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E' un film delirante, horror di fondo quanto orientato più sul fantastico anche se molto dark (l'idea del mondo oscuro dietro lo specchio) con la presenza inquietante del grande Michael Berryman sullo sfondo. Essendo il delirio di un uomo con evidenti problemi mentali, il film in un cero senso si adegua, ma la difficile gestazione produttiva e la morte dello stesso regista hanno fatto in modo che la scrittura sia tuttaltro che perfetta. Piena di forzature e di passaggi non tanto logici, tuttavia la parte visiva è intrigante e curata piuttosto bene (CGI esclusa). In poche parole è un film non riuscito con qualche idea e qualche trovata più che buona ed altro punto a favore la prova di Koehler, molto bravo nel suo doppio ruolo.
Cosa c'è di interessante, di inquietante o di pauroso in un'ora abbondante di monologo banale e stucchevole da parte di un giovane rain man? A mio avviso, una beneamata mazza! Infatti, la visione risulta talmente pesante e monotona che si rischia lo svenimento o la narcolessia irreversibile. A quanto pare questo THE EVIL WITHIN ha visto la luce ben 2 anni dopo la morte del regista, alla sua unica prova dietro la macchina da presa, ma forse, per rispetto alla sua memoria, sarebbe stato giusto non rilasciarlo proprio. Noia e indolenza sono le uniche sensazioni che mi ha trasmesso questo film.
Prima ed unica opera realizzata da Andrew Getty (scomparso recentemente a causa di una overdose). Lo sviluppo della trama è affidato al dialogo di Dennis (interpretato da un grandissimo e sconosciuto Frederick Koehler) con la sua parte malvagia e demoniaca. Vediamo il nostro protagonista,un emarginato a causa del suo ritardo mentale sprofondare lentamente in un abisso nel quale la malattia mentale arriva a mescolarsi con la possessione demoniaca. A questo punto il nostro protagonista si trasforma in un assassino seriale,inizia uccidendo piccoli animali,per arrivare poi agli esseri umani,la sua discesa negli inferi è resa però in modo molto realistico,lo vediamo alternarsi infatti tra allucinanti divagazioni,pentimenti e scatti di follia omicida. Getty ha il gran merito e il coraggio di portare sullo schermo un film che presenta un concept piuttosto complesso e che almeno a mio avviso difficilmente poteva essere reso in modo migliore. Certo i difetti purtroppo ci sono (il film è stato in fase di post produzione per una decina d'anni) però bisogna ammettere che è una delle pellicole più originali di questo 2017, non per tutti ma un lavoro sicuramente degno di una visione.
Altro film (più che un film un pezzo di vita e di cervella marcescenti) dove l'hype gioca un ruolo fondamentale, non ci fosse stata dietro tutta la follia gli anni e i soldi per comprare meth spesi da getty nel costruirlo, non se lo sarebbe c.agato nessuno. Alla fine non è male, solo che su imdb (Sito imbarazzante che ve lo dico a fare) si parlava di Phantasm a riguardo quindi mi ero gasato : del capolavoro di Coscarelli c'è solamente la sfumatura tra sogno e reale e un vago tentativo di ricreare quelle magiche atmosfere. The evil within brilla più che altro per il decisamente monumentale protagonista, impossibile immaginare il film senza di lui. Un attore a me assolutamente sconosciuto eppure boh, mostruoso. Solo lodi per lui, per il resto niente di così eccezionale e nemmeno orrorifico (salvo un paio di momenti), da gustare giusto per i momenti Weird e gli fx simpaticissimi.
La malattia psichica si fonde con la possessione demoniaca assumendo l'inquietante aspetto del mitico Michael Berryman, questi, confinato all'interno d'uno specchio, consiglia al povero Dennis di uccidere, unica cura contro gli spaventosi incubi di cui il ragazzo soffre. Dapprima animali, poi persone, fino a raggiungere i propri cari, tutte vittime potenziali e sacrificali; mentre il demone è metafora dell'oscurità interna, del ritardo mentale sfociante nella follia più violenta, voce subdolamente amica in un mondo in cui l'accettazione va spesso a braccetto con la pena. "The evil within" è lo sfizio oscuro, imperfetto, felicemente vintage -si vocifera addirittura in parte autobiografico- di Andrew Getty, rampollo di una potente famiglia di petrolieri, che da amante dell'horror ha deciso di autofinanziare il suo progetto. Ed infatti il film denota una certa inesperienza: parecchie le ingenuità narrative e regia non sempre all'altezza: il film tuttavia riesce ad intrigare proprio per il suo essere così atipico, con squarci surreali davvero ammirevoli (a tal proposito si ammiri l'incipit) a supportare una sceneggiatura magari non ferrea ma in grado di rappresentare con una certa forza l'oscurità annidata all'interno del bravissimo protagonista. Frederick Koehler è davvero fenomenale sia nei panni del ritardato che in quelli del suo doppio intelligente e spietato. Di certo gli interminabili tempi della fase di post-produzione (si parla di 15 anni circa) non hanno giovato alla pellicola affetta da qualche scollamento, resta però un lavoro allucinato, figlio di una mente a quanto pare non proprio serena e di un corpo dedito al vizio spentosi troppo in fretta. Testamento di Getty "The evil within" è un film da cui si erge palese il tormento concretizzato viaggiando nei desideri più inconfessabili, con un finale tutto da godere ambientato in un teatro, dove realtà e suggestione (come del resto per tutto il film) si mescolano dando vita ad un epilogo davvero ben ordito.