take shelter regia di Jeff Nichols USA 2011
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take shelter (2011)

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locandina del film TAKE SHELTER

Titolo Originale: TAKE SHELTER

RegiaJeff Nichols

InterpretiMichael Shannon, Jessica Chastain, Katy Mixon, Shea Whigham, Kathy Baker

Durata: h 2.00
NazionalitàUSA 2011
Generedrammatico
Al cinema nel Giugno 2012

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Trama del film Take shelter

Curtis LaForche è un uomo che farebbe tutto per sua moglie Samantha e la loro piccola bambina. Da alcuni giorni l'uomo soffre di incubi notturni, in cui una tempesta di proporzioni bibliche si abbatte sulla sua casa e mette in pericolo i suoi cari. Sempre più ossessionato da oscure minacce incombenti, Curtis decide di costruire sotto terra un rifugio anti uragano in grado di tenere al sicuro ognuno di loro. Ma gli incubi non scompaiono, anzi ben presto si trasformano in vere e proprie allucinazioni. La paranoia si trasforma in schizofrenia, finché il terrore di una catastrofe imminente non sopraffà la sua mente sconvolta...

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Voto Visitatori:   7,19 / 10 (81 voti)7,19Grafico
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Voti e commenti su Take shelter, 81 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Ceppetto  @  20/04/2020 23:02:38
   2 / 10
Con questo film, la cui tensione creata è inenarrabile, sono riuscito ad addormentarmi 3 volte, quindi l'ho visto in circa 1 ora (mandando avanti 1h). Che dire... Orrido!! Non perché sia fatto male... Ma perché ha una pochezza di fantasia e di intenti che ho visto raramente! Noiosissimo

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10 risposte al commento
Ultima risposta 19/08/2022 19.36.05
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deliver  @  09/08/2016 14:54:39
   7 / 10
Non capisco coloro i quali vorrebbero vedere in questo film una sorta di manifesto contro le "psicosi collettive" e la paura del diverso. Take Shelter non è niente di ciò, Take Shelter casomai si posiziona sul versante opposto e mai come adesso riesce ad essere un film profondamente attuale:
la domanda di partenza è proprio questa. E se chi avesse paura in fondo non si sbagliasse ? E se i nostri timori fossero esatti ? E se il bisogno di sentirsi protetti e al sicuro fosse un bisogno pronto a diventare necessità di fronte al pericolo vero ?
Nichols vuole metterci in guardia, e lo fa in modo sottile e intelligente: coloro i quali predicano contro la retorica, a loro volta scadono nella retorica.
Siamo abituati alla crocifissione mediatica di chi paventando sciagure e pericoli viene preso per pazzo, per un manipolatore o per un anti-moderno. Non siamo abituati però all'eventualità che le circostanze ci impongano di dare ragione a tali previsioni.
A questo mondo esiste la Paura così come esistono cose di cui c'è da aver paura (retorica a parte).

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Ultima risposta 09/08/2016 21.04.31
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Overfilm  @  08/03/2016 12:33:45
   8 / 10
In primis: grande prova di Michael Shannon.
Il film ha un qualcosa di Melancholia (ma quest'ultimo dal punto di vista della fotografia e non solo era superiore) e senz'altro merita di esser premiato con un ottimo voto.
Il colpo di coda sorprende un po' visto che tutti i pezzetti del puzzle sembravano aver trovato la giusta collocazione.
Ottimo.

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Ultima risposta 28/06/2016 17.47.10
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hghgg  @  23/10/2014 01:40:25
   7½ / 10
Nel commentare qui questo film mi sono crogiolato nell'indecisione su quale valutazione assegnare; ero quasi tentato di dare "8" che per me vuol dire "grande film" ma alla fine ho deciso che nel complesso mezzo voto in meno, ossia "bel film" e basta, che comunque non è poco, sarebbe stata la valutazione più giusta.

Peccato però perché questo "Take Shelter" aveva le premesse per possedere quel qualcosa in più ma l'ingranaggio nella parte centrale si è un poco inceppato; dettagli alla fine che non ledono il valore del film, secondo lavoro del bravo Jeff Nichols che certo non sarà mai ricordato come un genio del cinema ma diavolo ci sa fare, sia come regista che come autore.

Questo suo secondo lungometraggio è indubbiamente il suo film meno classico, il più ambizioso e il più complesso tra quelli da lui diretti fino ad ora, ed è un flm molto ben girato e recitato e nel complesso ben scritto, con una sceneggiatura che apre a più interpretazioni e possibili analisi degli avvenimenti, ma che purtroppo pecca in un'eccessiva dilatazione della narrazione che da metà film attraversa fasi di stagnazione che portano ad un ritmo eccessivamente lento e statico per il modo in cui la storia va sviluppandosi; insomma è un difetto di Nichols che si riscontra anche nel successivo "Mud", fosse durato mezz'ora in meno sarebbe stato ancora migliore, questo regista ha uno stile, sia come sceneggiatore che dietro alla mdp, che lo porta a diluire eccessivamente storie che avrebbero bisogno di più "secchezza" nell'essere raccontate, di maggior concisione, a mio avviso ciò renderebbe più efficace e matura l'abilità già indubbia (ma forse un pochino acerba ?) di Nichols di raccontare, scrivere e dirigere con abilità le sue storie.

Tolto il poco interesse che il film può suscitare nello spettatore nei 30-35 minuti che precedono l'ultima mezz'ora, il risultato finale resta validissimo sebbene un po' banale, o meglio non particolarmente originale e geniale; ma in fondo la forza di Nichols è anche questa, può essere scontato e un poco telefonato a volte ma è dannatamente abile a rendere il tutto credibile ed efficace, come nel caso del finale di questo film che è davvero bellissimo, emozionante, potente, una sequenza scenicamente indimenticabile, registicamente memorabile; magari uno un po' se lo aspettava, non è originalissimo, ma è un finale di grande forza espressiva che dimostra tutto il talento da regista di Nichols. Un'ultima sequenza che ho trovato davvero splendida, da applausi.

Ma ci sono altre scene davvero degne di nota nella regia, nelle interpretazioni dei due protagonisti e nella sceneggiatura. Molto buona anche la fotografia e la caratterizzazione dei personaggi che d'altronde è una delle specialità di questo regista.

Nichols ci regala, nel suo film più coraggioso e "libero", alcune sequenze allucinate e oniriche notevoli, tutte infilate nei sogni del protagonista: le visioni delle tempeste e la scena dei mobili che si alzano da terra e restano sospesi in aria sono esempi perfetti. In mezzo a ciò, il tema centrale della famiglia e la storia di un uomo che convive con i dubbi nati dalle sue visioni: abilità premonitorie o malattia mentale ? Scontri con se stesso, con il suo passato familiare (la bella e importante scena del protagonista che va a trovare sua madre è un passaggio chiave del film) con un equilibrio sempre più in bilico e una verità lasciata sul filo del rasoio cosi che nemmeno lo spettatore possa definirla del tutto e sia libero di interpretare in più modi ciò che ha visto, finale aperto compreso, con l'immagine della grande tempesta (probabilmente reale, a quel punto) realmente in arrivo; lo ripeto, un finale potente ed emozionante tra l'altro preceduto da venti minuti finali davvero eccellenti che risollevano le sorti di un film che aveva iniziato un po' a perdere qualche colpo.

La sceneggiatura nell'analizzare tutte queste situazioni resta comunque lineare e riesce a non incantarsi su se stessa a dimostrazione che Nichols potrà magari essere ancora acerbo per certi aspetti ma di sicuro oltre ad essere un bravo regista i film li sa anche scrivere bene.

Infine un applauso dovutissimo ad uno strepitoso Michael Shannon e ad una bravissima Jessica Chastain entrambi credibili, in parte, e davvero davvero convincenti. Shannon poi cattura lo spettatore dal primo all'ultimo minuto di film con i suoi sguardi, i suoi dialoghi misurati, la sua perfetta interpretazione del conflitto interiore del protagonista, delle sue paure e delle sue difficoltà. Una prova senza sbavature la sua, eccezionale.

Davvero un bel film quindi, Nichols secondo me in futuro potrà fare ancora di meglio dopo questo e "Mud" (e "Shotgun Stories" che purtroppo non ho ancora visto), il talento c'è tutto.

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Ultima risposta 23/10/2014 13.58.37
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Seida  @  21/01/2013 10:58:17
   4 / 10
Quale caratteristiche deve avere un film per essere considerato un capolavoro?La lentezza??In questo film la lentezza è angosciante..quasi come gli incubi del protagonista.La trama tra l'altro mi è sembrata piatta e ripetitiva.Un classico thriller psicologico a piu interpretazioni che consideri un capolavoro o una boiata.Io appartengo alla seconda categoria.

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Ultima risposta 21/12/2014 03.30.27
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maitton  @  10/01/2013 12:20:45
   8 / 10
shannon sembra proprio essere portato per questi ruoli (vedi anche Bug, di friedkin), ha una capacita'unica nel trasmettere ansia e angoscia.
il punto di forza di questo film, secondo me, e'proprio la regia, che ho trovato veramente molto, molto bella sin dalle primissime scene.
questo fa in modo che anche la durata, leggermente eccessiva, non risulti alla fine troppo deleteria per il film.
mezzo voto in piu' per il finale, uno dei piu'belli mai visti.
emotivamente coinvolgente e toccante il rapporto tra il protagonista e la propria famiglia.

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Ultima risposta 19/02/2013 18.20.39
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Skorpio  @  21/07/2012 16:50:22
   9½ / 10
Siamo nel 2012, e tira un vento di tempesta.
Nel film questa tempesta vive nei sogni, o negli incubi, di un americano di provincia, un uomo medio e tranquillo, che tutto vorrebbe tranne che diventare "speciale". Ma agli incubi non si comanda, e quando diventano ossessivi, la linea tra realtà, sogno e preveggenza non sembra più distinguibile.
Un film questo in cui molte linee sembrano venir messe in discussione. Il confine tra ragionevole preoccupazione e schizofrenia, ad esempio, ma anche quello tra fiducia e discriminazione. O tra chi sente e ripete un dato di realtà acquisito e condiviso e chi ne sente e vede un altro, apparentemente folle, eppure più vivido di ogni altra cosa. Ancora, e forse più a fondo di ogni altro, il limite tra chi è "normale" nei suoi sogni, nelle sue paure e nei suoi comportamenti, e chi normale non riesce più ad esserlo, e si trova a dover decidere tra ciò che *sente* essere un pericolo incombente ma al tempo stesso appare completamente irreale – e ciò che per tutti gli altri è consuetudine, è affidabilità, è sanità mentale.

Se un individuo inizia ad avere delle motivazioni non "socialmente accettate" per temere qualcosa, e agisce di conseguenza, viene preso per matto dalla comunità che lo circonda. Il processo in sé è palese e anche condivisibile, ma allora, il fatto che la tempesta poi arrivi O non arrivi è quel che decide se era matto o no?
E ancora, se poi la tempesta arriva, e lui matto non è ma un "profeta", d'improvviso sono matti tutti gli altri, che invece di costruirsi rifugi lavoravano, facevano shopping con o senza carte di credito e si riunivano a cene del Lion's per "fare qualcosa di normale"?
In questi termini l'angoscia del disastro globale che monta di questi tempi, aldilà dei Maya e di varie profezie occasionali, si legge anche come una crescente e sempre più diffusa sensazione che il sistema di vita in cui abbiamo finora giocato "secondo le regole" sta andando in frantumi, politicamente ed economicamente, e che sempre più persone ne annunciano il tonfo come una vera e propria catastrofe di proporzioni bibliche - con o senza tsunami. E quindi forse il senso del film filtra anche metaforicamente su questo livello, in cui ci si può domandare se siano tutti "paranoici" quelli che avvertono che il danaro stampato dalle banche è solo un sistema di debito, e che questo sistema sta collassando con tutti gli stati che ne sono diventati schiavi, e che forse il botto sarà pesante.

Ed ecco che Curtis si trova fiondato in questa terra di nessuno, a cavallo tra visioni terrificanti e scelte quotidiane, tra la possibilità di salvare chi ama da una catastrofe e quella di essere, semplicemente, malato di mente.
Su questa linea sottile muove i suoi passi per tutta la vicenda, senza davvero decidere da che parte stare. Chiede aiuto a dottori e psichiatri, ma investe ogni suo risparmio per costruire un rifugio, mettendo in gioco la sua dignità, il suo lavoro, ogni cosa.

Nel sostegno di sua moglie egli giocherà le sue ultime carte, un sostegno senza cui null'altro avrebbe senso per lui. E che sia per decidere come curarsi o se ciò che vede è reale, fino alla fine, solo l'ok di Samantha conta davvero.

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Ultima risposta 19/02/2013 18.25.54
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR oh dae-soo  @  15/07/2012 18:42:09
   8½ / 10
leggeri spoiler

Ognuno ha la propria Melancholia.
Ognuno di noi aspetta la propria fine, cerca di immaginarsela, ne è allo stesso tempo attratto ed impaurito.
E ognuno di noi ha due modi per affrontarla, restarne in balia o cercare di eluderla, rifugiarsi.
La Melancholia di Curtis è una tempesta perfetta, un tornado devastante, una santabarbara del cielo pronta a distruggere ed eliminare ogni cosa trovi nel suo cammino.
E Curtis ha deciso di combatterla, di costruirsi un proprio rifugio per salvare sè e la propria famiglia.
Ma quella Melancholia, la sua personale Melancholia è soltanto frutto della sua immaginazione? O no?
Apparentemente Take Shelter potrebbe apparire come un film sulla follia, tematica abusata ma sempre tremendamente affascinante, ma in realtà credo che l'istanza principale sia ancora più delicata e complessa, la paura di morire. Quello di Curtis è il tipico comportamento dell'ipocondriaco grave, Curtis è convinto che arriverà quel tornado come l'ipocondriaco è convinto che in qualsiasi momento lo possa colpire una malattia grave. Non è un caso, portando avanti questo paragone, che l'ipocondriaco sia definito malato immaginario (ne approfitto, vista la tematica, per ricordare ancora una volta l'immenso Synecdoche New York) perchè è proprio questo l'asse portante narrativo del film, Curtis è un malato immaginario? Le sue visioni, i suoi sogni sono solo visioni o pre-visioni della "malattia" che teme, una malattia tremendamente reale?
Strepitoso il cast. Shannon è uno dei 5 migliori giovani attori di Hollywood, anche se qua deve riuscire a far dimenticare un doppiaggio italiano a mio modo di vedere imbarazzante (solo il suo, per il resto buono). La Chastain si conferma dopo The Help e l'attrice bambina fa più volte breccia nel cuore dello spettatore per una dolcezza infinita acuita dalla condizione di sordomutismo che la affligge.
Importantissima la coesione dei tre perchè il senso di amore famigliare che il film trasmette è grandioso. L'abbraccio tra lui, lei e la bambina dopo la sfuriata alla cena (magnifica scena, argh, mannaggia sto doppiaggio...) o l'accenno di intesa che si danno i due genitori nel magnifico ancorchè misterioso finale sono due momenti di altissima fattura in tal senso.
Splendida la figura di Samantha, una donna fortissima che più vede scivolar via il marito, più comincia a dubitare sulla sua salute mentale più però continua ad amarlo e, paradossalmente, a credergli.
La superba scena del primo tornado, quello che costringe la famiglia a rifugiarsi (take shelter) è come se rappresentasse un atto d'amore di lei verso di lui, un accompagnarlo per mano nella sua malattia e poi (con la sequenza della chiave) aiutarlo ad uscirne. E poco importa in quel momento se quella che pareva una malattia terminale era poco più di un raffreddore, Curtis doveva sublimare tutta l'attesa, tutti i preparativi, tutto il lavoro fisico e mentale fatto fino ad allora. Quel cielo terso era un'anima tersa, un'anima senza più nuvole (ah, tra l'altro magnifica la fotografia, il film ha picchi visivamente altissimi come la scena dei fulmini).
Ed ecco che arriva la beffa, il colpo di coda che allo stesso tempo è valore aggiunto del film ma anche sua possibile crepa.
Il cerchio si era chiuso, la pellicola narrativamente aveva finito il suo percorso. E lo aveva fatto in maniera perfetta.Perchè quel finale?

Torniamo al principio.

Cos'era la Melancholia di Curtis?
Una fine personale o collettiva?
La metafora di un malessere o un evento tremendamente reale?
Curtis guarda sua moglie, sua moglie guarda Curtis.
Il cenno è d'intesa.
Che sia vero o immaginario non importa.
Che sia lieve o devastante, che sia un raffreddore o una malattia terminale non importa.
Quel che conta è che lo si affronti insieme.
Tanto il rifugio già lo conosciamo.
Bisogna solo entrarci.

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Ultima risposta 17/07/2012 13.01.18
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barone_rosso  @  15/07/2012 16:04:56
   4½ / 10
Il film parte talmente bene che stavo per dargli 8. Peccato che poi si trascini per due ore con scene esattamente identiche, non un fatto rilevante, non un contenuto, sempre lo stesso concetto ripetuto infinite volte...

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Ultima risposta 21/12/2014 03.34.34
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-Uskebasi-  @  15/07/2012 12:41:08
   8 / 10
COMMENTO SPOILEROSO

Come può la cosa più bella del film essere allo stesso tempo l'unica modificabile per migliorarlo? Sto parlando del finale. Non doveva essere così interpretativo, e aveva tante possibilità concrete per essere eccezionale, bastava un dettaglio.
Ad esempio c'erano 2 finali opposti entrambi stupendi. Il primo è che madre e figlia si fossero messe d'accordo per vedere un'ipotetico tornado che non esiste, così da porre fine all'ossessione di Curtis; ma non ci sono elementi per dire che è così. Il secondo è che il tornado ci sia veramente e loro, senza rifugio, al mare sono destinati a morire; ma anche qua non ci sono elementi.
Finisce che il tornado sembra esserci realmente, tutti e 3 lo vedono, ma quindi? Sono al mare, possono scappare, e non sappiamo nemmeno quanto dista dal loro paese. La previsione di Curtis era comunque sbagliata.
Mah... ho l'amaro in bocca, ma aumento il voto di mezzo punto perché forse non ho colto qualcosa io.
Shannon e la Chastain giganteschi.

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Ultima risposta 30/01/2013 13.27.56
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marfsime  @  05/07/2012 23:23:41
   8 / 10
Ottimo film che ha confermato pienamente le recensioni positive scritte su di esso. Una pellicola che gioca abilmente sulla psicologia del personaggio che colto da una serie di incubi e allucinazioni comincia a temere di soffrire di schizofrenia come la madre. Enigmatico ed angosciante a tratti il film si avvia verso una conclusione che risolverà definitivamente il dubbio sulla mente di Curtis


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Ottimo film..merita una visione.

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Ultima risposta 17/07/2012 03.39.45
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR pier91  @  04/05/2012 23:37:28
   8 / 10
La benzina, la polizza sanitaria, le cure dei figli, le cure per se stessi, il viaggio sognato dalla donna che si ama. Esistenze schiave dei numeri, attimi irripetibili dissolti in calcoli matematici su fogli di carta straccia. Un vivere simile è volgare e inumano, perché inumana è la logica delle scadenze e dei castighi. C'è da stupirsi se non arriva, la malattia, il panico per l'imminente che non si conosce e forse non si riuscirà a fronteggiare.
La psicosi del protagonista è quasi una smisurata percezione, un eccesso del sentire che perdura fra la sordità fisiologica della figlia e quella metaforica di tutti gli altri.
Mi ha profondamente commosso l'interpretazione di Michael Shannon, un volto scavante che racconta l'attesa estenuante di un futuro dai cieli plumbei, senza perimetri né orizzonti. Pioverà incessantemente, piove già.
"Piove
non sulla favola bella di lontane stagioni,
ma sulla cartella esattoriale,
piove sugli ossi di seppia,
e sulla greppia nazionale."

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Ultima risposta 16/02/2013 18.22.28
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Satyr  @  09/03/2012 12:16:36
   8½ / 10
Pellicola seducente, inquietante, ipnotica, quantomai attuale, con temi come la crisi economica e l'inquinamento ambientale calati alla perfezione in un contesto dove la psicosi la fa da padrone.

Immenso Micheal Shannon nel dare anima e corpo a un uomo qualunque distrutto da visioni premonitorie, ma allo stesso tempo deciso ad ammettere e accettare un evidente stato confusionale derivato forse da una schizofrenia ereditaria.

Io dico che se non è un capolavoro, poco ci manca: Nichols è bravo nell'imprimere al film un senso di catastrofe imminente, giocando sapientemente con atmosfere in grado di caricare come un colpo di pistola 20 minuti finali di grandissimo cinema.

Non meno importante è il fattore famiglia visto che Take Shelter è soprattutto un film sui legami di sangue, sul coraggio e sulla comprensione: se Micheal Shannon è un gigante, Jessica Chastain è una spalla perfetta nei panni di una moglie di ferro pronta a fare da scudo contro tutto e tutti.

Finale metaforico di quelli che a me fanno letteralmente impazzire.
Un film quasi perfetto che come al solito da noi non ha goduto di alcuna visibilità.
Da recuperare assolutamente.

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Ultima risposta 15/07/2012 16.06.40
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