Nel 1980 gli Usa e l'Urss firmano la fine della guerra fredda. Ne deriva una crisi dell'industria degli armamenti, con conseguente disoccupazione e malessere sociale. Negli Stati Uniti, il generale Scott prepara un colpo di stato. Il colonnello Casey, da parte sua, avverte del grave pericolo il Presidente. Prende il via un'inchiesta rapida e rischiosa sulla congiura in atto. In capo a sette giorni le trame segrete vengono svelate e il generale obbligato a dimettersi.
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Semplicemente un ottimo film. Gli si potrebbe contestare l'evidente retorica o la visione troppo semplicistica di una certa politica, che arriva ad avere i contorni di fantapolitica, nonostante un contesto ancora attuale ai nostri giorni. Ma sono obiezioni che lasciano il tempo che trovano, poichè il film di Frankenheimer possiede tutte le carte in regola per essere ricordato, e apprezzato, come un film coinvolgente, appassionato e intriso di speranza. In più, il cast di livello, e relative interpretazioni, lo rendono ancora più interessante ed emozionalmente valido. Da vedere.
Visto oggi questo film fa ancora piu' impressione per quanto attuale. Ovviamente nessun presidente, purtroppo, proporrebbe un disarmamento nucleare lasciando il futuro globale nelle mani delle armi atomiche.
Il soggetto iniziale è molto interessante, soprattutto perche girato in tempi di guerra fredda. e il buon Frankenheimer è uno specialista del genere.
Ma malgrado questo e malgrado il grande cast ho preferito altri film del regista, questo a mio avviso è invecchiato un po' male e mi è risultato un po' pesante.
Dopo "Và e uccidi" ed "Operazione diabolica" concludo la cosiddetta trilogia della paranoia di Frankenheimer con la sua pellicola più riuscita. "Sette giorni a maggio" è un eccellente saggio di fantapolitica sostenuto da una sceneggiatura senza sbavature, che contrappone un generale guerrafondaio ad un colonnello dal forte senso del dovere, sullo sfondo sempre delicato della guerra fredda. Grandi dialoghi e grandi attori non lo fanno sfigurare se paragonato a pellicole simili come "A prova di errore" di Lumet o al più celebre "Dottor Stranamore" di Kubrik.
Altro tassello della "trilogia della paranoia" di Frankenheimer, e' un thriller fantapolitico teso, di ottima fattura e con un cast notevole. Un po' deludente il finale, ma e' abbastanza comprensibile se si colloca il film in un periodo in cui la tensione USA /URSS era ancora elevata e aveva portato ormai allo stremo il sistema nervoso di una nazione.
Bel film di Fantapolitica di Frankenheimer, molto legato all'atmosfera da guerra fredda dei tempi e con un opinione pubblica divisa se concedere o meno aperture verso il cosidetto nemico, evidenziate rispettivamente nella figura del Presidente di stampo progressista e nel conservatorismo dello status quo del capo di stato maggiore impersonato da Lancaster. In effetti sono loro i veri protagonisti del film, a scapito di Douglas, con un duello verbale finale notevole per la tensione che riesce a suscitare. Non siamo ai livelli di Và e uccidi od Operazione diabolica ma pur sempre un buon film.
Superbo thriller fantapolitico, avvincente e ritmato, caratterizzato innanzitutto da un racconto preciso e senza sbavature e sostenuto da una suspense costruita in maniera quasi perfetta. L'incisività dei dialoghi fanno si che non ci sia mai un calo di tensione sebbene siano molte le parti parlate. Eccellenti le prove degli attori, un inquietante Lancaster e un Douglas raramente così misurato. Certo, la retorica che inneggia alla forza della democrazia americana e alla bontà del presidente non manca, ma si deve tener conto che il film uscì in piena Guerra Fredda.
Classico film di fantapolitica diretto da un assoluto maestro del genere. Un film inquietante e ambiguo, in cui spiccano le interpretazioni di grandi attori, il cattivo Lancaster che tenta il colpo di stato e il grande Kirk Douglas che lo sventa. Nel genere fantapolitico il nome di frankenheimer è una garanzia indiscussa.