suspiria regia di Dario Argento Italia, Germania 1977
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suspiria (1977)

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locandina del film SUSPIRIA

Titolo Originale: SUSPIRIA

RegiaDario Argento

InterpretiJessica Harper, Stefania Casini, Flavio Bucci, Miguel Bosé, Barbara Magnolfi, Susanna Javicoli, Eva Axén, Udo Kier, Alida Valli, Joan Bennett, Renato Scarpa

Durata: h 1,38
NazionalitàItalia, Germania 1977
Generehorror
Al cinema nel Febbraio 1977

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Trama del film Suspiria

Suzy Bannon, una ragazza americana, arriva in Germania per iscriversi ad una famosa scuola di danza, ma la sera del suo arrivo, sotto una pioggia implacabile, accade qualcosa di strano...

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Voti e commenti su Suspiria, 333 opinioni inserite

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Gruppo COLLABORATORI SENIOR jack_torrence  @  17/01/2012 16:39:57
   7½ / 10
Uno spettacolo circense costantemente in bilico tra ridicolo e ipnotico.
Se ritenessimo imprescindibile, in un film, la logica narrativa, dovremmo bocciarlo. Solo chi ritenesse che i vincoli imposti dalle più elementari regole della narrazione possono essere sciolti quasi completamente, può permettersi di considerarlo un capolavoro.

Apprezzo "Suspiria" perché, con una massiccia dose di anarchia punk (non so se c'è qualcuno che abbia già definito "Suspiria" un film punk...), se ne frega altamente delle convenzioni e dei canoni, anche a costo di scivolare in goffe banalità.
L'apparato scenico è ridondante, barocco; si rimane confusi notando la perizia con cui sono curate luci e scenografie, a fronte di una direzione degli attori da recita scolastica.
Non conosco film più squilibrato e disarmonico di "Suspiria", ma credo che occorra riconoscere come vi sia qualcosa di geniale nella libertà con cui il suo regista ha ritenuto di sbizzarrirsi con gli effetti "gotici". Il film possiede un'originalità molto, molto tipizzata - pur con debiti marcati verso il Polanski di "Rosemary's Baby" e soprattutto verso Mario Bava, nell'uso del colore.
Le atmosfere "malate" della scuola di danza di "Suspiria" non smettono di lasciare echi nel cinema, si pensi a "Il cigno nero".

Le paranoie su cui Argento fa leva, scaturiscono da paure elementari che hanno radici nell'infanzia e nella prima adolescenza: sono paranoie archetipiche come la paura del buio, che corredano la fondamentale paura dell'ignoto. Sono quelle esaltate dagli spazi estranei, nascosti e sconosciuti dei grandi complessi residenziali urbani: chi di noi, smarrendosi in un edificio, non ha mai provato una vertigine che è il corrispettivo del "perturbante" in un'opera d'arte? Argento, con il suo parossismo sensoriale, fa entrare in risonanza paure elementari, ed esalta i meccanismi "panici" del panico (finendo, talvolta per farli girare a vuoto).

"Suspiria" vorrebbe anche essere una fiaba moderna (la cui resa contenutistica è - a esser buoni - zoppicante). La bambina e il labirinto: all'inizio inconsapevole dei mali che vi si celano (in qualche modo, allegorie dei vizi mondani), non può più uscirne senza averne sconfitto il mostro (ecco una giustificazione del perché non ne scappi). L'aiuterà il candore e la sua virginale purezza.

Il labirinto: non la casa stregata, non la dimora gotica. E' alla figura archetipica del labirinto infatti che alludono le scenografie, i motivi ornamentali, i corridoi ricurvi, i passaggi segreti, i pertugi, i trabocchetti...

Argento eccede nel grottesco (i vari componenti della servitù) e pecca sempre per difetto: anche se qui ha un suo stile, non possiede l'arte di nobilitare e valorizzare intuizioni che rende grevi. Tuttavia, diversi momenti/frammenti sono obiettivamente memorabili: e più di tutto, probabilmente, l'intuizione scenica che sta alla base della sequenza notturna nella Konigsplatz (appesantita dalla ridondanza: avrebbe dovuto essere scorciata).

3 risposte al commento
Ultima risposta 26/01/2012 22.05.01
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