the field guide to evil regia di Ashim Ahluwalia, Can Evrenol, Veronika Franz, Severin Fiala, Katrin Gebbe, Calvin Reeder, Agnieszka Smoczynska, Peter Strickland, Yannis Veslemes Usa, Nuova Zelanda 2018
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Incuriosito dal fatto che i primi 2 corti sono girati da registi che hanno fatto dei film precedenti molto interessanti mi sono deciso a procedere alla visone. Che dire... Apparte la fotografia che e il pezzo forte di questa pellicola( evocativa e suggestiva) tutto il resto pero' fa pena!! Le storie sono troppo stupide, ridicole e banali. Al limite del irritamemento e a tratti anche comiche. Passate altrove e non perdete tempo.
Il soggetto è interessante,otto storie che affondano le radici nel folklore popolare di otto nazioni diverse diretti da altrettanti registi. Il problema come spesso accade in operazioni di questo genere è la qualità molto altalenante dei vari episodi che va dal buono ( l'episodio austriaco e quello turco) al discreto ( tedesco ed inglese) per poi sfociare nel mediocre ( polacco,greco e americano). L'episodio indiano per quanto girato in un affascinante bianco e nero non mi ha detto niente. Più interessante nelle intenzioni che nella resa.
La maggior parte degli episodi in questo THE FIELD GUIDE TO EVIL hanno senso solo per chi li ha scritti e diretti (e per qualche intelligenza superiore) poichè quasi tutti hanno in comune una pochezza di dettagli e chiarimenti. Per quanto riguarda il livello horror siamo intorno alla sufficienza ma le storie raccontate non hanno, per me, una valenza così netta e decisa. A questo vanno aggiunti un doppiaggio mediocre e una recitazione, in molti casi, poco convincente.
Mix di film corti horror che hanno il comune denominatore della tradizione folkloristica dei vari paesi e la presenza del maligno in diverse forme e sembianze . C'e' del buono e del meno buono , la parte del leone la fa la fotografia ,dove ogni regista si sbizzarrisce , dalla montagna fiabesca al bianco e nero ,dagli abissi fantasiosi a un claustrofobico interno di casa. Direi che il tutto è una chicca per gli appassionati del genere, per gli altri è una buona retrospettiva su diversi registi in parte sconosciuti
Raccolta antologica composta da otto corti diretti da registi di ogni parte del mondo con miti e credenze popolari dei propri paesi. Buona idea sulla carta che però viene in parte sprecata per sceneggiature enigmatiche a volte anche di difficile interpretazione dovuta anche alla brevità dei singoli segmenti. Alcuni sono interessanti altri meno, un paio decisamente brutti... Lavorando di più sulle sceneggiature si poteva fare un prodotto migliore.
Nonostante la presenza di qualche regista di buon livello un film d'ambientazione boschiva/bucolica (diviso in episodi ispirati a leggende popolari) mai incisivo, quasi due ore in cui la noia generalmente la fa da padrona.
"The Sinful Women of Höllfall" Severin Fiala e Veronika Franz (Austria). Il represso amore saffico di due fanciulle muta in un senso di colpa di natura orrorifica. Poco inquietante ma ben girato con discreto colpo di scena finale. Voto 6
"Haunted by Al Karisi – The Childbirth Djinn" di Can Evrenol (Turchia). Un neonato messo in pericolo dalla presenza di un demone. Storia banalissima ma il regista turco regala qualche sequenza cruda come nel suo stile. Voto 6
"The Kindler and the Virgin di Agnieszka Smoczynska (Polonia) Un uomo per ottenere ricchezza e successo comincia a mangiare i cuori dei cadaveri. Spunto interessante quello per ottenere il potere ma l' episodio crolla col passare dei minuti. Voto 5
"Beware The Melonheads" (Usa) di Calvin L. Reeder Tipica famigliola in vacanza si trova a dover fare i conti con dei ragazzini mostruosi. Curiosamente il meno autoriale ma anche il più convincente, ispirato al trash anni '80 convince. Voto 6.5
"What Ever Happened to Panagas the Pagan?" di Yannis Veslemes (Grecia) Un gruppo di uomini in stato di ebbrezza si accanisce contro un goblin. Il peggiore del lotto, un fantasy girato male con una storia che non ingrana mai. Voto 4.5
"Palace of Horrors" di Ashim Ahluwalia (India) Un talent scout circense, alla ricerca di fenomeni da baraccone, raggiunge un palazzo abbandonato nella foresta indiana. Troppo lineare anche se l' utilizzo del bianco e nero e l' omaggio a "Freaks" lo rendono abbastanza interessante. Voto 6
"Nocturnal Breath" di Katrin Gebbe (Germania) Due fratelli alle prese con un demone dalle simpatiche sembianze ma dai poteri assai dannosi. Ben girato e vincente nelle cupe atmosfere. Voto 6
"The Cobblers' Lot" di Peter Strickland (Ungheria) Due fratelli, entrambi calzolai alla corte del Re, si invaghiscono della principessa. Faranno di tutto per averla in sposa. Simpatico omaggio al cinema muto. E qui finiscono i pregi di un segmento guardabile, nulla più. Voto 6
Una discreta antologia di cortometraggi horror che hanno come denominatore comune le leggende folkloristiche popolari di diversi paesi del mondo. Sicuramente influenzato dal successo e dal seguito di The Witch di Eggers, hanno in comune oltre al folklore una certa cura formale del lavoro caratterizzato da un'ottima fotografia per tutti gli episodi. La qualità è altalenante come per la maggiorparte dei film antologici. Nonostante ciò i segmenti riescono a dare quel senso di sana inquietudine.
La fotografia in quasi tutti gli episodi è particolarmente bella e curata: è raro vedere un horror (horror "vero": ci son scene e passaggi che davvero spaventano) ad episodi così raffinato e curato. Sembra però più una compilation di "esercizi di stile": le storie, anche se ispirate alle tradizioni popolari, sono, tranne un paio, poco incisive, forse anche per il fatto che la brevità degli episodi (una decina di minuti ciascuno) non lascia il tempo di appassionarsi e lasciarsi coinvolgere dalla storia. E' comunque un film sopra la media del genere, imperdibile per gli appassionati.