sbatti il mostro in prima pagina regia di Marco Bellocchio Italia 1972
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sbatti il mostro in prima pagina (1972)

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locandina del film SBATTI IL MOSTRO IN PRIMA PAGINA

Titolo Originale: SBATTI IL MOSTRO IN PRIMA PAGINA

RegiaMarco Bellocchio

InterpretiGian Maria Volontè, Fabio Garriba, Carla Tatò, Laura Betti

Durata: h 1.33
NazionalitàItalia 1972
Generedrammatico
Al cinema nel Novembre 1972

•  Altri film di Marco Bellocchio

Trama del film Sbatti il mostro in prima pagina

Anni Settanta. In un campo della periferia milanese viene ritrovato il cadavere straziato di Maria Grazia, quindicenne figlia di un noto professore. Il capo redattore di un noto quotidiano milanese dà incarico di seguire il caso a Roveda, un giornalista alle prime armi, affiancato dallo scafato Lauri. Poi inizia delle indagini per conto suo. Avvicina così la professoressa Zigai, amante di un esponente della sinistra extraparlamentare, in possesso del diario di Maria Grazia.

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Voto Visitatori:   7,73 / 10 (37 voti)7,73Grafico
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Voti e commenti su Sbatti il mostro in prima pagina, 37 opinioni inserite

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alex94  @  18/11/2020 23:36:02
   8 / 10
Tematiche non nuove però trattate con professionalità da Bellocchio che costruisce una storia dove forse non funziona proprio tutto ma non priva di elementi interessanti.
Colpisce la spietata ricostruzione del rapporto di connivenza che lega politica,polizia e stampa,e gli effetti della manipolazione giornalistica a fini prettamente politici ( argomento tutt'oggi attualissimo).
Di altissimo livello la prova del cast,Volonté e Betti sopra tutti.
Non mi ha convinto la trama gialla,troppo all'acqua di rose ma si capisce che l'intento del regista era altrove.
Si tratta di un lavoro sicuramente di "parte",ma la forza della denuncia è tale da far passare ciò in secondo piano.

76mm  @  15/04/2020 13:20:21
   6½ / 10
Vigoroso film di denuncia di Bellocchio, con più di un debito verso "indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto", sempre col grande Volontè come protagonista.
La trama gialla, se così si può chiamare, conta relativamente e si risolve in maniera frettolosa e poco credibile, ma la riflessione, se pur di parte, sui subdoli meccanismi della "macchina del fango" è quanto mai attuale e foriera di amare riflessioni.
Sempre intensa Laura Betti.

Thorondir  @  30/09/2016 19:17:15
   8 / 10
Di un'attualità sconcertante per temi trattati e per la linea continua che lega decenni e decenni di storia italiana. Al solito Volontè sontuoso, perfido quasi quanto in Indagine su un cittadino...Il film è abrasivo, scava pian piano, il ritmo non decolla mai, volendo essere innanzitutto un film politico/giornalistico che parla di politica e giornalismo. Atmosfera glaciale da cinema nordeuropeo (un po' Bellocchio l'aveva già mostrato nello straordinario esordio I pugni in tasca). Da vedere e con un finale tanto semplice quanto amaro...

dagon  @  21/08/2016 15:20:01
   7 / 10
Film di 44 anni fa, eppure ancora attualissimo. Tutto quello che è dietro la manipolazione dell'informazione non è cambiato e le teorie sulle dinamiche delle masse sono sempre valide (vedi la citazione finale di Goebbles). Interessante anche come "documentario" sui primi anni '70 (si apre addirittura con un comizio di un giovanissimo La Russa), il film è un altra testimonianza di un periodo assai vivido per il nostro cinema. Accanto al regista Bellocchio, vi sono alcuni dei migliori professionisti nostrani (da Ruggero Mastroianni a Ferretti). Colonna sonora molto Morriconiana di Piovani. Volontè si pappa il film con un personaggio odioso e privo di scrupoli

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER, mentre di distingue anche Laura Betti.

Spotify  @  10/05/2016 00:15:54
   7 / 10
Validissimo (ed ennesimo) film sull'Italia degli anni 70. Marco Bellocchio realizza un ritratto molto veritiero e diretto del nostro paese di quel tempo, caratterizzato da continui scontri, proteste e cortei ad opera di neo comunisti e neo fascisti. La pellicola è una durissima condanna alla stampa dell'epoca, molto più radicale per quanto riguarda l'ideologia politica, rispetto a quella di oggi, che invece è ovviamente più moderna e distaccata. Bellocchio ci mostra in maniera diretta come in quel periodo, molto spesso, quando si verificavano fatti scabrosi coinvolgenti anche il governo, politici e direttori di questi giornali, allo scopo di favorire un certo risultato alle elezioni, si mettevano segretamente d'accordo per insabbiare i fatti e addossare la colpa a chi poteva dar "fastidio" in vista delle stesse nomine governative. Dal regista poi, ci viene anche offerta l'immagine, di quanto a quei tempi fosse becero il neofascismo, come ad esempio quando Bizanti addossa l'appellativo di "immigrato" nei confronti di un calabrese o ancora la stessa ostinazione nel cercare di attribuire il reato ad uno di sinistra solo perchè lo stesso direttore del giornale è un fascista in tutto e per tutto. Il director rappresenta molto bene tutti questi temi qui, anzi, spesso si preoccupa più di curare essi che di badare al lato tecnico, non che poi quest'ultimo sia mediocre. Grandiosa la direzione degli attori e naturalmente in primis quella di Volontè. Il regista ottiene dall'attore milanese proprio quell'interpretazione che mettesse in mostra l'arroganza e la meschinità di un direttore della stampa, per di più di estrema destra. Bella l'atmosfera che Bellocchio riesce a creare, molto caotica e perfettamente raffigurante il nostro paese durante quegli anni. In più c'è anche una fotografia che è resa si molto scarna, scelta però necessaria al fine di evidenziare il disordine che costantemente imperversava nelle città. Il ritmo c'è, la storia procede spedita con una narrazione che si fa sempre più intrigante ed avvincente man mano il film procede. Il finale è eccellente, c'è un colpo di scena confezionato davvero coi fiocchi, davvero spiazzante, in più abbiamo anche un po' di buona suspense. L'epilogo poi è ancora più bello, visto che racchiude, quasi l'intera tematica della pellicola. Gian Maria Volontè è fenomenale, veramente un attore formidabile. In questo film è luciferino, fa sempre il doppio gioco, è opportunista, furbo e sleale. La sua unica missione è quella di mettere in cattiva luce i comunisti. L'interpretazione dei dialoghi è magistrale e le espressioni sono fulminanti. Recitazione eccezionale.
Molto brava anche Laura Betti nel ruolo dell'eccentrica Rita Zigai. L'interpretazione è riuscitissima e c'è una versatilità esemplare. Anche qui grande esplicazione dei dialoghi. La sceneggiatura invece non è di altissimo livello, neanche basso, ma penso che si potesse fare di più. Più che altro sembra che la vicenda potesse essere sviluppata più approfonditamente e invece sembra tutto trattato con un po' di sufficienza. Altra cosa che lascia un po' perplessi è stato il ruolo giocato da Rita Zigai, la quale alla fine non si capisce realmente che fine faccia e di conseguenza se il suo personaggio sia davvero servito a qualcosa. Per il resto è tutto buono, dai dialoghi molto possenti e frizzanti fino alla gran caratterizzazione di Bizanti, passando per il clamoroso colpo di scena finale.

Conclusione: una buona pellicola sull'Italia degli anni 70, fa pensare molto su come era la situazione politica dell'epoca. Gran parte del merito va ad uno straordinario Volontè. Un 7 pieno ci sta tutto.

DogDayAfternoon  @  12/03/2016 18:11:14
   6½ / 10
Parte come il classico film denuncia di quegli anni con protagonista Volonté, e in tale contesto funzionerebbe anche bene. Si perde però completamente nell'evolversi della vicenda, specialmente nel finale sottotono che abbassa il valore complessivo dell'opera.

Volonté è pur sempre un grande attore, ma l'ho preferito in altri film. Non male le musiche di Piovani, seppur abbastanza convenzionali per il genere e l'epoca.

Sul tema manipolazione dell'informazione, gli preferisco "L'asso nella manica" di Wilder, di stampo più classico ma di più alta qualità.

Fa sorridere la comparsa di Ignazio La Russa.

clint 85  @  21/08/2015 01:25:50
   7 / 10
Dura critica al giornalismo. Un film più attuale che mai.
Volontè penso sia stato il più grande attore italiano.

DarkRareMirko  @  24/05/2015 13:39:10
   8½ / 10
A dir poco precursore dei tempi, sotto più aspetti, il film (più che buono) narra con coraggio e determinazione la strumentalizzazione della verità da parte dei media e del potere.

Ha superato brillantemente la prova del tempo (ha più di 40 anni!) ed ancora oggi risulta godibile e reale.

Magari lo script poteva esser fatto un pò meglio in alcuni frangenti (visto che qua e là è un pò confuso) ma ciò non nuoce assolutamente alla riuscita finale dell'opera; bravissimo Volontè (con erre moscia borghese XD), giovane Steiner (ma già metteva un pò a disagio), funzionale la Betti (che aveva un viso abbastanza accattivante).

A detta dello stesso regista è un lavoro schematico e su commissione, ma ciò non toglie che annoverei il film tra i migliori in assoluto riguardo Bellocchio.

Camei di Ignazio La Russa e dello stesso regista.

Un film reale e senza speranza.

Goldust  @  25/06/2014 10:37:13
   6½ / 10
Film cupo e sulfureo in cui convivono due anime cinematografiche, una gialla e l'altra di critica sociale/politica: la prima conta poco - ed infatti è sviluppata male - , la seconda è quella che interessa maggiormente Bellocchio, che con fare accusatorio indaga sul rapporto colluso e malato che può instaurarsi tra stampa e potere. Al netto di qualche eccesso didascalico ( il giornalista inesperto che viene continuamente imbeccato dai "compagni" ) è un documento di forte impatto che ci permette di catapultarci in un'Italia disperata e guerrafondaia post '68 in piena strategia della tensione, un periodo buio che vorremmo dimenticare ma che è parte integrante della nostra Storia. Eccellente Volontè nella parte del risoluto redattore capo Bizanti, soprattutto quando impartisce al povero Roveda lezioni spicciole di etimologia giornalistica.

Charlie Firpo  @  06/06/2014 09:36:38
   7 / 10
Un gran bel film dei primi e grigi anni 70 con un granitico Volontè nelle vesti di un duro e abile redattore senza scrupoli che dirige il quotidiano Il giornale (per la cronaca non è quello fondato da Montanelli che nacque 2 anni dopo nel 1974 , ma trattasi solamente di coincidenza) in un contesto storico di disordini e tumulti sociali legati ai cambiamenti politici che il paese è impegnato ad affrontare.

In questo contesto si innesta la caccia della polizia ad un fantomatico maniaco assassino di una giovane studentessa e conseguente cronaca giornalistica che verrà presto strumentalizzata ai fini politici evidenziando tutto il marciume del legame fra politica, forze dell'ordine e la stampa. Nel fare luce sul caso sarà determinante l'apporto di un giovane giornalista alle prime armi di nome Roveda, ma l'abile redattore del giornale comunque riuscirà a manipolare i fatti a seconda dei propri personali interessi.

P.S Nel comizio ripreso a inizio film se osservate bene l'oratore che sbraita dal palco è un giovane Ignazio La Russa... sembra un pazzoide !

Charles Kane  @  11/05/2014 23:05:07
   7½ / 10
Bellocchio confeziona quì un prodotto maledettamente provocatorio e dichiaratemente politico, sulla scia di quella moda tipica degli anni 70. Ma a differenza di altri film di genere, il regista riesce a non annoiare mai durante tutto il corso della narrazione e a tenere sempre alto il ritmo. Complice, oltre alla sua abilità registica, la grande interpretazione di Volontè, quì nei panni di un "villain" quasi ai limiti della realtà, che non trasmette mai alcuna sorta di umanità o debolezza e iche ncarna quasi esageratamente tutti quei falsi valori speculari della società (e della politica) che Bellocchio vuole in tal modo attaccare.

Oskarsson88  @  14/11/2012 17:02:27
   8½ / 10
Volontè è un fenomeno in questi ruoli da fascista conservatore e ne nasce una gran bella pellicola, molto critica a riguardo dei collegamenti sporchi tra il potere politico e il giornalismo, con l'annessa strumentalizzazione delle notizie. Dovrebbero farlo vedere nelle scuole..

Invia una mail all'autore del commento Suskis  @  20/09/2012 22:44:50
   7 / 10
Un film profetico e tutt'ora attuale sul rapporto tra stampa e potere, in un'Italia degli anni di piombo, in piena lotta operaia. L'uso palese del nome del vero quotidiano "Il Giornale" lo rende forse un po'troppo esplicito negli intenti (anche se non si può non vedere, allora come adesso, quanto gli italiani fossero prigionieri delle loro "fazioni"). Volontè è, come sempre, superlativo, cosa che, sfortunatamente, non fa che sottolineare i limiti del resto del cast. Anche se ha qualche difetto (è didascalico in tanti punti) resta un fil molto interessante.

TheLegend  @  12/09/2012 16:23:38
   7½ / 10
Buon film anni '70 che risulta ancora attuale.

Guy Picciotto  @  29/05/2012 17:43:36
   7½ / 10
Belissimo film degli anni 70 ma è come se non fosse cambiato nulla.
Quel che è la domanda ricorrente è da che cosa deve venir liberata la stampa? Dalla dipendenza? dalla soggezione? dalla servitù in cui si trova? Ma liberarsi da tutto questo è una faccenda che riguarda ogni singolo e si può supporre con assoluta certezza che, una volta che ti sarai liberato dalla servitù, anche ciò che scriverai apparterrà a te come cosa tua propria, invece di venir pensato e scritto al servizio di qualche potenza. Un cristiano può mai dire o pubblicare qualcosa che sia più libero dalla fede cristiana di quanto non lo sia lui stesso? Se io non so e non posso scrivere qualcosa, la prima colpa forse è la mia e sono io stesso a limitarmi.
Certo l'assoluta libertà di stampa è, come ogni libertà ASSOLUTA una cosa assurda, la stampa può certo liberarsi da molte cose , ma sempre e soltanto se ne sono libero anch'io.

Gruppo COLLABORATORI Marco Iafrate  @  07/05/2012 20:55:31
   7 / 10
E adesso, quando tutto intorno si fa più chiaro, quando aumenta la consapevolezza che ieri, come oggi, ci hanno sempre fatto vedere e sapere quello che a loro ha fatto più comodo, quando va a farsi fottere la propria condotta morale e si strumentalizza un omicidio, una strage, per infangare il partito opposto alle proprie ideologie, quando si passa sopra a tutto pur di aver la pacca sulle spalle dal potente di turno, quando si deve tenere bene a mente la differenza che passa tra quello che si pensa e quello che si deve scrivere o dire, quando si umilia la dignità di una persona soltanto perché crede alla veridicità della carta stampata, quando non si sfrutta la libertà di pensare, quando un ragazzo è un assassino in base al suo colore politico e le bombe si fabbricano ed esplodono da sole, quando un semplice fatto di cronaca diventa un pretesto, quando una parola può cambiare il senso di una frase. Quando tutto questo è il pane quotidiano che un paese mastica da quarant'anni, un bolo che giorno dopo giorno diventa sempre più difficile da deglutire, allora viene da pensare: "nel 2052, quando a qualcuno verrà in mente di vedere un film girato oggi nel belpaese che racconta di complotti, corruzione, malaffari e quant'altro, si troverà di fronte la stessa attualità che uno spettatore trova oggi vedendo un film del '72 ? Ma quando cambieranno le cose in Italia? Il quarto potere, i politici, la mafia, la chiesa. Si commettono degli errori, siamo esseri umani, può capitare, si manda al rogo un innocente, il colpevole prende il sole su un'isola del pacifico, ci si sente la coscienza sporca, poco però, la si può lavare in chiesa, ai funerali della vittima, con quelli che contano il prete è indulgente, ci si batte il petto, tre avemarie, la messa è finita andate in pace.

Invia una mail all'autore del commento Elly=)  @  22/03/2012 22:06:19
   8½ / 10
Avanti o popolo, alla riscossa,
Bandiera rossa, Bandiera rossa
Avanti o popolo, alla riscossa,
Bandiera rossa trionferà.

Bandiera rossa la trionferà
Bandiera rossa la trionferà
Bandiera rossa la trionferà
Evviva il comunismo e la libertà.


Così SBATTI IL MOSTRO IN PRIMA PAGINA inizia.

Un film che si stacca per quanto riguarda la struttura narrativa dello stile bellochiano. Abbiamo una struttura da giallo, un giallo politico che divide la sua narrazione in una doppia indagine: da un lato abbiamo la polizia che fa arrestare un colpevole che è solo apparente, dall'altro abbiamo Roveda che scopre e cerca di incriminare il vero colpevole. I due fronti seguono strade diverse, non si incontrano mai ed è come se si formassero due storie, come se il finale fosse doppio. La narrazione si allenta progressivamente, man mano che i personaggi entrano in scena e quando avviene un cambio di prospettiva.

E' un mockumentary di finzione che si divide in cronaca politica e narrazione metaforica. E' facile intuire come questo film sia una denuncia contro l'istituzione giornalistica, tutte le sue servitù, le tecniche di manipolazione delle notizie,..

Le scene che ritraggono tutto ciò sono sicuramente quelle che rimangono più impresse nel mente dello spettatore. Una scena che arriva come un pugno nello stomaco è quella in cui il protagonista (un Gian Maria Volontè in ottimissima forma) finge di leggere la testimonianza di Mario. L'inquadratura però ci fa vedere che in realtà il foglio della testimonianza è bianco e che il redattore si sta inventando tutto. Lo scopo, e lo ottiene, è quello di colpire al cuore la fragile anima della vecchia e sola Rita, facendole così confessare.

In un'altra scena, quella in cui Roveda, dopo che è stato mandato alla riunione, telefona al suo capo per dirgli che non è stato nè insultato nè picchiato, e in quello la mdp si sofferma su un articolo pronto per essere stampato in prima pagina dove si accusano i comunisti di aver picchiato un giornalista innocente, vediamo come le testate giornalistiche siano furbe e perfide.

Per non parlare nella scena in cui il caporedattore insulta sua moglie dicendole fra le tante cose "cretina!cretina!cretina!". insomma una vera carogna!

Nel finale quello che rimane è la rabbia, vedere come per politica, soldi, fama, i media (in questo caso i giornali) siano pronti a lasciare a piè libero un assassino piuttosto di far giustizia: i valori si sfasciano completamente. E cosa che fa ridere (per non piangere) è che il capo rettore ha pure la faccia tosta di presentarsi al funerale della ragazzina!
Nell'ultima inquadratura i rifiuti vengono portati dall'acqua, similitudine con un capovolgimento dei simboli che sottolinea il distacco, l'allontanamento dai personaggi.

WildHorse  @  19/10/2011 04:15:46
   9 / 10
40 anni e nulla è cambiato. 4 decenni passati ugualmente, senza danni, senza disastri. Il potente sta lassù, quello che la deve prendere là dietro sta sempre nella sua cella silenziosa. Si lamenta del dolora che ha nel deretano e nessuno l'ascolta. Urla a più non posso ma pare che dica solo castronerie. Tutto tace. 40 anni vissuti sulla menzogna. Tutta la storia dell'umanità, a quanto pare, dev'essere passata così. Cambiano gli scenari ma mai la sostanza.
Il film va al di là della storia in se stessa e denuncia il marcio che è insito nel genere umano. Coraggioso Bellocchio. Volontè come al solito ottimo.

Invia una mail all'autore del commento marco986  @  14/10/2011 21:02:58
   8½ / 10
Ottimo film di Bellocchio ancora attuale (specie per un certo tipo di giornalismo che si fa oggi).Ottimo Volonte'

Ch.Chaplin  @  08/01/2011 14:27:14
   9 / 10
è figlio dei suoi tempi, tempi di paura e di complottismo politco e sociale. tempi socialmente cupi e pericolosi. ciò che fa pensare ancor oggi è come la manipolazione delle notizie da parte di sedicenti politici e giornalisti lecchini di destra è sempre una questione all'ordine del giorno, forse semre più. non sono d'accordo con chi sostiene che sia destra che sinistra escono sconfitte da questo film. il sistema ne esce sconfitto: la sinistra è l'unica via: questo è, a mio avviso, ciò che suggerisce.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  02/01/2011 02:06:34
   8 / 10
Lo spiega benissimo il personaggio di Volontè alla fine del film, citando non a caso i diari di Goebbels. I meccanismi per ingannare la massa sono molto più semplici e efficaci di quanto si possa pensare: creazione del classico specchietto per le allodole, ovviamente per allontanare i riflettori su cose più importanti e ripeterlo all'infinito.
Il bello di questo film è quello di non essere per niente datato, perchè tale schema di manipolazione dell'informazione ancora mostra tutta la sua efficacia. Nella storia proposta ci sono precisi riferimenti all'epoca, presunti carnefici e sicure vittime (diciamo un Valpreda che violenta Milena Sutter) che vediamo ancora oggi, tutti i giorni nei telegiornali (la carta stampata ha perso da tempo il loro "fascino").

"Il nostro lettore è un uomo onesto, tranquillo, amante dell'ordine. Lavora, produce, crea reddito, ma è anche un uomo stanco e scoglionato...."

Il colpevole perfetto.

Macs  @  26/04/2010 21:41:42
   8 / 10
Film molto profondo, impegnato, altamente politicizzato come solo Bellocchio sa fare. Splendido e soprattutto modernissimo - nonostante il film abbia quasi quarant'anni - ritratto di un'Italia in cui l'arroganza del potere non si ferma di fronte a niente. I temi trattati dal film sono oggi, drammaticamente ancora attualissimi, specie per tutto il discorso sulle commistione tra politica, criminalità e informazione. Il film mi ha ricordato la regia di Petri, autore di tanti film politici in quegli stessi anni, ma la regia di Bellocchio è senz'altro più politicizzata e, a suo modo, più vigorosa. Bellissima e crudele la scena del dialogo tra Volontè e la moglie di fronte alla televisione.
In realtà il significato dell'espressione "sbattere il mostro in prima pagina" si è un po' annacquato nel corso degli anni, diventando semplicemente sinonimo di quella bieca mossa giornalistica per cui, solo per vendere più copie, si tende a fare scandalismo e sensazionalismo e si accusano cittadini di crimini efferati senza averne prove certe. Invece il film di Bellocchio da cui l'espressione è nata sottintende che, dietro allo "sbattere il mostro in prima pagina", non c'è soltanto, ingenuamente, una mossa commerciale da parte di una stampa un po' spregiudicata, ma un agghiacciante e scientifico disegno politico che asserve la stampa alla politica e che è teso a colpire le parti deboli della società, a fagocitare degli innocenti nei propri perversi meccanismi al fine di propagandare una precisa strategia di screditamento degli avversari dei grandi gruppi di potere.

Invia una mail all'autore del commento Gualty  @  02/03/2010 15:01:33
   9 / 10
Un "quarto potere" italiano, con la sottigliezza della semantica, delle litoti, i giochi di potere del palazzo e la risposta ingenua del popolino. Colonna portante del film è la figura vampiresca di Volontè, che trama, ritaglia, evidenzia tutto ciò che il pubblico fedele dovrà leggee e pensare.
Lo scontro tra le due concezioni del giornalismo, l'osservatore imparziale che deve raccontare e il burattinaio che invece deve creare consenso e rassicurare il letttore è magistralmente danzato tra Volontè e il giovane giornalista.
E tra gli scontri di piazza e gli estremismi di parte, l'ombra della balena bianca incombe implacabile.

donfabios  @  23/02/2010 00:12:40
   9 / 10
voglio essere largo di voti con questo film, perchè oltre all'eccezionale presenza di Volonté, come al solito egregio, e a un plot da thriller poliziottesco che mi ha decisamente coinvolto (e musiche di piovani, mica pupo-filiberto), c'è una messaggio di una profondità enorme.

Il tema della manipolazione dei mass media a fini socio-politici da parte di una lobby di affaristi e politici è attuale oggi ancor più che negli anni 70.
I nomi dei partiti e dei giornali, le facce, i modus operandi sono rimasti pressoché identici in 40 anni (con la sola differenza che prima vi era un'opposizione al regime mediatico).

Alla fine non conta che la verità trionfi, come è dovere di un giornalista, ma che si costruisca a tavolino la verità artefatta più comoda ai giochi di potere di turno.

Bello, piacevole sorpresa.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  18/08/2009 10:36:15
   7½ / 10
Film sulla strumentalizzazione dei mezzi di stampa e dei casi di cronaca in funzione di una politica italiana degli anni '70 corrotta e violenta. Bellocchio dirige in maniera asciutta, senza troppi fronzoli narrativi un film interessante interpretato egregiamente da un sempre straordinario Volontè.
Film decisamente attuale, da vedere.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  30/07/2009 11:18:56
   8 / 10
La stampa al servizio della politica,pericoloso e potente mezzo capace di strumentalizzare a proprio piacimento fatti ed avvenimenti nella Milano degli anni ’70 sconvolta da feroci scontri tra opposte fazioni.Il giornalismo quindi non più inteso come strumento al servizio del cittadino ma come mezzo per manovrare voti e plagiare menti.Sono passati anni dalla realizzazione di questa pellicola,ma ben poco è cambiato,anzi con l’avvento sempre più invasivo della televisione oserei dire che il fenomeno si è purtroppo tramutato in prassi.Lasciando doverosamente da parte discorsi attinenti ideologie e schieramenti politici è giusto soffermarsi a ragionare sul peso specifico che stampa e mezzi d’informazione hanno avuto nel corso della storia.
Marco Bellocchio,regista a me solitamente poco gradito, grazie ad una narrazione sobria ma non per questo poco ficcante,raggiunge una delle sue più alte vette professionali delinenado un mondo corrotto e marcio,fatto di personaggi senza scrupoli,odiosi e amorali come il terrificante protagonista,un Gian Maria Volontè tanto per cambiare eccellente.
Potrebbe definirsi un giallo con denuncia sociale inclusa,ma in realtà l’omicidio della studentessa,quindi il risvolto thriller,è la parte debole del girato.Difatti è solo un pretesto per mostrare le stanze dei bottoni e i deprecabili giochi di potere che si svolgono dentro esse.Ogni tanto si scade nel caricaturale a causa di approcci un po’ banali e di maniera,ne risentono così i caratteri dei protagonisti,poco soggetti a sfumature e a più riprese dipinti in modo rigido,quasi schematico.
Il fascino del cinema impegnato però,ormai quasi scomparso qui in Italia,spazza via ogni dubbio sulla bontà dell’opera,magari non perfetta ma efficace nel messaggio di cui si fa carico.
Molto ispirato il finale,l’autoassolvimento dei propri peccati ed il fiume pieno di rifiuti ed immondizia che ricopre tutto ciò che incontra sul suo cammino sono espedienti narrativi molto più espliciti di tanti inutili ghirigori verbali.

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  31/05/2009 11:08:52
   8 / 10
"Stampando una notizia in grandi lettere, la gente pensa che sia indiscutibilmente vera." (Jorge Luis Borges)
Questa frase di Borges può tranquillamente essere il sunto del film di Bellocchio.
La pellicola in questione non è altro che una dura critica alla stampa, a tutte le sue macchinazioni, mistificazioni e omissioni. Un film che, dati i giornalisti accattoni che ci sono in questo paese, risulta ancora attuale nonostante siano passati ormai quasi quarant'anni dalla sua uscita.
Ottima prova di Gian Maria Volontè e brava anche Laura Betti. Bene Bellocchio.
Per concludere, penso sia perfetta questa frase del grande Carmelo Bene: "La libertà di stampa mi sta bene se è libertà dalla stampa".

kastaldi  @  27/05/2009 23:02:17
   8 / 10
Ogni tanto mi concedo un film "serio". Tremendamente e tristemente attuale, non tanto per il fatto in se ma per un modo di fare giornalismo che in quasi quarant'anni non è cambiato di una virgola. Grandissima prova di Gian Maria Volontè, cinico e potente capo redattore. La scena in cui mostra al giovane Roveda come si "lima" il titolo di un articolo per renderlo più "digeribile" al lettore tipo della testata giornalistica, vale da sola tutto il film.

1emozionedapoco  @  05/01/2009 12:12:43
   8 / 10
grandissima l'interpretazione di Volontè e di Laura Betti, forse il film scende un po nel trattare la questione dell'omicidio ma a averne di film cosî!!!!

Gruppo COLLABORATORI paul  @  27/08/2008 15:07:57
   7½ / 10
Film che si regge sull'inarrivabileGian Maria Volonté e, seppur cadendo ogni tanto nel caricaturale, dipinge bene un'epoca ed una situazione . Da vedere.

forzalube  @  28/05/2008 15:36:07
   8 / 10
Film da vedere sulle manipolazioni della stampa. Come sempre fantastico Gian Maria Volonté.

Gruppo COLLABORATORI ULTRAVIOLENCE78  @  04/05/2008 20:41:13
   8 / 10
Questo è un film che va assolutamente recuperato e rivalutato per la sua notevole valenza culturale, in quanto fa luce sugli intricati rapporti che legano il Potere alla stampa. Lo si può considerare, a ragione, realista -nonostante alcune veniali licenze melodrammatiche e alcune forzature- se lo correliamo allo scenario politico-culturale tra la fine degli anni sessanta e l'inizio degli anni settanta, ma allo stesso tempo profetico se guardiamo alla realtà attuale. Salvo isole felici, non esiste più il giornalismo libero come quello di Montanelli: sono quasi tutti sotto il "protettore" di turno, pronti a soddisfare i suoi desiderata e le linee editoriali imposte. Le notizie importanti e scomode vengono per lo più sottaciute; si mistifica, si fanno trapelare soltanto mezze verità allo scopo di non screditare il Potere agli occhi del pubblico, o ancor peggio si creano artatamente delle false notizie volte a denigrare l'avversario politico come nel caso di specie. Di qui la caustica invettiva di Bellocchio alla "dittatura mediatica" che, distorcendo la realtà dei fatti, produce degli effetti devastanti sulla società: eloquentissima, in questo senso, la scena in cui il direttore de "Il Giornale" (impersonato dal solito grandioso Volontè) redarguisce, tacciandola di superficialità -e identificandola con l'ignorante medio-borghese, la moglie che dà credito acriticamente alle notizie del Telegiornale.
"Sbatti il mostro in prima pagina" sembra assurgere a canto funebre di un'intera categoria che ha venduto la propria libertà per un piatto di lenticchie.

norah  @  24/02/2008 12:19:18
   7½ / 10
Uno dei migliori film dell'impegnato Bellocchio;interessante ed attuale il tema trattato,trama coinvolgente e ben congegnata.
Oltre al perfido Volonté,ritroviamo un'eccezionale Laura Betti.

stella.la  @  06/12/2006 20:24:00
   6½ / 10
sicuramente la denuncia di bellocchio è significativa... nn male...

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  23/10/2006 19:51:36
   7 / 10
un bel film che riesce a coinvolgerti e fa anche schierare lo spettatore da una delle due parti politiche...infatti penso che il bravo bellocchio sia riuscito molto bene a colpevolizzare entrambe le fazioni...la sinistra(con gli attacchi violenti alla redazione del giornale) o la destra(con l'egoismo del direttore del giornale stesso)...
sul finale sono rimasto un po deluso perche questo equilibrio viene un po rotto dalle scelte (molto discutibili) di volontè!

benzo24  @  28/06/2005 19:36:35
   8 / 10
Altro mitico titolo cult interpretato da un mostruoso ed inquietante Volontè.

Gruppo REDAZIONE maremare  @  16/12/2004 00:54:41
   8 / 10
Bel film di denuncia del solito Bellocchio

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