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Effettivamente certi episodi sono un pò inconcludenti (tipo quello della ricca o quello della matta) però il film mi è piaciuto.
Splendide musiche di Ortolani, cast eccezionale, script di Zavattini, il mito De Sica in regia, per un film di buon livello, che non mi sento di trattare severamente; e poi la Maclaine è bon ae brava.
Molto malinconico (tipo l'episodio con le prostitute), si può anche dire che precorre certi momenti di qualche cult di Verdone (tipo Bianco, rosso e Verdone).
Poteva anche essere migliore, poteva anche essere più cattivo (stile I mostri o Amici miei) ma anche così intrattiene e fa riflettere (e anche la donna stessa, traditrice, fuggiasca, pazzoide, debole, non è che ci faccia bella figura).
Lo promuovo controvoglia, solo perché Shirley MacLaine è a dir poco fantasmagorica. In realtà il film mi è sembrato un campionario di occasioni mancate: con un'attrice simile come protagonista, con un tale cast di supporto e con la premiata coppia De Sica-Zavattini fuori le scene, il risultato sarebbe dovuto essere ben altro che questo scialbo collage di barzellette senza vita. Il primo segmento, con Shirley vedova (in)consolabile, è senz'altro il peggiore, si fa notare quello in cui interpreta una hostess fissata per l'esistenzialismo che stuzzica un eccitatissimo Gassman, o quello in cui cerca di dimostrare il proprio amore al marito scrittore travestendosi dalle sue eroine e venendo scambiata per pazza. Ma in generale il livello è piuttosto basso e il più delle volte si sorride solo grazie alla verve della protagonista. Bellissime musiche di Riz Ortolani.
Ambizioso ma irrisolto, suscita qualche risata per il personaggio bizzarro della casalinga frustata quando immagina di vivere come le eroine dei bestsellers del marito (Lex Barker):metafora dello scrittore che racconta donne che sono l'antitesi della moglie poco appariscente e frustata. Non è male neanche l'episodio dei due amanti provetti suicidi, malgrado un finale a dir poco sconcertante... il limite di questo De Sica che vorrebbe puntare sul riconoscimento della figura femminile e della femminilità, è proprio quello di non riuscire a liberarsi da certi clichè, come dimostrano i dialoghi (spesso risibili) e il modo brusco e assurdo di concludere ogni singolo episodio. In realtà il regista ne azzecca soprattutto uno, quello finale con l'ammiratore timido (M. Caine), ma non è abbastanza comunque. In ogni caso, le performance della McLaine sono prodigiose, e questo sancisce una sufficienza (che forse non si merita) al film