the beasts regia di Rodrigo Sorogoyen Spagna. Francia 2022
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the beasts (2022)

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locandina del film THE BEASTS

Titolo Originale: AS BESTAS

RegiaRodrigo Sorogoyen

InterpretiDenis Menochet, Marina Foïs, Luis Zahera, Diego Anido, Machi Salgado

Durata: h 2.17
NazionalitàSpagna. Francia 2022
Generethriller
Al cinema nell'Aprile 2023

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Trama del film The beasts

Antoine e Olga sono una coppia francese ormai residente da molto tempo in un piccolo villaggio della Galizia. Per vivere si occupano di agricoltura biologica e restaurano vecchie case, allo scopo di favorire il ripopolamento dei luoghi disabitati. Tutto comincia a complicarsi con un nuovo progetto che ha a che vedere con l'energia eolica e a causa del quale entrano in conflitto con i vicini.

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Voto Visitatori:   7,33 / 10 (12 voti)7,33Grafico
Miglior film straniero
VINCITORE DI 1 PREMIO CÉSAR:
Miglior film straniero
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Voti e commenti su The beasts, 12 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Oskarsson88  @  31/03/2024 20:03:25
   9 / 10
Bellissimo e avvilente allo stesso tempo, una pellicola socio-politica a sfondo thriller ispirato da un episodio realmente avvenuto. Uno scontro tra mondi che non possono comunicare tra loro. Molto attuale, con lo spopolamento dei paesini...

Noodles71  @  24/03/2024 18:52:45
   8 / 10
Ispirato da un fatto di cronaca nera avvenuto in Galizia nel 2010, Sorogoyen racconta in maniera molto elaborata ed accurata il conflitto tra due famiglie, da una parte chi ha scelto di vivere in maniera rurale abbandonando la vita moderna per trasferirsi in un piccolo paese e dall'altra chi non ha avuto alcuna scelta ed è costretto a continuare a viverci con stenti e duro lavoro. Bravissimi gli attori protagonisti che si calano perfettamente nelle parti e memorabili i dialoghi tra gli "autoctoni" e lo straniero francese e nella seconda parte quelli tra la moglie interpretata da un'efficacissima Marina Foïs e la figlia Marie Colomb. Senza togliere nulla alla prova di Denis Ménochet e Diego Anido indubbiamente un gradino sopra è il sorprendente Luis Zahera nella parte del fratello maggiore. La durata eccessiva magari pecca un pò dopo il "fattaccio" ma nulla toglie ad "As Bestas" di essere uno dei migliori film usciti nell'anno. Finale che non offre alcuno spunto di vendetta ma rende giustizia ai fatti.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR rain  @  06/03/2024 21:16:11
   8 / 10
Thriller lento nella progressione ma con una grande escalation del livello di tensione. La regia di Sorogoyen in questo è superlativa, il resto lo fanno l'ambientazione rurale perfetta per questo tipo di vicende (non a caso il film è ispirato da fatti realmente accaduti), il contesto "duro" della vita da agricoltore e le ottime interpretazioni di tutto il cast: Ménochet e Zahera (rispettivamente Antoine e Xan) soprattutto, ma bravissimi anche gli altri (per dire anche Marie Colomb nella parte della figlia, pur avendo poco spazio su schermo, regala un'interpretazione incredibilmente intensa).

andrea9002  @  17/10/2023 05:42:05
   8 / 10
Piccolo gioiello a basso costo ma ad altissima resa, ottime interpretazioni e molto buona anche la regia, ben strutturato, asciutto ed a volte didascalico non gli manca proprio nulla per essere definito un gran film, decisamente lascia il segno.
Un ottimo esempio di come con davvero con poco si possa fare ancora del gran cinema in antitesi alle mega produzioni Hollywoodiane spesso sfarzose ma a volte vuote e scialbe

Mauro@Lanari  @  26/08/2023 00:48:45
   3½ / 10
Ispirato a una vicenda di cronaca nera del 2010 e irrilevante quanto quelle con cui i giornalisti riempiono i loro vacui spazi, Sorogoyen non sa andare oltre la geremiade misantropa già spazzata via da non so quant'autori, dalla selezione naturale come legge che vessa l'intero cosmo e non solo l'area biologica di pertinenza darwiniana (1859) all'esegesi biblica di Ricœur che dal 1965 dimostra che il male giunge a noi per un'irrifiutabile eredità. Già nell'inorganico, il Sole è una stella nana che tra circa 5 miliardi d'anni s'espanderà sino a inglobare, fagocitare, inghiottire, parassitare qualsiasi altro corpo celeste del suo/nostro sistema (maggior massa/densità=maggior forza gravitazionale). La "fitness" è una mefitica legge della giungla dove a vincere è sì sempre il più forte, ma in senso predatorio e non in base a un'assiologia di valori positivi. A quando quest'elementare aggiornamento culturale? Per quanto ancora s'insisterà a giudicare di maggior importanza il matriarcato pacifista e la critica alla xenofobia?

matt_995  @  23/06/2023 09:43:04
   7 / 10
Scopro (con una certa inquietudine) che il film è tratto in maniera fedelissima da un fatto di cronaca avvenuto in Galizia una decina di anni fa. E forse l'essere preso paro paro dalla realtà della cronaca è il più grande difetto del film che, secondo me, non raggiunge mai l'apice della crudezza e non affonda mai davvero il coltello nella piaga come invece hanno fatto altri film di questo filone (Cane di paglia in primis).
As bestas tuttavia è retto dalle prove eccellenti dei suoi pochissimi attori protagonisti (praticamente 5). Manochet, imbolsito come un Russell Crowe francese ha lo sguardo, gli occhi verdi ipnotici, del suo iconico monsieur La Padite ma a brillare maggiormente, a parer mio, sono la moglie, Marina Fois, e il collerico e spietato Luis Zahera.


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benzo24  @  01/05/2023 20:19:06
   4 / 10
Abbastanza inutile ed inconcludente

2 risposte al commento
Ultima risposta 21/05/2023 20.26.05
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Manticora  @  26/04/2023 09:46:34
   8 / 10
Il film parte da un fatto di cronaca per raccontare la convivenza difficile tra due realtà: quella di due fratelli galiziani miserabili e collerici che si accorgono della propria miseria umana, sociale e culturale quando arriva la coppia di francesi che ha deciso di cambiare vita. Mostrando che si può fare, loro coltivano biologico, pomodori e verdure in generale, con calma e pazienza. I fratelli invece allevano bestiame ma passano il tempo libero a bere e a parlare nella bettola del paese, per l'esattezza parla solo il maggiore, che crede di essere il fulcro del pubblico, invece come gli fa notare un paesano lo ascoltano solo per farlo stare zitto. La scusa per far scoppiare il conflitto è il fatto che Antoine e Olga i francesi non hanno firmato per permettere ad una multinazionale norvegese di avere il benestare di tutti i paesani per costruire delle enormi pale eoliche, previo risarcimento comprando i terreni di tutti, anche se alla fine sono un pò di soldi, non si sà neanche bene quanti.
La faida parte e non finisce bene, Antoine è testardo, i fratelli sono due subumani per poi rivelarsi anche due stupidi

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qui parte la seconda parte del film, che obbiettivamente è un pò lunga ma serve a mettere tutti i tasselli al posto giusto, senza happy and ma arrivando all'ineluttabilità del riconoscimento della colpa, che porterà

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Olga rimane unico testimone, di quel mondo in mezzo alle montagne della Galizia, dove rimane a vivere, nonostante la figlia abbia cercato in tutti i modi di convincerla ad andare a vivere con lei. In quel dialogo tra sordi il regista Sorogoyen costruisce uno dei migliori dialoghi in un film in lingua spagnola. Un film non certo per chi è abituato alle storie facili, che parla dell'animo umano e della responsabilità che porta la colpa, a cui non si può sfuggire se ci si lascia trascinare da essa.

7219415  @  18/04/2023 10:16:55
   8 / 10
Una piacevolissima sorpresa

VincVega  @  17/04/2023 12:41:24
   8 / 10
Bellissima pellicola spagnola ispirata da un fatto reale di cronaca, traendo spunti anche da "Cane di Paglia" di Peckinpah, per poi intraprendere una strada piuttosto originale più che nella trama, in una messa in scena di grande impatto narrativo ed emotivo. Ben presto la tensione sarà presente in diverse sequenze, la costruzione prima di arrivare a esse è molto ben realizzata. Anche l'ambientazione è particolarmente azzeccata, fa da sfondo a queste due coppie (i coniugi francesi forestieri e i fratelli contadini spagnoli) e ai loro attriti che piano piano si faranno sempre più pesanti e presenti in un'atmosfera realistica e drammatica. Il personaggio della donna della coppia dopo un'inizio in ombra, viene fuori alla distanza con il suo carattere forte e deciso, andando a scontrarsi anche con la figlia che tornerà all'ovile dopo gli eventi di metà pellicola. Ottimo veramente il cast, su tutti la scelta dei due fratelli, con la prova superlativa di Diego Anido e soprattutto Luis Zahera, vera rivelazione del film. "As Bestas" nelle sue due ore e quindici minuti non cede mai il passo alla noia, anzi il coinvolgimento è sempre elevato e si candida per essere uno dei migliori film dell'anno, personalmente prevedo che sarà sicuramente nella mia "Top 3".

Thorondir  @  15/04/2023 23:28:11
   8½ / 10
È uno scontro duro e puro quello al centro dell'ultima fatica di Sorogoyen. Lo scontro tra chi sceglie la campagna ma ha studiato e proviene dalla città (la scienza della terra), e chi, puzzando di *****, non avendo potuto scegliere, è nato con i piedi nel fango del mondo rurale (l'essenza della terra). In tale contesto la comprensione è impossibile, l'incontro tra la civiltà e il primitivismo che sembra precedere l'incivilimento è destinato per forza di cose a confliggere e a riportare (o forse mantenere) l'uomo alla sua dimensione di pura bestia. Questa base dicotomica e forse neanche così originale viene però resa da Sorogoyen con una maestria notevole: è un thriller che non va mai sopra le righe rispetto al tono che decide di darsi ma che nel suo sviluppo, seppur con una durata importante, non scade mai nella banalità che fa annoiare. Anche le scelte stilistiche sembrano ridursi all'osso per far parlare immagini, attori e atmosfera: la musica si limita a oscuri elementi percussivi, la fotografia è al naturale, la regia opta spesso per lunghi piani sequenza (finanche fissi). In tal senso merita di essere citato uno dei momenti per me più belli del film: il dialogo in piano sequenza al bar in cui personaggi che si guardano in cagnesco parlano uno spagnolo gutturale, quasi incomprensibile. Sembra veramente di guardare e ascoltare dei cavernicoli che non possono comprendersi (o forse semplicemente non vogliono). Scena in cui si sente la tensione crescere dentro la sala cinematografica. E poi ci sarebbe da parlare del film nel film, la seconda parte e l'ostinazione di una donna nello sfidare un mondo che sembrerebbe non essere per nulla adatto ad una donna in quelle condizioni. Ci sarebbe da parlare di come sia uno dei più lucidi film sulle radici del populismo attuale, oppure del tema dell'ecologia visto con gli occhi e le resistenze di un mondo contadino ignorante perchè ignora (e che quindi è pronto a farsi truffare semplicemente perché non sa). Di tanto ci sarebbe da parlare in questo film che trova un connubio straordinario tra forma e temi. L'unica cosa sensata da fare è andarlo a vedere al cinema e se possibile in lingua originale (mai come in questo caso si perde moltissimo con il doppiaggio). Per quanto mi riguarda è già ora uno dei film dell'anno.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  01/01/2023 14:51:58
   8 / 10
E' un contesto aspro e quasi selvaggio quello in cui vivono due francesi in un villaggio remoto della Galizia. Contesto duro dove i due vivono coltivando i campi e restaurando case abbandonate per un eventuale successivo ripopolamento di un luogo dove i giovani hanno abbandonato il paese perchè la vita del luogo non offre prospettive se non quella dei campi. Lento e costante nell'incedere della tensione fra la coppia francese e due fratelli loro vicini. Quest'ultimi accusano i primi di non aver voluto firmare un accordo che permetteva la costruzione di pale eoliche a fronte di un'indennizzo. Il mancato introito e quindi lo svanire della prospettiva di un affrancamento da una vita dura, aumenta il grado di ostilità fra indigeni e "stranieri", colpevoli di aver leso diritti che non gli appartenevano solo perchè, appunto "stranieri". Certamente le assonanze con Cane di Paglia ci sono, tuttavia il brusco cambio di prospettiva dettato a metà film quando la donna della coppia francese emerge nella sua perseveranza a cercare la verità, non offre come in Peckinpah la deflagrazione della violenza che rimane sempre sottotraccia, ma comunque sempre presente. Sorongoyen è sicuramente uno dei migliori registi spagnoli sulla piazza. Sia pure nella sua non indifferente lunghezza, il film non perde un colpo anche nella sua apparente lentezza. E nota di merito al cast: ottimo per ogni ruolo.

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