’isolamento di un sobborgo urbano e cresciuta nell’ambito di una realtà distorta che ha in serbo solo crudeltà per i reietti.

10 risposte al commento
Ultima risposta 23/05/2010 21.29.50
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pinhead88  @  14/05/2010 13:38:49
   6 / 10
Lo stile tetro e decadente è in perfetta linea con la storia,ma non è riuscito a trasmettermi granchè.si salva giusto la Connelly.

3 risposte al commento
Ultima risposta 15/05/2010 17.04.22
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ROBZOMBIE81  @  06/04/2010 12:56:48
   9 / 10
Sinceramente è uno dei film più belli che abbia mai visto..una regia formidabile, visivamente di grande impatto con un ultima mezzora frenetica e allucinata..angosciante,paranoico e senza speranze,una storia di droga tanto lineare e semplice quanto cruda e spietata,dal raggiungimento momentaneo e illusorio di benessere ed eccitazione al decadimento implacabile e in questo film inesorabile..musiche perfette e attori tutti ottimi tranne Ellen Burstyn che mi ha piacevolmente sorpreso con un interpretazione a dir poco fenomenale

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Ultima risposta 11/04/2010 20.12.16
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yonkers86  @  28/02/2010 14:33:20
   8 / 10
Struggente opera di Aronofsky che anche nel suo secondo lavoro dimostra tutta la sua magnifica follia visionaria.
Uno spaccato di vita davvero nudo e crudo, un racconto vivissimo sulla tossicodipendenza e su come essa possa scalfire ed intaccare le nostre esistenze.
In questo film c'è tutto: la paura della solitudine, il bisogno di amore, il voler essere accettati dagli altri, il bisogno di appigliarsi a qualcosa per non lasciarsi morire.
Regia come al solito impeccabile, anche in questa pellicola molto claustrofobica per rendere al meglio gli stati d'animo e la fragilità dei personaggi.
Anche la colonna sonora è molto azzeccata e ben accompagna la regia, diventando un tutt'uno con essa nei momenti chiave del film.
Anche i personaggi sono caratterizzati molto bene, soprattutto Ellen Burstyn e Jared Leto che a mio parere sfoggiano una prestazione davvero molto convincente.

Sicuramente è molto diverso da Pi Greco, sicuramente meno fine a se stesso e più comunicativo attraverso le situazioni e i personaggi.
Un film davvero crudo e molto toccante, per il quale ho versato più di una lacrima, soprattutto nel finale che è davvero toccante.

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Ultima risposta 28/02/2010 14.39.30
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Invia una mail all'autore del commento wega  @  24/01/2010 13:12:00
   5 / 10
No. Personalmente ho trovato "Requiem for a Dream" di un barocchismo registico irritante e dilettantesco, quasi quasi funzionale anche, all' assunzione di farmaci psicotropi et eccitanti di cui parla il film, ma appunto irritante. In realtà vengono toccate un po' tutte le forme di dipendenza, non ultima l' assuefazione da tv trash; ma per carità, non è più né una novità, né è trattata poi così eccezionalmente. Molto meglio "Trainspotting" al quale si ispira, con almeno un paio di furti alla sceneggiatura. Lei è fica comunque.

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ultraspezia  @  08/12/2009 02:52:41
   7 / 10
A me questo film ricorda a tratti il pensiero di Giovanni Verga che diceva che quando l'essere umano cerca di innalzare il suo livello sociale finisce irrimediabilmente per fallire e cadere piu' in basso del punto da cui era partito.

A parte questo, il film riesce a trasmettere bene le sensazioni dei protagonisti sia a livello fisico sia,ancor meglio, a livello mentale.

Ottima interpretazione della BURSTYN

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JOKER1926  @  28/11/2009 17:57:24
   4½ / 10
Il Cinema è arte, accettare e lodare l'originalità è una cosa importante, ma a volte la troppa leziosità e la poca concretezza avvolta in un alone di "no sense" non soddisfa pienamente lo spettatore, anzi…
E' il caso di "Requiem for a dream" pellicola terribilmente sopravvalutata che si nasconde dietro un forsennato e allo stesso tempo inutile lavoro di deliranti inquadrature e sistematici flashback attorniati da scenari indubbiamente oscuri e soffocanti ma che sinceramente lasciano il tempo che trovano.
"Requiem for a dream" è falsa arte, falso messaggio metaforico, insomma l'ipotetico quadro teoretico di Darren Aronofsky si arresta miseramente intorno al problema delle dipendenze della droga e del "non naturale" che affligge l'uomo, il regista inoltre tratta (in modo tutto suo) la parabola dell'uomo che è in cerca di un sogno/obbiettivo…

La pellicola è dunque in linea di massima un prodotto da accantonare per molti motivi, innanzitutto il film è lentissimo, pellicola immensamente frammentata e quindi poco scorrevole troppo ripetitiva e paradossalmente prolissa nella sua relativa brevità (il film dura un'ora e mezza ma il tempo sembra non passare mai!). Ad aggregarsi nel quadro delle negatività gli attori davvero poco convincenti, ma la pecca più grande riguarda indubbiamente la sceneggiatura, in pratica non esiste uno stralcio di storia, manca a Mio avviso una compattezza narrativa (essenziale in qualsiasi film), un nesso logico.

"Requiem for a dream" si basa solo su una allarmante e stancante serie di flashback, poca emozione, tanta monotonia e ultima parte del film a tratti "Lynchana" da eclissare dagli albi cinematografici.

Darren Aronofsky realizza un film davvero deludente con pseudo ambasciate "teoretiche" che non ipnotizzano minimamente gli esperti e logici cinefili.

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Ultima risposta 09/12/2009 16.50.54
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Neu!  @  19/11/2009 21:14:35
   4½ / 10
film decisamente sopravvalutato. accanto a qualche discreto spunto (il frigo che avanza) il film è una successione di banalità e trovate effettistiche, tutto quanto accanto ad una profondità psicologica dei personaggi pari a zero. brutto

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Ultima risposta 05/12/2009 22.46.12
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bulldog  @  15/07/2009 23:38:42
   10 / 10
Il migliore di darren ad oggi.
Ellen Burstyn superlativa.

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Bathory  @  29/05/2009 20:00:23
   10 / 10
il capolavoro di Aronofsky

Uno dei film più devastanti che mi sia mai capitato di vedere, forse in assoluto quello che mi ha shockato maggiormente.

Aronofsky ci conduce nell'abisso della droga, ma non con quella crudele vena ironica che circonda il Trainspotting di Boyle (più volte citato e paragonato a Requiem for a dream, ma decisamente inferiore a quest'ultimo sotto tutti i punti di vista), ma con terribile e drammatico realismo, che coinvolge ognuno dei quattro personaggi, all'interno di un micro mondo dove non c'è speranza, gioia, ma tanta solitudine..
La sceneggiatura non è certamente brillante, ma è perfettamente funzionale al film e al messaggio ultimo del regista, soprattutto con il personaggio di Sara (immensa Ellen Burstyn).

Qualcuno ha criticato questo film per via dell'eccessivo virtuosismo tecnico-registico con cui è diretto, come se Aronosfky si autocompiacesse della sua immensa abilità registica e di montaggio:beh senza dubbio questo è uno di quei casi (come anche per Pi-greco - Il teorema del delirio, ma che non ho gradito) dove la mano, l'impronta del regista DEVE essere evidente, palpabile, nauseante, invasiva, (penso alla ossessiva e splendida ripetizione dell'ingerimento delle pasticche, dell'eroina che scorre nelle vene, della cocaina sniffata) altrimenti perderebbe quella tragica e straziante "aura" di realismo che circonda le azioni dei quattro protagonisti.

Aronosfky tratta il tema della droghe (anche la teledipendenza che di fatto è una droga) sotto un'ottica spaventosamente tragica e viscerale, in cui ogni essere vivente non ha via di scampo, è miseramente destinato al fallimento, e al non veder realizzati i propri sogni (emblematica la scena dell'ologramma proveniente dalla tv).

Le sequenze e i fotogrammi da antologia sono innumerevoli, cosi come le musiche, ripetute in continuazione fino ad ossessionare lo spettatore che inerme assiste alla distruzione fisica, psichica e morale dei quattro individui.

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Ultima risposta 30/05/2009 00.55.37
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pat3  @  12/05/2009 15:23:36
   9 / 10
un film allucinante, vero, coinvolgente e sconvolgente. pochissimi altri film mi hanno lasciato quella sensazione di angoscia e sgomento. è un film contro la tv venditrice di illusioni, contro la droga e i falsi paradisi e contro ogni dipendenza che annulla e distrugge l'uomo in quanto persona . il regista (bravissimo) con l'aiuto di un montaggio frenetico, buona fotografia, trascinante musica e attori favolosi e in stato di grazia (sopratutto Ellen Burstyn nomination all'oscar) ci confeziona e ci "regala" questo piccolo capolavoro!

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McLovin  @  29/03/2009 10:31:59
   5 / 10
Montaggio frenetico e regia visionaria per un film forzatamente provocatorio. L'unica cosa che resta però alla fine (sempre a patto di avere lo stomaco abbastanza forte per reggere la visione di certe immagini) è un senso di fastidio per aver assistito ad un film che non comunica nulla che non sia già stato detto (e meglio) in passato.

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fede77  @  02/02/2009 18:58:45
   3 / 10
Precipizio negli abissi del mondo della droga...a tutti i livelli. Solo per stomaci veramente forti e per gli amanti del pessimismo estremo. Occhio a non fare la stessa fine dei protagonisti, dopo la visione del film.

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Ultima risposta 06/12/2009 18.50.32
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Gruppo COLLABORATORI ULTRAVIOLENCE78  @  25/12/2008 12:35:03
   8 / 10
Darren Aronofsky pone al centro della sua opera il tema della dipendenza, mostrando le conseguenze deleterie dell’assuefazione non solo nell’ambito dell’assunzione di sostanze stupefacenti, ma altresì in quello più allargato che coinvolge tutta la società: l’ottundente bombardamento mediatico degli “show” televisivi. La descrizione dei fatti è superlativa: il regista, attraverso un montaggio convulso (che accompagna i momenti relativi alla somministrazione delle droghe) e immagini fortemente allucinate (splendida quella della madre che, in preda ad un delirio “tossico”, vede materializzarsi i suoi sogni/incubi), tratteggia il progressivo e sempre più sostenuto turbinio del vortice della tossicodipendenza, il cui punto d’arrivo è l’annientamento del soggetto. In quest’ultimo senso, la visuale di Aronofsky si presenta come integralmente pessimista. Non c’è possibilità di salvezza (così come dimostra la temporale suddivisione della trama in periodi stagionali, tra i quali però non è contemplata la primavera, tradizionale simbolo di una rinascita che qui è del tutto esclusa): tutti i personaggi saranno assorbiti dalla dipendenza fino all’annichilimento prima delle loro reciproche relazioni, poi di loro stessi. Alla base di tutto, vi è il malessere esistenziale riveniente dai traumi familiari: dai conflitti genitori/figli, dalle assenze dei primi e dalle lacune affettive che ne derivano. Conseguenza irreparabile è il rifugio nella droga, la quale determina la rottura definitiva dei rapporti interpersonali. A ciò si riconduce la prospettiva del genitore anziano che vive in una situazione di solitudine, colmata illusoriamente dalla vacuità del mondo della televisione che, però, non farà altro che acuire il disagio di chi cerca in esso un modo per riempire le proprie giornate in “isolamento”.
Il film è originale e realizzato molto bene, anche se certe iperboli fanno pensare a sconfinamenti verso l’autocompiacimento, che fanno perdere alla narrazione parte della sua “sincerità”.

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Ultima risposta 26/06/2010 16.27.53
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genki91  @  06/11/2008 12:11:47
   9½ / 10
Il viaggio onirico di 4 persone nello sprofondamento nell'abisso della droga.
Sono s'accordo con paride 86 sul fatto che la 2a parte è riuscita meglio della prima, ma nel complesso è un film dalla tematica forte.
Ottima interpretazione di tutti gli attori, in modo particolare della madre.
Non posso dare meno del mio voto perchè è stato uno dei pochi film ad avermi sconvolto nel profondo.

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Ultima risposta 12/12/2012 19.20.36
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DarkRareMirko  @  03/11/2008 07:18:54
   9 / 10
Il miglior film riguardante temi legati alla droga in assoluto.

Altro che Trainspotting, che è comunque buono.

Dopo la visione di questo film, al pari di un La donna scimmia del grande Ferreri, si stà proprio male dentro, davvero; non proprio tutti i registi hanno questo grande dono.

Ottima la caratterizzazione dei personaggi, ottima la sceneggiatura, ottima la regia (che non si fà prendere troppo da virtuosismi ed esuberanti pasticci vari, come fà invece uno Spun per esempio) e grandioso il risultato finale.

Bravissimi anche gli attori; la sempreverde Burstyn (Alice non abita più qui, L'esorcista, L'albero della vita), Leto (Fight Club), Marlon Wayans (Scary Movie) e la Connelly (C'era una volta in America, Phenomena) tratteggiano in modo magistrale dei personaggi ormai ridotti allo sfascio, la cui vita (non solo a causa della droga) non ha più alcun senso.

Da vedere; si tratta di un film coraggioso, ottimamente girato ed inspiegabilmente trattato a pesci in faccia dalla critica, anche di solito piuttosto affidabile come quella del Morandini.

Ma ciò forse è spiegato dalla malefede che si è purtroppo creata attorno ad Aronofsky stesso, alla stregua di un Adryan Lyne per intenderci.

Ma non badateci e correte a gustarvi i loro magnifici film.

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Ultima risposta 23/05/2011 21.11.39
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  22/09/2008 18:27:55
   9 / 10
Definirlo agghiacciante è poco: dovessi trovare un termine di paragone, direi un'incrocio tra "Stati di allucinazione" di Russell e gli incubi Lynchiani.
Ma il genio visionario di A. qui realizza il suo capolavoro: predicatori e/o tv. trash (un vago accenno di scientology nella filosofia del benessere coercitivo?), mamme teleanfedipendenti, figli tossici.
Un grandioso incubo sperimentale - tra uso/abuso di zoom e rallenty, sovrapposizioni di immagini e clip lisergici, ti inchioda allo "sguardo" rendendo lo spettatore complice e schiavo della stessa funzione, tra realtà e immaginario.
Performance magistrale di Ellen Burstyn, e degli occhi verdi di Jennifer Connelly, bellissima anche "in astinenza"

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Ultima risposta 25/10/2011 20.11.29
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kosmonotte  @  08/11/2007 14:25:39
   9 / 10
che dire... ottimo film, crudo e spiatato, intorno al tema della droga sfiorando vari temi : la solitudine degli anziani, la dipendenza dalla tv, la mala - sanità,il valore di apparire oggi più che di essere...

4 vite spezzate...viaggio all'inferno e ritorno ad una posizione pre-natale per proteggersi ... da cosa?

Ellen Burstyn strepitosa!!!

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Ultima risposta 08/11/2007 14.27.55
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nikemilenium  @  15/04/2007 12:34:33
   3½ / 10
dai commenti leti mi aspettavo di meglio...cmq...nn e bello....

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Ultima risposta 27/01/2012 11.30.07
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LuLù  @  12/10/2006 21:30:02
   2 / 10
E poi volevamo fare i film ...
... senza idee, senza trama, senza dialoghi, assurgendo a eroi di un presunto neorealismo.

Ma finiamola.

Questo non è un film: ha la consistena di un cortometraggio, saggio di laurea di un laureando in BelleArti, che sperimenta tutti gli effetti grafici del suo bel programmino di montaggio video.
Il solito clichè della dipendenza spinta agli eccessi, con 2 sole belle riprese in tutto il film: il trasporto della TV rubata alla madre, e la madre stessa che imbuca la lettera per partecipare alla trasmissione TV.
Falsa critica populista e demagogica di una società comunque da condannare. Più che un film, sembra un noioso copia-incolla di pupille che si dilatano e di eroina che scorre nelle vene (forse l'unica intuizione del regista). Scena decente, ma mortificata dalla continua ripetitività.

E poi ci si lamenta di Hollywood e dei suoi effetti speciali: non è così che si fa il cinema alternativo.
Belli, davvero belli gli attori (e forse anche bravi), splendida la musica. Ma tutto qui.

Sarebbe stato troppo pagare uno sceneggiatore?

Lodevole l'intento, ma decisamente scadente il risultato.

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Ultima risposta 12/09/2009 00.44.18
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Rusty il Selvag  @  17/06/2006 14:01:16
   8 / 10
Dietro gli occhi azzurri ( Behind blue eyes)



Nessuno sa come ci si sente
Ad essere luomo cattivo
Ad essere luomo triste
Dietro gli occhi azzurri.
E nessuno sa
Come ci si sente ad essere odiato
Ad essere accusato di dire solo bugie.

Ma i miei sogni non sono così vuoti
Come sembra essere la mia coscienza.
Ho ore, in totale solitudine
Il mio amore è una vendetta
Che non è mai libera.

Nessuno sa come ci si sente
A provare questi sentimenti
Come faccio io, e me la prendo con voi!
Nessuno si trattiene così tanto dal ribattere
Alla loro rabbia.
Nessuno dei miei dolori
Può trasparire.

Ma i miei sogni non sono così vuoti
Come sembra essere la mia coscienza.
Ho ore, in totale solitudine
Il mio amore è una vendetta
che non è mai libera.

Scoprilo.. l.i.m.p. dillo (x 4)
Nessuno sa come ci si sente
Ad essere maltrattato, ad essere sconfitto
Dietro gli occhi azzurri.
Nessuno sa come dire
che è dispiaciuto e non ti preoccupare,
non dico bugie.

Ma i miei sogni non sono così vuoti
Come sembra essere la mia coscienza.
Ho ore, in totale solitudine
Il mio amore è una vendetta
Che non è mai libera.

Nessuno sa come ci si sente
Ad essere luomo cattivo, ad essere luomo triste
Dietro gli occhi azzurri


The Who

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Ultima risposta 20/08/2007 23.20.21
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641660  @  02/01/2006 10:58:27
   2 / 10
Veramente un bel film, ma da dimenticare in fretta per vivere in pace...
Ho dovuto pensare ad altro in più occasioni per non farmi venire un attacco di panico. Nel complesso veramente intenso, ma anche dannatamente malato. Questo modo di fare cinema lo trovo odioso perchè non regala alcuna positività...Nello stiledi Darren Aronofsky ho ritrovato tutto quello che odio in David Lynch.

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Ultima risposta 06/11/2008 12.23.11
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Kesson  @  15/12/2005 15:17:28
   10 / 10
Si era fatto conoscere al pubblico con "Pi Greco – Il Teorema del delirio", sua opera prima datata 1998, film apprezzato dalla critica al Sundance Film Festival dello stesso anno. Ma nel 2000, con "Requiem For a Dream" (mai distribuito in Italia) Darren Aronofsky si é confermato regista di talento, nel raccontare una viaggio allucinante e allucinato.
Ci troviamo a Coney Island, periferia di Brooklin. Quattro personaggi, quattro sogni, quattro ascese verso un comune incubo. Sara (Ellen Burstyn) é una vedova che vive nella solitudine ed ha nella TV il suo unico conforto, Harry (Jared Leto), suo figlio, é un giovane sbandato, in continua ricerca di droghe, unico mezzo per poter evadere dalla sua condizione di vita triste e desolata, Marion (Jennifer Connelly) é la ragazza di Harry e Tyrone (Marlon Wayans) un loro amico. Entrambi condividono l’esasperata dipendenza dalle droghe.
La vita di Sara viene stravolta il giorno in cui un organizzatore del suo show televisivo preferito la chiama chiedendole la sua eventuale disponibilità nel partecipare allo show. Come un sogno finalmente avverato Sara fantastica e si convince di essere già protagonista. Si mette a confronto con una vecchia foto e si riscopre grassa, invecchiata... il suo vestito rosso non le sta più. Decide di mettersi a dieta, e un medico senza scrupoli le prescrive delle anfetamine come base di una cura dimagrante. La risposta dell’organizzatore non arriva, e Sara lentamente si perde, incomincia ad abusare delle anfetamine, per poi diventarne completamente dipendente.
Harry, Tyron e Marion, stufi di espedienti per trovare la droga, decidono di mettersi in proprio, vogliono diventare ricchi commercianti, passare dall’altra parte. Tutto fila liscio inizialmente, le casse si riempiono di soldi, i soldi portano felicità e amore. Ma quando qualcosa va storto, inizia la discesa verso l’incubo. I soldi finiscono, la ricerca della droga no. Harry torna povero, perde tutto, amore e soldi, per poi finire orribilmente mutilato in una camera d’ospedale, Tyron finisce in prigione in compagnia dei ricordi di una madre che riponeva fiducia e stima in un lui bambino. Marion finisce per vendere se stessa in cambio di una dose. Sara oramai completamente distrutta dalle anfetamine, riuscirà finalmente a partecipare al suo show, in compagnia di Harry, ma solo nella sua mente, oramai svanita in un elettroshock di una clinica psichiatrica.
I personaggi di "Requiem for a Dream" spariscono pian piano, spariscono le loro coscienze, i loro sogni si tramutano in incubi. Sono portati inesorabilmente all’autodistruzione, incapaci di rapportarsi in modo reale a cio’ che li circonda, nella continua ricerca di allontanare il più possibile tristezza e sofferenza. Aronofsky non usa mezzi termini, racconta il tutto nel modo più allucinato eppure reale possibile, lontano anni luce dalla visione decisamente più modaiola e fantasiosa di un "Trainspotting". Ottimi tutti gli attori, visivamente tutto viene raccontato in modo sublime, il proseguo del film é furioso, veloce, farcito di trovate registiche originali e di notevole impatto, il montaggio é frenetico, e non ci sono differenze tra sogni e incubi. La colonna sonora é stata affidata a Clint Mansell (che già aveva partecipato a Pi) in collaborazione con il Kronos Quartet. Musica e suoni si sposano perfettamente con le immagini, talvolta pittoresche. Il tutto è conciliato per colpire duro, affondare nelle coscienze dello spettatore, nel farlo riflettere su ciò che il film vuole lasciare, la negazione a qualsiasi tipo di droga, sia essa eroina o televisione, il rigetto a qualunque tipo di dipendenza, che toglie la facoltà di scegliere e quindi annulla l’individuo in sé, il senso di impotenza dei protagonisti nel poter cambiare le proprie vite, l’illusione di un futuro migliore, il sogno appunto.

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Ultima risposta 03/02/2006 16.18.26
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Requiem  @  14/09/2005 09:49:42
   4 / 10
Immensamente inferiore al gioiello di Aronoski, ovvero "PI greco - il teorema del delirio".
"Requiem for a dream" è un banale esercizio di stile, su un tema, quello della droga , che è assoluto deja vu.
Non mancano i virtuosismi registici, di un regista abilissimo con la macchina da presa, ma il tutto è irrimediabilmente fine a se stesso.
Si salva Ellen Burstin ("L'esorcista") , Jennifer Connely che è fichissima e sopratutto la colonna sonora, divenuta famosa perchè l'intelligente distribuzione italiana ha lanciato vari trailer di film famosi ("Spider" di cronenberg, e " Le due torri" )con la medesima soundtrack .

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Ultima risposta 14/09/2005 10.51.46
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ulisseziu  @  26/07/2005 14:15:30
   10 / 10
Chi rimane legato a concetti di capolavori come il quarto potere o l'angelo sterminatore o, perchè no, anche pulp fiction negli anni 90 (con le dovute differenze), non potrà apprezzare appieno questo film.
Nel 2000 QUESTO per me è un capolavoro.
Detto questo: una regia favolosa, ogni inquadratura merita un applauso, la fotografia è eccellente,a tratti eccessivamente figurativa, ma è giusto così, gli attori (in particolare la signora anziana, tra l'altro candidata all'oscar) sono commoventi. Una musica (kronos quartet mica pizza e fichi) orchestrale e potente che mixa un classico requiem con un ritmo ad inserti elettronici molto moderno e metropolitano.Un montaggio che lascia spazio ad immagini e suoni invece che ad inutili discussioni e pensieri soggettivi dettati da voce fuori campo. Ne sono rimasto talmente colpito, specialmente nella resa della psicologia delle situazioni e delle persone da voler avere un contributo professionale, così ho interpellato (dopo averlo proiettato) uno psicologo ed un sociologo che si occupa del rapporto tra i giovani e la droga... e mi hanno confermato che un film del genere deve essere stato seguito da esperti con "le palle" tanto la resa delle cose è precisa rispetto ai traumi subiti ed all'effetto delle sostanze di cui fanno uso. Il ritmo (la trama) non è scontata, è un salire ed un ridiscendere, semplice, lineare, ma credo che nessuno riuscirà a scollarsi dalla tv prima di averlo finito... cerco un aspetto del film che non sia eccellente, ma non riesco proprio a trovarlo... forse il fatto che non l'hanno proiettato nelle sale italiane....

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Ultima risposta 05/06/2009 15.53.08
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dirtycla  @  10/06/2005 18:56:12
   7 / 10
Diamo per assodato che i suoi difettucci evidenti li abbia.
La trama è inconsistente e non aiuta a cancellare il pensiero che con i numerosi effetti visivi si sia cercato di sopperire alla stessa inconsistenza della trama. Chi parla di esercizio di stile non ha tutti i torti.
Il film vuole parlare di illusioni cadute, di, appunto fine di un sogno e dipendenze devastanti, ma è troppo forte l'idea che si sia scaduti in un manierismo che punta solamente a shokkare lo spettatore con immagini forti fini a sè stesse. Una cosa è sicura: Arronofsky deve molto a Tsukamoto e al suo Tetsuo, ispirazione ancora più evidente nel film seguente "Il teorema del delirio" .
Detto questo non nego che comunque vi siano forti elementi che sbilanciano il giudizio sul film verso valori positivi.
L'idea di ricreare un certo stato emotivo e fisico provocato dalle droghe mi è piaciuta e trovo originale il modo di esplicitarla.
Alcuni momenti di contatto tra i protagonisti sono molto belli, su tutti i quelli d'intimità tra Harry e Marion resi dal regista con un'atmosfera ovattata in cui si sottolinea il loro guardarsi e sfiorarsi.
Gli attori sono veramente bravi e in particolare l'interpretazione di Ellen Burstyn è da cardiopalma.
La colonna sonora di Clint Mansel+Kronos Quartet è una delle più belle mai ascoltate.
Non posso non citare in conclusione gli ultimi venti minuti del film che, a mio avviso, sono strepitosi, una successione rapida di immagini accompagnate perfettamente da una musica ossessiva che racconta la fine definitiva dei sogni dei protagonisti.
Consigliato.




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Ultima risposta 02/09/2005 14.02.48
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Gruppo REDAZIONE Invia una mail all'autore del commento cash  @  20/02/2005 18:02:09
   2 / 10
Pura immondizia pseudodigitale, di chi, folgorato da trainspotting, cerca di girare un qualcosa che sia "cool" dall'inizio alla fine. A me il film ha fatto una tenerezza infinita, considerando il fatto che "pi greco" è un capolavoro. E poi quel loop tossico che torna ogni 5 minuti... E basta.
Solo per chi vuole vedere il sacro pelo di Jennifer.

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Ultima risposta 24/10/2005 14.40.43
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Krypto_06  @  22/01/2005 00:51:29
   5 / 10
a questo film gli metto un 5 perchè sinceramente non so come valutarlo da un lato è costruito molto le scene sono molto veloci belle inquadrature insomma è montato alla grande ma la morale che c'è sotto"la dipendenza"rende questa pellicola sopratutto negli ultimi 20 minuti di un angoscia insopportabile io consiglio sinceramente di non vederlo a meno che non abbiate oglia di deprimervi........olal a tutti i sognatori

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Ultima risposta 29/09/2005 03.43.08
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Evan7  @  31/12/2004 00:56:52
   9 / 10
Kuesto film d Aronofsky mi ha proprio "colpito"..un piccolo gioellino nel suo genere.Dopo un'esordio offuscato il regista confeziona un prodotto proprio ben riuscito..la storia d 4 persone ke cercano d migliorare la loro vita..il filo conduttore dell'intero film è la dipendenza...il film si sviluppa senza inceppi,e non stanca mai..anzi.L'ultima mezzora poi è al cardio palma..tante sensazioni si intrecciano..amore,sofferenza,sgomento..per un finale ke lascia atterriti..e senza parole!Il tutto arrikkito da una colonna sonora stupenda, ke si mescola in maniera incredibile alle immagini..un vero e proprio "viaggio" ;)


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Ultima risposta 04/01/2005 02.58.26
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