saturno contro regia di Ferzan Ozpetek Italia 2007
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saturno contro (2007)

 Trailer Trailer SATURNO CONTRO

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locandina del film SATURNO CONTRO

Titolo Originale: SATURNO CONTRO

RegiaFerzan Ozpetek

InterpretiStefano Accorsi, Margherita Buy, Pierfrancesco Favino, Luca Argentero, Ambra Angiolini, Serra Yilmaz, Ennio Fantastichini, Isabella Ferrari, Filippo Timi, Michelangelo Tommaso, Milena Vukotic, Luigi Diberti, Lunetta Savino

Durata: h 1.50
NazionalitàItalia 2007
Generedrammatico
Al cinema nel Febbraio 2007

•  Altri film di Ferzan Ozpetek

Trama del film Saturno contro

Un gruppo di quarantenni, affronta il tema della separazione e la paura di restare soli, in momento critico come quello che stiamo attraversando in questi anni, tra crisi economica, terrorismo internazionale e la paura per il contagio delle nuove malattie. Tra questi, Antonio e Angelica, sposati da anni ma ormai in crisi da diverso tempo, non riescono però a vivere l'uno senza l'altra.

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Voto Visitatori:   6,20 / 10 (192 voti)6,20Grafico
Voto Recensore:   8,50 / 10  8,50
Migliore attrice non protagonista (Ambra Angiolini)
VINCITORE DI 1 PREMIO DAVID DI DONATELLO:
Migliore attrice non protagonista (Ambra Angiolini)
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Voti e commenti su Saturno contro, 192 opinioni inserite

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caos_calmo  @  12/11/2010 20:24:59
   6 / 10
carino. spiccano Favino e la Buy, ma nel complesso non trovo nulla di inguardabile. trovo ingiusto che questo film abbia voti così bassi.

1 risposta al commento
Ultima risposta 14/03/2011 00.25.07
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carriebess  @  30/09/2009 11:36:33
   2 / 10
Ho trovato questo film fatto ad arte per far centro sul pubblico trattando appunto temi comuni come omosessualità, droga, l'immancabile crisi di coppia, eutanasia, tutte tematiche attuali e vicine al popolo ma trattate in modo secondo me superficiale da accattivarsi l'opinione comune e lo spettatore.
E la gente, con la storia dell'immedesimazione, ci casca!
Ozpetek è un furbacchione.

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Ultima risposta 05/10/2009 17.55.46
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR ferro84  @  15/09/2009 00:43:56
   4½ / 10
"Saturno contro" è l'ennesimo esempio del cinema italiano e della sua mancanza cronica di idee.
Ozpetek propone un cinema classico stilisticamente neutro, formale e assolutamente incolore.
Nonostante le buone prove degli attori (menzione speciale va a Favino e alla Vuckotic) e alcuni momenti riusciti (a dimostrazione che Ozpetek ha delle potenzialità) il film gira a vuoto.

Si toccano tante tematiche dall'omosessualità alla droga passando per l'eutanasia e l'immancabile coppia in crisi (miii non se ne può più), senza trattare in maniera approfondita nessuna tematica e senza un filo conduttore valido.
Un film corale costruito su personaggi mal descritti e troppo ruffiani (come giustamente sostiene Pompiere) che tendono più ad accattivarsi il pubblico in un gioco di immedesimazioni, piuttosto che puntare a una qualche plausibilità.

Inoltre dopo i primi 40 minuti la storia si conclude ed è tutto un susseguirsi di reazioni per un'ora intera, TROPPO ANCHE PER UN FILM INTIMISTA!

Lento fino all'esasperazione con una colonna sonora tremenda, fastidiosa e fuori luogo.

Ciò che indispettisce è la pretesa di autorialità in un mondo tremendamente borghese (con interni patinati e megarifiniti brutto vizio italico di fare case che sembrano uscite da una riviste di moda) mondo forse frequentato dal regista ma lontano dalla gente comune che prentende di raccontare.

Film che si riassume come presuntuoso e non riuscito

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Ultima risposta 30/09/2009 11.21.31
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento pompiere  @  17/06/2009 17:10:39
   5 / 10
Con una regia in odore di blasfemia artistica, provvida di elementi apertamente scolastici, "Saturno contro" racconta di troppe storie tutte insieme (gira che ti rigiro, Ozpetek parte all'inseguimento di tutti i personaggi, producendo un fastidioso "effetto champagne") e non approfondisce quelle che avrebbe dovuto.
Non insiste a indagare le problematiche legate alle coppie di fatto, e questo è paradossale per chi si aspetta da Ferzan almeno un po' di partecipe militanza. Sceglie una posizione dialettica ed evanescente nei confronti di un tema scottante come l'eutanasia; l'argomento avrebbe addirittura meritato un film a parte (forse era il caso di non affrontarlo?).

Le vere sorprese sono da riconoscersi (e anche questa è una contraddizione) in due personaggi minori: un'attrice agli esordi (Ambra Angiolini, l'unica in grado di intenerire e distrarre con le sue bizzarrie astrologiche) e una veterana (Milena Vukotic). Loro sì che si meritano un "per sempre e comunque, per tutta la vita. Anche se sappiamo che per sempre non esiste".

Ritrovare i due attori principali delle "fate ignoranti" non è un'esperienza altrettanto piacevole. Accorsi, indaffarato a tenere nascosta una relazione extraconiugale, ci fa perdere tempo a rincorrere chissà quale significato date le sue scelte estemporanee. Margherita Buy, la moglie tradita, soffre in silenzio, perfetta rappresentante delle pene dello spettatore. E, ancora una volta, abbiamo a che fare con l'ormai inopportuno personaggio comico e da giullare della turca (nel senso di provenienza geografica) Serra Yilmaz. Che qualcuno provveda a liberarci della sua ingombrante presenza dai prossimi film di Ozpetek!

In "Saturno" si fa ricorso a un linguaggio retorico e ruffiano, attraverso il quale si è tentato in tutti i modi di far riconoscere il maggior numero possibile di persone nei personaggi proposti e nei quali, alla fine, ci si identifica solo a sprazzi. Non siamo lontani, ahimè, dai canoni televisivi su cui invece si sta appiattendo molta produzione di oggi, anche europea. Del film rimangono solo alcuni dialoghi, presi qua e là da improvvise e valide accelerazioni di una scrittura altrimenti appagata. Sarà mica stata colpa di Saturno?

Ma la pecca più imperdonabile in cui incorre la pellicola è quella di aver mancato il bersaglio quando si propone di trattare (perché c'è anche e soprattutto questo) il tema dell'elaborazione del lutto. Più che la perdita per la morte di Lorenzo (Luca Argentero) e il susseguente senso di abbandono, è la villa di Davide (Pierfrancesco Favino) a suggerire l'idea di un tempo passato più sobrio e gioioso.

L'oroscopo di Ozpetek vira sul brutto, speriamo che cambi il vento.

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Ultima risposta 15/09/2009 11.38.17
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Invia una mail all'autore del commento monica83  @  11/06/2009 20:59:38
   5½ / 10
All'inizio sembra molto più bello di quello che poi è in realtà..nel senso che a me la storia ha dato l'impressione di essere un pò inconsistente

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Ultima risposta 15/06/2009 07.50.45
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Annalisa88ct  @  11/06/2009 08:54:31
   6 / 10
Ho visto ieri sera per caso questo film, devo ammettere fin dall'inizio che è il primo di Ozpetek che vedo e che quindi non altri termini di paragone. Che dire? Film davvero pesante e a tratti lento e ripetitivo, però sono rimasta a vederlo fino alla fine proprio perchè sono rimasta affascinata dal modo in cui viene descritta la storia tra lorenzo e davide

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Ultima risposta 11/06/2009 08.58.12
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kastaldi  @  10/06/2009 23:20:28
   7 / 10
Mah, ho letto i commenti e l'ho visto stasera per la prima volta. Brutto non è. Certamente non ai livelli delle Fate Ignoranti o de La finestra di fronte ma sicuramente molto meglio di Cuore sacro. Anche se Optezek è tornato sui suoi passi (meno male), questo non vuol dire che il film deve essere per forza una brutta copia dei precedenti. Cast collaudato e non male, ho rivalutato Argentero e la Vukotic. Vale davvero la pena vederlo.

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Ultima risposta 14/06/2009 02.55.34
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Blutarski  @  13/02/2008 17:30:09
   2 / 10
Ciao sono un italiano medio sui 35, stanco del mio lavoro in banca da 6000 euri e della mia famiglia, soprattutto di quella s****ta di mia moglie, anche lei italiana media casalinga sui 45 depressa e con tendenze suicide. Però entrambi abbiamo molti amici gay il che ci rende speciali e meglio del resto degli italiani medi sui 35 (e anche meglio di te) che amano il gioco del calcio. Abbiamo degli amici simpaticissimi ti giuro li devi conoscere, a volte ci riuniamo tutti insieme a parlare di cose che fanno ridere solo noi, di quando eravamo ggiovani, noi ggiovani di una volta. Ho un'amica tossicodipendente che non sa recitare, ci sforziamo tutti invano di apparire naturali nella recitazione, il metodo Stanislavskij con noi non funziona però incassiamo milioni di euri con i nostri stupidi film pseudosentimentali e vuoti come le nostre vite semplicemente perchè in Italia 3, 4 persone decidono chi e cosa verrà prodotto in questo stupido e insulso paese...

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Ultima risposta 25/02/2008 23.37.28
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alestella  @  24/01/2008 17:20:17
   5 / 10
Amo Ozpetek sono una sua accanita fan dai tempi delle Fate Ignoranti. Tuttavia questo film non riesce ad emozionarmi come i precedenti. Il cast é meraviglioso e riserva delle sorprese come Ambra Angiolini e Luca Argentero ma la sensazione che si ha guardando il film é di una inconsapevole apatia! Sì lo ammetto questo film mi lascia indifferente che é la cosa peggiore! Non mi sembra né brutto né bello e la storia riesce a coinvolgerti molto poco a causa dell'eccesiva drammaticità di tutto. Secondo me il film andava impreziosito con un po' più di ironia. Troppo buonismo gratuito: si perdona il marito traditore, si perdona la drogata, si perdona il padre che non aveva mai accettato l'omosessualità del figlio... un pò scontato no?

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Ultima risposta 24/01/2008 17.31.22
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Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly  @  23/11/2007 00:45:31
   5 / 10
Solita allegra brigata di sfi.gati alla Ozpetek su cui si abbatte all'improvviso la tragedia, scontata come una busta di latte all'esselunga; insomma la solita minestra riscaldata del regista italo-turco nella speranza che il "suo" pubblico torni ad ingrassargli il portafogli dopo il flop di "Cuore sacro": missione compiuta, soldato Ferzan.
Chiaramente il film è di una freddezza sconcertante, nonostante la solita pulizia stilistica: buon cast nonostante l'imbarazzante Accorsi, con Ambra e Argentero migliori di quanto ci si potesse aspettare, scene accattivanti e regia garbata a nascondere una sciatteria contenutistica ed una sbiadita superficialità che rivelano gli intenti paracu.li del regista.
Curiose poi le coppie scelte, assortite malissimo: la ciccioturca onnipreente nei film di Ozpetek che potrebbe essere la madre del povero balbuziente Filippo Timi; Accorsi 36enne sposato con la 46enne Buy con primogenita adolescente; sempre Accorsi, garrulo gerontofilo, che mollala moglie per fuggire via con la 42enne Ferrari; Ennio Fantastichini poi, pur bravissimo, stonain mezzo ad una compagnia di amici che si aggira attorno ai 30 anni; fortuna che la ciccioturca gli fa buona compagnia.
Ora scusate, devo lasciarvi: c'ho saturno dietro e con Ozpetek in giro non è una bella cosa.

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Ultima risposta 23/11/2007 11.57.22
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giusss  @  26/08/2007 15:29:16
   9 / 10
L'ho rivisto per la seconda volta ieri con delle mie amiche dopo averlo visto al cinema,mi è piaciuto ancora di piu'.
La storia è triste ma il film riesce ad emozionarti e coivolgerti pienamente.
Le scene con Lunetta Savino sono divertenti,Ambra Angionini brava.
Gran bel film.

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Ultima risposta 31/10/2007 00.07.28
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metafisico  @  12/08/2007 19:07:44
   1 / 10
"film" ignobile ma ormai non c'è da stupirsi.
Il cinema italiano è distrutto da pseudoattori e attori impovvisati come la Angiolini.
Ne scaturisce la solita paccottiglia pietistica condita da dialoghi aberranti

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Ultima risposta 18/01/2008 21.12.45
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Crystal  @  01/05/2007 11:42:01
   4½ / 10
Ozpetek come sempre non mi convince: soliti attori, solita storia, soliti gay di mezzo... un po' di fantasia non guasterebbe di certo.
Mi sembra quasi voglia fare quello pro gay tanto per essere trandy e quindi vincitore, quello che non ha paura di sbattere in faccia una realtà che, a mio parere, purtroppo c'è.
A parte Ambra che mi è sembrata quella più calata nella parte per il resto è pessimo.

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Ultima risposta 04/06/2007 10.22.08
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modibic  @  15/04/2007 23:29:57
   1 / 10
Non capisco perchè se un film italiano tratta argomenti seri deve per forza essere catalogato come un colossal! Trama forzata .... noioso ... che depressione aiutoooooooooooo

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Ultima risposta 29/08/2007 11.31.19
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  19/03/2007 10:56:44
   7½ / 10
Dopo il passo falso di “Cuore sacro” il regista turco,da anni ormai trapiantato in Italia,Ferzan Ozpetek torna a proporci un film di notevole livello.
“Saturno contro” è un film corale che parla dell’importanza dell’amicizia e del gruppo in una societa’ sempre piu’ individualista.
Ozpetek è bravo a tratteggiare le caratteristiche principali dei personaggi in maniera mai superficiale , riuscendo a rendere bene l’alchimia che li unisce.
Il tema della perdita è trattato ed affrontato con grande profondita’ e delicatezza ,l’autore mostra evidente affetto nei confronti dei suoi personaggi che descrive con i loro vizi e virtu’, cercando di lasciare ad ognuno di loro piu’ spazio possibile all’interno della storia.
Perfettamente riuscita a mio avviso la rappresentazione di una piccola comunita’ attraverso la descrizione di piccoli e grandi drammi che fanno parte della vita quotidiana.
Notevole la prestazione del cast,Favino è ormai una sicurezza,ottima la Buy finalmente in un ruolo non da “isterica”,ottimi e spassosi Fantastichini e Yilmaz,bravissime anche Vukotic e Savino,sorprendono Luca Argentero e Ambra Angiolini, davvero convincenti nei rispettivi ruoli.
Il film è ben realizzato anche da un punto di vista prettamente tecnico…belle inquadrature,fotografia notevole, belle musiche ,anche se a tratti un po’ invasive ,ma questo è un noto “vizietto” del regista.
Un film bello,intenso,commovente che rilancia Ozpetek dopo la sua ultima,dimenticabile,prova.

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Ultima risposta 25/03/2007 22.16.19
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Invia una mail all'autore del commento emmepi8  @  13/03/2007 11:00:58
   9 / 10
Un film di sentimenti ad alto rischio, nel senso che viene esposta in maniera coraggiosa, ma anche pericolosa, una serie di sentimenti che colpiscono il cuore al centro. Qui il regista ha saputo cogliere, con un film corale, l'essenza di tutte le sfumature possibili che ogni cuore esprime: l'amore, l'amicizia, la fraternità, la gelosia, l'amore familiare e molte altre sfumature indefinibili, ma presenti. L'opera potrebbe essere anche fraintesa da menti particolarmente agnostiche, ma se si guarda bene, si tratterebbe solo di malafede, perchè tutta l'operazione è fatta in piena sincerità d'animo. Nessuna aspirazione alla santità, ci mancherebbe, solo un'analisi accurata del cuore umano e dei suoi risvolti. Con questo film, il regista è andato avanti, dopo la strada intrapresa con Cuore Sacro, ma lasciando quei risvolti emotivamente ideoligici, restando nel campo del vissuto quotidiano. Già con Le Fate Ingoranti ci aveva indicato la strada del vissuto in moltitudine, cioè un'idea di vita spesa in comunità nella buona e nella cattiva sorte, ma che alla fine premia e non solo con la solidarietà. Qui la cosa arriva più all'estremo, avendo coinvolto tutte le persone che la compongono. I personaggi sono tutti da ammirare e sostenuti da interpretazioni ragguardevoli, a cui il regista ha dato spazio, con l'amore che ha per i suoi interpreti, tutti scelti in perfetta armonia, forse con l'esclusione della Ferrari, che ormai lavora solo come in trance , prodotto autentico delle sue esperienze televise, dove forse è più adatta. Da ricordare la grande Milena Vukotic, nel piccolo, ma efficace ruolo della Caposala, che in quei piccoli momenti dà i brividi; Luigi Diliberti, un grande attore di teatro, ma che la cinema ha dato sempre personaggi da ricordare, qui nel ruolo del padre, che in pochissime sequenze riesce a riassumere la costernazione, il dolore e la comprensione di un genitore di fronte a non solo la morte del figlio; Lunetta Savino in un ruolo costruito benissimo con l'essenza di attrice che la contraddistingue, che, a differenza della Ferrari, dimostra di avere, malgrado i suoi trascorsi televisivi; l'immancabile ed indimenticabile Serra Yilmaz, che qui a modo di sfruttare un personaggio ragguardevole; Ennio Fantastichini, bel ritorno al cinema di questo attore di cui avremo bisogno; Filippo Timi con la sua aria ironica e non solo, riesce a costruirsi un piccolo, ma efficace personaggio.
Il regista:Una prova non facile,ma con l'amore che ha del cinema riesce a cavarsela alla grande, e senza complessi. Un grande applauso per la direzione degli attori, per cui ha una devozione che non lascia dubbi
Pierfrancesco Favino.Attore che progressivamente è arrivato al cuore del suo mestiere. Lo ha raggiunto in maniera anche inaspettata, con un ruolo a cui forse nessuno avrebbe pensato, ma proprio per questo risulta ancora più bravo.
Margherita Buy. La grande Margherita, lo possiamo ben dire e sfido chiunque a sostenere il contrario. Non bada alle dimensioni dei suoi personaggi, ma al cuore di questi, e riesce perfettamente a disegnarli e a farli vivere.
Stefano Accorsi.Un ruolo che lo ha rinquadrato benissimo, dopo un perido non certo perfetto e fuorviato da una popolariotà che, forse, lo aveva distolto dal suo ruolo di attore che in effetti ha
Ambra Angiolini.Rivelazione delle rivelazioni... nessun accostamento, per carità!! Detesto certe voglie di paragonare..Non me l'aspettavo, l'ho sempre ben considerata una ragazza ed una donna intelligente, ha fatto spesso cose apprezzabili e mai ovvie, ma qui ha superato ogni pensiero... Non so come il regista abbia potuto saper indovinare certe qualità attoria
Luca Argentero.Assolutamente inaspettato, per me poi che non lo conoscevo per niente (mi hanno detto dopo da dove veniva). Il regista se lo è trovato nel cast, ma alla fine lo ha accettato e diretto benissimo e lui evidentemente ha risposto benissimo
Isabella Ferrari.Diciamo che è il personaggio meno indovinato, e scommetto che il regista ha dovuto fare i conti con il taglia e cuci del montaggio per dare una certa credibilità alle sue non doti.. e diciamola tutta, anche di non bellezza.. Accorsi non ha nessuna giustificazione nella sua scelta. Une bellezza, con tutti i suoi difetti (vedi la bocca, o più precisamente labbra) che poteva andare bene nella adolescenza, dove certi difetti diventano pregi, ma nella maturità le cose cambiano.. anche fisicamente

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Ultima risposta 01/06/2007 01.47.24
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DJ_Fetish  @  12/03/2007 12:01:14
   3 / 10
Potrei riassumere tutto con un bel "CHE PALLE!", ma voglio scendere nel dettaglio.

Prima di tutto sembra un "copia e incolla" de "Le fate ignoranti" con qualche piccolo cambiamento, ma soprattutto un grosso dilemma mi assilla da sabato sera: ma qual'è la logica di scelta degli attori da parte di Ozpetek???
Necessitano una serie di singole citazioni:
- Gli piace far fare agli etero la parte da gay per una sorta di legge del contrappasso??? Il bravissimo Favino sinceramente riesce a tratti ad essere fuori dalla parte.
- Ci gode a prendere gente che non c'entra nulla e a farla esordire per sentirsi dire che è bravo anche a dirigere i cani? Vedi Garko nelle fate e Ambra e quello del Grande fratello(Che tutto sommato non sono i peggiori) quì.
- La nana è sua sorella???? Sarà pure turca e quindi l'italiano lo parla male, ma sembra che legga il copione...la recitazione è "non pervenuta".
- Accorsi deve per forza esserci (non mi azzardo a dire "recitare") in ogni film di produzione italiana? Quì ancora più imbarazzante del solito, nella sua espressione sempre uguale! In un paio di scene (vedi l'incontro tra moglie e amante) è quasi ridicolo!

Non discuto l'abilità tecnica, ma sinceramente i temi che qualche tempo fa erano "alternativi", ormai rischiano di sembrare triti e ritriti, e alcuni di essi (coppie di fatto, divorzi, scontro generazionale tra padri e figli gay) in questo film sono trattati con superficialità e accenni troppo sbrigativi, insomma "chi troppo vuole, nulla stringe"...ecco un NULLA confezionato e nemmeno troppo bene...
DA EVITARE!

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Ultima risposta 23/03/2007 20.15.04
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Invia una mail all'autore del commento francescofelli  @  09/03/2007 09:43:12
   7 / 10
ahhhhhhhhhhhhhhh...leggevo il commento precedente il mio...ed ho avuto un reflusso esofageo.

Dunque. Tecnicamente ozpetek è bravissimo. Voglio dire che analizzando le inquadrature e soprattutto i movimenti della macchina da presa, sembra di assistere ad un manuale di regia.
Per questo mi sorprende che taluni muovano una critica proprio su questo, del tipo "basta prendere una telecamera...". Se davvero siete così bravi anche voi, io, che insegno regia, vi lascio il mio posto e mi metto ad ascoltarvi.

Passiamo al racconto, tanto per intenderci. Avrei due considerazioni, nelle quali ho la presunzione di credere che molti si troveranno concordi:

- ozpetek tratta da sempre gli stessi temi, con situazioni analoghe e tinte quasi identiche. Ma poichè al cinema molto spesso l'omosessualità sconfina nel grottesco e nel ridicolo, in questo caso direi che la ripetita, non annoia, ma iuvant.
Aiuta a capire. E lo fa attraverso lo strumento più efficace, l'immedesimazione. Potrei stare qui a spendere altre centinaia di parole sulla dolcezza con cui tratta l'amore, prescinendo, appunto, chi ne sono protagonisti.
- Il film presenta delle ovvie pause e dei momenti di calo. E' ozpetek, il suo stile. Un po' come un campione di calcio discontinuo, un cantante che fa una canzone stupenda all'interno di un disco mediocre. Ci sono momenti da 9 e momenti da 5. Insomma, la media è presto fatta: 7.
Eppure quando esci dalla sala, sai, a differenza di un film che rimane sempre buono, ma nulla di più, di aver visto dei cenni di genialità.

Bellissima ed azzeccata la musica di gabriella ferri, altro genio incompreso.

Gli attori, come sempre nei suoi film, poco più che decenti. Ma non è tanto la loro recitazione che conta, ma l'atmosfera che ci fanno vivere.

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Ultima risposta 23/03/2007 20.21.52
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Mandragora  @  08/03/2007 13:45:40
   8 / 10
Trovo che Ozpetek, seppure stia facendo film con tematiche molto simili e utilizzi sempre, più o meno, gli stessi attori, non smentisce la sua bravura, il suo essere sensibile e perfetto nel trattare le varie fasce di età e i loro problemi.
Sempre meravigliosa Margherita Buy e una rivelazione Ambra, che però vorrei vedere anche in altri generi di ruoli, non vorrei che sapesse fare solo quello di drogata malinconica e depressa....
Ottimo Favino e Accorsi.
Ho trovato due scene meravigliose.
La prima quella dove Ambra fuma e si scambia qualche sguardo con l'anziana signora e le offre poi una boccata di fumo, commovente.
La seconda Ambra all'obitorio.

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Ultima risposta 12/03/2007 23.34.59
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Invia una mail all'autore del commento click  @  05/03/2007 02:27:15
   8 / 10
Parla di omosessuali, in modo garbato e naturale. Parla di eutanasia, in modo velato e un po' ironico. Parla di tradimenti che non sembrano essere poi così gravi. Parla sopratutto di amicizia un po' bislacca.
Parla di tante cose, ma la genialità del regista sta nel non affondare mai troppo la mano in ogni argomento e ( forse per questo ci sono molti detrattori) mantenere un alone di ambiguità in tutto. Il film segue una linea di equilibrio generale evitando esplosioni, urla, pianti isterici e litigi che temi simili hanno spesso provocato in altri film.

La morte non viene raccontata attraverso strategie puramente cinematografiche. Ozpetek la guarda attraverso un occhio poco clinico ( fortunatamente) così da non cadere nel noiosissimo clichè del dramma ospedaliero, regala all'attesa una certa indifferenza per poi sfociare in una scena assolutamente realistica che è quella della camera mortuaria: i personaggi entrano in un ovattato silenzio, uno comincia a singhiozzare e in pochi secondi si ritrovano tutti a fare lo stesso, chi contro un muro, chi guardando per terra. Lacerante, palpabile.

I dialoghi tra gli amici non sono mai pompati, rappresentano una routine poco filmica,a ma per questo affascinante, ed ogni tanto scoppiettano rivelando un retrogusto quasi comico ( - "Lei è straniera?" " No, turca" - "Anche lei è come loro.... gay?" " No, io sono frocio" - "Mi scusi ma dopo le tre di notte divento un po' sboccata" - )

La telecamera cammina lenta, sono molte le carrellate dal gusto poetico ( bella la scena in cui accorsi segue le ferrari all'interno del portone, come splendidamente incastrata è la scena del'introduzione alla morte, con la comparsa che parla al telefono - giustamente in una lingua incomprensibile - e che diventa la rappresentazione delle sensazioni che tutti i personaggi provano, ma che non hanno ancora espresso).

Come hanno detto in tanti, gli attori sono magistralmente naturali e in parte, un plauso particolare alla Vukotic e alle sorprese Angiolini / Argentero. Brava la Savino, ma un po' fuori tema il personaggio, improponibile e completamente imbambolato Accorsi ( l'emblema della sua recitazione sta tutto nella scena in cui si rade, una faccia da allocco, un'espressione fissa e vitrea, del tutto assente di qualsiasi partecipazione recitativa).

In conclusione un film forte, ma contemporaneamente volutamente debole, delicato, deciso, ma esplicitamente sfumato.

MIglior sequenza: il personaggio di Ambra che entra nella camera mortuaria. E' un pezzo di alto cinema.

Peggior idea: quell' insopportabile cartellone pubblicitario delle poste italiane che si impone sfacciatamente in più e più scene. Sorvolando sul pretesto prettamente commerciale, è un elemento troppo invadente che infastidisce visivamente e, quando in scena, distrae dai momenti narrati.

6 risposte al commento
Ultima risposta 14/03/2007 02.57.04
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento Giordano Biagio  @  27/02/2007 13:10:57
   10 / 10
Film non commerciale, quindi di difficile valutazione estetica, ricco però di contenuti di attualità e di pensieri d'autore ben espressi.
Ozpetek sembra dire che quando si tratta di amore "tutto il mondo è paese": omosessuali o etero si comportano allo stesso modo, stessi difetti e pregi. L'importante è il riconoscimento istituzionale (i Dico) e simbolico, cioè la confluenza della diversità nell'ugualianza dei diritti all'amore sicuro e garantito materialmente (un tetto e una minestra).
Una Roma che cambia, dove l'extracomunitario può essere benestante e colto senza che nessuno si stupisca o pianga, a differenza di Torino e Milano città chiuse, bigotte, e razziste.
Una Roma che vanta un sociale multietnico vivo e produttivo a volte esempio di tolleranza sopra le righe.
Grande Ozpetec, ormai più italiano che turco, sensibile e intelligente a cogliere gli aspetti sociali e umani che cambiano. Ripeto: film non commerciale ma per adulti che amano la verità dei cambiamenti storici e sociali senza ciudersi nelle proprie masturbazioni di provincia.

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Gruppo COLLABORATORI martina74  @  27/02/2007 11:39:30
   4½ / 10
Il lutto, la famiglia amicale, quella tradizionale in crisi, quella tradizionale non in crisi ma con strani equilibri, quella omosessuale, la solitudine, i parenti, la non accettazione, la tossicodipendenza elegante che non è più morire con un ago in un braccio, la coesione e l’incapacità di affrontare la vita guardandola in faccia senza il salvagente del gruppo, i figli che si ribellano anche se la mamma è psicologa ed è bravissima a curare gli altri (fumatori), la fiorista ancora bellissima ma un po’ imbalsamata, i telefonini, la vita e la morte, la malattia, l’essere “froci” di una volta e l’essere omosessuali “moderni”, l’ultimo arrivato che cerca di farsi accettare, la generosità che nasce dall’infelicità personale, il “ma perché è capitato proprio a lui che era così giovane e bello”, le recriminazioni generali quando viene a mancare la figura di riferimento che teneva unito il gruppo… tutti riuniti attorno a un tavolo di cucina e volemose bbene*.

“Saturno contro” è un amalgama di tutto questo e anche di più… e io sono un po’ stanchina dei film di gruppo, in particolare se questo è formato quasi sempre dalle stesse facce, che recitano sempre allo stesso modo e nello stesso ruolo. Per di più questo ultimo lavoro di Ozpetek mi ha fastidiosamente ricordato un film di Muccino: leccato, ruffiano, antipaticamente zeppo di tazzine della Illy cartelloni di PosteItaliane stereo Bang&Olufsen mosaici Bisazza lavandini AntonioLupi telefonini Motorola vestitini firmati canzoni di Carmen Consoli e tutto quello che rende finto e costruito un lavoro autorale.
Troppe cose tutte assieme, troppo intimismo… alcune scene addirittura imbarazzanti, come quella iniziale in cui Roberta (Ambra Angiolini) balla e canta con la pupilla sbarrata per far vedere che la coca che s’è appena sniffata funziona.
Un fastidio sulla pelle mi ha accompagnato per tutto il film… tranne in alcune di scene davvero riuscite, come il duetto tra Sergio (Fantastichini davvero bravo, forse il migliore assieme al sorprendente Luca Argentero) e la matrigna di Lorenzo (la tata di Un medico in famiglia!), l'incontro tra la moglie e l'amante di Antonio, e il dialogo tra i due figli di quest ultimo e Angelica culminato nel pianto del piccolo, soprappeso grazie alle minacce della sorella, che urla “mamma, è vero che dovrò dormire in cantina?”.
Poveri bambini che pagano sempre per tutto, e poveri noi seduti al cinema a sospirare sperando che finisse.

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Titto  @  26/02/2007 19:26:00
   3½ / 10

Basta Basta BASTA!!!

Opzetec gira sempre lo stesso film, sempre con la stessa casa di produzione, sempre con le stesse persone (Romoli, Corsi), sempre con le stesse storie.
BASTAAAA!!!!
Perchè in Italia appena un autore ha successo con un film si sente in dovere di ripeterlo all'infinito???? Muccinite acuta? speriamo di no!

Per questo Saturno contro c'è poco da dire: sarebbe un buon film con ottime inquadrature, ottima recitazione e buona storia, Opzetec in questo è eccezionale. Anche le emozioni che suscita sono notevoli...peccato che siano sempre le stesse.
PECCATO CHE SIA SEMPRE TUTTO UGUALE!!!!

Insomma c'è chi dice no....ora basta Ferzan



Da vedere su canale 5 in una notte di pioggia...

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Invia una mail all'autore del commento butterflyeffect  @  26/02/2007 12:12:43
   10 / 10
Il cuore incrinato. Così forse si potrebbe riassumere lo stato d’animo che mi ha suscitato la visione di questo film poetico e malinconico. E’ passato parecchio tempo dall’ultima volta che una pellicola mi ha tramortita in questo modo, tant’è che dopo due giorni continuo a pensarci e a trovare nuovi spunti di riflessione. La trama oramai è nota: un gruppo di amici affiatati e diversissimi tra di loro che cercano di sopravvivere e andare avanti dopo la perdita dell’anello aggregante del gruppo, il giovane Lorenzo che dopo la prima mezz’ora di film cade in coma e segna la svolta drammatica del racconto.
Mi sono avvicinata a Saturno contro con circospezione perché temevo che dopo avermi conquistata ed entusiasmata con La finestra di fronte e Cuore sacro Ozpetek potesse deludermi, anche perché non capivo il ritorno all’uso della coppia Accorsi-Buy. Invece ancora una volta ha saputo prendermi per mano e portarmi nella sua privata visione del mondo, dell’amicizia, dell’amore, del dolore e della perdita. Non ho mai pianto al cinema. Eppure Ozpetek ha saputo toccare alcune corde del mio animo evidentemente fragili e non ho saputo/voluto frenare le lacrime.
La scena che ho impressa nella memoria è il momento in cui gli amici (e non a caso l’infermiere chiede: “Voi siete i parenti di Lorenzo?”, come a dire che da adulti sono gli amici che diventano la nostra famiglia, i nostri parenti, considerazione che condivido pienamente considerato che i miei amici sanno alcune cose della mia vita che la mia famiglia non verrà mai a sapere) vanno tutti insieme lungo i corridoi che li porteranno alla camera mortuaria dove giace senza vita il corpo di Lorenzo. E la musica! L’uso sapiente che fa Ozpetek della ballata triste e dolente di Gabriella Ferri, ‘Remedios’..!
Numerosi altri momenti comunque hanno segnato il mio cuore e la mia mente. Per esempio la scena iniziale con Favino e Argentero girati di schiena che stanno cucinando per gli amici. Devo dire che in quel momento nella sala buia del cinema mi sono rilassata riconoscendo due elementi fondamentali dell’arte di Ozpetek: la cucina e l’intimità. Penso davvero che a questo grande regista basti un’unica inquadratura, anzi un unico fotogramma, per esprimere quello che sta pensando o che prova nei confronti dei suoi personaggi. E che dire di quella sicuramente scomodissima panchina di formica, come quasi non se ne trovano più negli ospedali, che viene mostrata per un breve momento dopo la morte di Lorenzo, ormai vuota?.. Simbolo dell’attesa, del dolore, della solidarietà, della speranza che ha unito questo gruppo di amici che hanno vegliato il giovane e tenero amico fino alla fine. Ancora Favino che si cucina un piatto di spaghetti insapori, solo nella sua cucina, immagine in antitesi con quella della tavola imbandita e colma di scherzi e risa quando il suo Lorenzo era in vita. Dunque la sua vita si è ridotta ad un piatto di pasta da consumare in piedi, da solo, nel silenzio di quella stanza che in precedenza aveva accolto così tanta vita?.. E quel tavolo da ping pong? La vita non è forse paragonabile ad una partita al tavolo da ping pong, con la pallina che va su e giù come gli avvenimenti delle nostre vite?.. Mi fermo qui, ma ci sarebbero molte altre scene da analizzare e da portarsi via da questo film.
Una parentesi per gli attori. Splendidi, magnifici, dal primo all’ultimo. Accorsi, padre e marito distratto che chiede e pretende di essere riconosciuto come Antonio, come individuo, prima ancora che come padre, mi è piaciuto per l’incisività con cui è riuscito a ritrarre questa figura fragile e a volte superficiale (non chiede alla moglie dei figli, blatera del suo matrimonio che sta per fallire quando Favino sta per perdere il suo compagno). Mi ha molto colpito la scena in cui Accorsi guarda teneramente (per la prima volta) la moglie che per una volta tanto lascia cadere la maschera della perfezione e confessa agli amici di essersi invaghita di un collega qualche anno prima. Uno sguardo che è d’amore, forse rinnovato o ritrovato. Perché per riconquistare la persona che amiamo a volte è sufficiente farsi vedere per quello che siamo. La Buy, perfetta come in qualsiasi ruolo, che cerca di comunicare con i suoi pazienti ma fallisce totalmente nel tentativo di comunicare con la figlia preadolescente che mostra i segni di un’iniziale anoressia. Rivedendo la coppia Accorsi-Buy non ho pensato nemmeno una volta a Le fati ignoranti, cosa non da poco, vuol dire che i personaggi in questo nuovo film funzionano davvero. Fantastico Pierfrancesco Favino, perfetto nell’incarnare un uomo innamoratissimo del suo compagno e superbo nel rappresentare lo strazio fisico, emotivo e mentale della perdita dell’amato. Delicate e intense le scene in cui mostra la casa ai genitori di Lorenzo, con quel letto matrimoniale fin troppo eloquente che il padre fissa sbigottito e Davide che sostiene che “non c’è niente da capire”. Appunto. Cosa c’è da spiegare, da capire?! Erano due uomini che si amavano e avevano deciso di vivere insieme. Punto. Niente Pacs, né Dico, né il Vaticano a imporre regole, solo la vita che è più forte e valida di mille leggi. Mi sarebbe piaciuto vedere più a lungo sullo schermo Luca Argentero perché ho il sospetto che sia molto di più di un bellissimo ragazzo. Ovviamente è anche grazie alla sua bellezza indubbia che riesce a delineare il carattere dolce, gentile e amabile di Lorenzo, un attore poco attraente a mio avviso non avrebbe sortito lo stesso effetto, eppure ha saputo dare spessore al suo personaggio. Mi auguro di vederlo di nuovo al cinema.
Grandi gli attori di contorno, la seppur poco sfruttata dal copione Isabella Ferrari, l’irresistibile Selma Yilmaz, attrice feticcio di Ozpetek (mi basta vederla sullo schermo per mettermi di buon umore), la vulnerabile e incasinatissima Ambra, un grande Fantastichini, frocio attempato ancora legato all’amore perduto.
Mi è piaciuta molto la scelta di non far sprecare inutili parole di conforto per Davide da parte dei suoi amici: chi ha vissuto un lutto, chi è davvero amico di chi ha perso qualcuno, sa che NON esistono parole. E’ sufficiente essere vicini, far sentire la propria presenza, condividere il dolore. Ecco perché trovo magica la scena finale con Favino inizialmente affranto e Accorsi che gli lancia la pallina da ping pong, strappandogli un sorriso e invitandolo a giocare. Invitandolo a vivere, per quanto sarà dura e difficile. Perché così avrebbe voluto Lorenzo.
Mi fermo qui ma avrei ancora tantissime cose da dire su questa pellicola indimenticabile e così emozionante. Lascio la mia mail per chiunque volesse discuterne: sunshinejc@libero.it
Ancora due cose veloci. Secondo voi è verosimile la scena in cui la moglie e l’amante si incontrano? E ancora, che cos’è quel pesciolino dentro la pallina di plastica che Lorenzo lascia vicino ai vestiti puliti per Davide?
Grazie mille e buona visione.

Silvia

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Invia una mail all'autore del commento Maria Lucia  @  26/02/2007 11:13:54
   7 / 10
Film corale dove l'amicizia prevale su tutto sia nel bene che nel male e si stempera piano piano nella tristezza e nel dolore ma anche nella speranza e nel trovare un ancora di salvezza quando uno dei protagonisti perde la persona amata;
OTTIMI: PIERFRANCESCO FAVINO una attore che non conoscevo ma che mi sta piacendo sempre di più;
AMBRA ormai alle spalle il suo passato di NON E' LA RAI;
LUCA ARGENTERO anche lui ormai alle spalle il suo passato da bellone del GRANDE FRATELLO;
LUNETTA SAVINO comica fino alla tenerezza (da vedere la scena in cui dialoga con Ennio Fantaschini);
COLONNA SONORA perfetta in ogni scena;
gli altri attori mediocri si sono adeguati alla situazione.


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Specola  @  26/02/2007 02:05:59
   3 / 10
Vi prego non giudicatemi male per il voto!!
Questo è il tipo di film italiano che non solo non voglio vedere ma che mi urta i nervi sapere che esiste!
Cioè voglio dire, non sono contro i film drammatici, non sono contro la trasposizione del dolore sullo scermo... se la cosa è fatta bene mi metto pure a piangere di commozione.
Non sono contro al tema dell'omosessualità, anzi.
Ma questa pellicola cosa vuole trasmettere? Per tutto il film mi chiedevo quale fosse la trama, mi domandavo... ma dove si vuole andare a parare?
Ci sono infiniti silenzi, pesanti, che non suscitano la benchè minima empatia.
Un gruppo di persone che vengono presentate come "amici" e non ci azzeccano nulla uno con l'altro.
Uno lavora in banca, una è drogata, un'altra è una cicciona stressata dalla sua condizione e poi la coppia gay protagonista della storia che dovrebbe sorreggere la baracca visto che l'omosessualità va sempre più di moda.
Poi spiegatemi che cosa ci azzecca il tipo che portava le torte alle feste, di un'inutilità al limite del disumano, non una parola, un gesto che lasci il segno, il nulla assoluto.
Accorsi non ha certo brillato, ma come si può fargliene una colpa? Neanche un De Niro in grande spolvero sarebbe riuscito a sollevare le sorti di questi metri di pellicola sprecati fino all'ultimo fotogramma.
Se questo è un film che piace, allora mettiamoci tutti a fare i registi che tanto in mezzo alla massa di gente c'è sempre qualcuno che ci apprezzerà.
Io ci sono rimasto particolarmente male perchè di solito prima di andare a vedere un film, mi informo, sento i commenti, invece qui hanno scelto per me le persone con cui ero, non lasciandomi l'occasione di tirarmi indietro e quando mi sono reso conto della cantonata mi sono stizzito come un gatto a cui pestano la coda.
La prima volta in vita mia che ho controllato l'ora al cinema.
Vi prego andate a vedere qualsiasi altra cosa!!

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Ultima risposta 01/06/2007 11.51.44
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Gruppo STAFF, Moderatore Kater  @  25/02/2007 17:03:27
   5½ / 10
Scusate ma è ora di dirlo: Ozpetek è un pò un pacco. In questo film c'ha messo tutto: un pò di DICO, un pò di "ti aiuto a morire", un pò di bambini cinici e ribelli, un pò di disturbo alimentare, un pò di adulterio, un pò di minoranza etnica, in giusto di droga e tanto altro ancora ma il calderone non decolla mai. Sei sempre lì ad aspettare che accada qualcosa ma O. ha solo l'intenzione di ripercorrere ancora le sue amate tematiche con (probabile) sua gioia e tua noia. Il film è perlopiù gia visto e la recitazione generale, piuttosto piatta, non ne salva certo le sorti. Alcune scene sono onestamente un pò ridicole, come quella del "presagio generale", perchè studiate al fine di creare una tensione che non si avverte. Buona invece la colonna sonora e alcune soluzioni registiche però sarebbe ora di rinnovarsi negli argomenti.

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Ultima risposta 04/03/2007 19.43.00
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  24/02/2007 21:52:38
   8 / 10
Non sono mai stato magnanimo nei confronti di Ozpetek (con la lodevole eccezione di "le fate ignoranti") ma questa volta mi devo inchinare davanti alla capacità (ok indulgente, edificante, populista) di rendere con straordinaria efficacia il senso del distacco, di trasmettere il devastante senso della perdita di qualcuno...
E' il suo miglior film, non si discute: quelle che erano sempre sembrate ottime intenzioni/intuizioni messe al servizio di opere quantomeno discutibili, ora si trovano (magicamente) in un trait d'union assolutamente convincente e sincero.

Indubbiamente questo è cinema lontanissimo dei salotti dell'Accademia, che flirta con le soap - opera o le fiction (anche nel linguaggio paratelevisivo) e che non teme di farlo, cinema autoriale che si prospetta pretenzioso, e che invece è prodotto di massa, ma nell'eccezione migliore del termine.

Ozpetek ha sempre avuto il difetto di voler costringere lo spettatore a vivere globalmente le sue storie, e anche in questo caso non manca di sottolinearlo: troppa enfasi melodrammatica, troppe situazioni sottolineate quando andrebbero suggerite o soltanto ispirate, troppe inquadrature che separano la storia dalla ricerca soggettiva dell'effetto tecnico: la mdp che segue i personaggi, che ne scardina lo sguardo, che li separa e li unisce in una clandestinità di voci, azioni, pensieri.
Virtuosismi che a volte non sono indispensabili, ma che talvolta ottengono un realismo essenziale davvero fuori dal comune: è stato così per lo sguardo immortalato della Mezzogiorno nell'ultima scena di "la finestra di fronte", è così per il vortice affettivo di Lorenzo prima del collasso, come se dovessimo annunciare che nella morte siamo vicini agli altri e terribilmente distanti anche da noi stessi.

Nonostante i difetti che restano una costante del suo cinema, la direzione degli attori supera ogni aspettativa: le prestazioni del casting sono a dir poco eccellenti, e su tutti direi Favino e due donne estremamente diverse tra loro per varie ragioni come la Vukotic e il delicato difficile personaggio di Ambra Angiolini ("tu vorresti essere me?").

Se "il problema non è accettare, ma condividere" "Saturno contro", con le sue congiunzioni e divergenze astrali, è un gran bel film che affronta l'unica realtà r-esistente, la consapevolezza che i vincoli affettivi e le etichette fanno parte di un pregiudizio esagerato che non tiene conto della bellezza di un sentimento, qualunque esso sia.
Un film che dovrebbe sbugiardare gli esteti della famiglia tradizionale pronti a scatenare le proprie invettive su uno "scandalo" che costruiscono con la loro arma di difesa, col loro incomprensibile disprezzo.

Ma piu' che altro, è un film sulla perdita e credo che Ozpetek sia riuscito a coinvolgere molto efficacemente lo spettatore sul grande abisso che viviamo quando una persona a noi cara se ne va per sempre.

L'unica "provocazione", pensate, è che sia un film "italiano" che omette ogni riflessione religiosa a favore del profanismo zodiacale degli astri e dei pianeti "contrari" (Saturno è il pianeta della solitudine e della passività)

Meno efficace, ed è come se il regista non abbia avuto il tempo necessario ad approfondirla, è il personaggio di Laura (Isabella Ferrari) che non sappiamo bene come collocare: ama? è amata? ha bisogno di protezione o di conflitti?

Ribadisco (una volta tanto) l'8 per come l'autore è riuscito a "catturare" le mie emozioni, privandole talvolta delle sfumature interiori della "sottrazione visiva" e lasciandole preambolizzare nella veste anche banale di una fiction, che è comunque l'unico modo, e certo il piu' efficace, per rivolgersi ad ogni tipo di spettatore.

La "sottrazione" della perdita, l'abdicazione affettiva alla rinuncia di una persona, emblemizzata in una sequenza in part.; ci rende testimoni dell'unico "scandalo" indicativo, la necessità di esprimere amore per il prossimo e favorirne a lungo il suo ricordo

9 risposte al commento
Ultima risposta 20/03/2007 16.51.07
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Supergiaf  @  24/02/2007 21:36:31
   1 / 10
Un film che rappresenta la quintessenza della potentissima Lobby sodomitica e pro PACS che cerca di condizionare i cervelli della gente e le sue idee.Un bombardamento mediatico fatto di esaltazione dei matrimoni fra invertiti .Un film contro la famiglia , gli ideali di solidarietà e pienezza che essa ancora rappresenta.Un film brutto , amorale che spero finisca nel dimenticatoio come i Dico del governo Prodi.

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Ultima risposta 29/11/2008 15.18.34
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