soldato blu (1970)

Un capolavoro, non potrei definirlo altrimenti. Straordinario atto d'accusa contro un certo pudore sulla rievocazione della storia americana, che si è autoepurata delle cose peggiori come il massacro sistematico dei nativi, nonchè chiaro manifesto antimilitarista contro il Vietnam, ormai nella sua fase finale quando la maggior parte della nazione aveva accettato l'idea che fosse una guerra da abbandonare e che nulla aveva portato agli usa (chiaro in questo binomio pacifismo/militarismo le diverse intenzioni di nativi e soldati federali nella scena finale della battaglia). Il soldato interpretato da Strauss è una sorta di reduce che pian piano comprende, toccandola con mano, la verità che si cela dietro la propaganda patriottica e che sulla propria pelle subisce la deflagrazione dei sentimenti. Evidenti anche i messaggi femministi, resi dalla splendida Candice Bergen nel ruolo di Kathy, audace, impavida, mai sottomessa a nessuna figura maschile, che pensa "fuori" dai classici canoni. Ma oltre i risvolti chiaramenti politici e sociali della pellicola, ciò che colpisce è la forza visiva, il pathos della battaglia finale, la tragedia, la dolcezza dei sentimenti che pian piano affiorano tra Kathy e il giovane soldato. Un film manifesto, seminale, importante, vero e sentito come pochi altri mi sia capitato di vedere ultimamente.

Un film manifesto, basato su eventi realmente accaduti, simbolo in quegli anni dell'ipocrisia e della falsità politica e militare degli Stati Uniti nei confronti dei nativi americani.
Il finale è ovviamente la cosa che rimane impresso per crudeltà e brutalità, ma anche tutto quello che avviene prima sa come rendersi interessante e coinvolgente, grazie alla prova del duo protagonista Candice Bergen e Peter Strauss, nonostante alcuni leggeri intoppi.
Un buon film, meritevole di visione.

Western filo-indiano e femminista che nel finale racconta l'episodio realmente accaduto del massacro di Sand Creek avvenuto nel 1864. Ben fatto, girato bene e con 2 attori in forma ma per me sconta alcuni momenti di stanca. Però quello che si vede alla fine è qualcosa di impressionante anche a distanza di quasi 50 anni; e pensare che molte scene dell'eccidio sono state tagliate e mai più ripresentate, perché alla prima proiezione in pubblico ci fu una rivolta disgustata da parte degli spettatori. Che poi tanto per cambiare nella realtà è successo anche di peggio come dice la voce fuori campo prima della chiusura. Grosso successo qui da noi, arrivò 10° nella classifica cinematografica 1970/71 e fu rieditato nel 1975/76 arrivando 49°.

Enorme atto d'accusa delle efferatezze americane ai danni degli indiani e precisa presa di posizione a favore dei nativi d'america, senza nessuna retorica, e con la potenza delle immagini che raccontano di fatti veri, crudi e brutali. Soprattutto nel devastante finale ci sono scene come pugni allo stomaco: cruenti gli assassini di bambini e donne, vigliaccamente straziate dagli stupri dell'uomo bianco. Il film è tratto da un episodio realmente accaduto conosciuto come il " Massacro di Sand Creek".
Retto da una sceneggiatura essenziale ed efficacissima nel rappresentare l'antagonismo bene/male, bianco/indiano con l'assunzione di due personaggi di sangue americano, l'inquadrato soldato blu Honus e la saggia donna bionda Kathy, come simbolo dei due poli in guerra, è senz'altro un western unico, tecnicamente ineccepibile, che mostra una capacità nel raccontare senza retrocedere di fronte a nulla davvero encomiabile. Spietato e pessimista, è un film di culto da recuperare per ogni amante del viscerale cinema americano degli anni 70.

Detesto i western ma questo è un ottimo film poco da dire.
Recitazione ottima, fotografia molto buona e finale fantastico.

Rivisto dopo anni lascia ancora un pò sconcertati, la sequenza finale è davvero pesante e insostenibile. Da vedere.

Una pagina nera di storia Americana è l'occasione per parlare del selvaggio west dove l'Indiano non rappresenta il nemico da evitare o eliminare ma è un essere umano alla pari dei soldati...è un concetto chiarissimo ma per il genere western è uno dei primi esempi di cinema pro-nativi!
La sequenza finale di estrema crudezza passara' alla storia.
Per il resto non è un film impeccabile che si concentra quasi esclusivamente sulla storia d'amore tra i due protagonisti.
Lo definirei un film "drammatico" piu' che "western"...

Quando è uscito,mio padre (giustamente) si era rifiutato di portarmi al cinema.Così l'ho visto molti anni dopo e devo dire che sono rimasto molto colpito dalla violenza della scena finale.Purtroppo il film è ispirato a fatti reali,anche se i nomi sono cambiati.Tra il massacro iniziale e quello finale c'è il lungo viaggio a piedi della ragazza e del soldatino verso la salvezza (!),durante il quale i 2 imparano a conoscersi e ad apprezzarsi a vicenda.Tra la Bergen,bravina,e Strauss,sufficiente,il migliore è Pleasence,che interpreta il cinico contrabbandiere di armi. Da rimarcare la battuta della Bergen dopo il massacro:"Non preghi ora,soldato blu?".

Uno dei western più crudi e violenti di sempre con diverse scene splatter durante il massacro finale.
La più grande vergogna d'America , il massacro di Sand Creek dove oltre 500 indiani furono uccisi brutalmente.
I due protagonisti (Candice Bergen e Peter Strauss) danno prova con un ottima interpretazione.

Purtroppo la guerra è sempre scritta dai vincitori, e mai dai vinti, e il regista Nelson ci fa capire tante cose che molti, non vogliono farci capire.
E una pietra miliare, c'è poco da dire, in un genere dove gi indiani passano quasi sempre e solo per selvaggi, soldato blu è una delle piccole eccezioni.
A livello di regia siamo sul buono, buona fotografia e paesaggi western incantevoli come sempre, ma a mio avviso tutto questo diventa secondario, il film deve essere visto come una vera e propria denuncia sociale nei confronti delle descriminazioni subite dagli indiani, che ne hanno subite di cotte e di crude da parte del governo americano.
Il finale è violento come pochi, l'esplosione totale della violenza, stupri omicidi teste che partono bambini bruciati, qualcosa d'indescrivibile.
Per fortuna che esiste il cinema, per fortuna che esiste soldato blu, uno dei primi film a cambiare un po la storia della colonizzazione americana.

E'pur vero che tra le 2 parentesi iniziale e finale dei due simmetrici massacri, c'è un film western molto convenzionale (un viaggio, degli incontri, 2 personaggi diversi che si imparano a conoscere). Ho creduto però a questa donna indurita che si intenerisce di fronte a un uomo che riesce ancora ad essere più innocente di lei. Forse altri attori avrebbero reso di più, ma non mi sembra che nessuno abbia rovinato questo bel film. E Kostner sarà stato anche bravo, ma questo film ha 40 anni! Forse senza Vietnam non sarebbe stato così, ma resta un'importante opera di denuncia (e neppure di parte, mi sembra).

Film molto crudo!Bello

Famoso western dalla parte dei nativi, che parte come una vivace commediola per poi dirottare drasticamente focus nell'agghiacciante finale dell'eccidio indiano.
Non sono mai riuscito bene a capire fino a che punto il pentimento ceda il passo ad una rozza ed effettistica rappresentazione drammatica, ma il film di Nelson, seppur non eccelso dal punto di vista cinematografico, resta comunque l'emblema di un America post Vietnam che, imbarazzata e colpevole, ammette le sue colpe. E una delle ultime scene, con Candice Bergen (bravissima!) che fissa sconfitta una distesa di corpi immobili ("Non preghi ora, soldato blu?") vale immensamente più che mille superficiali congetture.
Un film bello e toccante, impossibile da dimenticare.

Un bel film che ci fa calare nelle splendide atmosfere dei villaggi e territori indiani, attraverso una storia interessante tra un uomo e una donna.
Degna di nota e clou del film, la lunga e straziante sequenza finale sulla crudeltà umana. Meravigliosa Candice Bergen

L'epocale sequenza finale del massacro sicuramente rappresenta la parte valida del film.
Per il resto, si possono apprezzare unicamente le buone intenzioni di sincera denuncia; non la messa in scena, non solo convenzionale (che non sarebbe certo un male!), quanto scadente. E mi riferisco in particolare alla rozzezza con cui è descritto il progressivo affetto che si innesca fra i due protagonisti, in maniera molto superficiale e con un coté da romanzo rosa d'appendice piuttosto stonato.
Ho trovato anche inverosimile che una donna come la protagonista (un bel personaggio) possa più che intenerirsi, ma affezionarsi in modo profondo, per questo ingenuo soldatino (interpretato in modo fastidioso).

Noi che riposiamo sotto un sole divenuto esangue, ai nostri uccisi ormai non chiediamo più di strepitare. Abbiamo pagato con il sangue ciò che era nostro, ora lasciateci addormentare. Abbiamo combattuto, ma chi guidò le nostre difese non aveva con sé che un solo soldato senz’armi. Gridate pure: vittoria! Tanto noi non vi udiremo.
E continuate pure ad ammazzarli, i nostri figli, tanto sono già morti.

“Cessate d'uccidere i morti,
Non gridate più, non gridate
Se li volete ancora udire,
Se sperate di non perire.

Hanno l'impercettibile sussurro,
Non fanno più rumore
Del crescere dell'erba,
Lieta dove non passa l'uomo.”


SPOILER

Due massacri, all'inizio ed alla fine del film, motivazioni diverse. Il cosidetto uomo selvaggio stermina una guarnigione di soldati nella sequenza iniziale, il cosidetto uomo civile massacra indiscriminatamente donne e bambini. Non solo li uccide, ma prima pensa bene a mutilarli e stuprare le donne. Dopotutto quando ti definisci uomo civile, a volte ti può scappare la mano.
L'inizio e la fine del film, purtroppo però nel mezzo c'è poco da raccontare: aldilà dell'argomento di denuncia sui massacri ai danni degli indiani (cosa di cui bisogna dare atto a questa pellicola, ci mancherebbe), il film si trascina in maniera piuttosto convenzionale.
Però gli ultimi venti minuti finali, ancora oggi, fanno male sul serio.

devo premettere che non amo il genere western,ma questo"soldato blu",fungendo da western,denuncia gli orrori del governo americano ai danni del popolo indiano,un film che fa capire,tramite sanguinose battaglie,quanto nel mondo regni razzismo e discriminazione.....
è questo,in breve,il messaggio che il regista del film vuol farci capire.....
per quanto riguarda la recitazione,possiamo dire che è più che discreta,la fotografia è molto bella e la regia è piuttosto curata....
la violenza,mai gratuita,è moderata(forse qualcosina nel finale era tagliato)e soprattutto,come detto in precedenza,è a scopo di denuncia e non un mero pretesto per mostrare violenza su violenza...
in sostanza un film che consiglio ad amanti e no del cinema western perchè,lo ripeto,il film si camuffa da western ma in realtà,oltre ad essere una storia d'amore e drammatica,è un film di cruda denuncia....

non male, una specie di film western che poteva essere molto migliore. a volte un po' monotono, ha un finale troppo violento e triste. discrete le interpretazioni.

ottimo film su uno dei temi più scottanti della storia.....grandissime le performance dei protagonisti, buona la regia e la colonna sonora....molto belle le scene delle battaglie, violentissime...........da vedere

Mado'....so' ankora euforiko e ubriako per i "deliri" di domenika notte
( KAMPIONI DEL MONDO !!!!!!! KAMPIONI DEL MONDO !!!!!!! KAMPIONI DEL MONDO !!!!!!! KAMPIONI DEL MONDO !!!!!!!!!!!! )
ma devo trova' la koncentrazione necessaria per skrivere di 'sto film, ke me so' visto ieri by night......ce la farò? Boh, proviamo.......
Premetto ke i western non mi esaltano grankè, ma l'ho voluto vede' lo stesso inkuriosito dalla fama di western abbastanza "sui generis" ke lo akkompagna sin dalla propria uscita al cine......e bhe........non mi è affatto dispiaciuto :-).
La storia è quasi "rivoluzionaria" (gli indiani sono rappresentati kome un popolo civile) e, quindi, very very interessante......le scene di kombattimento sono esaltanti e kon un bel po' di sangue inside (indimentikabile la scena in kui il soldato a kavallo mozza la testa alla squaw !!!!!!!!).......e Candice Bergen........bhe, è a dir poko superlativa !!!!!!!!
Cmq gli "ammollo" solo 7 perkè- kome ho skritto prima- non sono amante del genere ed anke perkè oggi mi sento un po' a "tirkiame" :-)

Si son presi il nostro cuore sotto una coperta scura

sotto una luna morta piccola dormivamo senza paura....


ora i bambini dormono nel letto del Sand Creek.



Fabrizio De Andrè

Infinitamente meglio di Balla Coi Lupi, molto più realistico e molto meno 'americano'. Quasi completamente privo di luoghi comuni, storielle lacrimose e inutili, che non trasferiscono niente se non la noia.
Sulla recitazione si può discutere.

Uno dei motivi che mi hanno portato ad essere tanto squilibrato è probabilmente la visione di film come questo, in tenera età, e nonostante le minacce dei genitori di mandarmi a letto prima...
Colgo qualche frammento dal mio passato di ricordi, e ricordo una strana "lozione di sputo" dell'aristocratica Candice, poco a suo agio tra la polvere e i western.
Ma se devo essere sincero penso che questo film sia abbastanza mediocre, e si salva unicamente per la tardiva rivalutazione storica dei massacri agli indiani (Balla coi lupi di Costner è pero' infinitamente meglio) e per una delle sequenze di stragi piu' efferate e violente della storia del cinema.
Per il resto è probabilmente sopravvalutato, ed è recitato davvero male.
Non ho mai creduto nel talento della signora Bergen, ma Peter Strauss come attore fa sinceramente pena...

Candice una vera icona.... il film, da vedere

La vergognosa "mattanza" indiana ...cruda, impietosa, magniloquente.
Magnifico film, attori mascherati da "hippies" (siamo nel 70'), bellissime musiche e bellissima Candice. Volutamente pretestuoso con messaggio pacifista stile Woodstock incorporato.
Pietra miliare

Un film particolare, che andrebbe analizzato nei diversi punti di vista cinematografici. La regia di Nelson stenta a tratti e la sceneggiatura nuda e cruda può anche irritare (la scena dei bambini con le gambe mozzate è eccessiva). Comunque grande manifesto del politically correct e strepitosa (e divina) Candice Bergen.

Duro e drammatico film del filone 'abbasso i visi pallidi'..