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La memoria sgombra di un bambino, da fuori, poi… il caso di una palla che finisce dentro una stanza, la miseria di una sola stanza, l'aprirsi e richiudersi ai fianchi delle porte; una finestra, sempre di fronte, senza panorama. Poi… l'affollarsi della memoria, il ripetersi degli eventi, il sistemarsi prima di uscire, gli attimi in cui si rincasa, il preparare una colazione, il consumarsi di un'altra cena, le cose riposte, vite che s'incrociano senza interagire pienamente, contemporaneità che non coincidono, selva di lancette in una stessa ora, caotiche, regolate, sincroniche, tra un via vai di semafori, tra onde verdi e rossori improvvisi; i mestieri, i figli, la gente, il marito, la spesa, lo sport, le piccole riparazioni, gli imprevisti, gli amori rapidissimi… Poi… La memoria che si sgombra, una vecchia coricata sola, e quella palla - chi l'ebbe lanciata? - ignota in mezzo alla camera nota; una sfera spoglia, il tempo ripetitivo del tango scaduto, i danzatori svaniti; Chi? Nessuno, il silenzio, la porta di uscita.