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Esordio di Linklater e Culto per il cinema indipendente USA, uscito nel 1991 e perfettamente complementare a Nervermind dei Nirvana nel raccontare quella generazione X che si affacciava nei primi anni 90! Il paragone non è casuale, non per nulla le ultime parole scritte da Cobain prima di suicidarsi (nella lettera d'addio) assomigliano in modo inquietante all'epitaffio del ragazzo che si riprende in video prima di fare una strage…
Linklater è da sempre un regista forse un po' incompiuto ma decisamente interessante, affascinato dalle tematiche più disparate, qualche anno fa si è cimentato in una delle migliori trasposizioni Dickiane (sicuramente la più fedele) e non per nulla Dick ritorna spesso nelle opere del regista americano, e lo si può notare anche dall'intro con il discorso dello stesso Linklater con il tassista! Qui l'approccio è sperimentale, l'idea alla base del film è di raccontare la generazione X mediante un lungo carosello di personaggi, che si alternano a video uno dopo l'altro, tutti con qualcosa da raccontare… Linklater narra di una generazione pericolosamente al limite tra fallimento, autodistruzione, genialità e flebile voglia di rivalsa…
Girato con un budget inesistente, verboso fino all'eccesso ma gradevolmente surreale, prolisso e spesso fondamentalmente insensato, alterna dialoghi genialmente assurdi ad altre evitabili ma ha un suo fascino dovuto forse ai lunghi piano sequenza o ai vari discorsi deliranti che è possibile ascoltare durante la visione! Cast improvvisato, formato perlopiù da non professionisti ma perfettamente adeguato alla situazione…
Da noi è pressoché sconosciuto ed è un peccato, merita di essere recuperato da ogni amante del cinema indy! Kevin Smith ha sempre candidamente ammesso che Slacker è stata la prima fonte di ispirazione per il suo Clerks, e scusate se è poco!