stella regia di Sylvie Verheyde Francia 2008
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stella (2008)

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locandina del film STELLA

Titolo Originale: STELLA

RegiaSylvie Verheyde

InterpretiLeora Barbara, Karole Rocher, Benjamin Biolay, Guillaume Depardieu, Thierry Neuvic

Durata: h 1.42
NazionalitàFrancia 2008
Generedrammatico
Al cinema nel Dicembre 2008

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Trama del film Stella

Francia, 1977. Stella, una ragazzina dei quartieri operai, viene ammessa a frequentare il primo anno di un prestigioso liceo parigino, dove si trova come un pesce fuor d'acqua finché non conosce Gladys, la prima della classe, figlia di ebrei d'Argentina, amica per errore e per fortuna. Prima che Gladys le offra le parole che le mancano, Stella è cresciuta con i testi del juke-box, per casa un rumoroso bar di periferia e per famiglia una schiera di disadattati e alcolisti; presenze fisse (habitués) ma non propriamente mature, tra le quali spicca l'angelo buono (a nulla) di Guillaume Depardieu.

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Voto Visitatori:   7,14 / 10 (22 voti)7,14Grafico
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Voti e commenti su Stella, 22 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Oskarsson88  @  24/04/2021 11:37:46
   7 / 10
Una sorta di cinema veritè moderno questo affresco narrante la storia di una giovane ragazzina sbalzata tra gli ambienti gretti e periferici della sua famiglia e quelli più borghesi della scuola. Manca un po' la consistenza della trama, ha dalla sua però il racconto delicato delle vicissitudini della giovane Stella.

7219415  @  24/04/2021 00:01:09
   6 / 10
A dire la verité non mi ha entusiasmé

kafka62  @  02/02/2018 14:14:35
   7 / 10
Stella ha 11 anni, vive in un piccolo appartamento adiacente al rumoroso bar dei genitori, i quali si accorgono a malapena di lei (alla richiesta di poter dormire da un'amica, la madre risponde "chiedi a tuo padre" ed il padre "chiedi a tua madre"); dalla promiscua frequentazione della pittoresca quanto equivoca clientela scopre affettuose amicizie (l'Alain Bernard di Guillaume Depardieu, alla sua ultima apparizione prima della morte prematura) ma anche insidie pedofile, e comunque perde ogni illusione sul fascino della vita adulta (i tradimenti dei genitori, l'alcolismo, le frequenti risse nel locale); è iscritta in una scuola per ragazzi alto-borghesi in cui si sente fuori posto ma in cui trova anche la sua unica amica e che capisce essere una opportunità irripetibile da sfruttare per il proprio futuro; non è né bella né particolarmente intelligente, si innamora come mille adolescenti della sua età del ragazzo biondo con il quale ha ballato ad una festa di compleanno; ha le sue prime mestruazioni e anche le prime ribellioni violente di fronte a quello che non le piace (picchia la compagna di scuola antipatica, minaccia di sparare all'amante della madre); alla fine dell'anno scolastico è fortunosamente promossa.
Il film della Verheyde è tutto qui: a metà tra il Truffaut de "I quattrocento colpi" (paragone d'obbligo e un po' banale, ma almeno una indiscutibile somiglianza con Antoine Doinel Stella ce l'ha, oltre alla sua difficile vita familiare e al suo ribellismo adolescenziale: la passione per i libri) e l'Assayas de "L'eau froide", la regista francese, in un'ottica che parrebbe autobiografica, mette in scena la sua protagonista con grande sensibilità e capacità di immedesimazione psicologica, una voce fuori campo che per una volta non è fastidiosa, e una rievocazione ambientale (gli anni 70) che prende alla gola con le orecchiabili canzonette di Sheila and B. Devotion, Umberto Tozzi e Eddy Mitchell. Alla fine non c'è nessuna educazione sentimentale da esibire come trofeo, ma solo una abbagliante e vividissima impressione di vita vissuta, che è il pregio maggiore ed il valore aggiunto di questa piccola, ispiratissima pellicola.

Crimson  @  03/12/2012 17:56:31
   7½ / 10
"Una volta, quando ero molto piccolo, mi trovai a giocare nel bosco verso quest'ora. La bambinaia s'era allontanata; io non lo sapevo e credevo di sentirmela ancora vicina. Improvvisamente qualcosa mi costrinse ad alzare gli occhi. Sentii di essere solo. Di colpo ci fu una quiete così profonda. E quando mi guardai intorno, mi sembrò che gli alberi schierati in circolo mi stessero guardando in silenzio. Scoppiai in pianto; mi sentivo abbandonato dai grandi, lasciato in balia delle cose inanimate. Che cosa sarà? Lo sento sovente. Quel silenzio improvviso, come un linguaggio che non possiamo udire?

A quella grande tensione, a quell'indagare un grave mistero, alla responsabilità di scandagliare correlazioni ancora indefinibili della vita aveva potuto reggere solo per un minuto; poi era stato di nuovo sopraffatto dalla sensazione di solitudine e di abbandono che sempre seguiva quando poneva a se stesso eccessive richieste. Sentiva: tutto questo è ancora troppo difficile per me. E i suoi pensieri si rifugiavano in qualcos'altro che era implicito in tutto ciò, ma soltanto nello sfondo e come in agguato: la solitudine.
Dal giardino deserto ogni tanto una foglia veniva a sfiorare volteggiando la finestra illuminata e tracciava una striscia chiara nell'oscurità che pareva ritrarsi e fuggire per rifarsi subito avanti e restare davanti ai vetri immobile come un muro. Quell'oscurità era un mondo a sé. Era calato sulla terra come un'orda di neri nemici e aveva sterminato o cacciato gli uomini, o comunque fosse ne aveva cancellato ogni traccia.
E Törless, così gli pareva, ne era contento. In quel momento non amava gli esseri umani, i grandi e gli adulti. Non li amava mai, quando faceva buio, era abituato a cancellarli dalla sua mente. Allora il mondo gli appariva come una cosa nera e vuota, e nel suo petto c'era un senso d'orrore, come se dovesse cercare stanza per stanza – stanze buie, dove non sapeva che cosa potesse nascondersi negli angoli -, varcare timoroso le soglie che nessun altro avrebbe mai più varcato… finchè in una camera le porte si sarebbero spalancate davanti a lui e richiuse alle sue spalle, ed egli avrebbe visto di fronte a sé la signora di quelle orde nere. E allora si sarebbero chiuse di colpo tutte le porte dov'era passato, e solo lontano, fuori le mura, le ombre dell'oscurità sarebbero rimaste a guardia come neri eunuchi, sventando ogni approccio umano.
Così egli si raffigurava la propria solitudine, dacché l'avevano abbandonato in quel bosco dove aveva pianto così amaramente. Aveva per lui un fascino di una donna e di una cosa disumana. La sentiva come si sente una donna, ma il suo respiro gli serrava il petto, il suo volto era un turbinoso oblio di tutti i volti umani, e i suoi gesti erano brividi che gli scuotevano il corpo. Aveva paura di quella fantasia, perché era conscio della sua perversione segreta, e il pensiero che tali immagini potessero diventare sempre più padrone di lui lo spaventava. Ma lo coglievano proprio quando si credeva più serio e più puro. Forse era una reazione ai momenti in cui egli presentiva altre commozioni che già si preparavano in lui ma che non corrispondevano ancora alla sua età. Perché nello sviluppo di ogni sottile forza morale vi è uno stadio primitivo in cui essa indebolisce l'anima di cui sarà forse un giorno la sua più audace esperienza; quasi che le sue radici dovessero prima affondare a tentoni e sconvolgere il terreno che più tardi esse sosterranno; ed è per questo che i giovani con un grande avvenire possiedono per lo più un passato ricco di umiliazioni."

(Robert Musil, 'I turbamenti del giovane Törless', pagg. 32-33-34, Einaudi editore.)

Stella matura attingendo dalle proprie risorse. Avvalora le proprie percezioni.
Dinanzi ad un contesto che le impone fretta, attende il proprio momento.
Impara a distinguere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato identificando la propria maturazione interiore non con ciò che le risulta vantaggioso, ma che la fa sentire viva.
E' per questo che sequenze come le lacrime dinanzi ad un passo della Duras, i primi dischi ascoltati e memorizzati nel silenzio di una stanza, la condivisione di un panorama con la sua amica autentica (il rispecchiamento nella diversità), spazzano via ogni altra perifrasi sull'adolescenza.
Non c'è nessun attacco al sistema scolastico, né a quello famigliare. Certo le istituzioni sono affrontate e non senza un piglio critico, ma non rappresentano la fonte, bensì la cornice di un individuo, come è lecito che sia.
La regista francese racconta in maniera disomogenea ma pertinente ed efficace. Attribuisce una naturale dignità alla sua protagonista, ed evita di scivolare in patetismi o tragedie.
Cadono di conseguenza, inconsistenti, i paragoni forzati e risaputi con 'I quattrocento colpi'. Come se dietro ogni film sull'adolescenza, per di più francese, ci fosse solo quel modello, ingombrante e ossessionante.

JOKER1926  @  04/01/2012 18:08:20
   4½ / 10
"Stella" è una pellicola che fonda il proprio titolo nel nome della protagonista del film, una giovane bambina.
Il film insomma mette in risalto le vicende di Stella che vive in una famiglia, in un contesto sicuramente non semplice.
Queste vicende, detta tutta, potrebbero esser interessanti se proposte, magari, all'interno di qualche telegiornale del pomeriggio, con tanto di interviste e, si spera, di lieto fine.

Proporre sul grande schermo una storia comune e ordinaria come quella di Stella sa di occasione sprecata, di tempo perso.
Se si va al Cinema il livello contenutistico dovrebbe aver un proprio spessore, nel film di Sylvie Verheyde non accade nulla di tutto ciò.
"Stella" ha un ritmo davvero lento, non riesce mai ad interessare completamente e non decolla mai. L'inconsistenza e l'inconcludenza appaiono, a questo punto, termini più che nobili per fotografare e classificare il film francese.
Basta con queste storie magre!

Clint Eastwood  @  28/12/2010 23:10:47
   8 / 10
Un film molto bello, introspettivo. I 400 colpi al femminile anche se con tematiche ben diverse. Uno dei pochi che analizza egregiamente il periodo d'infanzia nel passaggio all'adolescenza. Gioca sulle emozioni facili, l'ambiente e il contesto storico, in più le musiche scelte con la scena pedofila sicuramente da eliminare perché va oltre le barriere imposte e anche inutile.

Un raro gioiellino.

Ch.Chaplin  @  28/12/2010 21:12:03
   7½ / 10
film non esente da errori o critiche di stile..tuttavia, a parte un po' la banalità con cui vengono trattate le differenze di classe e la stereotipazione dei soggetti sociali inclusi nella raffiguarazione del mondo (sotto)proletario, un buonissimo film. Premio di mezzo voto in più per il delicato tema di fondo.

*-sky-*  @  02/04/2010 23:53:37
   6½ / 10
mha carino..

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER

laconico  @  19/03/2010 02:35:22
   4½ / 10
Ah sì, gli elementi per colpire nel segno c'erano davvero tutti: storia difficile, speculazione sull'infanzia, ambienti torbidi, pedofilia incombente, impulsi giovanilistici, famiglie sbandate...
A mio avviso, però, la freccia manca il bersaglio. La storiella ammicca qua e là, strizza l'occhio alla "new wave" (o "nouvelle vague", se si preferisce). Belli alcuni momenti, ben rimarcati da un'attenta colonna sonora in cui (udite udite) viene persino ripescato Umberto Tozzi con "Ti amo"! Operazione nostalgia. Ma la storia traballa, sbanda, segue un cliché preimpostato e poi... puff... finisce nel nulla. Alla fine rimangono poche belle inquadrature e un quadro desolante che ci fa dire: meno male che i miei genitori non gestivano un bar malfamato! Tutto questo basta per fare un buon film? Secondo me no. De gustibus disputandum non est...

Tuonato  @  01/03/2010 17:52:34
   7 / 10
Stella tira fuori le unghie, ci prova con tutta se stessa a rimanere aggrappata a quel treno su cui viaggiano le sue compagne di classe, quelle che sono nate colla camicia. Vuole cambiare, vorrebbe essere uguale a tutti gli altri.

"Non parlo molto con gli altri
non li guardo, così loro non parlano con me"

Stella corre, corre dietro il sogno d'una vita normale.

"Mi accorgo sempre più d'una cosa
non sò le cose le servono"

Per due esistenze che inevitabilmente si perderanno, ce n'è forse una che si salva, grazie alle sue sole forze. Forza Stella, non smettere di correre.

Film a lieto fine con un messaggio pieno di speranza, costumi e colonna sonora sono sopra le righe. Bravissima la piccola Léora Barbara.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  29/11/2009 10:50:35
   6 / 10
Stella è una ragazzina di 11 anni che vive in un quartiere che soffre del degrado della periferia degli anni '70. Ha la sua opportunità di migliorare entrando in una scuola privata. Il comportamento di Stella dovuto a genitori spesso assenti e troppe volte sopra le righe non la aiuta a rapportarsi con una realtà a lei sconosciuta.
Il film ha molti pregi, dalle interpretazioni degli attori, ai costumi, alla fotografia, ma non riesce a creare un buon impatto emotivo con lo spettatore. Probabilmente a causa dell'eccessiva autoreferenzialità che la regista adotta anche nella scrittura del film.

Burdie  @  14/11/2009 09:00:22
   7 / 10
Un film sopra la media

Ironkarlo  @  07/10/2009 11:28:28
   7½ / 10
bellissimo film, sulla realtà di una bambina poco considerata e già tanto matura.

TheLegend  @  28/09/2009 23:32:54
   7½ / 10
Film carino e profondo che ci racconta uno spaccato di vita di una ragazzina,dei sui problemi nel rapportarsi con gli altri e del suo sentirsi diversa,o forse troppo sola...

Xavier666  @  25/09/2009 12:07:56
   9 / 10
Splendido. Splendida lei ,Leora Barbara , splendide le musiche e la fotografia. Un ritratto intimo e delicato forse autobiografico di un'infanzia e di un'adolescenza che preme per prenderne il posto, personaggi favolosi i genitori, gladys, gli avventori del bar, l'amichetta del nord (altro personaggio tragico). La chanson francese onnipresente nel jukebox del bar, quella struggente Michèle di Gerard Lenorman. Uno dei film più belli degli ultimi tempi. Consigliatissimo.

lukesx  @  11/07/2009 16:32:31
   9 / 10
racconta la vita di una bambina (+adulta che bimba) cresciuta in poverta' che va ad affrontare ogni giorni problematiche scolastiche e non.
Mi ha colpito sopratutto la storia semplice senza colpi di scena che reputo classici da "FILM" .

luca2012  @  12/04/2009 23:33:19
   9 / 10
Bellissimo, da recuperare dato che è passato quasi inosservato.

polbot  @  16/01/2009 10:06:41
   8 / 10
Film davvero misurato e intelligente. E senza doversi strappare i capelli, pure toccante. Complimenti, e lo dice uno assai diffidente d'ogni prodotto francese. Ottima la colonna sonora.

forzalube  @  06/01/2009 02:04:28
   7 / 10
Film nel complesso divertente e gradevole che affronta con l'ironia e la leggerezza tipiche dell'adolescenza anche tematiche non troppo leggere, ma che nell'insieme non risulta particolarmente originale. Ad esempio richiama l'italiano "Caterina va in città".
Sul piano stilistico risultano un po' eccessivi l'uso di una colonna sonora che spesso si sostituisce ai dialoghi e la continua presenza della voce fuori campo della protagonista.

viagem  @  03/01/2009 12:55:58
   7½ / 10
In mezzo a tanti film del periodo con bambine sopra le righe, tipico del cinema indipendente americano, Stella ha il pregio di mostrare una bimba poco ciarliera (è più la voce narrante a parlare che lei), tutti i protagonisti non sono mai esagerati o troppo violenti e questo permette alla storia di essere più credibile e profonda. Ironia e amara realtà si alternano in quello che è il racconto di un'opportunità, data alla protagonista, di uscire dalla situazione di povertà e abbandono in cui si è trovata a crescere sino a quel momento.
Buone prove di Leora Barbara (la bambina) e degli attori dei personaggi del bar, ognuno dei quali riesce a ritagliarsi il suo spazio.
Ottima colonna sonora elettronica e belli i paesaggi della campagna francese profonda. Davvero misurato e ben fatto.

Cuba  @  30/12/2008 00:44:55
   7½ / 10
Vale veramente la pena vedere questo film francese che racconta l'infanzia della piccola Stella...la regista non è Truffaut ma qualcosa di questa pellicola può ricordare i 400 colpi in versione femminile. Il film ci racconta del difficile percorso di crescita di una bambina sola che non ha riferimenti educativi stabili. Bravi gli attori ed anche la giovane Leora Barbara che sel a cava in una parte non semplice...vedere Il figlio di Gerard Depardeau, Guillaime, nel suo ultimo lavoro prima della prematura morte mi ha commosso. Consigliato.

Gruppo REDAZIONE maremare  @  09/12/2008 12:53:55
   6½ / 10
Il film alterna momenti di bel cinema e una accurata analisi psicologica del personaggio principale, ad altri compiaciuti ed ombelicali, coi personaggi di contorno relegati per lo più al ruolo di macchiette.
Il sintomo della parziale riuscita sembra risiedere nell'ambientazione storica (postsessantotto) assolutamente non giustificata se non per un intento autobiografico. L'ambientazione ai giorni nostri, in fondo, avrebbe giustificato maggiormente il degrado morale e culturale in cui si trova a vivere Stella.
Insomma, per temi e contenuti, un prodotto che avrebbe reso maggiormente se condensato nella durata tipica del mediometraggio.

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