resurrection (2022)

Resurrection è uno di quei film che potrebbe lasciar deluso lo spettatore. Non offre spiegoni o perlomeno un punto di vista oggettivo a tutta la vicenda che si incentra sul tema della maternità e dell'emancipazione di una donna che ha avuto in passato una relazione tossica e traumatizzante, che credeva di aver lasciato alle spalle, ma con il riapparire del suo ex ecco che il film prende delle pieghe più surreali. Il passato non viene mai focalizzato in pieno, ma vengono evidenziate le dinamiche malsane fra Margareth e David. La Hall è una bravissima attrice, secondo me un po' sottovalutata, che viene trascinata, non appena riappare David, in un delirio folle, iperprotettivo nei confronti della figlia, sempre più paranoica nei confronti degli altri fino ad isolarsi quasi completamente. Il film quindi diventa una soggettiva dello stato mentale della Hall e di conseguenza la storia parte per la tangente verso territori a volte imprevedibili e spiazzanti. Sicuramente l'assenza di una spiegazione logica gioca a favore della riuscita a patto che lo spettatore accetti tale gioco. Bravissimi sia la Rebecca Hall che Tim Roth.