the grandmother regia di Paco Plaza Spagna, Francia 2021
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the grandmother (2021)

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locandina del film THE GRANDMOTHER

Titolo Originale: LA ABUELA

RegiaPaco Plaza

InterpretiAlmudena Amor, Vera Valdez, Karina Kolokolchykova, Chacha Huang, Michael Collis

Durata: h 1.40
NazionalitàSpagna, Francia 2021
Generehorror
Al cinema nell'Ottobre 2021

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Trama del film The grandmother

Una modella parigina deve tornare a Madrid dove sua nonna, che l'ha allevata, ha appena avuto un ictus. Ma passare solo pochi giorni con questo parente si trasforma in un incubo inaspettato

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Voto Visitatori:   7,78 / 10 (36 voti)7,78Grafico
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Voti e commenti su The grandmother, 36 opinioni inserite

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR rain  @  26/04/2015 12:07:24
   7½ / 10
Mediometraggio in cui Lynch, con il suo solito stile criptico, racconta il rapporto tra un bambino e la sua nonna che altro non è che la rappresentazione figurativa di un luogo di fuga dagli orrori familiari. Ricorda molto nello stile e nell'atmosfera il successivo e più famoso "Eraserhead".
Imperscrutabile come sempre, inquietante come non mai.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  12/02/2014 11:09:16
   9 / 10
Un ragazzino maltrattato da genitori più simili a bestie che esseri umani trova conforto della nonna, unico sollievo alle angherie che quotidianamente subisce.
Inquietante e oscuro, "The Grandmother" è un mediometraggio in cui Lynch (appena 24enne) espone in modo già molto maturo alcuni temi che torneranno nella sua filmografia e in particolar modo nel capolavoro "Eraserhead"; in soldoni trattasi di riuscitissima sperimentazione avanguardistica, focalizzata su orrori domestici racchiusi in un appartamento dall'arredo scarno e perennemente avvolto da ombre impenetrabili.
Il regista come consuetudine viaggia su binari non sempre di facile fruizione o direttamente decriptabili da noi poveri mortali, la sua, tuttavia, resta una tenebrosa e seducente amalgama tra realtà e fantasie generate dalla disperazione più cupa.
L'idea della nonna partorita dall'albero è geniale, come l'iter che ne decreta la venuta al mondo con terriccio adeguatamente predisposto a ricevere un seme in seguito innaffiato a puntino. La scena della nascita è indimenticabile, stesso dicasi di quella in cui il protagonista chiede aiuto mentre la nonna agonizza.
Ammirevoli le sequenze animate realizzate dallo stesso Lynch, in cui il tratto grezzo e minaccioso del regista rende giustizia alle fantasie più estreme del ragazzino. Decisamente affascinante il montaggio velocizzato, vero fiore all'occhiello insieme all'utilizzo del sonoro; Lynch dimostra grande talento, modulando l'angoscia su note disturbanti accorpate al girato secondo le sue esclusive (e geniali) regole.

Naitsirk  @  07/10/2012 11:55:41
   8½ / 10
Cortometraggio di D.Lynch impeccabile, che già ci propone le sue tematiche peculiari , colme già di un atmosfera cupa, estranea, ed enigmatica, con più significati. Assolutamente un corto oscuro di gran classe.

Invia una mail all'autore del commento Weltanschauung  @  19/09/2012 15:16:29
   9 / 10
Prima dell'indimenticabile capolavoro Eraserhead, David Lynch girò parecchi corto/mediometraggi di avanguardia, The Grandmother del 1968 ne rappresenta l'espressione più nitida.

I suoi primi passi nel cinema sono strettamente legati alla semantica della sua arte figurativa, ma a differenza dei primissimi lavori, che erano veri e propri quadri in movimento, con The Grandmother il cinema del regista americano comincia a "materializzarsi", il film difatti si trova a metà strada tra l' animazione in stop-motion in stile "The Alphabet" e riprese dal vero con attori in carne ed ossa.

Il mediometraggio (0.34min), girato proprio a casa di Lynch con la partecipazione di attori non professionisti, è uno dei più grandi esperimenti cinematografici mai fatti.

La (non)trama vede un uomo e una donna che camminano a quattro zampe, il loro figlio è invece in smoking. Surreale.
Una mattina Mike alzandosi dal suo letto trova le lenzuola macchiate, il padre appena se ne accorge comincia ad abbaiare ed emettere suoni gutturali scagliandosi con violenza verso il figlio, che dopo aver subito un'aggressione, decide di rifugiarsi in solaio, dove "crea" sua nonna..

Inutile soffermarsi ad interpretare razionalmente un film di David Lynch, anche perché se ci si sforza di decodificare, di cogliere simbologie o significati, si fa violenza alla natura stessa dell'opera, basata sulla percezione e sul depensamento.

Tuttavia ci si può soffermare su una "tematica" cara a David Lynch, ovvero la paura e l'ossessione per la normalità familiare (ripresa poi in Eraserhead).
Il nucleo famiglia viene distrutto irrazionalmente dipingendo genitori oppressivi, raffigurati come degli animali.
Tra toni cupi, atmosfere torbide, stanze nere e una rappresentazione macabra del quotidiano, emerge imponente dall'inconscio la percezione dell'incomunicabilità nelle famiglie moderne.
Il padre di Mike è dispotico e bestiale, sua moglie invece ogni tanto mostra stralci di affetto materno finendo però sempre per schiantarsi contro il muro dell'incomprensione.
Non esiste una lingua tra Mike e i genitori, solamente versi e grida isteriche, il bambino riceve solo botte e per sfuggire dalla sua situazione si rifugia nella fantasia mescolando sogno e realtà, tra individui che escono dalla terra, nonne che nascono dal terriccio e umani che si trasformano in alberi.
The Grandmother è la messa in scena di pulsioni e turbamenti familiari, attraverso il delirio di forme e tramite la rappresentazione di squallide esistenze che fanno da soggetto all'orrore Lynchiano per il lo**** domestico.

La macchina da presa varia spesso angolazione, il montaggio è rapidissimo, le musiche non sono allineate alla narrazione (cominciano e terminano fuori tempo rispetto alle scene), le ambientazioni sono composte da poche luci e tante ombre, gli sfondi si percepiscono ma sono informi e gli attori sono truccati di bianco assumendo un aspetto cadaverico.

In definitiva ci troviamo di fronte ad un mediometraggio ermetico che attraverso atmosfere caotiche e spettrali, dipinge ma non racconta, comunica ma non dice, avvolge ma non spiega.
Lo sguardo di Lynch è già quello maturo dei capolavori futuri, qui dentro c'è già tutto il suo cinema onirico, misterioso e ambivalente.

Straordinaria poesia visiva, a metà strada tra la maledizione Baconiana e la "pornografia" di Franz Kafka.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  02/10/2011 23:17:35
   8½ / 10
Straordinario cortometraggio che, chissà come, mi ha ricordato una trasfigurazione diabolica e surrealista dei pupazzi animati di Trnka... un bambino maltrattato, vestito in smoking, vive le sue vessazioni familiari fino a reclamare la presenza-feticcia di una nonna "materna" immaginaria. Se lo spunto è inquietante, la realizzazione cruda, allucinata, raccapricciante. Le vessazioni continuano, la brutalità trova sfogo solo nel sonno, che allieva (i desideri) o ripropone la più aberrante delle realtà (l'incubo). Il richiamo affettivo dell'immaginario può sovrastare qualsiasi identità, oltrepassare ogni legame tra la vita e la morte (stupenda la sequenza delle lapidi). I semi (seeds) che generano questo adorabile vincolo affettivo possono essere gli stessi che hanno prodotto la brutalità che il bambino conosce e ha conosciuto

DarkRareMirko  @  03/07/2011 05:41:34
   9 / 10
Finalmente un ottimo corto da parte di Lynch, tetro, cupo ed inquietante come non mai. Quasi senza dialoghi, è una storia weird di un ragazzino che, vessato da familiari imbecilli, si fabbrica da sè una nonna bonaria e rassicurante.

Diretto benissimo, fotografato magistralmente, può contare anche su attori convincenti e su indicati accompagnamenti audio (e forse è da quest'opera che, maggiormente, Hussain ha preso audiovisamente ispirazione per il secondo episodio di Subconscious cruelty).

Veramente una grande lezione di cinema in cui si riconosce uno stile che, via via, diventerà per il maestro una inconfondibile e vera ragione di vita.

Da vedere.

Oskarsson88  @  20/01/2011 21:57:02
   7 / 10
raccapricciante

suspirio  @  13/12/2010 00:43:49
   8½ / 10
Ottimo, veramente disturbante e criptico.

Mothbat  @  23/11/2010 02:23:50
   8 / 10
Un mediometraggio che già fa emergere in pieno lo stile e la genialità di Lynch, anche se a volte un po' troppo ripetitivo. Atmosfere morbose e opprimenti.

Invia una mail all'autore del commento Steppenwolf  @  11/09/2010 12:21:59
   8 / 10
E fu così che quel giovane del Montana chiamato David Lynch divenne grande.
A distanza di 31 e 36 anni da questo suo primo grande lavoro avrebbe realizzato i suoi capolavori assoluti, Mulholland Drive e INLAND EMPIRE.
I suoi precedenti cortometraggi, anche se validi, non erano certo ai livelli di questo mediometraggio(penso sia più corretto definirlo così), un delirio di mezz'ora assolutamente shockante.
Le tematiche affrontate sono innumerevoli e preludono quella che sarà la poetica del regista: da una parte la riproduzione di un mondo oscuro e malvagio, inospitale, caratterizzato da atmosfere malsane ed angoscianti.
Dall'altra parte la ricerca disperata di una via di fuga da questa realtà, che si rivelerà essere la tematica portante della filmografia del regista, basti pensare al successivo Eraserhead, suo primo lungometraggio.
Già in The Alphabet vi era una sorta di disagio(già manifestato in verità nel primissimo corto, Six Figures...)del protagonista che cercava di scappare dall'apprendimento dell'alfabeto, incubo anche dello stesso Lynch, emblema di un rifiuto da parte dell'artista di conformarsi ad un apprendimento istituito, rigido, rifiuto anche di un linguaggio tradizionale, visto appunto in maniera negativa.
Nel successivo Eraserhead il tema del voler fuggire dalla vita è chiaramente quello portante del film. Il finale di The Elephant Man - non voglio spoilerare - è anch'esso indice di una fuga(chi ha visto il film capirà).
In Velluto Blu Lynch oppone mancheisticamente due mondi e il film lo si può leggere come un viaggio nel mondo oscuro, quello insidiato nel perbenismo di una tranquilla cittadina e di una vita comune, per poi fare ritorno "a casa".
In Cuore Selvaggio i due protagonisti scappano da una realtà a loro avversa per unirsi nel segno dell'Amore. L'intero film è una fuga da un mondo violenza: lo stesso regista lo ha laconicamente definito "Finding love in Hell".
Strade Perdute è forse quello più evidentemente incentrato sulla fuga ed è stato descritto da Lynch stesso come una "fuga psicogena".
Sulla stessa base potremmo parlare di Mulholland Drive. In INLAND EMPIRE il discorso si fa MOLTO complesso, ma il tema della fuga potrebbe essere rilevato a più livelli di lettura del film.
Una Storia Vera è incentrato su una fuga che è in realtà confronto con se stessi e con la propria vita(anche se non vi è un vero e proprio progresso spirituale come nel più celebre "Il posto delle fragole": il protagonista è un uomo formato, deciso e che sa a cosa mira)e ricongiungimento con il proprio passato. Il meno Lynchiano dei film di Lynch, paradossalmente.
Arriviamo ora a questo "The Grandmother". Di cosa ci parla?
Ci parla della difficile infanzia di un ragazzino - che potrebbe essere chiunque, anche Lynch stesso - maltrattato(e forse anche abusato sessualmente)dai propri genitori. Nel mondo oscuro in cui vive questo bambino non c'è spazio per affetto familiare e i suoi disagi anziché essere compresi sono invece acuiti dalla violenza - verbale e fisica - cui i genitori lo sottopongono.
Il bambino di nome Matt troverà nelle radici(familiari?)il proprio rifugio, così pianterà con dei semi trovati una piantina dalla quale uscirà una nonna, forse frutto della sua immaginazione, che darà al bambino un barlume di speranza.
Matt è ora felice e si sente amato. Ma, come spesso accade in Lynch, i sogni sono destinati a crollare, e così la nonna - che al contrario dei genitori si esprime con dei suoni molto deboli, dei fischi - morirà, lasciandolo da solo nuovamente.
Oltre all'anticipazione delle tematiche propriamente lynchiane, il film si fa notare per la riproduzione di un'atmosfera angosciante, tetra.
Al buio si oppone infatti il pallore dei personaggi, quasi vampireschi, alienati.
Bellissime le musiche che rendono le atmosfere possibilmente ancora più inquietanti.

Drugo.91  @  09/05/2010 20:13:45
   7½ / 10
veramente molto inquietante...Lynch genio anche coi film in miniatura

pinhead88  @  23/12/2009 22:05:09
   4½ / 10
molto belle le atmosfere e le musiche,ma il resto non l'ho proprio digerito.veramente troppo criptico,lungo e noioso,nonchè ripetitivo.i corti più riusciti di Lynch sono quelli di poca durata,come il meraviglioso Absurda.

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  17/11/2009 17:20:20
   8½ / 10
Bellissimo corto partorito dal genio di David Lynch.
Tetro, onirico, allucinatorio sono solo alcuni aggettivi per cercare di definire questo eccellente corto.
Pellicola che combina animazione in stop motion e recitazione degli attori.
Piccola perla della filmografia lynchiana. Da vedere.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Satyr  @  25/10/2009 22:16:28
   8½ / 10
Tra i pochi corti di Lynch che ho visto, questo è di gran lunga il migliore. Nessuno regista sulla faccia della terra riuscirà mai ad inquietarmi a tali livelli.
Da non perdere assolutamente: è in tutto e per tutto il trampolino di lancio per Eraserhead. Magnifico.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  20/09/2009 23:52:01
   8½ / 10
Mi sono accorto solamente adesso di non averlo commentato. Errore perché è il corto (ma sarebbe meglio parlare di mediometraggio) migliore di Lynch. L'estro visionario esplode letteralmente regalandoci scene indmenicabili come quando la nonna fischia per chiamare il nipote o quando lei,nel finale,non lo riconosce più. Rimane un opera che tratta dell'amore tra un nipote ed una nonna e anche le interpretazioni,pur essendo un opera di Lynch,non possono essere molto discordi riguardo il tema trattato. Bello per essere un opera realizzata con 3000 dollari appena.

Gruppo REDAZIONE VincentVega1  @  20/09/2009 21:41:47
   8 / 10
Sogno o son desto?

Il primo incubo lynchiano è magnifico, un cortometraggio in grado di suscitare disagio sin dai primi minuti avvolto da un'atmosfera a dir poco inquietante.

StranzCronenber  @  07/07/2009 16:47:04
   8 / 10
Evito di esprimere pareri su uno dei miei registi preferiti. Mi limito ad effettuare una segnalazione.
Ho scovato un video su youtube, in cui The grandmother è utilizzato come supporto visivo ad una canzone dei Dodheimsgard:
http://www.youtube.com/watch?v=haCXyXpv0U8
A me è piaciuto molto, anche perchè amo quel genere di musica (è una sorta di metal molto oscuro e oppressivo, quindi gli antimetallari ne stiano alla larga!).

Tuonato  @  06/07/2009 14:29:02
   8½ / 10
Lynch sta sbocciando, in questo corto si hanno già tutti gli elementi del suo cinema: atmosfere tetre musiche e deliri visionari.
Bello, come per Eraserhead sarà difficile dimenticarlo.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  20/04/2009 19:46:26
   7½ / 10
Il corto è notevolmente disturbante non tanto per la tematiche affrontate, ma per l'atmosfera da incubo che Lynch è riuscito a creare: la dimensione quasi bestiale dei genitori, le scenografie scarne e una certa efficacia nell'affrontare la sessualità infantile, argomento abbastanza inusuale nel cinema. Sicuramente uno dei suoi corti più compiuti.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Gabe 182  @  12/04/2009 14:30:40
   7½ / 10
Bello, magari non il migliore di Lynch però ragazzi certamente e geniale, per il resto, questo corto e anche il più semplice secondo me da capire (per quelli che ho visto) di Lynch, alla fine si capisce benissimamente che tutto gira intorno alla famiglia, e che la nonna in molti casi confronto ad i genitori e migliore ed è come una piccola oasi felice, però la domanda che mi e venuta e questa: non e che Lynch nella sua vita abbia avuto un miglior rapporto con la propria nonna che con i propri genitori?
Infine, durante tutto il corto l'inquietudine e stata altissima, grazie ad un'atmosfera eccellente e delle musiche folgoranti, quindi la realizzazione ti colpisce alla grande. Ancora una volta complimenti a Lynch.

TheLegend  @  02/04/2009 19:53:57
   9½ / 10
probabilmente il più completo corto di david lynch e non solo per la sua durata.
la storia è facilmente decifrabile così come i messaggi che vuole mandare e le sensazioni che ci vuole provocare.
i suoni di sottofondo e le musiche seguono bene la storia e ne sottolineano gli avvenimenti.
a mio parere un piccolo capolavoro

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Freddy Krueger  @  13/12/2008 17:32:30
   6 / 10
L'inizio era molto noioso, poi quando subentra il personaggio della nonna il corto si fa più interessante. Probabilmente il regista vuole dimostrare che a volte le nonne sono molto più dolci dei genitori (con esagerazione però) ma che purtroppo hanno ancora poco da vivere.
Fotografia molto scura, un corto strano e sperimentale, magari per esercitarsi sui futuri film che ha immagazzinato.

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Ultima risposta 12/04/2009 21.01.19
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paride_86  @  08/12/2008 02:11:20
   8 / 10
Splendido cortometraggio di David Lynch, in cui si mescola sapientemente animazione e film. La storia del bambino commuove e coinvolge, appassiona e spaventa. La fotografia è bellissima e l'ambientazione ricorda vagamente quella del successivo "Eraserhead".

Gruppo COLLABORATORI ULTRAVIOLENCE78  @  22/10/2008 21:22:29
   8½ / 10
“Grandmother” è uno dei più bei cortometraggi concepiti da David Lynch. Realizzato nel 1970, descrive, con la tipica vena visionaria del regista americano, le vicissitudini familiari di un ragazzino di nome Matt, costretto a subire le angherie e le brutali sfuriate di genitori aguzzini, i cui atteggiamenti si avvicinano molto a quelli di animali rabbiosi. Essi, infatti, sono raffigurati all’inizio quasi come dei cani intenti ad accoppiarsi dapprima, ed a mostrare il loro stupore/disappunto di fronte alla nascita (inaspettata?) del figlio dopo, emettendo dei versi simili a latrati. La narrazione prosegue negli ambienti cupi della casa familiare, dove il ragazzino (il cui nome viene pronunciato più volte e con un’ira smodata) spaesato e atterrito è immerso nel degrado originato da genitori rozzi, insensibili e opprimenti, incapaci di ascoltarlo e di comprenderne il malessere, di cui è sintomo evidente il suo urinarsi a letto. Ma il problema di Matt sarà solo l’occasione per il padre-padrone di sfogare la sua rabbia e le sue frustrazioni su di lui. Terribile, poi, la sequenza che lo ritrae in preda alle turbe psichiche della madre, e che mostrando la sua disperata recalcitranza (“amplificata” da urla strazianti rese con un effetto sonoro inquietantissimo) sembra lasciare intendere che questi sia stato in precedenza vittima di abusi sessuali. L’unico conforto per Matt è la “grandmother”, che però non è legata a lui dai tradizionali vincoli di sangue (qui mostrati da Lynch nella loro natura più deteriore e nefanda), in quanto generata da una pianta da egli stesso coltivata nella sua cameretta (immagine che rimanda ad un rapporto costruito spontaneamentee volontariamente, e non imposto da una ingiusta legge della natura). Da lei Matt riceve finalmente le cure, i riguardi e i gesti affettuosi che fino a quel momento gli erano stati negati nell’alveo familiare: essa veglia su di lui mentre dorme (emettendo un suono/fischio che si pone come l’esatto contraltare alle urla feroci e stridule dei due genitori), lo vezzeggia, lo consola e gioca con lui. Ma l’idillio è destinato a durare poco: la “nonna”, agonizzante, defunge nell’indifferenza dei genitori di Matt, e quest’ultimo ripiomba nella solitudine opprimente della sua cameretta.
Un’opera disturbante, pervasa da quella atmosfera (a livello sia visivo che uditivo) truce e angosciante che troverà più ampio respiro nel primo lungometraggio di Lynch: Eraserhead.
Alla parte recitata si aggiungono inserti animati (realizzati con la tecnica dello “stop-motion”), che illustrano la nascita del nucleo familiare, il suo sviluppo, nonché le fantasie del piccolo protagonista.

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Ultima risposta 10/09/2010 17.52.56
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Invia una mail all'autore del commento Tempesta  @  07/10/2008 00:04:44
   9 / 10
Inquietante quanto Eraserhead,sono rimasto sconvolto a vedere questo cortometraggio.Meglio andare a dormire.Diabolico Linch.

Taguchi  @  14/05/2008 22:30:12
   9 / 10
Al suo terzo cortometraggio (35 min) Lynch firma un piccolo (?) gioiello da vedere e rivedere.
Preludio a Eraserhead, inquietante come pochi, fotografia morta e impressionante... Colori pallidi e decadenti con sprazzi di rosso come violenza allo spettatore.
Gioco di sguardi, lamentele di uomini (bestie) e una ricerca continua dell'affetto introvabile e introvato.
Suoni terrificanti e angoscianti come non mai... Riesco a capire come possa essere stato Shinya Tsukamoto influenzato almeno in parte da questo primo periodo Lynchiano e a sua volta Lynch influenzato dai cortometraggi di Svankmajer (almeno nell'uso della stop-motion)

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR kubrickforever  @  28/03/2008 19:05:47
   8 / 10
Inquietante, sconvolgente, delirante...in una sola parola D.Lynch. Il regista riesce in pieno nel suo intento: sconvolgere lo spettatore. I significati presenti all'interno del corto possono essere molteplici, anche se nessuno di essi, come il buon Lynch ci ha abituati, è facile da interpretare. Le bellissime scenografie in bianco e nero permettono di apprezzare ancora di più l'atmosfera che il regista vuole rievocare. Consigliatissimo.

chucknorris87  @  01/01/2008 18:08:23
   4 / 10
Oh dio che lungo questo corto!
Massimo rispetto per lynch, ma finchè i suoi primi esperienti si limitavano a pochi minuti era anche sopportabile, ma questo dura più di mezz'ora!
Raccapricciante, lento, ripetitivo, noioso.. le scene con il bambino e la nonna sono le peggiori, con quei sorrisi inquietanti! I due genitori violenti creano almeno un po' di azione! storia insensata.
Però bellissime le atmosfere e le musiche!

gei§t  @  01/12/2007 18:22:45
   7½ / 10
violenze familiari, genitori come bestie, una nonna come unico conforto che presto svanirà...
abbastanza chiaro il senso della storia che però ci viene mostrata in una confusione di immagini artistiche tipiche di lynch

dasauge  @  25/11/2007 15:28:59
   8 / 10
"The grandother" è un ennesimo manifesto di quanto stia stretto e sia vincolante, per Lynch, l 'esprimere un concetto così quotidiano quale il desiderio incorrisposto del calore familiare, seguendo dei canoni del tutto razionali e reali.
E' come se spaziare entro i confini della realtà non fosse sufficiente a fargli venir fuori ciò che ha dentro; ecco perchè, a parer mio, il regista è spesso ricorso ad ambientazioni oniriche o a visioni irrazionali generate da un eccessivo desiderio, vedi la nascita e la materializzazione della figura della nonna solo nell'immaginario del bambino.
Io giudico un lavoro anche in base a quanto mi riesce a comunicare ed a turbare...e il nostro David è sempre in grado di farti entrare nei personaggi e nelle loro problematiche. Grande lavoro

statididiso  @  17/11/2007 14:56:01
   9½ / 10
il corto racconta le terribili violenze perpetrate nei confronti di un bambino tra le mura domestiche, il quale, presumibilmente quando era in vita, ha instaurato un rapporto "morboso" con la nonna. la tecnica di narrazione (la sceneggiatura/regia surrealista ed ermetica, il ritmo "elettrico" e "cerebrale", il montaggio non sequenziale, le metafore, i simboli, la dilatazione dei tempi e dei dialoghi etc.) e le tematiche (il timore della "normalità" familiare e l'ossessione per le macchine, ad esempio) sono le stesse che ritroveremo, più avanti, in "Eraserhead": non a torto, può essere considerata l'anticamera di quest'ultimo, come "Rabbits" quella di "INLAND EMPIRE". piccolo (solo per il minutaggio) capolavoro!!! L

voto: 9,5

devis  @  30/04/2007 18:16:00
   8 / 10
Un corto allucinante ma che riesce ad esprimere tutta l'angoscia che prova un bambino per le violenze tra le mura domestiche. Solo la figura della nonna riesce in parte ad allievarla. Colonna sonora azzeccatissima.

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Ultima risposta 30/04/2007 18.48.50
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Gruppo COLLABORATORI Marco Iafrate  @  06/04/2007 20:22:58
   7 / 10
Esperienza propedeutica alla realizzazione di Eraserhead, il cortometraggio si basa sull'orrore descritto da Lynch riguardo alla famiglia vista come nucleo oppressivo.
Qui il ragazzino vittima dei genitori violenti e paranoici cerca rifugio tra le braccia di una nonna affettuosa e materna fatta nascere da un seme piantato nel letto della sua stanzetta.
A conferma delle ossessioni che hanno accompagnato il regista fin da piccolo, il corto è girato interamente all'interno della sua casa.
L'opera si spinge anche verso temi delicati come l'incesto e comunque è estremamente allucinata ed inquietante.

benzo24  @  04/04/2007 18:45:57
   10 / 10
uno dei corti più belli della storia. profondo e significativo. poetico e allucinato. l'anticamera di eraserhead.

lupin 3  @  04/04/2007 17:54:01
   7 / 10
Strano ,strano, strano , difficile dare un voto!

Alex81  @  03/04/2007 14:56:08
   1 / 10
Non è un film. E' allucinante, criptico e assurdo.

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Ultima risposta 02/10/2011 23.10.15
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