takeshis' regia di Takeshi Kitano Giappone 2005
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takeshis' (2005)

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locandina del film TAKESHIS'

Titolo Originale: TAKESHIS'

RegiaTakeshi Kitano

InterpretiTakeshi Kitano, Kotomi Kyono

Durata: h 1.48
NazionalitàGiappone 2005
Generecommedia
Al cinema nel Luglio 2005

•  Altri film di Takeshi Kitano

Trama del film Takeshis'

Kitano si mette al centro di un gioco delle parti in cui interpreta sia il ruolo di regista che quello di attore come se fossero due personaggi diversi.

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Voto Visitatori:   7,00 / 10 (18 voti)7,00Grafico
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Voti e commenti su Takeshis', 18 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Filman  @  06/09/2023 11:30:11
   8½ / 10
Solo i registi più grandi e maturi riescono a fare un film parlando di sé.
TAKESHIS' propone in tutto e per tutto un film surrealista con tanto di doppelganger, una storia fumosa e che non bada al montaggio narrativo, schizzando da una parte all'altra per lasciare indizi sulla persona di Takeshi Kitano, su quello che effettivamente ha fatto, su quello che è stato prima di farlo, su quello che avrebbe potuto fare, sentendosi una figura a metà tra un perdente e un divo, tra un uomo tranquillo ed uno che si sente di aver voluto compiere o che ha compiuto una violenta rivalsa.
La pellicola è piena di scene che sembrano il frutto di un intenso incubo ma anche di scene che sembrano prodotte semplicemente dalla fantasia irrefrenabile e giocattolosa dell'autore.
In pochi nella storia del cinema sono riusciti a creare un film di autocoscienza e la scelta di un film onirico è diventata quasi prassi. Quando questo tipo di film riesce a ipnotizzare è uno dei risultati più eccitanti che la settima arte riesce a dare.

76mm  @  23/09/2019 12:14:44
   5 / 10
Premesso che per me Kitano è e rimane un grande e che un film si può anche sbagliare (ammesso e non concesso che questo sia da considerare un film sbagliato…per me lo è nella maniera più assoluta ma so che in molti hanno applaudito) , quello che proprio non capisco è l'affiliazione che è stata fatta di questa pellicola con 8 ½ di Fellini e con la schiera di film ad esso ispirati.
Dove sono l'analisi, la riflessione, i ricordi, la nostalgia, il romanticismo?
A parte il confronto oltremodo impietoso, l'unica cosa che accomuna le due pellicole è un certo surrealismo di fondo che però in Kitano sfocia purtroppo nel nonsense e nella totale confusione, oltre ad una ripetitività che nella seconda parte diventa difficilmente digeribile.
Più che di auto-analisi parlerei di auto-parodia.
Doveva essere la celebrazione del funerale di un personaggio (lo yakuza) con il quale ormai Kitano aveva detto tutto e l'inizio di una nuova fase di carriera, ma dopo altri due film simili, anch'essi non molto centrati, il nostro ha deciso di tornare a ciò che sa fare meglio con la trilogia Outrage.
Era lecito provarci ed era più che lecito tornare sui propri passi una volta capito che certo cinema non è nelle tue corde.
Lui almeno l'ha capito.

_Hollow_  @  18/07/2011 15:42:24
   7½ / 10
Noioso, ripetitivo, ma ... bel film. Kitano si guarda alle spalle e fa una summa dei suoi lavori, in stile 8 e 1/2 felliniano, analizzando e criticando (nel significato più genuino del termine) la sua carriera, la sua simbologia e motivi ricorrenti (fiori e relativi insetti, tip-tap, yakuza, ...), i deja vu che faranno felici i fan sono molti, bisogna aver visto ogni film del regista per capirli e per provare una certa empatia con Kitano.
Non sò se l'intento di Takeshi(s) fosse veramente quella sorta di "autodistruzione" portata poi avanti con Glory to the Filmaker!, un lasciarsi totalmente alle spalle i suoi vecchi motivi ricorrenti in onore di un regista non più solo pagliaccio ma più maturo oppure semplicemente un resoconto nostalgico ed emozionato della sua carriera ... in ogni caso, solo rispetto per un regista/attore/comico così poliedrico.

Schizoid Man  @  05/06/2011 10:56:44
   8 / 10
(Attenzione, contiene spoiler) "Basta con la violenza: dal prossimo film cambio tutto". Così parlò Takeshi Kitano quando presentò questo film al Festival del Cinema di Venezia del 2005. E infatti "Takeshis'" si può considerare a tutti gli effetti come un film spartiacque nella carriera dell'attore-regista giapponese. Per l'occasione, addirittura Kitano interpreta due ruoli: nel primo recita se stesso, ovvero il divo del cinema ricco e famoso; nel secondo, invece, veste i panni di una persona comune. Quest'ultimo è un essere talmente anonimo che per campare si deve arrangiare a svolgere i lavori più disparati; è un povero disgraziato insomma, che ha l'ambizione di diventare attore; ma il suo sogno sembra destinato a rimanere tale perché ogni volta che si presenta a un provino viene regolarmente scartato. Un giorno però, nel bagno del negozio dove lavora come commesso, gli capita di trovare una pistola: grazie ad essa avrà modo di regolare - letteralmente - i conti con tutti quelli che lo hanno sempre sbeffeggiato.
Con questa pellicola, Kitano riflette sul proprio passato di cineasta per chiudere - definitivamente, a quanto pare - una fase della sua carriera. Non a caso, alla fine, quando si incontrano i due Kitano - quello famoso e quello anonimo - il secondo uccide il primo; come a dire che da quel momento in poi il pubblico dovrà aspettarsi un nuovo Kitano, ben diverso dall'attore-regista diventato famoso grazie ai gangster-movie. Difatti nella pellicola successiva, "Glory to the Filmmaker", si mostrerà voglioso di cambiare la propria immagine ma terribilmente in crisi di idee. "Takeshis'", quindi, rappresenta una sorta di punto d'arrivo nella carriera dell'attore-regista giapponese.
Ma siamo sicuri che il "nuovo" Kitano sarà in grado di reggere il confronto con quello "vecchio"? E soprattutto, in futuro sarà ancora capace di regalarci film memorabili? Personalmente credo sia ancora presto per dare delle risposte a queste domande. Quindi lasciamo da parte i dubbi - almeno per il momento - e gustiamoci "Takeshis'", che è un film imperfetto ma comunque notevole, da molti ingiustamente sottovalutato (a mio modesto parere). Nonostante la storia sia un po' contorta, specialmente nella seconda parte dove la trama continua a ripiegare su se stessa, la pellicola è ricca di lampi geniali: ad esempio le chilometriche sequenze delle sparatorie, filmate con uno stile di regia surreale, in cui Beat Takeshi sembra divertirsi un mondo a fare a pezzi la propria immagine di duro dalla faccia di pietra. Insomma, anche quando non riesce a realizzare capolavori, Kitano è sempre Kitano; è un regista talmente grande che ogni suo film merita di essere visto a prescindere.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  09/05/2011 13:50:22
   6½ / 10
Takeshis sembra una specie di primo bilancio della carriera del cineasta giapponese nel quale si intuisce una certa insofferenza verso un modo di omologare il singolo artista. Si crea una sorta di conflitto in cui il suo alter ego Beat che cerca inutilmente di uscire dall'empasse, ma i fantasmi dei passato artistico spuntano sempre fuori in una logica persecutoria. Le regole narrative saltano totalmente per entrare in uno stato onirico in cui Kitano riflette su se stesso e la sua carriera di artista, tornando nei luoghi passati (la spaiggia di Sonatine) e parodiando in fondo se stesso. Spiazzante e obiettivamente difficile da catalogare, ma forse era il suo obiettivo.

Invia una mail all'autore del commento Banana Pie  @  24/07/2009 14:14:35
   8 / 10
Pellicola molto particolare questa, improponibile a coloro che non conoscono il regista. Il film è zeppo di Citazioni, tutte in un tono molto dissacratorio, caricaturale, parodistico. Takeshi non si celebra ma si mostra nella sua contrapposizione fra uomo di successo e uomo comune, mostra il rapporto del regista e dell'uomo di spettatolo con il pubblico e con le sue opere. Quest'opera forse autobiografica è concepita dallo stesso regista come puro "entertainment", dichiarando che ulteriori interpretazioni ne avrebbero rovinato la visione, e così funziona, al pari di un'opera surrealista. Il film esprime in toni sinceri il rapporto di Takeshi con sè stresso e con il resto, con il pubblico, con la fama, con le aspettative, con le sue opere, mescolando conscio e inconscio.
Questo primo capitolo di una trilogia, che sia puro "entertainment" o arte concettuale, consiste sicuramente in un'opera metafisica, ben diversa dalle normali opere di Kitano, Il film oltrepassa la natura stessa di film descrivendo una realtà "oltre" a ciò che si evince dalla sola visione della pellicola, non per niente come già specificato quest'opera può essere veramente apprezzata solo da chi conosce il regista.
La colonna sonora è ben più eclettica di quella dello storico compositore Takeshisiano Joe Hisashi, abbandonato già dai tempi di Zatoichi, meno delicata ma per questo più adatta a questo genere di film.
La valutazione è complessa, il film è azzeccato e particolare, ma resta comunque un metafilm che non ha la potenza espressiva delle classiche opere di Kitano, opera secondo me indimenticabile, però solo perchè sono un grande fan di Kitano che riesce ad apprezzare questo sipario surreale che oltrepassa ciò che un film solitamente rappresenta.
Un 10 Per i Fan, perchè è più che indispensabile. Un 6 per gli altri, perchè è un film il cui equilibrio è dato dalla contrapposizione fra un significato elitario e una buona fattura.

Gruppo REDAZIONE maremare  @  02/07/2009 17:41:57
   5½ / 10
Visto a Venezia a suo tempo è un film a tratti noioso che si dimentica in fretta.
L'impressione è che si tratti di un riempitivo di un vuoto creativo takeshis'iano.
Ben altra cosa fu l'8 e mezzo felliniano a cui si ispira nella concezione

BlackNight90  @  02/07/2009 17:15:08
   7 / 10
Allora, questo film non è altro che un personalissimo Sogno di Kitano, che inizia con uno degli incubi che più lo hanno tormentato. Non a caso il titolo vuol dire letteralmente "di Takeshi". Come spesso succede un grande regista all'apice della sua carriera sente il bisogno di raccontare se stesso, a volte anche solo per giustificarsi o autocelebrarsi. Niente di tutto ciò in questo caso: l'8 1/2 di Takeshi è differente, cambia la forma, che è più confusionaria e frammentata da piccole parodie dei suoi precedenti film, soprattutto quelli Yakuza; il classico tema del doppio, che si snoda in una serie di deliranti sequenze di cui è sinceramente inutile cercare di cogliere il significato; come l'opera felliniana, comunque, mantiene un'inalterata sincerità di fondo. Frecciatine divertite anche sui suoi fan e sulle due facce del successo: la ragazzina ingenua che aspetta tutte le sere il signor Kitano per dargli un regalo e l'insopportabile nevrotica che lo perseguita.
Eccessivamente caotico e sconnesso, è difficile districarsi in questo labirinto di visioni e chi non conosce i film di Kitano non ci capirà una mazza, però è un originale esperimento per tentare di svelare il Kitano prima come uomo che come regista.

4 risposte al commento
Ultima risposta 26/07/2009 17.26.32
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VikCrow  @  04/03/2009 02:32:27
   8½ / 10
Psicotico, psicopatico, schizzopatico e chi più ne ha più ne metta. Questo Kitano vi condurrà in un mondo del tutto fuori dal comune, in cui realtà e immaginazione si fondono eliminando i loro confini.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  15/01/2009 14:26:20
   6½ / 10
Non so quanto questo film voglia essere autobiografico...so solo che Kitano ci porta nella piu' totale follia in maniera maggiore rispetto ad altri suoi lavori...Qui impersona due personaggi diversi ma che alla fine sono la stessa persona ma che alla fine...beh,non è che si capisca tanto dove voglia arrivare!
Ho apprezzato,infatti,piu' la prima parte,che l'ultima completamente folle!
Si e' occupato anche del montaggio a quanto ho letto nei titoli di coda...

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Ultima risposta 28/06/2009 17.19.18
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Ciaby  @  24/12/2008 13:11:30
   8 / 10
assurdo e geniale

Tom24  @  01/10/2007 14:39:47
   7 / 10
Volendo uscire dal suo stereotipo di Yakuza sull'orlo del declino, Kitano gira un film lontano anni luce dai suoi abituali lavori, producendo un film inaspettato, più criptico che mai. Frequenti sono le citazioni ai suoi vecchi lavori, ed è per questo che, probabilmente, solo se si ha conoscenza del personaggio di Kitano si riescono ad apprezzare molti episodi del film. Divertente vedere come Takeshi giochi a suo piacimento con il suo personaggio, i suoi film e con la propria vita da regista, girando alcune scene davvero deliziose. L'unico problema è che il film resta molto, troppo personale. Pur conoscendo un pò del suo cinema, in molti punti mi sono trovato completamente spiazzato. Una nota di merito al finale..

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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  24/07/2007 23:51:49
   6½ / 10
Un divertissment a tratti molto godibile e a tratti noioso: ma è di certo un bignami del Kitano-cinema e per questo gli appassionati del regista non possono non divertirsi, anche perchè c'è molta autoironia e giocoso ludismo.
Un gioco che però si dimentica in fretta, proprio perchè il referente (che non è tanto Fellini secondo me), cioè "Essere John Malkovich" di Jonze è assai più geniale

benzo24  @  01/07/2007 19:00:13
   10 / 10
film sul sogno e sul cinema, sul doppio. come tema non è nuovo, anzi ultimamente è piuttosto di modo, ma kitano è originale ed è capolavoro. mi dispiace che quest'opera d'arte non sia stata ancora capita.

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Ultima risposta 22/12/2007 18.29.22
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Beefheart  @  15/06/2007 16:13:17
   4 / 10
Una commedia parzialmente auto-biografica e decisamente surreale. Troppo. Doppio ruolo per il regista-attore, Takeshi Kitano, che interpreta se stesso variamente caricaturato. Nello specifico: Beat Takeshi, attore di grande successo, ed il signor Kitano, collega decisamente meno fortunato e dotato, incrociano le loro strade su di un set cinematografico che ne esalta la totale somiglianza fisica e la netta diversità caratteriale; divo e brillante il primo, taciturno, timido ed introverso il secondo. Da lì la storia comincia a deragliare in deliranti salti spazio temporali, impossibili da seguire, che confondono le esistenze dei due individui, rendendo il tutto semplicemente incomprensibile. Lynch a confronto è un "libro aperto". Infinitamente noioso e ripetitivo, si salva solo la convincente interpretazione di Kitano che si rivela maestro nello sdrammatizzare e nell'ironizzare. Anche su stesso. Non che il film faccia ridere, intendiamoci, ma qualche spunto divertente alla deriva di un mare di non-sense, effettivamente c'è. Nel complesso comunque lo sconsiglio vivamente a tutti i non appassionati del regista.

Sidewinder  @  07/06/2007 09:47:36
   7½ / 10
Beat Takeshi è un attore molto famoso, con i suoi vizi e la sua personalità, ma quando un giorno incontra un suo fan, omonimo e sosia ma biondo, la storia ripiega su quest'ultimo, commesso di un mini market che sogna di diventare un attore. Ora la storia si complica e tra sketch vari e piccole situazioni, è sempre più difficile per il povero commesso distinguere tra sogno e realtà, tra vero ed allucinazione, in una progressiva immedesimazione tra fan e Beat Takeshi.
Difficile da valutare questo ultimo film di Kitano, come si capisce dalla trama, evidentemente c'è una grossa componente biografica, per di più non si può neanche catalogare in un genere preciso, è una commedia surreale dai risvolti drammatici. E' il film più spiazzante e sorprendente di Kitano, dalle parti di 8 1/2, Bittersweet life e Strade perdute (tanto per fare qualche nome :lol:), che pecca in una ripetitività del dipanarsi della vicenda.
Da consigliare solo ai fan del regista, data la forte componente di autocitazione e protagonismo, anche se per nulla autocelebrativo, questo Takeshis' è anche un punto di riepilogo della sua carriera finora, come dichiara il regista stesso nell'intervista.

PS: è stato molto difficile dare un voto, è un film troppo particolare, a tratti nonsense, ma da consigliare a tutti i fan del regista!






Gruppo COLLABORATORI JUNIOR quadruplo  @  03/01/2007 01:07:04
   6½ / 10
Difficile commentare questo film: la prima parte mi è piaciuta molto, la seconda l'ho trovata un pò troppo senza senso.
I due Takeshi rappresentano nien'altro che la figura dell'uomo di successo,riuscito nella vita, e quella dell'uomo mediocre che vive una vita piatta sperando prima o poi nel grande salto. Ironico, a tratti fa riflettere grazie anche ad un grande Kitano molto malinconico nel ruolo dell'uomo "comune".
Credo che sia il suo primo film che vedo (non conoscendo il suo stile potrei dire delle grandi bo.iate), magari per poterlo apprezzare ho come l'impressione che dovrei conoscerlo meglio perchè in alcuni tratti mi da l'idea di un film introspettivo. Provvederò presto perchè (non lo scopro certo io) la sua regia mi sembra ottima. Per descrivere la seconda parte...SPOILER!!!

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2 risposte al commento
Ultima risposta 14/06/2007 12.10.37
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Andre85  @  21/09/2006 12:17:34
   5½ / 10
con immenso dolore mi tocca dare una lieve insuff. al grande takeshi.

questo film da molti definito il suo 8 / risulta troppo frammentato, di fatti il regista-attore è diviso sin dall'inizio in 2 personaggi UGUALI (esteriormente) ma anche DIVERSI (interiormente).

alcune gag sono divertenti e ben pensate, ma oltre a non avere linearità, la sceneggiatura sembra fatta li per li scena dopo scena.

certo che vederlo in inglese non mi ha aiutato moltissimo, però non riesco a dargli sei


ps. penso che potrebbe risultare interessante agli appassionati di psicologia freudiana.

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