storia di piera regia di Marco Ferreri Italia, Germania, Francia 1983
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storia di piera (1983)

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locandina del film STORIA DI PIERA

Titolo Originale: STORIA DI PIERA

RegiaMarco Ferreri

InterpretiHanna Schygulla, Marcello Mastroianni, Isabelle Huppert, Bettina Grühn, Maurizio Donadoni

Durata: h 1.45
NazionalitàItalia, Germania, Francia 1983
Generedrammatico
Al cinema nell'Aprile 1983

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Trama del film Storia di piera

Il padre è impegnato in politica, la madre è una candida ninfomane che va dove la portano i sensi. La piccola Piera cresce sballottata tra gli spaesamenti del padre (innamoratissimo della moglie, ma angosciato dal suo comportamento) e le scorribande sessuali della madre. I genitori finiscono entrambi in manicomio, e la figlia, a sorpresa, diventa attrice.

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Voto Visitatori:   6,50 / 10 (7 voti)6,50Grafico
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Voti e commenti su Storia di piera, 7 opinioni inserite

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topsecret  @  17/02/2021 20:55:21
   6 / 10
Tratto dall'omonimo libro-intervista di Dacia Maraini e Piera Degli Esposti, il film diretto da Ferreri non è tra i più inguardabili nella sua filmografia, anche se a tratti quella di Piera è una storiaccia, ma è forse destinato a un pubblico più aperto a certe dinamiche e più abituato allo stile del regista e che certamente ne sanno apprezzare lo spirito e l'essenza di cui era portatore.
Personalmente non lo rivedrei perchè non mi ha particolarmente colpito, ma ammetto che ha dei momenti abbastanza intensi e caratterizzati da una certa forza visiva ed emozionale.
Il cast mi è sembrato ben inserito nel contesto.

Woodman  @  29/08/2013 19:17:23
   7 / 10
In assoluto fra i più opachi film di Ferreri da me visti. Il suo grottesco intelligente è un marchio di fabbrica mai abbandonato. Qui la provocazione, il disturbo, la materia scabrosa e il divertimento ci sono tutti. Ma è un film nel complesso molle, deboluccio, alla lunga stancante.
Nel reparto recitativo troviamo grandi nomi ma nemmeno Mastroianni, che tanto mi era piaciuto nel superbo "Ciao maschio", è incisivo.
Il fatto curioso è che Ferreri confezioni le sue opere come allo stesso modo fanno gli pseudo registucoli di commedie a lui contemporanei. Questo evidenzia come i suoi prodotti siano affascinanti. C'è grande menefreghismo per quelle che sono le "cornici", sacrificate in nome della pienezza robusta dei dissacranti, sconvolgenti contenuti. Qui perfino i contenuti sono flosci, appiattiti. E il film solo in parte è riscattato dalla sana e gustosa bellezza della luminosissima Isabelle Huppert.

Rimane comunque un ennesimo film azzurro e malinconico, spruzzato di vaga critica sociale e belle facce. Compare Loredana Bertè. A parte il finale poche altre scene intense.

Un film minore.

Gruppo REDAZIONE amterme63  @  10/09/2010 12:36:39
   7 / 10
E' senz'altro il film più coraggioso di Ferreri, quello che più facilmente può essere frainteso.
Fin dai primi film Ferreri ha sempre disegnato modelli di convivenza civile, in genere astraendo dalla realtà e proponendo modelli che riflettevano gli umori del presente o i disegni per un probabile futuro. Questo film in particolare si situa nella temperie culturale degli inizi degli anni '80, nel momento di massima intensità del movimento di liberazione etica individuale, prima dell'arrivo dell'ondata moralizzatrice che stiamo vivendo tuttora. Il disegno/desiderio di poter vivere ed esprimere nella massima libertà tutto quello che è amore pacifico e conseziente, calore e contatto umano, senza prigionie di legami sociali o rigide norme morali arrivò allora al punto di poter immaginare una storia in cui pedofilia e incesto potessero essere visti come qualcosa di normale e non negativo.
Questo film disegna una piccola utopia di nuova "famiglia" o vita affettiva in cui non ci siano divieti di nessun genere all'amore, purché sia voluto e partecipato. Si vuole dimostrare che c'è amore, sentimento, coinvolgimento molto forte anche nella scoperta dell'eros da parte di un(a) adolescente nel suo rapporto con il mondo degli adulti, come pure il legame affettivo molto forte e sentito nei confronti dei genitori che non conosce alcun tipo di barriera.
L'accento è sulla parte sentimentale interiore, infatti in tutto il film non c'è nessuna scena scabrosa, morbosa e non è assolutamente un film volgare o disgustoso. Anzi è un film a volte molto delicato e intenso.
Il limite più evidente è l'astrazione quasi completa dalla realtà. La storia si svolge come fosse reale (è addirittura ambientata a Sabaudia) ma in verità taglia quasi tutto quello che è spiacevole o contrario. Il fatto è che una vicenda del genere non avrebbe mai potuto svolgersi in maniera così pacifica e tollerata. Assolutamente. E' ovvio che tale esclusione del negativo è voluta, è come poter osservare un esperimento in vitro per dimostrare che può esistere e svolgersi se non gli si pone ostacoli.
La storia è tratta da un libro scritto da Dacia Maraini e da Piera degli Esposti (mica persone qualunque!) ed è tradotto su pellicola con stile francese (non va dimenticato che Ferreri è il più "francese" dei registi italiani della fine del XX secolo). Questo stile prevede di seguire gli avvenimenti dal punto di vista dei sentimentali interiori dei personaggi, astraendo da tempo, luogo e azione. Si assiste ad una serie di fatti banali, a volte insignificanti che si succedono senza apparenti legami logici fra di loro. La progressione è dettata esclusivamente dalla conoscenza e dall'espressione di sentimenti. Noi del 2010 abbiamo perso l'abitudine a questo metodo di rappresentazione basato sull'interiorità e quindi facilmente ci si smarrisce, ci si annoia e non si raccoglie niente da ciò che vediamo.

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La recitazione di Hanna Schygulla e Isabelle Huppert non mi è piaciuta molto, devo dire. Non danno molto pathos ai personaggi, vivono trasognate e distaccate. E' comunque una caratteristica dei film di Ferreri. Bravo come al solito Mas*****nni nell'umanizzare molto il suo personaggio.
Bellissimo è il disegno scenico che viene dato ad ogni inquadratura. C'è un senso dello spazio notevole e che colpisce molto. Decisamente molto bello questo aspetto del film.
Per il resto si tratta di un opera che oggi sarebbe improponibile.

paride_86  @  07/10/2008 00:40:16
   6½ / 10
Una storia difficilissima da affrontare cinematograficamente. Ne è uscito un film onesto e crudo, privo di espedienti narrativi. Disturbante ma commovente. Ottimi la Schygulla e Mas*****nni, un po' sottotono Isabelle Huppert.

Beefheart  @  22/07/2007 15:15:09
   5½ / 10
Un film disturbante, grottesco e deviato, in pieno stile Ferreri, purtroppo non privo di difetti. La storia vede la protagonista Piera crescere in una famiglia border-line, con una madre squilibrata e ninfomane ed un padre frustrato, passivo e provato dalla vita. Sin da piccola non potrà fare altro che condividere e tentare di gestire il degenero casalingo che la accompagnerà sino all'età adulta. Probabilmente nelle intenzioni del regista c'era il ritratto di una realtà femminile libera e anti-conformista, minacciosa ma intraprendente, folle ma vitale; all'atto pratico, fatta salva l'originalità del soggetto, il tutto si rivela abbastanza contorto, non linearissimo, visivamente volgare e, a livello concettuale, esageratamente scabroso; ma soprattutto pessimamente recitato, soprattutto nella prima parte, nonostante l'ottimo cast. Non è da buttare ma nemmeno imperdibile.

Guy Picciotto  @  21/07/2007 12:24:24
   7½ / 10
L'ultimo bel film di Ferreri, dopo non ne azzecchera più nemmeno uno. Atmosfera quasi mitica, che si snoda tra piazze vuote ed assolate, spiagge desolate, corpi femminili visceralmente nudi, aleggia sopra tutto il ricordo rarefatto e poetico dell'infanzia e dell'adolescenza, buono lo scavo psicologico sulla natura femminile, tra perversioni ed eccentricità come Ferreri ci ha sempre abituato.
Mas*****nni e la Schygulla sempre grandi come sempre e una Isabelle Huppert che già valeva tanto.
Un film da riscoprire

1 risposta al commento
Ultima risposta 02/08/2007 19.36.02
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  12/04/2007 23:23:09
   6 / 10
Dal libro autobiografico sull'attrice Piera Degli Esposti, scritto da Dacia Maraini, Ferreri ricava un film che cerca stancamente di elevarsi tra morbosità provinciale psicanalisi e femminismo, ma il suo torbido incantesimo finisce sempre per spezzarsi, ed è decisamente uno dei film meno persuasivi dell'autore.
Merita la sufficienza, comunque, per le ottime interpreti

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