terraferma regia di Emanuele Crialese Italia 2011
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terraferma (2011)

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locandina del film TERRAFERMA

Titolo Originale: TERRAFERMA

RegiaEmanuele Crialese

InterpretiDonatella Finocchiaro, Giuseppe Fiorello, Mimmo Cuticchio, Martina Codecasa, Filippo Pucillo, Filippo Scarafia, Pierpaolo Spollon, Tiziana Lodato, Claudio Santamaria

Durata: h 1.28
NazionalitàItalia 2011
Generedrammatico
Al cinema nel Settembre 2011

•  Altri film di Emanuele Crialese

•  Link al sito di TERRAFERMA

Trama del film Terraferma

E' la storia di un'isola siciliana, di pescatori, quasi intatta. Appena lambita dal turismo, che pure comincia a modificare comportamenti e mentalità degli isolani. E al tempo stesso investita dagli arrivi dei clandestini, e dalla regola nuova del respingimento: la negazione stessa della cultura del mare, che obbliga al soccorso. Una famiglia di pescatori con al centro un vecchio di grande autorità, una giovane donna che non vuole rinunciare a vivere una vita migliore e un ragazzo che, nella confusione, cerca la sua strada morale. Tutti messi di fronte a una decisione da prendere, che segnerà la loro vita.

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Voto Visitatori:   6,70 / 10 (38 voti)6,70Grafico
Voto Recensore:   6,50 / 10  6,50
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Voti e commenti su Terraferma, 38 opinioni inserite

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Edgar Allan Poe  @  02/04/2021 20:10:57
   6½ / 10
Vista la media degli altri suoi film dovrei probabilmente dare un'altra possibilità a Crialese. Questo film non l'ho disprezzato, ma nemmeno mi ha impressionato particolarmente. Pur notando comunque una certa tecnica credo si potesse fare di meglio, anche se come già detto non mi è dispiaciuto. Semplicemente, difficile che mi rimarrà così impresso come altri film che ho visto.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR wicker  @  20/02/2021 19:51:03
   6½ / 10
Da Crialese per quanto buono il film mi aspetto sinceramente di più , invece per lunga parte la sceneggiatura è debole e intuibile .
Nonstante alcuni buoni momenti di tensione come il bagno notturno dove la barchetta viene assalita dai migranti il film ristagna un pò e risulta un dramma troppo debole dove la figura dei ragazzi come turisti (anche per le brutte recitazioni) sembra inutile e superflua .
Bello il finale , buone le recitazioni del protagonista e di una Finocchiaro tormentata e afflitta .

Paolo70  @  06/10/2013 15:47:49
   7 / 10
Film molto attuale sugli sbarchi dei clandestini e l'integrazione con la popolazione locale. Momenti drammatici. Vale la pena di vederlo.

Invia una mail all'autore del commento NotoriousNiki  @  26/03/2013 23:36:30
   7 / 10
Ribalta la situazione di Nuovomondo, ora siamo noi nei panni degli americani di inizio secolo alle frontiere ad accogliere o respingere gli immigrati. Pur non volendone fare un ritratto politico Crialese, il contesto è differente l'America del XIX secolo era una terra fertile, pronta ad essere ottimizzata, il contesto siciliano che si può estendere a tutto il paese vige pregiudicata ormai da un'economia in rosso in un clima di precarietà generale, si lavora per sopravvivere, Filippo e la madre costretti a reinventarsi un profitto, vivono nel garage pur di racimolare attraverso la locazione. Terzo film di quella che potremmo chiamare la trilogia del mare di Crialese, presenta tante sfaccettature: la lotta interiore dei cittadini che si trovano a scegliere tra la legge morale e la legge dello stato, la realtà globalizzata della pesca, il turismo, manca in fase di narrazione (e di coraggio per scegliere un approfondimento) restano sequenze che rimangono impresse per la loro antiteticità: il barcone gremito di bagnanti festanti e quello altrettanto stracolmo profuso di immigrati, Filippo che difende l'inviolabilità della barca a colpi di remi, azione hemingwayana del pescatore Santiago de "Il vecchio e il mare".

sagara89  @  19/02/2013 19:28:53
   7½ / 10
un buon film che mostra una realta' che spesso viene ignorata.

freddy71  @  10/02/2013 13:34:04
   7½ / 10
buon film....soprattutto l'idea del film molto bella....magari poteva essere sviluppata meglio.....bello il contrasto che crea crialese tra i clandestini che soffrono e i turisti che si divertono tutti nello stesso posto....

Beefheart  @  12/12/2012 17:03:42
   7½ / 10
Film più che discreto che racconta realisticamente la situazione di un'imprecisata isola siciliana, dove tra clandestini disperati, sbirri zelanti ed ignari turisti, la vita raggiunge i limiti del paradosso. La regia snella, priva di orpelli, unitamente alla sceneggiatura lineare e scorrevole rendono il prodotto godibile e funzionante nonostante i dialoghi in siciliano, che non essendo strettissimo risulta comunque comprensibile.

vale1984  @  07/06/2012 00:47:42
   6½ / 10
il film è particolare e la storia interessante...anche se gli manca davvero qualcosa. gli spunti di riflessione ci sono ma il film resta sempliciotto. ci sono bei panorami ed immagini pittoresche che denunciano il forte contrasto della vita degli isolani che cercano di sopravvivere con il turismo e la pesca e degli immigrati che lottano per la sopravvivenza, in quadro interessante e con dei personaggi particolari. Però tutto resta fumo e non viene indagato davvero nulla. Molto interessante ma gli manca qualcosa.

barone_rosso  @  26/04/2012 22:30:42
   6 / 10
Bah, non riesco a dargli piu' della sufficienza. Interpretazioni da dimenticare, trama banalotta e anche poco realistica (soprattutto il finale).

franzcesco  @  13/04/2012 13:29:18
   6½ / 10
Da uno dei migliori registi italiani di oggi mi aspettavo che osasse qualcosina di più.
Il film comunque è buono e gli attori sono perfetti nelle loro parti tranne la ragazza bionda che non è all'altezza degli altri (già aveva rovinato il film "Sul mare".

davmus  @  10/04/2012 13:33:14
   7 / 10
Bel film, senza qualche eccesso di troppo, o "stranezza" di troppo (vedi finale) sarebbe stato molto più di mio gradimento.

TheLegend  @  31/03/2012 20:34:27
   7½ / 10
Visivamente molto bello,peccato manchi qualcosa nello sviluppo.
Comunque intenso e ben realizzato.

desertoceano  @  08/02/2012 20:32:12
   7 / 10
Bravo crialese,un bel film che fa riflettere, però il finale...

drobny85  @  26/01/2012 13:17:26
   7 / 10
Non conoscevo il regista, per me è stato in parte come un effetto sorpresa.
Crialese porta sul grande schermo una storia di immigrazione clandestina vista dal lato degli abitanti di una piccola isola siciliana, drammatico e non scontato questo film non cade mai negli eccessi, i pregi sono molti, a partire dalla splendida fotografia, sembra proprio di respirare mare durante la visione.
I difetti invece sono da ricercare nella minima caratterizzazione dei personaggi, molte volte fini a se stessi e non alla storia narrata.
Il cast, anche se non di primo livello risulta genuino, anche Beppe Fiorello non sfigura.
Un buon prodotto che con qualche aggiustamento poteva rendere molto di più, anche il cinema italiano ha qualcosa da dire.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  17/01/2012 10:58:19
   6½ / 10
L'ultima fatica di Crialese è un passo indietro rispetto a Nuovomondo.
Terraferma è un film visivamente poetico; bellissime le panoramiche dell'isola che ti fanno toccare e sentire il mare, così come le inquadrature dei volti bruciati dal sole e dal sale.
Bravi anche gli attori, soprattutto la parte femminile del cast.
Quello che non convince è il facile moralismo, la parte finale fin troppo consolatoria e una narrazione altalenante.
Nel complesso un film meritevole di essere visto ma non imperdibile.

2 risposte al commento
Ultima risposta 17/01/2012 11.04.58
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gantz88  @  13/01/2012 18:49:20
   7 / 10
film molto bello ke parla di una situazione ke riguarda molto l' Italia e se ne parla a sprazzi...con un'ottima fotografia grazie ad un paesaggio meraviglioso

marcodinamo  @  14/11/2011 11:55:58
   7 / 10
Non il migliore di Crialese ma vale la pena

polbot  @  31/10/2011 00:08:13
   7½ / 10
Film ben confezionato (e non noioso come NUOVOMONDO); semplice, forte e chiaro nel messaggio, ma non semplificato o semplicistico.

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tonnorefanio  @  23/10/2011 09:44:28
   7 / 10
ottima l'idea di base, che più o meno ricalca la storia dei malavoglia di giovanni verga in chiave moderna; peccato per alcuni buchi di sceneggiatura (uno su tutti, la presenza dei giovani turisti, che non aggiunge niente alla storia). sicuramente un capolavoro mancato

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento mkmonti  @  17/10/2011 21:57:01
   7½ / 10
Forse un gradino sotto "Respiro" e "Nuovomondo", ma il nuovo film di Emanuele Crialese colpisce nuovamente nel segno, toccando temi attualissimi nell'Italia sempre più multietnica di oggi e in cui la modernità oramai lambisce anche isole remotissime come quella rappresentata nella pellicola, portando orde di turisti e cambiando comportamenti e mentalità degli isolani, il tutto magistralmente diretto dal tocco del regista, che in alcune scene, come quella del tuffo collettivo dei turisti o del ritrovamento dei corpi senza vita dei profughi, eccelle!

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  16/10/2011 14:44:39
   6 / 10
Aspettavo con una certa impazienza questo quarto film di Crialese in cui nutrivo ottime aspettative...è forse questo non è stato un bene vista la mia delusione al termine della pellicola!
La storia e i personaggi non sono riusciti a coinvolgermi e sinceramente alla fine poco importa come vada a finire la vicenda della ragazza Africana...
L'unico "nemico" del film è rappresentato dalla legge che mette nell'animo umile e accogliente del pescatore (anche ignorante) quel senso di avversione verso lo straniero...
Il regista spesso usa le immagini per trasmettere le emozioni dei protagonisti ma eccede in questo utilizzo e sembra quasi un alternativa "facile" a una corretta e piu' completa descrizione della scena...
"La terra trema" di Visconti è quasi l'opposto,ed è sicuramente migliore...
Speriamo di non dover attendere altri 5 anni prima di vedere un altro film di questo bravo regista che stavolta,forse,si è lasciato andare un po' troppo nel sentimentalismo e nella retorica.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  15/10/2011 21:48:58
   7½ / 10
Ahimè,nonostante Crialese sia uno di quei registi che mi piacciono da morire non posso che constatare come molte delle critiche piovute addosso a questo suo ultimo lavoro non siano poi tanto campate per aria. Principalmente quella che vede Terraferma come un passo indietro rispetto al percorso intrapreso con Respiro e Nuovomondo,di ben altra caratura.
Personaggi troppo stereotipati,troppa semplicità nel delineare alcune figure che non funzionano come archetipi ideali di bene/male (il poliziotto fetente,il nonno pescatore dalla mentalità d'onore). La prevedibilità della sceneggiatura fa a volte storcere il naso.

Ma detto questo,è bene cominciare a tessere le lodi di ciò che funziona in questo ipotetico terzo capitolo della trilogia di Crialese dedicata al mare.
Funzionano prima di tutto le immagini che questo regista di enorme talento riesce a creare,incredibilmente suggestive e potenti. Funzionano i divari tra i turisti caciaroni e tamarri che si agitano ballando su un barcone e dall'altra parte dei simil-zombi che sul barcone esalano l'anima. Funzionano le recitazioni spesso ai limiti dell'amatoriale,di attori non attori come il giovane protagonista che è con Crialese sin da Respiro e si dimostra di grande genuinità regalando punti alla sua interpretazione di un giovane che sta maturando,cosa non facile e mai scontata.

Il tema è attualissimo,non è un caso che a Venezia molte opere abbiano trattato dell'immigrazione. Leviamoci però subito il dubbio che Crialese voglia cavalcare il successo dei botteghini costruendo un film ad arte per far soldi,l'immigrazione era al centro del suo discorso anche in Nuovomondo.
Ma che cos'è Terraferma se non un Nuovomondo quasi al rovescio? In quest'ultimo c'eravamo noi sulle barche,pieni di speranza e che abbandonavamo tutto alla ricerca di una terra che ci desse la speranza. In Terraferma ci sono gli altri e noi a non accoglierli,a fare i conti con noi stessi in tutti i sensi.

Mi è molto dispiaciuto anni fa che Nuovomondo non avesse vinto l'oscar al film straniero,né avesse avuto il successo che invece avrebbe meritato; lo considero un piccolo capolavoro,e se non lo è poco ci manca.
Terraferma oggi è stato un pò bistrattato e rivalutato in fretta e furia non appena si sono vinti i premi. Spero che col tempo ci si accorga che spesso non è solo il film a contare,ma il messaggio,e Terraferma si schiera senza mezze misure ponendoci di fronte ad una questione che saremmo noi a dover risolvere,senza voltarci a guardare da un altra parte facendo finta di non vedere.
Sempre bravo quindi Crialese,che però deve recuperare un pò in originalità senza ricadere nel già visto come in questo suo film.

Gabo Viola  @  26/09/2011 15:29:57
   6 / 10
Andare a vedere un film e leggere "Rai Cinema" può nuocere gravemente alla salute. L' ho visto senza conoscere nulla di Crialese. Credo che questo regista abbia un grande talento nel costruire ed elaborare immagini suggestive, per quanto concerne i profili dei personaggi però siamo davvero sotto la sufficienza. Ho stimato l' interpretazione del giovane figlio del pescatore, troppo trascurato nei commenti precedenti. Allora: abbiamo nonno pescatore, amante del mare e della sua legge, Beppe Fiorello animatore turistico aperto al cinismo dei nostri tempi, una città difficile ma buona, un impianto da fiction, l' ingresso di immigranti neri che spezzano il cuore. Davvero troppo. Troppo delineato il contrasto tra bene/male, anime pie e misericordiose contro "che me futte a me?". Totale mancanza di sfumature. Crialese confeziona, è il termine giusto, un film a metà strada tra l' opera maggiore, vista la sua capacità registica, ed un prodotto commerciale/televisivo. I compromessi non fanno bene al cinema. Tutto sommato guardabile.

suzuki71  @  26/09/2011 08:52:33
   6 / 10
Quando c'è Rai Cinema di mezzo - viene da pensare - c'è sempre il rischio di una mezza fiction passtaa per film: questo è quello che ho pensato vedendo (con grosse aspettative) questo "Terraferma", nel quale una tematica importante viene affrontata in maniera scontata e prevedibile, con una sceneggiatura debole che mal funziona per 3\4 del film, a tratti imbarazzante, soprattutto nel primo tempo, dove sono tutti luoghi comuni, come ben affermato da Logical nel suo commento al film. Visivamente inferiore rispetto ai precedenti, gli attori non mi sono sembrati particolarmente brillanti, soprattutto il protagonista Pucillo, estremamente caricato; indubbiamente le scene migliori sono quelle in cui la madre straniera regala sicure emozioni. Finale ad effetto, molto bello, ma troppo poco. Imbarazante il Premio Speciale a Venezia 2011.

zeta  @  22/09/2011 15:19:17
   6½ / 10
Andare a vedere Crialese vale sempre la pena, anche in questo caso. Eppure, Terraferma è un'operazione di certo meno estrema di Nuovomondo, meno sperimentale. Ma credo che, forse, il difetto che ho riscontrato è che Terraferma è un tentativo un pochino pretestuoso di trattare due macroargomenti come l'isolamento e l'apertura di piccoli centri e piccole isole da un lato, e l'immigrazione clandestina dall'altro. Il quadro d'insieme, giocoforza, non è così dettagliato come lo era in Nuovomondo, a tratti quasi un documentario (con tutti i pro e i contro). Però va detto, che Crialese riesce a trattare l'immigrazione da un punto di vista meno banale del solito, cioé quello degli uomini di mare, che non conoscono confini geopolitici. Era questo, amio avviso, l'aspetto su cui puntare fino in fondo, anche perché l'incontro con i turistiè appena accennato in una delle poche scene del film dove ho avvertito un pizzico di retorica.

Jumpy  @  22/09/2011 00:55:35
   7 / 10
Il forte impatto visivo è indubbiamente il punto di forza di questo film, credo che a vederlo in TV perda molto del suo fascino.
Il tema dell'immigrazione, poi, è stato un filo conduttore di diversi lavori presentati quest'anno a Venezia... che sia girata la voce? ;)
Ad ogni modo, il film mi è sembrato carente proprio sul piano della sceneggiatura. Eppure i contenuti son belli sostanziosi, bastava soltanto renderli meglio.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR jack_torrence  @  21/09/2011 19:17:50
   7 / 10
Il punto debole del fare cinema di Crialese è l'aspetto narrativo. Sotto quello "descrittivo" (potenza del linguaggio, capacità di allestire immagini simboliche e scene visionarie) ha la stoffa del maestro. Ma al cinema non basta, per essere maestri, esser pittori: occorre anche essere originali narratori.
Questo "Terraferma" è penalizzato da alcuni momenti narrativi fiaccati da dialoghi didascalici o convenzionali, o momenti che sfiorano pericolosamente la fiction televisiva, anche per via di alcune interpretazioni incerte e non sempre giustificate dalla scelta antinaturalistica e "pasoliniana".
Tuttavia la forza del suo messaggio resta incisa in molti momenti di alto cinema: a partire dal fantastico incipit (l'inquadratura sottomarina della rete da pesca che poco a poco imprigiona lo schermo), sino alla meravigliosa plongée dell'ultima inquadratura, che schiaccia un'evasione sulla superficie del mare: una barca che sembra volare schiaffando sulle onde, ma il cui moto "ascensionale" è negato proprio dall'inquadratura verso il basso scelta (appunto, una plongée).
Le immagini, in Crialese, lanciano potenti suggestioni. Intorno ad esse, si condensa la metafora di un'isola archetipica, terraferma-di-mezzo tra la terraferma continentale e il mare.
Le isole sono al cuore della poetica di Crialese: sembrano metafora di una prigione senza sbarre, aperta all'evasione ma strappata via dalla terra, così come il mare possiede una duplice valenza: è incanto e tormento, alcuni vi si tuffano, ad altri è fatale.
Il fascino di "Terraferma" sta proprio nelle ambiguità che suggerisce, sul punto di confine, limen dove si incrociano, senza conoscersi, tre condizioni di vita (gli isolani, i turisti e i migranti) che restano per lo più straniere a se stesse.
La scelta finale del giovane protagonista rappresenta una scelta alternativa che si smarca dall'influenza paterna: il finale aperto e la plongée ne suggerisce un esito incerto e precario, ma non per questo privo di speranza.

haika82  @  19/09/2011 13:52:53
   7½ / 10
Dopo un inizio apparentemente e, credo, volutamente statico, un improvviso ed inaspettato avvenimento scombussola la tranquilla e ripetitiva esistenza su una piccola isola (presumibilmente Lampedusa), in particolare la vita e la quotidianità di una semplice famiglia di pescatori che, ogni giorno, fa di tutto per sbarcare il lunario attraverso le più disparate attività tra le quali portare spensierati turisti in giro su una ormai malconcia imbarcazione. Un disperato quanto generoso e coraggioso salvataggio in mare di alcuni profughi si rivela un vero e proprio boomerang che porterà tutti gli isolani, poveri pescatori, gente umile ma con un forte senso della morale, a chiedersi se valga la pena violare la legge (che vieta di prestare soccorso e aiuti ai clandestini) e perdere il poco che hanno per salvare vite umane in pericolo, come "la legge del mare" suggerirebbe. Un conflitto interiore molto doloroso da affrontare che, per i protagonisti, si traduce poi, malgrado tutto, a favore di una scelta a favore della vita.
L'argomento si presenta di una spaventosa attualità e pone lo spettatore difronte ad una serie di inevitabili riflessioni.
Alcune scene sono davvero molto toccanti e significative.

tati83  @  15/09/2011 00:13:13
   7½ / 10
appena sn tornata dal cinema, molto carino e realistico! assolutamente da vedere

forzalube  @  14/09/2011 03:11:27
   7 / 10
Un buon film sul tema dell'immigrazione con una sua precisa presa di posizione politica contro la legge Bossi-Fini.
La mano di Crialese si nota per la cura delle inquadrature e per alcune sequenze davvero riuscite. Ottima la fotografia.

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Ultima risposta 15/09/2011 06.31.52
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento LukeMC67  @  14/09/2011 00:06:20
   9 / 10
E finalmente cominciano ad apparire i nostri "Soldato blu" al cinema: il fatto che questo film abbia generato sensazioni di fastidio (quando non di rifiuto condite da polemiche) è un ottimo segno perché vuol dire che Crialese è riuscito ad andare a ficcare il dito proprio sulla piaga aperta del fenomeno (im)migratorio in Italia.
Premetto che a me non è sembrato affatto un film "politico", come anche qui m'è capitato di leggere, bensì una pellicola profondamente "umana" dove le ragioni degli uni e degli altri sono messe impietosamente vicine le une accanto alle altre: il grande merito di Crialese è stato infatti quello di aver saputo mostrare con pochi, sapienti tratti, il dramma di chi sente sfuggirsi un'esistenza legata al lavoro e al conseguente stile di vita tradizionale che lo caratterizzava con quello di chi arranca a vuoto imbilico tra vecchio e nuovo con quello di chi è già stato assorbito dalle spietate regole del nuovo moderno, non meno crudeli dell'ancestrale asservimento alle implacabili leggi della natura e del mare.
Se il personaggio del nonno (un grande Mimmo Cuticchio) incarna una tradizione inesorabilmente destinata a scomparire nonostante la sua cruda saggezza di fondo, il figlio "innovatore" (l'altrettanto bravo Giuseppe Fiorello) cambia tutto per non cambiare nulla: sarà di fatto più schiavo del padre perché per uscire dalle leggi di natura dovrà opporre regole ancor più ferree e spietate alfine di sopravvivere di turismo. La "cerniera" tra queste due tensioni è rappresentata da Filippo, vero uomo del gruppo che trattiene il meglio della tradizione imparata dal nonno nelle lunghe uscite in mare con l'irruenza e la voglia di nuovo che gli suggeriscono la giovane età, l'inesperienza e la frequentazione della gente di fuori che lo zio e la mamma finiscono per mettergli in contatto.
Crialese è impietoso nel mostrarci come solo i personaggi femminili riescano a ripristinare un minimo di umanità in un mondo depauperato di ogni pietas da maschi cinici e indifferenti (da questo punto di vista non c'è molta differenza tra forze dell'ordine, turisti maschi che, invece di soccorrerli, fotografano i clandestini moribondi scaraventati a riva, i nuovi rampanti "operatori turistici" isolani e, almeno inizialmente, persino il figlio della puerpera scampata). Ancora una volta sarà Filippo, magnifico personaggio che incarna in sé il meglio del maschile e del femminile, a vincere su tutti facendo una sintesi tra le due tensioni agendo con vero coraggio.

Il dramma degli immigrati viene visto non tanto come fenomeno sociale ma come vicenda umana individuale: in fondo la scampata non è una santa ma una donna inerme e smarrita con le sue aspirazioni e debolezze; esattamente come Giulietta (una splendida Donatella Finocchiaro, davvero notevole la sua interpretazione) che mantiene comunque una sua pudica distanza dalla ospite inattesa pur finendo col solidarizzare e col com-patire con lei: ancora una volta l'ancestrale femminile vince su ogni pregiudizio. Ed è in fondo la stessa reazione della "nordica" turista all'assalto notturno della barca rubata da Filippo: persino in lei scatta un moto di orrore e di istintiva solidarietà quando Filippo ricaccia in mare in malo modo le persone di colore che tentavano di aggrapparsi disperatamente alla barchetta. Il furore di Filippo è talmente sincero da sconvolgere la ragazza al punto da turbarla indelebilmente: ma mentre la "sfrontata" ragazza rimarrà tutto sommato spettatrice dell'orrore (o comunque non sapremo mai quali reazioni le avrà prodotto), Filippo lo attraverserà interamente per poi riscattarsi una volta compresa la gravità del suo gesto. Crialese sembra così rivendicare la primarietà dell'esperienza sull'osservazione asettica e distaccata.

Tecnicamente il film ammalia per la bellezza delle immagini (stupenda la fotografia di Fabio Cianchetti con grandi riprese subacquee o aeree), la rigorosità della messa in scena, la perfetta interpretazione dei protagonisti, il bel sonoro pulito e nitido di Goffredo Gibellini, le musiche di Franco Piersanti e la stupenda versione dell'elvetica Sophie Hunger de "Le vent nous portera" dei Noir Désir usata per i titoli di coda. Manca però il tocco surreale e straniato che caratterizzava quel piccolo capolavoro che è e rimane "Nuovomondo": se "Terraferma" ne guadagna in fluidità narrativa (anche troppo, in certi momenti), sicuramente ne perde il bellissimo stile di Crialese che avevamo amato nelle sue precedenti opere. Il profondo umanesimo del bravo regista romano-siciliano purtroppo non riesce a partorire un capolavoro ma un intenso, sincero, coinvolgente ed emozionante film da vedere assolutamente, meritatissimo Premio Speciale della Giuria a Venezia 68.

7 risposte al commento
Ultima risposta 03/10/2011 15.29.46
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Rand  @  13/09/2011 10:54:00
   9 / 10
ingiustamente criticato a quanto vedo, l'ultimo film di Crialese completa il trittico dei suoi precedenti film, respiro e nuovomondo. Nel contesto attuale di "invasione" degli immigrati, che fuggono da miseria, guerra e malattie il regista siciliano riesce a calarsi nel mondo reale, dove i leghisti non vanno, al massimo ci si trovano in vacanza, ma non vogliono essere infastiditi, perchè vedere i corpi di uomini che affogano è qualcosa che non si dimentica facilmente, nenache se si è padani...
Così i turisti scansonati che vengono da Milano scoprono la realtà, che è molto più dura delle veline dei telegiornali. Mentre loro i pescatori contrappongono la legge del mare alla cosidetta legge dello stato. Non possono soccorrere i migranti in mare, eppure come dice un vecchio pescatore la legge del mare sta sopra tutto, altrimenti cosa siamo? Secondo me meritava qualcosa di più a venezia, anche un leone non sarebbe stato inappropiato, gli interpreti sono tutti bravissimi, da Donatella Finocchiaro al ragazzo che interpreta Filippo, Beppe Fiorello in un ruolo inedito ma ben tratteggiato, Santamaria perfetto nei panni dell'antipatico fiannziere che "serve" lo stato, senza mettere nulla in discussione. in mezzo i poveri cristi che arrivano giornalmente da noi, per cercare di raggiungere la terraferma. unico neo i sottotitoli che a volte c'erano a volte no, cosa inspiegabile. Musiche in tema, sopra tutto si staglia l'isola di Linosa, selvaggia e resistente a tutto, anche alla stupidità umana.

Gruppo REDAZIONE VincentVega1  @  08/09/2011 01:00:01
   6 / 10
Distante anni luce da "Nuovomondo", che non considero un capolavoro ma rimane comunque un ottimo film.

Questo "Terraferma" è un walzer di personaggi stilizzati, di situazioni sin troppo esplicite nel loro scopo politico (vedi le operazioni della gdf o la "rivalità" turisti/clandestini) e di una sceneggiatura da fiction televisiva. Inoltre ci sono scene tanto improbabili quanto assurde, che non riescono a trovare giustificazione nemmeno in un eventuale surrealismo, qui inesistente (a differenza del secondo film di Crialese).

Si salva solo per la potenza visiva di qualche sequenza e per l'interpretazione della Finocchiaro (aiutata dalla freschezza narrativa del suo personaggio).

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  07/09/2011 00:16:33
   7½ / 10
Pur non essendo all'altezza di Respiro e Nuovomondo, l'ultimo film di Crialese è comunque una buona conferma della tenuta del suo cinema, visivamente molto bello ed in questo caso più esplicitamente politico rispetto ai precedenti. Da diversi punti di vista può essere complementare sia a Respiro che a Nuovomondo. In Respiro la mentalità arcaica di un ambiente chiuso come quello di un'isola era l'ostacolo per la fuga verso un nuovo mondo, in questo caso è il richiamarsi ai vecchi codici di mare nutriti di compassione verso chi è in difficoltà a cozzare con assurde leggi contrarie ad ogni buon senso ma favorevoli ad allontanare cattive pubblicità. Gli abitanti dell'isola si trovano in una situazione di smarrimento, divisi dal fare i guardiani alla Staten island per immigrati o a orde di vacanzieri al ritmo di Maracaibo.
Eccellenti i protagonisti dal giovane Fucillo al nonno Cuticchio, passando per Beppe Fiorello. ma sono le figure femminili a regalare momenti di notevole intesità. Il confronto tra le due donne regalano i momenti più belli del film.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  07/09/2011 00:12:30
   6½ / 10
Ho la netta impressione che questo terzo film di Crialese debba fare i conti con l'univoca bellezza delle sue immagini, e che proprio per questa ragione segni un'involuzione rispetto ai precedenti film, soprattutto a qualche anno di distanza da un capolavoro del cinema italiano ("Nuovomondo"). La sua bellezza visiva è fuori discussione, ti ubriaca di mare, di volti bellissimi scavati dal tempo o dalla fatìca, puoi respirare persino l'odore di corpi salati protetti dal loro orgoglio "operativo".
Purtroppo il cinema non è solo questo: può andare l'intimismo rapporto tra la popolana e la donna africana, per la grande sequenza (giostrata quasi nel tentativo di creare stupore e rimorso morale) delle mani aggrappate in un rito di disperata sacralità ma alcune scelte lasciano perplesse, cito i tre studenti in vacanza il sequestro della barca da parte della polizia l'idealismo fin troppo condivisibile del vecchio pescatore (Ernesto).
Alla fine, complice il respiro morale della storia (la legge contro i clandestini è la croce della vergogna della nuova Italia) e il bell'epilogo finale, mi sono commosso, ma ho provato anche la sensazione che qualcosa non abbia funzionato come mi aspettavo. Impressioni che forse mi daranno un giorno torto o ragione, dipende
Ps L'isola non è la famigerata Lampedusa ma Linosa

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