taxisti di notte regia di Jim Jarmusch USA 1991
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taxisti di notte (1991)

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locandina del film TAXISTI DI NOTTE

Titolo Originale: NIGHT ON EARTH

RegiaJim Jarmusch

InterpretiGena Rowlands, Winona Ryder, Béatrice Dalle, Roberto Benigni

Durata: h 2.11
NazionalitàUSA 1991
Generecommedia
Al cinema nel Luglio 1991

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Trama del film Taxisti di notte

Los Angeles - L'agente cinematografica Valeria propone alla ruvida, ma simpatica taxista Corky una carriera da star. Ma lei vuole fare il meccanico e mettere su famiglia. New York - Un nero sostituisce al volante un pessimo taxista tedesco, poi prende su anche una cognata nottambula con cui ha una lite furibonda. Paris - Un taxista nero un po' troppo orgoglioso viene ridimensionato da una giovane cieca e sicura di sé. Roma - Gino, taxista dall'esperienza sessuale variegata, crede di essere responsabile della morte di un vecchio prete a cui ha raccontato le sue prodezze. Helsinki - Il taxista Mika racconta la sua triste storia di padre mancato a due clienti troppo comprensivi verso l'amico che accompagnano.

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Voto Visitatori:   6,79 / 10 (26 voti)6,79Grafico
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Voti e commenti su Taxisti di notte, 26 opinioni inserite

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Goldust  @  06/04/2023 17:54:10
   6 / 10
Un campionario di vana umanità raccontato attraverso delle grottesche corse nei taxi di tutto il Mondo. Gli episodi sono cinque: i primi tre sono perdibili se non deludenti, il quarto è incendiato dall'esuberanza fisica e verbale di un Benigni prima maniera che regge da solo l'assunto, l'ultimo è ambientato nelle fredde vie di Helsinki ed è il più riuscito e poetico perchè sa toccare le corde della vera emoziona senza rinunciare alla risata sdrammatizzante. In generale mi sento di catalogarlo come un lavoro minore per Jarmusch, personale sì ma non del tutto riuscito ( posto che i film ad episodi sono di per sè difficili da realizzare ).

Oskarsson88  @  21/03/2022 17:36:35
   8 / 10
Mi sorprende la bassa media, il film è veramente piacevole, pieno di ironia e fascino, un viaggio notturno ad episodi con strampalate storie di tassisti. Il più bellino quello con l'africano e la cieca forse, ma mi son comunque piaciuti tutti. Molto yeah!

Thorondir  @  10/01/2020 15:01:42
   6½ / 10
Un film ad episodi che ci porta dentro i taxi di mezzo mondo, a contatto con pazzi, disagiati, cechi, fuori di testa. Alcuni episodi belli (su tutti ho preferito quello di Parigi e l'ultimo, i due più umani), altri meno come il primo con la Ryder e quello con Benigni, troppo sopra le righe.
Diciamo che è un film minore di Jarmusch che quì tenta un esercizio simile ma diverso a "Coffee and cigarettes" e come quello rimane qualcosa di un po' indefinito, privo di urgenza comunicativa.

deadkennedys  @  08/05/2018 12:33:14
   7 / 10
Film a episodi con alti e bassi. Insulso il primo (Los Angeles) con Wynona Rider; dei 5, il migliore è per me il secondo ambientato a New York con Armin Mueller-Stahl e un giovane Giancarlo Esposito (il celeberrimo Gustavo Fring di "Breaking Bad"). L'inglese spigoloso dell'immigrato tedesco alternato allo slang nigga fa risultare l'episodio più sincero e frizzante di tutti gli altri.
Passabile l'episodio parigino, verboso e sprecato Benigni nella parentesi romana, ovviamente meravigliosi i paesaggi notturni.
Ottimo l'ultimo episodio, girato a Helsinki, ottima la colonna sonora di Tom Waits.
Se si fosse lavorato un po meglio in fase di scrittura avrebbe potuto essere un cult.

topsecret  @  24/12/2014 17:57:49
   6½ / 10
Pur non essendo un film epocale riesce a non scadere nella noia, imbastendo 5 episodi di personalità diverse e, chi più chi meno, umanamente ordinarie.
Non c'è un episodio in particolare che brilla per consistenza e spessore artistico, anche se quello con Benigni riesce a strappare qualche sorriso grazie alla lingua sciolta dell'attore toscano, ma tutti contribuiscono a mantenere una certa costanza nel cercare di coinvolgere lo spettatore senza risultare troppo enfatico o caotico o banale.
Stupenda la Rider anche in mise da tassista sboccata e mascolina.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Angel Heart  @  02/08/2014 16:18:39
   6 / 10
Altro esempio di film ad episodi, una struttura narrativa che negli anni 90 andava parecchio di moda ("Four Rooms" e "Un Pezzo da 20" giusto per citarne un paio).
Sebbene l'idea alla base fosse intrigante e vincente, questo esperimento di Jarmusch non è molto riuscito non tanto per l'aspetto tecnico (all'altezza delle aspettative da film notturno) quanto per le storie ed i personaggi che racconta, le prime molto lineari ed i secondi solo ed esclusivamente abbozzati (d'accordo che nel contesto ci sta, però...).
Los Angeles è incolore e lascia interdetti, New York idem se non fosse per la simpatia di Esposito e per i suoi battibecchi con la Perez, Parigi è insulso e con una moralina di fondo da quattro soldi, Roma è verboso e con un Benigni davvero difficile da sopportare, ed Helsinki, l'unico vagamente interessante e l'unico orientato verso risvolti drammatici, stona con gli altri episodi ed arriva troppo tardi quando lo spettatore ne ha ormai le palle piene (anche perchè Benigni è davvero da mal di testa).
Dulcis in fundo, nessuno degli episodi trova una conclusione che si possa definire anche solo soddisfacente (a parte forse l'ultimo episodio, ribadisco l'unico con una storia vagamente interessante).

Qualche sorriso, buona atmosfera e poca noia per fortuna, ma sinceramente con un concept del genere ci si aspettava un film molto più frizzante e graffiante.

Seppur non disprezzabile, rimane un prodotto alquanto deludente.
Da recuperare solo per i fan di regista e attori.

hghgg  @  27/05/2014 19:52:56
   7½ / 10
Valido e riuscito divertissement per Jim Jarmusch, giunto al suo quinto film, addirittura il terzo ad episodi (dopo "Stranger Than Paradise", che a dire il vero era in "atti" più che in episodi, e "Mistery Train"), senza contare i vari corti girati nel corso degli anni della serie "Coffee & Cigarettes".

"Night On Earth" è anche il primo film di Jarmusch senza le musiche composte dall'amico e fedelissimo collaboratore John Lurie. Il geniale sassofonista e compositore era stato infatti l'autore, oltre che l'attore, di fiducia di Jarmusch in tutti i suoi film degli anni '80, a partire dal primo "Permanent Vacation" del 1980. In pratica i due hanno iniziato la carriera insieme (l'attività live dei Lounge Lizards di Lurie è iniziata nel 1979) formando per un decennio un'accoppiata inossidabile, Jarmusch che dirige perle di cinema indipendente, Lurie che ci recita dentro e scrive tutte le colonne sonore, è il primo musicista trasformato da Jarmusch in attore, e dal 1980 al 1989 ha proseguito parallelamente la carriera di attore e collaboratore di JJ e quella di leader dei grandi Lounge Lizards. Un decennio di carriera vissuto spalla a spalla, poi a partire da questo film le strade (almeno professionali poi boh) si divideranno.

Le musiche di questo film invece sono composte da un'altra vecchia conoscenza del cinema jarmuschiano: mr. Tom Waits da Pomona, California. Jarmusch l'aveva lanciato come attore (dopo vari piccoli ruoli qua e la). Nel 1986 era stato uno dei tre protagonisti del capolavoro "Daunbailò" (gli altri due erano proprio John Lurie e ovviamente Benigni) e per l'occasione aveva "prestato" per i titoli di testa la sua "Jockey Full of Bourboun" uno dei più grandi brani dell'allora nuovo disco del Genio di Pomona, "Rain Dogs", uscito appena l'anno precedente (1985 e in un brano, "Walking Spanish" ci suona il sax indovinate chi ? Si, John Lurie).
Qui invece Waits non recita ma si limita a fare quello che gli viene meglio in assoluto: comporre musica; stavolta le musiche sono integralmente composte da lui e scritte appositamente per il film, sia le tracce strumentali sia la canzone, bellissima, che apre e chiude il film, in due versioni differenti; "Back in the Good Old World" e "Good Old World (Waltz)" ovviamente scritte a quattro mani con Kathleen Brennan, geniale moglie e musa. La canzone è bellissima dicevo, e le musiche perfettamente incastrate nel film, ne accompagnano l'atmosfera notturna, malinconica e ironica (in perfetto stile Jarmusch). Tant'è che il disco tratto dalla colonna sonora e pubblicato nel 1992 è il lavoro forse meno interessante e riuscito di Waits, proprio perché le tante tracce strumentali non riescono a prendere vita senza le immagini del film. E poi anche perché dopo di lui son venuti "Bone Machine" (1992) e "Black Rider" (1993) che invece sono due dei capolavori di Tom Waits. Ma le musiche nel film funzionano benissimo e tutto va bene, la staffetta tra gli amici Lurie-Waits alla corte del compare Jarmusch ha mantenuto alta la qualità.

Premessa lunga ma doverosa quando si parla del cinema di Jarmusch le cui splendide immagini sono sempre legate a doppio filo con della straordinaria musica (basti pensare anche a "Dead Man" con le schitarrate di Neil Young o all'ultimo "Only Lovers Left Alive"). In Jarmusch la musica è sempre uno dei punti di forza.

E passiamo agli episodi: cinque, cinque grandi città, cinque tassisti e i loro clienti, con le loro storie ad incrociarsi e con la notte grande osservatrice, in giro per il Mondo.

Los Angeles: uno degli episodi che preferisco, forse il più genuinamente leggero e divertente (anche più del quarto, ma ci arriveremo). Retto da una favolosa ed irresistibile Winona Ryder, in un ruolo appositamente scritto per lei; e vuole la leggenda che fu Tom Waits (amico comune della famiglia della Ryder e di cui lei è grandissima ammiratrice, vuole sempre la leggenda che gli abbia anche baby-sitterato i figli nell'86) a contattarla, convincerla ad accettare il ruolo e "portarla" quindi sul set.
La Ryder, all'epoca nemmeno vent'enne, andava fortissimo nelle commedie grottesche o "black" e difficilmente sbagliava un'interpretazione. Anche qui, personaggio e prova tremendamente grotteschi, folli e FUORI dalle righe eppure funziona benissimo perché è un carattere scritto appositamente così e appositamente per l'attrice più adatta, dalla sapiente mano di Jarmusch.

E lei è uno spasso: divertentissima, ironica, sboccata, inarrestabile e irresistibile, una delle migliori prove della Ryder a mio avviso, più genuina e vicina al suo essere di quanto forse non si possa pensare (si, è fuori di testa, ma a dire il vero questo si sa pure...), è trascinante e carismatica e con tutto il suo accento californiano abbomba (Frisco Bay più che L.A. ma tant'è), altro che Dracula :D Adorabile. Come spalla le viene affidata Gena Rowlands. Ah... No, dico, Gena Rowlands, che è lì un po' come chioccia e non deve far altro che regger botta alla Ryder e lo fa da par suo, perché è una grandissima attrice (molto più che la Ryder nel complesso, molto di più). La storia e la critica allo Star-System, il reclutamento degli attori, al mondo del cinema, e ai giovani che hanno l'ambizione effimera di divenire grandi star di per se sarebbe poca cosa ma se vediamo l'attrice che rifiuta tassativamente quel destino e quella proposta... Jarmusch non è stupido e ha scelto bene, la Ryder, un'attrice 19enne con già alle spalle film cult come "Beetlejuice" "Heathers" e "Edward Mani di Forbice" o ancora "Mermaids", insomma era già una stella e un'icona generazionale che si ritrova a fare quel rifiuto lì. L'ironia di Jarmusch punge nemmeno poco con il suo solito stile unico et inconfondibile. E il bello è che alla Ryder la stava aspettando, appena l'anno successivo, tal Francis Ford Coppola (al dire il vero l'aspettava dai tempi de "Il Padrino Parte III").
Episodio comunque per me divertente e decisamente riuscito. La pecca è Los Angeles, nettamente la città meno bella e affascinante del lotto. L'avessero ambientato a San Francisco sarebbe stato molto meglio, ma non avrebbe avuto senso.

New York: grandissima, come sempre, l'ambientazione della Grande Mela notturna per quello che è l'episodio più divertente in assoluto ma anche quello più sottilmente malinconico e cupo, quello più "Jarmuschiano". Il tema dello straniero perso nella solitudine e nell'indifferenza di un enorme agglomerato urbano dove si vive nella folla ma dove chiunque è solo (New York e solitudine, un binomio che ha avuto il suo apice irraggiungibile sempre con i tassisti, ovviamente parlo di "Taxi Driver", ma in generale con molto cinema della New Hollywood), il disagio del povero "Elmetto" alla fine ce lo sentiamo nelle ossa eppure ce ne siamo fatte di risate, perché la coppia Giancarlo Esposito (esilarante, questo grande caratterista di Spike Lee che di recente ho ritrovato in "Breaking Bad") e Mueller-Stahl è affiatatissima e funziona alla grande. Ho riso tantissimo con le loro gag e le loro espressioni, eppure hanno reso molto bene anche il disagio e la solitudine, in questo Mueller-Stahl è stato grandioso. Avevo le lacrime per le risate e un po' di malinconia alla fine di questo episodio, perfettamente diretto da Jarmusch con splendide inquadrature di quartieri e costruzioni new-yorkesi (storica l'immagine del Ponte di Brooklyn) accompagnate dall'ottima fotografia. Grande episodio, forse il migliore.

Parigi: la Parigi notturna delle quattro del mattino è teatro di una storia estremamente ironica, frizzante e raffinata. Un tassista originario della Costa d'Avorio accompagna una passeggera cieca dalla nascita. Da questo incontro e dagli accessi caratteri de due ne usciranno dialoghi pungenti e mai banali, interessanti nella scrittura e nell'esposizione. Il tutto è trattato con classe e delicatezza e con un'ironia da vendere. Il momento migliore però è nel finale, davvero tutto molto bello e perfettamente diretto da Jarmusch (bella la scena in cui lei paga il simpatico genietto ivoriano) con lei che cammina su una via in riva alla Senna e con la geniale gag finale che coinvolge il povero tassista che si era distratto a guardarla, con lei che si allontana tutta soddisfatta. Momento divertente e riuscitissimo, gran raffinatezza stilistica.

Roma: la mia Roma, la città più bella del lotto, la perla di queste cinque città, eppure protagonista dell'episodio che mi ha compito meno. C'è qui Roberto Benigni, altro grande amico e vecchia conoscenza di Jarmusch (e di Waits, e di Lurie), già grande protagonista in "Daunbailò". Qui però non è altrettanto convincente. Lasciato senza freni ma senza la compattezza e la delicata genialità del film del 1986, Benigni se ne vien fuori alla fine con una supercàzzola da mal di testa che diverte solo a tratti ed annoia per la maggior parte del tempo. Molto divertente la parte iniziale, questo si, ma alla lunga stanca. In "Daunbailò" Benigni fu tutt'altra cosa ma d'altronde quello era tutto un altro film. In ogni caso qualche sorriso lo strappa e Benigni all'epoca non era ancora bollito come dalla Vita è bella in poi. Ad accompagnarlo c'è Bonacelli, che troveremo ad esempio anche nel coevo "Johnny Stecchino". L'ambientazione di una meravigliosa e ben fotografata Roma notturna rende il tutto estremamente più godibile.

Helsinki: ultimo episodio nella fredda e bellissima capitale della Finlandia. Il più dichiaratamente drammatico e cupo anche se forse alla fine non colpisce tanto quanto la sottilissima malinconia del secondo episodio resta comunque un discreto e ben diretto pugnetto (non pugnetta, maniaci!) nello stomaco. Bravi gli attori e ottima l'atmosfera che Jarmusch riesce a creare nel corso della narrazione. Splendida atmosfera nordica.

A conti fatti, come già detto, non è che un valido e riuscito divertissement, molto ben scritto e diretto, da un regista eccellente qual'è Jim Jarmusch che ovviamente il capolavoro se l'è tenuto per altre occasioni (occasioni chiamate "Daunbailò" e "Dead Man").

Bello, comunque.

7 risposte al commento
Ultima risposta 28/05/2014 07.36.53
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BlueBlaster  @  21/05/2014 17:09:17
   7½ / 10
Visto che in questi giorni si parla tanto di Jim Jarmusch ho voluto iniziare ad avvicinarmi a questo atipico regista con uno dei suoi film più noti e "normali".
Non posso che dire che è stata una "conoscenza" piacevole visto che la pellicola è un'ottima fusione tra commedia e drammatico...minimale e cinica alla stregua di "Clerks" con le dovute differenze ovviamente.
Innanzitutto l'idea di partenza di scrutare 5 diverse storie di tassisti notturni in contemporanea ed in diversi parti del globo con diverso fuso orario in modo di avanzare con la nottata (bella anche l'immagine degli orologi) è ingegnosa ed interessante.
Se poi mettiamo conto che per ogni città del mondo scelta si sono utilizzati attori di quella nazionalità i meriti di Jarmiusch (che nella produzione ha anche ruolo di sceneggiatore e produttore) si alzano ancora.

Il primo episodio con Winona Ryder è quello che ho trovato meno interessante sia perché l'attrice non mi piace ma anche per via delle morali abbastanza ordinarie...quello che tutti reputano essere un sogno, ossia divenire divi famosi, può non essere l'aspirazione di chiunque e spesso la felicità sta nella semplicità.
Il secondo è probabilmente il mio preferito in quanto è simpatico ma allo stesso tempo molto triste come riflessione sulla solitudine e sulle diversità/analogie etniche...Armin Mueller-Stahl grandioso nel ruolo del tassista provetto proveniente dalla Germania dell'Est, il doppiatore Franco Zucca ha grandi meriti nella riuscita (nella versione italiana) di questo personaggio agrodolce. Finale a dir poco triste...la Grande Mela che risucchia nel suo caos e anonimato questo ex clown destinato a smarrire nell'oblio.
Terza scena a Parigi anch'essa divertente quanto profonda con una cliente cieca che vede ben di più del tassista e vive senza pregiudizi...una sequenza contro il razzismo e le differenze con un inizio folgorante in cui il tassista nero viene attaccato proprio da due arroganti politici del suo stesso colore che lo trattano come un essere inferiore, a volte il razzismo sta all'interno della stessa etnia!
Il quarto episodio è forse il più famoso ed il più divertente per noi italiani perché ha come protagonista un Roberto Benigni nel pieno della sua carriera comica...Roberto che confessa le sue esperienze sessuali ad un prete è davvero esilarante: la zucca calda e umida, la pecorella raffinata e la cognata con il cùlo che gli ricorda entrambi i suoi "primi amori". Non vi sono grandi insegnamenti ma più altro sane risate.
Infine un'ultima sequenza, tra le ghiacciate strade di Helsinki, che conclude in disperazione e tristezza (ma con forse un barlume di speranza) la cinquina...un tassista che racconta a degli ubriachi una sfortunata vicenda della sua vita, e così le sfìghe di uno di loro divengono di poco valore...quando io credo che invece fossero peggiori quelle del povero cliente sbronzo!

Una bella carrellata di culture e spaccati di vita ben orchestrate e interpretate benissimo da un cast stellare...film semplice ma con dialoghi quasi sempre di azzeccati e mai banali, sono contento di averlo visto.

12 risposte al commento
Ultima risposta 22/05/2014 09.00.40
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Beefheart  @  26/03/2014 12:57:50
   7 / 10
Divertente giochino di Jarmusch che ci fa trascorrere un'intera nottata in taxi, attorno al mondo, alle prese con autisti e passeggeri trai più variegati. Il film è un insieme di episodi, cronologicamente ordinati anche se indipendenti, tutti dialoghi e camera fissa, incentrati sui deliri dei protagonisti.

DarkRareMirko  @  06/08/2013 10:52:48
   8 / 10
Buon film di Jarmush con storie godibili, buon stile e bravi attori.

L'episodio migliore è secondo me quello con Benigni (che però si ricicla un pò troppo, con un modo di fare che gli è proprio ormai da decenni), accompagnato da uno strepitoso Bonacelli; seguono Rowlands-Ryder e l'episodio con il passeggero cieco.

Pessimista, suggestivo (l'accoppiata notte+musiche+storie e personaggi è davvero unica, difatti), è da non perdere.

1 risposta al commento
Ultima risposta 06/08/2013 11.15.06
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C.Spaulding  @  04/06/2012 20:26:08
   8 / 10
bellissimo film di Jarmush. Cinque splendidi episodi in cinque città diverse. Ottima regia e buona recitazione. Bravissima Winona Ryder.

kako  @  07/10/2011 21:34:28
   7 / 10
originale esperimenti a episodi che ci racconta cinque storie ambientate in cinque città diverse accomunate solo dalla notte e dal taxi.

carino ma non eccezionale il primo episodio in cui spicca però Winona Ryder, veramente bravissima : 6,5

il secondo episodio ambientato a New York è molto divertente, stupendi entrambi i personaggi : 7,5

il terzo episodio è sorretto dall'ottima interpretazione di Beatrice Dalle e offre buoni spunti di riflessione : 7,5

il quarto episodio, a mio parere, è eccezionale grazie sopratutto allo straordinario Benigni, frizzante e coinvolgente : 8

il quinto episodio l'ho trovato, a differenza di altri giudizi, un po' sottotono e anonimo nonostante il tentativo di trasmettere un certo senso di tristezza : 5,5

6,5+7,5+7,5+8+5,5 / 5 = 7

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  14/04/2011 14:26:33
   7 / 10
Se si ignora il primo segmento ambientato a Los Angeles trovo invece che questo lungometraggio di Jarmusch sia interessante e in alcuni tratti geniale come questo regista sa essere.

Infatti proprio non ho capito cosa ci fosse di tanto interessante nella prima storia: a Los Angeles la Ryder,nei panni di questo personaggio particolare, è brava ma la sua rinuncia alla vita da star sa di scelta telefonata (per quanto sembri strano) e non sembra esserci altro da dire.

Molto più divertente e ilare il tassista tedesco Helmut (o Elmetto) e le sue peripezie con un simpatico cliente di colore in una New York in cui è facile perdersi; manca però di qualcosa che lo renda veramente interessante.

Carino l'episodio parigino,poco toccante per quanto cerchi di esserlo (specie se messo a confronto con l'ultimo) ma che ha dalla sua un ottima interpretazione di Béatrice Dalle.

Sarà perché è ambientato a Roma,sarà perché c'è sempre lo strabordante Roberto come protagonista ma la corsa in taxi con il prete e la seguente confessione di Benigni sono la parte più divertente del film. Funziona tutto,anche la Roma notturna affascinante (Colosseo annesso) e pure degradante (i trans!).

Scioglie il cuore invece l'ultima corsa ambientata ad Helsinki. Il punto di contatto trovato da 3 disgraziati che scoprono di aver conosciuto qualcuno ben più inguaiato di loro commuove,merito anche della prova di Kaurismaki.

Cosa accomuna i 5 episodi ambientati in 5 differenti parti del mondo? Sono tutti diversi tra loro,sono comici,struggenti,in alcuni casi nascondono dietro l'apparente ilarità una disperazione enorme che però non si avverte (New York). I personaggi rimangono sempre sé stessi,fedeli alle proprie convinzioni; e lo stile pacato di Jarmusch,capace di cogliere e di rappresentare un'esaltazione della normalità e del quotidiano,riesce a sorprendere anche quando è sottotono come in questo caso.
Sottotono più del solito anche le musiche di Waits.

Invia una mail all'autore del commento Totius  @  31/01/2011 13:47:31
   6 / 10
Il film è un mio vecchio ricordo d'adolescenza che ho appena rivisto. L'idea non è male ma manca davvero di mordente. Un film con buone idee ma non perfettamente sviluppate. Gli preferisco Coffee & Cigarettes di gran lunga. Nessun episodio mi ha particolarmente stupito...

Invia una mail all'autore del commento s0usuke  @  25/01/2010 18:02:48
   6 / 10
Scanzonato e sotto sotto accademico film di Jarmusch che attraverso 5 episodi snocciola valori, perversioni, solidarietà e timori di un mondo che gira e rigira a bordo di un taxi

Gruppo COLLABORATORI peter-ray  @  03/11/2008 15:46:17
   6½ / 10
A parte l'episodio di Benigni, la trama delle altre storie è abbastanza piatta.

10 a benigni
5 agli altri 3 episodi

10+5+5+5 / 4 = 6,25

Arrotondo in eccesso a 6 e mezzo solo per il grande Roberto

rizz85  @  10/08/2008 20:35:53
   8 / 10
a parte l'episodio di benigni,veramente esilarante,io trovo che sia un film ben fatto,piacevole e non banale.
consiglio di andarlo a vedere,sicuramente è meglio delle solite americanate.
molto bello anche l'episodio ambientato a kelsinki.

sweetyy  @  08/01/2008 19:58:43
   6½ / 10
Interessanti e divertenti spezzoni riguardanti cinque taxisti in 5 luoghi del mondo differenti durante la stessa notte. E' bello guardare le varie città a notte inoltrata e i rapporti a breve termine che si instaurano.
Girato a Los Angeles, New York, Parigi, Roma e Helsinki, ogni storia dura circa 25 minuti e ognuna di essa è caratterizzata da una tematica diversa.
Molto divertente la parte di New York, mentre per quanto riguarda la prima parte ho trovato molto brava e convincente Winona Ryder.
Un pò deludente la fine ambientata a Helsinki.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  25/07/2007 21:57:59
   6½ / 10
Non è tutt'oro quel che luccica, e salvo il film unicamente per gli episodi di Benigni (che comunque tende a fare la caricatura di se stesso) e lo splendido episodio "francese" con una magnifica e intensa Beatrice Dalle nei panni di una non-vedente: in quell'episodio il cuore mi è andato in gola, come forse al tassista che l'ha accompagnata.
Jarmush ha fatto di meglio, e a dire il vero anche Tom Waits (autore di una stanca colonna sonora)

tan85  @  15/06/2007 13:59:37
   7 / 10
Vale la pena vederlo. Bravi gli attori, bella la fotografia. I dialoghi, sui quali questo film è basato, non sono esattamente quello che mi aspettavo. Comunque una morale e un significato per ciascuno degli episodi!

droppy  @  30/04/2007 21:29:41
   6½ / 10
Film originale, ma realmente irresistibile è la parte con benigni, esilarante all'ennesima potenza!

fio81  @  02/01/2007 23:21:53
   7 / 10
Un film senza pretese, ma con un gran regista che riesce a tirar fuori sempre qualcosa in più. Bravi gli attori, nessuno sopra tutti, ma tutti ottimi.

2 risposte al commento
Ultima risposta 05/01/2007 11.27.48
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Gruppo STAFF, Moderatore priss  @  17/07/2006 13:18:43
   8 / 10
ricordo quando vidi questo film... ormai quasi 13 anni fa, avevo 19 anni e vivevo a strasburgo, andammo a vederlo in gruppo, tutti di nazionalità diverse e ognuno ci ha trovato dentro un pezzetto della propria notte.
forse è perchè a 18 anni la retorica fornisce un'ottima compagnia, forse perchè i luoghi comuni devono essere da te ancora esplorati, ma io serbo un bellissimo ricordo di questo film.
Specialmente l'episodio di helmut e jojo.

benzo24  @  17/07/2006 12:42:35
   6 / 10
Alti e bassi in questo film di jarmush, però vale la pena di vederlo soltanto per l'episodio di helsinki, un vero e proprio capolavoro che rimanda alla tristezza surreale di kaurismaki. ottima anche la colonna sonora di tom waits. gli altri episodi sono da dimenticare.

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