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Un fotografo si trova accidentalmente sulla scena di un delitto, non perde occasione di immortalare il violento atto e con l'aiuto di un regista di film a luci rosse decide di vendere gli scatti al miglior offerente. Ciò sarà causa di una catena di omicidi, infatti l'uomo non sa che tra i possibili acquirenti si cela l'assassino il quale ovviamente non può permettersi che le foto finiscano in mano alla stampa o alla polizia. Fiacco mix di generi ad opera di Giuseppe Vari – accreditato come Joseph Warren- dall' intreccio soporifero mai in grado di generare suspense. Inefficaci le scene degli omicidi, non soltanto per la misera messa in scena ma anche per la modestia dei personaggi che non suscitano alcun interesse, pedine senza spessore di una vicenda dall'intrigante spunto di partenza al quale fa seguito una narrazione priva di qualsiasi attrattiva. Per lo meno c'è un colpo di scena finale che per un attimo riaccende la curiosità e rende più digeribile questo lavoretto difficilmente consigliabile anche ai più accaniti appassionati del genere. Pietoso il livello recitativo nonostante si tratti di attori abbastanza noti, si salva Adolfo Celi mentre Lou Castel è qualcosa di insopportabile, ridicolo ogni qualvolta debba fornire un'espressione diversa da un viso perennemente incarognito. Beba Loncar fa da soprammobile e tutti gli altri sembrano più disorientati che svogliati, infine il povero Fortunato Arena finisce nel ridicolo dovendo interpretare un mafioso completamente costruito su una serie di imbarazzanti luoghi comuni.