scandalo internazionale regia di Billy Wilder USA 1948
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scandalo internazionale (1948)

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locandina del film SCANDALO INTERNAZIONALE

Titolo Originale: A FOREIGN AFFAIR

RegiaBilly Wilder

InterpretiMillard Mitchell, John Lund, Jean Arthur, Marlene Dietrich

Durata: h 1.56
NazionalitàUSA 1948
Generecommedia
Al cinema nell'Aprile 1948

•  Altri film di Billy Wilder

Trama del film Scandalo internazionale

Una commissione parlamentare americana viene inviata a Berlino nell'immediato dopoguerra per indagare sul comportamento morale delle truppe americane. Nella commissione la più zelante è Phoebe Frost, che punta la sua attenzione su un ufficiale troppo interessato a Erika, cantante già amica di Hitler. Da Billy Wilder, con la sua consueta, graffiante malizia capace di mandare a gambe all'aria qualsiasi supponenza moralistica, una commedia spionistica briosa e sexy, con Marlene che canta pure.

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Voto Visitatori:   7,50 / 10 (9 voti)7,50Grafico
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Voti e commenti su Scandalo internazionale, 9 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Godbluff2  @  28/09/2022 15:12:00
   7½ / 10
Brillante, caustico, pungente e spietato. Il Billy Wilder della Commedia, che prende davvero slancio per la prima volta in carriera con questo "A Foreign Affair", che seguiva due straordinari capolavori drammatici ("Double Indemnity" e "The Lost Weekend") ma anche quello che è forse l'unico film davvero non riuscito dell'immenso Billy ("Il Valzer dell'Imperatore").
Questo non è ancora il Wilder delle commedie migliori, che arriveranno parecchio più tardi; a dire il vero "A Foreign Affair" è una mosca bianca in un periodo nel quale Wilder preferiva di gran lunga concentrarsi sul film drammatico, tanto che non girerà un'altra commedia fino a "Sabrina" (sei anni più tardi) e che a questo film seguirà invece una tripletta di film drammatici di stordente bellezza ("Sunset Boulevard"-"Ace in the Hole"-"Stalag 17", quanta grazia).
Dunque questa commedia rimane un esempio unico proprio lì, al centro della "fase drammatica" della carriera di Billy Wilder.
C'è poco da fare, Wilder dimostra comunque già subito di saperci fare anche col cinema americano brillante e lo fa a modo suo: scagliando frecciate su più fronti, senza risparmiare nessuno, nessun vizio, nessuna ipocrisia, nessun fronte. Il film ha infatti molteplici ottimi spunti, messi in risalto in modo che si possa (de)ridere di tutto ciò, o almeno sorriderne e la filosofia di Wilder è che si può fare ciò anche attraversando le macerie della Berlino rasa al suolo (proprio negli anni del Neorealismo, che le macerie le mostrava in modo e con intenti completamente differenti, proprio nell'anno di Rossellini a Berlino) e mostrando un popolo che sta cercando di ricostruirsi da zero. Certo, il contrasto tra il dramma visibile e il tono da commedia che per forza di cose lo smorza forse in modo anche eccessivo è abbastanza forte e in questo caso Wilder, con la sceneggiatura di Harari, pare meno lucido e più confuso del solito, forse proprio per aver tentato di inglobare nel suo sguardo pungente persino troppe cose, troppi elementi insieme in una volta sola. Il giochino è convincente, ma non del tutto, non come lo sarà tante volte in futuro.
Certo ci sono diversi momenti, oh eccome se ci sono, in cui i dialoghi di questo o quel personaggio ti strappano quel gustoso sorriso perfido e soddisfatto sul volto, tipico delle più velenose commedie wilderiane (parlo di gioielli come "The Fortune Cookie" e "The Front Page", senza contare l'immenso "The Apartment" e altri ancora). C'è ovviamente una favolosa Marlene Dietrich, in una delle interpretazioni più memorabili della sua carriera, simbolo in carne e ossa della parte più riuscita della verve caustica di Wilder già presente in questo film. Marlene, in un ruolo straordinario, difficile, proprio lei la fiera tedesca e convinta anti-nazista che pure Hitler avrebbe voluto come uno dei simboli della sua Germania, nel ruolo che è il suo esatto opposto, diretta dall'esule austriaco Billy, suo grande amico. La grandissima Marlene.
"A Foreign Affair" non è un capolavoro e non è un film perfetto, ma è brillante e divertente e imperdibile in quanto film "minore" di Billy Wilder perché (quasi) qualsiasi film di questo colosso ha qualcosa di bello da dire.
Dopo questo momento di critica più leggera e divertente, Wilder ricomincerà per qualche anno a sfornare capolavori drammatici e spietati in sequenza.

steven23  @  30/12/2014 14:22:59
   7½ / 10
Mi trovo perfettamente d'accordo con la media dei pochi utenti che mi hanno preceduto nel commento.
Detto questo posso dire che la pellicola in questione ha poco o nulla che non vada, l'unico problema è che, quando si pensa a Wilder impegnato nel ramo commedia, vengono subito in mente capolavori del calibro di "A qualcuno piace caldo" e "L'appartamento", tanto per citarne un paio... questo è ben lontano dall'esserlo e non regge minimamente il confronto. Nonostante questo, però, il film in questione risulta comunque essere notevole, cosa che molti registi possono solo sognarsi di fare.

La vicenda è il classico triangolo amoroso con l'unica variante costituita dall'ambientazione, una Berlino post seconda guerra mondiale che Wilder mostra qua e là con alcune splendide inquadrature. C'è l'ufficiale interessato a una cantante tedesca dalla dubbia moralità, c'è appunto la cantante e a fare da terzo incomodo arriva direttamente dagli Stati Uniti una deputatessa incredibilmente rigida e inflessibile. Quest'ultima, in particolare, mi ha ricordato parecchio una certa Greta Garbo in "Ninotchka"... la somiglianza tra il carattere delle due donne e la metamorfosi che subiscono durante il dipanarsi della vicenda ha parecchi punti in comune. E se andiamo a vede chi era il regista di quel mezzo capolavoro beh, potrebbe non essere una coincidenza.
Divagazioni a parte la pellicola mantiene sempre un discreto ritmo, Wilder (anche se in dose minore) non risparmia annotazioni graffianti e maliziose e, soprattutto, riesce lo stesso a far sorridere malgrado non con la stessa maestria e brillantezza con cui ci riuscirà nei film già citati poco sopra.

Il cast, invece, risulta essere come in ogni suo film la classica ciliegina sulla torta. Del resto come non potrebbe, è sufficiente leggere i nomi delle due protagoniste femminili per capirlo. Marlene Dietrich chi altri poteva interpretare se non una ballerina e cantante di un locale tutt'altro che esemplare? Il ruolo, ovviamente, le calza a pennello è lei risulta come sempre fantastica... magnetica è il termine più adatto. Per quanto ci si sforzi non si riesce a toglierle gli occhi di dosso neanche per un istante.
Compito di spezzare la sua egemonia spetta alla sua controparte femminile, una Jean Arthur per me ugualmente fantastica. La sua bellezza più delicata e femminile ma certamente meno appariscente rispetto a quella della Dietrich non fa altro che aiutare chi guarda a percepire ancora di più l'abisso che separa le due donne. Senza dimenticare l'assoluta bravura della stessa Jean, fenomenale nel donare spessore a un personaggio inizialmente freddo e incapace di provare emozioni... la scena in cui canta l'inno dell' Iowa, poi, è veramente favolosa.
E dire che le due donne non andavano certamente un gran d'accordo sul set anzi, si diceva si odiassero cordialmente. Del resto non potevano essere più diverse nemmeno nella vita reale, e credo che parecchie di queste differenze siano riuscite a passarle ai loro rispettivi personaggi. Risultato ottimo!!
Mi ha stupito in positivo anche Lund, attore per me praticamente sconosciuto ma che regala un'interpretazione altrettanto notevole.

In conclusione pellicola minore di Wilder, ma ugualmente meritevole di una visione, se non altro per godersi le splendide performance del terzetto protagonista.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  01/08/2013 19:04:44
   6½ / 10
Intelligente e godibile con una Dietrich grandiosa, ma opaco rispetto agli altri film che Wilder sfornò in questi anni che lo surclassano tanto da renderlo un minore, suo malgrado.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  18/06/2012 14:52:38
   7½ / 10
C'è l'evidente stridore tra la storia che si sviluppa in maniera leggera e sofisticata e il contesto della vicenda che presenta una Berlino in macerie, eredità del sogno folle del Reich millenario. In questo contesto di evidente difficoltà stridono ancora di più le motivazioni della giovane deputata americana, bacchettona e figlia del puritanesimo americano. Il tema della corretta condotta morale delle truppe americane diventa talmente puerile di fronte alla disperazione dilagante. E' un mondo diverso dalle lande dello Iowa che si presenta all'americana e la divina Marlene è l'angelo che la conduce in un un mondo sconosciuto, pieno di ferite in cui ci si adatta per sopravvivere. Ottimo film di wilder che, come nei cinque segreti del deserto, offre un finale un po' troppo ottimista per gli sviluppi che poteva prendere, pur rimanendo coerente con lo spirito della commedia.

Goldust  @  13/06/2012 11:02:34
   7½ / 10
Ennesima variazione del classico triangolo amoroso, qui sviluppato sull'insolito ed intrigante sfondo della Berlino post-seconda guerra mondiale. Anche se gli attori sono straordinari e la storia si lascia seguire senza difficoltà non riesco a considerarlo uno dei migliori Wilder perchè il lato comico ha poco mordente. Anche alle soglie dei cinquanta la Dietrich e la Arthur sprigionano ancora un fascino invidiabile!

dave89  @  27/10/2010 00:05:37
   8½ / 10
film molto bello

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Gatsu  @  20/09/2009 14:03:11
   7½ / 10
In una berlino distrutta dalla recente guerra che ha lasciato solo cumuli di macerie, si svolge questa commedia intrigante diretta dal solito e pungente Billy Wilder. La storia è tremendamente coinvolgente

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER contornata da un bianco e nero che sottolinea l'atroce atmosfera della guerra fredda. Qualche somiglianza con "Ninotchka" di Ernst Lubitsch di cui lo stesso Wilder ne fu sceneggiatore. Da non perdere.

Invia una mail all'autore del commento wega  @  24/03/2008 17:14:21
   8 / 10
Era la fine degli anni '40 con un Wilder in pieno vigore artistico, che tra gli anni '40 e gli anni '50 ha saputo mettere a segno un capolavoro dietro l'altro, eppure questo film, come "Stalg 17", perfettamente a cavallo con quella storica decade, è tra i suoi meno riusciti.
Probabilmente il profondo legame del regista ai temi trattati in questi due film, quelli della seconda guerra mondiale tra Germania e America, gli ha impedito quella serena lucidità nella stesura di una sceneggiatura sì ben fatta, ma con qualche enfatizzazione nella sua denuncia sociale sia del fronte americano sia di quello opposto, che ha portato magari a battute un pò compiaciute e fuori controllo.
Si tratta comunque di una bella commedia, come spesso accade nei suoi film un piccolo scambio di identità ed l'equivoco delle situazioni date dall'inconsapevolezza sono parte funzionale della storia, una commedia dai risvolti melodrammatici nell'ultima parte.
Finalmente vedo un film dove la Dietrich non interpreta un personaggio quasi alieno, e la sua prova è straordinaria, con quella sua carica aggressiva che ho visto solo nei lineamenti della Bacall.
Buona prova di tutto il resto del cast, anche se non ne conoscevo uno.

Beefheart  @  25/02/2008 19:16:36
   7 / 10
Tipica commedia alla Billy Wilder, che rilegge il dramma bellico e post-bellico della Berlino occupata, con ironia intellingente e tagliente, grazie a personaggi ed interpreti brillanti e molto capaci che tanto bene scimmiottano l'ipocrisia e la contraddittorietà del benpensante americano. Romantica storia d'amore, denuncia sociale, siparietti comici e tanta maestria cinematografica. Eccezionale la scena, per coreografia e fluidità, del corteggiamento tra il capitano Pringle e la deputatessa Frost, con quest'ultima chiusa all'angolo ed intrappolata tra i cassetti dello schedario, costretta a cedere alle sue avance... Perfettamente a suo agio Marlene Dietrich nei panni della cantante tedesca, ex collaborazionista del reich, Erika Von Schluetow. Storia molto semplice, scorrevole ed apprezzabile. Consigliato.

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