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Kang In-ho si sta recando nella città di Mujin per iniziare il suo nuovo lavoro da insegnante in una scuola di bambini sordomuti. Durante il tragitto, ha un incidente in auto, e così si reca da un meccanico nella zona. Qui incontra Yoo-jin, una ragazza che lavora al Centro Dei Diritti Umani di Mujin. Al suo primo giorno da insegnante, In-ho conosce il preside e il suo fratello gemello, che gli chiedono 50 milioni di won per lavorare nella scuola. In-ho, dopo aver pagato la somma richiesta, inizia finalmente ad insegnare, ma nota presto il comportamento misterioso di tre bambini: Yeon-doo, Yoo-ri e Min-soo. Dopo aver assistito ad insegnanti che punivano i bimbi in modi crudeli, e dopo essersi fatto raccontare mostruosi episodi di violenza sessuale da loro tre, In-ho scopre presto che nella scuola si aggira uno spietato pedofilo. E forse, anche più di uno.
Insieme ad Hansel And Gretel, uno dei film sulla violenza ai minori più belli che mi sia capitato di vedere. Ma al contrario di H&G, Silenced rifiuta i toni fabieschi e i colori accesi, per rimanere attaccato ad una realtà tenebrosa, di una crudeltà inimmaginabile e da cui è impossibile salvarsi o estraniarsi con la fantasia.
La fotografia trasuda bellezza da ogni singolo fotogramma, e i colori freddi e cupi contribuiscono a creare un atmosfera terribilmente malinconica. Gli attori, sia adulti sia i sempre sorprendenti bambini, svolgono il loro ruolo in maniera più che eccellente. Ottima anche la colonna sonora, tra l'altro premiata ad un celebre festival coreano, il Blue Dragon Film Awards.
Il fatto che la storia sia ispirata da un romanzo a sua volta tratto da un fatto realmente accaduto, poi, rende il tutto ancor più straziante.
Un capolavoro, pieno di quella bellezza e quelle emozioni che solo i coreani riescono a trasmettere.